il solaxe e la “conduite centrifuge” - Institut Agricole Régional
il solaxe e la “conduite centrifuge” - Institut Agricole Régional
il solaxe e la “conduite centrifuge” - Institut Agricole Régional
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Allevamento del melo:<br />
IL SOLAXE E LA<br />
“CONDUITE<br />
CENTRIFUGE”<br />
Morgan Diemoz<br />
MAFCOT
Morgan Diemoz<br />
Allevamento del melo:<br />
IL SOLAXE E LA<br />
“CONDUITE CENTRIFUGE”<br />
INSTITUT AGRICOLE RÉGIONAL<br />
2005
Premessa<br />
L’allevamento delle piante da frutto è stato finora concepito<br />
come un insieme di tecniche e di manipo<strong>la</strong>zioni del vegetale<br />
con lo scopo principale di dare all’albero una forma strutturata<br />
ben definita. In pratica <strong>la</strong> disposizione gerarchica delle<br />
branche all’interno del<strong>la</strong> chioma assumeva una tipica strutturazione<br />
conica con accentuazione del<strong>la</strong> basitonia 1 (dis. 1).<br />
Disegno 1 - Strutturazione conica con accentuazione del<strong>la</strong> basitonia:<br />
A - Fusetto; B - Spindel; C - Fusetto doppio; D - Palmetta.<br />
Gli interventi di potatura effettuati durante <strong>la</strong> formazione<br />
impongono all’albero delle regole di accrescimento, di ramificazione<br />
e di fruttificazione che spesso non considerano le<br />
sue attitudini naturali.<br />
Ne consegue che, dando <strong>la</strong> priorità al<strong>la</strong> struttura, i sistemi che<br />
ne risultano spesso ritardano l’entrata in produzione, non ne<br />
garantiscono <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rità nel corso degli anni e non permettono<br />
di avere un buon controllo sul<strong>la</strong> carica fruttifera.<br />
La ricerca di nuove forme di allevamento strutturate non<br />
sembra dunque portare dei progressi significativi per migliorare<br />
<strong>la</strong> qualità e <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rità del<strong>la</strong> fruttificazione.<br />
Per questi motivi in questi ultimi anni alcuni ricercatori<br />
dell’INRA 2 hanno orientato <strong>la</strong> ricerca sullo studio del comportamento<br />
naturale dell’albero (funzionamento, strategie<br />
di fruttificazione ecc.) considerando che una migliore conoscenza<br />
delle sue capacità naturali avrebbe permesso <strong>la</strong> messa<br />
in opera di un sistema di allevamento più efficace.<br />
Gli studi finora realizzati sul<strong>la</strong> fruttificazione del melo hanno<br />
contribuito molto all’evoluzione del frutteto per <strong>la</strong> produzione<br />
di mele.<br />
In modo partico<strong>la</strong>re hanno migliorato <strong>la</strong> qualità dei frutti,<br />
hanno reso più omogenea <strong>la</strong> fruttificazione ed hanno permesso<br />
di control<strong>la</strong>re meglio <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rità di produzione nel<br />
corso degli anni.<br />
- 3 -<br />
1 Gradiente vegetativo<br />
per cui i germogli basali<br />
di un ramo tendono a<br />
sv<strong>il</strong>upparsi più di quelli<br />
mediani e apicali.<br />
2 <strong>Institut</strong> National de<br />
Recherche Agronomique<br />
de Bordeaux et de<br />
Montpellier.
3 Lespinasse, 1990;<br />
Hucbourg e Aymard,<br />
1996.<br />
4 Lespinasse et Delort,<br />
1993.<br />
5 Fenomeno di moria<br />
naturale degli<br />
organi fruttiferi che<br />
stimo<strong>la</strong> lo sv<strong>il</strong>uppo e<br />
l’autonomia dei punti di<br />
fruttificazione restanti.<br />
6 Lauri et al., 1996.<br />
7 Larrive et al., 2001;<br />
Larrive, 2002; Lauri et<br />
al., 2000; MAFCOT,<br />
1999.<br />
8 Evoluzione<br />
supplementare del<br />
So<strong>la</strong>xe nel<strong>la</strong> conduzione<br />
del<strong>la</strong> ramificazione<br />
fruttifera.<br />
9 Larrive et al., 2000;<br />
MAFCOT, 2000.<br />
10 Ricercatore INRA di<br />
Bordeaux ideatore del<strong>la</strong><br />
ta<strong>il</strong>le longue<br />
11 Maîtrise de <strong>la</strong><br />
Fructification – Concepts<br />
et Techniques.<br />
Quest’evoluzione ha rive<strong>la</strong>to <strong>la</strong> necessità di un approccio<br />
diverso al vegetale: alcune delle “regole” finora acquisite vengono<br />
completamente rivoluzionate.<br />
Sostanzialmente lo scopo pratico è quello di sv<strong>il</strong>uppare un<br />
insieme di concetti orientati verso <strong>la</strong> formazione progressiva<br />
del<strong>la</strong> pianta durante <strong>il</strong> suo accrescimento.<br />
Diverse sono le tappe che hanno segnato l’evoluzione dei<br />
<strong>la</strong>vori. Esse hanno tutte contribuito ad approfondire le conoscenze<br />
dell’albero e delle sue reazioni alle diverse manipo<strong>la</strong>zioni.<br />
Di seguito, vengono <strong>il</strong>lustrati alcuni dei punti più importanti<br />
finora osservati:<br />
• l’interesse agronomico del<strong>la</strong> branca fruttifera libera con<br />
l’eliminazione dei ricacci. Lasciando sv<strong>il</strong>uppare <strong>la</strong> branca<br />
liberamente, si favorisce l’equ<strong>il</strong>ibrio tra accrescimento e<br />
fruttificazione migliorandone <strong>la</strong> qualità e <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rità 3 ;<br />
• l’importanza del<strong>la</strong> borsa terminale e dei brind<strong>il</strong>li coronati.<br />
Le varietà meno alternanti hanno borse terminali molto<br />
voluminose e “l’autonomia” dei brind<strong>il</strong>li permette produzioni<br />
più rego<strong>la</strong>ri e di qualità superiore 4 ;<br />
