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17 gazzetta blocco 12-22.pdf - La Gazzetta del Medio Campidano

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<strong>12</strong> 10 ottobre 2009AttualitàPABILLONISNuovi impianti sportiviper combatterela dispersione scolasticaAnche lo sport può essere unmezzo per invogliare i ragazzia frequentare la scuola.Dopo il sopraluogo <strong>del</strong> sindacoe <strong>del</strong>l’assessore allaPubblica Istruzione StefaniaErdas per la verifica dei lavorirealizzati,verranno inaugurati,entro breve tempo, gliimpianti sportivi <strong>del</strong>la scuoladi via Dante, finanziatidalla Regione, “per miglioraregli aspetti strutturali <strong>del</strong>l’istruzionee contrastare ladispersione scolastica”. <strong>La</strong>ditta appaltatrice, Sat Costruzionidi Saba Attilio diGuspini, ha infatti consegnatola struttura e gli alunniavranno a disposizione, final-GUSPINIUna giornata all’aria apertaper capire l’importanza <strong>del</strong>rispetto <strong>del</strong>l’ambiente. Anchel’ultima edizione di “Puliamoil mondo” organizzatail 26 settembre scorso daLegambiente in collaborazionecon il Comune è stataun successo. Imparare lavorandoè da sempre un metodoeducativo valido. Lo hannoutilizzato gli insegnanticon gli studenti che hannoaiutato i dipendenti <strong>del</strong>la so-mente, la palestra, rimessa anuovo e per di più un nuovocampo esterno, in erba sintetica,per poter svolgere l’attivitàsportiva”.<strong>La</strong> ristrutturazione <strong>del</strong>la palestra,che prevedeva il rifacimento<strong>del</strong> tetto e interventiall’interno, e messa a norma<strong>del</strong>l’edificio, aveva creatoqualche disagio agli scolariche nel passato anno scolasticoavevano dovuto svolgerel’attività motoria nelleaule. “I lavori di ristrutturazione<strong>del</strong>l’edificio eranoindispensabili per poter garantirela sicurezza deglialunni e alle società sportiveche utilizzano l’impianto, maIl nuovo campo sportivo in erba sinteticaora tutto è pronto e tra pococi sarà l’inaugurazione allapresenza di tutti gli ordini discuola <strong>del</strong> paese”, fa notareil sindaco Marco Dessì. Ilprogetto, redatto dall’ ingegnereAlessandro Serpi, finanziatoper un importocomplessivo di 377.850euro, era stato presentato dall’amministrazionecomunaleun anno fa alla Regione Sardegna.Imparare a rispettare l’ambientecietà San Germano (che gestisceil servizio di raccoltadifferenziata dei rifiuti e dipulizia <strong>del</strong>le strade) a ripulirealcuni tratti <strong>del</strong>la localitàZeddas da buste di immondezzaabbandonate, bottigliedi vetro e rifiuti di edilizianascosti dietro ai cespugli.Fortunatamente da pulirenon c’era tanto, sono lontanii tempi in cui con la campagna“Puliamo il mondo” siprocedeva al recupero di areePabillonis fu tra i pochi Comuni<strong>del</strong>la Provincia <strong>del</strong><strong>Medio</strong> <strong>Campidano</strong> a riceverei finanziamenti. Oltre il ripristinofunzionale <strong>del</strong>la palestra,nel cortile esterno <strong>del</strong>lascuola è stato realizzatoanche un campo di calcio a5, in erba sintetica, con illuminazioneper le gare notturne,comprensivo di spogliatoie servizi igienici.Dario FrauPULIAMO IL MONDOdegradate. L’appuntamento èdiventato più che altro simbolico.. (step)PABILLONIS NON E’ LA PRIMA VOLTAScoppiano le fogne e i liquami finiscono in un ovileI nuvoloni che precedono untemporale sono un incubo perGraziano Zurru, allevatore di 62anni, che possiede un ovile allaperiferia <strong>del</strong> paese. Basta infattiun acquazzone per far saltareil tombino <strong>del</strong>la condottafognaria adiacente alla suaazienda agricola e avere l’ovileinvaso dai liquami di mezzopaese . Indescrivibile quel cheavviene dopo: un odoremaleodorante, residui fognarisparsi nella strada e soprattuttonella sua azienda creano nonpochi disagi alla sua attività diimprenditore agricolo, costrettoa governare e a mungere lepecore in mezzo a questi rifiuti.Non è la prima volta, però, cheGraziano Zurru, deve fare iconti con questi spiacevoli epi-sodi e vedere il recinto <strong>del</strong>lamungitura, situato all’aperto,allagato dai liquami fognari.“Sono già diverse volte chequesto è capitato -fa notarel’allevatore- l’ultimaè avvenutal’inverno scorsoquando ha piovutotanto”. Ma anchenel passatociò è capitato:ogni volta si presentalo stessoproblema e gli inconvenientiprimadescritti. Anche iltemporale che si è abbattuto ultimamentein paese, pur noncreando grossi disagi nel centroabitato, ha di nuovo danneggiatol’ovile che GrazianoZurru possiede in prossimità<strong>del</strong>la strada di circonvallazionecampestre che sbuca in via Firenze,nella zona <strong>del</strong> Peep, dovepassa il collettore fognario.L’allevatore non saspiegarsi perché tuttoquesto accada “eperché sia proprioquesto tombino ascoppiare e riversarele porcherie nellamia azienda”, d Si èlamentato più voltein Comune e ora hadeciso di segnalarel’inconveniente ancheal gestore Abbanoa “perchéil problema venga risolto epossa lavorare tranquillo nellamia azienda” ha concluso GrazianoZurru. (d.f.)PABILLONIS ZONA DI SU RIEDDUÈ stata la zona di Su Rieddu,ricca di falde acquifere, adessere bonificata, quest’anno,dagli alunni <strong>del</strong>la scuolaPrimaria, in occasione<strong>del</strong>la giornata ecologica Puliamoil Mondo. L’iniziativaè diventata un appuntamentofisso per gli alunni<strong>del</strong>l’Istituto Comprensivoche ogni anno contribuisconoa rendere più pulita laperiferia <strong>del</strong> paese. Un attosimbolico certamente, poichési svolge nell’arco diuna mattinata, ma altamenteeducativo per i ragazziche apprendono, in mododiretto, sul campo, quellenozioni di cittadinanza chehanno come obiettivo il rispetto<strong>del</strong>la natura e <strong>del</strong> territorio.Gli scolari <strong>del</strong>la classe quinta,accompagnati dalle maestre,dal sindaco MarcoDessì, dall’assessore allaP.I.Stefania Erdas e dallaCroce Verde cittadina, equi-Pabillonis: raduno Fiat 500Organizzato dal coordinamento <strong>del</strong> <strong>Medio</strong> <strong>Campidano</strong>, siterrà anche quest’anno il raduno <strong>del</strong>le Fiat 500 Club Italiafondato a Garlenda nel 1984. Tutto è pronto per la manifestazionegiunta alla terza edizione. Nelle passate edizionifurono tanti gli appassionati giunti da diverse località cheparteciparono al raduno e anche quest’anno gli organizzatorihanno già ricevuto numerose adesioni. Cristian Balloccoe Daniele Pianu, i coordinatori, hanno già predisposto il programmache si svolgerà domenica 11 ottobre.Dalle 9 alle 11.30 raduno dei partecipanti in Piazza San Giovanniper le iscrizioni e consegne gadget, alle <strong>12</strong> aperitivopresso il Bar Cossu’s e subito dopo partenza per il giro turistico,Guspini, Pabillonis, San Gavino, Gonnosfanadiga,Guspini dove presso il ristorante “Sa Rocca” si terrà il pranzo.Alle 16 si terrà la premiazione <strong>del</strong>le auto, subito dopo lasottoscrizione a premi e conclusione <strong>del</strong>la manifestazione.Il regolamento prevede la partecipazione di tutte le Fiat 500,escluse le nuove produzioni.Per le adesioni rivolgersi a: Cristian 3479010885 e Daniele3487982067. (d. f.)Ripulita la zona <strong>del</strong>la fonte romanaPABILLONISHa compiuto centouno anni la nonnina <strong>del</strong> paeseVirginia Floris, classe 1908, la settimana scorsa,è stata festeggiata dai parenti e da numerosicompaesani, che si sono congratulati <strong>del</strong> traguardoraggiunto. Anche il sindaco Marco Dessì havoluto partecipare al rinfresco e porgere gli augurialla centenaria <strong>del</strong> paese.Virginia Floris è l’unica superstite dei centenari<strong>del</strong> paese, dopo la scomparsa, nel corso di unanno, di Francesco Pia e di Pulcheria Cerchi.<strong>La</strong> nonnina, nonostante qualche problema d’udito,è ancora lucida, gode di ottima salute e ricordaancora i momenti più salienti <strong>del</strong>la sua vita.Abita insieme al figlio Antonio, ai nipoti Danielee Gianni e alla nuora Aniceta che l’accudisceamorevolmente nella casa di via Mazzini. (d. f.)paggiati con il kit <strong>del</strong> perfettoecologista, acquistato dalComune, si sono recati nellazona Su Rieddu, nei pressi<strong>del</strong>la fonte romana, per bonificarele cunette e le siepidai rifiuti abbandonati dallepersone incivili. “Nonostantela raccolta differenziata inpaese sia efficiente, tanto chePabillonis è stato premiato aRoma come Comune Riciclone,alcuni cittadini nonhanno rispetto <strong>del</strong>l’ambientequando lasciano i rifiuti incampagna” fa notare l’assessoreall’Ambiente FiorellaFrongia.A fine mattinata erano tantii rifiuti recuperati dai giovaniecologisti: vecchi elettrodomestici,bottiglie, barattoli,pneumatici e svariati tipidi contenitori di plastica chegli operai <strong>del</strong> Comune hannocaricato su un camion edepositati nel centro di raccoltadei rifiuti. (d.f.)I 101 anni di nonna Virginia


10 ottobre 2009 13L’INTERVENTOIL POPOLO DELLEPARTITE IVA CRESCENONOSTANTELE DIFFICOLTÀdi Davide RuggeriI sindacati ed i partiti politici ci hanno abituato a pensare cheil mondo <strong>del</strong> lavoro italiano è fatto solo di impiegati pubblici,operai e pensionati. Ma c’è una caratteristica tutta particolare<strong>del</strong>l’economia italiana che non ha alcun confronto possibilecon gli altri paesi <strong>del</strong> G8: è il popolo <strong>del</strong>le partite IVA, chenonostante l’onda lunga <strong>del</strong>la crisi, continua a crescere. Nelnostro paese ne risultano ben otto milioni e ottocentomilaaperte e i dati relativi al primo quadrimestre 2009 dimostranoun saldo positivo (differenza tra quelle che nascono e quelleche muoiono) di ben <strong>17</strong>7 mila unità.Questa realtà tocca anche la nostra isola: il popolo <strong>del</strong>le partiteIVA conta 255.820 unità, addirittura più di Liguria,Umbria, Trentino e Friuli Venezia Giulia.Tremonti sostiene che il loro enorme numero è un segno <strong>del</strong>lavicina uscita dalla crisi e <strong>del</strong>la forte vitalità <strong>del</strong>l’economiaitaliana, ma in ogni caso un fatto è certo: molti liberi professionisti,soprattutto quelli considerati sino a qualche tempofa ad alto reddito, e quindi privilegiati, stanno andando inmalora. Commercialisti in difficoltà ai quali le parcelle vengonopagate da aziende in crisi dopo un anno, architetti chenon trovano incarichi sufficienti, studi di avvocati che licenziano,agenzie immobiliari che non ce la fanno più a causa<strong>del</strong> mercato <strong>del</strong>la casa bloccato. Tutti registrano perdite, maintanto i loro costi non sono scesi di un euro, anzi, moltospesso sono costretti ad anticipare allo stato un’Iva che (forse)incasseranno fra tre o sei mesi.Ma chi si occupa di loro? Chi li rappresenta? <strong>La</strong> cosa straordinariaed incredibile è che, nonostante la loro grandepotenzialità dal punto di vista elettorale, il popolo <strong>del</strong>le partiteIVA non ha mai avuto una vera e propria rappresentanzapolitica, trovando invece nella maggior parte dei partiti veri epropri avversari.