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Assemblea Internazionale 2011 DISCORSI - Rotary International

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<strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong><br />

San Diego (California, USA) • 16-22 gennaio <strong>2011</strong><br />

<strong>DISCORSI</strong><br />

IT


Indice<br />

Conosci te stesso per abbracciare l’umanità 1<br />

Kalyan Banerjee<br />

Presidente eletto del RI<br />

Rafforzare le famiglie, edificare le comunità 6<br />

Adélia A. Villas<br />

Governatore distrettuale emerito<br />

Uniamo i continenti per abbracciare l’umanità 9<br />

Ray Klinginsmith<br />

Presidente del RI<br />

Orgoglio nella nostra Fondazione 12<br />

William B. “Bill” Boyd<br />

Presidente eletto degli Amministratori Fondazione <strong>Rotary</strong><br />

La Fondazione <strong>Rotary</strong> e l’acqua 15<br />

F. Ron Denham<br />

Membro della commissione direttiva RI/USAID<br />

La mia esperienza con la polio 18<br />

Jenny Horton<br />

Rotariana<br />

Come il <strong>Rotary</strong> sta trasformando la mia vita 21<br />

Vener Macaspac<br />

Borsista del <strong>Rotary</strong> per la pace 2009-11<br />

University of California, Berkeley<br />

Visione Futura: La Fondazione e il tempo del cambiamento 24<br />

Carl-Wilhelm Stenhammar<br />

Presidente degli Amministratori della Fondazione <strong>Rotary</strong><br />

L’effettivo 28<br />

John C. Smarge<br />

Consigliere del RI<br />

Un nuovo modo di intendere il <strong>Rotary</strong> 31<br />

Katie Ischkin<br />

Rotariana, alumna del Rotaract<br />

IT


Supporto dalla segreteria 34<br />

Ed Futa<br />

Segretario generale del RI<br />

Condividere il miracolo del linguaggio visivo 36<br />

Glen W. Kinross<br />

Presidente emerito del RI<br />

Leadership significa accendere la fiamma 39<br />

Rajendra K. Saboo<br />

Presidente emerito del RI<br />

L’immagine pubblica 43<br />

Jennifer Jones<br />

Istruttrice del RI<br />

I nostri valori fondamentali e l’Azione professionale 47<br />

Bhichai Rattakul<br />

Presidente emerito del RI<br />

Note conclusive del Presidente 51<br />

Ray Klinginsmith<br />

Presidente del RI<br />

Note conclusive 53<br />

Kalyan Banerjee<br />

Presidente eletto del RI<br />

<strong>Rotary</strong>: un’esperienza che ti cambia la vita 57<br />

Binota Banerjee<br />

Coniuge del Presidente eletto del RI


Conosci te stesso per abbracciare l’umanità<br />

Kalyan Banerjee<br />

Presidente eletto del RI<br />

Lasciate che cominci esprimendo un sincero e personale benvenuto da parte mia e di mia<br />

moglie Binota ad ognuno di voi, leader provenienti da 532 distretti in oltre 200 Paesi e aree<br />

geografiche di tutto il mondo.<br />

Entrando in questa sala avrete notato l’insegna Entrate per imparare. Ed è proprio questo<br />

che voi ed io faremo, considerando sempre ciò che desideriamo realizzare, e insieme, in<br />

questi cinque giorni, cerchiamo di trovare insieme le risposte alle nostre domande. Sarà<br />

un’esperienza che ricorderemo a lungo e che terremo cara.<br />

Mi sembra sia questi il momento giusto per osservare da vicino i vostri compagni di squadra.<br />

Stamattina, siete affiancati e circondati da nuovi amici. Basta guardarvi intorno. La persona<br />

che vedete con tutta probabilità è di un Paese straniero, ha una diversa cultura ed un<br />

credo religioso differente. Forse parla una lingua diversa ed ha un diverso abbigliamento.<br />

Ma, nonostante le differenze, esiste qualcosa che abbiamo in comune: ognuno di noi è un<br />

Rotariano, con le stesse speranze, gli stessi sogni e simili aspirazioni per rendere più sicuro<br />

il mondo per la sua famiglia, i suoi figli e i suoi nipoti. Nel corso dei prossimi giorni, mentre<br />

ci intratteniamo insieme, ci salutiamo, mangiamo, viviamo ed impariamo insieme, il<br />

nostro rapporto di amicizia crescerà e si rafforzerà. Ognuno di voi sta aspettando proprio di<br />

fare questo, lo so. Quindi perché non vi alzate proprio adesso – su, alzatevi in piedi – stingete<br />

la mano del vostro vicino, da entrambi i lati (anche con chi sta di fronte e dietro a voi).<br />

Suvvia, fatelo.<br />

Grazie. Sì, oggi è proprio una bella giornata per voi e per me, essere insieme in presenza<br />

dei nostri illustri past presidenti, il Consiglio centrale e gli Amministratori della Fondazione,<br />

oltre agli ex, attuali e futuri dirigenti, tutti i leader della nostra gloriosa organizzazione.<br />

