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R.V. R.V. Clarke Clarke, Clarke “Situational “Situational prevention, prevention, crim<strong>in</strong>ology crim<strong>in</strong>ology and and social social values”, values”, <strong>in</strong> <strong>in</strong> A. von Hirsch, D.<br />

Garland Garland and and A. A. Wakefield Wakefield Wakefield (a (a (a cura cura di di), di ), Ethical Ethical Ethical Ethical and and and and Social Social Social Social Perspectives Perspectives Perspectives Perspectives on on on on Situational<br />

Situational<br />

Situational<br />

Situational<br />

Crime Crime Crime Crime Prevention,<br />

Prevention<br />

Prevention<br />

Prevention , Hart Hart Hart Publish<strong>in</strong>g<br />

Publish<strong>in</strong>g, Publish<strong>in</strong>g Oxford Oxford, Oxford 97 97-112. 97<br />

112.<br />

Prevenzione situazionale, crim<strong>in</strong>ologia e valori sociali<br />

Ronald V. Clarke ∗<br />

INTRODUZIONE<br />

INTRODUZIONE<br />

I difensori della prevenzione situazionale del crim<strong>in</strong>e hanno sostenuto che la riduzione<br />

sistematica delle opportunità di reato avrebbe portato ad una sostanziale riduzione del<br />

tasso di crim<strong>in</strong>alità nella società. I critici hanno ribattuto che questa affermazione dà<br />

troppa poca importanza alle determ<strong>in</strong>anti sociali e psicologiche della motivazione<br />

crim<strong>in</strong>ale. Se non verrà ridotta anche la motivazione, essi sostengono, la sola<br />

rimozione delle opportunità avrà come effetto una semplice redistribuzione, e non una<br />

riduzione della crim<strong>in</strong>alità. Sostenendo la propria posizione, i difensori della<br />

prevenzione situazionale hanno aiutato a produrre teorie che rappresentano il crim<strong>in</strong>e<br />

come l’effetto dell’<strong>in</strong>terazione tra motivazione e opportunità. Le tre teorie più<br />

importanti, che David Garland (1996) descrive come “le nuove crim<strong>in</strong>ologie della vita<br />

quotidiana”, sono l’approccio delle “rout<strong>in</strong>e activities” (attività abituali), la “crime<br />

pattern theory” (teoria del modello crim<strong>in</strong>ale) e la prospettiva della scelta razionale.<br />

Queste teorie sono complementari, ma ognuna ha un focus ben def<strong>in</strong>ito (Felson e<br />

Clarke, 1998).<br />

La teoria delle attività abituali si occupa dei modi <strong>in</strong> cui le opportunità crescono (e<br />

decrescono) nella società. I sociologi la descriverebbero come una teoria “macro”<br />

perché cerca di spiegare i trend generali nella società. La crime pattern theory si<br />

occupa dei modi con cui i crim<strong>in</strong>ali <strong>in</strong>contrano o cercano opportunità di reato. Poiché<br />

considera i crim<strong>in</strong>ali nel contesto del quartiere <strong>in</strong> cui vivono, essa opera ad un livello<br />

“meso”(<strong>in</strong>termedio). La prospettiva della scelta razionale stabilisce una relazione tra<br />

varie <strong>in</strong>fluenze situazionali – motivi, desideri, emozioni, giustificazioni- che<br />

determ<strong>in</strong>ano nei crim<strong>in</strong>ali la decisione di approfittate di una particolare opportunità di<br />

reato. In quanto centrata sullo scenario cont<strong>in</strong>gente del crim<strong>in</strong>e, essa potrebbe essere<br />

def<strong>in</strong>ita come una teoria “micro”.<br />

Considerate unitariamente, queste teorie mostrano come il crim<strong>in</strong>e sia generato<br />

dall’<strong>in</strong>terazione di variabili motivazionali e situazionali. Esse spiegano sia come le<br />

opportunità di reato sp<strong>in</strong>gono le persone ad una condotta crim<strong>in</strong>ale, sia quanto le<br />

<strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azioni crim<strong>in</strong>ali <strong>in</strong>ducono poi le stesse ad ricercarne altre. Ciò aiuta a provare che<br />

la riduzione delle opportunità è tanto importante quanto la riduzione della<br />

motivazione crim<strong>in</strong>ale. Allo stesso tempo, i difensori della prevenzione situazionale si<br />

sono impegnati concretamente nella riduzione di opportunità. Attualmente esistono<br />

più di 100 esempi documentati sul successo della prevenzione situazionale 1 . Le prime<br />

applicazioni erano centrate sui reati di opportunità contro la proprietà, ma la<br />

prevenzione situazionale è stata applicata più recentemente ad una serie più ampia di<br />

reati, <strong>in</strong>clusa la prostituzione da strada, disord<strong>in</strong>i provocati da ubriachi, telefonate<br />

oscene, violenza domestica, e varie forme di rap<strong>in</strong>e ad esercizi commerciali (Clarke<br />

1997). Nella valutazione di prevenzione situazionale, gli effetti di “displacement”<br />

∗ Clarke, R.V. (2000). Situational prevention, crim<strong>in</strong>ology and social values. In: A. von Hirsch, D. Garland and<br />

A. Wakefield (eds), Ethical and Social Perspectives on Situational Crime Prevention, 97-112. Oxford: Hart<br />

Publish<strong>in</strong>g. 2000.<br />

1 Clarke (1997) e Sherman et al. (1997) forniscono le fonti di provenienza di questi casi di studio<br />

1


(spostamento) sono risultati molto meno comuni di quanto solitamente si pensi. La<br />

mancanza completa di sostituzione è stata riscontrata <strong>in</strong> 22 casi su 55, nei progetti di<br />

prevenzione situazionale recentemente riesam<strong>in</strong>ati <strong>in</strong> una recensione per il M<strong>in</strong>istero<br />

di Giustizia olandese, ed solo parziali effetti di sostituzione si sono evidenziati nei casi<br />

rimanenti. (Hessel<strong>in</strong>g, 1994)<br />

La metodologia di molte valutazioni può essere criticata, ma considerate nel loro<br />

complesso esse suggeriscono che la prevenzione situazionale può essere efficace <strong>in</strong><br />

un’ampia serie di crim<strong>in</strong>i a livello generale e particolare. Inoltre, molti studi stanno<br />

scoprendo che i benefici della prevenzione situazionale del crim<strong>in</strong>e si diffondono <strong>in</strong><br />

una maniera tale per cui non c’è soltanto una riduzione nei crim<strong>in</strong>i presi di mira da tali<br />

misure, ma anche dei crim<strong>in</strong>i supposti al di fuori della portata di queste (Clarke e<br />

Weisburd, 1994). Ad esempio, quando le telecamere del CCTV vennero <strong>in</strong>stallate sul<br />

tetto di tre bus di una città, il vandalismo si ridusse non solo all’<strong>in</strong>terno di questi bus,<br />

ma anche <strong>in</strong>terno di tutti gli altri mezzi della compagnia. (Poyner, 1988). In un altro<br />

esempio, col miglioramento della luce stradale <strong>in</strong> una zona residenziale venne ridotta<br />

non solo la crim<strong>in</strong>alità della zona, ma anche quella nelle zone adiacenti. (Pa<strong>in</strong>ter and<br />

Farr<strong>in</strong>gton, 1997). Sembra che i crim<strong>in</strong>ali rispondano alla riduzione delle opportunità<br />

