17.06.2013 Views

18 gazzetta blocco 23-30.pdf - La Gazzetta del Medio Campidano

18 gazzetta blocco 23-30.pdf - La Gazzetta del Medio Campidano

18 gazzetta blocco 23-30.pdf - La Gazzetta del Medio Campidano

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

26<br />

Ferruccio Ferru,<br />

dopo anni di<br />

duro apprendistato<br />

da pittore e<br />

scultore autodidatta,<br />

si sottopose<br />

alla critica<br />

<strong>del</strong> pubblico<br />

con la sua prima<br />

personale il 19<br />

giugno 2010 a<br />

Sestu. Ferruccio<br />

Ferru, non è<br />

un novellino e<br />

ha alle spalle<br />

ben vent’anni di<br />

produzioni artistiche<br />

e svariate partecipazioni<br />

a simposi e collettive.<br />

Dopo aver vinto la sua<br />

innata timidezza, nel 2010<br />

si era deciso a presentarsi<br />

al giudizio <strong>del</strong>la critica,<br />

con una mostra allestita<br />

nella sua bottega – laboratorio<br />

di via Venezia, 38 a<br />

Sestu, ma ormai l’artista è<br />

maturo per spiccare autonomamente<br />

il volo nel travagliato<br />

mondo <strong>del</strong>l’arte.<br />

In tutti questi anni ha raggiunto<br />

risultati molto apprezzati<br />

dal pubblico e dalla<br />

critica e molte sue opere<br />

sono entrate a far parte<br />

di numerose collezioni<br />

d’arte private. Profondo<br />

ammiratore <strong>del</strong>le arcaiche<br />

sculture <strong>del</strong>le civiltà proto<br />

sarde, come le madri mediterranee,<br />

i menhir e i<br />

guerrieri nuragici, si cimenta<br />

in personalissime<br />

rielaborazioni, eseguendo<br />

degli autentici capolavori<br />

in trachite di Fordongianus<br />

e in pietre dure levigate<br />

25 ottobre 2012<br />

di Gian Piero Pinna Arte<br />

Ferruccio Ferru, pittore e scultore autodidatta<br />

dall’acqua e dal vento, che va<br />

a cercare personalmente sulle<br />

rive dei fiumi e nelle spiagge,<br />

coinvolgendo in questa<br />

operazione il figlioletto Lorenzo,<br />

alla quale ha già trasmesso<br />

la passione per l’arte.<br />

Si cimenta con identica<br />

bravura sia nella pittura e sia<br />

nella scultura e oltre ad armeggiare<br />

con maestria colori<br />

e pennelli, se la cava abbastanza<br />

bene anche con il disegno<br />

astratto, ottenendo<br />

suggestive rappresentazioni<br />

di luoghi infiniti e pacifici.<br />

Con martello e scalpello,<br />

esprime una vena artistica<br />

singolare, armonica e di buona<br />

esecuzione, creando <strong>del</strong>le<br />

opere molto belle e singolari,<br />

con chiari riferimenti alla<br />

nostra cultura millenaria, che<br />

interpreta in modo assai originale.<br />

È stato allievo di Pinuccio<br />

Sciola e di quella<br />

scuola si notano abbondanti<br />

tracce nelle sue opere. Predilige<br />

le dure pietre di fiume,<br />

ma non disdegna il basalto,<br />

l’arenaria, oltre alla stessa<br />

trachite. Generalmente,<br />

i suoi<br />

lavori non sono<br />

di grandi dimensioni<br />

e<br />

spesso usa pure<br />

sabbia, scarti di<br />

colori temperati,<br />

ritagli di<br />

stoffe e materiali<br />

duri. L’ultima<br />

sua produzione<br />

si distingue<br />

per le opere<br />

realizzate assemblandovecchi<br />

attrezzi<br />

agricoli, che poi colora con<br />

campiture sgargianti, ottenendo<br />

degli effetti abbastanza<br />

inusuali. Ma è nella produzione<br />

dei paesaggi di piccole<br />

dimensioni, realizzati<br />

con graziose e <strong>del</strong>icate sfumature<br />