Bene, da dove cominciare? Lasciatemi rispondere tornando indietro di alcune pagine nel<br />

libro di storia dell’organizzazione.<br />

È stato il Past Presidente [del RI] Glen Kinross dell’Australia che ha avviato il progetto per<br />

le abitazioni a basso costo nell’anno rotariano 1997-98. E da qui si è passati ai <strong>Rotary</strong> club<br />

di Raipur, nel Distretto 3260 in India, che hanno chiesto al governo locale di dare loro 8 acri<br />

di terra per la costruzione di 500 rifugi, ciascuno con un’area di circa 32.5160 m², al costo di<br />

800 USD ciascuno. Per ciascun rifugio, i <strong>Rotary</strong> club australiani hanno contribuito 300 USD<br />

e i cinque club di Raipur hanno raccolto 100 USD, mentre la Fondazione <strong>Rotary</strong> ha fornito<br />

il resto con una Sovvenzione paritaria. Non appena pronti, i club di Raipur hanno pubblicizzato<br />

la disponibilità degli alloggi nei giornali del posto ed hanno ricevuto circa 5.000 domande.<br />

Di fronte ad una tale situazione, i Rotariani hanno deciso che gli alloggi sarebbero<br />

stati assegnati in base ad un’estrazione pubblica. Nel giorno designato, le persone si sono<br />

radunate nei cortili fra gli edifici – i Rotariani e circa 3.000 persone. Io ho preso un volo da<br />

Mumbai, a 1.500 miglia di distanza, per stare insieme a loro.<br />

Il 135esimo nome estratto era quello di Anisa Begum. A quel punto, comparve una donna<br />

esile, con un sari bianco, che si fece strada tra il pubblico e si avvicinò al palco dove le vennero<br />

consegnate le carte relative all’alloggio. Dopo la consegna, chiese agli organizzatori<br />

Rotariani di poter dire alcune parole. Colto di sorpresa, il Rotariano le passò il microfono<br />

dicendole sinceramente che aveva solo un minuto di tempo. La donna si rivolse ai presenti<br />

dicendo:<br />

1


“Fratelli miei del <strong>Rotary</strong>, io non conosco voi né voi conoscete me. Ero venuta<br />

qui a Raipur con mio marito e i nostri tre figli un anno fa. Abitavamo in<br />

una stanzetta e un giorno mio marito mi disse: ‘Anisa, ho deciso di lasciarti,<br />

ho trovato un’altra’. E poi, ha ripetuto per tre volte: ‘Talaaq, talaaq, talaaq’<br />

(Ti divorzio, ti divorzio, ti divorzio), afferrò una borsa e andò via.<br />

“Il cielo mi cascò addosso. Non sapevo dove andare. Il proprietario della<br />

stanza in affitto ci cacciò via il giorno dopo, perché mio marito non aveva<br />

pagato l’affitto. Così, cominciammo a girovagare per le strade, dormendo<br />

alla stazione ferroviaria, al terminale dell’autobus, e siamo sempre stati cacciati<br />

via dalle guardie, abbiamo anche dormito sui marciapiedi insieme ai<br />

cani di strada. I miei bambini piangevano sempre, avevano fame ed erano<br />

ammalati. Non avevo soldi per il cibo né per le medicine e non avevo un<br />

lavoro, tranne qualche lavoretto come donna delle pulizie di un bagno pubblico.<br />

Versavo nella disperazione assoluta.<br />

“A quel punto, qualcuno mi ha parlato del vostro progetto sugli alloggi e mi<br />

ha aiutato a fare domanda perché io non so scrivere. Ed eccomi qui oggi”.<br />

Dopo aver pronunciato tali parole, all’improvviso lei si è seduta sul palco, di fronte alle migliaia<br />

di persone presenti, continuando dicendo:<br />

“Miei fratelli Rotariani, voi non sapete quello che avete fatto per me. Voi<br />

avete dato a me e ai miei figli una nuova vita. Grazie, grazie, grazie”.<br />

Dopodiché, cominciò a piangere senza vergognarsi e, devo ammettere, anche noi cominciammo<br />

a commuoverci. E, attraverso le nostre lacrime, ciascuno di noi comprese veramente<br />

quel giorno la ragione della nostra affiliazione al <strong>Rotary</strong>.<br />

Bene, quest’episodio è avvenuto 12 anni fa e da quel giorno sono sempre più convinto che<br />

se desideriamo dare speranza, dignità e fiducia al nostro prossimo, non possiamo fare di<br />

meglio che fornirgli un’abitazione. La casa è il luogo in cui vive la famiglia. Madre e figlio<br />

sono il nucleo centrale di ogni famiglia. E le comunità in cui viviamo sono composte da<br />

famiglie – famiglie che vivono insieme in abitazioni, che condividono la loro vita, le loro<br />

risorse e i loro destini comuni. Dalle buone famiglie nascono buoni vicinati, e dai buoni vicinati<br />

nascono buone comunità. E dalle buone comunità si realizzano grandi nazioni.<br />