• <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione tra diradamento naturale delle <strong>la</strong>mburde,<br />
detto extinction 5 , e <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rità di produzione borsa su<br />
borsa. Questo fenomeno è molto ben <strong>il</strong>lustrato dal<strong>la</strong> varietà<br />
Granny Smith 6 ;<br />
• l’interesse agronomico del diradamento artificiale delle<br />
<strong>la</strong>mburde, detto anche extinction, come mezzo di allevamento<br />
per migliorare <strong>la</strong> qualità e <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rità del<strong>la</strong> fruttificazione<br />
nelle varietà che a differenza di Granny non<br />
riescono ad “autorego<strong>la</strong>rsi” 7 ;<br />
• messa in opera del<strong>la</strong> Conduite Centrifuge 8 per migliorare<br />
<strong>la</strong> penetrazione del<strong>la</strong> luce nell’albero, <strong>la</strong> colorazione dei<br />
frutti e <strong>la</strong> perennità degli organi fruttiferi 9 .<br />
I <strong>la</strong>vori riguardanti l’extinction e <strong>la</strong> Conduite Centrifuge sul<br />
melo si sono sv<strong>il</strong>uppati in Francia sotto <strong>la</strong> guida di Jean-Marie<br />
Lespinasse 10 , tramite scambi rego<strong>la</strong>ri avvenuti grazie al<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione<br />
di un gruppo di tecnici. Nel 1998 questo gruppo<br />
informale di <strong>la</strong>voro diventa <strong>il</strong> MAFCOT 11 .<br />
- 4 -
Attualmente <strong>la</strong> ricerca e le applicazioni si sono estese, oltre<br />
che verso altre specie come pero, c<strong>il</strong>iegio e più di recente<br />
pesco e noce, anche verso altri paesi tra cui <strong>la</strong> Svizzera, <strong>il</strong> C<strong>il</strong>e<br />
e l’Italia.<br />
Il gruppo italiano, al momento, è costituito da un gruppo di<br />
tecnici provenienti dal<strong>la</strong> Valle d’Aosta, dal Piemonte e dal<br />
Trentino Alto Adige.<br />
La via scelta dal gruppo MAFCOT è dunque quel<strong>la</strong> di mettere<br />
a punto una forma di allevamento più rispettosa delle strategie<br />
naturali di accrescimento e di fruttificazione dell’albero e<br />
di verificarne l’interesse economico.<br />
Questo piccolo manuale è <strong>il</strong> frutto di preziosi insegnamenti<br />
ricevuti dal gruppo MAFCOT francese, in partico<strong>la</strong>re da<br />
Jean-Marie Lespinasse, Michel Ramongu<strong>il</strong>hem 12 e Bruno<br />
Hucbourg 13 . Inoltre è <strong>il</strong> risultato di diversi anni di sperimentazione<br />
condotti presso L’<strong>Institut</strong> <strong>Agricole</strong> <strong>Régional</strong> con <strong>la</strong><br />
preziosa col<strong>la</strong>borazione dei colleghi piemontesi e trentini.<br />
Il confronto tra le diverse realtà frutticole ha permesso di<br />
approfondire e migliorare diversi aspetti del sistema di allevamento.<br />
Di seguito sono elencate in modo schematico le fasi più<br />
importanti per un controllo ottimale del<strong>la</strong> fruttificazione del<br />
melo, dall’impianto fino al<strong>la</strong> piena produzione.<br />
IL SOLAXE E LA CONDUITE CENTRIFUGE<br />
Come si presenta <strong>la</strong> pianta<br />
Il concetto So<strong>la</strong>xe proposto dal gruppo MAFCOT integra <strong>la</strong><br />
formazione progressiva del<strong>la</strong> pianta nel tempo e <strong>la</strong> perennità<br />
delle fruttificazioni future del melo.<br />
La pianta allevata con questo sistema presenta una forma<br />
assiale evolutiva verso l’acrotonia 14 con un portamento “più<br />
libero”.<br />
Sull’asse centrale, che viene <strong>la</strong>sciato intero, sono inserite le<br />
branche fruttifere, <strong>la</strong>sciate anch’esse sempre intere.<br />
È dunque importante ribadire che né l’asse centrale né le<br />
branche dovranno essere accorciati o semplificati.<br />
- 5 -<br />
12 Aquifruit e Tecnico<br />
MAFCOT.<br />
13 GRCETA de Basse<br />
Durance e Tecnico<br />
MAFCOT.<br />
14 Gradiente vegetativo per<br />
cui i germogli terminali<br />
di un ramo tendono a<br />
sv<strong>il</strong>upparsi più di quelli<br />
mediani e basali.
Durante lo sv<strong>il</strong>uppo le branche si rivestono di fruttificazioni<br />
secondarie (brind<strong>il</strong>li e <strong>la</strong>mburde), mentre <strong>la</strong> gemma apicale<br />
delle branche fruttifere evolve a frutto determinando due<br />
effetti:<br />
a) inibizione del<strong>la</strong> dominanza apicale (borsa terminale);<br />
b) contenimento dello sv<strong>il</strong>uppo del<strong>la</strong> branca (foto 1).<br />
Foto 1 - Branca equ<strong>il</strong>ibrata: le borse terminali hanno rego<strong>la</strong>to lo sv<strong>il</strong>uppo.<br />
Disegno 2 - Strutturazione c<strong>il</strong>indrica<br />
con accentuazione dell’acrotonia: So<strong>la</strong>xe.<br />
- 6 -<br />
In questo modo <strong>la</strong> pianta raggiunge<br />
in modo naturale un equ<strong>il</strong>ibrio tra <strong>la</strong><br />
messa a frutto e l’accrescimento vegetativo,<br />
senza dover intervenire con <strong>la</strong><br />
potatura per “costruire” <strong>la</strong> pianta.<br />
La pianta assume un aspetto che<br />
evolve dal<strong>la</strong> forma a cono, tipica del<br />
Fusetto e dello Spindel, a quel<strong>la</strong> di un<br />
salice piangente, poiché le branche,<br />
col peso dei frutti o con interventi di<br />
piegatura, si orientano verso <strong>il</strong> basso<br />
(dis. 2; foto 2).
