17.06.2013 Views

Capitolo 9c - Erosione costiera - Arpa

Capitolo 9c - Erosione costiera - Arpa

Capitolo 9c - Erosione costiera - Arpa

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Al 2009, circa 66 km di litorale risultano difesi con<br />

opere di varia tipologia, con, in alcuni tratti, anche<br />

2 o più tipologie; ad esempio Misano è difeso da pennelli<br />

in roccia e barriere in sacchi pieni di sabbia.<br />

In totale le opere di difesa si sviluppano per circa<br />

74 km: le più utilizzate sono le scogliere parallele<br />

emerse (38 km), seguono le scogliere radenti<br />

(circa 19,5 km), le barriere in sacchi e i pennelli.<br />

Dal 1995 e, prevalentemente, tra il 2000-2006<br />

sono state costruite anche scogliere parallele a<br />

cresta bassa (6,7 km), che, rispetto alle scogliere<br />

parallele emerse, garantiscono un maggior ricambio<br />

idrico fra la battigia e l’opera stessa.<br />

Nel 1983 è stato effettuato il primo intervento di<br />

ripascimento lungo il litorale emiliano-romagnolo.<br />

Grazie ai buoni risultati ottenuti, oggi il ripascimento<br />

risulta l’intervento più utilizzato per<br />

fronteggiare l’erosione <strong>costiera</strong>. Dall’ultimo censimento,<br />

effettuato nel dicembre 2010, risulta che<br />

lungo il litorale emiliano-romagnolo sono stati<br />

apportati quasi 10 milioni di metri cubi di sabbia.<br />

Negli anni si è avuto un incremento nell’utilizzo di<br />

◗ Quadro<br />

generale<br />

Nel corso del 900, il sistema ambientale litoraneo<br />

della regione Emilia-Romagna è stato oggetto di<br />

una profonda trasformazione dovuta all’urbanizzazione<br />

e all’intenso sviluppo economico e turistico,<br />

che lo hanno reso estremamente fragile.<br />

La regimentazione dei fiumi e l’escavo di inerti in<br />

alveo hanno portato a un crollo del trasporto di<br />

sabbia verso il mare e, quindi, a una forte riduzione<br />

dell’alimentazione naturale delle spiagge.<br />

Nella seconda metà del secolo, l’intensificazione<br />

dello sfruttamento delle risorse idriche sotterranee<br />

e dei giacimenti di metano ubicati in prossimità<br />

della costa ha determinato l’incremento della<br />

subsidenza della fascia litoranea e, conseguentemente,<br />

dell’erosione delle spiagge. Attualmente il<br />

fenomeno dell’abbassamento del suolo causa,<br />

lungo il litorale regionale, una perdita in volume<br />

di sabbia di 1 milione di metri cubi l’anno (nei<br />

primi anni 90 la perdita ammontava a 2 milioni di<br />

metri cubi l’anno).<br />

L’altro elemento di pressione che ha contribuito a<br />

minare l’equilibrio della costa regionale è stato la<br />

costruzione di opere trasversali (moli in cemento<br />

armato), a protezione dei numerosi approdi che<br />

sono stati costruiti sotto la spinta dello sviluppo<br />

della marineria militare e civile. Queste opere,<br />

oltre a causare una frammentazione fisica del<br />

sistema costiero, che in origine si sviluppava per<br />

100 km senza soluzioni di continuità, hanno interferito<br />

notevolmente sul trasporto solido lungo<br />

costa, ostacolandolo e producendo fenomeni localizzati<br />

di erosione sottoflutto alle opere stesse.<br />

questa pratica, passando dai soli 3 milioni di metri<br />

cubi portati negli anni 80 e 90 agli oltre 6,5 milioni<br />

di metri cubi sversati nell’ultimo decennio. È da<br />

notare anche la diversificazione delle fonti di prelievo<br />

della sabbia; infatti, mentre fino al 2000 oltre<br />

l’87% di sabbia proveniva da cave a terra, nell’ultimo<br />

decennio il 28% di sabbia proviene dal recupero<br />

degli scavi edili, il 35,5% da accumuli lungo<br />

costa, il 24% dai giacimenti sabbiosi sottomarini<br />

collocati sui fondali al largo della costa e solo il<br />

12,5% da cave a terra.<br />

La valutazione degli effetti prodotti sul litorale<br />

dagli interventi di difesa (ripascimenti e/o costruzione<br />

o manutenzione di opere rigide) realizzati<br />

dalla Regione nel periodo 2000-2006 è positiva.<br />

Nel periodo in esame sono stati oggetto di intervento<br />

in totale circa 47 km di costa.<br />

Su oltre 38 km di spiagge l’intervento ha determinato<br />

un miglioramento dello stato del litorale. In<br />

nessun caso sono stati rilevati peggioramenti,<br />

mentre su circa 9 km l’intervento non ha modificato<br />

lo stato del tratto in oggetto.<br />

La difesa dell’erosione è stata avviata dallo Stato<br />

fin dagli anni 30, con la costruzione delle prime<br />

opere rigide ed è continuata, in maniera massiccia,<br />

tra il 1950 e il 1980.<br />

Pur essendo la problematica di competenza dello<br />

Stato, nel 1979 la Regione Emilia-Romagna ha iniziato<br />

a occuparsi dell’erosione delle spiagge,<br />

avviando uno studio generale di tutta la costa: il<br />

Piano Costa 1981, il primo di una lunga serie di<br />

studi, l’ultimo dei quali risale al 2008 (Idroser,<br />

1981; Idroser, 1996; Preti, 2002; Preti et al., 2008).<br />

Da questi studi è emerso che per mitigare il problema<br />

dell’erosione <strong>costiera</strong> è necessario, a partire<br />

dalla conoscenza approfondita del territorio e delle<br />

dinamiche costiere, abbandonare la difesa d’urgenza<br />

per agire sulle cause stesse dell’erosione: il<br />

mancato apporto di sedimenti da parte dei fiumi e<br />

la subsidenza.<br />

Negli ultimi 30 anni, la Regione ha reso proprie<br />

queste indicazioni con azioni indirizzate verso una<br />

gestione integrata del sistema costiero emilianoromagnolo<br />

e promuovendo molte iniziative volte<br />

alla conoscenza della costa in tutta la sua complessità.<br />

Nel presente report annuale sono riportate le<br />

informazioni relative al sistema costiero regionale,<br />

in forma adattata al modello DPSIR, raccolte con<br />

gli ultimi rilievi delle tre reti di monitoraggio della<br />

costa (Preti et al., 2008) e oggetto di successive<br />

elaborazioni.<br />

Il lavoro di adattamento dei dati al modello DPSIR<br />

basato su indicatori, eseguito per la prima volta in<br />

EROSIONE COSTIERA<br />

Annuario dei dati ambientali 2010 - <strong>Arpa</strong> Emilia-Romagna 829

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!