Questo è il motivo per cui, l’anno prossimo, la nostra prima enfasi sarà la famiglia, perché<br />

la famiglia è il posto in cui vengono definiti tutti i nostri obiettivi. E poi, possiamo occuparci<br />

di alloggi sicuri, acqua e strutture igienico-sanitarie, salute, di tutte le questioni che riguardano<br />

le madri e i loro bambini. Per avere famiglie forti, occorre avere prima una casa stabile<br />

e sicura. Solo allora potrà esserci salute, speranza e armonia tra le sue mura.<br />

Anni fa, ho avuto il privilegio di lavorare con Madre Teresa di Calcutta. È stata Madre Teresa<br />

a dire che il mondo è capovolto e c’è tanta sofferenza perché c’è poco amore nelle case e<br />

all’interno della famiglia. Non abbiamo tempo per i nostri bambini, non abbiamo tempo gli<br />

uni per gli altri, per godere gli uni degli altri. L’amore comincia a casa – l’amore vive nelle<br />

case e questa è la ragione per cui oggi il mondo soffre così tanto ed è infelice. Tutti hanno<br />

fretta, e i bambini hanno poco tempo per i loro genitori e i genitori non hanno tempo da<br />

dedicare ai loro figli o l’uno per l’altro – ed è nelle case che comincia a infrangersi la pace<br />

nel mondo.<br />

E quindi, la casa e la famiglia sono il punto da cui partiamo, per ritornare a quella pace.<br />

La nostra seconda enfasi è costruire ciò che sappiamo fare, e sono tante le cose che sappiamo<br />

fare bene: lavorarare per acqua pulita e sicura; la diffusione dell’alfabetizzazione;<br />

2 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


collaborare in tanti modi diversi con le nuove generazioni, i nostri giovani, nella nostra Via<br />

d’azione e assisterli a diventare leader di domani. Naturalmente, continuiamo a concentrarci<br />

sull’eradicazione della polio. Ci siamo quasi – basta così poco, come ha detto l’Arcivescovo<br />

Emerito Desmond Tutu. Per fare tutto questo, dobbiamo continuare a lavorare col nostro<br />

piano strategico – allargarne gli orizzonti, rafforzarlo e portarlo al prossimo livello. Dobbiamo<br />

sostenere la Fondazione <strong>Rotary</strong> nel suo Piano di Visione Futura.<br />

E dal momento che lo sviluppo porta alla prosperità e la prosperità porta alla pace, continuiamo<br />

a costruire le comunità. Potremmo fare grandi progetti, ad esempio costruire una<br />

diga o un ponte sul fiume, come hanno fatto già i club dell’India. Oppure qualcosa di piccolo,<br />

come portare scrivanie o ventole o lavagne in una scuola. Col passare del tempo scoprirete<br />

che ciò che conta davvero è la vostra volontà di soddisfare un bisogno, e non la dimensione<br />

del progetto. Posso attestare questo: i lavori difficili li possiamo realizzare adesso, per<br />

l’impossibile ci vorrà un po’ di tempo in più.<br />

Ma insieme alle cose più grandi, non dimentichiamoci che le piccole gesta possono cambiare<br />

la vita. Una pacca sulla spalla, una parola di incoraggiamento, anche solo un semplice<br />

sorriso. E vi accorgerete che quasi sempre qualcuno ricambierà il vostro gesto con un<br />

sorriso. Ridi e il mondo riderà con te. Facciamo sì che il nostro anno, oltre a tutto ciò che<br />

facciamo, sia un anno di riso, gioia e felicità, con almeno tre sorrisi per ogni Rotariano e coniuge<br />

ogni giorno. Se li contiamo, saranno otto milioni di sorrisi al giorno! Che meraviglia!<br />

Vedrete che, in questa vita, non sarà sempre possibile realizzare grandi cose, ma possiamo<br />

sempre fare piccole cose, con grande amore.<br />

Sono convinto che noi Rotariani siamo idealisti pragmatici, in grado di realizzare i nostri<br />

ideali attraverso il servizio nel <strong>Rotary</strong>. Noi aspiriamo a vivere la nostra vita in modo etico,<br />

onesto, utilizzando la Prova delle Quattro domande come nostra guida, mentre condividiamo<br />

la nostra buona volontà e amicizia, e ci sforziamo di vedere il valore di ogni essere<br />

umano. Non siamo interessati al più basso comun dominatore, perché il <strong>Rotary</strong> è tutt’altro<br />

che comune. Ecco perché siamo impegnati ad elevare noi stessi e, alla fine, elevare il<br />

mondo.<br />

Quindi, rivolgiamo lo sguardo sulle cose che facciamo meglio, le cose che dovremmo cambiare<br />

e le cose a cui non abbiamo ancora cominciato a lavorare. Credo che noi tutti abbiamo<br />

la saggezza ed il coraggio di vederle e individuarle e di impegnarci a realizzarle. Infatti,<br />

sono convinto che facciamo parte del <strong>Rotary</strong> per cambiare il mondo, per quale altra ragione<br />

altrimenti saremmo Rotariani? Noi crediamo che il nostro futuro sarà migliore del passato.<br />

