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il solaxe e la “conduite centrifuge” - Institut Agricole Régional

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Allevamento del melo:<br />

IL SOLAXE E LA<br />

“CONDUITE<br />

CENTRIFUGE”<br />

Morgan Diemoz<br />

MAFCOT


Morgan Diemoz<br />

Allevamento del melo:<br />

IL SOLAXE E LA<br />

“CONDUITE CENTRIFUGE”<br />

INSTITUT AGRICOLE RÉGIONAL<br />

2005


Premessa<br />

L’allevamento delle piante da frutto è stato finora concepito<br />

come un insieme di tecniche e di manipo<strong>la</strong>zioni del vegetale<br />

con lo scopo principale di dare all’albero una forma strutturata<br />

ben definita. In pratica <strong>la</strong> disposizione gerarchica delle<br />

branche all’interno del<strong>la</strong> chioma assumeva una tipica strutturazione<br />

conica con accentuazione del<strong>la</strong> basitonia 1 (dis. 1).<br />

Disegno 1 - Strutturazione conica con accentuazione del<strong>la</strong> basitonia:<br />

A - Fusetto; B - Spindel; C - Fusetto doppio; D - Palmetta.<br />

Gli interventi di potatura effettuati durante <strong>la</strong> formazione<br />

impongono all’albero delle regole di accrescimento, di ramificazione<br />

e di fruttificazione che spesso non considerano le<br />

sue attitudini naturali.<br />

Ne consegue che, dando <strong>la</strong> priorità al<strong>la</strong> struttura, i sistemi che<br />

ne risultano spesso ritardano l’entrata in produzione, non ne<br />

garantiscono <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rità nel corso degli anni e non permettono<br />

di avere un buon controllo sul<strong>la</strong> carica fruttifera.<br />

La ricerca di nuove forme di allevamento strutturate non<br />

sembra dunque portare dei progressi significativi per migliorare<br />

<strong>la</strong> qualità e <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rità del<strong>la</strong> fruttificazione.<br />

Per questi motivi in questi ultimi anni alcuni ricercatori<br />

dell’INRA 2 hanno orientato <strong>la</strong> ricerca sullo studio del comportamento<br />

naturale dell’albero (funzionamento, strategie<br />

di fruttificazione ecc.) considerando che una migliore conoscenza<br />

delle sue capacità naturali avrebbe permesso <strong>la</strong> messa<br />

in opera di un sistema di allevamento più efficace.<br />

Gli studi finora realizzati sul<strong>la</strong> fruttificazione del melo hanno<br />

contribuito molto all’evoluzione del frutteto per <strong>la</strong> produzione<br />

di mele.<br />

In modo partico<strong>la</strong>re hanno migliorato <strong>la</strong> qualità dei frutti,<br />

hanno reso più omogenea <strong>la</strong> fruttificazione ed hanno permesso<br />

di control<strong>la</strong>re meglio <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rità di produzione nel<br />

corso degli anni.<br />

- 3 -<br />

1 Gradiente vegetativo<br />

per cui i germogli basali<br />

di un ramo tendono a<br />

sv<strong>il</strong>upparsi più di quelli<br />

mediani e apicali.<br />

2 <strong>Institut</strong> National de<br />

Recherche Agronomique<br />

de Bordeaux et de<br />

Montpellier.


3 Lespinasse, 1990;<br />

Hucbourg e Aymard,<br />

1996.<br />

4 Lespinasse et Delort,<br />

1993.<br />

5 Fenomeno di moria<br />

naturale degli<br />

organi fruttiferi che<br />

stimo<strong>la</strong> lo sv<strong>il</strong>uppo e<br />

l’autonomia dei punti di<br />

fruttificazione restanti.<br />

6 Lauri et al., 1996.<br />

7 Larrive et al., 2001;<br />

Larrive, 2002; Lauri et<br />

al., 2000; MAFCOT,<br />

1999.<br />

8 Evoluzione<br />

supplementare del<br />

So<strong>la</strong>xe nel<strong>la</strong> conduzione<br />

del<strong>la</strong> ramificazione<br />

fruttifera.<br />

9 Larrive et al., 2000;<br />

MAFCOT, 2000.<br />

10 Ricercatore INRA di<br />

Bordeaux ideatore del<strong>la</strong><br />

ta<strong>il</strong>le longue<br />

11 Maîtrise de <strong>la</strong><br />

Fructification – Concepts<br />

et Techniques.<br />

Quest’evoluzione ha rive<strong>la</strong>to <strong>la</strong> necessità di un approccio<br />

diverso al vegetale: alcune delle “regole” finora acquisite vengono<br />

completamente rivoluzionate.<br />

Sostanzialmente lo scopo pratico è quello di sv<strong>il</strong>uppare un<br />

insieme di concetti orientati verso <strong>la</strong> formazione progressiva<br />

del<strong>la</strong> pianta durante <strong>il</strong> suo accrescimento.<br />

Diverse sono le tappe che hanno segnato l’evoluzione dei<br />

<strong>la</strong>vori. Esse hanno tutte contribuito ad approfondire le conoscenze<br />

dell’albero e delle sue reazioni alle diverse manipo<strong>la</strong>zioni.<br />

Di seguito, vengono <strong>il</strong>lustrati alcuni dei punti più importanti<br />

finora osservati:<br />

• l’interesse agronomico del<strong>la</strong> branca fruttifera libera con<br />

l’eliminazione dei ricacci. Lasciando sv<strong>il</strong>uppare <strong>la</strong> branca<br />

liberamente, si favorisce l’equ<strong>il</strong>ibrio tra accrescimento e<br />

fruttificazione migliorandone <strong>la</strong> qualità e <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rità 3 ;<br />

• l’importanza del<strong>la</strong> borsa terminale e dei brind<strong>il</strong>li coronati.<br />

