Ottavio l'inventore - Saverio Di Giorgio

SCENA PRIMA
(Cesira, poi Ottavio)
Il sipario si apre su una stanza vuota. Sul tavolo ci sono vari arnesi da cucina:
un passapomodoro, una bilancina con del sale sopra, uno schiaccia patate e
altro. Ci sarà uno scoppio e subito dopo la voce di Cesira che chiama da
un'altra stanza precipitandosi dentro con delle tovaglie e dei fazzoletti. Poi
entra Ottavio.
CESIRA (Da fuori concitata) Ottavio ma che stai a combinà, ma che me voi
sfascià casa... (Più calma) Ottavio…
OTTAVIO (Entrando da una stanza, tossendo e dandosi colpi per togliere la
polvere) A Cesì sto qui... C'ero quasi riuscito... mannaggia! Me mancava
l'urtimo trapasso e avevo fatto.
CESIRA Sta attento a te che un giorno o l'artro trapassi te co tutti
st'esperimenti che fai.
OTTAVIO (Facendo gli scongiuri) Ahò, tiè! Guarda che sto a di' davero. Me
mancava l’urtimo... solo l’urtimo, mannaggia!... Me doveva riuscì fori na
cosetta delicata, delicata e invece ha fatto un botto…
CESIRA E’ perchè come ar solito non t’è riuscita. Tanto pe cambià.
OTTAVIO Ah, non m’è riuscita... ma se me riusciva... Diventavi 'na donna,
Cesì!
CESIRA E già, perchè mo so n’omo. Grazie der complimento.
OTTAVIO Diventavi na donna ner senso che diventavi na signora.
(Gridando) Diventavi ricca Cesì!
CESIRA Ma che te strilli, a scemo!
OTTAVIO Te compravo tutto... pellicce, gioielli...
CESIRA Allora, si è per questo, pe prima cosa me andavi a spignorà er
lampadario der poro tu zio Francesco...
OTTAVIO Ma che scherzi! Senza pensacce du vorte. Anche se nun me riesce
de capì com'è che quer lampadario te piace tanto.... è tutto storto... secondo me
porta pure jella. Quando je l'ho portato, quello del monte dei pegni s'è
grattato!
CESIRA Se vede che je rodeva.
OTTAVIO Infatti je rodeva de piallo.
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