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21 - ENS Milano

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16<br />

N. <strong>21</strong> - Gennaio-Marzo 2006<br />

Un libro da leggere quello di<br />

Irene Marazzi. Una donna<br />

compiuta e realizzata racconta<br />

la sua infanzia di bambina disabile.<br />

La scuola speciale che<br />

frequentò, gli esercizi di logopedia<br />

che fece per imparare a<br />

tenere in mano una penna.<br />

CULTURA<br />

«Il folle volo» di Irene Marazzi<br />

Bollettino<br />

Informativo<br />

Innovazioni all’Istituto Virgilio<br />

Al primo piano dell’Istituto<br />

Virgilio di <strong>Milano</strong> (nella<br />

sede di Via Pisacane), da una<br />

settimana il suono della campanella<br />

che scandisce l’inizio e<br />

il termine delle lezioni e il<br />

cambio dell’ora, si è arricchito<br />

di una luce rossa che permette<br />

a chi non sente di vedere il<br />

susseguirsi del tempo nella<br />

vita scolastica. Siamo all’interno<br />

del liceo e finalmente la<br />

richiesta di avere questa luce è<br />

stata non solo accolta, ma<br />

attuata grazieall’intervento<br />

del professorMedagliani,<br />

docente di<br />

matematica<br />

e fisica,<br />

e per la<br />

sensibilità<br />

della preside<br />

d’istituto la dott.ssa Marina<br />

Franco. Agli udenti può sembrare<br />

poca cosa così come<br />

anche affermato dalla Provincia<br />

(che si occupa delle<br />

manutenzioni degli Istituti),<br />

considerando questa piccola<br />

spesa superflua.<br />

«E’ sufficiente guardare i<br />

compagni per capire che l’ora<br />

è conclusa, oppure informarsi».<br />

L’identità di una persona sorda<br />

passa anche attraverso la pro-<br />

pria autonomia, e quello che in<br />

modo così superficiale viene<br />

definita un’inutile spesa, è in<br />

realtà un passo avanti nell’autonomia<br />

sociale. Fortunatamente<br />

il Virgilio, da sempre<br />

sensibile e attento ai problemi<br />

legati a chi diversamente si<br />

inserisce nella società e proprio<br />

per favorire e non ostacolare<br />

questo inserimento attraverso<br />

la cultura dominante, ha<br />

provveduto a questa piccola<br />

spesa, ma di grande successo.<br />

In terza liceo<br />

ad indirizzo<br />

scienze<br />

sociali, c’è<br />

Deborah,<br />

sorda dalla<br />

nascita, di<br />

cultura<br />

Sorda, che<br />

segue tutte<br />

le attività<br />

scolastiche attraverso un’assistente<br />

alla comunicazione che<br />

traduce in LIS le lezioni dei<br />

docenti e da una settimana ha<br />

potuto fare un passo avanti:<br />

non deve chiedere o non deve<br />

aspettare che le venga comunicato<br />

che l’ora è terminata,<br />

vede/sente da sola, con i suoi<br />

occhi e questo la fa sentire<br />

uguale ai suoi compagni per<br />

questo aspetto della vita scolastica.<br />

Non è poco.<br />

Mariarosa Bianchi<br />

Un sabato mattina<br />

Lucia, una quarantenne<br />

single milanese<br />

come tante, ripercorre<br />

gli anni lontani<br />

della sua infanzia e<br />

adolescenza. La sua<br />

vita non è stata come<br />

tante altre. Quella<br />

bambina, che è diventata<br />

adolescente<br />

e poi donna, ha dovuto<br />

prendere coscienza<br />

della propria<br />

diversità. Lucia ha le<br />

idee chiare fin da subito:<br />

la scuola speciale<br />

per portatori di handicap<br />

è il primo grande nemico da<br />

combattere, è il ghetto che la<br />

tiene divisa dal mondo. Decisa<br />