Le varietà meno alternanti hanno borse terminali molto<br />

voluminose e “l’autonomia” dei brind<strong>il</strong>li permette produzioni<br />

più rego<strong>la</strong>ri e di qualità superiore 4 ;<br />

• <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione tra diradamento naturale delle <strong>la</strong>mburde,<br />

detto extinction 5 , e <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rità di produzione borsa su<br />

borsa. Questo fenomeno è molto ben <strong>il</strong>lustrato dal<strong>la</strong> varietà<br />

Granny Smith 6 ;<br />

• l’interesse agronomico del diradamento artificiale delle<br />

<strong>la</strong>mburde, detto anche extinction, come mezzo di allevamento<br />

per migliorare <strong>la</strong> qualità e <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rità del<strong>la</strong> fruttificazione<br />

nelle varietà che a differenza di Granny non<br />

riescono ad “autorego<strong>la</strong>rsi” 7 ;<br />

• messa in opera del<strong>la</strong> Conduite Centrifuge 8 per migliorare<br />

<strong>la</strong> penetrazione del<strong>la</strong> luce nell’albero, <strong>la</strong> colorazione dei<br />

frutti e <strong>la</strong> perennità degli organi fruttiferi 9 .<br />

I <strong>la</strong>vori riguardanti l’extinction e <strong>la</strong> Conduite Centrifuge sul<br />

melo si sono sv<strong>il</strong>uppati in Francia sotto <strong>la</strong> guida di Jean-Marie<br />

Lespinasse 10 , tramite scambi rego<strong>la</strong>ri avvenuti grazie al<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione<br />

di un gruppo di tecnici. Nel 1998 questo gruppo<br />

informale di <strong>la</strong>voro diventa <strong>il</strong> MAFCOT 11 .<br />

- 4 -


Attualmente <strong>la</strong> ricerca e le applicazioni si sono estese, oltre<br />

che verso altre specie come pero, c<strong>il</strong>iegio e più di recente<br />

pesco e noce, anche verso altri paesi tra cui <strong>la</strong> Svizzera, <strong>il</strong> C<strong>il</strong>e<br />

e l’Italia.<br />

Il gruppo italiano, al momento, è costituito da un gruppo di<br />

tecnici provenienti dal<strong>la</strong> Valle d’Aosta, dal Piemonte e dal<br />

Trentino Alto Adige.<br />

La via scelta dal gruppo MAFCOT è dunque quel<strong>la</strong> di mettere<br />

a punto una forma di allevamento più rispettosa delle strategie<br />

naturali di accrescimento e di fruttificazione dell’albero e<br />

di verificarne l’interesse economico.<br />

Questo piccolo manuale è <strong>il</strong> frutto di preziosi insegnamenti<br />

ricevuti dal gruppo MAFCOT francese, in partico<strong>la</strong>re da<br />

Jean-Marie Lespinasse, Michel Ramongu<strong>il</strong>hem 12 e Bruno<br />

Hucbourg 13 . Inoltre è <strong>il</strong> risultato di diversi anni di sperimentazione<br />

condotti presso L’<strong>Institut</strong> <strong>Agricole</strong> <strong>Régional</strong> con <strong>la</strong><br />

preziosa col<strong>la</strong>borazione dei colleghi piemontesi e trentini.<br />

Il confronto tra le diverse realtà frutticole ha permesso di<br />

approfondire e migliorare diversi aspetti del sistema di allevamento.<br />

Di seguito sono elencate in modo schematico le fasi più<br />

importanti per un controllo ottimale del<strong>la</strong> fruttificazione del<br />

melo, dall’impianto fino al<strong>la</strong> piena produzione.<br />

IL SOLAXE E LA CONDUITE CENTRIFUGE<br />

Come si presenta <strong>la</strong> pianta<br />

Il concetto So<strong>la</strong>xe proposto dal gruppo MAFCOT integra <strong>la</strong><br />

formazione progressiva del<strong>la</strong> pianta nel tempo e <strong>la</strong> perennità<br />

delle fruttificazioni future del melo.<br />

La pianta allevata con questo sistema presenta una forma<br />

assiale evolutiva verso l’acrotonia 14 con un portamento “più<br />

libero”.<br />

Sull’asse centrale, che viene <strong>la</strong>sciato intero, sono inserite le<br />

branche fruttifere, <strong>la</strong>sciate anch’esse sempre intere.<br />

È dunque importante ribadire che né l’asse centrale né le<br />

branche dovranno essere accorciati o semplificati.<br />

- 5 -<br />

12 Aquifruit e Tecnico<br />

MAFCOT.<br />

13 GRCETA de Basse<br />

Durance e Tecnico<br />

MAFCOT.<br />

14 Gradiente vegetativo per<br />

cui i germogli terminali<br />

di un ramo tendono a<br />

sv<strong>il</strong>upparsi più di quelli<br />

mediani e basali.


Durante lo sv<strong>il</strong>uppo le branche si rivestono di fruttificazioni<br />

secondarie (brind<strong>il</strong>li e <strong>la</strong>mburde), mentre <strong>la</strong> gemma apicale<br />

delle branche fruttifere evolve a frutto determinando due<br />

effetti:<br />

a) inibizione del<strong>la</strong> dominanza apicale (borsa terminale);<br />

b) contenimento dello sv<strong>il</strong>uppo del<strong>la</strong> branca (foto 1).<br />

Foto 1 - Branca equ<strong>il</strong>ibrata: le borse terminali hanno rego<strong>la</strong>to lo sv<strong>il</strong>uppo.<br />

Disegno 2 - Strutturazione c<strong>il</strong>indrica<br />

con accentuazione dell’acrotonia: So<strong>la</strong>xe.<br />

- 6 -<br />

In questo modo <strong>la</strong> pianta raggiunge<br />

in modo naturale un equ<strong>il</strong>ibrio tra <strong>la</strong><br />

messa a frutto e l’accrescimento vegetativo,<br />

senza dover intervenire con <strong>la</strong><br />

potatura per “costruire” <strong>la</strong> pianta.<br />

La pianta assume un aspetto che<br />

evolve dal<strong>la</strong> forma a cono, tipica del<br />

Fusetto e dello Spindel, a quel<strong>la</strong> di un<br />

salice piangente, poiché le branche,<br />

col peso dei frutti o con interventi di<br />

piegatura, si orientano verso <strong>il</strong> basso<br />

(dis. 2; foto 2).


