periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e ... - Il Calitrano
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IL CALITRANO N. 51 n.s. – Settembre-Dicembre 2012<br />
no dei mestieri più antichi, la tessitura,<br />
Uche da secoli fa parte della tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />
tutti i popoli. Un lavoro, quello della tessitrice,<br />
da sempre tipicamente femminile, che<br />
richiede un metodo ben preciso, pazienza e<br />
tanta fantasia.<br />
La lavorazione delle fibre tessili è una delle<br />
attività che più hanno caratterizzato la<br />
cultura e le tra<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> interi popoli. Si pensi<br />
alla ricchezza e alla varietà <strong>di</strong> costumi tra<strong>di</strong>zionali,<br />
la tela del corredo, coperte, abiti,<br />
sciarpe, maglie, calze e cappelli delle comunità<br />
conta<strong>di</strong>ne.<br />
In montagna si utilizzava maggiormente la<br />
lana, mentre in collina e in pianura si coltivavano<br />
il lino e la canapa. Molti erano i campi<br />
che si coloravano a maggio con il colore<br />
celeste dei fiori <strong>di</strong> lino, ma un po’ tutte le fibre<br />
tessili naturali erano patrimonio delle<br />
comunità conta<strong>di</strong>ne del passato.<br />
Spesso le lavorazioni erano attuate a livello<br />
familiare: quasi ogni famiglia avevano il<br />
suo telaio e le donne sviluppavano, talvolta<br />
nell’ambito dello stesso paese, delle tecniche<br />
e una creatività decorativa veramente<br />
notevoli e <strong>di</strong>versificate.<br />
LA TESSITRICE<br />
<strong>Il</strong> lino e la canapa venivano ricavati dai fusti<br />
<strong>di</strong> queste piante: dopo una lunga macerazione<br />
in acqua e dopo <strong>di</strong>verse altre lavorazioni<br />
si arrivava finalmente al telaio.<br />
Le pecore venivano tosate a maggio; subito<br />
dopo si lavava la lana, la si faceva bollire,<br />
agitandola con un bastone in una caldaia<br />
<strong>di</strong> rame, e la si lasciava raffreddare. Poi si<br />
cardava, cioè si passava la lana attraverso<br />
delle grate <strong>di</strong> ferro che la rendevano cotonata.<br />
Infine si filava in modo tale da produrre<br />
una fibra continua e lunga che formava<br />
i gomitoli da utilizzare per la tessitura.<br />
La tessitura può essere intesa come un gioco<br />
<strong>di</strong> intreccio tra lane filate (o tra fibre vegetali)<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi colori da cui ottenere splen<strong>di</strong><strong>di</strong> e<br />
morbi<strong>di</strong> tessuti per il corredo, coperte o abiti.<br />
Ciò che colpisce degli antichi indumenti, oltre<br />
alla trama ed alla qualità del tessuto, è il<br />
colore ottenuto dalla tintura naturale per la<br />
quale si utilizzavano le piante tintorie: l’ortica<br />
(verde tenue), la camomilla (giallo arancione),<br />
le bacche <strong>di</strong> ginepro (marrone) la buccia<br />
<strong>di</strong> melograno (giallo), le bacche <strong>di</strong><br />
sambuco (lilla) l’iperico (rosso), il guado (celeste).<br />
Per tingere con i colori naturali biso-<br />
10<br />
gnava seguire un metodo ben preciso composto<br />
da tre fasi: la mordezzatura, la tintura<br />
ed il risciacquo. La mordezzatura era il bagno<br />
preliminare che serviva a rendere il colore<br />
indelebile: si preparava mescolando con<br />
acqua acido tartarico e albume d’uovo e si<br />
cuoceva il tutto per circa un’ora senza far bollire,<br />
insieme a una certa quantità della pianta<br />
prescelta. Dunque si immergeva il tessuto,<br />
che nel giro <strong>di</strong> un’ora si tingeva del colore<br />
desiderato. Infine si effettuava il risciacquo.<br />
I telai artigianali oggi non se ne trovano più<br />
sono finiti nel fuoco o nel migliore dei casi<br />
in qualche museo, le tessitrici non si trovano<br />
più, la tela del corredo, si compra bella<br />
e bianca. La donna è stata riscattata da<br />
certe fatiche, ma quanto era bello tessere e<br />
cantare, cantare e tessere e sognare.<br />
Tenere traccia della <strong>storia</strong>, delle tra<strong>di</strong>zioni,<br />
usi e costumi della civiltà conta<strong>di</strong>na penso<br />
sia la chiave per comprendere non solo il<br />
passato ma anche il presente e quello che il<br />
futuro potrebbe portare.<br />
Michele Gallucci<br />
da Gerbole <strong>di</strong> Volvera (TO)<br />
LA VOSTRA VOCE<br />
Da sempre arrivano nella nostra Redazione lettere, telefonate, proposte, consigli, appelli e così via, per cui abbiamo deciso<br />
– con questa Rubrica – <strong>di</strong> portare a conoscenza <strong>di</strong> tutti le notizie e gli avvenimenti che interessano il nostro paese.<br />