Mi piace citare sempre le parole di Gandhi che ha detto: “Dovete essere voi il cambiamento<br />

che volete vedere nel mondo”.<br />

E così, la nostra terza enfasi nel <strong>2011</strong>-12 sarà il cambiamento, e dobbiamo cominciare diventando<br />

il cambiamento che vogliamo realizzare nel mondo. Se desideriamo la pace, dobbiamo<br />

vivere in pace nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità. Per porre fine al degrado<br />

ambientale, ridurre il tasso di mortalità infantile o prevenire la fame, dobbiamo essere<br />

lo strumento del cambiamento, riconoscendo che deve realizzarsi in ciascuno di noi.<br />

E per realizzare il cambiamento dobbiamo pensare al di fuori degli schemi. Dobbiamo<br />

esplorare le possibilità del lavorare insieme a coloro che sono impegnati a raggiungere lo<br />

stesso obiettivo. Sono sempre stato dell’avviso che il <strong>Rotary</strong> e le Nazioni Unite formano<br />

una relazione simbiotica. Possiamo avanzare questo rapporto attraverso il nostro impegno<br />

negli Obiettivi di sviluppo del Millennio, per rispondere alle esigenze delle nostre comunità<br />

più bisognose. Lavorando nell’ambito dei collaudati Gruppi d’azione rotariana – nelle aree<br />

quali l’acqua potabile, i microcrediti, la prevenzione dell’AIDS o l’alfabetizzazione – noi rafforzeremo<br />

notevolmente il nostro arsenale per offrire un servizio efficace ed effettivo.<br />

3


Esistono due aree per cui dobbiamo costantemente rivedere i nostri obiettivi. La prima riguarda<br />

la ricerca di un maggiore numero di Rotariani per svolgere l’operato del <strong>Rotary</strong>. È<br />

da tempo ormai che dobbiamo concentrarci a reclutare nuovi Rotariani, più giovani, di questa<br />

generazione, che usano spesso YouTube e Facebook. Sono tutti là fuori, pronti a ricevere<br />

l’invito, ma dobbiamo fare spazio per farli entrare. In tante parti del mondo <strong>Rotary</strong>, questo<br />

sta già succedendo. Ma deve diventare un fenomeno universale e dobbiamo ingranare una<br />

marcia in più per sviluppare alla svelta la nostra rete <strong>Rotary</strong>. Ci riusciremo, solo concentrando<br />

i nostri sforzi sul cambiamento a cui accennavo.<br />

Raccontare la storia del <strong>Rotary</strong> al mondo, ecco l’altra area da sviluppare. Troppo spesso<br />

abbiamo creduto che aver realizzato tante cose buone nel mondo, ci avrebbe reso riconoscibili<br />

al mondo intero. Purtroppo, non è stato così. Anche ad Evanston, a due isolati dalla<br />

sede centrale, alcuni curiosi si chiedono: “<strong>Rotary</strong>? Che cos’è?” Abbiamo bisogno di offrire<br />

al pubblico la storia del <strong>Rotary</strong> in modo attraente, creativo e moderno. Così tanti quotidiani<br />

e riviste presentano storie brutte e negative. È arrivato il momento di raccontare storie<br />

belle e positive. Il modo per raccontarle sarà diverso da un Paese all’altro, ma la storia va<br />

raccontata perché il buon lavoro che svolgiamo merita di essere conosciuto.<br />

Oggi, mentre ci accingiamo a dedicare un anno prezioso della nostra vita al servizio nel <strong>Rotary</strong>,<br />

non dimentichiamo che ognuno di noi ha un ruolo da ricoprire, da svolgere e da realizzare.<br />

Non possiamo ritornare a casa dicendoci che cercheremo di fare del nostro meglio.<br />

Dobbiamo impegnarci in modo assoluto, convinti che realizzeremo ciò che va fatto.<br />

Sono convinto che ognuno di voi ci riuscirà perché credo che avete già dentro di voi la determinazione<br />

e la forza per realizzare qualsiasi obiettivo. Per realizzare i propri obiettivi in<br />

questo mondo, una persona deve utilizzare tutte le risorse a sua disposizione. Occorre cominciare<br />

dentro di noi. Le domande che dobbiamo porci sono: Perché sono qui? Perché sei<br />

qui? La risposta è che noi tutti cerchiamo di sentirci realizzati nella vita, e le responsabilità<br />

che ci accingiamo ad intraprendere fanno parte di questa realizzazione personale.<br />

Per realizzarci occorre trovare armonia tra il nostro essere interiore e quello esteriore;<br />

l’aspetto interiore si traduce nei nostri desideri, nella nostra volontà, nel nostro spirito, e la<br />

dimensione esteriore consiste nell’azione che intraprendiamo e l’immagine che creiamo.<br />