Foto 2 - Fuji Kiku 8.<br />

- 7 -


Disegno 3 - Il So<strong>la</strong>xe.<br />

Concetti fondamentali per <strong>il</strong> controllo del<strong>la</strong> fruttificazione<br />

In modo schematico sono di seguito descritti i punti essenziali<br />

per <strong>il</strong> controllo del<strong>la</strong> fruttificazione (dis. 3):<br />

1. Favorire una ramificazione alta, evitando le strutture troppo<br />

basse, per assicurare un buono sv<strong>il</strong>uppo delle branche<br />

fruttifere.<br />

2. Piegare le branche fruttifere <strong>la</strong>sciate libere per anticipare<br />

l’induzione fiorale e favorire <strong>il</strong> rivestimento di fruttificazioni<br />

secondarie.<br />

3. Control<strong>la</strong>re lo sv<strong>il</strong>uppo dell’albero e del suo equ<strong>il</strong>ibrio<br />

con <strong>la</strong> piegatura del<strong>la</strong> cima e <strong>il</strong> mantenimento del<strong>la</strong> totalità<br />

del<strong>la</strong> ramificazione.<br />

4. Control<strong>la</strong>re <strong>la</strong> densità dei punti di fruttificazione con<br />

l’extinction per mantenere l’autonomia di produzione<br />

sull’insieme dell’albero.<br />

5. Priv<strong>il</strong>egiare i punti di fruttificazione che si sv<strong>il</strong>uppano<br />

nel<strong>la</strong> parte periferica del<strong>la</strong> ramificazione (Conduite Centrifuge).<br />

- 8 -


Impianto<br />

ü Rispettare l’altezza del punto d’innesto<br />

Durante <strong>la</strong> messa a dimora degli astoni, è importante rispettare<br />

un’altezza minima di 10-15 cm tra <strong>il</strong> suolo e <strong>il</strong> punto<br />

d’innesto, condizione importante per <strong>la</strong> futura omogeneità<br />

del frutteto.<br />

Un punto d’innesto troppo basso può favorire nel corso degli<br />

anni l’affrancamento e <strong>il</strong> conseguente aumento del vigore<br />

vegetativo, gravando sul<strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> produzione futura.<br />

Inversamente un punto d’innesto troppo alto può provocare<br />

un blocco dell’accrescimento del<strong>la</strong> pianta (foto 3).<br />

Foto 3 - Altezza corretta del punto d’innesto.<br />

ü Piantare presto e legare <strong>la</strong> pianta ai f<strong>il</strong>i di sostegno<br />

Un impianto precoce favorisce una migliore ripresa vegetativa.<br />

È importante <strong>la</strong> legatura delle giovani piante per evitare che<br />

<strong>il</strong> vento le scuota troppo, penalizzando l’inizio dell’attività<br />

delle giovani radici.<br />

- 9 -


Disegno 4 - Astone all’impianto<br />

con tutti gli anticipati.<br />

ü L’astone non deve assolutamente essere ribattuto<br />

Devono essere eliminati gli anticipati troppo bassi (al di sotto<br />

del metro) e quelli di vigore uguale o superiore all’asse<br />

centrale (dis. 4 e 5).<br />

Conservare gli anticipati aventi <strong>la</strong> stessa età dell’astone permette<br />

di ottenere una produzione di qualche kg di mele al 2°<br />

anno, ma spesso questi sono all’origine di un futuro disequ<strong>il</strong>ibrio<br />

del<strong>la</strong> pianta.<br />

Lo strango<strong>la</strong>mento dell’astone, legato al<strong>la</strong> formazione di una<br />

tavo<strong>la</strong> bassa e forte, penalizza lo sv<strong>il</strong>uppo del<strong>la</strong> parte alta<br />

dell’albero.<br />

- 10 -<br />

Disegno 5 - Astone all’impianto dopo<br />

eliminazione degli anticipati bassi.


Primi anni del frutteto<br />

ü Favorire lo sv<strong>il</strong>uppo dell’asse centrale<br />

e piegare le branche<br />

È importante che <strong>il</strong> primo anno non ci sia una produzione<br />

e che <strong>il</strong> secondo anno <strong>la</strong> pianta non venga sovraccaricata<br />

(foto 4).<br />

Continuare <strong>la</strong> legatura dell’astone<br />

ai f<strong>il</strong>i superiori e conservare<br />

tutte le ramificazioni.<br />

Piegare le ramificazioni al di<br />

sotto dell’orizzontale, circa<br />

110° rispetto al<strong>la</strong> verticale,<br />

per anticipare l’induzione<br />

fiorale nel<strong>la</strong> parte apicale del<br />

ramo.<br />

La piegatura deve essere realizzata<br />

possib<strong>il</strong>mente all’inizio<br />

dell’autunno o al più tardi in<br />

primavera, al<strong>la</strong> ripresa vegetativa,<br />

su branche che abbiano<br />

raggiunto una lunghezza<br />

superiore ai 60 cm o meglio<br />

quando <strong>la</strong> loro lunghezza<br />

abbia superato <strong>la</strong> metà del<strong>la</strong><br />

distanza che intercorre tra<br />

due piante.<br />

Evitare <strong>la</strong> piegatura delle branche<br />

lungo <strong>il</strong> f<strong>il</strong>are, ma disporle<br />

verso l’esterno, tra i f<strong>il</strong>ari, per<br />

favorire una migliore penetrazione<br />

del<strong>la</strong> luce (dis. 6).<br />

ERRATO CORRETTO<br />

- 11 -<br />

Foto 4 - Fuji Kiku 8<br />

al 2° anno d’impianto.<br />

Disegno 6 - Visione<br />

dall’alto, orientamento<br />

delle branche fruttifere


Disegno 7 - Ut<strong>il</strong>izzo<br />

del f<strong>il</strong>o di ferro per <strong>la</strong><br />

piegatura dei rami.<br />

Disegno 8 - Angolo<br />

di piegatura corretto.<br />

Per dare alle branche <strong>il</strong> giusto angolo di curvatura si consiglia<br />

l’ut<strong>il</strong>izzo di un f<strong>il</strong>o di ferro di 1,5 mm di diametro circa e di<br />

lunghezza variab<strong>il</strong>e secondo l’esigenza (dis. 7, 8 e 9; foto 5).<br />

