Ottavio l'inventore - Saverio Di Giorgio

SORA MARTA E mica tanto.
OTTAVIO Ner caso basterebbe annà a tastoni.
SORA MARTA A pensà a un ber visetto che conosco io, quasi quasi me
conviene.
FILIPPO A sora Marta... E daje che ce intignete sempre. Ma tanto nun c'è
niente da fa, nun me ritrovo le pallette.
MARTA Te posso sempre da na mano a cercarle...
OTTAVIO Te voi sta zitto che co sta storia me le stai a fa diventà così
grosse?!?
FILIPPO Che, le pallette?
OTTAVIO Erano pallette, mo so cojoni.
SORA MARTA (Facendo la commedia per rimediare) Mamma mia, che
corsa che ho fatto... Pe arivà in tempo ho fatto na corsa, ma una corsa... che
non ve dico... M’è venuta na sete... (Aprendogli la bocca davanti) ciò tutta la
gola secca, guardate, guardate... guardate che gola secca che ciò... e guardate!
OTTAVIO Guardo da qui che se me avvicino troppo me sturbo.
SORA MARTA Sete proprio spiritoso! Comunque io ciò sete lo stesso.
OTTAVIO (Bonario) Che volete beve quarcosa?
SORA MARTA Magari!
FILIPPO (Soprapensiero) Ce sarebbe un po' de menta.
SORA MARTA (Soridendo) E perchè no!
OTTAVIO (Si riprende dal torpore) Perchè è mejo de no. Ve ne potete pure
andà. Annatevene, va.
Ottavio mette la mano in tasca e Sora Marta crede che gli stia per dare la
mancia. Stende la mano. Ottavio ha solo preso il fazzoletto. Vedendo la mano
di Sora Marta la stringe. Quest'ultima guarda la propria mano vuota. Poi si
rivolge a Filippo che sta trafficando qualcosa con il cappotto. Allunga la
mano ma Filippo si muoverà facendo una piccola girata e farà andare la
mano di Clemente in quella di Sora Marta
SORA MARTA (Dopo aver dato la mano a Filippo-Clemente) Ammazza che
mano fredda che ciavete. Me sembrate un morto. Meno male che ce vedo
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