<strong>La</strong> crescita <strong>del</strong> numero <strong>del</strong>le partite comincia negli anni’80,trovando come alleato politico più il partito socialista di allorache le destre, ancora troppo stataliste. Oggi i datisopradescritti ci aiutano a capire, invece, che la società modernaè cambiata e molto più complessa di quanto sembri. Ilpopolo <strong>del</strong>le partite IVA rappresenta una parte preponderante<strong>del</strong>l’economia italiana alla quale comunque bisogna dareascolto, non fosse altro perché è costituita da persone su cuila pressione fiscale è tra le più alte <strong>del</strong>l’occidente.Coloro che decidono di mettersi in proprio e sfidare il mercatononostante l’onda lunga <strong>del</strong>la recessione, sono per la maggiorparte le attività immobiliari e dei servizi alle imprese (51mila imprese in più), l’agricoltura (20 mila) e nelle costruzioni(22 mila). Ma questi dati potrebbero essere fuorvianti, inquanto non tenenti conto <strong>del</strong>le migliaia di microimprese chenascono e muoiono con velocità impressionante.Una cosa è certa, in Italia come in Sardegna, c’è una granvoglia di diventare imprenditori di se stessi e diventare capitalistipersonali e trovare un lavoro diverso da quello che èl’impiego pubblico o dall’indossare una tuta blu di una grandeazienda. Delle otto milioni e ottocentomila imprese nontutte però risultano attive. Se vengono presi i dati ufficialirelativi alle dichiarazioni presentate e relative al 2007 a versarel’IVA sono 5 milioni e mezzo tra piccoli imprenditori eprofessionisti, più un milione tra medici, tassisti, agricoltorie titolari di pompe funebri, arrivando quindi ad un totale dicirca 6 milioni e mezzo. E’ chiaro che due milioni circa sonoinattive o comunque non hanno versato alcuna Iva.Sarebbe dovuta essere l’attuale maggioranza Berlusconianaad occuparsi anche di loro, o comunque a rappresentarne leistanze, almeno questo veniva recitato dagli spot elettorali.Ma il rimprovero maggiore che viene fatto da più parti alcapo <strong>del</strong> governo è proprio quello di avere <strong>del</strong>uso le aspettativedi quei ceti professionali e di quelle piccole e medie impreseche l’avevano votato.Certo, qualcuno potrà affermare che le problematiche dei liberiprofessionisti sono nulla in confronto agli operai licenziatidalle fabbriche, che sono senza lavoro, ma una politicaseria e moderna dovrebbe rappresentare e tener conto di tutticoloro che, oggi, a causa <strong>del</strong>la crisi e <strong>del</strong>l’enorme tassazione,trovano enormi difficoltà ad andare avanti.È tutto fermo nella fonderiadi San Gavino, che fa capoalla Portovesme Srl, perchéda oltre quattro mesi è scattatala cassa integrazione edora nubi nere si addensano sulfuturo di questa fabbrica storicache il 10 giugno ha compiuto77 anni di vita.A lanciare l’allarme sono isindacati che ricordano questadifficile fase: “Di recente– sottolinea Gigi Marchionni,segretario <strong>del</strong>la Fiom-Cgil– siamo stati convocatida Carlo Lolliri, amministratore<strong>del</strong>egato <strong>del</strong>la PortovesmeSrl che fa capo allamultinazionale svizzeraGlencore. Tra gli altri eranopresenti Dario Sanna, direttore<strong>del</strong>lo stabilimento di SanGavino e il responsabile amministrativoEnrico Collu.L’azienda ha ribadito chel’unica cosa che potrebbe salvarlaè la riduzione <strong>del</strong>le tariffeenergetiche che fino adora non è stata ancora applicata”.SAN GAVINONubi nere sul futuro <strong>del</strong>la fonderiaL’ingresso <strong>del</strong>la Fonderia di San GavinoInsomma alla tante promessenon sono seguiti i fatti ec’è il pericolo concreto chegli svizzeri <strong>del</strong>la Glencoreperdano la pazienza e decidanodi abbandonare la Sardegna.Così sarebbe la fine siaper lo stabilimento diPortovesme sia per la fonderiadove arriva il piombo cheviene ulteriormente raffinatocon la separazione dei preziosiargento e oro. Ciò che preoccupadi più i sindacati è ilsilenzio <strong>del</strong>le istituzioni:“Fino ad ora – aggiunge ilsindacalista Gigi Marchionni– la Regione non ha mantenutofede alle promesse fattee i lavoratori cominciano adessere esasperati. Eppure alivello regionale il <strong>Medio</strong><strong>Campidano</strong> ha diversi esponentiche potrebbero interessarsi<strong>del</strong> problema”. Così ilmondo <strong>del</strong> lavoro lancia unGONNOSFANADIGA TREKKING A CAVALLO<strong>La</strong> prima ippovia nel <strong>Medio</strong> <strong>Campidano</strong>È uno dei percorsi piùspettacolari <strong>del</strong>la montagna<strong>del</strong> Linas, <strong>del</strong>le aree ex minerariedi Montevecchio, <strong>del</strong>Parco Gentilis di Guspini e<strong>del</strong> villaggio di Sant’Antoniodi Santadi. Il profumo dei vegetalidi alto fusto e <strong>del</strong>lamacchia mediterranea hannoaccompagnato i cavalieriche il 26 e il 27 settembresono partiti da Gonnosfanadigaper arrivare a Sant’Antoniodi Santadi percorrendoRio Gutturu Orbadas e RiuSaioccu, sino alla località diIs Arenas S’Acqua eS’Ollastu.Il servizio di trekking a cavalloorganizzato dal locale CircoloIppico Santa Severa hapermesso di scoprire postimeravigliosi e di vivereun’esperienza unica. “Le località,accuratamente, individuatedagli esperti organizzatori,sono di straordinaria bellezzanaturalistica, sono il migliorbiglietto da visita perchi intende attraversarle a cavalloanche nel periodoautunnale e primaverile. Saràquesta la strada per allungarela stagione turistica? “Il turismosi sviluppa anche in questomodo”, ha consideratoFulvio Tocco, presidente <strong>del</strong>laProvincia <strong>del</strong> <strong>Medio</strong><strong>Campidano</strong>. Il raduno <strong>del</strong> 26e 27 settembre ha inauguratodi fatto la prima Ippovia <strong>del</strong><strong>Medio</strong> <strong>Campidano</strong>. “L’iniziativa<strong>del</strong> Circolo Santa Severa- ha rilevato Tocco - rientra apieno titolo tra le proposte datenere in considerazione <strong>del</strong>progetto Vivere la Montagna,allo studio <strong>del</strong>la Provincia”.Marilena Columbuforte grido d’aiuto ad una politica,troppo spesso sorda aiproblemi <strong>del</strong>la gente comunee dei tanti disoccupati e cassaintegrati per i quali il lavoroè diventato o resta soloun lontano miraggio.I segnali al momento nonsono certo positivi anche perchépotrebbero far pensare aduna chiusura anche il fattoche non è stato sostituito ilmateriale refrattario <strong>del</strong>lo stabilimentodi San Gavino,cosa che avviene normalmenteper consentire una prontaripresa <strong>del</strong>la produzione: “Almomento non ci sono le firmeper gli ordini e ci chiediamoquale sarà il futuro per lafonderia. Siamo scocciati –conclude Gigi Marchionni –per tutto quello che sta succedendo.Inoltre la fonderianon è l’unica azienda che stavivendo una situazione drammaticabasti pensare anchealla Keller o ai lavoratori <strong>del</strong>laex Scaini che aspettanoancora una collocazione”.Così dopo lo stop degli impiantiprevisto fino al maggio2010 i lavoratori, stanchi <strong>del</strong>letante parole buttate al vento,aspettano risposte concreteper una fabbrica che neglianni d’oro è arrivata a daretra dipendenti e indotto anchemille buste paga. Nel 1978 lafonderia aveva 528 dipendenti,poi si arriva al giugno 1992quando la fabbrica sangavinesecontava 259 dipendenti.L’allora proprietariaEnirisorse, con la fermata<strong>del</strong>la raffinazione elettroliticae con l’accentramento dei servizitecnici e amministrativia Portovesme, ridusse l’organicoa <strong>17</strong>0 unità. Con la successivacessione e il passaggioalla Portovesme Srl ci fuun ulteriore ridimensionamento<strong>del</strong>l’organico per arrivareal numero attuale di circa100 dipendenti.Gian Luigi Pittau


14 10 ottobre 2009 Economia & <strong>La</strong>voro<strong>La</strong> voglia di imparare non haetà.Tornare sui banchi di scuolapiacerebbe a tanti ma piacerebbeancora di più acquisirevelocemente le nozioniche più interessano. Questovale soprattutto nel mondo<strong>del</strong>l’informatica. Tanti vorrebbero“lezioni ad hoc”, fuoridagli schemi tradizionali scolastici,per risanare le lacunein materia e poter usare il PCcon disinvoltura, per il lavoroe il divertimento. Per soddisfarequeste domande è nato aSanluri “Informatica-plus”,centro di informatica, graficae sviluppo web che, conl’ausilio di professionisti chegià lavorano in questi campi,si propone di far imparare velocementeagli allievi i più importantiprogrammi informatici.Il metodo è semplice: iconcetti teorici sono accompagnatida tanto esercizio a fiancodi esperti di informatica..Si parte con l’abc degli anniduemila per cominciare a capirela lingua informatica.Maria Concetta Vargiu, simpaticasignora che arriva daVillasor, è una <strong>del</strong>le allieve piùanziane <strong>del</strong>la prima classe <strong>del</strong>corso di computer base. Duevolte alla settimana si mettedavanti allo schermo, poggiale mani su mouse e tastiera ecomincia ad aprire e archiviarefile. «Non sapevo accendereun computer. Appena hosaputo che stava iniziando laprima edizione <strong>del</strong> corso hodeciso di iscrivermi. Mi piaceimparare cose nuove». «Siamopartiti dalla conoscenza<strong>del</strong> sistema operativo - raccontail docente Giuseppe Serra -per passare ai programmi piùcomuni di videoscrittura e aifogli di calcolo; quando saremopronti, passeremo anchealla navigazione in rete».Grande interesse ha suscitatoanche il corso di grafica perdare sfogo alla creatività e ca-A San Gavino un laboratorio per i tatuaggiElisabetta Mallocci, professionista nell’arte <strong>del</strong> tatuaggio, chiamatada tutti Betta, è una ragazza estrosa, dalle attitudini artistichestraordinarie. A breve aprirà il suo studio a San Gavino. Nonostantela giovane età, possiede una lunga esperienza unita da un singolaretalento artistico.Com’è nata la sua passione per il tatuaggio? Dopo il diploma alliceo artistico il mio sogno era quello di lavorare dietro le quinte diun teatro o di uno studio televisivo ma era troppo dispendioso seguirequel tipo di studi. Decisi allora di intraprendere nuove stradesempre legate al mondo <strong>del</strong> disegno e <strong>del</strong>la grafica. Frequentaiquindi un corso igienico sanitario a Roma che mi spinse a raggiungereil mio obiettivo professionale. Mi comprai la macchinetta pertatuaggi e da lì iniziai la mia lunga gavetta da autodidatta, presso lostudio di un amico a Milano. Oggi possiedo due diplomi di truccosemipermanente, uno d’igienico sanitario e uno di tatuaggio.Cosa è cambiato da allora? Ho acquisito più competenza e lavoglia di conoscere nuovi metodi e di mettermi in gioco non l’hopersa. Mi piace la sfida e mi sento appagata quando riesco a superarla.Mi reputo versatile: mi annoia fare sempre le stesse cose. Houn carattere forte e determinato che mi ha permesso di seguire questomondo tipicamente maschile. Sono quindi pronta ad aprire unostudio di tatuaggi e di trucco semipermanente.Ci sono dei soggetti in particolare che adora rappresentare?Penso che lo stile che mi contraddistingue sia il realismo. Ho sempreavuto una predilezione per i fiori giapponesi, mi hanno accompagnatofin dagli esordi. Mi piacciono tantissimo i tatuaggi variopinti:più sono colorati e dettagliati, più mi esaltano.Cosa ne pensa dei tatuaggi tribali, sono ancora in voga? Il tribalepire se potrebbero esserci i presuppostiper farne un mestiere.«I migliori allievi - sottolineaCarcangiu- potranno seguireuno stage presso il nostrostudio di graficaBlacksheep». Tra poco comincerannoanche le lezioni <strong>del</strong>corso di sviluppatore web . Felici<strong>del</strong>l’iniziativa tutti glialunni: un modo intelligente diusare il tempo libero, diconoin coro, che soprattutto d’invernoconsente di trascorrerele serate in modo proficuo. Perchi volesse informazioni bastachiamare i numeri: 3453280946, 070 7322919.Stefania Pusceddufino a un paio di anni fa era il generepiù richiesto, la maggior parte deiclienti lo faceva semplicemente perseguire la moda senza conoscere ilsignificato di quel simbolo. Io preferisco simbologie che più si avvicinanoalla mia cultura: la simbologia sarda, ad esempio, è ricca edettagliata, è sintomatica <strong>del</strong>la nostra terra, <strong>del</strong>le nostre origini. <strong>La</strong>gente non ha fantasia, ecco perché m’inorgoglisco quando i clientimi chiedono consigli e si fidano di me.Ci sono zone <strong>del</strong> corpo più richieste? Non più, ora dipende dallagrandezza <strong>del</strong> tatuaggio e dall’esigenza <strong>del</strong>la persona; ho realizzatotatuaggi in qualsiasi parte <strong>del</strong> corpo.Che tipo di dolore si prova? <strong>La</strong> soglia <strong>del</strong> dolore è individuale. E’vero che, quando la zona <strong>del</strong> corpo si abitua, il dolore-fastidio diventasopportabile. Sono abbastanza paziente, prima d’iniziare unlavoro cerco di mettere il cliente al proprio agio, soprattutto se haqualche dubbio. I maschietti sono molto più timorosi <strong>del</strong>lefemminucce.Qual è l’età media di persone che si sono fatte tatuare da lei?Non c’è un’età media: ho tatuato ragazzi di 18 anni e uomini di 65.Segue un metodo particolare? Quando lavoro mi concentro tantissimo:sono scrupolosa e molto calma: finché non termino ognisingola