<strong>in</strong> diversi modi, a volte spostando altrove la loro attenzione, ma più spesso riducendo i<br />

loro crim<strong>in</strong>i, come risultato di un reale o percepito aumento dei rischi o delle difficoltà<br />

implicate. Come risultato di questi sviluppi, la prevenzione situazionale si è<br />

guadagnata un posto nelle politiche di controllo del crim<strong>in</strong>e <strong>in</strong> diversi Paesi, ma è<br />

tuttora guardata con scarso entusiasmo dalla maggior parte dei crim<strong>in</strong>ologi. Alcuni di<br />

loro cont<strong>in</strong>uano a metterne <strong>in</strong> discussione l’efficacia 2 , ma la maggior parte tende a<br />

concentrarsi sulle sue supposte conseguenze sociali dannose per la società, e sul fatto<br />

che i valori e le politiche ad essa connessa siano troppo “conservatori” (O’ Malley,<br />

1997); O’ Malley e Sutton , 1997; Crawford, 1998; Huges, 1998). Questo documento<br />

mette a fuoco queste critiche più recenti.<br />

Si sostiene che le conseguenze dannose della prevenzione situazionale possano spesso<br />

essere anticipate e, con cautela, evitate o limitate. Riguardo alla critica sui valori, si<br />

sostiene che questa rifletta le preferenze della maggior parte dei crim<strong>in</strong>ologi per le<br />

riforme sociali piuttosto che per la riduzione delle opportunità; essi hanno bisogno di<br />

essere persuasi che, comunque, tale riduzione di opportunità merita tutta la loro<br />

attenzione.<br />

CONSEGUENZE CONSEGUENZE SOCIALI SOCIALI DANNOSE<br />

DANNOSE<br />

I danni potenziali della prevenzione situazionale sono difficilmente analizzabili nello<br />

spazio limitato di questo articolo. Le ragioni sono molteplici:<br />

1) La prevenzione situazonale è un term<strong>in</strong>e, ormai polisenso. In particolare, ha<br />

attualmente sia un significato ampio che uno più ristretto. Nel suo significato ampio,<br />

comprende ogni tentativo di manipolare l’ambiente per ridurre le opportunità di reato.<br />

Nella seconda accezione più ristretta , si riferisce ad uno specifico approccio di<br />

2 Nonostante questi dati positivi, importanti questioni riguardante l’efficacia del “situational crime”<br />

rimangono senza risposta. Ad esempio, poco è stato scritto riguardo alle difficoltà di implementazione e<br />

riguardo al perché alcune misure non funzion<strong>in</strong>o. Non si sa molto riguardo a quanto tempo le misure<br />

mantengano la loro efficacia prima che i crim<strong>in</strong>ali trov<strong>in</strong>o il modo per aggirarle.. <strong>in</strong>oltre, non è chiaro come<br />

la prevenzione situazionale può essere usata per ridurre alcune importanti categorie di reato come le<br />

aggressioni sessuali, gli “hate crimes” la crim<strong>in</strong>alità organizzata e corporativa. Più importante, non è ancora<br />

chiaro se l’elim<strong>in</strong>azione pezzo a pezzo di specifiche tipologie di opportunità di reato possono avere un forte<br />

impatto concreto di tutti i livelli di crim<strong>in</strong>alità nella società, e questo sarebbe sufficiente per giustificare un<br />

maggior <strong>in</strong>vestimento del governo <strong>in</strong> queste politiche.<br />

2


“problem solv<strong>in</strong>g”(risoluzione di problemi), sviluppato dai crim<strong>in</strong>ologi, che è il soggetto<br />

di un’ampia letteratura tecnica e teoretica. (Clarke, 1995; 1997). Questo capitolo si<br />

centra appunto su questa def<strong>in</strong>izione ristretta, mentre molti altri capitoli di questo<br />

libro trattano di prevenzione situazionale nel suo significato esteso. Come verrà<br />

spiegato dopo, la def<strong>in</strong>izione ristretta <strong>in</strong>corpora molte più garanzie etiche.<br />

2) Anche nella def<strong>in</strong>izione ristretta, la prevenzione situazionale <strong>in</strong>corpora molte<br />

tecniche differenti per la riduzione di opportunità. Nell’ultima classificazione, 16 di<br />

queste tecniche sono state identificate sotto quattro denom<strong>in</strong>azioni generali: di<br />

<strong>in</strong>cremento delle difficoltà del crim<strong>in</strong>e, <strong>in</strong>cremento del rischio, riduzione della<br />

ricompensa e rimozione di giustificazioni (vedi tab 1). Ciascuna di queste tecniche ha<br />

vari <strong>in</strong>convenienti potenziali. Ad esempio, l’“access control” (controllo d’accesso) , una<br />

tecnica per <strong>in</strong>crementare le difficoltà del reato, ha molti più “exclusionary costs”<br />

rispetto al “target harden<strong>in</strong>g” (rendere gli obbiettivi meno vulnerabili), un’altra tecnica<br />

simile. Inoltre, un’ applicazione specifica di una tecnica particolare può essere più<br />

problematica rispetto ad altre. Ad esempio, il miglioramento dell’illum<strong>in</strong>azione e il<br />

“neighbourhood watch” (vigilanza di quartiere) sono entrambi mezzi per migliorare la<br />

naturale sorveglianza, (uno dei modi per rendere più rischioso il crim<strong>in</strong>e), ma l’ultimo<br />

comporta più rischi etici, <strong>in</strong> quanto <strong>in</strong>coraggia l’eccesso di vigilanza.<br />

3) Sia le agenzie pubbliche che quelle private <strong>in</strong>vestono <strong>in</strong> progetti di prevenzione<br />

situazionale. I progetti <strong>in</strong>trapresi dalle agenzie private possono avere più conseguenze<br />

dannose rispetto a quelli <strong>in</strong>trapresi dal governo, <strong>in</strong> quanto questi ultimi devono tenere<br />

conto di una serie più ampia di <strong>in</strong>teressi.<br />

4) Il danno può essere considerato da una prospettiva <strong>in</strong>dividuale o comunitaria, così<br />

come dalla prospettiva della società nel suo complesso. In relazione all’approccio<br />

adottato, muterà anche la stima dei danni 3 .<br />

5) Inoltre, sembra che <strong>in</strong> generale la classificazione delle possibili conseguenze<br />

dannose non venga accolta nelle politiche contro la crim<strong>in</strong>alità come guida nella<br />

discussione dell’etica della prevenzione al crim<strong>in</strong>e. Felson e Clarke (1997) hanno<br />

suggerito che questi tre pr<strong>in</strong>cipi generali, derivanti dagli standard etici della<br />

democrazia liberale, potrebbero giudare le politiche di prevenzione al crim<strong>in</strong>e: si<br />

potrebbe <strong>in</strong>dividuare una prevenzione del crim<strong>in</strong>e eguale <strong>in</strong> tutti gli strati sociali,<br />

questo dimostrerebbe rispetto per i diritti <strong>in</strong>dividuali, distribuirebbe la responsabilità<br />

della prevenzione a tutti i settori della società. Comunque, è troppo presto per capire<br />

se questi pr<strong>in</strong>cipi verranno accettati come uno schema adeguato per discutere le<br />

questioni etiche sollevate dalla prevenzione situazionale. Mentre essi alimentano il<br />

dibattito a valle, non governano la sua struttura. Piuttosto, il dibattito è focalizzato su<br />

alcune rivendicazioni specifiche riguardo le conseguenze dannose della prevenzione<br />

situazionale. In ogni caso, si comprende che i metodi per evitare i danni possono<br />

essere <strong>in</strong>dividuati, e che le critiche spesso non tengono conto dei benefici<br />

compensativi che la prevenzione situazionale può apportare<br />

1. 1. Il Il “displacement” “displacement” (spostamento) (spostamento) che che risulta risulta dalla dalla prevenzione prevenzione situazionale situazionale può<br />

può<br />

portare portare a a a peg peggiorare peg giorare la la la situazione situazione crim<strong>in</strong>ale crim<strong>in</strong>ale. crim<strong>in</strong>ale<br />