Foto 2 - Fuji Kiku 8.<br />
- 7 -
Disegno 3 - Il So<strong>la</strong>xe.<br />
Concetti fondamentali per <strong>il</strong> controllo del<strong>la</strong> fruttificazione<br />
In modo schematico sono di seguito descritti i punti essenziali<br />
per <strong>il</strong> controllo del<strong>la</strong> fruttificazione (dis. 3):<br />
1. Favorire una ramificazione alta, evitando le strutture troppo<br />
basse, per assicurare un buono sv<strong>il</strong>uppo delle branche<br />
fruttifere.<br />
2. Piegare le branche fruttifere <strong>la</strong>sciate libere per anticipare<br />
l’induzione fiorale e favorire <strong>il</strong> rivestimento di fruttificazioni<br />
secondarie.<br />
3. Control<strong>la</strong>re lo sv<strong>il</strong>uppo dell’albero e del suo equ<strong>il</strong>ibrio<br />
con <strong>la</strong> piegatura del<strong>la</strong> cima e <strong>il</strong> mantenimento del<strong>la</strong> totalità<br />
del<strong>la</strong> ramificazione.<br />
4. Control<strong>la</strong>re <strong>la</strong> densità dei punti di fruttificazione con<br />
l’extinction per mantenere l’autonomia di produzione<br />
sull’insieme dell’albero.<br />
5. Priv<strong>il</strong>egiare i punti di fruttificazione che si sv<strong>il</strong>uppano<br />
nel<strong>la</strong> parte periferica del<strong>la</strong> ramificazione (Conduite Centrifuge).<br />
- 8 -
Impianto<br />
ü Rispettare l’altezza del punto d’innesto<br />
Durante <strong>la</strong> messa a dimora degli astoni, è importante rispettare<br />
un’altezza minima di 10-15 cm tra <strong>il</strong> suolo e <strong>il</strong> punto<br />
d’innesto, condizione importante per <strong>la</strong> futura omogeneità<br />
del frutteto.<br />
Un punto d’innesto troppo basso può favorire nel corso degli<br />
anni l’affrancamento e <strong>il</strong> conseguente aumento del vigore<br />
vegetativo, gravando sul<strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> produzione futura.<br />
Inversamente un punto d’innesto troppo alto può provocare<br />
un blocco dell’accrescimento del<strong>la</strong> pianta (foto 3).<br />
Foto 3 - Altezza corretta del punto d’innesto.<br />
ü Piantare presto e legare <strong>la</strong> pianta ai f<strong>il</strong>i di sostegno<br />
Un impianto precoce favorisce una migliore ripresa vegetativa.<br />
È importante <strong>la</strong> legatura delle giovani piante per evitare che<br />
<strong>il</strong> vento le scuota troppo, penalizzando l’inizio dell’attività<br />
delle giovani radici.<br />
- 9 -
Disegno 4 - Astone all’impianto<br />
con tutti gli anticipati.<br />
ü L’astone non deve assolutamente essere ribattuto<br />
Devono essere eliminati gli anticipati troppo bassi (al di sotto<br />
del metro) e quelli di vigore uguale o superiore all’asse<br />
centrale (dis. 4 e 5).<br />
Conservare gli anticipati aventi <strong>la</strong> stessa età dell’astone permette<br />
di ottenere una produzione di qualche kg di mele al 2°<br />
anno, ma spesso questi sono all’origine di un futuro disequ<strong>il</strong>ibrio<br />
del<strong>la</strong> pianta.<br />
Lo strango<strong>la</strong>mento dell’astone, legato al<strong>la</strong> formazione di una<br />
tavo<strong>la</strong> bassa e forte, penalizza lo sv<strong>il</strong>uppo del<strong>la</strong> parte alta<br />
dell’albero.<br />
- 10 -<br />
Disegno 5 - Astone all’impianto dopo<br />
eliminazione degli anticipati bassi.
Primi anni del frutteto<br />
ü Favorire lo sv<strong>il</strong>uppo dell’asse centrale<br />
e piegare le branche<br />
È importante che <strong>il</strong> primo anno non ci sia una produzione<br />
e che <strong>il</strong> secondo anno <strong>la</strong> pianta non venga sovraccaricata<br />
(foto 4).<br />
Continuare <strong>la</strong> legatura dell’astone<br />
ai f<strong>il</strong>i superiori e conservare<br />
tutte le ramificazioni.<br />
Piegare le ramificazioni al di<br />
sotto dell’orizzontale, circa<br />
110° rispetto al<strong>la</strong> verticale,<br />
per anticipare l’induzione<br />
fiorale nel<strong>la</strong> parte apicale del<br />
ramo.<br />
La piegatura deve essere realizzata<br />
possib<strong>il</strong>mente all’inizio<br />
dell’autunno o al più tardi in<br />
primavera, al<strong>la</strong> ripresa vegetativa,<br />
su branche che abbiano<br />
raggiunto una lunghezza<br />
superiore ai 60 cm o meglio<br />
quando <strong>la</strong> loro lunghezza<br />
abbia superato <strong>la</strong> metà del<strong>la</strong><br />
distanza che intercorre tra<br />
due piante.<br />
Evitare <strong>la</strong> piegatura delle branche<br />
lungo <strong>il</strong> f<strong>il</strong>are, ma disporle<br />
verso l’esterno, tra i f<strong>il</strong>ari, per<br />
favorire una migliore penetrazione<br />
del<strong>la</strong> luce (dis. 6).<br />
ERRATO CORRETTO<br />
- 11 -<br />
Foto 4 - Fuji Kiku 8<br />
al 2° anno d’impianto.<br />
Disegno 6 - Visione<br />
dall’alto, orientamento<br />
delle branche fruttifere
Disegno 7 - Ut<strong>il</strong>izzo<br />
del f<strong>il</strong>o di ferro per <strong>la</strong><br />
piegatura dei rami.<br />
