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UNIVERSITÁ DELLA CALABRIA FACOLTÁ DI LETTERE E FILOSOFIA Verbale del Consiglio di Facoltà del 21 luglio 2011 Pag. n. 36 / 46 esperimenti di poesia ‘all’improvviso’, rivitalizzando la tradizione popolare dell’ottava rima e della poesia giocosa ed estemporanea toscana, nonché rivestendo i panni del cantastorie. Se la scelta di portare Dante fuori dalle aule, valendo come antidoto contro l’impoverimento culturale generalizzato (determinato in parte dalla marginalizzazione della formazione e delle attività umanistiche e dal prevalere di logiche di mercato 13 ), si carica pure di significato civile, anche la recente partecipazione attiva di Benigni alle manifestazioni legate al centocinquantenario dell’Unità d’Italia ha assunto un’analoga connotazione di salvaguardia dei valori nazionali e identitari: non a caso i suoi interventi in questa occasione hanno ottenuto anche il riconoscimento del Presidente della Repubblica, il quale, come noto, si è molto speso per celebrare nel modo più adeguato la ricorrenza. In tale contesto, degna di apprezzamento ci è apparsa non solo la lezione molto intensa dedicata al commento dell’Inno di Mameli, ma più in generale la lettura fornita da Benigni del fenomeno risorgimentale: senza enfasi e senza retorica, eppure con sano patriottismo, Benigni ha risposto ai tanti tentativi di revisionismo, conferendo peraltro il giusto valore al contributo determinante della letteratura al processo unitario. Come hanno mostrato in particolar modo gli studi di Alberto Mario Banti 14 , il ‘discorso nazionale’ costruito dal Risorgimento si è connotato come discorso letterario, riappropriandosi delle più dense espressioni e immagini legate al concetto di nazione che i letterati a partire proprio da Dante avevano elaborato con notevole forza simbolica ed evocativa. Dalla letteratura trae il suo maggiore alimento il processo di formazione identitaria della nascente nazione, che si autofornisce – con l’urgenza tipica di ogni stagione di rivoluzione politica e ideologica – un canone funzionale alla nuova idea di un’Italia libera, unita, laica e civile. Va da sé che il canone risorgimentale liquida la linea più classicistica della nostra tradizione letteraria, da Petrarca a Metastasio, rifiutata come vuoto formalismo, come snervata e artificiale ricerca di vacue raffinatezze espressive, e condannata in blocco come espressione della vecchia Italia clericale, aristocratica, amorale e serva. Tuttavia, nonostante la forzatura operata sulle nostre lettere, che appare con evidenza nella Storia della letteratura italiana di Francesco De Sanctis, che nel fornire il racconto fondativo della nostra identità offre una ricostruzione storica ricalcata sul tripartito schema hegeliano della bontà delle origini, della decadenza e del riscatto, si deve proprio alle generazioni di letterati e studiosi risorgimentali e post-risorgimentali la consapevolezza che la nostra coscienza nazionale ha a che fare con l’immaginario letterario e che la storia di Italia è la storia della sua letteratura. Un forte impegno civile contraddistingue questi due momenti dell’attività di Benigni che abbiamo voluto mettere in evidenza – momenti strettamente connessi, visto che l’omaggio a Dante «Padre» e «Vate», «altissimo signor del sommo canto», per dirla con le parole concitate del giovanissimo Foscolo, è anche omaggio ai valori più profondi e alti della nazione. Ma parimenti, anzi più opportunamente, si potrebbe dire che questi due momenti hanno preso corpo proprio perché l’elemento che ha accomunato la poliedrica esperienza artistica di Benigni, lasciando il segno in tutte le diverse forme culturali da lui praticate, consiste proprio nella funzione civile, politica, ed etica di cui egli ha voluto innervare la sua vocazione attoriale. Benigni infatti, fin dai suoi esordi, se da una parte (ovviamente per ragioni di appartenenza geografica) ha accolto l’eredità della cultura popolare e giocosa toscana (debitrice del Dante comico), rinnovandone il gusto per il gesto irridente, il basso-corporeo, l’osceno, dall’altra ha interpretato il comico nelle sue forme più 13 Si veda M. C. Nussbaum, Non per profitto. Perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica (2010), trad. it. il Mulino, Bologna 2011. 14 Si veda in particolare A. M. Banti, La nazione del Risorgimento. Parentela, santità e onore alle origini dell’Italia unita, Einaudi, Torino 2000.