Questa preposizione non si riferisce solo alla critica, oltretutto errata, che sostiene che<br />

la prevenzione situazionale ottiene scarsi benefici netti come risultato di un effetto di<br />

spostamento. Piuttosto, si riferisce anche al fatto che lo spostamento porta con sé<br />

3 Come notato da Joanna Shapland nel suo commento ad una conferenza di Cambridge, questo documento<br />

adotta una prospettiva “top down, government”<br />

3


qualche volta un’escalation di danni, per cui crim<strong>in</strong>i più seri rimpiazzano tipologie<br />

meno dannose 4 . Ad esempio, quando i distributori automatici di biglietti della<br />

metropolitana NYC (New York City) vennero resi più difficile da attaccare, alcuni ladri li<br />

assaltarono versando benz<strong>in</strong>a sulla soglia delle porte, e m<strong>in</strong>acciando di dargli fuoco<br />

(Dwyer, 1991). Le autorità preposte al controllo della metropolitana hanno <strong>in</strong>stallato<br />

rapidamente degli est<strong>in</strong>tori nei distributori, per resp<strong>in</strong>gere questa m<strong>in</strong>accia.<br />

In realtà, l’idea dell’escalation non sembra potersi applicare a molte forme di<br />

crim<strong>in</strong>alità. Ad esempio, sembra improbabile che se il taccheggio occasionale<br />

diventasse più difficoltoso, coloro ai quali venisse negata questa opportunità si<br />

sentirebbero costretti a trovare altri modi per procurarsi dei beni – come strappare le<br />

sporte dalle mani dei pensionati. Con tutto ciò, nell’implementazione della<br />

prevenzione situazionale bisogna porre attenzione al fatto che l’escalation dei danni<br />

potrebbe divenire una realtà (come nel caso degli assalti con la benz<strong>in</strong>a alle cab<strong>in</strong>e<br />

della metropolitana). Questo argomento merita un approfondimento da parte della<br />

metodologia di ricerca, e richiede una valutazione degli esiti successivi alla<br />

realizzazione delle misure di riduzione alle opportunità. Un’altra <strong>versione</strong> dell’ipotesi<br />

dell’<strong>in</strong>cremento del danno è che la prevenzione situazionale possa provocare uno<br />

spostamento dei crim<strong>in</strong>i dalle classi agiate verso quelle povere. Qu<strong>in</strong>di l’antifurto<br />

dell’uomo di classe agiata sposterebbe i furti nella casa del suo vic<strong>in</strong>o più povero. La<br />

possibilità di questo tipo di “displacement” dovrebbe essere considerata ogni volta che<br />

il governo conduce campagne pubblicitarie che sollecitano le persone a difendere la<br />

loro proprietà. In realtà, ci sono pochi esempi documentati dei crim<strong>in</strong>i che si spostano<br />

dai ricchi verso i poveri benché, per un certo periodo, gli antifurto d’auto abbiano<br />

comportato questo rischio. Questi congegni sono costosi e non vale la pena di <strong>in</strong>serirli<br />

nella gran parte delle auto. Essi necessitano <strong>in</strong>oltre di un ricevitore da <strong>in</strong>stallare sulle<br />

auto della polizia, il quale riceve un segnale dai veicoli rubati. Come risultato,<br />

l’attenzione della polizia dovrebbe essere concentrata sulle auto rubate dotate di<br />

antifurto, a spese delle auto che non ne sono munite. Di conseguenza, molti comuni <strong>in</strong><br />

America mettono attualmente una v<strong>in</strong>colo alla cooperazione della polizia, per cui sulle<br />

macch<strong>in</strong>e dotate di antifurto non devono esserci adesivi che avvis<strong>in</strong>o di questa<br />

condizione.<br />

I ladri, qu<strong>in</strong>di, non sanno quali auto siano dotate del dispositivo e quali <strong>in</strong>vece ne siano<br />

sprovviste, la qual cosa produce un più generale effetto deterrente. Effettivamente, una<br />

recente valutazione econometrica sull’uso di questi dispositivi nel Nord-Est America<br />

suggerisce che essi hanno portato ad un abbattimento complessivo del numero dei<br />

furti d’auto all’<strong>in</strong>terno dei comuni esam<strong>in</strong>ati (Ayres e Levitt, 1998). Qu<strong>in</strong>di, i proprietari<br />

di auto più economiche hanno ottenuto dei benefici “free rider” grazie agli sforzi<br />

preventivi dei proprietari più ricchi. Felson e Clarke (1997) hanno spiegato che benefici<br />

simili possono essere diffusi nelle comunità povere come risultato di una maggior<br />

prevenzione effettiva all’<strong>in</strong>terno dei quartieri alti.<br />

2. 2. La La prevenzione prevenzione situazionale situazionale r<strong>in</strong>forza r<strong>in</strong>forza una una società società fortezza fortezza rigida rigida e e <strong>in</strong>curante, <strong>in</strong>curante, dove dove le<br />

le<br />

comunità comunità chiuse chiuse ne ne rapprese rappresentano rapprese ntano la la manifestazione manifestazione più recente. recente.<br />

Come abbiamo detto prima, la prevenzione situazionale, specie nelle sue varietà di<br />

target harden<strong>in</strong>g, preoccupa <strong>in</strong> quanto collegata all’idea di una “società fortezza”, nella<br />

4 È egualmente vero, come hanno sostenuto Barr e Pease (1990), che anche se il displacement fosse totale –<br />

nel senso che si verifica molto equamente, attraverso i diversi crim<strong>in</strong>i, sia prima che dopo l’implemento delle<br />

misure- ciò potrebbe portare un netto beneficio per la società. I nuovi crim<strong>in</strong>i sarebbero meno seri dei<br />

precedenti ( possiamo def<strong>in</strong>ire questo come “de-escalation”) e i crim<strong>in</strong>i possono essere deviati dal colpire<br />

sempre le stesse vittime, e sarebbero distribuiti più equamente tra i membri di una particolare comunità.<br />

4


quale cittad<strong>in</strong>i terrorizzati dal crim<strong>in</strong>e si chiudono nelle loro case, evitano i loro vic<strong>in</strong>i,<br />

ed escono solo per lavorare o sbrigare attività urgenti. Il risultato, si teme, sarebbe una<br />

crescente alienazione della popolazione e la graduale distruzione della vita di<br />

comunità. In realtà, molte delle pratiche preventive hanno esattamente l’obiettivo<br />

opposto, cioè quello del rafforzamento dei legami comunitari e del controllo sociale,<br />

che fanno si che le persone controll<strong>in</strong>o il proprio vic<strong>in</strong>ato. Essenzialmente, questo è il<br />

proposito del “defensible space” (spazio difendibile), proposto da Oscar Newman<br />