di colore, su piccoli<br />

ritagli di cartoncino, che riesce<br />

ad ottenere dei risultati<br />

che rasentano l’autentico lirismo.<br />

Sono piccoli grandi capolavori,<br />

che l’artista porta sempre<br />

con sé, come fossero dei<br />

biglietti da visita, che spesso<br />

utilizza per regalarli a chi<br />

apprezza la sua arte. Sicuramente<br />

Ferruccio Ferru può<br />

migliorare ancora di più la<br />

sua tecnica, ma la consapevolezza<br />

di aver ottenuto già<br />

dei risultati apprezzabili, lo<br />

aiuterà sicuramente a perfezionarsi<br />

ancora di più.<br />

<strong>La</strong> sua arte è un continuo<br />

progredire facendo, cambia<br />

spesso stili e materiali, in una<br />

ricerca spasmodica di una<br />

personale cifra stilistica.<br />

NURAGHE, SPAZIO SACRO<br />

Il luogo non fu determinato<br />

o scelto dall’uomo.<br />

Lo sciamano lo scoprì, in altri<br />

termini, egli ebbe una rivelazione.<br />

<strong>La</strong> rivelazione<br />

avvenne per mezzo di una<br />

tecnica tradizionale nata in<br />

forza di un vigente sistema<br />

cosmologico su cui era basata.<br />

L’orientatio è uno dei<br />

procedimenti usati per scoprire<br />

questi luoghi.<br />

Non sono i santuari,<br />

o non sarebbero necessariamente<br />

solo loro, a esigere la<br />

consacrazione di uno spazio,<br />

anche la costruzione di una<br />

casa implica una trasfigurazione<br />

analoga <strong>del</strong>lo spazio<br />

profano. Purtuttavia, il luogo<br />

scelto è indicato da un<br />

segnale, da qualcosa di profondamente,<br />

visceralmente<br />

diverso, anomalo. Sia che<br />

si tratti di una manifestazione<br />

<strong>del</strong> sacro folgorante (segnali<br />

come sogni, visioni o<br />

più semplicemente fulmini,<br />

piogge, grandinate ecc..) o<br />

dei principi cosmologici che<br />

fondano l’orientazione e la<br />

geomanzia o una manifestazione<br />

<strong>del</strong> sacro tramite l’ap-<br />

parizione oppure<br />

l’atto eseguito, quasi<br />

sempre da un animale.<br />

I segni animali<br />

che convalidano<br />

questa scelta<br />

sono molteplici: la<br />

presenza o anche<br />

l’assenza di formiche,<br />

topi o scarabei.<br />

Questi sono considerati<br />

“segnali” decisivi<br />

<strong>del</strong>la manifestazione<br />

<strong>del</strong> sacro.<br />

Lo sciamano, talvolta,<br />

sempre alla ricerca<br />

di quei segnali,<br />

poteva decidere<br />

di liberare un toro.<br />

Dopo qualche giorno<br />

di ricerca, ritrovato<br />

il toro in un<br />

luogo da esso scelto<br />

per il riposo, veniva sacrificato<br />

nel luogo stesso <strong>del</strong> suo<br />

ritrovo e in quel punto preciso<br />

si faceva nascere l’edificio<br />

sacro (o anche il villaggio<br />

o la città). Lo spazio sacro,<br />

trae la propria validità,<br />

dalla permanenza di quei<br />

simboli che hanno determina-<br />

to la sua nascita, ecco perché<br />

il clan fondatore, ogni<br />

volta che sentiva il bisogno<br />

di rinnovare la propria energia<br />

e la sua vitalità, tornava<br />

al luogo che riteneva essere<br />

stato la culla dei suoi antenati.<br />

Si può dire, pertanto,<br />

LIBRI<br />

Piccola enciclodedia <strong>del</strong>la Sardegna:<br />

l’ultima fatica letteraria di Giuseppe Dodero<br />

Giuseppe Dodero, Medico<br />

igienista, Ufficiale sanitario di<br />

Iglesias e di Cagliari, docente<br />

di statistica sanitaria all’Università<br />

di Cagliari, autore di<br />

