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relazione archeologica

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Sulla base delle fonti bibliografiche, la valutazione complessiva del grado di<br />

interesse archeologico del territorio compreso all’interno dell’area parco di Monte Zara<br />

è alta. Infatti, i dati archeologici finora raccolti hanno documentato un’occupazione del<br />

territorio caratterizzata da insediamenti sparsi, localizzati su basse colline di origine<br />

vulcanica che, grazie alla differenza altimetrica rispetto alle aree circostanti, offrivano le<br />

condizioni necessarie allo stanziamento umano.<br />

Considerando l’estensione cronologica dell’occupazione del territorio, la<br />

formazione di aree di superficie che presentano materiale e resti di strutture di natura<br />

<strong>archeologica</strong> è, infatti, il risultato dello sconvolgimento delle condizioni stratigrafiche<br />

del terreno e della distruzione parziale o totale delle evidenze fino al livello di<br />

sottosuolo interessato. Tuttavia non è possibile formulare delle ipotesi conclusive sul<br />

rapporto morfologia-insediamento sulla base di indagini preliminari, poiché si tratta di<br />

un territorio molto dinamico, modificato nei secoli da fenomeni naturali e<br />

dall’intervento umano, che avuto un forte impatto sulla conservazione delle<br />

testimonianze archeologiche.<br />

I dati altimetrici evidenziano una tendenza generale per l’ubicazione a quote<br />

elevate, e l’esame degli aspetti morfologici conferma la predilezione per zone di elevato<br />

valore strategico e dominio visivo. I dati raccolti evidenziano scelte condizionate da<br />

esigenze economiche, con particolare riguardo alla vocazione agricola dei terreni, e da<br />

esigenze di natura strategico - difensiva.<br />

In questo paesaggio, i resti materiali della storia si sono fossilizzati sul territorio<br />

come aree archeologiche, ma anche come ruderi monumentali. E’ necessario che questo<br />

patrimonio sia ben individuato e vi si applichino le metodologie analitiche<br />

dell’archeologia più avanzata, sia sul terreno della diagnostica sia su quello degli<br />

interventi di conservazione. I resti archeologici devono quindi essere analizzati,<br />

conosciuti in profondità, integrati nel loro contesto territoriale e ambientale e inseriti in<br />

una politica organica di valorizzazione.<br />

Di conseguenza è necessario trovare un equilibrio per rendere lo sviluppo<br />

contemporaneo compatibile con la conservazione di tale risorsa attraverso<br />

un’ottimizzazione degli interventi conoscitivi e attraverso una sua intelligente ed<br />

economica fruizione.<br />

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