Disegno 9 - Piegatura<br />

da evitare. Foto 5 - Piegatura del ramo con <strong>il</strong> f<strong>il</strong>o di ferro.<br />

Disegno 10<br />

Piegatura<br />

delle branche.<br />

- 12 -<br />

Di norma si consiglia di non<br />

piegare più di 3 o 4 ramificazioni<br />

per pianta, poiché <strong>la</strong><br />

piegatura di tutte le branche<br />

penalizzerebbe <strong>il</strong> volume<br />

produttivo dell’albero.<br />

Ovviamente più <strong>la</strong> pianta è<br />

vigorosa e più branche verranno<br />

piegate (dis. 10).<br />

Durante <strong>il</strong> periodo estivo<br />

(giugno-luglio) risulta molto<br />

efficace l’eliminazione di<br />

eventuali ricacci vegetativi<br />

che si sono formati sul dorso<br />

delle branche in corrispondenza<br />

delle piegature.<br />

Ritardare questa operazione<br />

provoca degli squ<strong>il</strong>ibri vegetativi<br />

al<strong>la</strong> pianta, mentre


l’eliminazione in verde dei ricacci<br />

favorisce uno sv<strong>il</strong>uppo più equ<strong>il</strong>ibrato<br />

del<strong>la</strong> ramificazione fruttifera (dis. 11).<br />

Gli eventuali ricacci formatisi in posizione<br />

<strong>la</strong>terale al<strong>la</strong> branca, se non troppo<br />

vigorosi, possono essere mantenuti<br />

e successivamente piegati per favorire<br />

<strong>la</strong> formazione di una ramificazione<br />

complessa.<br />

3° anno del frutteto<br />

ü Piegatura delle branche e dell’asse centrale<br />

Continuano le operazioni di piegatura delle branche più<br />

vigorose.<br />

La piegatura del<strong>la</strong> cima migliora l’equ<strong>il</strong>ibrio generale dell’albero.<br />

Ecco perché quando <strong>la</strong> cima supera di circa 70-90 cm<br />

l’ultimo f<strong>il</strong>o di sostegno, occorre piegar<strong>la</strong> con un arco ampio,<br />

evitando in modo assoluto piegature orizzontali. Una volta<br />

attaccata <strong>la</strong> cima bisogna condur<strong>la</strong> come se fosse una branca<br />

fruttifera, evitando di far<strong>la</strong> “correre” lungo <strong>il</strong> f<strong>il</strong>o (dis. 12; foto 6).<br />

In alcune varietà non è sempre necessario<br />

forzare <strong>la</strong> piegatura<br />

poiché le cime piegano da<br />

sole con <strong>il</strong> peso dei frutti.<br />

Inoltre, se nel<strong>la</strong> potatura<br />

tradizionale <strong>la</strong> semplificazione<br />

del<strong>la</strong> cima era<br />

una priorità, questa necessità<br />

ora viene meno<br />

e diventa possib<strong>il</strong>e <strong>la</strong>sciare<br />

anche due o più<br />

cime (foto 7).<br />

È sempre importante<br />

l’eliminazione, durante<br />

<strong>il</strong> periodo estivo, degli<br />

eventuali ricacci vegetativi<br />

che si sono formati<br />

sul dorso delle branche<br />

in corrispondenza delle<br />

piegature.<br />

- 13 -<br />

Disegno 11<br />

Eliminazione in estate<br />

dei ricacci vegetativi.<br />

Disegno 12<br />

Piegatura del<strong>la</strong> cima.


Foto 6 - Elstar: piegatura del<strong>la</strong> cima.<br />

Foto 7 - Royal Ga<strong>la</strong>: cima sdoppiata e piegata naturalmente con <strong>il</strong> peso del<strong>la</strong> fruttificazione.<br />

- 14 -


4° anno del frutteto<br />

ü Piegatura branche e creazione<br />

del camino centrale e extinction 15<br />

Continuano le operazioni di piegatura<br />

delle branche più vigorose che non piegano<br />

sotto <strong>il</strong> peso dei frutti. È sempre importante,<br />

per mantenere l’equ<strong>il</strong>ibrio del<strong>la</strong><br />

pianta, l’eliminazione degli eventuali ricacci<br />

sul dorso delle branche e del<strong>la</strong> cima.<br />

Un elemento molto importante del<strong>la</strong> Conduite<br />

Centrifuge è <strong>la</strong> luce, fattore indispensab<strong>il</strong>e<br />

che garantisce <strong>la</strong> perennità, l’autonomia e<br />

<strong>la</strong> qualità dei punti di fruttificazione.<br />

Per questo motivo, durante <strong>il</strong> riposo vegetativo,<br />

si provvederà a creare un camino di luce nel<strong>la</strong> parte centrale<br />

del<strong>la</strong> pianta asportando le <strong>la</strong>mburde dell’asse centrale e<br />

quelle poste nei primi 15-20 cm dal punto d’inserzione delle<br />

branche con <strong>il</strong> tronco.<br />

Questa operazione, creando una zona senza vegetazione intorno<br />

al tronco, permette al<strong>la</strong> luce di penetrare anche nelle<br />

parti più basse ed interne del<strong>la</strong> pianta (dis. 13; foto 8).<br />

Foto 8 - Jonagold: camino centrale.<br />

- 15 -<br />

Disegno 13<br />

Pianta vista dall’alto:<br />

camino centrale.<br />

15 Eliminazione artificiale<br />

delle <strong>la</strong>mburde. Potatura<br />

praticata direttamente<br />

sugli organi fruttiferi.


