17.06.2013 Views

EBRAISMO (Catechesi nell') 1. Periodo biblico. Al centro della ...

EBRAISMO (Catechesi nell') 1. Periodo biblico. Al centro della ...

EBRAISMO (Catechesi nell') 1. Periodo biblico. Al centro della ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

EUCARJSTlA<br />

<strong>1.</strong> La C. sulla Cella del Signore ilei NT. La<br />

questione del senso che la pratica dell'E. ha<br />

per la comunità cristiana si pone ben presto,<br />

e l'apostolo Paolo deve ricordarlo ai cristiani<br />

di Corinto che, radunandosi in assemblea per<br />

mangiare la cena del Signore, hanno comportamenti<br />

(divisioni in gruppuscoli contrapposti,<br />

consumazione di alimenti in forma individuale<br />

o in raggruppamenti per affinità sociali,<br />

non attenzione a chi è nel bisogno) in<br />

contrasto con il suo significato. Questo viene<br />

esposto narrando ciò che il Signore Gesù<br />

ha fatto « nelLa notte in cui veniva tradito »,<br />

per concludere che con il mangiare il pane<br />

e bere il calice di quella cena i cristiani « annunciano<br />

la morte del Signore, finché egli<br />

venga l).<br />

Segue l'invito a partecipare in modo degno<br />

a questo pasto, riconoscendo, con atto di discernimento,<br />

che l'assemblea cosi riunita e celebrante<br />

è il corpo del Signore. Questa C.<br />

collega il memoriale-annuncio <strong>della</strong> Pasqua di<br />

Gesù (morte e risurrezione <strong>nell'</strong>attesa del ritorno)<br />

a uno stile fraterno di comunicazione<br />

e di condivisione che contraddistingue la comunità<br />

cristiana. In At 2,42 la « frazione del<br />

pane» è presentata come momento costitutivo<br />

<strong>della</strong> comunità insieme all'insegnamento<br />

degli apostoli, all'unione fraterna e alla preghiera.<br />

Nei Vangeli sinottici il racconto <strong>della</strong><br />

Cena eucaristica è condotto con preoccupazione<br />

liturgica, ma è evidente anche una premura<br />

cat., poiché include la denuncia del traditore<br />

e, nel caso di Le 22,24-27, la parola<br />

di servizio.<br />

Partecipare all'E. è segno di fedeltà al Signore<br />

e impegno a realizzarne l'esempio. La C. già<br />

insita nei gesti e nelle parole del Signore (il<br />

dare il pane come suo corpo e il calice come<br />

suo sangue; il corpo designato come « dato<br />

per voi» e il sangue come «sparso per<br />

voi e per molti in remissione dei peccati »;<br />

l'accenno alla « nuova ed eterna alleanza»;<br />

l'uso <strong>della</strong> preghiera di benedizione e di rendimento<br />

di grazie e del termine anamnesi-memoriale<br />

nel comando) viene sviluppata da<br />

Cv 6 nel discorso sul pane di vita, partendo<br />

dalla moltiplicazione dei pani e innestandola<br />

su temi veterotestamentari, specialmente quello<br />

<strong>della</strong> Sapienza divina che si fa alimento<br />

dei fedeli (Prv 9,2-6; Sir 24,19-21). Il pane<br />

di Dio, che dà la vita al mondo, è Gesù,<br />

come Parola che si accoglie con fede, e come<br />

carne e sangue da mangiare e bere per entrare<br />

in comunione con lui, avere la vita<br />

eterna, risuscitare <strong>nell'</strong>ultimo giorno. <strong>Al</strong>la fi-<br />

258<br />

ne del cap. 6 l'accettazione di Gesù come<br />

nutrimento essenziale, e quindi indispensabile<br />

per essere in comunione con Dio, diventa<br />

discriminante per essere discepolo.<br />

Espressa in vari modi, la C. neotestamentaria<br />

sulla Ei-cena del Signore è connessa con il<br />

fatto celebrativo, a cui i credenti prendono<br />

parte con il mangiare e il bere, e con la<br />

esistenza personale e comunitaria che trovano<br />

io essa la loro forma e il loro orientamento.<br />

2. La C. sulla Messa <strong>nell'</strong>epoca patristica.<br />

Nelle comunità cristiane la celebrazione dell'E.<br />

assume ben presto una forma che attinge<br />

alla tradizione liturgica giudaica, tanto<br />

<strong>della</strong> Sinagoga (per la liturgia <strong>della</strong> Parola)<br />

quanto <strong>della</strong> famiglia (per il banchetto di<br />

pane e vino con la preghiera eucar.). La più<br />

antica testimonianza (metà II sec.: Giustino,<br />

I Apologia, 65) ci presenta già la celebrazione<br />

strutturata nelle sue linee essenziali, che<br />

si sviluppano nei secoli successivi sino a giungere<br />

a quella forma celebrativa che in Occidente<br />

prende il nome di Messa: letture bibliche,<br />

omelia, preghiere, presentazione di pane<br />

e vino, preghiera eucar. presidenziale con<br />

l'amen dei fedeli, comunione dei presenti e<br />

invio agli assenti, colletta per i poveri. Col<br />

termine E. Giustino denomina anche il pane<br />

e il vino sui quali è stata proclamata la preghiera<br />

eucar., e tenta una C. per distinguerli<br />

dal pane ordinario e dalla bevanda comune:<br />

« Come per la parola di Dio, Gesù Cristo,<br />

il nostro Salvatore, incarnato ebbe e la carne<br />

e il sangue per la nostra salvezza, cosi<br />

abbiamo imparato che anche il nutrimento<br />

eucaristizzato da una parola di preghiera proveniente<br />

da lui è la carne e il sangue proprio<br />

di Gesù fatto carne, del quale per trasformazione<br />

il nostro sangue e la nostra carne<br />

sono nutriti» (ivi, 66).<br />

Agli inizi del sec. III la ~ Tradizione Apostolica,<br />

di Ippolito di Roma, contiene una<br />

preghiera eucar. che è insieme testo di preghiera<br />

e di C.: per capire che cosa fa la Chiesa<br />

celebrando l'E. si deve ascoltare come essa<br />

prega. Questo rapporto inscindibile fra celebrazione,<br />

C. ed esistenza cristiana accomuna<br />

tutti i grandi catecheti dei secoli III-V, e continua<br />

a influire su quelli dei secoli successivi.<br />

La struttura di pensiero che è alla ba<br />

delle loro riflessioni ed esposizioni si può<br />

esprimere nei diversi significati che essi danno<br />

alla parola «mistero », termine entrato<br />

nei formulari liturgici e con il quale anche<br />

la C. odierna deve misurarsi, perché ritorna<br />

spesso nelle orazioni <strong>della</strong> messa. Con « mi-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!