parte non ne inizio un’altra.Quante ore occorrono per realizzare un tatuaggio?Dipende daltatuaggio e dal tipo di pelle. In genere, per un tatuaggio di grandezzamedia e dettagliato, ci metto dalle cinque alle sei ore, non di più,perché ho premura che il cliente si stanchi.Marcella PistisGUSPINIFare acquisti on line,un modo per risparmiareComprare di tutto stando comodamente seduti in poltrona. <strong>La</strong>spesa <strong>del</strong> futuro sarà in versione on line. I primi passi sono giàstati fatti e così, da alcuni anni, anche in Italia e in Sardegna ilricorso al carrello <strong>del</strong>la spesa virtuale è sempre più frequente.Il motivo? Acquistare da internet fa risparmiare e di questitempi con il budget ristretto, un occhio attento ai prezzi nonguasta. I vantaggi <strong>del</strong>l’e-commerce sono chiari: è comodo,veloce, economico e semplice. Chi acquista beni o servizi coninternet apprezza che i negozi di e-commerce siano aperti sempre,tutti i giorni compresi i festivi: bastano pochi click dacasa o dal lavoro per scegliere gli articoli desiderati. <strong>La</strong> comoditànel ricevere la merce direttamente a casa è un altro valoreaggiunto: ci si dimentica le lunghe file nel parcheggio e davantialla cassa degli affollati centri commerciali, inoltre sitocca con mano la convenienza: un acquisto tramite web oltreagli sconti e alle promozioni riduce i tempi (in media: cinqueminuti per ordinare e ricevere in settimanali il prodotto). Ec’è più informazione: comprare con internet permette di vagliarecon calma la scelta di acquisti importanti in una vastagamma di prodotti e di alternative proposte. E infine c’è lacortesia: i commessi virtuali trattano con dovuta premura ipropri clienti nell’intento di fi<strong>del</strong>izzarli. Questi i requisiti presentianche nel negozio virtuale di Olimpiaprog di RobertoBoi.Qual è l’articolo più venduto?Articoli di cancelleria, carta fotografica e cartoleria, in primis,e a seguire computer e soluzioni di riscaldamento. Ma tra i piùrichiesti ci sono anche gli articoli per la casa, i detersivi professionali,i prodotti per l’igiene personale, e la cosmesi». Oggiil consumatore <strong>del</strong>la nuova generazione pretende di più comesoddisfarlo? . Perchi volesse affacciarsi all’e-commerce ma ancora non è praticopuò sempre chiedere supporto all’operatore al numero: 3206437956. Il sistema è simile ad E-bay, precursore degli acquistion line. Solamente che noi non vendiamo usato .Qual è il cliente tipo che si rivolge ad Olimpiaprog?C’è sia il privato che l’azienda, entrambi mi chiedono preventivi.Si può acquistare singolarmente o in stock e in questocaso i vantaggi aumentano>. (step)Maggiore sicurezza negli sportelli postaliPoste Italiane rafforza la sicurezza degli sportelli automaticiATM Postamat presenti negli uffici postali di Arbus,Gonnosfanadiga, Guspini, Samassi, San Gavino Monreale,Sanluri, Serramanna, Villacidro e Villamar. Gli sportelli sonostati dotati di due dispositivi elettronici all’avanguardia permigliorare il livello di sicurezza: il “Macchiatore di banconote”e l’”Antiskimming”. Il “Macchiatore di Banconote” preclu<strong>del</strong>a possibilità di utilizzo <strong>del</strong> denaro eventualmente sottrattoda malviventi mentre l’”Antiskimming” garantisce unamaggior sicurezza alla clientela non consentendo la clonazione<strong>del</strong>le carte utilizzate per le operazioni.Poste Italiane ricorda che l’ATM Postamat, oltre al prelievo dicontanti, consente di effettuare numerose operazioni: interrogazionesu saldo e lista movimenti; ricarica per telefoni cellulari;pagamento <strong>del</strong>le principali utenze e di oltre 2.000 tipologie dibollettini di conto corrente postale; ricarica di carta Postepay .


Economia & <strong>La</strong>voro10 ottobre 2009 15Mondo Congia con i figli Cristiano, Marino e MartinoSANLURIPadre e figli specialisti nel mondo <strong>del</strong>le motoDa piccoli bazzicavano tra lemoto e i pezzi di ricambio<strong>del</strong> negozio <strong>del</strong> padre. Unenorme parco giochi per tremaschietti che crescendohanno deciso, dopo varieesperienze, di lavorare nell’aziendadi papà Mondo emamma Franca. E’ nata cosìnegli anni Novanta laMeCon Tyres azienda <strong>del</strong>lafamiglia Congia specializzatain tutto ciò che riguarda ledue e tre ruote e il ramo gommeper auto.L’esperienza non manca,papà Mondo lavora nel settoreda quarant’anni: .Mondo Congia ha vissutotutto il periodo <strong>del</strong> boom deimotorini e poi degli scooter:.Alla fine degli anni settantacostruisce l’officina nuova invia San Martino. .Negli Anni 90 anche i tre figliCristiano (34 anni) e i gemelliMartino e Marino (29anni) hanno iniziato ad “affacciarsi”nell’azienda di famiglia.,spiega Martino. .Mentre Martino lavora nellasede di via Palermo e si occupadi pneumatici auto,moto, fuoristrada e quad maanche meccanica disottoscocca ed equilibratura.Cristiano nella sede di viaSan Martino è invece specializzatonella vendita di tuttociò che riguarda il mondo<strong>del</strong>le moto e gli accessori.Marino lavora nell’altra sedesempre in via San Martinodove si occupa <strong>del</strong>l’elettronicamoto e degli accessoribici. Mondo fa invece dafactotum e si occupa <strong>del</strong>lameccanica: .Un’azienda a tutto raggio ea conduzione familiare:.L’idea è di ingrandire laMeCon e di crescere: .Eppure le gomme ormai sipossono trovare anche al supermercato:.Il segreto di quarant’anni diattività? .Arianna ConcuVILLACIDRO GRUPPO ISAFiera <strong>del</strong>l’agroalimentareIl <strong>17</strong> e 18 ottobre, in occasione <strong>del</strong>la fiera agroalimentare <strong>del</strong>laSardegna, organizzata dal Gruppo Isa, il Centro CommercialeSant’Ignazio di Villacidro apre le porte ai protagonisti<strong>del</strong> settore agricolo sardo e a tutti i consumatori che avrannol’opportunità di acquistare i prodotti locali direttamente daglistand presenti nella struttura. L’evento, giunto al suo 19° anniversario,prevede anche convegni e dibattiti per cercare lestrade per le riprese politiche economiche e nuove strategied’impresa, assieme aidirigenti <strong>del</strong> gruppoIsa, ad autorità regionalied esperti <strong>del</strong> settore<strong>del</strong>l’agroalimentaree <strong>del</strong>la grande distribuzione.Sabato <strong>17</strong>,alle 9.30, ci sarà l’inaugurazione<strong>del</strong>la fieraseguita alle 10,30 dalconvegno. Dopo il discorso di benvenuto di Giovanni Muscas,presidente <strong>del</strong> Gruppo Isa, saranno aperti i lavori <strong>del</strong>l’incontroal quale parteciperanno anche l’assessore regionale al turismoSebastiano Sannitu, la Banca di Credito Sardo, il gruppoArborea 3A e altre grandi realtà economiche <strong>del</strong> territorio. Alle13 ci sarà la degustazione di prodotti tipici ma sarà possibilevisitare gli stand fino alle 19. Domenica, dopo la Santa Messae l’assemblea degli affiliati, si proseguirà con il dibattito e sichiuderà anche questa giornata di studio con le degustazioni.Gli stand invece resteranno aperti fino alle 18,30. <strong>La</strong> manifestazione<strong>del</strong> gruppo Isa, oltre che un appuntamento di festa èun’opportunità per effettuare un check-up completo <strong>del</strong> settoreagroalimentare che metta a confronto tutte le voci <strong>del</strong>lafiliera sulle diverse tematiche legate tanto al mercato che alconsumo di questi prodotti con la regia di uno dei principaliattori <strong>del</strong>l’agro-industria sarda: il gruppo Isa. Il gruppo di GiovanniMuscas, infatti, impiega migliaia di persone con la suacapillare catena di punti vendita: 400 affiliati Nonna Isa, 50affiliati Sidis e 45 affiliati Puntodì e Md. Rifornisce circa 800negozi al dettaglio in tutta la Sardegna. Isa inoltre, gestiscediversi punti vendita di proprietà tra i quali spiccano i centricommerciali “<strong>La</strong> piazzetta” di Sassari e “Sant’Ignazio” diVillacidro.Stefania PuscedduCapodanno29.<strong>12</strong> / 02.01 5 GIORNIda € 410 Hotel 3 stelleda € 420 Hotel 4 stelleEpifania02.01 / 06.01 5 GIORNIda € 300 Hotel 3 stelleda € 320 Hotel 4 stelleTour “ Da San Paolo al Caravaggio “ : 2 / 6 Gennaio da € 490Hotel 4 stelle - Mezza Pensione - Escursioni ( ingressi inclusi )<strong>La</strong> visita di Malta e Gozo attraverso il percorso dei personaggi che ne hanno fatto la Storia.Arte , Storia , Luci e Colori di un Piccolo Continente a meno di 1 ora dalla Sardegnawww. reitour.com


1610 ottobre 2009A partire dal 29 settembre hanno preso il via i 4 corsi perAssistenti Familiari attuati dalla Provincia <strong>del</strong> <strong>Medio</strong><strong>Campidano</strong> per i Distretti di Sanluri e Guspini.I 60 allievi sono stati distribuiti a seconda <strong>del</strong> Comune di Residenza nelle seguenti sedi:DISTRETTO DI GUSPINI:Residenti a: Arbus, Guspini, Pabillonis e Sardara - Sede di Guspini presso l’Istituto Professionale“A. Volta” in Via Banfi, a partire da martedì 29 settembre;Residenti a: Gonnosfanadiga, San Gavino Monreale, Villacidro – Sede di Villacidro presso ilLiceo Classico “Piga” in Via Regione Sarda, a partire da mercoledì 14 ottobre;DISTRETTO DI SANLURI:Residenti a: Barumini, Collinas, Genuri, Gesturi, Lunamatrona, Pauli Arbarei, Setzu, Siddi,Tuili, Villamar, Villanovafforru, Villanovafranca - Sede di Lunamatrona presso la ScuolaMedia in Via Iglesias, a partire da mercoledì 30 settembre;Residenti a: Furtei, Samassi, Sanluri, Segariu, Serramanna, Serrenti. - Sede di Samassi pressola Scuola Media in Via Coniugi Curie, a partire da martedì 13 ottobre;L’Agenzia formativa Exfor ha contattato telefonicamente ogni singolo ammesso per comunicaredata e ora <strong>del</strong>le lezioni.“Vista la grande domanda di assistenza – ha commentato l’Assessore alle Politiche SocialiRossella Pinna – e la necessità sempre maggiore di qualificare il lavoro di cura, la Provinciaha proposto ai comuni <strong>del</strong> <strong>Medio</strong> <strong>Campidano</strong> la possibilità di attivare nuovi corsi per coloroche risultano ancora in graduatoria. Provincia e Comuni s’impegnano a cofinanziare i corsiaggiuntivi che partiranno non appena i Comuni avranno dichiarato la propria disponibilità.”<strong>La</strong> Provincia <strong>del</strong> <strong>Medio</strong> <strong>Campidano</strong> ha provveduto ad attivareil supporto organizzativo a favore degli alunni portatori di handicapo in situazione di disagio che frequentano gli istituti diistruzione secondaria superiore ed il servizio di trasporto dacasa a scuola degli alunni diversamente abili che frequentano le medesime scuole. Per risponderea queste esigenze e garantire i servizi dal primo giorno di scuola, dal <strong>17</strong> settembre iservizi sono attivi e a disposizione dei ragazzi e <strong>del</strong>le ragazze che, per la loro condizione difragilità, ne hanno bisogno. Gli alunni coinvolti sono circa 36. “Il primo giorno di scuola è ungiorno importante –ha dichiarato l’Assessore alle Politiche Sociali e Sanitarie Rossella Pinna–e per chi si affaccia per la prima volta alle superiori è determinante. È un giorno di nuoviincontri, di nuove esperienze, ma che può essere vissuto dalle persone più deboli con ansia eapprensione. Abbiamo fatto in modo che non ci fossero ritardi, garantendo il più possibile pariopportunità a tutti.”Servizi <strong>del</strong> Settore ambientepresso la sede di GuspiniAl via i corsiper assistenti familiariAssistenza specialistica e trasportodal primo giorno di scuolaA beneficio di quanti richiedono informazioni sui servizierogati dagli Uffici <strong>del</strong>l’Assessorato Provincialeall’Ambiente si ricorda che una serie di servizi svolgonoil proprio compito presso la sede di Guspini, invia san Nicolò, nei locali acquisiti dalla Provinciacon la chiusura <strong>del</strong>l’ex Comunità Montana.In particolare sono presenti gli Uffici <strong>del</strong>la Tutela<strong>del</strong>la Fauna Selvatica presso i quali tutti i giorni ilpubblico può rivolgersi per le pratiche inerenti gli indennizzi per i danni provocati dallaFauna alle produzioni agricole, le pratiche relative alle autogestite, alle zone addestramentocani, ai ripopolamenti. Presso la sede si svolgono peraltro le sedute <strong>del</strong> Comitato FaunisticoProvinciale e gli esami per l’abilitazione venatoria e per l’esercizio <strong>del</strong>la tassidermiaA richiesta degli interessati possono svolgersi anche <strong>del</strong>le brevi lezioni, proprio in vista degliesami, sul riconoscimento <strong>del</strong>le specie cacciabili e non cacciabili presso la importante raccoltadi esemplari impagliati presente nella sede.Presso la sede di Guspini operano inoltre gli addetti <strong>del</strong> Nodo Provinciale IN.F.E.A. e svilupposostenibile, che sovrintendono e organizzano tutti i progetti di Educazione Ambientale edi informazione che in questi anni hanno caratterizzato l’attività <strong>del</strong>l’ente. Si ricorda che ilnodo INFEA opera a Guspini anche per la vicinanza con la struttura di Montevecchio pressol’ex laboratorio chimico, dove si trova la sede didattica e formativa, e per la vicinanza con gliunici due Centri di Educazione Ambientale <strong>del</strong>la Provincia accreditati dalla regione, chesono quello di Montevecchio di Legambiente e quello di Ingurtosu di Zampa Verde.Altro servizio è l’Ufficio Acque Pubbliche dove è possibile incontrare i funzionari per lepratiche di Eduzione di acque pubbliche, trivellazione di pozzi, autorizzazione per linee ecabine elettriche, tutte funzioni che in precedenza erano svolte dal Genio Civile e che da dueanni sono in capo alle Province.L’ultimo servizio è quello <strong>del</strong>l’ Ufficio Energia, che opera sul controllo <strong>del</strong>la combustione e<strong>del</strong>le centrali termiche, sull’istruttoria <strong>del</strong>le pratiche edilizie dei Comuni convenzionati conla provincia per il rispetto <strong>del</strong>le normative sul risparmio e sull’efficienza energetica degliedifici.Come si può osservare sono innumerevoli e articolati i servizi erogati dalla sede e sono destinatia rafforzarsi e potenziarsi.Nascerà a San Gavino Monrealeil Centro Provinciale AntinsettiNella riunione <strong>del</strong> Consiglio Provinciale <strong>del</strong> 28 settembre2009 si è finalmente assunta, a maggioranza con ilvoto favorevole anche <strong>del</strong> Consigliere di minoranzaCarlo Concu, la Delibera di acquisizione in Comodatogratuito per 60 anni di un’area nel P.I.P. di San Gavinodi oltre 2.700 mq per la realizzazione dei locali <strong>del</strong> centroProvinciale Antinsetti in capo all’Assessorato provincialeall’Ambiente. Da oltre un anno sono a disposizione600.000 euro per la costruzione di una nuova struttura.Trappola per maschio <strong>del</strong>la processionariaIl Centro Provinciale Antinsetti opera sul territorio con oltre <strong>17</strong>00 interventi all’anno pressoaree e strutture pubbliche ai sensi <strong>del</strong>la L.R. 21/99, e per il livello di organizzazione e diefficienza raggiunti negli ultimi due anni ha ricevuto <strong>del</strong>ega e fondi straordinari per condurrela lotta alla processionaria <strong>del</strong> pino, comparsa per la prima volta in Sardegna a Sanluri eFurtei. <strong>La</strong> posizione baricentrica <strong>del</strong> PIP di San Gavino consentirà di economizzare glispostamenti verso i centri più popolosi, verso i quali vengono svolti la maggior parte degliinterventi. <strong>La</strong> scelta di realizzare un nuovo immobile è derivato dalla valutazione <strong>del</strong>la difficileadattabilità dei fabbricati esistenti alle peculiari esigenze <strong>del</strong>la struttura.Concessione contributi bande e associazioni musicaliai sensi <strong>del</strong>l’ art. 2 L.R. 64/82 anno 2008 e art. 8 anno scolastico 2008-2009È stata approvata la graduatoria dei soggetti (bande musicali, cori polifonici e gruppi folk),ammessi al finanziamento per l’attività svolta nell’anno 2008, ai sensi <strong>del</strong>l’art. 2 <strong>del</strong>la LeggeRegionale n. 64/1986. <strong>La</strong> somma complessiva destinata a finanziare l’attività <strong>del</strong>le associazionimusicali <strong>del</strong>la Provincia, bande, cori polifonici e gruppifolk, è stata pari a 98.000 euro.Si è provveduto, inoltre, a concedere i contributi ai sensi<strong>del</strong>l’art. 8 <strong>del</strong>la medesima legge regionale che finanzia la formazionemusicale <strong>del</strong>le singole associazioni che attivano corsiper apprendere i primi rudimenti <strong>del</strong>la musica, partendo dalsolfeggio sino alla conoscenza e all’utilizzo <strong>del</strong>lo strumentomusicale. <strong>La</strong> somma messa a disposizione per il finanziamento<strong>del</strong>la formazione è stata pari a 72.000 euro.Rispetto all’anno 2007, vi è stato un incremento <strong>del</strong> contributo, in quanto la Provincia, che hatenuto conto <strong>del</strong>le esigenze <strong>del</strong>le associazioni <strong>del</strong> territorio, ha riconosciuto la loro funzionesociale e il ruolo culturale svolto attraverso manifestazioni ed eventi di spettacolo che sisono svolti nei diversi centri <strong>del</strong>la Provincia o in altri territori, talvolta all’estero, dove hannofatto mostra <strong>del</strong>le proprie capacità e talento.<strong>La</strong> tabella di seguito riportata indica le bande musicali, i cori polifonici e gruppi folk beneficiarie i corrispondenti contributi.CONTRIBUTI CONCESSI -ART. 2 – L.R. 64/86 ANNO 2008Associazione culturale folkloristica su Enau Gruppo folk Villanovaforru euro 1.500Gruppo Folk Santa Vitalia Gruppo folk Serrenti euro 1.500Associazione musicale sms- stagioni Sardaresi Banda musicale Sardara euro 5.350Coro polifonico San Lorenzo Coro polifonico Villanovafranca euro 681,19Associazione musicale “Banda Città di Guspini” Banda musicale Guspini euro 5.000Associazione musicale “G.. Verdi” Banda Musicale Serramanna euro 2.975,30Gruppo folkloristico “Sa Jara” Gruppo folk Tuili euro1.500Gruppo folk Lunamatrona Gruppo folk Lunamatrona euro 1.500Associzione Musicale “Città di San Gavino M.le” Banda Mus. San Gavino M.le euro 2.305,29Associazione Musicale “G.Verdi” Banda Musicale Serrenti euro 8.600Associazione Musicale “ G. Puccini” Banda Musicale Gonnosfanadiga euro 6.814,66Associazione musicale “Coro polifonico di Gesturi” Coro polifonico Gesturi euro 2.518,04Coro polifonico “Città di Villacidro” Coro polifonico Villacidro euro 6.000Associazione Musicale “E. Porrino” Banda Musicale Arbus euro 8.659,8Associazione culturale “Su Stentu” Gruppo folk Serramanna euro 2.000Associazione musicale “Stanislao Silesu” Banda Musicale Samassi euro <strong>12</strong>.000Associazione Musicale “Santa Cecilia” Banda Musicale Villacidro euro <strong>12</strong>.000Associazione gruppo folk “Sant’Isidoro” Gruppo folk Samassi euro 3.000Complesso musicale a fiati “Amilcare Ponchielli” Banda Musicale Sanluri euro 8.737,806Associazione culturale “gruppo folk Siddi” Gruppo folk Siddi euro 1.500Gruppo folkloristico “Madonna <strong>del</strong>la Salute” Gruppo folk Villanovafranca euro 3.000CONTRIBUTI CONCESSI -ART. 8 – L.R. 64/86 ANNO 2008-2009Associazione Musicale Ennio Porrino banda musicale Arbus I euro 6.500Associazione Musicale Città di San Gavino banda musicale San Gavino M.le III euro 6.000Associazione Musicale Stanislao Silesu banda musicale Samassi I euro 7.500Banda Musicale G.Puccini banda musicale Gonnosfanadiga I euro 6.009,375Associazione Musicale G.Verdi banda musicale Serramanna II euro 2.626,14Associazione Musicale Santa Cecilia banda musicale Villacidro II euro 8.500Associazione Musicale G.Puccini banda musicale Villamar I euro 6.500Associazione Culturale “Banda musicale città di Guspini” banda mus. Guspini II euro 3.750Associazione musicale SMS stagioni musicali sardaresi banda musicale Sardara I euro 3.750Associazione Musicale G. Verdi banda musicale Serrenti II euro 5.745,85Associazione Sant’Isidoro gruppo folk Samassi I euro 3.000Complesso Strumentale a fiati Amilcare Ponchielli banda musicale Sanluri euro 6.500Coro Polifonico Città di Sanluri coro polifonico SanluriI euro 3.000Coro Polifonico Città di Villacidro coro polifonico Villacidro III euro 4.500


10 ottobre 2009 <strong>17</strong>Su sadru chi seus pedrendudi tziu ArremundìcuSa figumoriscaUa dì, forzis tenìa ot’annus, seu andau adom’e ajajaPorru. Issa no ddoi fut, ddoi fiat ajaju Pietrinu, setziu,asut’e su stabi, cun su cadìu de sa figumorisca a sucostau e ua scivedda manna ananti an ca nci ghetatsa figumorisca scroxada, o mellus nai, nde ddi segatsu naseddu, fiat po donài a papai a is procus, chipapant sempiri sen’e pasiu. Ajaju at sempiri ingrassauis procus a làndiri, figumorisca, pãi amoddiàu a sùpao sòru, a segundis su tempus! Sa petza de su procu,ingrassau aici, est bona e saborìa, su satitzu e supresutu téint u sabòri e u fragu chi torrat su motu abiu, e su ladru est atu cuaturu didus. Me in is cungiauschi tenìat issu, sa figumorisca fiat pagu e insaras iatpigàu a pesõi u cungiàu mannu de tziu PepinuScupéta, po ndi segài totu sa figumorisca. Po sa pesõiddi pagat ua piscedd’e casu e sa mandada de su procucandu ddus bocìat. «Léi, arremundicu, papadì custa figumorisca ca est bona…» m’iatnau ajaju donendumì ua figumorisca scroxada. Tenìat arresciõi issu: fiat bella, manna esaborìa de averas. «Ajaju- dd’ia pregontau- poit’est chi sa figumorisca potat totu custupisu?» «Ogna frùtu de sa terra potat pisu- m’iat arrespostu ajaju- e srebit po fai nasciatras matas e atrus frutus!» «Ma totus ndi potant unu, dusu, o cuaturu, ma sa figumoriscandi potat medas, est prus pisu che prupa.» «Gei téis arresciõi su pipiu- iat arrespostuissu- imou ti contu su contu de sa figumorisca…- Si fiat frimau de scroxai, s’iat allutusu zigarru, si fiat acostau a mimi e iat inghitzau su contu-… Apustis chi Deus iat fatu sumundu dd’iat castiau de ceu e no ddi fut praxu aici spollau. A su noti nc’iat penzau e amengianeddu chitzi iat pigàu u cadìu mannu mannu, ua apalladroxa là, prena de seminide ogna arratz’e mata, fut cabau a terra e iat cumentzau a dda ingiriài de ua pati a s’atrasemiendu. Sa dì nci fiat passa aici, fiat giài scurighendu e sa chi potat a coddu fut sa debinti apalladroxas de pisu, fiat stasìu méda, scisi ingiriài totu su mundu cuncuss’apalladroxa a coddu unu si stancat mancai siat Deus, sen’e contai cuss’atzia e cabade terra a ceu e de ceu a terra cun cussu pesu, est de cumprendi… Si fiat castiau in girue si fut acatau ca in Sardinnia nc’adiat pagus matas e insà iat cumenzau a spaiãi su semi;sceti ca dd’etat a farrancadas e a terra arribat a muntoneddus a muntoneddus, e aici estnascia custa màta a follas ladas, mannas, prenas de spìa longa e puntuda e cun su frutubidri-grogu e préu de pisu: sa figumorisca! As cumprendiu imou poit’est chi est prenade pisu?» «Sissi, ajaju- dd’ia nau presciau po m’ai contau custu contixeddu- ma poit’estchi nc’est sa figumorisca de sangùi puru?» «Cuss’est uantru contu.» M’iat arrespostuajaju arrì arrì, «E tochit contimiddu» «Su mes’e Arxiobas, s’annu no ddu sciu, ua belladì apustis de ua temporàda màba, Deus iat apetu s’enn’e su ceu po si fai ua passilladame in is nuis, candu, tot’a uota iat biuin Sardinnia sa genti chi segàt e papatfigumorisca… “Depit’essi saborìa deaveras- iat penzau Deus- funtipapendusidda cun prexei, mi ndi faintcabài is sabìas…” e aici nde ddi futpesàu disigiu e fut cabau a terra, sifiat frimau anant’e ua cresura e iatapubàu ua bella figumorisca bidrigroga,luegus u angiuleddu, ndi potatsempiri ua pariga avat’avatu, dd’iatscovitada e Issu iat allonghiàu sa mãupo nde dda segài. In cussu momentudd’iat strobau sa pregadorìa de ua mama chi, disisperàda, ddu pregat de sravai sufilisceddu ca fut mobadiu méda. Si scit ca Deus ascutat sempiri is pregadorias de ismamas, ma su s’essi giràu po ascutai custa mama, nce dd’iat fatu ghetai sa mãu a ua spìade folla pungendusì su didu, luegus dusu stiddius de su sangùi fiant’arrutus a terra. Desa dì fut nascia ua calidadi de figumorisca a cabor’e sangùi e cun pagu spìa… T’estprasciu su contu?» «Sissi ajaju, gei m’est prasciu. Candu m’arregollit a segài figumoriscade sangùi?» «Una de custas disi andaus, ma s’arregolleus sa cannuga, no si scit mai…Imou bai a domu ca mama tua at’essi scrètia» «Candu torr’a béi mi ddu contat uantrucontixeddu bellisceddu?» «Imou bai, candu torras a béi bieus, chi fais a bonu…» E aicifia torrau a domu cantendu presciau: “Sa cosa prus bella