Disegno 14<br />

Branca prima<br />

dell’extinction artificiale.<br />

Disegno 15<br />

Branca dopo extinction<br />

artificiale. Camino<br />

centrale più<br />

eliminazione delle<br />

<strong>la</strong>mburde poste sotto<br />

<strong>il</strong> ramo.<br />

Il 4° anno, secondo le varietà e se non ci sono stati problemi<br />

durante <strong>la</strong> formazione delle piante, corrisponde al primo<br />

anno di forte produzione.<br />

L’assenza di tagli di ritorno sul<strong>la</strong> ramificazione<br />

porta all’“invecchiamento” delle branche<br />

e all’aumento nel tempo del numero<br />

di punti di fruttificazione (<strong>la</strong>mburde,<br />

brind<strong>il</strong>li ecc.).<br />

- 16 -<br />

In questa fase diventa dunque importante<br />

intervenire sul<strong>la</strong> pianta per<br />

rego<strong>la</strong>re <strong>il</strong> rapporto tra produzione e<br />

accrescimento ed evitare di incorrere<br />

in fenomeni di alternanza.<br />

Per mantenere un buon equ<strong>il</strong>ibrio fisiologico del<strong>la</strong> pianta<br />

non verranno effettuati dei tagli di rinnovo sul<strong>la</strong> ramificazione<br />

fruttifera.<br />

Prendendo in considerazione <strong>il</strong> comportamento<br />

naturale delle diverse varietà,<br />

s’interverrà con l’extinction artificiale<br />

che permette di control<strong>la</strong>re al meglio<br />

l’accrescimento vegetativo e <strong>la</strong> densità<br />

dei punti di fruttificazione.<br />

In poche parole si effettuerà un diradamento<br />

degli organi fruttiferi.<br />

Quest’operazione sarà realizzata manualmente<br />

solo sulle branche piegate<br />

sotto l’orizzontale e ben equ<strong>il</strong>ibrate, iniziando<br />

con l’eliminazione di tutte le <strong>la</strong>mburde più deboli e<br />

sistematicamente di tutte quelle che si sono sv<strong>il</strong>uppate sotto<br />

<strong>la</strong> ramificazione, perché poco esposte al<strong>la</strong> luce e perché producono<br />

frutti di scarsa qualità (dis. 14 e 15; foto 9, 10 e 11).<br />

Successivamente diventa importante determinare l’intensità<br />

dell’extinction, cioè <strong>il</strong> numero di organi fruttiferi ideale da<br />

<strong>la</strong>sciare sul<strong>la</strong> pianta, per ottenere delle produzioni di qualità.


- 17 -<br />

Foto 9 - Royal Ga<strong>la</strong>:<br />

branca complessa del<strong>la</strong><br />

Conduite Centrifuge.<br />

Foto 10 - Guanto<br />

per l’extinction.<br />

Foto 11 - Royal Ga<strong>la</strong>:<br />

extinction sotto <strong>il</strong> ramo.


Ricordiamo inoltre che l’extinction è un’operazione di potatura,<br />

dunque, come tutte le potature, se troppo severa rischia<br />

di r<strong>il</strong>anciare <strong>il</strong> vigore con cacciate indesiderate, se troppo<br />

b<strong>la</strong>nda rischia di produrre frutti di scarsa qualità. In entrambi<br />

i casi si comprometterebbe l’equ<strong>il</strong>ibrio vegeto-produttivo<br />

del<strong>la</strong> pianta.<br />

Il gruppo MAFCOT francese ha messo a punto un metodo<br />

oggettivo di misurazione e controllo del numero di gemme<br />

da <strong>la</strong>sciare per ottenere <strong>la</strong> produzione desiderata.<br />

Apparentemente <strong>il</strong> principio può sembrare complesso, ma<br />

in realtà è semplice e soprattutto logico, poiché si basa sul<strong>la</strong><br />

misurazione del diametro delle branche fruttifere e sul calcolo<br />

del numero di gemme a fiore da <strong>la</strong>sciare per ogni branca.<br />

Precisiamo che <strong>la</strong> misurazione delle branche non viene<br />

estesa all’intero frutteto perché comporterebbe un tempo di<br />

esecuzione troppo lungo e di conseguenza costoso.<br />

Per questi motivi è importante che <strong>il</strong> frutticoltore prima di<br />

iniziare l’extinction sull’intero frutteto faccia una simu<strong>la</strong>zione<br />

misurando un numero di piante rappresentative dell’appezzamento,<br />

da cui, in base ad un calcolo che considera <strong>la</strong><br />

pezzatura desiderata dei frutti e <strong>la</strong> produzione ad ettaro che<br />

vuole realizzare, decide <strong>il</strong> numero di gemme da <strong>la</strong>sciare per<br />

ogni cm 2 di branca.<br />

Di seguito vengono descritte, con un esempio, le varie operazioni<br />

da seguire per impostare una simu<strong>la</strong>zione di calcolo.<br />

Come dosare l’extinction?<br />

1. Valutare <strong>il</strong> potenziale produttivo del frutteto.<br />

Solo <strong>il</strong> produttore, con l’aiuto del tecnico, può valutare<br />

quanto può produrre <strong>il</strong> frutteto prendendo in considerazione<br />

età, vigore delle piante, sesto d’impianto e obiettivi<br />

economici che si vogliono raggiungere.<br />

2. Determinare <strong>la</strong> somma delle sezioni delle branche.<br />

- Selezionare 5 piante rappresentative del frutteto.<br />

- Misurare <strong>il</strong> diametro delle branche.<br />

- Calco<strong>la</strong>re l’area del<strong>la</strong> sezione di ogni branca e per ogni<br />

