Gennaio - Parrocchia San Giovanni Bosco - Ceredo
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2<br />
Chiesa Locale<br />
Monsignor Bruno Molinari parla de ‘L’Amico della Famiglia’ che compie 90 anni<br />
Strumento unitario di comunicazione ed evangelizzazione<br />
per una comunità pastorale che diventerà cittadina<br />
Dal titolo un richiamo al valore e alle problematiche della famiglia<br />
«E’ un’occasione di rilancio positivo,<br />
utile per le attuali comunità pastorali.<br />
Nelle esperienze che ho avuto ho<br />
visto lo sforzo di convergenza, e<br />
quindi nel segno dell’unità, di strumenti<br />
che le diverse parrocchie avevano<br />
e cui tenevamo molto nel<br />
momento in cui sono entrate a far<br />
parte di comunità pastorali. Qui abbiamo<br />
la fortuna di non dover fare<br />
questo percorso perché il ‘bollettino’<br />
da decenni resiste proprio come<br />
voce dell’intera comunità cristiana<br />
seregnese».<br />
Così monsignor Bruno Molinari sottolinea<br />
l’importanza de ‘L’Amico<br />
della Famiglia’, il mensile che proprio<br />
in questo 2013 compie i 90 anni, e ne<br />
disegna il ruolo nell’immediato futuro.<br />
Per il Prevosto, alla guida della<br />
città dallo scorso anno, è anche l’occasione<br />
per indicare le linee della<br />
strategia di comunicazione che intende<br />
perseguire.<br />
«Uno strumento come quello che<br />
viene comunemente definito ‘il bollettino’<br />
sarà sempre più necessario<br />
soprattutto quando si arriverà alla comunità<br />
pastorale cittadina. L’idea<br />
come sta già circolando, il fatto che<br />
mi sia dovuto occupare in questi<br />
mesi come amministratore della comunità<br />
di <strong>San</strong> Luca (S. Ambrogio, S.<br />
Carlo, Lazzaretto) è stata una sorta di<br />
prova tecnica, i direttivi delle due comunità<br />
attuali già si ritrovano sempre<br />
insieme e così continueranno a fare:<br />
è un percorso che va preparato in<br />
una prospettiva di medio termine».<br />
Ma monsignor Molinari non esita a<br />
mettere in rilievo anche qualche ‘criticità’<br />
che pure ha già avuto modo di<br />
osservare.<br />
«La cosa che mi ha stupito è la sproporzione<br />
tra le dimensioni della città<br />
e il numero delle copie diffuse del<br />
GENNAIO<br />
duemilatredici<br />
nostro mensile. Mi chiedo cosa<br />
manca per un suo pieno rilancio<br />
nell’ottica che ho già indicato. La<br />
prima risposta è senza dubbio nella<br />
crisi generale della carta stampata ma<br />
sicuramente ci sono anche campanilismi<br />
e autoreferenzialità delle diverse<br />
realtà che pure animano il<br />
nostro mondo ecclesiale. Lo strumento<br />
unitario in quanto tale non è<br />
molto sentito e ciò malgrado la volontà<br />
dei sacerdoti di sostenerlo. Una<br />
prima risposta in questo senso può<br />
venire dallo sforzo di allargare il giro<br />
dei collaboratori nelle varie parrocchie<br />
così da assicurare una presenza<br />
più vivace delle stesse».<br />
Gli obiettivi di fondo sono peraltro<br />
più grandi e rilevanti come ha modo<br />
di rimarcare il prevosto.<br />
«Tutti ci rendiamo conto ogni giorno<br />
di più quanto sia importante comunicare.<br />
Il cristianesimo stesso è comunicazione.<br />
Veniamo da un periodo<br />
in cui, parafrasando quanto ci ha ricordato<br />
la Scrittura ‘Il Verbo si è incarnato’,<br />
potremmo dire che si è<br />
‘incartato’ nel senso che tutto quello<br />
che è scritto è la conoscenza, è il dirsi<br />
comunità come ripetutamente ricordato<br />
dai documenti della Chiesa.<br />
Se siamo dunque convinti di questo<br />
dobbiamo crederci davvero. Ed allora<br />
c’è bisogno di un livello minimo di<br />
comunicazione con il foglio settimanale<br />
degli avvisi che potrebbe diventare<br />
di tipo comunitario con una<br />
parte comune per le informazioni<br />
che riguardano tutti ed un’altra parte<br />
riservata alle attività di ciascuna realtà<br />
parrocchiale. Ma non ci si può accontentare<br />
di questo, ed ecco allora<br />
il livello di comunicazione informatica<br />
attraverso i siti parrocchiali da<br />
riorganizzare con una propria originalità<br />
da proporre. In mezzo a tutto<br />
questo c’è lo spazio per questo strumento,<br />
intendo il nostro mensile che<br />
deve informare ma anche formare,<br />
mostrando soprattutto il volto della<br />
comunità. Si tratta di uno strumento<br />
che è importante anche come mediazione<br />
e collegamento in orizzontale<br />
tra le tante realtà locali e in verticale<br />
con la diocesi, la Chiesa italiana con<br />
informazioni veicolate sulla carta<br />
stampata e in modo informatico».<br />
Le prospettive tracciate da mons. Molinari<br />
vanno anche oltre e ancor più<br />
in profondità.<br />
«Gli strumenti della comunicazione<br />
devono essere oggi più che mai un<br />
vero sostegno a quella nuova evangelizzazione<br />
di cui tocchiamo con<br />
mano la necessità e l’urgenza. E<br />
anche il nostro mensile deve diventare<br />
un prezioso supporto in tal<br />
senso alimentando un confronto continuo<br />
anche sul piano culturale. E poi<br />
nel nome della testata ‘L’Amico della<br />
Famiglia’ c’è questo richiamo ad una<br />
realtà fondamentale, la famiglia per<br />
l’appunto, che pure sta attraversando<br />
un periodo di crisi.<br />
Proprio in nome di una fedeltà ai valori<br />
che hanno ispirato chi ha fondato<br />
questo mensile abbiamo il<br />
dovere di dare verità a questo nome<br />
occupandoci più da vicino della condizione,<br />
dei problemi, delle dinamiche<br />
che caratterizzano la presenza<br />
delle nostre famiglie dentro la città».<br />
Da ultimo il Prevosto non dimentica<br />
la sua gratitudine al direttore don<br />
Paolo Ciotti e a tutti i collaboratori:<br />
«Il loro è un lavoro fatto bene, seriamente,<br />
professionalmente e a loro va<br />
il mio incoraggiamento a continuare<br />
e progredire».<br />
Luigi Losa