(1972) per la situazione degli alloggi popolari nei primi anni ’70. Comunque, le critiche<br />

si sono susseguite nel corso degli anni <strong>in</strong> forme diverse. Attualmente ci si concentra<br />

sulla “gated community” (comunità chiusa), dove l’accesso è permesso solo a coloro<br />

che vi risiedono, nella conv<strong>in</strong>zione che molta della crim<strong>in</strong>alità sia causata da<br />

del<strong>in</strong>quenti che si aggirano nel quartiere, cercando opportunità per compiere reati.<br />

L’accesso viene protetto grazie a conf<strong>in</strong>i murati o rec<strong>in</strong>tati, grazie a cancelli e barriere.<br />

In molti casi, i residenti di queste comunità cercano protezione dal crim<strong>in</strong>e, ma<br />

sperano anche di evitare traffico, rifiuti e altre <strong>in</strong>civiltà della vita moderna. Il numero di<br />

queste comunità è cresciuto rapidamente nell’America degli ultimi qu<strong>in</strong>dici anni. Una<br />

stima recente attesta che il numero di famiglie che attualmente vivono <strong>in</strong> queste “gated<br />

communities” sono circa 2,5 milioni ( Blakely e Snyder, 1998)<br />

Non è chiaro, tuttavia, se le considerazioni etiche che riguardano le comunità chiuse<br />

siano più problematiche di quelle relative della restrizione d’accesso nei condom<strong>in</strong>i,<br />

molti dei quali alloggiano altrettanti residenti. Non è chiaro neppure come queste<br />

considerazioni differiscano da quelle che concernono le residenze di campagna c<strong>in</strong>tate<br />

che appartengono alle classi benestanti. Alcune delle critiche riguardo alle “gated<br />

communities” dichiarano che queste sono riservate alle sole classi agiate. In realtà,<br />

molte di queste zone residenziali costruite recentemente negli USA, forse la maggior<br />

parte, sono state realizzate per residenti di ceto medio( Blakely e Snyder, 1998). Ci<br />

sono forme analoghe di “gate communities” anche nelle parti più povere della città,<br />

dove i residenti hanno richiesto l’<strong>in</strong>stallazione di barriere stradali per tenere fuori dai<br />

quartieri spacciatori di droga e crim<strong>in</strong>ali. In America alcuni alloggi popolari del centro<br />

storico sono stati <strong>in</strong> effetti trasformati <strong>in</strong> comunità chiuse. È stato fatto uno studio<br />

poco accurato nel quale ci si chiedeva se le comunità chiuse proteggano realmente le<br />

classi medio-alte dalla crim<strong>in</strong>alità. L’ideale sarebbe fare questo studio di una comunità<br />

situata <strong>in</strong> una zona con un alto tasso di crim<strong>in</strong>alità e dove la sicurezza sia assoluta.<br />

Invece, la maggior parte delle nuove comunità chiuse non soddisfano queste<br />

condizioni. Queste sono state costruite <strong>in</strong> sobborghi periferici, dove la crim<strong>in</strong>alità è<br />

ancora piuttosto contenuta. Innanzitutto, laddove vengono <strong>in</strong>stallati cancelli, molti ci<br />

r<strong>in</strong>unciano presto a causa della spesa che essi comportano. D’altra parte, diversi studi<br />

sui quartieri poveri hanno dimostrato che i blocchi stradali riescono effettivamente a<br />

ridurre la crim<strong>in</strong>alità. Ad esempio, la ricerca di Matthew (1986) nei sobborghi lond<strong>in</strong>esi<br />

ha mostrato che i blocchi stradali sono stati una componente importante dell’esito<br />

positivo che ha avuto la lotta alla prostituzione da strada. Lasley (1998) ha<br />

recentemente dimostrato che i blocchi stradali <strong>in</strong>stallati <strong>in</strong> un’area impoverita di Los<br />

Angeles hanno ridotto diversi crim<strong>in</strong>i, tra cui omicidi causati da sparatorie tra gang<br />

effettuate da auto <strong>in</strong> corsa. Spesso risulta che la verità riguardo alle comunità chiuse<br />

risulta più complessa di quella descritta dai critici. Le comunità chiuse non sono fatte<br />

solamente per le classi benestanti, e non sono totalmente al di fuori della portata di<br />

quelle povere. Esse non consistono solamente.<br />

<strong>in</strong> quartieri circondati da mura con <strong>in</strong>gressi sorvegliati. I blocchi all’<strong>in</strong>gresso sono più<br />

spesso simbolici che reali, e rappresentano un disturbo piuttosto che uno<br />

sbarramento. Se il loro sviluppo è stato m<strong>in</strong>imamente <strong>in</strong>coraggiato all’<strong>in</strong>terno della<br />

prevenzione situazionale, questo è avvenuto nei quartieri poveri piuttosto che <strong>in</strong> quelli<br />

5


icchi. Sta di fatto è che è proprio <strong>in</strong> quelli poveri che i benefici sono più evidenti e<br />

diretti. Essi possono r<strong>in</strong>forzare i legami comunitari, piuttosto che <strong>in</strong>debolirli, e<br />

potrebbero aumentare i controlli <strong>in</strong>formali piuttosto che impedirli. Siccome aiutano<br />

anche a dim<strong>in</strong>uire la paura, possono ridurre il bisogno di ricorrere al altre forme più<br />

pericolose di autodifesa, come l’acquisto di armi. In ogni valutazione etica riguardo<br />

alle comunità chiuse, comunque, questi ed altri possibili benefici necessitano di essere<br />

valutati <strong>in</strong>sieme ai possibili danni che derivano dalla limitazione dell’accesso pubblico<br />

e della libertà di movimento (vedi von Hirsch e Shear<strong>in</strong>g, 2000).<br />

3. 3. L’utilizzo L’utilizzo della della prevenzione prevenzione situazionale situazionale porta porta all’esclusione all’esclusione dei dei cosiddetti<br />

cosiddetti<br />

(<strong>in</strong>desiderabili) (<strong>in</strong>desiderabili) “udesirables”<br />

“udesirables” “udesirables”<br />

“udesirables” ( ( vagabondi, vagabondi, senzatetto, senzatetto, m<strong>in</strong>oranze m<strong>in</strong>oranze e e giovani giovani disoccupati)<br />

disoccupati)<br />

da da luoghi luoghi pubblici pubblici come come centri centri commerciali, commerciali, parchi parchi e e locali locali di di pubblico pubblico spettacolo.<br />

spettacolo.<br />

L’uso della tecnologia o della polizia e delle guardie di sicurezza per il controllo<br />

d’accesso comporta sempre un pericolo di esclusione, pers<strong>in</strong>o quando l’esclusione è<br />

resp<strong>in</strong>ta come obiettivo. In realtà, questo pericolo è più basso nei progetti di<br />

prevenzione situazionale rispetto a forme più recenti di difesa. Ciò accade perché la<br />

prevenzione situazionale ( <strong>in</strong>tesa nel suo significato più ristretto, come <strong>in</strong> questo<br />

documento) cerca di utilizzare il control access <strong>in</strong> un modo più attentamente mirato.<br />