pianta calco<strong>la</strong>rne <strong>la</strong> media.<br />

3. Determinare <strong>il</strong> numero di punti di fruttificazione per cm 2<br />

di sezione del<strong>la</strong> branca.<br />

- 18 -


Branche<br />

Diametro<br />

mm<br />

R<strong>il</strong>ievi in un frutteto di Golden Delicious<br />

4 anni, sesto 4 * 1,25 (2000 piante /ha)<br />

Pianta 1 Pianta 2 Pianta 3 Pianta 4 Pianta 5<br />

Area<br />

sezione<br />

cm 2<br />

Diametro<br />

mm<br />

Area<br />

sezione<br />

cm 2<br />

Diametro<br />

mm<br />

- 19 -<br />

Area<br />

sezione<br />

cm 2<br />

Diametro<br />

mm<br />

Area<br />

sezione<br />

cm 2<br />

Diametro<br />

mm<br />

Area<br />

sezione<br />

cm 2<br />

br1 14 1,5 12 1,1 12 1,1 15 1,8 14 1,5<br />

br2 12 1,1 16 2,0 10 0,8 16 2,0 19 2,8<br />

br3 15 1,8 12 1,1 13 1,3 14 1,5 13 1,3<br />

br4 11 0,9 13 1,3 14 1,5 15 1,8 12 1,1<br />

br5 13 1,3 14 1,5 15 1,8 17 2,3 19 2,8<br />

br6 13 1,3 14 1,5 15 1,8 13 1,3 16 2,0<br />

br7 14 1,5 15 1,8 13 1,3 16 2,0 17 2,3<br />

br8 16 2,0 14 1,5 14 1,5 13 1,3 18 2,5<br />

br9 14 1,5 13 1,3 16 2,0 18 2,5 14 1,5<br />

br10 12 1,1 16 2,0 14 1,5 12 1,1 15 1,8<br />

br11 13 1,3 13 1,3 12 1,1 16 2,0 18 2,5<br />

br12 14 1,5 15 1,8 12 1,1 12 1,1 19 2,8<br />

br13 12 1,1 17 2,3 14 1,5 13 1,3 Media<br />

Tot<br />

sezioni<br />

cm 2<br />

Diametro<br />

mm<br />

17,9 20,5 18,3 22,0 24,9 20,7<br />

Calcolo area del<strong>la</strong> sezione in cm 2 : 3,14 * (raggio in mm) 2 /100<br />

Tabel<strong>la</strong> di conversione<br />

9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30<br />

Area cm 2 0,6 0,8 0,9 1,1 1,3 1,5 1,8 2 2,3 2,5 2,8 3,1 3,5 3,8 4,2 4,5 4,9 5,3 5,7 6,2 6,6 7,1


Disegno 16 - Stadi ottimali per effettuare l’extinction.<br />

Nell’esempio riportato, <strong>il</strong> potenziale produttivo del frutteto<br />

è stimato a 300 q/ha, per un obiettivo commerciale di 5,2<br />

frutti per kg (frutti di pezzatura 75/80 mm per un peso di<br />

circa 192 grammi):<br />

30000 kg/ha * 5,2 / 2000 piante per ettaro = 78 frutti per<br />

pianta.<br />

Otteniamo dunque 78 frutti / 20,7 (sezione media in cm 2 ) =<br />

3,76 frutti / cm 2 di sezione.<br />

Considerando un frutto per mazzetto, con un margine del<br />

10%, per ottenere una produzione di Golden D. stimata a 300<br />

q/ha, con frutti di 190 grammi circa, durante l’operazione di<br />

extinction si dovranno <strong>la</strong>sciare 4 punti di fruttificazione<br />

per ogni cm 2 di sezione di branca.<br />

Questo semplice calcolo è un mezzo efficace per distribuire<br />

in modo ragionato <strong>il</strong> potenziale produttivo del frutteto sul<strong>la</strong><br />

ramificazione fruttifera.<br />

Determinato <strong>il</strong> numero di gemme da <strong>la</strong>sciare, in base al<strong>la</strong> sezione<br />

delle branche, si procede con l’extinction.<br />

Tale operazione trova <strong>la</strong> sua migliore attuazione nel periodo<br />

che va da mazzetti affioranti (STADIO D – D 3 ) sino al<strong>la</strong> fioritura<br />

(STADIO F – F 2 ) (dis. 16; foto 12 e 13).<br />

- 20 -


Foto 12 - Jonagold prima dell’extinction.<br />

Foto 13 - Jonagold dopo extinction.<br />

- 21 -


Per velocizzare le operazioni di extinction e migliorare<br />

<strong>la</strong> distribuzione degli organi fruttiferi<br />

sull’insieme del<strong>la</strong> chioma, viene usato un regolo<br />

chiamato equ<strong>il</strong>ifruit su cui è indicata l’area<br />

del<strong>la</strong> sezione del<strong>la</strong> branca e <strong>il</strong> corrispondente<br />

numero di gemme da mantenere sul<strong>la</strong> branca<br />

stessa (foto 14 e 15).<br />

Foto 14 - Regolo Equ<strong>il</strong>ifruit tarato<br />

a 6 frutti / cm 2 di sezione di branca.<br />

• F15 Numero di punti di fruttificazione<br />

Una branca di 18 mm di diametro, ossia una sezione di 2,5 cm 2<br />

su una base di 6 punti di fruttificazione / cm 2 ,<br />

porterà 2,5 * 6 = 15 punti di fruttificazione<br />

• Δ 3 Delta di correzione.<br />

Il valore all’interno del triangolino è da aggiungere o da sottrarre<br />

per aumentare o ridurre di 1 punto di fruttificazione per cm 2 di sezione.<br />

Per un diametro di 18 mm per passare da 6 a 4 punti<br />

di fruttificazione / cm 2 è sufficiente sottrarre 2 volte di delta di correzione<br />

15 - 6 = 9 punti di fruttificazione / cm 2 da distribuire su questa branca.<br />