numerosi saggi, si ripropone<br />

in libreria con una <strong>del</strong>le sue<br />

opere più importanti: “Piccola<br />

Enciclopedia <strong>del</strong>la Sardegna”<br />

AM&D Edizioni, Cagliari,<br />

2003. Giuseppe Dodero, è<br />

sempre stato un autore prolisso<br />

e competente, che ha all’attivo<br />

libri come “Il problema<br />

degli anziani” (1977), “Disinfestazione<br />

e derattizzazione”<br />

(1984), “Demografia e statistica<br />

sanitaria” (1985), “Demografia<br />

e statistica sanitaria <strong>del</strong>la<br />

Sardegna” (1985), “<strong>La</strong> salute<br />

dei sardi” con Sergio Marracini,<br />

(1995),”Storia <strong>del</strong>le<br />

medicina e <strong>del</strong>la sanità pubblica<br />

in Sardegna” (1999), “I<br />

lazzaretti. Epidemie e quarantene<br />

in Sardegna” (2001), ma<br />

si è cimentato anche nel racconto<br />

con “Ambulatorio senza<br />

orario” (1997), “Queste e<br />

quelle signore” (2002), “<strong>La</strong><br />

vera storia <strong>del</strong> caporale Giovanni<br />

Contu” (2010).<br />

Il libro, “Piccola Enciclopedia<br />

<strong>del</strong>la Sardegna”, è la prima enciclopedia<br />

tascabile <strong>del</strong>la Sardegna:<br />

si tratta di una raccolta<br />

dettagliata, ma resa organica<br />

dai numerosi collegamenti,<br />

dei principali lemmi che, a<br />

qualunque titolo, riguardano<br />

la Sardegna. Alcune <strong>del</strong>le 30<br />

schede sono <strong>del</strong>le vere e proprie<br />

piccole monografie. In<br />

particolare, hanno uno speciale<br />

sviluppo la “Storia” (56 pa-<br />

che la manifestazione fondativa<br />

sacrale non ha avuto solo<br />

lo scopo e l’effetto conseguente<br />

di santificare una frazione<br />

<strong>del</strong>lo spazio profano<br />

sottraendolo al “disordine cosmico”<br />

ma assicura e sostiene,<br />

anche per l’avvenire, il<br />

perdurare di detta sacralità.<br />

gine dalla preistoria ai giorni<br />

nostri), “Pane e altri alimenti”<br />

e “Vivere in “Sardegna”. Le<br />

“Carte tematiche” servono a<br />

collocare visivamente, nel territorio<br />

regionale, alcuni dei<br />

principali fenomeni <strong>del</strong>l’isola,<br />

come le tonnare, i vini, le vie<br />

romane e i monumenti paleocristiani.<br />

I frequenti riferimenti<br />

bibliografici favoriscono la<br />

ricerca <strong>del</strong>le fonti e l’approfondimento<br />

dei singoli argomenti.<br />

2<strong>23</strong>3 le voci, in 821 pagine, da<br />

Aba de peddi (uno dei nomi<br />

sardi dei pipistrelli) a Zuzzurreli<br />

(altro nome dei pipistrelli).<br />

Anche dei vegetali sono indicate<br />

le diverse denominazioni<br />

locali: ad es. Erba (erva) de<br />

chentu (zentu) nodos (nuus) e<br />

Survaghe per la Centinodia o<br />

Correggiola, usata dalla medicina<br />

popolare e in erboristeria.<br />

<strong>La</strong> Salicornia, pianta alofila<br />

(presente nello Stagno di Molentargius)<br />

è conosciuta anche<br />

con i nomi di Sussuìni e Lessoìni.<br />

Di altri nomi è indicata<br />

l’origine (più frequentemente<br />

spagnola o latina).<br />

Gli argomenti trattati da Giuseppe<br />

Dodero nel suo libro,<br />

sono i più variegati e si configura<br />

come una summa <strong>del</strong> sapere<br />

<strong>del</strong> popolo sardo. Nei vari<br />

capitolo parla di: Archeologia,<br />

Arte, Botanica, Ecologia, Economia,<br />

Gastronomia, Geografia,<br />

Linguistica, Magia, Medicina,<br />

