periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e ... - Il Calitrano

IL CALITRANO N. 51 n.s. – Settembre-Dicembre 2012
na piccola comunità quale quella ca-
Ulitrana, nell’incorporare diverse situazioni,
pone i riflessi pratici sotto gli
occhi di tutti, per cui è facile, con un po’
di spirito riflessivo, cercare di farsi un’idea
sulle cose. Il titolo di quest’articolo
mette in risalto due aspetti, i quali in una
posizione di assoluto equilibrio non riescono
a stare, poiché l’uno va calando e
l’altro è in crescendo.
Siamo ormai abituati, a conclusione del
periodo estivo, a vivere, tra i tanti appuntamenti,
la Fiera Interregionale. Una tappa
dell’estate calitrana che è giunta alla
31a edizione. Ben possiamo affermare come
la fiera abbia segnato la storia dell’evoluzione
del costume socio-economico
del paese dal 1981 ai giorni nostri.
L’iniziativa di partenza è stata più che valida:
aprire una piattaforma di sviluppo
imprenditoriale-artigianale ove mettere a
confronto la domanda e l’offerta per favorire
la sinergia economica interregionale.
Quando la campionaria albergava nei locali
della scuola media, ha rappresentato
un elemento innovativo in termini di espositori,
di convegnistica e di interesse da
parte delle istituzioni. Anche la capacità
di sapere dividere gli espositori per settore
merceologico risultava essere brillante.
Essendo stata la Fiera di Calitri una sorta
di volano dell’innovazione fieristica, ci
saremmo aspettati una crescita evolutiva
abnorme, capace di assicurare sviluppo e
benessere economico, costituendo un
punto di riferimento per l’economia del
paese e per i suoi rapporti con le economie
delle regioni limitrofe.
Purtroppo quando si accende un motore,
la benzina scarseggia e l’autista è alquanto
inetto, le prestazioni dell’automobile non
possono risultare brillanti, il motore tossisce
e la macchina stenta a muoversi in
qualsiasi direzione.
Ci troviamo oggi con un complesso fieristico
dalla struttura molto discutibile; un
ente organizzatore che ancora non ha assunto
un preciso volto giuridico; scarsa
collegialità decisionale; forte ed inopportuno
impulso politico; una catena di comando
intrecciata su se stessa; espositori
e istituzioni che sempre meno hanno a
I DUE VOLTI DEL
“FARE” CALITRANO
di Marco Bozza
cuore l’appuntamento calitrano e soprattutto
la voce dei visitatori che costantemente
ripete: non c’è niente, oppure, mancavo
da diversi anni in fiera ma vedo
sempre le stesse cose se non peggio, oppure,
è il solito mercato, oppure, ho impiegato
più tempo nel trovare parcheggio
che visitare la fiera.
I sondaggi, nella loro bruttura sistemica
vanno ascoltati, per capire dove si sbaglia,
perché si è sbagliato e soprattutto
come evitare di continuare a sbagliare.
Sembrano un po’ riflessioni amletiche,
ma purtroppo sono la risultanza del pensiero
razionale che dovrebbe sussistere
in chi si appresta a guidare la fiera del
futuro.
I tempi sono cambiati, il mercato va distinto
dalla fiera. Il mercato è l’insieme
di tutto a disposizione di tutti. La fiera dovrebbe
insistere sulla qualità merceologica
da portare a conoscenza di chi è interessato
ad un certo tipo di prodotto.
La fiera campionaria in se, tanto per la
difficile situazione economica quanto per
altri motivi è in forte crisi, anche perché
il web è una vetrina molto più potente che
permette ad un’azienda di far conoscere
in pochi clic il proprio operato e la consistenza
produttiva. Inutile concentrare il
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nulla in poco spazio, genera soltanto disinteresse.
Per rimettere in moto la barca, occorre dotarla
di un timone ed un timoniere, nel
senso che bisogna in primis capire che tipo
di società si voglia andare a costituire,
dotarla di un organigramma ben preciso
con dipendenti assunti regolarmente che
lavorino affinchè il quartiere fieristico
possa operare più volte l’anno. Aggiornarsi
profondamente su quelle che solo le
evoluzioni di un’economia globale che
mette sempre più con le spalle al muro il
piccolo imprenditore, il quale però se ha
in serbo un’eccellenza produttiva è giusto
che la porti a conoscenza del pubblico interessato.
Dato ancor più importante, è
necessario avere a disposizione un budget
ben preciso che permetta di lavorare con
una certa tranquillità e magari optare per
un periodo diverso dallo scorcio d’estate,
considerando la scarsa o quasi nulla operatività
commerciale ed imprenditoriale
nel mese di Agosto.
Non si sta chiedendo la luna, anche perché,
e questo va dato atto, chi opera dietro
le quinte, spesso fa un lavoro macroscopico,
abnorme, ma i risultati non
premiano lo sforzo profuso, in quanto
molto spesso il modo di operare è anco-