Disegno 8 - Angolo<br />
di piegatura corretto.<br />
Per dare alle branche <strong>il</strong> giusto angolo di curvatura si consiglia<br />
l’ut<strong>il</strong>izzo di un f<strong>il</strong>o di ferro di 1,5 mm di diametro circa e di<br />
lunghezza variab<strong>il</strong>e secondo l’esigenza (dis. 7, 8 e 9; foto 5).<br />
Disegno 9 - Piegatura<br />
da evitare. Foto 5 - Piegatura del ramo con <strong>il</strong> f<strong>il</strong>o di ferro.<br />
Disegno 10<br />
Piegatura<br />
delle branche.<br />
- 12 -<br />
Di norma si consiglia di non<br />
piegare più di 3 o 4 ramificazioni<br />
per pianta, poiché <strong>la</strong><br />
piegatura di tutte le branche<br />
penalizzerebbe <strong>il</strong> volume<br />
produttivo dell’albero.<br />
Ovviamente più <strong>la</strong> pianta è<br />
vigorosa e più branche verranno<br />
piegate (dis. 10).<br />
Durante <strong>il</strong> periodo estivo<br />
(giugno-luglio) risulta molto<br />
efficace l’eliminazione di<br />
eventuali ricacci vegetativi<br />
che si sono formati sul dorso<br />
delle branche in corrispondenza<br />
delle piegature.<br />
Ritardare questa operazione<br />
provoca degli squ<strong>il</strong>ibri vegetativi<br />
al<strong>la</strong> pianta, mentre
l’eliminazione in verde dei ricacci<br />
favorisce uno sv<strong>il</strong>uppo più equ<strong>il</strong>ibrato<br />
del<strong>la</strong> ramificazione fruttifera (dis. 11).<br />
Gli eventuali ricacci formatisi in posizione<br />
<strong>la</strong>terale al<strong>la</strong> branca, se non troppo<br />
vigorosi, possono essere mantenuti<br />
e successivamente piegati per favorire<br />
<strong>la</strong> formazione di una ramificazione<br />
complessa.<br />
3° anno del frutteto<br />
ü Piegatura delle branche e dell’asse centrale<br />
Continuano le operazioni di piegatura delle branche più<br />
vigorose.<br />
La piegatura del<strong>la</strong> cima migliora l’equ<strong>il</strong>ibrio generale dell’albero.<br />
Ecco perché quando <strong>la</strong> cima supera di circa 70-90 cm<br />
l’ultimo f<strong>il</strong>o di sostegno, occorre piegar<strong>la</strong> con un arco ampio,<br />
evitando in modo assoluto piegature orizzontali. Una volta<br />
attaccata <strong>la</strong> cima bisogna condur<strong>la</strong> come se fosse una branca<br />
fruttifera, evitando di far<strong>la</strong> “correre” lungo <strong>il</strong> f<strong>il</strong>o (dis. 12; foto 6).<br />
In alcune varietà non è sempre necessario<br />
forzare <strong>la</strong> piegatura<br />
poiché le cime piegano da<br />
sole con <strong>il</strong> peso dei frutti.<br />
Inoltre, se nel<strong>la</strong> potatura<br />
tradizionale <strong>la</strong> semplificazione<br />
del<strong>la</strong> cima era<br />
una priorità, questa necessità<br />
ora viene meno<br />
e diventa possib<strong>il</strong>e <strong>la</strong>sciare<br />
anche due o più<br />
cime (foto 7).<br />
È sempre importante<br />
l’eliminazione, durante<br />
<strong>il</strong> periodo estivo, degli<br />
eventuali ricacci vegetativi<br />
che si sono formati<br />
sul dorso delle branche<br />
in corrispondenza delle<br />
piegature.<br />
- 13 -<br />
Disegno 11<br />
Eliminazione in estate<br />
dei ricacci vegetativi.<br />
Disegno 12<br />
Piegatura del<strong>la</strong> cima.
Foto 6 - Elstar: piegatura del<strong>la</strong> cima.<br />
Foto 7 - Royal Ga<strong>la</strong>: cima sdoppiata e piegata naturalmente con <strong>il</strong> peso del<strong>la</strong> fruttificazione.<br />
- 14 -
4° anno del frutteto<br />
ü Piegatura branche e creazione<br />
del camino centrale e extinction 15<br />
Continuano le operazioni di piegatura<br />
delle branche più vigorose che non piegano<br />
sotto <strong>il</strong> peso dei frutti. È sempre importante,<br />
per mantenere l’equ<strong>il</strong>ibrio del<strong>la</strong><br />
pianta, l’eliminazione degli eventuali ricacci<br />
sul dorso delle branche e del<strong>la</strong> cima.<br />
Un elemento molto importante del<strong>la</strong> Conduite<br />
Centrifuge è <strong>la</strong> luce, fattore indispensab<strong>il</strong>e<br />
che garantisce <strong>la</strong> perennità, l’autonomia e<br />
<strong>la</strong> qualità dei punti di fruttificazione.<br />
Per questo motivo, durante <strong>il</strong> riposo vegetativo,<br />
si provvederà a creare un camino di luce nel<strong>la</strong> parte centrale<br />
del<strong>la</strong> pianta asportando le <strong>la</strong>mburde dell’asse centrale e<br />
quelle poste nei primi 15-20 cm dal punto d’inserzione delle<br />
branche con <strong>il</strong> tronco.<br />
Questa operazione, creando una zona senza vegetazione intorno<br />
al tronco, permette al<strong>la</strong> luce di penetrare anche nelle<br />
parti più basse ed interne del<strong>la</strong> pianta (dis. 13; foto 8).<br />
Foto 8 - Jonagold: camino centrale.<br />
- 15 -<br />
Disegno 13<br />
Pianta vista dall’alto:<br />
camino centrale.<br />
15 Eliminazione artificiale<br />
delle <strong>la</strong>mburde. Potatura<br />
praticata direttamente<br />
sugli organi fruttiferi.