Si è proceduto alla demolizione del vecchio<br />
E<strong>di</strong>ficio scolastico (in via F. Tedesco),<br />
ma non è stata fatta alcuna pulizia e le<br />
polveri circolano nell’aria, non del tutto innocue,<br />
risultano dannose sia per la popolazione<br />
che vive nei pressi dello stabile, sia per<br />
la citta<strong>di</strong>nanza tutta. Quanto bisogna aspettare<br />
per una pulizia totale dell’area ? Alcuni<br />
nostri concitta<strong>di</strong>ni ci hanno invitato a segnalare<br />
il gravissimo <strong>di</strong>sagio, questa con<strong>di</strong>zione<br />
non giova a nessuno!<br />
❊❊❊<br />
Ci ren<strong>di</strong>amo perfettamente conto che il nostro<br />
paese ha urgente bisogno <strong>di</strong> una nuova<br />
ondata <strong>di</strong> benessere, sotto ogni aspetto. E<br />
ci ren<strong>di</strong>amo conto altresì che ciò non è affatto<br />
semplice. Ma se per puro caso, una <strong>di</strong> queste<br />
nostre osservazione si concretizzasse, si<br />
aprirebbe una nuova speranza per migliorare<br />
la vita <strong>di</strong> chi ci abita a Calitri. Calitri lo si<br />
vuole far rinascere come paese del turismo.<br />
Anche se abbiamo avuto un flusso <strong>di</strong> vacanzieri<br />
quasi notevole, purtroppo non siamo stati<br />
in grado <strong>di</strong> sfruttare al meglio tale risorsa.<br />
Abbiamo ricevuto, nella nostra Redazione,<br />
mail e lettere concernenti questo argomento,<br />
e vi riproponiamo alcuni punti interessanti.<br />
1) Perché non curare maggiormente l’arredo<br />
urbano? <strong>Il</strong>luminazione pubblica, panchine,<br />
cestini, ecc. tutti sono uno <strong>di</strong>verso dall’altro,<br />
magari conviene fare qualcosa <strong>di</strong> più armonioso?<br />
Magari in uno stile più consono al nostro<br />
borgo me<strong>di</strong>evale? Quei ruderi nel corso<br />
che danno una visione tetra e desolante non<br />
si potrebbero arredare con delle fioriere?<br />
2) Troppi pochi parcheggi per auto, che nei<br />
perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> varie manifestazioni e attività lu<strong>di</strong>che,<br />
vengono occupati creando inconvenienti<br />
<strong>di</strong> ogni genere: al primo posto i litigi<br />
con la Polizia Urbana. I nostri emigranti ritornano<br />
volentieri al paesello, e c’è da <strong>di</strong>re<br />
che apportato anche un <strong>di</strong>screto flusso <strong>di</strong> danaro<br />
poiché spendono, soggiornano, comprano<br />
nei nostri negozi, e ciò è un beneficio.<br />
Allora, perché penalizzare, con poca tolleranza,<br />
chi vuole aiutarci?<br />
3) La poesia <strong>di</strong> Ungaretti scritta per Calitri,<br />
perché non darle maggior rilievo anziché vederla<br />
incastonata, per non <strong>di</strong>re nascosta nel<br />
cemento? Come pure converrebbe porre delle<br />
lapi<strong>di</strong>, targhe, insegne, ecc. nei luoghi <strong>di</strong><br />
Calitri ove sono accaduti avvenimenti storici,<br />
o soltanto a ricordo <strong>di</strong> vecchie tra<strong>di</strong>zioni,<br />
che meritano <strong>di</strong> essere ricordate e trasmessi<br />
a tutti. Si potrebbe pensare <strong>di</strong> realizzare tali<br />
arredamenti con la collaborazione degli al-<br />
lievi dell’Istituto Statale d’Arte <strong>di</strong> Calitri, La<br />
Fiera Interregionale non ha avuto un adeguato<br />
battage pubblicitario, nei paesi vicini, ad<br />
esempio Ruvo del Monte, nel centro del paese<br />
non c’era neanche un manifesto, tranne<br />
che sulla superstrada, ma <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni microscopiche.<br />
Quest’anno si è iniziata dal martedì, ma non<br />
si è voluto insistere sull’apertura soltanto nel<br />
pomeriggio che sembrava avere avuto un<br />
buon esito. Perché non si fa decidere alle<br />
Aziende che vi partecipano ?<br />
❊❊❊<br />
Attraversando il ponte sul fiume Ofanto<br />
è possibile notare il letto del fiume invaso<br />
dalla vegetazione, a tratti molto rigogliosa.<br />
Non ci vuole una laurea per capire<br />
che, speriamo non accada mai, in un eventuale<br />
periodo <strong>di</strong> piogge copiose, le acque non<br />
abbiano spazio a sufficienza per scorrere e<br />
creino gravi e seri problemi. Invitiamo a<br />
scongiurare un episo<strong>di</strong>o simile, onde evitare<br />
analogie con l’alluvione <strong>di</strong> Genova dello<br />
scorso novembre, verificatosi per lo stesso<br />
motivo. Speriamo <strong>di</strong> non assistere, ancora<br />
una volta, al vergognoso scaricabarile delle<br />
competenze!!!