de custu mundu funt is ajajus eis ajajas chi contant contisceddus bellisceddus a is piciocheddus…..Su sinnabi (~) chi pongiu apitzus de is vocalis po inditai sa nasalitzaziõi, po ua cristiõide stampa no bessit in zertas vocalis, e bessit uantru sinnabi.Chi oit donài conzillus a tziu Arremundicu, o ddi nai cuncu fueddu (strupiàu) chi atintendiu, podit scrìi a su giorronalli. Cumpadessei cuncu sbagliu. A si ‘ntendi mellus.tziu Arremundicu.FUEDDUS CHENE CRIEDDUSdi Gigi TattiFueddus chene crieddus est una arregorta de dìcius, demodus de nai e de pensai de grandus pensadoris de dognacultura, a issus cun pagu modèstia mi seu ammesturau, maaici hapu circau de strogai in lìngua sarda sa forza de isfueddus in libertadi chi non tenint cresuras, ammostendu isgiassus e apporrendu sa crai po aberri is crieddus de portaschi medas bortas funt serradas.Prus certas e prus est bellu a pustis a fai sa paxi.Su mandroni fai mali su traballu, aici a pustis non si ddu faint fai prus.Est mellus a torrai agoa, che andai ananti e si perdi in giru.De beridadis funt prenus is Campusantus.Su timorusu de sa morti, candu intendit fragu de froris, càstiat si accanta c’est calincunubaulu.Su fàmini fait bessì sa notti longa.Sa verginidadi de is fèminas est unu vantu, cussa de is òminis est una bregùngia.S’intelligenti est cussu chi creit de no essi intelligenti.Is curvas prus bellas de abbordai, funt cussas de is fèminas.Candu s’invidiosu est cittiu s’intendit su bur<strong>del</strong>lu.Candu ti bantant mancai siat fàula ti praxit su pròpriu.Is dèbilis funt sempri prontus a aggiudai a chi hat bintu.Sa vida sbùida est cussa chi pesat de prus.Sa vida est unu passàggiu strintu, aundi est diffìcili a ci passai sanu.S’antipatia est recìproca.Medas pobiddas si faint sa tumba accanta de su pobiddu, po arrrecuperai de candufiant in vida.Sa notti portat consillu, ma ti fait abarrai scidu.Cun is amigus si prazzint is dispraxeris e s’arraddòpiant is praxeris.S’antipatia est s’arrovèsciu de s’amicìzia.Sceti candu ses cojau cumprendis ca ndi podiasta fai de mancu.C’est chi fueddat meda po cuai su pagu chi pensat.Chi fait podit sbagliai, chi non fait podit sceti criticai.A s’òmini bàsciu non ddi castis sa mìsura.A s’òmini cumpriu non ddi còntisti su piu.Òmini de pastura òmini de cultura.Chi sciri arremai agatat sempri postu in sa barca.S’òmini piudu si narat ca est forzudu, s’òmini spinniau si narat ca est dotau.Sa cosa trista, est candu cumenzas a pensai cosas chi no funt de accòrdiu mancu cuntui.Preparadì po binci non po perdi.Chi fueddat mali de is atrus est circhendi de fueddai beni de issu.Si narat ca is ùltimus hant essi is primus, ma c’est sempri calincunu chi ti spingit de agoa.Su malu de sa beccesa est ca ti fait arregordai sa giovania.Chi non fait progettus non s’agatat difettus.Chi timit de timi est giai timendi.Is sospettus faint felici su gelosu.Ci funt duus tipus de stùpidus, cussu chi timint totu e cussus chi non timint nudda.Prus certas e prus est bellu a pustis a fai sa paxi.Su mandroni fai mali su traballu, aici a pustis non si ddu faint fai prus.Est mellus a torrai agoa, che andai ananti e si perdi in giru.De beridadis funt prenus is Campusantus.Su timorusu de sa morti, candu intendit fragu de froris, càstiat si accanta c’est calincunubaulu.Su fàmini fait bessì sa notti longa.Sa verginidadi de is fèminas est unu vantu, cussa de is òminis est una bregùngia.S’intelligenti est cussu chi creit de no essi intelligenti.Is curvas prus bellas de abbordai, funt cussas de is fèminas.Candu s’invidiosu est cittiu s’intendit su bur<strong>del</strong>lu.Candu ti bantant mancai siat fàula ti praxit su pròpriu.Is dèbilis funt sempri prontus a aggiudai a chi hat bintu.Sa vida sbùida est cussa chi pesat de prus.Sa vida est unu passàggiu strintu, aundi est diffìcili a ci passai sanu.S’antipatia est recìproca.Medas pobiddas si faint sa tumba accanta de su pobiddu, po arrrecuperai de candu fiant invida.Sa notti portat consillu, ma ti fait abarrai scidu.Cun is amigus si prazzint is dispraxeris e s’arraddòpiant is praxeris.S’antipatia est s’arrovèsciu de s’amicìzia.


1810 ottobre 2009Sa Oghe ’e su Coroal Festival di TissiNon appena sbarcato dal continente, scendendo giù da PortoTorres, impaziente di rituffarmi nel tessuto <strong>del</strong> mediocampidano natio, cento e cento volte, appena dopo Sassari,scorgevo quei segnali di luoghi che dicevano: Tissi-Ossi oOssi-Tissi e sempre me ne rimaneva memoria come di unafilastrocca per bimbi. Mai avrei immaginato che tale GiuseppeCubeddu, suonatore d’organetto diatonico di maestriafuori di ogni norma (penso che riuscirebbe a far ballare su“ballu tundu” persino a me), imbattutosi in un “video” chesciorinava una prestazione de “Sa Oghe de su coro”nel bassomilanese, formazione corale che sopporta anche la miavoce a mischiarsi con quelle dei sardi, figli di sardi, non sardi,che la compongono (tutto dirige Pino Martini Obinu), miavrebbe risucchiato proprio a Tissi, in occasione <strong>del</strong> loro“festival” di 19 settembre u.s. Noi de “Sa Oghe” avremmofatto da ospiti d’onore, nientemeno! Quelli <strong>del</strong>l’associazioneculturale “Coro Ischentes de Tissi”, al di là <strong>del</strong> loro nome(ischente vuol dire apprendista) avevano curato una regiamolto composita che prevedeva la partecipazione anche <strong>del</strong>coro di Muros “Renato Loria”, i “Sos de Santu Matteu” diBono e, a fare da corollario a tanta musica cantata, anche ilgruppo di danze mediovali “Giudicato di Torres” e due gruppifolk di danza: quelli di Bonnanaro e il “San Luigi”di Tissi.Buoni ultimi, ma dovreste sentirli come cantano, il coro “PiccoleNote” di Tissi, una trentina di scatenatissimi,ultraprofessionali, bimbi dai tre ai dodici anni, che <strong>La</strong>uraSantucciu tiene a bada non si sa come, e vale dire che leragazzine sono in stragrande maggioranza, per un repertorioche vanta “zecchino d’oro” e canzoni sarde, come le due checanteranno stasera: “Terra mia” e “Coros cantende”. Capiretebene che una cronaca puntuale <strong>del</strong>l’avvenimento richiederebbetutte le pagine <strong>del</strong>la “<strong>Gazzetta</strong>”, e forse non basterebberoa dare di conto <strong>del</strong>lo svolgersi <strong>del</strong>la serata tutta che,mercè l’opera di Giove pluvio, si è iniziata su di un palco perconcludersi, dopo una prima innaffiata d’avvertimento, sottole volte <strong>del</strong>l’ex mattatoio che, mi dice il sindaco di Tissi, ècomunque destinato a divenire sede di un museo etnograficoarcheologico.Maria Lucia Cocco di mestiere fal’anatomopatologa (autopsie e robe così, se la incontrate fateviraccontare di quando, da giovane medico, lavorava allaguardia medica di Orani e Orotelli), poi è mamma, e poi anchesindaco (sindachessa ha un suono che non mi piace). Mifa avere un gran numero di pubblicazioni sul paese che amministrada quasi tre anni, grande fan di Soru Renato (ildi Sergio Portasvicesindaco Salvatore Masia molto meno), fa derivare il votodi sinistra dei tissesi da una vocazione annosa di socialismoanarchico (la cooperativa agricola è <strong>del</strong> 1907), concorda conme che l’uscita dal berlusconismo che ci pervade deve prevederetempi che si misurano in generazioni, sempre ammessoche si riesca a vincere la sfida culturale che, per ora,lo ha imposto al paese tutto. Stasera aprono la festa i padronidi casa di “Ischentes”, ricordando uno dei loro, da poco scomparso,Mario Tilocca, che tanto ha dato alla costruzione <strong>del</strong>coro, il direttore <strong>del</strong> quale Pietro Sassu compone le canzoniche cantano ispirandosi ai poeti <strong>del</strong> luogo ma anche ai variBartolomeo Serra o Pietro Cherchi. Bianchi e neri come appaiono,coi bottoni d’oro e d’argento in filigrana al colletto<strong>del</strong>la camicia candida, cominciano con “Sa Idda mia” e continuanocon un’altra canzone che parla di uno sposo che va achiedere la mano <strong>del</strong>la sua bella a Usini. Non è dato saperecome finirà che quelli di Usini da queste parti passano per“imbriagones” (trad. per continentali: ubriaconi), mentre iltissese è faulasu (frabanciu, bugiardo)per antonomasia. Perchiudere il cerchio dei vicini di casa: l’abitante di Ossi è dettogiogasu (lumaca).Il gruppo folk di danza di Bonnanaro segue con unu “Dillu”di pregio e continua con un “Ballu tundu” in cui la fisarmonicafatica a seguire il ritmo dei ballerini. Le gonne rosse e iveli bianchi di traforo si mischiano alle barritte nere che saltanoa tempo, in un cielo sempre più pieno di lampi. Poi toccaai “Santu Matteu” di Bono, che hanno una storia lungadieci anni, coi loro corpetti a schiena rossa su un costumenero come la notte, la loro “Ninna nanna” da una poesia diMontanaru di Desulo non me la scordo fin che campo. Hannouna “voce solista”, Franco Carta che spicca nel coropolifonico come la ciliegina su una torta sontuosa. Le seiragazze mediovalmente vestite che eseguono tre danze fannoparte <strong>del</strong>l’associazione di Torres che tre anni fa ha iniziatouna ricerca scientifica- archeologica- coreografica sul periodomedievale <strong>del</strong>la loro città. Applausi fragorosi sottolineanopoi l’esibizione <strong>del</strong> coro dei piccoli cantori, una macchiabianco-gialla e rosa di abiti per angeli che la Santucciue Fabrizio Sanna si immaginano di dirigere, quando appare atutti evidente essere loro a traino di tanta ingenua bellezza.Poi cantiamo noi de “Sa Oghe ‘e su Coro”, emozionati comebimbi che rivedono la madre dopo due mesi che sono rimastisenza di lei una in colonia marina dove si mangia minestra apranzo e a cena, un groppo alla gola che ti impasta la voceche si scioglie fortunatamente coi “Fantini sedilesos” di“Assandira”, migliora viepiù con una “cozzula” nuoresa, esi butta all’impazzata su unu “passu torrau cantau” in cui laparte femminile <strong>del</strong> coro si sgola a sparlare di tale “Antoinostu”che però “tenisti oghe bella e attonada/como si cantaspares una craba” (senza traduzione). Susi, che però è fidanzatadi Antonio ( non quello <strong>del</strong>la canzone, uno dei nostri) equindi va presa con il beneficio d’inventario, dice che siamostati bravissimi. In realtà, dopo che la pioggia battente hatutti sfrattato nell’ex mattatoio coperto, e quelli di Muros sisono messi in cerchio per cantare le loro canzoni, l’emozioneha riempito la sala come la nebbia che sale, la sera, dallerive di un fiume. Lenta, inesorabile e coinvolgente la polifoniache riescono a produrre è di una qualità superiore, frutto diun lavoro iniziato negli anni novanta. Impareggiabili! Anchei ballerini di Tissi hanno dieci anni di attività alle spalle, coiloro costumi rutilanti di bottoni d’argento, le ragazze ne hannodieci per braccio, offrono al pubblico che stipa il locale unu“ballu pesadu” che è tipico <strong>del</strong> paese e un “ballu a passu” <strong>del</strong>centro Sardegna, che hanno coreografie di stelle di mare emadrepore. Poi noi de “sa Oghe” facciamo altri tre pezzi,“Procurad’e moderare”, un “Ballu furiosu” e un “Isettande”,una canzone di Pino che è emblematica per sottolineare le(numerose) differenze che ci sono fra il nostro e gli altri coriche qui si sono esibiti. Nel nostro c’è la componente femminile,fondamentale per cantare in sussurrato un certo tipo diemozioni, d’amore, e in urlato per altre di protesta o politicheche siano. Siamo diversi. Cantiamo rivolti al pubblico,non in cerchio come i maschi degli altri cori sardi che si sonoesibiti qui. Come gli “Ischentes” che chiudono la serata. Almenoper il pubblico, che fuori poi è tutto un mischiarsi dicantori e di voci che si inseguono l’un l’altro con un repertoriodi canzoni che sono patrimonio di tutti, di tutti i sardi. Dicosa succeda quella notte, <strong>del</strong> vino nero bevuto a fiumi alternatoa “filu ‘e ferru” di incerta provenienza, dolci di mandorleamare, canzoni che sfottono i cantori, fa tutto parte<strong>del</strong>l’ accoglienza che quelli di Tissi hanno avuto per i milanesi“emigrati”. Che è anche condita di culurgiones emalloreddus, ma soprattutto di cuore grande come la Sardegnatutta e che nulla chiede in cambio, se non quando si parlio si pensi a Tissi, che ci si ricordi di loro. I più faulausus ditutto il Logudoro. E i più ospitali.