Disegno 14<br />
Branca prima<br />
dell’extinction artificiale.<br />
Disegno 15<br />
Branca dopo extinction<br />
artificiale. Camino<br />
centrale più<br />
eliminazione delle<br />
<strong>la</strong>mburde poste sotto<br />
<strong>il</strong> ramo.<br />
Il 4° anno, secondo le varietà e se non ci sono stati problemi<br />
durante <strong>la</strong> formazione delle piante, corrisponde al primo<br />
anno di forte produzione.<br />
L’assenza di tagli di ritorno sul<strong>la</strong> ramificazione<br />
porta all’“invecchiamento” delle branche<br />
e all’aumento nel tempo del numero<br />
di punti di fruttificazione (<strong>la</strong>mburde,<br />
brind<strong>il</strong>li ecc.).<br />
- 16 -<br />
In questa fase diventa dunque importante<br />
intervenire sul<strong>la</strong> pianta per<br />
rego<strong>la</strong>re <strong>il</strong> rapporto tra produzione e<br />
accrescimento ed evitare di incorrere<br />
in fenomeni di alternanza.<br />
Per mantenere un buon equ<strong>il</strong>ibrio fisiologico del<strong>la</strong> pianta<br />
non verranno effettuati dei tagli di rinnovo sul<strong>la</strong> ramificazione<br />
fruttifera.<br />
Prendendo in considerazione <strong>il</strong> comportamento<br />
naturale delle diverse varietà,<br />
s’interverrà con l’extinction artificiale<br />
che permette di control<strong>la</strong>re al meglio<br />
l’accrescimento vegetativo e <strong>la</strong> densità<br />
dei punti di fruttificazione.<br />
In poche parole si effettuerà un diradamento<br />
degli organi fruttiferi.<br />
Quest’operazione sarà realizzata manualmente<br />
solo sulle branche piegate<br />
sotto l’orizzontale e ben equ<strong>il</strong>ibrate, iniziando<br />
con l’eliminazione di tutte le <strong>la</strong>mburde più deboli e<br />
sistematicamente di tutte quelle che si sono sv<strong>il</strong>uppate sotto<br />
<strong>la</strong> ramificazione, perché poco esposte al<strong>la</strong> luce e perché producono<br />
frutti di scarsa qualità (dis. 14 e 15; foto 9, 10 e 11).<br />
Successivamente diventa importante determinare l’intensità<br />
dell’extinction, cioè <strong>il</strong> numero di organi fruttiferi ideale da<br />
<strong>la</strong>sciare sul<strong>la</strong> pianta, per ottenere delle produzioni di qualità.
- 17 -<br />
Foto 9 - Royal Ga<strong>la</strong>:<br />
branca complessa del<strong>la</strong><br />
Conduite Centrifuge.<br />
Foto 10 - Guanto<br />
per l’extinction.<br />
Foto 11 - Royal Ga<strong>la</strong>:<br />
extinction sotto <strong>il</strong> ramo.
Ricordiamo inoltre che l’extinction è un’operazione di potatura,<br />
dunque, come tutte le potature, se troppo severa rischia<br />
di r<strong>il</strong>anciare <strong>il</strong> vigore con cacciate indesiderate, se troppo<br />
b<strong>la</strong>nda rischia di produrre frutti di scarsa qualità. In entrambi<br />
i casi si comprometterebbe l’equ<strong>il</strong>ibrio vegeto-produttivo<br />
del<strong>la</strong> pianta.<br />
Il gruppo MAFCOT francese ha messo a punto un metodo<br />
oggettivo di misurazione e controllo del numero di gemme<br />
da <strong>la</strong>sciare per ottenere <strong>la</strong> produzione desiderata.<br />
Apparentemente <strong>il</strong> principio può sembrare complesso, ma<br />
in realtà è semplice e soprattutto logico, poiché si basa sul<strong>la</strong><br />
misurazione del diametro delle branche fruttifere e sul calcolo<br />
del numero di gemme a fiore da <strong>la</strong>sciare per ogni branca.<br />
Precisiamo che <strong>la</strong> misurazione delle branche non viene<br />
estesa all’intero frutteto perché comporterebbe un tempo di<br />
esecuzione troppo lungo e di conseguenza costoso.<br />
Per questi motivi è importante che <strong>il</strong> frutticoltore prima di<br />
iniziare l’extinction sull’intero frutteto faccia una simu<strong>la</strong>zione<br />
misurando un numero di piante rappresentative dell’appezzamento,<br />
da cui, in base ad un calcolo che considera <strong>la</strong><br />
pezzatura desiderata dei frutti e <strong>la</strong> produzione ad ettaro che<br />
vuole realizzare, decide <strong>il</strong> numero di gemme da <strong>la</strong>sciare per<br />
ogni cm 2 di branca.<br />
Di seguito vengono descritte, con un esempio, le varie operazioni<br />
da seguire per impostare una simu<strong>la</strong>zione di calcolo.<br />
Come dosare l’extinction?<br />
1. Valutare <strong>il</strong> potenziale produttivo del frutteto.<br />
Solo <strong>il</strong> produttore, con l’aiuto del tecnico, può valutare<br />
quanto può produrre <strong>il</strong> frutteto prendendo in considerazione<br />
età, vigore delle piante, sesto d’impianto e obiettivi<br />
economici che si vogliono raggiungere.<br />
2. Determinare <strong>la</strong> somma delle sezioni delle branche.<br />
- Selezionare 5 piante rappresentative del frutteto.<br />
- Misurare <strong>il</strong> diametro delle branche.<br />
- Calco<strong>la</strong>re l’area del<strong>la</strong> sezione di ogni branca e per ogni<br />
pianta calco<strong>la</strong>rne <strong>la</strong> media.<br />
3. Determinare <strong>il</strong> numero di punti di fruttificazione per cm 2<br />
di sezione del<strong>la</strong> branca.<br />
- 18 -
Branche<br />
Diametro<br />
mm<br />
R<strong>il</strong>ievi in un frutteto di Golden Delicious<br />
4 anni, sesto 4 * 1,25 (2000 piante /ha)<br />
Pianta 1 Pianta 2 Pianta 3 Pianta 4 Pianta 5<br />
Area<br />
sezione<br />
cm 2<br />
Diametro<br />
mm<br />
