Alla ricerca di Focerò - Mediterranea
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Focero' DEF:Focero' DEF 17-11-2008 21:52 Pagina 24<br />
24 | <strong>Alla</strong> <strong>ricerca</strong> <strong>di</strong> <strong>Focerò</strong> | Michele Fasolo<br />
144 R. Pirro, Sicilia sacra<br />
<strong>di</strong>squisitionibus et notitiis illustrata, I-<br />
II, Panormi, 1733, p. 769-796 (ed.<br />
anast. con introduzione <strong>di</strong> F. Giunta,<br />
Bologna, 1987), I, p. 392.<br />
145 Per l’Uggeri il termine ancora vivo<br />
nel <strong>di</strong>aletto messinese sembra risalire<br />
al dominio bizantino. G. Uggeri, La<br />
viabilità della Sicilia in età romana,<br />
Galatina, 2004, p. 77.<br />
146 Una configurazione che non va<br />
confusa con quella “a forma stellare”<br />
in cui le vie irra<strong>di</strong>ono in tutte le<br />
<strong>di</strong>rezioni da tutti i centri attivi cfr. G.<br />
Uggeri, “Sistema viario e<br />
inse<strong>di</strong>amento rupestre tra antichità e<br />
me<strong>di</strong>oevo” in C. D. Fonseca (a cura<br />
<strong>di</strong>) Habitat , strutture, territorio, Atti<br />
del III convegno Internazionale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />
sulla civiItà rupestre me<strong>di</strong>evale nel<br />
mezzogiorno d’italia, Galatina, 1978,<br />
p. 107.<br />
147 M. Amari, Storia dei Musulmani in<br />
Sicilia, vol. II, Firenze, 2003, p. 296.<br />
148 G. Caracausi, Dizionario Onomastico<br />
della Sicilia, Palermo, 1994, I, p. 60.<br />
Flaciano, prope dromum 144 . Riporta invece alla valle del Rosmarino il megalos dromo<br />
nominato in una pergamena del 1109 riguardante S. Barbaro dei Demenniti.<br />
La circostanza che le attestazioni dei termini basilikòs dròmos, dròmos, 145 megàli odòs<br />
sembrano <strong>di</strong>stribuirsi lungo i crinali mentre viceversa mancano completamente citazioni <strong>di</strong><br />
percorsi o punti <strong>di</strong> riferimento paralitoranei inducono a delineare un quadro ricostruttivo<br />
più ampio ed articolato della viabilità non solamente me<strong>di</strong>evale dell’area.<br />
La viabilità che in età greca e romana innervava la porzione settentrionale del territorio<br />
dei Nebro<strong>di</strong> tra il bacino idrografico del Mazzarà e quello del Rosmarino, lungi forse<br />
dall’esaurirsi in un ipotetico unico percorso paralitoraneo, sembra invece strutturata, in<br />
adesione alla percorribilità naturale sulle linee spartiacque principali, in due percorsi<br />
principali approssimativamente semicircolari e concentrici. 146 Due i fuochi del sistema. Il<br />
più importante è da in<strong>di</strong>viduarsi nell’area <strong>di</strong> Polverello, il secondo più a nord a Fondachello.<br />
Da Polverello due <strong>di</strong>rettrici puntavano l’una ad NE verso Tindari-Oliveri, dove era un<br />
porto, e l’altra ad NO verso l’o<strong>di</strong>erna S. Marco D’Alunzio ed il suo approdo alla foce dello<br />
Zappulla. Ulteriori “rampe” erano rispettivamente da E nei pressi <strong>di</strong> Patti, la via de<br />
Arangeriis o via regalis, e da O dall’unico percorso agevole, quello lungo la fiumara del Naso-<br />
Sinagra. Tale sistema permetteva <strong>di</strong> evitare le asperità dell’attraversamento <strong>di</strong> rilevanti corsi<br />
d’acqua quali l’Elicona, il Timeto ed il Naso la cui portata d’acqua era notevolmente<br />
maggiore dell’attuale 147 ed il più lungo aggiramento dei promontori caratterizzati allora<br />
come ora da una strutturale instabilità dei versanti a picco sul mare.<br />
Di questo sistema faceva parte probabilmente il percorso che provenendo<br />
dall’altopiano dell’Argimusco, giunto ad ovest <strong>di</strong> Floresta, piegava verso N in <strong>di</strong>rezione<br />
del monte Cucullo. Tutt’oggi tra Monte Cucullo (la tratta lastricata nei pressi risulta<br />
citata in un documento del 1176), Poverello e Portella Cerasa rimangono visibili tratti<br />
lastricati la cui lunghezza complessiva supera i 10 km e che proseguono verso nord con<br />
sopravvivenze in <strong>di</strong>versi tratti tra Grattazzo e Bivio Toscano. Diversi elementi come il<br />
tracciato, a volte nei <strong>di</strong>versi punti sopravvissuti perfettamente rettilineo, il lastricato in<br />
arenaria locale, la larghezza oscillante dai 3,40 ai 4,60 m, la presenza <strong>di</strong> terrapieni <strong>di</strong><br />
contenimento, la pendenza me<strong>di</strong>a non superiore al 5% impongono indagini e ricerche<br />
per verificarne l’eventuale ascendenza romana.<br />
Inse<strong>di</strong>amenti (XI-XII sec.)<br />
I due chorìa <strong>di</strong> Anzà e Lyzicòn<br />
Ritroviamo menzionati per la prima volta i due toponimi in un esemplare in data 10<br />
<strong>di</strong>cembre 1277 del <strong>di</strong>ploma del 1143 <strong>di</strong> concessione da parte <strong>di</strong> Ruggero II del territorio <strong>di</strong><br />
<strong>Focerò</strong> a Giovanni categumeno <strong>di</strong> Patti (doc. n. 6 e 7). Nella versione in lingua greca della<br />
concessione (doc. n. 6) le due località vengono qualificate cwr…a mentre in quella in lingua<br />
latina (doc. n. 7) casalia.<br />
Nel mondo bizantino il chorion appare essere sino al VII sec. un villaggio nucleato,<br />
raramente fortificato, all’interno <strong>di</strong> una grande proprietà. Successivamente si configura<br />
come un villaggio <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni, proprietari ma anche <strong>di</strong> coloni, affittuari e mezzadri, che<br />
rispondono collettivamente come un’unità del pagamento delle tasse. Sopravvive come<br />
forma <strong>di</strong> aggregazione sociale, produttiva ed unità fiscale sino al XIII sec. Il termine kome<br />
invece sembra in<strong>di</strong>care il villaggio <strong>di</strong> coltivatori in<strong>di</strong>pendenti. E questo sembra essere il caso<br />
del vicino villaggio <strong>di</strong> Mauro.<br />
Il primo dei due villaggi, Anzà, compare nel doc. n. 6 una prima volta come ¢ngz£<br />
ed una seconda come ¢nz£, per il Caracausi varianti puramente grafiche. 148 Anche<br />
nella versione latina il toponimo viene trascritto in due forme leggermente <strong>di</strong>verse:<br />
Anza ed Anzà.<br />
Il secondo villaggio, Lyzicon, viene citato anch’esso due volte ma con una medesima<br />
forma sia nella versione greca (luzhkÕn) che in quella latina (Lisico). Ha un idronimo<br />
corrispondente (lhzhkÕn) , che costituiva probabilmente il confine dell’originaria