Piuttosto che essere usato per limitare l’<strong>in</strong>gresso alle strutture pubbliche come centri<br />

commerciali o quartieri centrali, è utilizzato per tener lontane da strutture private,<br />

come blocchi di uffici o di fabbriche, quelle persone che non hanno nulla a che fare<br />

con le attività che vi si svolgono. Queste misure tenderebbero a non concentrarsi su di<br />

uno specifico gruppo di”undesirables”, <strong>in</strong> quanto la prevenzione situazionale presume<br />

che qualsiasi estraneo può sfruttare opportunità per compiere reati <strong>in</strong> queste strutture.<br />

Laddove il proposito è quello di escludere i “disturbatori” dagli spazi pubblici e semipubblici<br />

come i quartieri centrali e i centri commerciali è probabilmente meglio servirsi<br />

di presidi di “mantenimento dell’ord<strong>in</strong>e” <strong>in</strong>trapresi dalle forze di pubblica sicurezza o<br />

dalle compagnie di sicurezza private. Anche se queste forme di presidio potrebbero<br />

essere <strong>in</strong>terpretate come prevenzione situazionale, non è il caso della def<strong>in</strong>izione<br />

ristretta che stiamo utilizzando <strong>in</strong> questo documento.<br />

La “deflect<strong>in</strong>g offenders” (sviare gli autori), un’altra delle tecniche di prevenzione<br />

situazionale presenti nella tabella 1, porta anch’essa con sé un potenziale di<br />

esclusione, poiché il suo proposito è quello di distogliere i potenziali crim<strong>in</strong>ali dai<br />

possibili obiettivi. Ad esempio, la co<strong>in</strong>cidenza del passaggio degli ultimi bus con<br />

l’orario di chiusura dei pubs, un caso di deflect<strong>in</strong>g offenders, è pensata per allontanare<br />

i bevitori notturni dalla città prima che si mettano <strong>in</strong> brutte situazioni. Un altro<br />

esempio potrebbe essere la chiusura di scorciatoie e vicoli vic<strong>in</strong>o alle scuole, per<br />

impedire agli studenti di vandalizzare automobili o di rubare oggetti nei giard<strong>in</strong>i sul<br />

retro nel tragitto verso e dalle scuole. Questi esempi mostrano che le tecniche di<br />

prevenzione situazionale sono disegnate <strong>in</strong> relazione a problemi e scenari specifici ed<br />

è improbabile che implich<strong>in</strong>o un tentativo di esclusione degli “undesirables”.<br />

4. 4. La La sorveglianza sorveglianza sorveglianza CCTV CCTV dello dello spazio spazio spazio ppubblico,<br />

p ubblico, le le ““““speed speed speed speed cameras” cameras” cameras” cameras” e e i i dispositivi dispositivi di<br />

di<br />

identificazione identificazione di di chiamate chiamate “<br />

“ “caller caller caller----ID” caller ID” ID” ID” sono sono solo solo tre tre recenti recenti esempi esempi di di m<strong>in</strong>accia m<strong>in</strong>accia alla<br />

alla<br />

libertà libertà dei dei cittad<strong>in</strong>i cittad<strong>in</strong>i apportate apportate da da diverse diverse misure misure di di prevenzione prevenzione situazionale<br />

situazionale<br />

Alcune nuove tecnologie usate nell’applicazione della legge e nella prevenzione del<br />

crim<strong>in</strong>e costituiscono potenziali m<strong>in</strong>acce alla libertà dei cittad<strong>in</strong>i. La sorveglianza CCTV<br />

ripresenta la paura di essere spiati ovunque andiamo, <strong>in</strong> tutte le nostre attività<br />

quotidiane. Le speed cameras forniscono alle autorità <strong>in</strong>formazioni riguardo a tempi e<br />

luoghi <strong>in</strong> cui ci muoviamo <strong>in</strong> automobile. I dispositivi di identificazione di chiamate<br />

possono annullare il nostro anonimato tramite richieste di <strong>in</strong>formazioni telefoniche<br />

6


casuali o possono <strong>in</strong>dividuare il luogo da cui chiamiamo anche se lo volessimo<br />

mantenere riservato. Queste m<strong>in</strong>acce vanno vagliate, sottoposte a valutazioni critiche e<br />

i progetti resp<strong>in</strong>ti se costituiscono una m<strong>in</strong>accia alla libertà. Sfortunatamente, nel loro<br />

zelo di essere i difensori della libertà, i critici della nuova tecnologia non riescono<br />

spesso a rispondere alle domande che riguardano la realtà di questa m<strong>in</strong>accia e la<br />

possibilità di evitarla (o, all'opposto, mettono al bando la tecnologia). Se alcune<br />

violazioni della libertà sembrano <strong>in</strong>evitabili, essi si dimenticano spesso che questi costi<br />

sono controbilanciati dai benefici della riduzione del crim<strong>in</strong>e. In realtà, gli ideali di<br />

libertà e il sospetto per la tecnologia si comb<strong>in</strong>ano e rendono improbabile il fatto che<br />

la prevenzione situazionale porterà a una significativa violazione delle libertà<br />

<strong>in</strong>dividuali. Piuttosto, il pericolo è che tecnologie valide non vengano utilizzate, o che<br />

la loro <strong>in</strong>troduzione venga ritardata, a causa di irrealistici timori per i loro effetti.<br />

Riguardo a ciò, possiamo citare numerosi esempi:<br />

Le nuove tecnologiche che rendono possibile solo al proprietario di sparare con la<br />

propria pistola, vengono osteggiate dalla lobby americana delle armi.<br />

⎯ Le città americane si oppongono all’<strong>in</strong>troduzione del CCTV nei centri cittad<strong>in</strong>i<br />

e <strong>in</strong> altri luoghi pubblici, nonostante i positivi effetti di prevenzione<br />

riscontrati <strong>in</strong> Inghilterra e altrove ( Brown, 1996; Pa<strong>in</strong>ter e Tilley, 1999). I<br />

timori sulle CCTV sono alimentati dalle storie sull’uso <strong>in</strong>appropriato delle<br />

telecamere da parte degli agenti di sicurezza, che si <strong>in</strong>tratterrebbero<br />

guardando le passanti e venderebbero <strong>in</strong>opportunamente i filmati. Meno<br />

frequentemente questi racconti considerano le limitazioni comunemente<br />

riconosciute dall’impiego del CCTV o i modi <strong>in</strong> cui gli operatori supervisori e<br />

la protezione delle videoregistrazioni riducono il pericolo di utilizzi<br />

<strong>in</strong>appropriati. (per ulteriori questioni sulla possibile tutela dell’uso del CCTV,<br />

vedi von Hirsch, 2000 ).<br />

⎯ Il senato dello stato del New Jersey ha vietato le “speed cameras” <strong>in</strong> quanto<br />

queste avrebbero portato ad una vigilanza <strong>in</strong>formale o all’aumento dei costi<br />

di assicurazione (risultanti dall’accumulo sulle patenti di guida di “punti” per<br />

la velocità).<br />

⎯ Nonostante il valido apporto per quanto riguarda le telefonate oscene o<br />

moleste, l’<strong>in</strong>troduzione di dispositivi di identificazione di chiamate <strong>in</strong> molti<br />

stati americani è stato accompagnato dalla richiesta che gli utenti potessero<br />

bloccare selettivamente il proprio numero nel dispositivo di identificazione di<br />

chiamate. Ciò riconosce la privacy degli utenti che <strong>in</strong>viano la telefonata– che è<br />

stata resa possibile solo grazie allo sviluppo dei central<strong>in</strong>i telefonici – spese<br />

di coloro che la ricevono.<br />

I processi democratici che producono questi esiti possono, col tempo, capovolgerli. Le<br />