Area<br />
sezione<br />
cm 2<br />
Diametro<br />
mm<br />
- 19 -<br />
Area<br />
sezione<br />
cm 2<br />
Diametro<br />
mm<br />
Area<br />
sezione<br />
cm 2<br />
Diametro<br />
mm<br />
Area<br />
sezione<br />
cm 2<br />
br1 14 1,5 12 1,1 12 1,1 15 1,8 14 1,5<br />
br2 12 1,1 16 2,0 10 0,8 16 2,0 19 2,8<br />
br3 15 1,8 12 1,1 13 1,3 14 1,5 13 1,3<br />
br4 11 0,9 13 1,3 14 1,5 15 1,8 12 1,1<br />
br5 13 1,3 14 1,5 15 1,8 17 2,3 19 2,8<br />
br6 13 1,3 14 1,5 15 1,8 13 1,3 16 2,0<br />
br7 14 1,5 15 1,8 13 1,3 16 2,0 17 2,3<br />
br8 16 2,0 14 1,5 14 1,5 13 1,3 18 2,5<br />
br9 14 1,5 13 1,3 16 2,0 18 2,5 14 1,5<br />
br10 12 1,1 16 2,0 14 1,5 12 1,1 15 1,8<br />
br11 13 1,3 13 1,3 12 1,1 16 2,0 18 2,5<br />
br12 14 1,5 15 1,8 12 1,1 12 1,1 19 2,8<br />
br13 12 1,1 17 2,3 14 1,5 13 1,3 Media<br />
Tot<br />
sezioni<br />
cm 2<br />
Diametro<br />
mm<br />
17,9 20,5 18,3 22,0 24,9 20,7<br />
Calcolo area del<strong>la</strong> sezione in cm 2 : 3,14 * (raggio in mm) 2 /100<br />
Tabel<strong>la</strong> di conversione<br />
9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30<br />
Area cm 2 0,6 0,8 0,9 1,1 1,3 1,5 1,8 2 2,3 2,5 2,8 3,1 3,5 3,8 4,2 4,5 4,9 5,3 5,7 6,2 6,6 7,1
Disegno 16 - Stadi ottimali per effettuare l’extinction.<br />
Nell’esempio riportato, <strong>il</strong> potenziale produttivo del frutteto<br />
è stimato a 300 q/ha, per un obiettivo commerciale di 5,2<br />
frutti per kg (frutti di pezzatura 75/80 mm per un peso di<br />
circa 192 grammi):<br />
30000 kg/ha * 5,2 / 2000 piante per ettaro = 78 frutti per<br />
pianta.<br />
Otteniamo dunque 78 frutti / 20,7 (sezione media in cm 2 ) =<br />
3,76 frutti / cm 2 di sezione.<br />
Considerando un frutto per mazzetto, con un margine del<br />
10%, per ottenere una produzione di Golden D. stimata a 300<br />
q/ha, con frutti di 190 grammi circa, durante l’operazione di<br />
extinction si dovranno <strong>la</strong>sciare 4 punti di fruttificazione<br />
per ogni cm 2 di sezione di branca.<br />
Questo semplice calcolo è un mezzo efficace per distribuire<br />
in modo ragionato <strong>il</strong> potenziale produttivo del frutteto sul<strong>la</strong><br />
ramificazione fruttifera.<br />
Determinato <strong>il</strong> numero di gemme da <strong>la</strong>sciare, in base al<strong>la</strong> sezione<br />
delle branche, si procede con l’extinction.<br />
Tale operazione trova <strong>la</strong> sua migliore attuazione nel periodo<br />
che va da mazzetti affioranti (STADIO D – D 3 ) sino al<strong>la</strong> fioritura<br />
(STADIO F – F 2 ) (dis. 16; foto 12 e 13).<br />
- 20 -
Foto 12 - Jonagold prima dell’extinction.<br />
Foto 13 - Jonagold dopo extinction.<br />
- 21 -
Per velocizzare le operazioni di extinction e migliorare<br />
<strong>la</strong> distribuzione degli organi fruttiferi<br />
sull’insieme del<strong>la</strong> chioma, viene usato un regolo<br />
chiamato equ<strong>il</strong>ifruit su cui è indicata l’area<br />
del<strong>la</strong> sezione del<strong>la</strong> branca e <strong>il</strong> corrispondente<br />
numero di gemme da mantenere sul<strong>la</strong> branca<br />
stessa (foto 14 e 15).<br />
Foto 14 - Regolo Equ<strong>il</strong>ifruit tarato<br />
a 6 frutti / cm 2 di sezione di branca.<br />
• F15 Numero di punti di fruttificazione<br />
Una branca di 18 mm di diametro, ossia una sezione di 2,5 cm 2<br />
su una base di 6 punti di fruttificazione / cm 2 ,<br />
porterà 2,5 * 6 = 15 punti di fruttificazione<br />
• Δ 3 Delta di correzione.<br />
Il valore all’interno del triangolino è da aggiungere o da sottrarre<br />
per aumentare o ridurre di 1 punto di fruttificazione per cm 2 di sezione.<br />
Per un diametro di 18 mm per passare da 6 a 4 punti<br />
di fruttificazione / cm 2 è sufficiente sottrarre 2 volte di delta di correzione<br />
15 - 6 = 9 punti di fruttificazione / cm 2 da distribuire su questa branca.<br />
Foto 15 - Ut<strong>il</strong>izzo dell’Equ<strong>il</strong>ifruit.<br />
- 22 -
L’ut<strong>il</strong>izzo dell’equ<strong>il</strong>ifruit permette<br />
dunque una ripartizione equ<strong>il</strong>ibrata e<br />
ottimale del<strong>la</strong> fruttificazione sull’intera<br />
chioma (foto 16).<br />
Anni successivi<br />
Dopo i primi 2 anni di extinction <strong>la</strong><br />
“potatura” annuale sarà un’operazione<br />
semplice, finalizzata al mantenimento<br />
dell’equ<strong>il</strong>ibrio fisiologico del<strong>la</strong> pianta.<br />
Essa sarà realizzata più rapidamente<br />
solo per eliminare eventuali ricacci<br />
vegetativi, per diradare i punti di fruttificazione<br />
in esubero ed eventualmente<br />
per eliminare le branche che possano<br />
compromettere <strong>la</strong> penetrazione del<strong>la</strong><br />
luce.<br />
Come già detto più volte, questo tipo<br />
di allevamento non prevede cospicui<br />
e <strong>la</strong>boriosi interventi di potatura di<br />
rinnovo. In alcuni casi però, quando<br />
l’accrescimento del<strong>la</strong> ramificazione<br />
fruttifera nel<strong>la</strong> parte più periferica comincia ad esaurirsi<br />
(cacciate troppo deboli e gemme di cattiva qualità), diventa<br />
necessario ringiovanir<strong>la</strong> con moderati interventi di ritorno<br />
per rinvigorire i punti restanti (dis. 17 e 18).<br />
Disegno 17 - Branca esaurita. Disegno 18 - Branca rinvigorita<br />
dopo un moderato intervento di potatura.<br />
- 23 -<br />
Foto 16 - Starking:<br />
ripartizione ottimale<br />
dei frutti nel<strong>la</strong> chioma.