Ecco perché vi chiedo di guardare dentro di voi e di sprigionare la vostra forza interiore e di<br />

usarla per abbracciare tutto ciò che vi circonda e tutte le persone che vi stanno attorno. Vi<br />

incoraggio a scoprire prima voi stessi e poi a realizzare con fiducia e fermezza gli obiettivi<br />

che vi siete posti. Conoscete prima voi stessi, sviluppate i vostri punti forti e, senza esitazioni<br />

e tentennamenti, abbracciate l’umanità. Questo quindi, cari fratelli e sorelle del <strong>Rotary</strong>, è<br />

il nostro tema dell’anno: Conosci te stesso per abbracciare l’umanità.<br />

Come procedere? Bene, è proprio di questo che ho parlato. Non è possibile paragonare<br />

tutte le luci artificiali del mondo nemmeno ad un raggio di luce interiore. Il mio augurio è<br />

proprio questo: che le fiamme d’amore e di devozione siano ben accese nel vostro cuore,<br />

che la luce della comprensione illumini la vostra mente, che lo splendore dell’armonia risplenda<br />

nelle vostre case, e che i fulgidi raggi del servizio emanino incessantemente dalla<br />

vostra azione.<br />

Voglio concludere il mio messaggio con un breve aneddoto. Uno dei miei libri favoriti è<br />

Guerra e Pace di Tolstoy, il romanzo epico dello sforzo catastrofico dell’esercito di Napoleone<br />

alla conquista della Russia. C’è una scena nel libro in cui le truppe francesi sono molto<br />

vicini ai russi, che sembrano di essere con le spalle al muro. Due russi, un ufficiale e il suo<br />

amico, parlano tra di loro.<br />

4 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


L’amico dice: Le guerre si vincono con la forza delle braccia.<br />

L’ufficiale risponde: No, non credo che le guerre si vincano con la forza delle<br />

braccia.<br />

L’amico allora gli chiede: E cosa serve dunque per vincere le guerre?<br />

L’ufficiale, dopo qualche secondo risponde: Io credo che le guerre si vincano<br />

coi sentimenti – i sentimenti in te, i sentimenti in lui e i sentimenti in me.<br />

Perché oggi concludo con questo episodio? Bene, intanto perché anche abbiamo parlato di<br />

guerra e pace ma anche perché negli ultimi 20 minuti, ho cercato di spiegarvi qual è la forza<br />

che abbiamo dentro e che ci spinge ad agire, la stessa forza che anima il <strong>Rotary</strong>: i sentimenti<br />

in te, i sentimenti in lui e i sentimenti in me.<br />

Conosci te stesso per abbracciare l’umanità. Ed io mi auguro che, per ognuno di voi, questa<br />

<strong>Assemblea</strong> internazionale sia all’altezza delle vostre aspettative.<br />

5


Rafforzare le famiglie, edificare le comunità<br />

Adélia A. Villas<br />

Governatore distrettuale emerito<br />

Mi è stato chiesto di parlarvi della famiglia. Vorrei cominciare accennando a come questa<br />

istituzione sociale mi abbia aiutato a crescere, dal punto di vista personale e professionale.<br />

Sono nata nel Brasile meridionale e sono cresciuta in una famiglia di origine italiana, con<br />

mio padre Olympio e mia madre Lucia, che sfortunatamente non sono più con noi, mia<br />

sorella Alice – oggi governatore distrettuale – e i miei due fratelli Augusto e João. Sin dalla<br />

prima infanzia ci siamo resi conto di che cosa volesse dire vivere in una struttura patriarcale<br />

e matriarcale. Mio padre era un uomo forte, di buon carattere e di grande cultura sebbene<br />

non avesse molta fortuna nelle sue attività commerciali. Invece la mia nonna materna,<br />

Helena, aveva un’azienda agricola ben avviata – e la presunzione di voler comandare nella<br />

famiglia della sua unica figlia. Se c’è una cosa che mia madre ci ha insegnato è il rispetto<br />

per gli adulti, e il fatto che avremmo potuto imparare molto dalla difficile relazione tra mio<br />

padre e sua suocera. La nostra era una vera famiglia italiana.<br />

Sebbene mancassero i mezzi finanziari per permetterci una vita di società, a tutti venne<br />

data un’ottima educazione. Frequentammo buone scuole, che ci aiutarono a crescere intellettualmente.<br />

Mia nonna non era d’accordo. Diceva: “Le ragazze devono imparare a cucire<br />

e a ricamare; devono frequentare dei giovani in modo da sposarsi il più presto possibile”.<br />

Infatti per il nostro quindicesimo compleanno ci regalò una macchina da cucire.<br />

Gli anni della nostra infanzia e adolescenza furono molto felici, sia in famiglia che nel quartiere<br />

in cui abitavamo. Durante la seconda guerra mondiale passavamo le serate a giocare<br />

a domino e ad altri giochi o ad ascoltare l’opera; dalla radio e dai racconti di nostro padre<br />

venivamo a sapere che cosa succedeva nel mondo.<br />

I nostri genitori ci furono costantemente d’esempio con la loro partecipazione a iniziative<br />

benefiche e culturali. Io fui la prima ragazza a guidare un gruppo di scout nel mio Stato.<br />

La nostra famiglia cantava in cori religiosi e folcloristici e a sedici anni io stessa diressi un<br />

coro di voci maschili. Ebbi la possibilità di frequentare corsi di teatro organizzati dai Gesuiti,<br />

di suonare il pianoforte in una compagnia di danza classica, di prendere lezioni di danza.<br />

Non avevamo molto tempo libero, ma eravamo circondati da parenti e amici ed eravamo<br />

felici. E felice era la comunità in cui vivevamo dove adulti, giovani e bambini svolgevano<br />

ruoli diversi e godevano tutti di rispetto.<br />

Il tema di questa seconda sessione dell’<strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> non è stato scelto a caso.<br />

