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Novembre 2009.pdf - Notizie dal Campo

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18<br />

Sezze<br />

SOCIETA’<br />

a cura di Giovanni Rieti<br />

Presentato in anteprima<br />

nazionale il<br />

film documentario<br />

sulla strage di via<br />

Fani e sulla morte<br />

di Aldo Moro.<br />

C’era d’aspettarselo il successo ottenuto<br />

a Sezze , presso l’Auditorium “Mario<br />

Costa”, <strong>dal</strong>l’anteprima nazionale del<br />

film-documentario sullo statista Aldo<br />

Moro e la sua scorta, uccisi <strong>dal</strong>le Brigate<br />

Rosse nel 1978 <strong>dal</strong>le Brigate Rosse e<br />

di cui ancora oggi non si è fatta piena<br />

luce sui veri mandanti della strage di Via<br />

Fani. Curato <strong>dal</strong> regista setino, Giancarlo<br />

Loffarelli, per la produzione della<br />

brava Marina Eianti, dell’Associazione<br />

culturale “Le Colonne”, il film rispecchia<br />

pienamente quelli che sono i documenti<br />

della stragica vicenda cui perirono,<br />

durante il rapimento di Aldo Moro, tutti<br />

gli agenti della scorta (Raffaele Iozzini,<br />

Giulio Rivera, Francesco Zizzi, tutti della<br />

P.S.) tra cui il fidatissimo maresciallo dei<br />

CC. Oreste Leonardi e l’appuntato<br />

Domenico Ricci (pure dei CC). Il Regista<br />

ha ripercorso ha ripercorso a ritroso le<br />

tappe del cammino della stessa Commissione<br />

d’inchiesta cui ha fatto parte<br />

anche il senatore Sergio Flamigni e lo<br />

storico delle stragi Giuseppe De Luitiis,<br />

presenti alla prima del documentario<br />

insieme alla figlia dello statista, Agnese<br />

Moro, oltre agli attori che ne curarono la<br />

prima edizione teatrale. La riproposizione<br />

del tragico evento che scosse l’’Italia<br />

negli anni bui dominati <strong>dal</strong> terrorismo, si<br />

colloca e va inquadrato, come ha spiegato<br />

meglio il regista, come evento che<br />

non ha eguali nella storia contemporanea<br />

non solo italiana ma a livello internazionale.<br />

Da qui è partita l’idea di far<br />

conoscere alle nuove generazioni - oltre<br />

che rappresentare la vicinanza delle istituzioni<br />

e dell’associazionismo alle famiglie<br />

dei caduti di via Fani - il fatto che<br />

ancora oggigiorno desta<br />

un vivo interesse che ruota attorno alla<br />

triste e nebulosa vicenda nazionale.<br />

Il 29 ottobre è stata inaugurata a Sezze la “Scultura per la pace”<br />

Si spendono 70mila euro per il monumento<br />

alla pace lasciandosi alle spalle le bellezze<br />

archeologoche abbandonate a se stesse<br />

Il 29 ottobre è stata inaugurata a Sezze la “Scultura<br />

per la pace” posta al centro della rotatoria di<br />

Via Marconi. In molti stanno ragionando sulla bellezza<br />

della stessa e sull’utilità di questo monumento,<br />

chiedendosi se in questo periodo di vacche<br />

magre per il bilancio comunale non sarebbe stato<br />

meglio investire diversamente i 70.000 euro spesi.<br />

Un dibattito serrato, che sta appassionando i setini.<br />

Sulla bellezza dell’opera niente da dire in<br />

quanto l’ala che richiama la “Nike di Samotracia”,<br />

interpreta in maniera ottimale il simbolo della<br />

libertà “senza la quale nessuna pace è possibile”.<br />

Sull’opportunità della messa a dimora dell’opera<br />

di Ettore De Conciliis, in molti fanno rilevare che si<br />

tratta di un abbellimento e di un segno distintivo<br />

per il paese, ancor di più se si considera che l’intervento<br />

è stato realizzato in un’area che ha cambiato<br />

volto rispetto al passato. Non vi è dubbio che<br />

potevano essere altre le priorità; ma legare il nome<br />

di Sezze ad un’opera d’arte di uno dei maestri<br />