discussioni aperte riguardo ai pericolo della tecnologia preventiva possono condurre<br />

ad un consenso più ampio. In molti casi, tali discussioni possono anche apportare delle<br />

modifiche alla tecnologia che ne dim<strong>in</strong>uiscano i pericoli senza impedirne l’efficacia. Ad<br />

esempio, grazie alle ultime tendenze tecnologiche, gli apparecchi di Caller-ID sono<br />

stati ora costruiti per rifiutare tutte le chiamate dei numeri bloccati. Ciò riprist<strong>in</strong>a molti<br />

benefici preventivi e dà più privacy a coloro che sono chiamati. Come ultimo esempio,<br />

sembra probabile che, come risultato di un’ampia discussione pubblica sul controllo<br />

delle armi, gli Stati Uniti accetteranno presto significative restrizioni del numero e delle<br />

tipologie di armi che possono essere acquistate dai privati.<br />

7


5. 5. La La La preven prevenzione preven zione situazionale situazionale porta porta ad ad un’eccessiva un’eccessiva regolamentazione della della società società e<br />

e<br />

raggiunge raggiunge i i suoi suoi obiettivi obiettivi pretendendo pretendendo un un assoggettamento assoggettamento delle delle persone persone alla alla legge,<br />

legge,<br />

facendogli facendogli sopportare sopportare precauzioni precauzioni fastidiose fastidiose e e <strong>in</strong>opportune.<br />

<strong>in</strong>opportune.<br />

Molte misure di prevenzione situazionale sono estremamente discrete, altre possono<br />

pers<strong>in</strong>o migliorare la qualità della vita. La maggior parte delle persone sono ignare del<br />

sistema di bloccaggio di volante e pedali delle loro auto, mentre l’idea di “defensible<br />

space” (spazio difendibile) ha aiutato ad elim<strong>in</strong>are dall’edilizia pubblica i palazzi a<br />

torre. In molti casi, comunque, la prevenzione situazionale provoca eccessiva<br />

regolamentazione e disagio. Può certamente risultare fastidioso sottoporsi ai controlli<br />

di sicurezza, ora necessari, ad esempio quelli impiegati negli aeroporti. È fastidioso<br />

anche l’uso del PIN per le carte di credito, il doverlo ricordare e fare attenzione a<br />

tenere segrete le cifre. Ed è anche particolarmente seccante che i costi pagati da tutti<br />

siano adeguati per combattere la condotta crim<strong>in</strong>ale di una m<strong>in</strong>oranza. D’altra parte, il<br />

controllo dei bagagli ed altre misure <strong>in</strong>trodotte negli anni ’70 hanno reso molto rari gli<br />

ordigni esplosivi portati dai terroristi all’<strong>in</strong>terno degli aeroporti ed hanno evitato molti<br />

dirottamenti. Similmente, senza i PIN, le carte di credito diventerebbero presto<br />

<strong>in</strong>utilizzabili e si perderebbero vantaggi quali il portarsi appresso meno contanti e<br />

l’avere disponibilità di denaro <strong>in</strong> ogni momento del giorno e della notte. Le persone<br />

generalmente ammettono di aver bisogno della sicurezza, ma <strong>in</strong> alcuni casi sono<br />

soggette ad <strong>in</strong>convenienti e fastidi senza vantaggi compensativi. Gli antifurti delle auto<br />

altrui che suonano durante la notte ne sono un esempio. Nessuno dovrebbe essere<br />

esposto a questi tipi di costi (vedi Duff e Marshall, 2000 ). In effetti, gli antifurti sono<br />

stati vietati <strong>in</strong> alcune città e sono stati rimpiazzati da allarmi che svegliano solo il<br />

proprietario dal veicolo. Un altro esempio di disturbo <strong>in</strong>giustificato è dato dalle<br />

procedure per la prevenzione di frodi imposte ai cittad<strong>in</strong>i dalle compagnie di<br />

assicurazione o dalle burocrazie governative che riscuotono tasse e ridistribuiscono<br />

benefici. Nel mondo del commercio la competizione aiuterà a garantire che le<br />

precauzioni fastidiose e <strong>in</strong>utili vengano presto elim<strong>in</strong>ate. Nelle società a partecipazione<br />

pubblica o nelle imprese pubbliche estranee alla concorrenza, esistono altri modi per<br />

apportare cambiamenti nei regolamenti e nelle istanze seccanti, come le elezioni di<br />

rappresentanza, la stampa, le l<strong>in</strong>ee di protesta, i funzionari contro i soprusi del potere<br />

esecutivo e altri progetti tipici di uno stato democratico. Il processo di cambiamento<br />

può essere lungo, ma il problema dei blocchi e dei ritardi burocratici non esiste<br />

unicamente per la prevenzione del crim<strong>in</strong>e. Alla peggio, un prezzo più alto verrà<br />

pagato per la sicurezza, per un tempo più lungo di quanto richiesto, ma non c’è<br />

ragione per essere gravati per sempre dall’eccessiva regolamentazione.<br />

6. La La prevenzione situazionale promuove il il “victim “victim bl blam<strong>in</strong>g” bl am<strong>in</strong>g” (rimprovero (rimprovero della della vittima)<br />

vittima)<br />

E’ <strong>in</strong>sostenibile criticare le donne violentate che <strong>in</strong>dossano m<strong>in</strong>igonne o hanno una<br />

condotta “sessualmente provocante”. In ogni caso, è doveroso dare alle persone<br />

<strong>in</strong>formazioni riguardo ai comportamenti che li mettono a rischio di subire crim<strong>in</strong>i. Da<br />

cui la popolarità delle guide per mettere <strong>in</strong> pratica una buona prevenzione del crim<strong>in</strong>e.<br />

Ad esempio, i turisti spesso domandano se è sicuro l’utilizzo di taxi locali o il<br />

camm<strong>in</strong>are per le strade di notte. È anche utile per i proprietari di auto sapere, come<br />

ha dimostrato la British Crime Survey, che mettere le auto nei garage piuttosto che<br />

lasciarle nei viali durante la notte, può ridurre di venti volte il rischio di reati sui veicoli<br />

(Clarke e Mayhaw, 1998). I proprietari possono dunque decidere se un rischio ridotto<br />

valga meno dello sforzo di spostare l’auto. Generalmente, se le persone decidono di<br />

correre un rischio che è <strong>in</strong>dividuato o facilmente <strong>in</strong>dividuabile, devono prendersi<br />

qualche responsabilità per le conseguenze. Quando i rischi vengono corsi con una<br />

clamorosa noncuranza riguardo alle conseguenze per gli altri, la responsabilità può<br />

8


diventare colpa, come nel caso dei negozianti che si rifiutano di cambiare alcune<br />

abitud<strong>in</strong>i – per esempio le esposizioni per <strong>in</strong>coraggiare lo stimolo ad acquistare – che<br />

essi sanno <strong>in</strong>crementare il rischio di furto. Ciò nonostante, probabilmente cont<strong>in</strong>uano<br />

ad aspettarsi che polizia e tribunali si occup<strong>in</strong>o risolutamente di tutti coloro che<br />

rubano nei negozi. Rimproverare e disprezzare questi commercianti potrebbe essere<br />

un modo per farli cambiare. Altre vittime degli affari (bus<strong>in</strong>ess victims) che meritano la<br />

loro parte di colpa sono le compagnie di assicurazione che risparmiano sulle<br />

procedure di verifica delle richieste, perché questo rende più facile per gli assicurati<br />

commettere una frode, il costo della quale può essere trasferito sulla maggiorazione<br />

dei premi. Alcuni manager dei complessi di appartamenti affittabili non si danno cura<br />

di stabilire codici di condotta e di conseguenza accrescono il rischio di crim<strong>in</strong>alità, non<br />

solo rispetto alla loro proprietà e alla loro persona ma anche su quella degli altri loro<br />