Il presidente eletto Banerjee ha voluto richiamare la nostra attenzione sull’importanza di<br />

rafforzare l’istituzione della famiglia – sia essa la nostra famiglia, la famiglia del <strong>Rotary</strong> o la<br />

famiglia formata dai nostri fratelli e sorelle di tutto il mondo.<br />

Come Rotariani siamo invitati a riflettere sul ruolo che possiamo svolgere nei confronti<br />

della famiglia. Come ha detto il presidente emerito Herb Brown: “Quando noi Rotariani ci<br />

occupiamo dei bambini del mondo, ci occupiamo delle loro famiglie. E dato che la famiglia<br />

è il nucleo di ogni comunità, le nostre azioni contribuiscono a rafforzare la comunità locale<br />

e, indirettamente, quella globale”.<br />

Se una comunità non ha accesso a servizi basilari come l’acqua, gli impianti igienici, l’assistenza<br />

medica, l’istruzione, l’avviamento professionale e il lavoro, noi Rotariani perdiamo<br />

la nostra battaglia contro la violenza, la droga, la prostituzione, e gli altri aspetti più tristi<br />

della cosiddetta società moderna. Non è pensabile che la vita del club possa essere separata<br />

da quella della comunità.<br />

6 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


La missione di pace del <strong>Rotary</strong> potrà concretizzarsi non se verrà firmato un trattato di pace<br />

internazionale, ma se i Rotariani saranno capaci di individuare i problemi che affliggono<br />

localmente le loro comunità. Saranno i Rotariani – professionisti e imprenditori con le<br />

proprie radici nella realtà locale – a trovare soluzioni, a sensibilizzare i loro concittadini, a<br />

responsabilizzarli affinché prendano loro stessi l’iniziativa per risolvere il problema. Cominciando<br />

da una struttura limitata, noi Rotariani possiamo intervenire con soluzioni a breve,<br />

medio e lungo termine.<br />

È stato così che è nato il programma PolioPlus. Grazie alla forza collettiva di tutti i <strong>Rotary</strong><br />

club del mondo, le nostre idee si sono propagate nelle 34.000 comunità in cui siamo presenti.<br />

Risolvere i conflitti a livello locale è il primo passo verso la pace. Questo è il ruolo dei<br />

Rotariani, ed è ciò che il <strong>Rotary</strong> si aspetta da noi.<br />

La pediatra brasiliana Zilda Arns Neumann, candidata al premio Nobel per la sua opera<br />

umanitaria svolta nell’America Meridionale e in Africa, deceduta nel terremoto di Haiti del<br />

2010, ha detto: “I bambini sono semi della pace o della violenza del futuro: tutto dipende da<br />

come sono trattati e incoraggiati. Le loro famiglie e l’ambiente in cui vivono devono essere<br />

coltivati, se vogliamo che crescano in un mondo più giusto e più fraterno, un mondo a servizio<br />

della vita e della speranza”.<br />

Ricordate che il <strong>Rotary</strong>, oltre a essere uno strumento del servire, è un edificatore di pace.<br />

Noi cominciamo dalle nostre case e dalla vita delle nostre famiglie; mettendo in pratica la<br />

cultura della non violenza possiamo gettare le basi su cui costruire una società pacifica.<br />

I Rotariani cercano di affrontare questi problemi in tutto il mondo.<br />

Per accompagnare queste parole con un esempio pratico vorrei parlarvi di una mia esperienza<br />

personale, vissuta nell’ambito del <strong>Rotary</strong> 13 anni fa mentre mi preparavo a diventare<br />

governatore del Distretto 4570, a Rio de Janeiro. Mi si presentò l’occasione di aiutare una<br />

scuola centenaria, situata in una zona poverissima del porto, che assisteva 200 bambini<br />

emarginati a cui offriva classi sino alla quarta elementare. I governatori dei Distretti tedeschi<br />

1840 e 1950, che nel 1998 avevano partecipato a una conferenza panamericana sulla<br />

pace sponsorizzata dal <strong>Rotary</strong>, ebbero un’idea fantastica. Insieme visitammo la scuola e<br />

ci accorgemmo che avremmo potuto aiutarla a crescere, con classi per l’intero ciclo della<br />

scuola primaria e secondaria di primo grado, assistenza a 800 studenti e un servizio di<br />

mensa che avrebbe aiutato a prevenire l’abbandono scolastico e il ritorno alla strada; si<br />

sarebbero organizzati corsi sull’uso del computer e alcuni insegnamenti di avviamento professionale.<br />

Il progetto avrebbe richiesto un lavoro quinquennale da parte nostra e avrebbe<br />

comportato l’espansione delle strutture esistenti.<br />

La collaborazione con altri club dello stesso distretto – una pratica che non avevamo mai<br />

seguito prima di allora – fu un’esperienza straordinaria. Furono richieste cinque sovvenzioni<br />

paritarie della Fondazione <strong>Rotary</strong>; per ristrutturare otto edifici di proprietà del Terzo Ordine<br />