Storia, Tradizioni e Zoologia.<br />

L’opera è corredata anche<br />

da 30 schede che riguardano:<br />

Autonomia, Boschi, Cavallo,<br />

Dolmen, Echinococcosi,<br />

<strong>La</strong> continuità<br />

nel tempo è il valore<br />

aggiunto di ogni spazio<br />

consacrato.<br />

<strong>La</strong> misura <strong>del</strong>la<br />

potenza <strong>del</strong>lo sciamano<br />

fondatore, in<br />

relazione alle sue capacità<br />

sciamaniche e<br />

geomantiche, è data<br />

dalla prova di continuità<br />

e dalla imperitura<br />

dimostrazione di<br />

sussistenza dei cosiddetti<br />

edifici sacri. Il<br />

luogo si trasforma<br />

così, in una fonte inesauribile<br />

di forze e di<br />

sacralità, energie che<br />

concedono all’uomo<br />

(alla condizione di<br />

accedervi) la partecipazione<br />

a quella forza<br />

e alla comunione<br />

con quella sacralità.<br />

Ancor oggi, c’è chi<br />

sente il bisogno di frequentare<br />

quegli spazi arcaici, piuttosto<br />

che le chiese o le cappelle<br />

cristiane, questo spiega<br />

la durevolezza e la perennità<br />

di quella antichissima<br />

consacrazione. Ci si reca in<br />

Economia, Fauna e flora, Grotte,<br />

Idrografia, <strong>La</strong>voro, Lingua,<br />

Mammiferi, Nuraghi, Orografia,<br />

Pane, Popolazione, Quarra<br />

e altre unità di misura, Roma e<br />

i romani: amore e odio, Sale e<br />

saline, Salute e malattie sociali,<br />

Storia e preistoria, Tonno e<br />

tonnare, Tradizioni, Turismo e<br />

termalismo, Uccelli, Uomini<br />

contro, Urbanizzazione, Vivere<br />

in Sardegna, Zanzare e<br />

clima.Quidici, invece, le carte<br />

tematiche <strong>del</strong>l’opera, che comprendono:<br />

Animali e ambiente,<br />

Arte e Storia, Artigianato, Le<br />

lingue <strong>del</strong>la Sardegna, Flora e<br />

paesaggi, Fiumi e laghi, Insediamenti<br />

fenicio-punici, Monumenti<br />

paleocristiani, Orografia,<br />

Regioni e sub-regioni, Sardegna<br />

nuragica e prenuragica,<br />

Sardegna giudicale, Sardegna<br />

Romana, Tonnare, Vini.<br />

L’opera è completata anche da<br />

due indici, uno onomastico, da<br />

Abbene a Zuddas e l’altro toponomastico,<br />

da Abba durche a<br />

Zuri-Soddì e da una vasta bibliografia<br />

di 62 pagine. (g. p. p.)<br />

di Mauro Atzei<br />

quei luoghi per trovare la<br />

continuità, la solidarietà mistica<br />

con il territorio e con<br />

gli antenati, fondatori <strong>del</strong>la<br />

civiltà <strong>del</strong> clan. <strong>La</strong> necessità<br />

di alcuni sardi contemporanei<br />

di preservare e salvaguardare<br />

il loro contatto con<br />

gli antichi spazi sacri è essenzialmente<br />

l’esigenza di<br />

restare in diretta comunicazione<br />

con un centro di energia<br />

sacra.<br />

Le rocce degli edifici<br />

sacri nuragici, molto difficilmente<br />

si lasciano spogliare<br />

<strong>del</strong> loro prestigio, ne<br />

abbiamo prova e dimostrazione<br />

facendo un giro nelle<br />

campagne sarde, dove migliaia<br />

di domus de janas,<br />

menhir, tombe dolmeniche e<br />

nuragiche, nuraghes e templi<br />

di pietra di vario genere<br />

seguitano la loro esistenza.<br />

E passano, come un<br />

testimone alla staffetta, da<br />

una popolazione a un altra,<br />

da una religione a una successiva<br />

e continuano ad essere<br />

variabilmente, considerate<br />

sacre dalle popolazioni<br />

odierne cristiane.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!