Disegni 19 - Rappresentazione schematica del sistema di allevamento So<strong>la</strong>xe.<br />
- 24 -
Conclusioni<br />
Grazie alle ricerche condotte dall’INRA sul melo, <strong>il</strong> concetto<br />
di forma basato sul<strong>la</strong> potatura e dunque sul<strong>la</strong> costruzione<br />
del<strong>la</strong> pianta è evoluto verso un allevamento più rispettoso<br />
del<strong>la</strong> fisiologia dell’albero.<br />
La scoperta del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione positiva tra <strong>il</strong> fenomeno di extinction<br />
naturale e una produzione rego<strong>la</strong>re, osservato su<br />
alcune varietà (Granny Smith), ha condotto a proporre un<br />
allevamento del<strong>la</strong> pianta con l’applicazione dell’extinction<br />
artificiale sulle diverse varietà.<br />
La sperimentazione attuale è orientata al mantenimento del<strong>la</strong><br />
totalità del<strong>la</strong> ramificazione dell’albero e al<strong>la</strong> realizzazione<br />
delle extinctions artificiali per control<strong>la</strong>re <strong>la</strong> densità dei<br />
punti di fruttificazione.<br />
Risulta interessante mettere in evidenza i risultati finora osservati:<br />
• Miglior equ<strong>il</strong>ibrio fisiologico dell’albero (foto 17)<br />
L’equ<strong>il</strong>ibrio vegeto-produttivo è raggiunto più rapidamente<br />
rispetto al<strong>la</strong> potatura c<strong>la</strong>ssica, che con i tagli mantiene<br />
un accrescimento vegetativo a volte eccessivo e eterogeneo.<br />
• Aumento del volume di produzione (foto 18)<br />
Le piante sv<strong>il</strong>uppano un volume vegetativo più ampio e<br />
mantengono un buon equ<strong>il</strong>ibrio; <strong>la</strong> fruttificazione risulta<br />
meglio distribuita nello spazio, con un’ottimale esposizione<br />
al<strong>la</strong> luce.<br />
• Produzione più omogenea (foto 19)<br />
Con <strong>la</strong> Conduite Centrifuge si ottiene una produzione<br />
più omogenea, con un aumento delle c<strong>la</strong>ssi di pezzatura<br />
ed una migliore colorazione dei frutti.<br />
• Rego<strong>la</strong>rità di produzione (foto 20 e 21)<br />
L’applicazione dell’extinction permette di rego<strong>la</strong>re e di<br />
mantenere nel corso degli anni <strong>la</strong> produzione, ovviando<br />
al problema dell’alternanza.<br />
• Riduzione nel corso degli anni dei tempi di <strong>la</strong>voro<br />
Durante i primi anni di applicazione questo sistema di allevamento<br />
richiede un impegno considerevole, che tende<br />
tuttavia a diminuire in quanto negli anni successivi sono<br />
necessari solo piccoli interventi di “manutenzione”.<br />
- 25 -
Foto 17 - Obroga<strong>la</strong>: pianta ben equ<strong>il</strong>ibrata.<br />
- 26 -
Foto 18 - Golden Delicious: distribuzione ottimale dei frutti sull’intero volume.<br />
- 27 -
Foto 19 - Fuji Kiku 8: pezzatura e colore dei frutti omogenei.<br />
- 28 -
Foto 20 - Starking: produzione 2003.<br />
Foto 21 - Starking: produzione 2004.<br />
- 29 -
Principali concetti da ricordare<br />
Di seguito riassumiamo i principi fondamentali del So<strong>la</strong>xe e<br />
del<strong>la</strong> Conduite Centrifuge.<br />
• L’ALBERO E LA RAMIFICAZIONE FRUTTIFERA<br />
1) Il concetto So<strong>la</strong>xe proposto dal gruppo MAFCOT integra<br />
<strong>la</strong> formazione progressiva del<strong>la</strong> pianta nel tempo e <strong>la</strong> perennità<br />
delle fruttificazioni future del melo.<br />
2) La ramificazione fruttifera è l’entità di riflessione e di <strong>la</strong>voro<br />
nel<strong>la</strong> ricerca dell’equ<strong>il</strong>ibrio e nel<strong>la</strong> rego<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong><br />
fruttificazione.<br />
3) Una ramificazione alta, sopra <strong>il</strong> metro, permette ai rami di<br />
poter scendere sotto l’orizzontale, di fruttificare rapidamente<br />
e di fermarsi in modo naturale.<br />
4) La piegatura sotto l’orizzontale si effettua quando <strong>la</strong> lunghezza<br />
del ramo ha superato <strong>la</strong> metà del<strong>la</strong> distanza che<br />
intercorre tra due piante.<br />
5) La piegatura sotto l’orizzontale del<strong>la</strong> ramificazione (110°<br />
circa) permette di anticipare <strong>la</strong> messa a frutto.<br />
6) Il numero di rami inseriti sul tronco è indefinito, varia in<br />
base al tipo di pianta e può variare nel tempo secondo <strong>la</strong><br />
penetrazione del<strong>la</strong> luce.<br />
7) La ramificazione fruttifera si suddivide in più sottobranche,<br />
che a loro volta diventeranno dei rami fruttiferi.<br />
8) La piegatura del<strong>la</strong> cima e delle ramificazioni fruttifere<br />
non deve essere orizzontale, per evitare <strong>la</strong> formazione di<br />
ricacci vegetativi indesiderati. L’orizzontalità è <strong>la</strong> peggiore<br />
delle piegature.<br />
9) La piegatura del<strong>la</strong> cima deve essere effettuata con un<br />
arco ampio e deve essere gestita come una ramificazione<br />
<strong>la</strong>terale per meglio control<strong>la</strong>re l’equ<strong>il</strong>ibrio generale del<strong>la</strong><br />
pianta.<br />
10) L’evoluzione del<strong>la</strong> ramificazione nel<strong>la</strong> parte periferica<br />
del<strong>la</strong> chioma è una garanzia per ottenere <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rità<br />
del<strong>la</strong> fruttificazione.<br />
