MORTE A PENZOLONI - QueenDido.org

Un usciere mi fa cenno di accostare.
«Può lasciarla solo cinque minuti, mi raccomando: poi mandi qualcuno a spostarla».
Mi ha scambiato per un parente dell’infartuato.
«Ma… veramente… non…».
Mentre invento qualche cazzata, che cosa vedo davanti a me?
I paramedici scaricano una lettiga con un malato intubato da tutte le parti.
Come parente, non posso chiedere di chi si tratti.
«Viale Parigi», sento dire da un barelliere all’usciere…
Benedette procedure burocratiche…!
Tutto va segnato e registrato, la catena di montaggio della sanità pubblica
non conosce pause.
Viale Parigi.
Milano è grande, ma viale Parigi non è così grande.
Quell’infartuato è Hanna Franzer…
§ 11. Il responso.
Non era ancora morta quando è caduta, o la caduta stessa l’ha bruscamente
rianimata?
La cellulite, evidentemente, risulta preziosa in questi casi.
Cuscinetti adiposi, vengono detti.
Cuscinetti…
Airbag…
Un incidente a 150 chilometri orari per Hanna Franzer, ma l’airbag è scattato
in tempo, a quanto pare.
Peccato per lei che abbia sbattuto non solo contro un muro d’asfalto, ma anche
contro due pallottole di piombo.
Ormai ci sono dentro, comunque.
Lascio l’auto dov’è, come prassi per un parente al seguito, e mi procuro di individuare
il portantino più esperto, quello dall’aria più sveglia, quello che magari
come secondo o terzo lavoro si porta via la morfina o procura troie ai
primari.
C’è anche il medico, ma di quello sbarbatello non so che farmene: ho bisogno
di una previsione rapida e affidabile.
Okay, ho deciso, è lui.
Lo affianco, mentre caricano la lettiga sul montacarichi, diretti - presumo - in
sala operatoria, il medico si è sganciato, passa da un’altra parte.
«Ehi… lei non può salire, se è un parente segua il medico…», ha parlato il
più stupido.
Allungo, da baro di poker, due biglietti da 50 al barelliere scafato e lo trattengo
giusto un paio di secondi: «Puoi dirmi come andrà a finire?».
Increspa le labbra.
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