relazione archeologica

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L’aspetto geomorfologico dell’area collinosa in esame, situata nella parte meridionale della piana alluvionale del Campidano, è tipico delle zone costituite da prodotti della sequenza vulcanica. Il reticolo idrografico è poco sviluppato. Infatti, se si eccettuano il Rio Mannu e Flumineddu, che drenano la pianura a Nord del Monte Zara, non sono presenti corsi d’acqua degni di nota. A ridosso delle colline, si segnalano alcuni corsi d’acqua a carattere torrentizio: Rio Abis a Sud, Cora de Arriali a Sud-Ovest, e a Est del Monte Zara, il Rio Cora de Monte Acutzu, tributario del Rio Flumineddu, che scorre nei pressi delle cave dismesse in località Su Pardu. Sempre in quest’ultima località si segnala un’emergenza idrica, Mitza de S’Ilixi, che in questo momento è a carattere stagionale. Localizzazione sull’ortofoto dei siti archeologici interessati dal Progetto. 5
Sulla base delle fonti bibliografiche, la valutazione complessiva del grado di interesse archeologico del territorio compreso all’interno dell’area parco di Monte Zara è alta. Infatti, i dati archeologici finora raccolti hanno documentato un’occupazione del territorio caratterizzata da insediamenti sparsi, localizzati su basse colline di origine vulcanica che, grazie alla differenza altimetrica rispetto alle aree circostanti, offrivano le condizioni necessarie allo stanziamento umano. Considerando l’estensione cronologica dell’occupazione del territorio, la formazione di aree di superficie che presentano materiale e resti di strutture di natura <strong>archeologica</strong> è, infatti, il risultato dello sconvolgimento delle condizioni stratigrafiche del terreno e della distruzione parziale o totale delle evidenze fino al livello di sottosuolo interessato. Tuttavia non è possibile formulare delle ipotesi conclusive sul rapporto morfologia-insediamento sulla base di indagini preliminari, poiché si tratta di un territorio molto dinamico, modificato nei secoli da fenomeni naturali e dall’intervento umano, che avuto un forte impatto sulla conservazione delle testimonianze archeologiche. I dati altimetrici evidenziano una tendenza generale per l’ubicazione a quote elevate, e l’esame degli aspetti morfologici conferma la predilezione per zone di elevato valore strategico e dominio visivo. I dati raccolti evidenziano scelte condizionate da esigenze economiche, con particolare riguardo alla vocazione agricola dei terreni, e da esigenze di natura strategico - difensiva. In questo paesaggio, i resti materiali della storia si sono fossilizzati sul territorio come aree archeologiche, ma anche come ruderi monumentali. E’ necessario che questo patrimonio sia ben individuato e vi si applichino le metodologie analitiche dell’archeologia più avanzata, sia sul terreno della diagnostica sia su quello degli interventi di conservazione. I resti archeologici devono quindi essere analizzati, conosciuti in profondità, integrati nel loro contesto territoriale e ambientale e inseriti in una politica organica di valorizzazione. Di conseguenza è necessario trovare un equilibrio per rendere lo sviluppo contemporaneo compatibile con la conservazione di tale risorsa attraverso un’ottimizzazione degli interventi conoscitivi e attraverso una sua intelligente ed economica fruizione. 6
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