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Thank You for smoking.pdf - Scuola Superiore Avvocatura

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L’ABOLIZIONE DEL<br />

FUMO FA BENE<br />

AL CUORE<br />

Si legga la seconda riga delle due consegne!<br />

Suddividendo e strutturando la frase si possono compiere miracoli di rovesciamento di<br />

significato. Lo slogan “Quel che dicono i genitori sul /fumare sigarette è giusto” avrebbe dovuto<br />

far parte di una campagna da 50 milioni di dollari per convincere i giovani a non fumare, «perché<br />

niente è più importante dei nostri figli d’America». Campagna sicuramente impegnativa e onerosa,<br />

ma «OK. Speriamo che la campagna non sia troppo persuasiva!”» commenta il capitano della Big<br />

Tabacco, quello che racconta: «Io ero in Corea a sparare ai cinesi, nel 1952. Oggi sono i nostri<br />

migliori clienti. Non dovremmo ammazzarne così tanti, la prossima volta!».<br />

Il cinema combina azione e parole in una di quella “coppie filosofiche”, in cui i due termini<br />

polari non sono mai oppositivi, bensì integrativi o l’uno vitalmente necessario all’altro, come il<br />

falso è necessario per definire il vero, il soggettivo non c’è senza l’oggettivo, l’alto è sempre<br />

correlato ad un basso. Nella pellicola, la <strong>for</strong>za dell’immagine e dell’azione si combinano con la<br />

<strong>for</strong>za della parola. Alla <strong>for</strong>za dello sguardo si aggiunge la <strong>for</strong>za dell’ascolto.<br />

Anzi, di più. “Senza l’oriente, l’occidente sarebbe occidente di nessuno” si dice. L’iter della<br />

persuasione può essere inverso a quello che di norma si pensa: procede non solo e non tanto dalle<br />

idee al comportamento, ma dal comportamento alle idee, passando per le parole e le immagini. I<br />

comportamenti creano parole, le parole creano immagini, le immagini creano idee, le idee creano<br />

comportamenti. Il movimento è circolare, di andata e ritorno.<br />

Il film, la storia, lo scopo<br />

<strong>Thank</strong> you <strong>for</strong> <strong>smoking</strong> si prende gioco della tanto decantata correttezza linguistica e<br />

politica e si colloca dalla parte dei potenti, su un tema tabù in America, tras<strong>for</strong>mando in vittime i<br />

colpevoli. È graffiante, pieno di ironia, sarcasmo e cinismo.<br />

Se la famosa difesa di Luigi XVI di Raymond De Sèze fu “una magistrale arringa votata<br />

all’insuccesso”, il film in esame è un’improponibile arringa votata al successo, uno straordinario<br />

esempio di come una causa in sé ottima ma maldestramente argomentata abbia la peggio a fronte<br />

di una causa in sé pessima ma ben argomentata. Il vir bene dicendi peritus ha la meglio sul vir<br />

bonus dicendi peritus, tanto caro a Catone, Cicerone e Quintiliano, ma meno a Sant’Agostino, il<br />

quale, da santo con i piedi per terra, rimproverava a questa definizione il fatto che il “bene” va<br />

applicato al dire e non all’uomo: pertanto può essere un oratore anche un uomo non per bene<br />

capace di parlare bene. Questo è, in sintesi, il rischio della retorica.<br />

Il film in questione offre, in primo luogo, un esempio di bilanciamento squilibrato tra<br />

discorso appassionato e discorso persuasivo: il discorso convinto e irreprensibile del senatore<br />

Finistirre si contrappone a quello cinico e suadente di Nick Naylor. Il primo ha la peggio, il<br />

secondo ha la meglio. Già Aristofane, ne Le Nuvole, ci aveva avvertiti della supremazia del<br />

“discorso ingiusto” sul “discorso giusto” e Fidippide aveva appreso bene la lezione alla scuola di<br />

sofistica. Niente di nuovo sotto il sole né sotto le nuvole. Quella del senatore Finistirre è una<br />

strategia vincente per perdere la battaglia contro il fumo. Così può succedere anche tra lavoratori e<br />

liquidatori d’azienda, tra ambientalisti e produttori-mercanti, tra accusatori e difensori Gli<br />

argomenti che funzionano, come sono presentati nel film, non sono certo la via raccomandata per<br />

un interscambio civile, ma sono la via normale e più battuta nei più normali interscambi.<br />

In secondo luogo il film è un’illustrazione realistica e spassosa di come servirsi di tattiche<br />

retoriche per far fronte a situazioni difficili, ricorrendo a fallacie varie, nascoste o scoperte.

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