moderni della scultura ha il suo perché. Insomma,<br />

non è scan<strong>dal</strong>oso investire in cultura. Ora, però, si<br />

attendono altri segnali in tal senso, soprattutto per<br />

quanto riguarda la cura degli ingressi del paese,<br />

autentico biglietto da visita di Sezze, visto che non<br />

è un mistero che essi non godano di ottimo stato.<br />

Ma se si intende investire sulla cultura, allora si<br />

diano segnali importanti anche in merito alle tante<br />

bellezze archeologiche del paese, che potrebbero<br />

essere una risorsa da sfruttare, ed il cui stato di<br />

incuria ed abbandono, invece, dimostra scarsa<br />

attenzione su questo tema.<br />

“CASO DONDI”:<br />

GIANNI ORLANDI SI DISSOCIA RICHIAMANDO LA MAGGIORANZA AD<br />

UNA MAGGIORE ATTENZIONE SUL PROBLEMA DELLE BOLLETTE<br />

IDRICHE RECAPITATE AI CITTADINI<br />

La “questione Dondi” è stata al centro dell’ultima<br />

riunione dell’assise cittadina. A far discutere è<br />

stata la presa di posizione dell’esponente di maggioranza<br />

Gianni Orlandi, che ha presentato un’interpellanza<br />

in cui prende le distanze <strong>dal</strong>la ditta di<br />

Rovigo: “Penso sia arrivato il momento di pensare<br />

ad una valida alternativa a questa concessionaria<br />

che sta sbeffeggiando cittadini ed amministratori”.<br />

Una presa di posizione che fa scalpore, in quanto<br />

è la prima volta che un esponente di maggioranza<br />

si schiera così palesemente contro la ditta di Rovigo.<br />

Il richiamo di Orlandi, però, non è un affondo<br />

nei confronti della maggioranza; bensì un invito a<br />

riflettere su come instaurare un nuovo rapporto con<br />

la concessionaria, accusata di una serie di comportamenti<br />

non più sopportabili. Il riferimento è<br />

all’arrivo delle ultime bollette, consegnate a mano<br />

dai dipendenti della Dondi quando i tempi per i<br />

pagamenti delle stesse erano scaduti. Ciò comporterà<br />

per la prossima fatturazione aggravi di spesa<br />

per gli interessi di mora. In questo Orlandi vede un<br />

atteggiamento della concessionaria volto a<br />

“taglieggiare la popolazione con tecniche sopraffine”.<br />

Orlandi ha chiesto un efficace intervento di<br />

controllo da parte di chi di competenza affinché<br />

“non siano conteggiati interessi di mora ai nostri<br />

concittadini, già abbondantemente presi per i fondelli<br />

<strong>dal</strong>la concessionaria”. Nella sua replica l’assessore<br />

ai lavori pubblici ha evidenziato che la<br />

Dondi si sta affidando a proprio personale per la<br />

consegna delle bollette, specificando che gli interessi<br />

di mora partono soltanto dopo 60 giorni<br />

<strong>dal</strong>la scadenza delle stesse: “Una società seria –<br />

ha ribattuto Orlandi - avrebbe dovuto evidenziare<br />

ciò in fattura. Mi preme avvisare i nostri concittadini<br />

di pagare entro i 60 giorni, per evitare il<br />

pagamento degli interessi di mora. Oppure, visto<br />

il metodo sopraffino che la Dondi sta utilizzando<br />

per far incappare gli utenti nella mora, di non<br />

pagare affatto gli interessi e di costituirsi in giudizio<br />

contro la società di Rovigo, così come ho<br />

fatto io”. Gianni Orlandi, inoltre, ha chiesto al<br />

sindaco di intentare causa alla Dondi per il consumo<br />

idropotabile anticipato <strong>dal</strong>l’ente comunale<br />

alla regione, per un importo pari a circa<br />

1.700.000 euro. Ma anche di ricorrere avverso il<br />

lodo per la presenza in esso di fatture che risultano<br />

già essere state saldate <strong>dal</strong>l’ente comunale.<br />

Orlandi ha auspicato che l’ente affidi tali ricorsi<br />

nelle mani dei legali.<br />

per questa pubblicità 0773.903269 SezzeSOCIETÀ’

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