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MORTE A PENZOLONI - QueenDido.org

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Osservandoci da questa prospettiva capovolta, forse ci vediamo per la prima<br />

volta per quello che veramente siamo.<br />

Buffo destino.<br />

«Ti prendo e ti tiro giù», in un angolo del balcone c’è una scala di alluminio,<br />

forse è servita per il trasloco ed è rimasta lì. Provvidenziale. La prendo e la<br />

incastro nella ringhiera, ci salgo sopra e protendendo le braccia riesco a toccare<br />

la Franzer.<br />

«No... muoio qui...», mi guarda ormai arresa, mentre vedo le dita delle mani<br />

allentare la pressione sulla ringhiera; credo che adesso si stia reggendo solo<br />

con le gambe, grazie ai piedi incastrati fra le sbarre di ferro.<br />

Adesso anche i Police non si sentono più: Hanna, la canzone è finita.<br />

«Ba... cia... mi...», la sua richiesta mi arriva addosso insieme al suo sangue,<br />

che insiste a cadermi in faccia, goccia dopo goccia.<br />

Mi alzo sulla punta delle scarpe e mi tendo verso di lei con tutta la forza delle<br />

gambe.<br />

Lei scivola più giù annullando così gli ultimi centimetri di distanza che io non<br />

sarei mai riuscito a colmare: per la prima volta nella vita ci veniamo incontro.<br />

Riesco a sfiorarle le labbra con le mie, sanno di sangue e sono fredde: Hanna<br />

è già morta, anche se ancora non lo sa.<br />

Peccato, la mancanza di parcheggi uccide, e questa ne è una prova evidente.<br />

«Io… io…», mi lascia nel dubbio, le dita si staccano tutte e dieci insieme, le<br />

gambe si svuotano di ogni residua forza e i piedi si rilassano districandosi<br />

dall’intreccio con le sbarre.<br />

«Hanna!», protendo le braccia, ma lei va giù a peso morto, non posso fare<br />

niente per lei, anche se mi passa così vicino che mi pare di sentire il suo ultimo,<br />

caldo respiro.<br />

Thud!<br />

Un volo senza un urlo.<br />

Un tonfo dal rumore senz’anima.<br />

Mi volto e la vedo là sotto, un grosso fantoccio seminudo sul bordo della strada,<br />

con una gamba rimasta impigliata tra le fronde di una siepe: la camicetta<br />

si è ripiegata sulla schiena e il culo è rimasto scoperto; sembra che anche da<br />

morta Hanna Franzer ci tenga ad atteggiarsi da troia…<br />

Finalmente, intanto, le luci dell’ambulanza colorano la palazzina giusta.<br />

Con un’acrobazia rientro svelto nell’appartamento di Hanna e come via di fuga<br />

scelgo la stessa strada dell’assassino.<br />

Con la scala antincendio mi porto sulla via parallela: qui è tutto tranquillo; i<br />

curiosi, l’ambulanza, la polizia, sono tutti in viale Parigi, la tomba a cielo aperto<br />

di Hanna Franzer.<br />

Arrivo senza problemi alla mia SLK e mi levo volentieri di torno.<br />

Ma schiacciando con rabbia sull’acceleratore, vedo davanti a me Hanna aggrappata<br />

alla ringhiera.<br />

A tette penzoloni.<br />

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