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Alla ricerca di Focerò - Mediterranea

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Focero' DEF:Focero' DEF 17-11-2008 21:52 Pagina 16<br />

16 | <strong>Alla</strong> <strong>ricerca</strong> <strong>di</strong> <strong>Focerò</strong> | Michele Fasolo<br />

44 Orestis, abbate <strong>di</strong> S. Angelo con un<br />

suo priore, Nicholaus, notaio <strong>di</strong> Naso,<br />

il notaio Nichitor con il notaio<br />

Nicholao <strong>di</strong> Fitalie, Petrus, notaio figlio<br />

<strong>di</strong> Nichite Plicarpi, Robertus Brihennis,<br />

Mule Unglofaua, l’anziano Iohannes<br />

Gaitanus. Inoltre ex hominibus vero<br />

pactensibus il soldato Pagano figlio <strong>di</strong><br />

Osmundo, Goffredus potentia, Symon<br />

Carbonis o Cor bovis, Petrus stoccatus,<br />

Iohannes de ioffo, Robertus rufus,<br />

Robertus ferraie, Paganus blasferratus o<br />

blasfematus, Odo senescalcus et alii<br />

quam plures ex illis pertinentiis.<br />

45 Il nome Brihennis potrebbe avere a<br />

che fare con il toponimo Monte<br />

Brignolo, nel comune <strong>di</strong> Piraino, a<br />

questo punto più che un<br />

fitotoponimo un pre<strong>di</strong>ale.<br />

46 M. Amari, Storia dei Musulmani in<br />

Sicilia, vol. III, parte I, Firenze, 2003,<br />

p. 192.<br />

47 Il toponimo ricorre nel territorio<br />

dell’o<strong>di</strong>erno comune <strong>di</strong> Librizzi.<br />

48 Una località Stuppara esiste, ad una<br />

certa <strong>di</strong>stanza dal contesto territoriale<br />

sopra ipotizzato, nel territorio del<br />

comune <strong>di</strong> Librizzi.<br />

49 O perché questi sono stati ampliati<br />

o molto più probabilmente perchè<br />

sono stati ridotti in forza <strong>di</strong> nuove<br />

concessioni od appropriazioni.<br />

50 A. Sidoti e R. Magistri, Il vescovato<br />

<strong>di</strong> Lipari Patti nella monarchia<br />

normanna, Messina, 2007, p. 94, 96-<br />

97. I due stu<strong>di</strong>osi sottolineano come<br />

solamente il <strong>di</strong>ploma bilingue del<br />

1143 fosse ritenuto quello valido<br />

tanto da essere preso in<br />

considerazione nel 1277 dal vescovo<br />

Bartolomeo Varellis perché un<br />

pubblico notaio ne facesse un<br />

transunto da esibire in caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>spute.<br />

51 Non risulta più menzionato il<br />

“fiume del villaggio <strong>di</strong> Mauro”.<br />

52 P. Collura, "Appen<strong>di</strong>ce al regesto<br />

dei <strong>di</strong>plomi <strong>di</strong> re Ruggero compilato<br />

da Erich Caspar" in Atti del Convegno<br />

Internazionale <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Ruggeriani (21-<br />

25 aprile 1954), Palermo, 1955, vol.<br />

II, p. 614-622<br />

53 S. Cusa, I <strong>di</strong>plomi greci ed arabi <strong>di</strong><br />

Sicilia pubblicati nel testo originale,<br />

tradotti ed illustrati da Salvatore Cusa,<br />

1 v. in 2 tomi, Palermo, 1868-1882<br />

(e<strong>di</strong>z. A cura <strong>di</strong> A. Noth, Köln- Wien,<br />

1982), I, 2 , n. 67, p. 525-527, 712-713.<br />

54 Nel Typicon del S. Salvatore <strong>di</strong><br />

Messina troviamo S. Costantino ed<br />

Elena, tîn ¡g…wn meg£lwn<br />

basilšwn Kwnstant…non kaˆ<br />

`Elšnhj, ma non il solo Costantino<br />

Imperatore cui la chiesetta venne<br />

de<strong>di</strong>cata forse in un epoca, dopo<br />

l’e<strong>di</strong>tto <strong>di</strong> Leone Isaurico del 726, in<br />

cui la chiesa siciliana, separata dalla<br />

sede romana, era legata invece a<br />

Costantinopoli. M. Arranz, Le<br />

Typicon du Monastere du Saint –<br />

Sauveur à Messine, Roma, 1969, 21 –<br />

V, p. 152, 372.<br />

<strong>Focerò</strong> tra le alture possibili non può che identificarsi nella più alta ovvero in quella da<br />

monte Caldo a monte Fossa della Neve.<br />

I confini interni <strong>di</strong> <strong>Focerò</strong> (confini dell'abbazia <strong>di</strong> S. Angelo sopra il fiume Lizicò) nel<br />

<strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Ruggero II del 1143.<br />

Ulteriori in<strong>di</strong>cazioni ci provengono dalla descrizione dei confini interni <strong>di</strong> <strong>Focerò</strong><br />

con le terre dell’abbazia <strong>di</strong> S. Angelo contenute nello stesso <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> conferma <strong>di</strong><br />

Ruggero II <strong>di</strong> <strong>Focerò</strong> a Giovanni categumeno <strong>di</strong> Patti.<br />