- 30 -
• LETTURA DELL’EQUILIBRIO<br />
DELLA RAMIFICAZIONE FRUTTIFERA<br />
1) Quando non compaiono più ricacci vegetativi significa<br />
che <strong>la</strong> ramificazione inizia ad equ<strong>il</strong>ibrarsi.<br />
2) Un ricaccio, se posizionato <strong>la</strong>teralmente, può essere ut<strong>il</strong>izzato<br />
per suddividere <strong>il</strong> vigore in eccesso e per raggiungere<br />
più rapidamente l’equ<strong>il</strong>ibrio del<strong>la</strong> ramificazione<br />
fruttifera.<br />
3) L’equ<strong>il</strong>ibrio fisiologico del<strong>la</strong> ramificazione fruttifera è<br />
ben visib<strong>il</strong>e quando <strong>la</strong> fruttificazione è situata su organi<br />
fruttiferi autonomi che permettono <strong>la</strong> perennità naturale<br />
e annuale dell’induzione fiorale.<br />
4) La “stanchezza” del<strong>la</strong> ramificazione fruttifera si manifesta<br />
nel<strong>la</strong> parte apicale, con cacciate corte e con gemme di<br />
cattiva qualità; in questo caso diventa necessario rinvigorir<strong>la</strong><br />
con moderati tagli di ritorno.<br />
• L’EXTINCTION: UN MEZZO PER OTTENERE<br />
L’EQUILIBRIO DELLA RAMIFICAZIONE FRUTTIFERA<br />
1) Il numero di frutti ottimale è calco<strong>la</strong>to in funzione dell’area<br />
del<strong>la</strong> ramificazione fruttifera.<br />
2) L’extinction artificiale nel<strong>la</strong> parte centrale dell’albero è<br />
fatta progressivamente dal primo anno di forte fioritura.<br />
Il camino centrale permette <strong>il</strong> passaggio del<strong>la</strong> luce indiretta<br />
favorendo <strong>la</strong> colorazione, <strong>la</strong> pezzatura dei frutti e<br />
l’induzione fiorale all’interno del<strong>la</strong> chioma.<br />
3) Inizialmente con l’extinction artificiale saranno eliminate<br />
le gemme più deboli e sistematicamente quelle che si<br />
trovano sotto <strong>la</strong> ramificazione fruttifera.<br />
4) Con l’extinction artificiale si rinvigorisce <strong>la</strong> ramificazione<br />
fruttifera, favorendo <strong>la</strong> formazione di brind<strong>il</strong>li sui siti<br />
di produzione.<br />
5) L’ut<strong>il</strong>izzo del regolo equ<strong>il</strong>ifruit permette di control<strong>la</strong>re <strong>il</strong><br />
numero ottimale di frutti da <strong>la</strong>sciare sul<strong>la</strong> ramificazione,<br />
considerando <strong>la</strong> pezzatura che si desidera ottenere.<br />
6) L’autonomia dei punti di fruttificazione permette di ottenere<br />
una distanza sufficiente tra due organi fruttiferi<br />
e favorisce <strong>la</strong> disposizione spaziale del<strong>la</strong> fruttificazione<br />
nel<strong>la</strong> chioma, migliorando <strong>la</strong> colorazione dei frutti.<br />
7) Una dispersione dei siti di produzione permette di ottenere<br />
una più grande superficie fogliare (foglie più grandi<br />
e più numerose), dunque una migliore nutrizione degli<br />
organi fruttiferi.<br />
- 31 -
Bibliografia<br />
AQUIFRUIT TECHNIQUES ET DÉVELOPPEMENT,<br />
décembre 2000. Récapitu<strong>la</strong>tif des acquisitions<br />
récentes.<br />
DELTA SUD. Formation ADEFOSCA. Saint-<br />
Rémy de Provence.<br />
DIEMOZ M., 2002. Le pommier: conduire ou<br />
ta<strong>il</strong>ler? Informatore agricolo.<br />
DIEMOZ M., VITTONE G., PANTEZZI T., 2003.<br />
Potatura del melo: possib<strong>il</strong>i evoluzioni.<br />
Terra Trentina n. 1.<br />
DIEMOZ M., VITTONE G., PEANO M., PANTEZZI<br />
T., 2002. La potatura lunga del melo con<br />
diradamento delle <strong>la</strong>mburde. Informatore<br />
agrario n. 25.<br />
LARRIVE G., LAURI P. E., MAFCOT, 1999, 2000,<br />
2001, 2002. Intérêt agronomique de l’extinction<br />
artificielle.<br />
LARRIVE G., LESPINASSE J. M., LAURI P.E.,<br />
MAFCOT SUD OUEST, 2002. Conduite du<br />
pommier, <strong>la</strong> technique de l’extinction.<br />
Publication CIREA.<br />
LARRIVE G., MAFCOT, 2000. Mise au point de<br />
<strong>la</strong> conduite centrifuge.<br />
- 32 -<br />
LAURI P. E., 1996. Re<strong>la</strong>tion entre l’extinction<br />
naturelle et <strong>la</strong> régu<strong>la</strong>rité de production.<br />
LAURI P. E., 2003. Physiologie et Conduite.<br />
Rencontres nationales MAFCOT, Agen<br />
Boé, 20 novembre.<br />
LAURI P. E., LESPINASSE J. M., DELORT F.,<br />
TÉROUANNE E., RODRIGUEZ R., 1996.<br />
Analyse des branches fruitières et régu<strong>la</strong>rité<br />
de fructification. Fruits et légumes<br />
n. 146.<br />
LESPINASSE J. M., DELORT F., 1993. Importance<br />
de <strong>la</strong> bourse terminale.<br />
LESPINASSE J. M. ET J., DELORT F., 1994. Le<br />
verger de pommier: conduire ou ta<strong>il</strong>ler?<br />
Revue Suisse de Viticulture, Arboriculture<br />
et Horticulture n. 26.<br />
LESPINASSE J. M., HUCBOURG B., AYMARD J.,<br />
1990-1996. Intérêt de <strong>la</strong> branche fruitière<br />
libre avec suppression des réitérations.<br />
MAFCOT, 2000. MAFCOT Pommier: Extinction<br />
et conduite centrifuge. Réussir fruits<br />
& légumes, février.<br />
MAFCOT. Pommier: 5 points essentiels pour<br />
le contrôle de sa fructification.
manuale a cura di: Morgan Diemoz<br />
<strong>Institut</strong> <strong>Agricole</strong> <strong>Régional</strong><br />
Région La Rochère 1/A<br />
11100 AOSTA<br />
in copertina: Maigold Champ<strong>la</strong>n 2004<br />
disegni e foto: Morgan Diemoz<br />
impaginazione e stampa: Arti Grafiche E. DUC