Francescano, l’ordine religioso che gestiva la scuola, i governatori dei distretti tedeschi<br />

riuscirono a ottenere l’aiuto del loro governo tramite il Ministero federale per la cooperazione<br />

e lo sviluppo. In tutto fu raccolto mezzo milione di dollari. La nuova scuola, inaugurata<br />

nel novembre del 2003, ha portato al diploma la prima generazione di studenti. L’istituto,<br />

che oggi comprende 3.500 metri quadri ed è costato un milione di dollari, rappresenta uno<br />

straordinario successo, reso possibile solo grazie ai rapporti di collaborazione che siamo<br />

riusciti a stringere.<br />

Oggi la scuola, nel 113° anniversario della sua fondazione, conta 1.200 liceali. Dai sei <strong>Rotary</strong><br />

club appartenenti ai distretti di due diversi Paesi che si erano occupati originalmente del<br />

progetto si è passati a una collaborazione tra 28 club, 12 distretti e 8 Paesi. Il nostro impegno<br />

nella scuola è continuato negli ultimi sette anni con l’aiuto di nuove sovvenzioni pari-<br />

7


tarie, grazie alle quali gli studenti – più di 6.000 – hanno accesso a una mensa scolastica,<br />

laboratori attrezzati, mobili, suppellettili, strumenti musicali e una biblioteca.<br />

Questa esperienza umana ci ha dato non solo la soddisfazione di sapere che molti dei nostri<br />

studenti si sono iscritti all’università, ma anche la gioia di vedere come le madri dei<br />

bambini iscritti si prendano cura delle loro famiglie. Purtroppo la modernizzazione del porto<br />

di Rio de Janeiro ha provocato una disoccupazione elevatissima tra i portuali, molti dei<br />

quali hanno dovuto abbandonare le proprie famiglie ed emigrare; la violenza nei quartieri<br />

più disagiati è cresciuta in modo esponenziale a causa del traffico di droga e di armi. Il<br />

Terzo Ordine Francescano che ancora gestisce la scuola è riuscito a ottenere finanziamenti<br />

dell’Unione Europea per un progetto, della durata di otto anni, che vuole riportare “l’umanità<br />

nel quartiere”. Il progetto fornisce assistenza legale e psicologica alle madri e ai bambini,<br />

un asilo nido, corsi di base su come prendersi cura dei bambini e degli anziani, pasti, e<br />

assistenza medica; programmi di prevenzione contro la diffusione dell’HIV/AIDS tra gli adolescenti;<br />

programmi di educazione sessuale per prevenire la gravidanza tra le ragazze adolescenti;<br />

assistenza dentistica per donne incinte, bambini e giovani; e corsi di avviamento<br />

alla professione in 18 aree basilari. Psicologi e assistenti sociali aiutano i tossicodipendenti;<br />

nel quartiere Morro da Conceição, dove è situata la scuola, sono stati aperti una biblioteca<br />

pubblica, una scuola di musica e un centro ricreativo. In otto anni 70.000 persone hanno<br />

beneficiato del programma.<br />

Questi obiettivi sono stati realizzati grazie all’impegno di Rotariani, insegnanti, genitori e<br />

membri della comunità. Oggi le madri possono prendersi cura dei loro bambini perché si<br />

sentono protette e preparate, grazie anche ai programmi che le aiutano a conservare il posto<br />

di lavoro e a mantenere l’unità delle proprie famiglie.<br />

Questa lotta quotidiana contro la povertà ha luogo in tutto il mondo, nelle zone dove i<br />

problemi economici e sociali colpiscono il nucleo principale della società: la famiglia. I Rotariani<br />

devono non solo diventare consapevoli dell’esistenza di questi problemi ma anche<br />

contribuire a cambiare lo status quo, per costruire comunità migliori e una società migliore.<br />

Questo è l’unico modo per vincere la nostra battaglia contro l’ingiustizia e realizzare il<br />

nostro obiettivo di pace.<br />

Sta in noi superare i nostri stessi limiti per costruire un mondo migliore.<br />

8 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


Uniamo i continenti per abbracciare<br />

l’umanità<br />

Ray Klinginsmith<br />

Presidente del RI<br />

Nonostante gli anni trascorsi, ricordo ancora vivamente l’esperienza di governatore eletto<br />

in occasione dell’<strong>Assemblea</strong> internazionale del 1975 a Boca Raton. Per me era l’inizio di una<br />

nuova avventura nel servizio, ed ho preso a cuore i consigli dei vari relatori. All’<strong>Assemblea</strong>,<br />

ebbi modo di discutere con i miei colleghi il tema del Presidente eletto, e spero che anche<br />

voi facciate lo stesso per il tema del Presidente eletto Kalyan, Conosci te stesso per<br />

abbracciare l’umanità. È un concetto filosofico, e come tale merita adeguata riflessione<br />

e discussione.<br />

Il tema di Kalyan fa parte della vostra nuova avventura nel servizio, e desidero ringraziare<br />

Kalyan per avermi dato l’opportunità di spiegare la relazione tra il suo ed il mio tema.<br />