a essere protagonista della<br />

propria vita, non vuole dare<br />

peso ai ragionevoli, troppo<br />

ragionevoli, consigli di genitori,<br />

Lettera ad una Ministro<br />

(e dintorni)<br />

editore Armando<br />

L’ di Roma (e-mail:<br />

redazione@armando.it;<br />

fax n. 06.5818564) ha<br />

pubblicato uno straordinario<br />

libro di appena<br />

98 pagine. L’autore usa<br />

lo pseudonimo «Scuola<br />

di Silenzio».<br />

Le pagine sono un<br />

j’auccuse alla scuola<br />

ufficiale. Chi scrive - R.<br />

Pigliacampo, N.d.R. -<br />

conosce molto bene la<br />

condizione scolastica e<br />

sociale dei sordi, difendendoli<br />

dallo strapotere<br />

politico, dalla faciloneria<br />

con cui sono trattati<br />

nell’attività didattica.<br />

Il testo fa aprire gli<br />

occhi ai genitori, ai<br />

docenti curricolari e di sostegno, alla ministro considerata<br />

assente dalla soluzione delle tematiche dei privi dell’udito. Il<br />

volume ci ricorda Lettera a una professoressa di mezzo secolo<br />

fa, quando, il libriccino del Priore di Barbiana, Don Lorenzo<br />

Milani, suscitò scalpore nel denunciare la situazione dei figli di<br />

contadini del Mugello, respinti dalla professoressa venuta<br />

dalla città. «Scuola di Silenzio» ci sprona a liberarci dall’indifferenza,<br />

dalle nostre certezze scientifiche approntate a tavolino,<br />

per prestare attenzione alla voce del protagonista che<br />

parla di loro, di quegli scolari e studenti del silenzio che ci possono<br />

far crescere (e capire meglio tutta la scuola) se abbiamo<br />

l’umiltà e la pazienza di ascoltare e... vedere. Leggere questo<br />

libro è un dovere di tutti i genitori che hanno un bambino<br />

audioleso, i docenti ed operatori.<br />

medici e logopedista che la<br />

vorrebbero inserita in un’istituzione<br />

protetta e si iscrive a un<br />

liceo classico.<br />

È l’epoca del grande passaggio.<br />

Come l’Ulisse dantesco,<br />

parte verso il mondo dei coetanei<br />

«normali», di cui spia le<br />

mosse, imita la sicurezza. È l’inizio<br />

della lotta quotidiana<br />

contro il corpo che si ribella,<br />

contro la compassione degli<br />

altri, per la libertà di potersi<br />

muovere senza più protezioni<br />

ma nemmeno barriere. È l’inizio<br />

dell’indipendenza, dell’amicizia,<br />

dell’amore, del confronto<br />

col mondo. Il coraggio e la<br />

combattività spingono Lucia<br />

ad avventurarsi finalmente in<br />

mare aperto, a non curarsi degli<br />

inevitabili naufragi, a tenere<br />

saldo il timone anche quando<br />

gli altri ti vedono solo come un<br />

passeggero scomodo.<br />

«Tutte le difficoltà di ordine<br />

pratico - Irene Marazzi ricorda<br />

con commozione e con una<br />

giusta punta d’orgoglio - mi si<br />

presentarono puntualmente.<br />

Ma avevo deciso da sola, così<br />

come di lì a poco decisi che<br />

non avrei fatto più tanta fisioterapia<br />

e logopedia. Amavo ripetere<br />

a mia madre che nessuna<br />

terapia al mondo sarebbe<br />

stata efficace come la vita, e io<br />

volevo vivere».<br />

Irene Marazzi è nata a <strong>Milano</strong><br />

nel 1959. Dopo aver frequentato<br />

la scuola speciale G.<br />

Negri, si è diplomata al liceo<br />

classico G. Berchet.<br />

Casa editrice<br />

Marco Tropea Editore<br />

Collana I Marlin<br />

Pagine 186 - Euro 11,50<br />

ISBN 88-438-0473-1<br />

marzo 2005

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