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Appunti di Storia della medicina - Medicina e Chirurgia

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a cavallo dei due secoli la preparazione <strong>della</strong> cute da incidere veniva effettuata con pennellature<br />

<strong>di</strong> tintura <strong>di</strong> io<strong>di</strong>o. Grazie a tutti questi passi in avanti si superò il rischio delle febbri e delle<br />

infezioni postoperatorie.<br />

In seguito si cercò <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are nuove vie <strong>di</strong> somministrazione (via rettale) e nuove sostanze<br />

(morfina, cocaina...), ma l'uso dei gas dominò la scena fino al nostro secolo quando si arrivò<br />

all'anestesia endovenosa.<br />

Sul piano terapeutico, la patologia cellulare implicava la rimozione chirurgica dei tessuti con<br />

alterazioni patologiche da cui si riteneva che le malattie avessero origine.<br />

Il periodo <strong>di</strong> maggiore sviluppo <strong>della</strong> chirurgia si ha fra il 1830 ed il 1870; vi sono innovazioni che<br />

riguardano l’urologia, la ginecologia, gli organi gastrointestinali, si inizia il trattamento dei calcoli<br />

alla vescica.<br />

Nel 1853 appare l’endoscopio e per più <strong>di</strong> un secolo venne introdotto solo negli orifizi naturali del<br />

corpo. I raggi X e la strumentazione ottica sviluppata nella seconda metà del XIX secolo<br />

permettevano l’esame visivo <strong>di</strong> orecchio, naso, gola, laringe, esofago, stomaco, retto, vescica<br />

urinaria e vagina.<br />

Verso la fine del secolo avviene la conquista delle cavità interne e si afferma il ruolo <strong>di</strong> infermiere<br />

professionale ed all’inizio del XX secolo inizia l’addestramento infermieristico in sala operatoria.<br />

Nel corso del secolo scorso la chirurgia si imponeva senza rivali come la branca terapeuticamente<br />

più attiva <strong>della</strong> me<strong>di</strong>cina somatica. Date le doti <strong>di</strong> intuizione, genialità tecnica e costanza richiesti<br />

dalla chirurgia, i singoli chirurghi avevano la possibilità <strong>di</strong> imporsi come maestri, prendendosi una<br />

rivincita sulla storia.<br />

Due chirurghi furono fra i primi a ricevere un premio Nobel: nel 1909 Kocher (fisiologia e chirurgia<br />

<strong>della</strong> ghiandola tiroidea) e nel 1911 Alexis Carrel per lavori sulla suturazione <strong>di</strong> vasi sanguigni e<br />

trapianti.<br />

L’evoluzione dei luoghi <strong>di</strong> cura<br />

In epoca romana esistevano i valetu<strong>di</strong>naria, delle pseudo infermerie dove venivano raccolti i<br />

soldati con gravi traumi bellici; nei nosocomi invece veniva data assistenza generica agli infermi.<br />

Con l’avvento del cristianesimo si ha una evoluzione del concetto <strong>di</strong> assistenza.<br />

Nasce una concezione del malato come insieme <strong>di</strong> anima e corpo, verso il quale devono essere<br />

concentrati i valori <strong>di</strong> accoglienza, assistenza ed ospitalità.<br />

Negli assiomi evangelici sono presenti i fondamenti dell’assistenza e <strong>della</strong> cura ai malati ed più in<br />

generale ai poveri. Diaconi e <strong>di</strong>aconesse si impegnavano volontariamente in questa opera <strong>di</strong><br />

assistenza. Cristo infatti è nello stesso tempo il malato, il sofferente, il povero ed il debole ma<br />

anche il me<strong>di</strong>camento che ovvia a tutti questi <strong>di</strong>sagi.<br />

La parabola del buon samaritano “Ogni volta che avrete fatto queste cose ad uno dei più piccoli,<br />

l’avete fatto a me” concretizza l’aspetto <strong>di</strong> caritas, l’amore cristiano che spinge l’uomo verso il suo<br />

simile sofferente, in quanto riflesso dell’amore scambievole che lega <strong>di</strong>o alle sue creature, e<br />

restituisce all’uomo la somiglianza perduta dopo il peccato.<br />

Secondo la tra<strong>di</strong>zione, ad opera <strong>di</strong> Fabiola, una nobildonna romana, si costruì nel IV secolo d.C. il<br />

primo ospedale a Roma.<br />

L’assistenza ai malati si <strong>di</strong>versificò nel me<strong>di</strong>oevo: a partire dal IX secolo è documentata la<br />

presenza dell’hospitale, generalmente e<strong>di</strong>ficato sulle vie dei pellegrinaggi, le mansioni svolte al<br />

suo interno hanno un carattere principalmente caritatevole, i poveri erano considerati come malati;<br />

la mancata <strong>di</strong>stinzione fra povertà e malattia perdurerà per tutto il me<strong>di</strong>oevo.<br />

Con la nascita degli or<strong>di</strong>ni religiosi inizia un processo <strong>di</strong> regolarizzazione degli ospedali, molti<br />

prevedono la raccolta settimanale <strong>di</strong> poveri e malati per le vie <strong>della</strong> città. Anche se in qualche<br />

caso sono previste forme <strong>di</strong> sovvenzione pubblica il personale che vi esercita è <strong>di</strong> tipo non<br />

specialistico ed a formazione religiosa.<br />

L’hospitale principalmente è retto da or<strong>di</strong>ni religiosi, il suo personale è quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> formazione non<br />

specialistica. Le con<strong>di</strong>zioni igieniche erano alquanto sommarie, ad esempio: non venivano mai<br />

cambiate le lenzuola, (frequenti le situazione con due pazienti nello stesso letto e monache che<br />

preparano feretri nella stessa stanza). Non doveva però mancare l'immagine del Signore, in<br />

quanto gli ospedali erano considerati dei luoghi dove ci doveva essere la presenza guaritrice dello<br />

spirito santo.<br />

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