Foto 15 - Ut<strong>il</strong>izzo dell’Equ<strong>il</strong>ifruit.<br />

- 22 -


L’ut<strong>il</strong>izzo dell’equ<strong>il</strong>ifruit permette<br />

dunque una ripartizione equ<strong>il</strong>ibrata e<br />

ottimale del<strong>la</strong> fruttificazione sull’intera<br />

chioma (foto 16).<br />

Anni successivi<br />

Dopo i primi 2 anni di extinction <strong>la</strong><br />

“potatura” annuale sarà un’operazione<br />

semplice, finalizzata al mantenimento<br />

dell’equ<strong>il</strong>ibrio fisiologico del<strong>la</strong> pianta.<br />

Essa sarà realizzata più rapidamente<br />

solo per eliminare eventuali ricacci<br />

vegetativi, per diradare i punti di fruttificazione<br />

in esubero ed eventualmente<br />

per eliminare le branche che possano<br />

compromettere <strong>la</strong> penetrazione del<strong>la</strong><br />

luce.<br />

Come già detto più volte, questo tipo<br />

di allevamento non prevede cospicui<br />

e <strong>la</strong>boriosi interventi di potatura di<br />

rinnovo. In alcuni casi però, quando<br />

l’accrescimento del<strong>la</strong> ramificazione<br />

fruttifera nel<strong>la</strong> parte più periferica comincia ad esaurirsi<br />

(cacciate troppo deboli e gemme di cattiva qualità), diventa<br />

necessario ringiovanir<strong>la</strong> con moderati interventi di ritorno<br />

per rinvigorire i punti restanti (dis. 17 e 18).<br />

Disegno 17 - Branca esaurita. Disegno 18 - Branca rinvigorita<br />

dopo un moderato intervento di potatura.<br />

- 23 -<br />

Foto 16 - Starking:<br />

ripartizione ottimale<br />

dei frutti nel<strong>la</strong> chioma.


Disegni 19 - Rappresentazione schematica del sistema di allevamento So<strong>la</strong>xe.<br />

- 24 -


Conclusioni<br />

Grazie alle ricerche condotte dall’INRA sul melo, <strong>il</strong> concetto<br />

di forma basato sul<strong>la</strong> potatura e dunque sul<strong>la</strong> costruzione<br />

del<strong>la</strong> pianta è evoluto verso un allevamento più rispettoso<br />

del<strong>la</strong> fisiologia dell’albero.<br />

La scoperta del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione positiva tra <strong>il</strong> fenomeno di extinction<br />

naturale e una produzione rego<strong>la</strong>re, osservato su<br />

alcune varietà (Granny Smith), ha condotto a proporre un<br />

allevamento del<strong>la</strong> pianta con l’applicazione dell’extinction<br />

artificiale sulle diverse varietà.<br />

La sperimentazione attuale è orientata al mantenimento del<strong>la</strong><br />

totalità del<strong>la</strong> ramificazione dell’albero e al<strong>la</strong> realizzazione<br />

delle extinctions artificiali per control<strong>la</strong>re <strong>la</strong> densità dei<br />

punti di fruttificazione.<br />

Risulta interessante mettere in evidenza i risultati finora osservati:<br />

• Miglior equ<strong>il</strong>ibrio fisiologico dell’albero (foto 17)<br />

L’equ<strong>il</strong>ibrio vegeto-produttivo è raggiunto più rapidamente<br />

rispetto al<strong>la</strong> potatura c<strong>la</strong>ssica, che con i tagli mantiene<br />

un accrescimento vegetativo a volte eccessivo e eterogeneo.<br />

• Aumento del volume di produzione (foto 18)<br />

Le piante sv<strong>il</strong>uppano un volume vegetativo più ampio e<br />

mantengono un buon equ<strong>il</strong>ibrio; <strong>la</strong> fruttificazione risulta<br />

meglio distribuita nello spazio, con un’ottimale esposizione<br />

al<strong>la</strong> luce.<br />

• Produzione più omogenea (foto 19)<br />

Con <strong>la</strong> Conduite Centrifuge si ottiene una produzione<br />

più omogenea, con un aumento delle c<strong>la</strong>ssi di pezzatura<br />

ed una migliore colorazione dei frutti.<br />

• Rego<strong>la</strong>rità di produzione (foto 20 e 21)<br />

L’applicazione dell’extinction permette di rego<strong>la</strong>re e di<br />

mantenere nel corso degli anni <strong>la</strong> produzione, ovviando<br />

al problema dell’alternanza.<br />

• Riduzione nel corso degli anni dei tempi di <strong>la</strong>voro<br />

Durante i primi anni di applicazione questo sistema di allevamento<br />

richiede un impegno considerevole, che tende<br />

tuttavia a diminuire in quanto negli anni successivi sono<br />

necessari solo piccoli interventi di “manutenzione”.<br />

- 25 -


Foto 17 - Obroga<strong>la</strong>: pianta ben equ<strong>il</strong>ibrata.<br />

- 26 -


Foto 18 - Golden Delicious: distribuzione ottimale dei frutti sull’intero volume.<br />

- 27 -


Foto 19 - Fuji Kiku 8: pezzatura e colore dei frutti omogenei.<br />

- 28 -


Foto 20 - Starking: produzione 2003.<br />

Foto 21 - Starking: produzione 2004.<br />

- 29 -


Principali concetti da ricordare<br />

Di seguito riassumiamo i principi fondamentali del So<strong>la</strong>xe e<br />

del<strong>la</strong> Conduite Centrifuge.<br />

• L’ALBERO E LA RAMIFICAZIONE FRUTTIFERA<br />

1) Il concetto So<strong>la</strong>xe proposto dal gruppo MAFCOT integra<br />

<strong>la</strong> formazione progressiva del<strong>la</strong> pianta nel tempo e <strong>la</strong> perennità<br />

delle fruttificazioni future del melo.<br />

2) La ramificazione fruttifera è l’entità di riflessione e di <strong>la</strong>voro<br />

nel<strong>la</strong> ricerca dell’equ<strong>il</strong>ibrio e nel<strong>la</strong> rego<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong><br />