10 ottobre 2009 19SARDARA“Siate una sola famiglia attornoa Maria”. Con questoinvito il vescovo GiovanniDettori ha concluso ifesteggiamenti in onore diSanta Mariaquas, patrona<strong>del</strong>la diocesi di Ales-Terralbae compatrona di Sardara. Inun penultimo lunedì di settembre,in parte benedettodalla pioggia, si è celebratala festa <strong>del</strong>la Madonna. Tregiorni di appuntamenti religiosie civili nella localitàtermale, dove il simulacro èstato meta di migliaia di pellegrinie di devoti. A Memoriad’uomo mai così tanti,quanto l’edizione 2009. Ilmomento clou all’anfiteatro,per la concelebrazioneeucaristica <strong>del</strong> vescovo e ditutti i sacerdoti <strong>del</strong>la diocesi.Una folla immensa ha partecipatocon devozione esentite preghiere.Una festa, quella di SantaMariaquas, che da nove anni,con qualche interruzione perquestioni organizzative,ospita la fiera <strong>del</strong>l’artigianatoe <strong>del</strong>l’agroalimentare.Un bagno di folla chiude la festa di Santa MariaquasStand espositivi per mostrarei prodotti <strong>del</strong>la nostra terrae <strong>del</strong>le mani laboriose degliartigiani: dalle ceramiche,ai cesti in vimini, dalvino all’olio, dai salumi almiele, allo zafferano, allepitture, agli oggetti in ferro,ai vasi di erbette grasse.C’era tutto il materiale cheogni giorno costa lavoro efatica ai campidanesi, maanche a quanti sono arrivatida altre parti <strong>del</strong>l’isola. Uniconeo: pochi soldi in tascaper gli acquisti. Nonostanteil costo degli spazi espositivifosse dimezzato rispetto alloscorso anno, da 10 a 70 euro,è stato impossibile rifarsidalle spese. “Visitatori tanti-commenta Pina Zurru diPabillonis, davanti alle sueceramiche artigianali- venditaquasi zero. A ciò si aggiungeanche il caos <strong>del</strong>lavicina giostra: difficileascoltare chi si avvicinava,magari solo per curiosare.<strong>La</strong> fiera deve avere uno spaziotutto suo”.Non è andata meglio alla vicinaManuela Cara ed ai suoisalumi. “Abbiamo preparatoun menù a base di prodottitipici: <strong>12</strong> euro per un pranzocompleto. Chi ha potuto gustarlo,ha gradito: i complimentinon sono mancati.Peccato che siano stati davveroin pochi”.E il presidente <strong>del</strong>la Proloco, Daniele Tatti, anima<strong>del</strong>l’iniziativa, non demorde.Promette di rivedere alcuniaspetti, ingrandire la manifestazionee venire incontroalle tante richieste che quest’annonon è stato possibileaccogliere per esigenze dispazi. “E’ vero- ammette- lecriticità ci sono state. Siamoperò all’inizio. L’impegno èdi farne una manifestazioneche identifichi il nostro paese.<strong>La</strong> crisi, speriamo per tutti,passerà. Non possiamo e nondobbiamo permettere chetanta ricchezza vada perduta.I prodotti locali sono unarisorsa: merita uno sforzo daparte di tutti noi per la suavalorizzazione e la sua crescita.Ciascuno faccia la suaparte”.Santina RavìGONNOSFANADIGASERRENTIAvviati i preparativiper la Sagra <strong>del</strong>le oliveÈ già partita la macchina organizzativa <strong>del</strong>la 23 a Sagra <strong>del</strong>leOlive in programma dal 6 all’8 novembre prossimo aGonnosfanadiga. Per l’appuntamento, ormai entrato nel cuorenon soltanto dei gonnesi ma di tutti gli amanti <strong>del</strong>la genuinità,la centrale via Porru Bonelli e le strade limitrofe si trasformerannonelle vie tematiche <strong>del</strong>l’olio e <strong>del</strong>le olive. <strong>La</strong>festa di sempre sarà arricchita da alcune novità, tra le quali iconcorsi “Sa pratza” <strong>del</strong>l’olivicoltore e “Su bixinau” degliolivicoltori. Tutti i cittadini possono partecipare alla gara allestendocon creatività e fantasia, per i giorni <strong>del</strong>la manifestazione,i propri cortili, vicoli o facciate con gli utensili antichio moderni che appartengono alla raccolta <strong>del</strong>le olive ealla produzione <strong>del</strong>l’olio, ma anche ricorrendo a tutti gli strumentilegati alla cultura <strong>del</strong>l’olivo, in modo tale che si riescaad allestire un vero e proprio “museo diffuso” . Per parteciparebasta presentare la richiesta entro il 15 ottobre presso ilComune di Gonnosfanadiga.Al miglior “Bixinau” sarà consegnata una targa di riconoscimentoda affiggere nei muri ma ci saranno premi per ognipartecipante. I migliori tre cortili si aggiudicheranno il Paniere<strong>del</strong>l’agroalimentare <strong>del</strong>la Provincia <strong>del</strong> <strong>Medio</strong><strong>Campidano</strong>. Gli organizzatori stanno poi preparando tantealtre sorprese che ancora non vogliono svelare. Di sicuro,come da tradizione nella sagra, ci saranno stand per promuoverela regina <strong>del</strong>la manifestazione: la gustosa oliva diGonnosfanadiga, ma nella tavola virtuale non mancherannoaltre <strong>del</strong>izie nostrane. All’evento possono partecipare gliolivicoltori, i produttori <strong>del</strong>l’agroalimentare e <strong>del</strong>l’artigianato<strong>del</strong>la Sardegna. Chi fosse interessato a prenotare uno spaziodovrà presentare la richiesta entro il 23 ottobre presso ilComune o la Pro Loco di Gonnosfanadiga. Per informazioni:070 9795231, 070 9797<strong>12</strong>9.Stefania PuscedduSantaVida: fede e devozione da tutta la Sardegna<strong>La</strong> grande festa di Santa Vitalia come ogni anno ha richiamatoa Serrenti migliaia di persone nel primo fine settimana di ottobre.Alla fede e alla devozione si è aggiunta la voglia didivertirsi e degustare prelibatezze <strong>del</strong>la cucina nostrana e così,nelle strade una fiumana di persone ha seguito gli appuntamenti<strong>del</strong>la manifestazione organizzata dalla Pro loco e dallaParrocchia. Ai riti religiosi, iniziati il 25 settembre nella Chiesaromanico-gotica di Santa Vitalia e nella Parrocchiale e proseguiticon un’affollata processione con a capo il simulacroligneo di Santa Vida, hanno fatto seguito i riti civili con concerti<strong>del</strong>la Banda di Serrenti e <strong>del</strong> locale Coro polifonico, spettacolifolkloristici e pirotecnici e tante buone pietanze. Dal 3Per il quinto anno consecutivo, ma facendo le cose semprepiù in grande, torna a Sardara, al centro anziani, la Festa deiNonni. Dal 2005 ricorrenza nazionale. Organizzata dalla co-al 6 ottobre, il clou <strong>del</strong>la festa con l’alternanza di festeggiamentireligiosi e civili, bancarelle e venditori, luna Park e una folladi fe<strong>del</strong>i provenienti da tutte le parti <strong>del</strong>la Sardegna per celebrareSanta Vitalia, ricordata col nome di “Santa Vida deSerrenti”. L’atmosfera d’autunno nella piazza antistante il santuarioaveva il profumo e il sapore <strong>del</strong> pesce, maialetto e <strong>del</strong>lasalsiccia arrosto ma anche <strong>del</strong>le prime caldarroste cotte nellebancarelle <strong>del</strong>la via Santa Vitalia. Per chiudere in bellezza ilpasto c’era anche il famoso dolce “pistoccheddu de Serrenti”e il “pistoccheddu de cappa” al torrone e agli amaretti.“Sa festa manna”, alla quale i serrentesi sono profondamentelegati, anche quest’anno è stata rispettata. (step)Sardara: nonni in festa al centro anzianioperativa Terza età, in collaborazione con l’assessorato ai servizisociali <strong>del</strong> Comune, sabato 2 ottobre i residenti <strong>del</strong>la Casahanno trascorso un pomerggio in compagnia dei familiari edegli amici. Un fisarmonicista ha rallegrato la serata, mentreun ricco rinfresco, con dolcetti tipici, l’ha addolcita. “E’ unappuntamento ormai fisso, questa <strong>del</strong>la festa dei nonni – hadetto l’assessore Paolo Zucca- da quando, cinque anni fa, fuistituita dal presidente Ciampi. Per noi, festeggiare i nonni,vuol dire riconoscere il loro valore aggiunto nel contesto <strong>del</strong>lavita sociale di tutti i giorni. Quando i giovani spesso sono disorientati,e i nonni rimangono uno dei pochi punti di riferimento<strong>del</strong>la famiglia”. Sono loro che ci ricordano i mestieri diuna volta, ma non solo, anche i giochi, le storie: tutto un patrimonioche è assolutamente da valorizzare, come ha ricordatoil sindaco Giorgio Zucca. “Per noi è la dimostrazione di unrapporto speciale con gli anziani che va oltre la festa in sé persé”. “Vorrei ringraziare – ha detto la presidente Luisa Tuveritutticoloro che ci hanno dato e ci daranno una mano”. (s. r.)