<strong>in</strong>quil<strong>in</strong>i (Clarke e Bichler-Robertson, 1998). Alcuni pub creano condizioni che<br />

provocano risse tra ubriachi, poiché non servono alcool <strong>in</strong> maniera responsabile o<br />

perché assumono buttafuori aggressivi (Homel et al.,1997 ). Molti proprietari di grandi<br />

magazz<strong>in</strong>i risparmiano denaro, ma aumentano il rischio di subire rap<strong>in</strong>e, assumendo<br />

impiegati giovani e di poca esperienza per dotare di personale i loro magazz<strong>in</strong>i<br />

durante la notte. (Hunter e Jeffrey, 1997). L’utilizzo della colpa come mezzo di<br />

prevenzione del crim<strong>in</strong>e può essere usato <strong>in</strong> modo legittimo non solamente contro<br />

queste “bus<strong>in</strong>ess victims”, ma anche contro coloro che fabbricano prodotti che<br />

favoriscono la crim<strong>in</strong>alità. Molte città degli Stati Uniti sono attualmente impegnate a far<br />

causa alle <strong>in</strong>dustrie produttrici di armi da fuoco per l’irresponsabile sovrapproduzione<br />

di pistole, che ha prodotto enormi costi per la giustizia crim<strong>in</strong>ale e la sanità. Sotto i<br />

Tories, il governo <strong>in</strong>glese ha provato a creare imbarazzo alle <strong>in</strong>dustrie di automobili<br />

per migliorare la sicurezza dei veicoli pubblicando un’ <strong>in</strong>sieme di tabelle sulle auto più<br />

rubate. (Houghton, 1992). Sotto New Labor, questo approccio è stato esteso come<br />

descritto da Pease (1998) per <strong>in</strong>cludere una gamma più vasta di prodotti che<br />

favoriscono la crim<strong>in</strong>alità.<br />

VALORI VALORI VALORI E E POLITICHE POLITICHE “CONSERVATORI”?<br />

“CONSERVATORI”?<br />

Abbiamo ragionato sul fatto che conseguenze dannose della prevenzione situazionale<br />

siano spesso sopravvalutate. Queste possono spesso essere anticipate ed evitate e,<br />

laddove non sia possibile, possono essere trovate di solito misure alternative. Questo è<br />

particolarmente il caso del modello ristretto di prevenzione situazionale qui discusso,<br />

specificatamente situato all’<strong>in</strong>terno del sistema di valori di una società liberale<br />

democratica. (Felson e Clarke, 1997; Seve, 1997). Esso è attentamente mirato a<br />

problemi specifici, e ciò facilita una valutazione dei costi e dei vantaggi dell’<strong>in</strong>tervento.<br />

Questo si accentra sulle situazioni che favoriscono la crim<strong>in</strong>alità, non sui crim<strong>in</strong>ali<br />

(<strong>in</strong>dividui). Essa <strong>in</strong>clude un ampio repertorio di vie alternative per ridurre le<br />

opportunità, il quale può essere utilizzato per m<strong>in</strong>imizzare le conseguenze dannose <strong>in</strong><br />

ogni scenario specifico. Inf<strong>in</strong>e, la sua metodologia di ricerca applicativa <strong>in</strong>clude (1) una<br />

valutazione precedente all’implementazione, riguardo a costi e danni delle misure<br />

proposte, (2) una valutazione successiva all’implementazione dei costi effettivi, e (3)<br />

una fase successiva di azione correttiva quando lo si ritiene necessario. Ciò<br />

nonostante, sembra probabile che alla prevenzione situazionale verrà dato un ruolo<br />

solo secondario nelle politiche ufficiali. Ciò accade perché c’è un’idea diffusa secondo<br />

la quale l’unico modo efficace per ridurre il crim<strong>in</strong>e nella società sarebbe quello di<br />

attaccarlo nelle sue “cause alla radice” – discrim<strong>in</strong>azione, pregiudizi, povertà familiare,<br />

disoccupazione ecc. molti crim<strong>in</strong>ologi identificano sicuramente la loro missione con il<br />

miglioramento della società attraverso lo sradicamento delle radici del crim<strong>in</strong>e. Questa<br />

meta non è sostenuta dalla tesi secondo cui l’azione crim<strong>in</strong>ale deriva dalla scelta di<br />

9


trarre dei vantaggi approfittando di opportunità. E neppure si adatta bene alla<br />

prevenzione situazionale, che dal suo punto di vista corre il pericolo di trasformare la<br />

crim<strong>in</strong>ologia <strong>in</strong> una dissertazione tecnica, più compatibile con l’<strong>in</strong>dustria della<br />

sicurezza che con un discorso accademico. Inoltre, consegnando “quick fixes” la<br />

prevenzione situazionale distoglierebbe l’attenzione della società dal cuore del<br />

problema, cioè dal bisogno di trovare rimedio alle <strong>in</strong>eguaglianze e alle discrim<strong>in</strong>azioni.<br />

La sua evidente efficacia è dunque servita poco a raccogliere un supporto per la<br />

prevenzione situazionale da un numero sostanziale di crim<strong>in</strong>ologi. Molti cont<strong>in</strong>uano a<br />

criticare il suo focus sugli aspetti situazionali dei rapporti di causa ed effetto. Altri<br />

sono dubbiosi delle sue orig<strong>in</strong>i nella “crim<strong>in</strong>ologia amm<strong>in</strong>istrativa”, che credono sia<br />

all<strong>in</strong>eata a valori e politiche conservatrici. Per questo trovano evidente che nella<br />

prevenzione situazionale ci sia una mancanza di <strong>in</strong>teresse per i crim<strong>in</strong>i contro le<br />

donne, per i crim<strong>in</strong>i dei colletti bianchi e per i “corporate crimes”. In realtà, non<br />

solamente la prevenzione situazionale, ma la crim<strong>in</strong>ologia <strong>in</strong> generale è centrata sulla<br />

crim<strong>in</strong>alità predatoria, forse per il motivo dato dai “Left Realist” – questo genere di<br />

crim<strong>in</strong>e causa difficoltà molto dirette e paura nella maggior parte delle persone<br />

comuni. Può anche risultare difficile ottenere dati riguardo alle forme meno comuni di<br />

crim<strong>in</strong>alità. Come ha notato Gill<strong>in</strong>g (1997), comunque, la questione pert<strong>in</strong>ente non è<br />

quali crim<strong>in</strong>i siano stati, ma quali crim<strong>in</strong>i possono essere il focus della prevenzione<br />

situazionale. La risposta è che tutte le forme di crim<strong>in</strong>alità sono aperte alla<br />

prevenzione situazionale poiché tutte sono dipendenti dall’opportunità.<br />

In ogni caso, ci sono poche prove sul fatto che la prevenzione situazionale si richiama<br />

ai valori conservatori. È vero, c’è un legame superficiale tra la prevenzione situazionale<br />

e il modello conservativo dello “small government” (piccolo governo), il valore del<br />

denaro, la responsabilità <strong>in</strong>dividuale e così via. Molti conservatori potrebbero anche<br />

essere d’accordo che il crim<strong>in</strong>e è una scelta, ma per loro è una scelta morale e non<br />

economica o strumentale. Di conseguenza, i conservatori hanno generalmente poca<br />

simpatia per gli scopi di riduzione delle opportunità della prevenzione situazionale.<br />