UNIVERSITÁ DELLA CALABRIA FACOLTÁ DI LETTERE E FILOSOFIA Verbale del Consiglio di Facoltà del 21 luglio 2011 Pag. n. 37 / 46 universali e alte, senza mai chiudersi in un ristretto orizzonte municipalistico. Benigni – demolendo le separazioni tra alto e basso, tra tragedia e commedia, tra gravitas e levitas, e inserendosi lungo il solco di un’antica tradizione letteraria italiana che ha visto nella diffusa interpretazione di Aristotele una semplificazione del complesso rapporto tra teatro e vita – ha sempre concepito il comico non come puro divertissement, come svago, come rifugio dai gravi problemi del presente, ma come strumento di messa in discussione dei luoghi comuni e delle storture e delle mistificazioni del potere, propagandando i valori della solidarietà umana, della giustizia, della laicità e della democrazia”. Il Consiglio di Facoltà, sentite le motivazioni esposte dal Preside, approva all’unanimità la proposta di conferimento della Laurea Magistrale ad honorem in Filologia moderna a Roberto Benigni. La presente parte del verbale viene approvata e sottoscritta seduta stante. 1. comunicazioni; 1. Copia del decreto rettorale n. 1586 del 7 luglio 2011 relativo all'approvazione degli atti della valutazione comparativa per la copertura di n. 2 posti di ricercatore universitario nel S.S.D. L-ART/06 - Cinema, Fotografia e Televisione, dalla quale sono risultati vincitori il dott. Alessandro Canadè e il dott. Daniele Dottorini. 2. Copia del decreto rettorale n. 1522 del I luglio 2011 relativo al collocamento in congedo per motivi di studio e di ricerca del prof. Diamante Nuccio Ordine, per l'anno accademico 2011/2012, a decorrere dal I novembre 2011 e fino al 30 settembre 2012. 3. Copia del decreto rettorale n. 1521 del I luglio 2011 relativo al collocamento in congedo per motivi di studio e di ricerca della prof.ssa Antonietta Gostoli, per l'anno accademico 2011/2012, a decorrere dal I novembre 2011 e fino al 30 settembre 2012. 4. Copia del decreto rettorale n. 1534 del 4 luglio 2011 relativo alla cessazione dal ruolo dei professori universitari statali, per raggiunti limiti di età, del Prof. Mario Alcaro, a decorrere dal I novembre 2011. 5. Copia del decreto rettorale n. 1520 del I luglio 2011 relativo alla cessazione dal ruolo dei professori universitari statali, per raggiunti limiti di età, del Prof. Carlo Carbone, a decorrere dal I novembre 2011. 6. Copia del decreto rettorale n. 1341 del 14 giugno 2011 relativo alla nomina del Sig. Marco Ramundo a rappresentante degli studenti in seno al Consiglio di Facoltà di Lettere e Filosofia, in sostituzione del Sig. Battista Liserre. 7. Copia del decreto rettorale n. 1272 del 10 giugno 2011 relativo alla nomina del Sig. Leonardo Torchia a rappresentante degli studenti in seno al Consiglio di Facoltà di Lettere e Filosofia, in sostituzione della Sig.na Chiara Ferreri. 8. Copia del decreto rettorale n. 1240 del 6 giugno 2011 relativo alla nomina del Sig. Cristian Romeo a rappresentante degli studenti in seno al Consiglio di Facoltà di Lettere e Filosofia, in sostituzione del Sig. Marco Palermo. 9. Copia del decreto rettorale n. 1239 del 6 giugno 2011 relativo alla nomina del Sig. Filippo Caruso a rappresentante degli studenti in seno al Consiglio di Facoltà di Lettere e Filosofia, in sostituzione della Sig.na Sonia Mandaliti.
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