20 10 ottobre 2009Feste di paeseSANLURI I TURISTI HANNO INVASO LE STRADE DEL CENTRO STORICORinnovata la festa <strong>del</strong> borgo medioevaleMeglio <strong>del</strong>le previsioni. Visitatorie turisti hanno invaso lestrade <strong>del</strong> Centro storico sindalla mattina per parteciparealla Festa <strong>del</strong> Borgo, edizione14. Espositori, artigiani,case aperte, scene di vita contadina,antichi mestieri, assaggi<strong>del</strong>la genuinità <strong>del</strong>la gastronomiadi un tempo sono statigli ingredienti <strong>del</strong> successo.. Stessi termini per ilpresidente <strong>del</strong>la Pro Loco ArmandoCarcangiu: .Quest’anno per la prima voltaè stata proposta la filiera <strong>del</strong>pastore con la preparazionedei formaggi, la tosatura etutto ciò che riguarda la vita<strong>del</strong> pastore. C’era poi lafiliera <strong>del</strong> grano e la vendemmia.C’erano gli artisti <strong>del</strong>lapietra e <strong>del</strong>la ceramica, ilcestinaio, il calzolaio e altrilavori manuali che ormai rischianodi estinguersi. Apertoil castello, aperte le chiese<strong>del</strong> centro storico. Per stradaasinelli e cavalli ad accompagnarei bambini, la musica<strong>del</strong>le corali e i balli dei gruppifolk.L’obiettivo <strong>del</strong>la festa restaquello inalterato da 14 anni:far conoscere il centro storicodi Sanluri e recuperarescorci di un tempo ma anchefar conoscere la vita, i cibi ei mestieri di un tempo.Un obiettivo che anche quest’annosembra sia stato centrato.Arianna Concu<strong>La</strong> confraternita <strong>del</strong>la Madonnad’Itria e il vicinatostanno cercando di recuperarela chiesa di Sant’Anna.Tante le iniziative, dagliassaggi, alle tegole cheraffigurano la Madonna allavisita <strong>del</strong>la chiesa.Le fave, cotte alla sanluresecon la cotenna di maiale e ilfinocchietto, sono state tra iprodotti più apprezzati daivisitatori che in serata si sonofatti davvero numerosi.Anche per quest’anno la festa <strong>del</strong> borgo ha richiamato numerosituristi ed appassionati e anche il Castello giudicale diEleonora d’Arborea di Sanluri ha registrato il pienone. Quasi500 visitatori tra adulti e bambini, gruppi di famiglie e compagniedi amici hanno affollato le stanze, le torri e i museiall’interno <strong>del</strong> castello. <strong>La</strong> giornata è stata propizia anche sottoil punto di vista meteorologico e l’antistante piazzale ha ospitatogli arcieri che davano la possibilità ai curiosi di tirarecon l’arco, c’era poi la mostra <strong>del</strong> pane che ha richiamatonumerosi curiosi.Annalisa MelisI bambini che hanno aderito all’estemporanea di Pittura sonostati una cinquantina. Margherita, Cecilia e Chiara hannoscelto San Lorenzo e raffigureranno scene di vita quotidianaattorno alla chiesa.Su sabatteri Andrea Vaccaha mostrato la lavorazionemanuale <strong>del</strong>la pelle di variprodotti: dalle scarpe agliaccessori per il costumesanlurese e per “vestire” ilcavallo.L’orafo Fabrizio Busonera lavora la filigrana e riproduce antichigioielli e rosari. Un lavoro minuzioso e di precisioneche lui riproduce a mano.Venerdì 6Sabato 7Domenica 8 NOVEMBRE 2009GONNOSFANADIGA


10 ottobre 2009 21“Et Ego Margianus Gadulesuhabitator ville de Sardarasindicus actor et procuratoruniversitatis contrateMONTIS-REGALIS … abElio Ferrali castellano majoriCastri.... ville Sardara(omissis).Item Fuliado deSerra lucumtenente Burgihabitatoribus de BurgoMontis Regalis.. (omissis).Item Margiano Pinna majoriville Sancto Gavino (omissis).Item Joanne de Archa majoreville De Abbas…(omissis).Item Barisone de Staramajore ville Pavigionis(omissis). Item Petro DiscanuMajore ville de Guspini,Joanne De Muru, Sisinniode Ybba, <strong>La</strong>urencio deBonavia habitantibus indicta villa de Guspini... in villede Sardara ante domumhabitationis dicti Eliepredictam in posse ad AndreeVirde e Joannis Virde decivitate Sasseri filii, imperialeautorictate notari pubblicidie XI januarii infrascritti etclausulum per notariumproxime dictum”.Sinteticamente è riportato sopraquanto documentato nelcorposo documento che sanciva l’ennesima breve Pace fra ilGiudicato d’Arborea, rappresentato dalla Judighissa protempore Eleonora (f.f. <strong>del</strong> Giudice, il suo figlio minore Federico)e il Regno d’Aragona, con il suo Re Giovanni il Cerimonioso,nel Gennaio 1388.Il documento originale, gelosamente conservato nell’ArchivioStorico <strong>del</strong> Comune di Cagliari, è costituito da 16 fogli dipergamena, cuciti fra loro a costituire un unico rotolo di unmetro di larghezza per nove metri di lunghezza; in esso, leclausole di pace sostanzialmente stabilivano la remissioneall’Aragona di tutte le terre conquistate precedentemente dagliArborea e riportavano i confini <strong>del</strong> Giudicato a quelli precedentil’inizio <strong>del</strong>le ostilità, che duravano ormai da oltre 30anni. <strong>La</strong> pace concordata consentiva, in controparte, la liberazione<strong>del</strong> marito di Eleonora, Brancaleone Doria, catturatodagli Aragonesi mentre si trovava nel feudo di Bas, inCatalogna, dominio <strong>del</strong>la famiglia Arborea, ed imprigionatonel castello di Cagliari.Eleonora (assieme al suo staff, per dirlo con un linguaggiomoderno) volle che l’accordo venisse ratificato ed accettatodal suo Popolo; da qui il meticoloso e puntiglioso elenco deirappresentanti di tutte le Curatorie, Incontrade, città e ville<strong>del</strong> suo Regno.Quel documento consente di fare alcune riflessioni su queltempo, e sull’organizzazione <strong>del</strong> Giudicato; in esso appareevidente che Eleonora, nel ricercare l’approvazione dei rappresentantipopolari alla cosiddetta “Pace”, vuole indirettamentefar capire all’Aragona che la Guerra fin allora condottanon è una Guerra fra la sua famiglia e l’invasore Catalano-Aragonese (seppur giuridicamente legittimato), ma fra il PopoloSardo e l’Aragona invasore e che, per addivenire anchea una breve tregua, ha bisogno <strong>del</strong> consenso popolare. Talmenteradicata è infatti la convinzione <strong>del</strong>la guerra ad oltranzanelle genti d’Arborea, che lo scontro potrà concludersisolo e quando vi sarà l’annientamento militare di una <strong>del</strong>leparti.I Rappresentanti <strong>del</strong>la villa di Guspininella ratifica <strong>del</strong>la Pace <strong>del</strong> 21 Gennaio 1388tra il Giudicato d’Arborea e il Regno d’Aragonadi Sergio ToccoNel medesimo documento, il modo con cui vengono presentatii diversi territori ci fa cogliere le modifiche organizzativeed amministrative che le antiche Curatorie avevano subito,adattandosi alle mutate esigenze belliche che lo stato di guerraperenne imponeva.<strong>La</strong> Curatoria di Bonorzoli, di cui facevano parte le ville e leincontrade indicate, era stato riorganizzata in contrade piùpiccole e più funzionali: la contrada di Montis Regalis eracostituita dalle ville di Sardara (in cui avviene la firma <strong>del</strong>documento), dalla villa <strong>del</strong> Borgo <strong>del</strong> castello, allora abitato,dalla villa immediatamente prospiciente, appunto villa Abbas(nei pressi <strong>del</strong>l’attuale santuario di Santa Maria), dalla villadi Pavigionis (Pabillonis), dalla villa di Sancto Gavine (SanGavino), ed infine dalla villa di Guspini. Non sono citati rappresentantidi Arbus, Gonnos, Fanadiga, Serru, evidentementenon facenti parte <strong>del</strong> dipartimento di Montis Regalis.Tutte queste ville prossime al confine e alla strutturaincastellata di Montis Regalis, avevano il compito disupportare con uomini, provviste e quant’altro il complessomilitare che era il bastione fortificato più vicino ai territoririconsegnati all’Aragona che, a sua volta, si rimpossessava<strong>del</strong> castello di Sanluri, minacciosamente proteso verso i territoriGiudicali.Si coglie ancora nel documento la notevole disparità numericadei partecipanti al raduno per la conferma <strong>del</strong>l’accettazione<strong>del</strong>le condizioni di Pace, che avviene l’11 Gennaio, diecigiorni prima <strong>del</strong>la firma ufficiale <strong>del</strong> trattato fra i due Stati.Si ratifica nella casa <strong>del</strong> Castellano Elio Ferrari nella villa diSardara, davanti ai due notai sassaresi Andree Virde e JoanniVirde: al momento <strong>del</strong>l’assemblea popolare, la maggioranzadei presenti è costituita dai rappresentanti <strong>del</strong>la villa di Sardarae borghi collegati (borgo di castello e villa Abbas). Infatti,sommando tali <strong>del</strong>egati, si raggiungono ben 114 presenti; perSan Gavino i <strong>del</strong>egati sono invece <strong>17</strong>, per Pabillonis sette,mentre per Guspini solo 4. Una riflessione su questa disparitàdeve essere fatta: infatti non è possibile che i rappresentanti<strong>del</strong>le ville fossero nominatisolo in proporzione allapopolazione residente; se cosìfosse vorrebbe dire che la Villadi Sardara sarebbe stata inquel tempo 25 volte più popolatadi Guspini e quasi 10volte più di San Gavino: cosache appare alquanto improbabile.Evidentemente i criterierano anche altri: certamentela decisione di riunirsi inSardara era resa necessariadal fatto che il primo citato,Margianus Gaudulesumajore di Sardara, era ancheil procuratore designato dallacorona d’Arborea a convocarela riunione e che nella stessavilla era residente ilcastellano (probabilmente genovesecome i Doria) e stazionavail grosso degli addettialla difesa <strong>del</strong> castello. Èquindi facile ipotizzare che lanumerosa presenza sardareseall’assemblea sia da imputarsia queste condizioni, mentrela scarsa partecipazionedalla villa di Guspini sia daaddebitarsi alla distanza dalluogo <strong>del</strong> raduno e al fatto cheprobabilmente i <strong>del</strong>egati inviatia Sardara fossero statigià selezionati in una preventiva assemblea svoltasi inGuspini; comunque il fatto notevole è che la <strong>del</strong>egazione presentequel giorno confermava alla corona d’Arborea una radicatae solida fe<strong>del</strong>tà <strong>del</strong>la Comunità alla Casata.Mi piace pensare a quel giorno d’Inverno quando, in un cortile,una silenziosa platea di rudi uomini imbacuccati d’orbacee armati fino ai denti, stringendo in mano un mazzo di virghesardische ascoltano il procuratore Gaudulesu che illustra itermini <strong>del</strong>l’accordo raggiunto con l’Aragona ed invita i presentia concordare con la volontà <strong>del</strong> Giudice, placando glianimi bellicosi dei presenti ed invitandoli ad aspettare tempipiù propizi per riprendere le ostilità.Che sarebbero tornate, comunque, molto presto.Cronistoria degli avvenimenti immediatamente precedenti esuccessivi al trattato di Pace1. 1377 : muore Mariano IV, gli succede sul trono Giudicaleil figlio Ugone III2. 1383: Ugone III viene assassinato con l’unica figliadi 11 anni Elisabetta da una congiura di Palazzo ordita conl’appoggio di spie Aragonesi; gli succede il nipote Federicofiglio di Eleonora e Brancaleone Doria.3. 1383: Brancaleone viene catturato dagli Aragonesitrovandosi in Catalogna e portato prigioniero nel castello diCagliari4. 1385: essendo prigioniero Brancaleone, Eleonora haun altro figlio dal comandante <strong>del</strong>le Guardie Giudicali, cuiviene imposto il nome di Mariano.5. 1387: muore Federico d’Arborea e Pietro IV red’Aragona: succede a Federico il piccolo Mariano V° sottola reggenza di Eleonora, mentre a Pietro succede il figlioGiovanni detto il Cerimonioso.6. 1388: trattato di Pace fra Aragona e Arborea.7. 1390: Brancaleone Doria viene liberato8. 1391: l’Arborea riprende le armi contro l’Aragona ericonquista i territori ceduti con la Pace <strong>del</strong> 1388.COLLINAS SANTA MARIA ANGIARGIA<strong>La</strong> statuetta in legno, fra culto e leggendaNella terma di Santa Maria Angiargia c’è una nicchia che siracconta essere stata per molto tempo la sede di una piccolastatua <strong>del</strong>la Madonna. Si racconta, appunto. <strong>La</strong> storia nulladice a proposito. Certo è che a Collinas, nella sede <strong>del</strong> Municipio,custodita gelosamente, è stata ritrovata la statuetta dicui si parla. Piccola, in legno e purtroppo senza capo. Elementoimportante per una più chiara identificazione. Comunque,un dono prezioso che, per la prima volta, quest’anno, inoccasione dei festeggiamenti in onore di Santa MariaAngiargia, è tornata dentro la terma, in una teca, davanti allavecchia nicchia. Ora però è di nuovo nelle stanze <strong>del</strong> Comune.È veramente la statua <strong>del</strong>la Madonna? Non ha dubbi ilparroco don Fiorenzo Pau: “No, non è la Vergine. I lineamentie ancora di più la veste assomiglia, e non poco, a quel-le che indossavano le donne romane”. E la leggenda si fastrada. Racconta di un contadino che, mentre ritornava colsuo carro di legna in paese, all’altezza <strong>del</strong>l’attuale fonte, dovesi vede la nicchia, una ruota <strong>del</strong> carro sprofondò nel terreno.Nonostante gli sforzi <strong>del</strong> giogo e la buona volontà <strong>del</strong> conducente,non fu possibile muoverla da quel posto. Ripulito ilfosso per facilitare il percorso, ecco di fronte una sorgented’acqua di un pozzo, nelle cui pareti esistevano varie nicchie,in una spiccava l’immagine <strong>del</strong>la Madonna. Rimossadal sito la statua venne collocata sul carro con l’intento diriprendere il cammino verso Collinas. Ma il carro non volevasentirne. Alla fine cominciò a indietreggiare sino al boschetto,dove oggi vi è il santuario.Santina Ravì<strong>La</strong> statuetta <strong>del</strong>la Madonna