Invece essi la considerano una risposta fondamentalmente irrilevante al crim<strong>in</strong>e perché<br />

trascura il bisogno di punire o <strong>in</strong>abilitare coloro che sono responsabili dei danni<br />

causati.<br />

CONCLUSIONI<br />

CONCLUSIONI<br />

Nonostante il perfezionamento della teoria e la crescita delle testimonianze riguardo al<br />

suo successo, la prevenzione situazionale <strong>in</strong>contra ancora l’<strong>in</strong>differenza di molti<br />

crim<strong>in</strong>ologi. Ma perché dovrebbe importare questa mancanza di crim<strong>in</strong>ological<br />

constituency (circoscrizione crim<strong>in</strong>ologia) ? Dopo tutto, la prevenzione situazionale ha<br />

già ottenuto un posto nelle politiche crim<strong>in</strong>ali <strong>in</strong> Inghilterra e altrove. David Garland<br />

(1996) ha dimostrato che essa è stata ampliamente applicata come una conseguenza<br />

della delega del controllo della crim<strong>in</strong>alità alle agenzie locali e alle istituzioni private. È<br />

stata messa <strong>in</strong> pratica da un’ampia serie di agenzie pubbliche e private e ha attratto<br />

l’<strong>in</strong>teresse dell’<strong>in</strong>dustria della sicurezza e della polizia. Alcuni critici l’hanno pers<strong>in</strong>o<br />

descritta come il metodo più rapido per l’aumento del crime control nel mondo.<br />

Dunque questi fatti dimostrano che la prevenzione situazionale può prosperare senza<br />

il supporto dei crim<strong>in</strong>ologi accademici?<br />

Questa tesi ignora molti altri fatti egualmente esposti. La prevenzione situazionale e<br />

altre forme di prevenzione ambientale del crim<strong>in</strong>e hanno registrato un piccolo<br />

progresso negli Stati Uniti da quando i concetti di defensible space e crime prevention<br />

through environmental design (CPTED) erano caduti <strong>in</strong> disgrazia alla f<strong>in</strong>e degli anni<br />

’70. <strong>in</strong> Inghilterra, dove è nata la prevenzione situazionale, essa perde regolarmente<br />

d’importanza quando un nuovo gruppo politico sale al potere. Nei progetti f<strong>in</strong>anziati<br />

10


dal governo, è subord<strong>in</strong>ata ad altri approcci preventivi come le società multi – agency,<br />

le <strong>in</strong>iziative per una città più sicura, le azioni per la sicurezza comunitaria, le strategie<br />

di riduzione del crim<strong>in</strong>e e attualmente il “risk management”. La prevenzione<br />

situazionale, almeno nella sua forma ristretta descritta <strong>in</strong> questo documento, è qu<strong>in</strong>di<br />

un’impresa piuttosto debole. Senza il supporto dei crim<strong>in</strong>ologi mancheranno le basi<br />

scientifiche e di ricerca così vitali per una sua riuscita applicazione e per un suo futuro<br />

sviluppo. Egualmente importante, si avvertirà la mancanza di quel genere di attento<br />

esame filosofico ed etico che i documenti di questo volume hanno com<strong>in</strong>ciato a<br />

fornire. Senza tali sforzi , essa potrebbe facilmente degenerare <strong>in</strong> un set di tecniche<br />

applicate senza molta cautela, e perciò <strong>in</strong>crementando l’<strong>in</strong>efficienza e la<br />

desensibilizzazione , per mezzo di imprese ignare dei suoi pr<strong>in</strong>cipi giustificativi e delle<br />

sue orig<strong>in</strong>i. Questo sembra sia già successo con il “problem-oriented polic<strong>in</strong>g”, un<br />

approccio ad esse strettamente associato. Poiché così pochi ricercatori sono stati<br />

co<strong>in</strong>volti <strong>in</strong> quest’ultima applicazione della recente strategia, la maggior parte del<br />

lavoro <strong>in</strong>trapreso a suo nome è <strong>in</strong>feriore agli sforzi pionieristici <strong>in</strong> Newport News, <strong>in</strong><br />

Virg<strong>in</strong>ia (Eck e Spelman, 1998). In particolare, il “problem oriented” focus si è spesso<br />

perso nello sforzo di comb<strong>in</strong>arlo con idee poco sviluppate quali i legami di<br />

rafforzamento comunitario e il miglioramento delle relazioni tra polizia e comunità.<br />

(Clarke, 1998). La prevenzione situazionale può aver bisogno della crim<strong>in</strong>ologia, ma ci<br />

sono buoni motivi per pensare che il bisogno sia reciproco. Innanzitutto, il focus della<br />

prevenzione situazionale sull’opportunità e le variabili situazionali stanno<br />

contribuendo a migliorare le formulazioni teoriche crim<strong>in</strong>ologiche , che hanno<br />

trascurato queste importanti determ<strong>in</strong>anti del crim<strong>in</strong>e. In secondo luogo, la sua enfasi<br />

sulla specificità ha <strong>in</strong>coraggiato la ricerca sulle forme particolari di crim<strong>in</strong>alità, la qual<br />

cosa ha esteso il campo della conoscenza crim<strong>in</strong>ologia. In terzo luogo, i concetti<br />

associati alla prevenzione situazionale come il “displacement” degli “hot spots” del<br />

crim<strong>in</strong>e, la diffusione di vantaggi e la ripresa della vittimizzazione , hanno condotto a<br />

nuove direzioni di ricerca. In quarto luogo, la prevenzione situazionale ha contribuito a<br />

stimolare lo sviluppo di più recenti tecniche di ricerca come le <strong>in</strong>chieste di<br />

vittimizzazione, le verifiche ufficiali sulla crim<strong>in</strong>alità, il “crime mapp<strong>in</strong>g” e le<br />

applicazioni del “Geographical Information System” (GIS).<br />

In qu<strong>in</strong>to luogo, stabilisce un naturale legame con altre discipl<strong>in</strong>e , come l’economia e<br />

la geografia sociale, che hanno un importante contributo da dare alla crim<strong>in</strong>ologia. Per<br />

ultimo, ma più importante, la prevenzione situazionale dà alla crim<strong>in</strong>ologia un ruolo<br />

pratico e diretto nel controllo della crim<strong>in</strong>alità, la qual cosa può <strong>in</strong>teressare a un<br />

numero considerevole di studenti che vengono a contatto con la discipl<strong>in</strong>a.<br />

Correttamente formati, essi possono sperimentare <strong>in</strong>teressanti e gratificanti carriere<br />

che si occupano di problemi legati alla crim<strong>in</strong>alità, e allo stesso tempo migliorare la<br />

vita delle persone e la funzionalità di molte istituzioni sociali. Inoltre, potrebbero<br />

aiutare a fornire una possibile alternativa alla deterrenza estremamente costosa e<br />

<strong>in</strong>trusiva fornita dal sistema di giustizia crim<strong>in</strong>ale – il pezzo forte dell’attuale politica<br />

della crim<strong>in</strong>alità.<br />

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