fruttificazione.<br />

3) Una ramificazione alta, sopra <strong>il</strong> metro, permette ai rami di<br />

poter scendere sotto l’orizzontale, di fruttificare rapidamente<br />

e di fermarsi in modo naturale.<br />

4) La piegatura sotto l’orizzontale si effettua quando <strong>la</strong> lunghezza<br />

del ramo ha superato <strong>la</strong> metà del<strong>la</strong> distanza che<br />

intercorre tra due piante.<br />

5) La piegatura sotto l’orizzontale del<strong>la</strong> ramificazione (110°<br />

circa) permette di anticipare <strong>la</strong> messa a frutto.<br />

6) Il numero di rami inseriti sul tronco è indefinito, varia in<br />

base al tipo di pianta e può variare nel tempo secondo <strong>la</strong><br />

penetrazione del<strong>la</strong> luce.<br />

7) La ramificazione fruttifera si suddivide in più sottobranche,<br />

che a loro volta diventeranno dei rami fruttiferi.<br />

8) La piegatura del<strong>la</strong> cima e delle ramificazioni fruttifere<br />

non deve essere orizzontale, per evitare <strong>la</strong> formazione di<br />

ricacci vegetativi indesiderati. L’orizzontalità è <strong>la</strong> peggiore<br />

delle piegature.<br />

9) La piegatura del<strong>la</strong> cima deve essere effettuata con un<br />

arco ampio e deve essere gestita come una ramificazione<br />

<strong>la</strong>terale per meglio control<strong>la</strong>re l’equ<strong>il</strong>ibrio generale del<strong>la</strong><br />

pianta.<br />

10) L’evoluzione del<strong>la</strong> ramificazione nel<strong>la</strong> parte periferica<br />

del<strong>la</strong> chioma è una garanzia per ottenere <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rità<br />

del<strong>la</strong> fruttificazione.<br />

- 30 -


• LETTURA DELL’EQUILIBRIO<br />

DELLA RAMIFICAZIONE FRUTTIFERA<br />

1) Quando non compaiono più ricacci vegetativi significa<br />

che <strong>la</strong> ramificazione inizia ad equ<strong>il</strong>ibrarsi.<br />

2) Un ricaccio, se posizionato <strong>la</strong>teralmente, può essere ut<strong>il</strong>izzato<br />

per suddividere <strong>il</strong> vigore in eccesso e per raggiungere<br />

più rapidamente l’equ<strong>il</strong>ibrio del<strong>la</strong> ramificazione<br />

fruttifera.<br />

3) L’equ<strong>il</strong>ibrio fisiologico del<strong>la</strong> ramificazione fruttifera è<br />

ben visib<strong>il</strong>e quando <strong>la</strong> fruttificazione è situata su organi<br />

fruttiferi autonomi che permettono <strong>la</strong> perennità naturale<br />

e annuale dell’induzione fiorale.<br />

4) La “stanchezza” del<strong>la</strong> ramificazione fruttifera si manifesta<br />

nel<strong>la</strong> parte apicale, con cacciate corte e con gemme di<br />

cattiva qualità; in questo caso diventa necessario rinvigorir<strong>la</strong><br />

con moderati tagli di ritorno.<br />

• L’EXTINCTION: UN MEZZO PER OTTENERE<br />

L’EQUILIBRIO DELLA RAMIFICAZIONE FRUTTIFERA<br />

1) Il numero di frutti ottimale è calco<strong>la</strong>to in funzione dell’area<br />

del<strong>la</strong> ramificazione fruttifera.<br />

2) L’extinction artificiale nel<strong>la</strong> parte centrale dell’albero è<br />

fatta progressivamente dal primo anno di forte fioritura.<br />

Il camino centrale permette <strong>il</strong> passaggio del<strong>la</strong> luce indiretta<br />

favorendo <strong>la</strong> colorazione, <strong>la</strong> pezzatura dei frutti e<br />

l’induzione fiorale all’interno del<strong>la</strong> chioma.<br />

3) Inizialmente con l’extinction artificiale saranno eliminate<br />

le gemme più deboli e sistematicamente quelle che si<br />

trovano sotto <strong>la</strong> ramificazione fruttifera.<br />

4) Con l’extinction artificiale si rinvigorisce <strong>la</strong> ramificazione<br />

fruttifera, favorendo <strong>la</strong> formazione di brind<strong>il</strong>li sui siti<br />

di produzione.<br />

5) L’ut<strong>il</strong>izzo del regolo equ<strong>il</strong>ifruit permette di control<strong>la</strong>re <strong>il</strong><br />

numero ottimale di frutti da <strong>la</strong>sciare sul<strong>la</strong> ramificazione,<br />

considerando <strong>la</strong> pezzatura che si desidera ottenere.<br />

6) L’autonomia dei punti di fruttificazione permette di ottenere<br />

una distanza sufficiente tra due organi fruttiferi<br />

e favorisce <strong>la</strong> disposizione spaziale del<strong>la</strong> fruttificazione<br />

nel<strong>la</strong> chioma, migliorando <strong>la</strong> colorazione dei frutti.<br />

7) Una dispersione dei siti di produzione permette di ottenere<br />

una più grande superficie fogliare (foglie più grandi<br />

e più numerose), dunque una migliore nutrizione degli<br />

organi fruttiferi.<br />

- 31 -


Bibliografia<br />

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décembre 2000. Récapitu<strong>la</strong>tif des acquisitions<br />

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Potatura del melo: possib<strong>il</strong>i evoluzioni.<br />

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MAFCOT. Pommier: 5 points essentiels pour<br />

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manuale a cura di: Morgan Diemoz<br />

<strong>Institut</strong> <strong>Agricole</strong> <strong>Régional</strong><br />

Région La Rochère 1/A<br />

11100 AOSTA<br />

in copertina: Maigold Champ<strong>la</strong>n 2004<br />

disegni e foto: Morgan Diemoz<br />

impaginazione e stampa: Arti Grafiche E. DUC

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