22 10 ottobre 2009 Cultura & SocietàCampumedia 8 aprile 2006Rosada carissima,sono stato a casa di ziu Peppi. Non ti di dico, anzi si,provo a raccontare. Mi sono tuffato in un altro mondo. Per unavolta non mi ha parlato di miniera, ne parlerà un’altra volta.Anche ajaju Gianniccu, ha fatto l’agricoltore e il pastore. ZiuPeppi ha voluto sottolineare questo fatto, e cioè, pare che qui,a Campumedia, tutte le famiglie avessero qualche piccoloappezzamento di terreno per coltivare quanto la vocazione <strong>del</strong>laterra permetteva loro. Non in tutte le zone si poteva coltivare ilgrano o fare l’orto o impiantare gli ulivi. C’erano terreni condiverse caratteristiche. Era, però, un’economia che aiutava lefamiglie. Non era quella <strong>del</strong>l’espediente che conosciamo noinei quartieri poveri di Buenos Aires. Essa contribuiva in modosignificativo all’economia domestica. Mi ha detto che, attornoalle miniere, nei villaggi, sia quelli a bocca di pozzo che glialtri era un fiorire di piccoli orti, dove si coltivava di tutto:dalle verdure stagionali alle piante indispensabili quali quella<strong>del</strong> limone, la melagrana, l’alloro ed il fico. Attorno ai villaggi,nel territorio di Campumedia, invece, non è difficile individuarepiccoli appezzamenti di terreno appartenenti a famiglieo persone diverse. A volte si tratta di uliveti, altre di agrumeti,altre ancora mandorleti o pescheti. A seconda <strong>del</strong>la vocazione<strong>del</strong> terreno. Una parcellizzazione enorme. Da noi è difficiletrovare tanta divisione. Qui la proprietà è molto sentita e passadi generazione in generazione. Torno, però, a quanto mi hariferito ziu Peppi. Ha voluto raccontarmi <strong>del</strong>la sua infanzia,<strong>del</strong>la campagna. Mi ha detto che in famiglia erano dodici figlie che quando è nato l’ultimo fratellino lui era militare. Il bisognodi braccia era più che mai impellente. Era una famiglia diproletari nel vero senso <strong>del</strong>la parola. Da piccolo ha fattos’angionaiu, il pastorello che conduceva gli agnelli al pascolo.In passato, qui a Campumedia, quando le pecore stavano perpartorire venivano separate dalle altre e così pure gli agnelli,appena svezzati essi venivano portati al pascolo separatamente.Mi ha detto che non esistevano né i mangimi né le mungitrici,la mungitura era manuale. Mi ha spiegato che la posizione nellaquale si mettevano era a cavalcioni sull’animale. <strong>La</strong> pecorala faceva passare, prima la testa, sotto le gambe di chi mungeva,la bloccavano, quindi, all’altezza <strong>del</strong>le zampe posteriori, ilpastore si chinava ed agguantava le mammelle turgide di latte,Racconti di MinieraCAPITOLO XXVIIAGRICOLTURA E PASTORIZIAPRIMA DELLA MECCANIZZAZIONEdi Sandro Renato GarauPrima partespremendole dentro sa cracida, il secchio. Il latte, a volte, lo siportava in caseificio. Lo mettevano in s’attolla, un secchio inalluminio chiuso ermeticamente. Mi dice ziu Peppi che, spesso,il padre mandava anche lui al caseificio. Allora caricava isattollas sulla groppa <strong>del</strong> cavallo e partiva. Altre volte il formaggiolo preparavano nell’ovile, provo a raccontarti comefacevano. Spero di riuscire. È una pratica che ha molta attinenzacon quanto fanno i nostri pastori. Si metteva il latte dentrosu caddasciu, il caldaio, al latte veniva fatto il caglio, si aggiungevauna sostanza per far cagliare il latte. Si doveva mescolareil latte in continuazione, poi, dopo un certo tempo lo silasciava riposare. Questa operazione durava sino a che il lattesi solidificava. Quindi lo si tagliava a fette con un coltello dilegno, si faceva a quadretti. Il coltello di legno doveva arrivaresino al fondo <strong>del</strong> caldaio. Successivamente si prelevava atocchetti e si metteva dentro le sco<strong>del</strong>le che gli avrebbero datola forma. Nel periodo al quale si riferisce ziu Peppi, le sco<strong>del</strong>leerano in legno. L’altra operazione la si faceva quando la pastaera nelle sco<strong>del</strong>le, allora bisognava frantumarla e sminuzzarlanuovamente con le mani, sino ad arrivare a riempire bene lasco<strong>del</strong>la da non lasciare nessuno spazio libero. Il formaggioassumeva la forma <strong>del</strong>la sco<strong>del</strong>la. Fatto il formaggio si dovevaaccendeva il fuoco sotto il caldaio, il liquido avanzato venivascaldato. Questo si chiamava soru, siero. Il calore faceva emergerela ricotta che iniziava a solidificarsi con meno consistenza<strong>del</strong> formaggio. Allora si ripeteva l’operazione già fatta peril formaggio. Con un grande mestolo di legno si raccoglieva laricotta e la si metteva in una sco<strong>del</strong>la, anch’essa di legno. Toltala ricotta dal caldaio, la forma <strong>del</strong> formaggio veniva messaun’altra volta a bagno nel siero e quindi tolta e depositata adasciugare sopra una grande forcola sistemata trasversalmentesulla circonferenza <strong>del</strong> caldaio. Operazione che ziu Peppi hachiamato in modo antico: accottai sa forma de su casu,ricuocere la forma <strong>del</strong> formaggio. Finita l’operazione la formaveniva introdotta dentro unu barribi, un bacile, in legno pienodi acqua salata. Qui veniva lasciata per circa ventiquattrore,il tempo dipendeva dal peso <strong>del</strong>la forma. Una volta prelevatadal bacile veniva messa sopra sa cannizzada, una specie dimensola che si trovava proprio sopra sa forredda, tipico caminettoaperto su quattro lati, a volte al centro <strong>del</strong>la stanza, che siusava negli ovili, ed in antico anche nelle povere case dei villaggi.<strong>La</strong> forma <strong>del</strong> formaggio era sistemata in quella posizioneperché doveva prendere il fumo <strong>del</strong> fuoco che si faceva insa forredda, essa andava capovolta ogni giorno. Doveva essereaffumicata. Quando era sufficientemente asciutta la si portavaal villaggio. Ziu Peppi mi racconta che l’orario <strong>del</strong>lamungitura <strong>del</strong>le pecore era le otto <strong>del</strong> mattino, solitamente eche per le operazioni che ho descritto finivano verso mezzogiorno.Le sco<strong>del</strong>le di legno le facevano i falegnami. Eranotutti molto bravi gli artigiani di Campumedia. Curioso ancheciò che mi ha detto sulle pecore, le chiamavano per nome perchètutte diverse. I nomi li assegnavano loro, quelli che frequentavanol’ovile. I nomi erano simpatici, per esempio una potevachiamarsi meurra, merla, un’altra trutibedda, tortorella,faccia’arba, faccia chiara, come gli uomini avevano le lorocaratteristiche e la loro fisionomia.( continua)Biglia, il gatto di famigliadi Venanzio Tuveridisegno di Andrea PauQuesta è una piccola storia, la storia di ungatto che si credeva più furbo degli altrigatti e dei suoi padroni. Viveva in una casadi campagna, aveva molto spazio per giocaree adorava i padroni che quotidianamentegli davano un pasto <strong>del</strong>izioso.Un giorno però accadde qualcosa di imprevisto,che nessuno avrebbe mai immaginato.Durante la festicciola, che i suoi padroniavevano organizzato per il compleannodi Serena, una bella bimba di sette anni,furono invitati tutti i suoi compagni di scuolae a tutti fu offerta una bella tazza di gelato.A un bimbo però scivolò di mano la tazzae lui, Biglia, che era sotto il tavolo, loassaggiò e... si leccò i baffi tanto lo trovòsquisito. Avrebbe voluto mangiarne ancora,e ancora, e ancora, ma... aveva leccatoil gelato fino all’ultima goccia ed era rimastosolo il pavimento lucido come uno specchio.<strong>La</strong> voglia di mangiare ancora il gelatogli aumentò giorno dopo giorno e, se avesse potutoparlare, si sarebbe rivolto ai suoi padroni, oppure a Serena,e ne avrebbe chiesto almeno dieci tazze. Purtropponon sapeva parlare ma... ma capì dove veniva conservatoe si ripromise di approfittarne.Un giorno che si ritrovò solo in casa si disse che quellaera l’occasione buona. Si accostò al frigo, spinse con lezampe, con il muso, con la coda, con coda e zampe emuso insieme e alla fine riuscì ad aprire quella benedettaporta. Annusò tutti gli odori e con muso e zampe riuscì aestrarre il contenitore, che scivolò con un tonfo per terra.Lo scatolone <strong>del</strong> gelato di aprì e lui cominciò a mangiare.Sì, era davvero bello fresco, e mangiò, mangiò e mangiòfino a che non ne restò traccia sul contenitore e sulpavimento.Ma ne mangiò troppo, il suo pancino si gelò e gli venneun gran male, un dolore terribile. Uscì quindi di casa percercare l’aiuto di Baffo, il grosso cane che faceva la guardiadal mattino alla sera.Baffo sapeva cosa fare. Se Biglia aveva il pancino...pancino? Pancione, si vedeva che aveva mangiato troppo!...così dolorante era perchè con così tanto gelato ancheil pancino era diventato di ghiaccio. Il sangue, inquelle condizioni, non avrebbe più circolato e Biglia sarebbemorto tra dolori atroci.Un rimedio c’era: scaldarglielo subito. Perciò Baffo acceseil fuoco nel caminetto, prese una griglia,di quelle che si utilizzano per arrostirela carne, e chiese a Biglia di salirci sopra.Anzi, gli spiegò, era meglio che lo legasse,per evitare che potesse scivolare sul fuoco escottarsi.Il calore <strong>del</strong>la fiamma scaldò subito il corpo,e il pancino, <strong>del</strong> gatto. Anzi il calore divennesempre più forte e Biglia cominciò alamentarsi, poi a pregare di essere liberatoda quella situazione. Baffo lo guardò divertito.- Liberarti? Pensaci, Biglia, fra un po’ saraiun ottimo gatto arrosto e io ti mangerò congioia. Un gatto al gelato, questa sì che è unameraviglia!Biglia sentì tremare il cuore. Non avrebbemai pensato che il suo migliore amico arrivassea tanto e pianse, e pregò, e urlò,,, eBaffo rise, lo sbeffeggiò, lo guardò dirittonegli occhi, poi lo allontanò dalla brace, loslegò dalla griglia e lo lasciò libero.- Vedi - gli disse - saresti stato davvero un ottimo arrosto,meglio di qualsiasi gelato, ma non sono abituato adapprofittare di qualcuno e <strong>del</strong>le situazioni favorevoli, neanchein assenza dei miei padroni. Torna pure in cuccia,va’, e scusami: non sono io che devo farti le prediche.Biglia fu colpito da quelle parole e dalla figura di Baffoche si allontanava. Capì improvvisamente il vero significato<strong>del</strong>l’amicizia e <strong>del</strong> rispetto. Avrebbe voluto rincorrerloper ringraziarlo, ma in quel momento gliene mancòil coraggio e si rifugiò in casa, dentro la sua piccola cuccia,dove rimase immobile in attesa <strong>del</strong> ritorno di Serenae dei suoi genitori.

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