Il confine del territorio «ha inizio dalla valle <strong>di</strong> (S.) Silvestro e la risale sino alla cima del<br />

predetto <strong>Focerò</strong>». Abbiamo un ulteriore conferma da questa in<strong>di</strong>cazione che <strong>Focerò</strong> è<br />

quin<strong>di</strong> il punto imme<strong>di</strong>atamente al <strong>di</strong> sopra dell’o<strong>di</strong>erno vallone <strong>di</strong> S. Silvestro, ovvero<br />

una delle cime tra Fossa della Neve e monte Saraceni. Dato che poi il confine è detto<br />

<strong>di</strong>scendere «la cresta sino all'antico incrocio» se ne deduce che <strong>Focerò</strong> è anche, sulla linea<br />

spartiacque, in<strong>di</strong>viduato dalla posizione rispetto al vallone <strong>di</strong> S. Silvestro, nel punto più<br />

alto rispetto ad un andamento descrittivo della descrizione che si sno<strong>di</strong> verso settentrione<br />

coinvolgendo in successione le cime tra monte Saraceni e monte Fossa della Neve.<br />

Quin<strong>di</strong> il confine <strong>di</strong>scende la cresta sino all'antica croce, ovvero un incrocio. Analizzando<br />

la morfologia un incrocio è possibile solamente in corrispondenza del monte Centarberi.<br />

Da tale punto il confine «<strong>di</strong>scende la stessa cresta sino alla salandra (sal£ndraj) e fino al<br />

fiume <strong>di</strong> S. Angelo» e «risale fiume fiume sino alla valle detta Melissara che è tra i villaggi<br />

(cÒria 61 ) <strong>di</strong> Lisicò ed Anzà e risale la valle sino alla cresta nella quale si trova la fonte detta<br />

Mortò». La circostanza che il confine risalga dopo questo percorso il fiume <strong>di</strong> S.Angelo ci<br />

fa escludere un precedente andamento in senso orario verso il valico <strong>di</strong> monte<br />

Castegnarazza. Piuttosto l’antico incrocio va collocato presso il monte Centarberi con<br />

possibile <strong>di</strong>scesa del crinale, ad una prima lettura, per contrada S.Carlo e quin<strong>di</strong> per il<br />

torrente Gabella. Ove però si legga invece <strong>di</strong> sal£ndraj scal£ndraj (Scialandri) il<br />

limite dei posse<strong>di</strong>menti doveva toccare il fiume <strong>di</strong> S.Angelo in località Vetriolo dove, sulla<br />

destra orografica, emerge un affioramento <strong>di</strong> banchi <strong>di</strong> marmi dell'Unità<br />

dell’Aspromonte. InoItre il toponimo Scialandri si conserva, alcune centinaia <strong>di</strong> metri più<br />

a settentrione nella parte alta del vallone <strong>di</strong> Mosè. 62 Solamente in tal caso si avrebbe una<br />

risalita del fiume degna <strong>di</strong> menzione come quella riportata effettivamente nel documento<br />

che non si avrebbe nel caso dell’identificazione con il torrente Gabella. Per l’ubicazione<br />

dei due villaggi, della valle Melissara e della fonte Mortò si rimanda alle considerazioni<br />

svolte in precedenza ed alle identificazioni effettuate.<br />

Il confine «da lì ritorna in<strong>di</strong>etro per la grande strada (¹ meg£lh ÐdÕj) e risale la stessa<br />

strada sino alla zona pietrosa (liqar…ou) dalla quale ritorna in<strong>di</strong>etro sulla parte sinistra della<br />

strada e ritorna per la stessa strada sino alla valle cort£m». Il confine potrebbe aver seguito<br />

prima in <strong>di</strong>rezione nord la strada sullo spartiacque tra la fiumara <strong>di</strong> S. Angelo e quella <strong>di</strong><br />

Sinagra sino a Pietra Zita (litarion) e da lì fatto ritorno verso sud sino al vallone <strong>di</strong><br />

Malacorda (cort£m) 63 nei pressi del valico nei pressi <strong>di</strong> monte Castegnarazza o sino ai vicini<br />

torrenti Ravò o Ligo. Quin<strong>di</strong> il documento prosegue in<strong>di</strong>cando che il limite «<strong>di</strong>scende la<br />

medesima valle sino all'estremità del fiume <strong>di</strong> S. Angelo ed attraversa il fiume verso la valle <strong>di</strong> S.<br />

Silvestro e si chiude». Il confine segue dunque il fiume tenendosi in tutta evidenza sulla sinistra<br />

orografica attraversandolo in corrispondenza del vallone <strong>di</strong> S. Silvestro (a meri<strong>di</strong>one <strong>di</strong> ponte<br />

della Santa) facendo escludere così ogni <strong>di</strong>versa identificazione del predetto vallone.<br />

I confini dell'abbazia <strong>di</strong> S. Angelo <strong>di</strong> L(ict)ico nel <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> conferma <strong>di</strong> Ruggero II<br />

del marzo 1145 Ind. VIII (ma in<strong>di</strong>cante la data 1144, marzo Ind. VIII).<br />

Rispetto a questi dati abbiamo un transunto in latino <strong>di</strong> un <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Re Ruggero<br />

emesso a Palermo nel 1144 (anno del mondo 6652) opera <strong>di</strong> Costantino Lascaris del 2

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