Kalyan mi ha chiesto allacciare la frase del suo tema, “abbracciare l’umanità”, alla seconda<br />

parte del mio, “uniamo i continenti”, impresa abbastanza facile, no? Noi tutti sappiamo che<br />

il <strong>Rotary</strong> è un’organizzazione di prim’ordine, e sappiamo come far bene le cose. Ma l’area<br />

in cui riusciamo davvero a brillare è quella del servizio internazionale, nella quale ci impegniamo<br />

ad unire i continenti per abbracciare l’umanità intera.<br />

Un gruppo di studenti della Northwestern University di Evanston ha studiato recentemente<br />

il <strong>Rotary</strong>. La loro conclusione è stata che il <strong>Rotary</strong> consente di diventare migliori amici, migliori<br />

professionisti e migliori cittadini del mondo. Mi piace questo enunciato perché uno<br />

degli obiettivi dell’<strong>Assemblea</strong> è di esporvi all’internazionalità del <strong>Rotary</strong> e farvi diventare<br />

migliori cittadini del mondo. A dire il vero, sarebbe difficile godere appieno di questa meravigliosa<br />

settimana, incontrando Rotariani da tutto il mondo senza diventare dei migliori<br />

cittadini a livello globale. Ed è proprio questa la magia del <strong>Rotary</strong>!<br />

Quindi, cosa dobbiamo fare per abbracciare l’umanità insieme ai nostri nuovi amici all’insegna<br />

del rinnovato impegno, quello di unire i continenti? La buona notizia è che il <strong>Rotary</strong><br />

offre ai club diverse opzioni per coinvolgere i soci nel servizio internazionale, e desidero<br />

ricordarvene alcune. In fondo, la ricerca di comprensione, buona volontà e pace mondiale<br />

è nel DNA del <strong>Rotary</strong>.<br />

Uno dei miei programmi preferiti è lo Scambio giovani del <strong>Rotary</strong>. Sono d’accordo con<br />

il Past Presidente Carl-Wilhelm Stenhammar, secondo il quale, se tutti i diciasettenni del<br />

mondo potessero passare un anno insieme ai Rotariani all’estero, non ci sarebbero più<br />

guerre. E sebbene non riusciamo a raggiungere tutti i giovani del mondo, offriamo degli<br />

scambi di alta qualità ad oltre 8.000 studenti delle scuole superiori ogni anno, uno straordinario<br />

contributo alla comprensione internazionale. Molti dei distretti hanno realizzato dei<br />

programmi di Scambio eccellenti e vorrei estendere le mie congratulazioni a tutti i Rotariani<br />

coinvolti nell’iniziativa, tra le più rilevanti del <strong>Rotary</strong>.<br />

Uno dei miei dubbi sul programma è il fatto che, spesso, solo i figli di genitori benestanti<br />

possono permettersi le spese di viaggio, e ci rivolgiamo solo a loro. Da un po’ di tempo a<br />

questa parte, molti distretti hanno cominciato ad offrire borse agli studenti dei Paesi in via<br />

di sviluppo ed invito i vostri distretti a considerare questo tipo di borse di studio e, in particolare,<br />

che siano inclusive delle spese di viaggio. Il nostro programma di Scambio giovani<br />

potrà dichiararsi vincente solo quando tutti gli studenti altamente qualificati potranno partecipare<br />

e promuovere la pace nel mondo.<br />

9


Uno dei grandi benefici del programma consiste nei contatti personali e nelle amicizie durature<br />

che nascono dal soggiorno all’estero. Questo dimostra chiaramente che il miglior<br />

modo per essere coinvolti nell’unire i continenti per abbracciare l’umanità è dedicarsi ai<br />

viaggi intorno al mondo. Disponiamo di una rete globale di 34.000 club che attendono l’arrivo<br />

di Rotariani interessati al servizio internazionale. Mi auguro pertanto che provvederete<br />

ad incoraggiare i Rotariani del vostro distretto a partecipare alle Giornate d’Immunizzazione<br />

Nazionale (o N.I.D.) che continueranno a svolgersi fino alla sconfitta della polio. I viaggi intrapresi<br />

per le NID non solo sono utili a sostenere l’eradicazione della polio, ma costituiscono<br />

delle esperienze singolari per i Rotariani che vi partecipano. Tali viaggi sono una buona<br />

cosa per tutti i Rotariani, e se aiutiamo i Rotariani più giovani a fare questi viaggi, otterremo<br />

il loro avido supporto al <strong>Rotary</strong> per molti anni a venire.<br />

Grazie all’era informatica, <strong>Rotary</strong> club e distretti possono trovare più facilmente partner<br />

internazionali per le Sovvenzioni paritarie e le Sovvenzioni globali della Fondazione <strong>Rotary</strong>,<br />

ed i programmi della Fondazione sono destinati a crescere in numero; e questa è una<br />

notizia entusiasmante. Allo stesso tempo, non dimentichiamoci del valore delle amicizie<br />

personali nell’ambito dei progetti internazionali. Credo che ciò sia una parte significativa<br />

del messaggio di Kalyan perché il verbo abbracciare significa anche stringere a sé o accogliere.<br />

Non saremo in grado di abbracciare l’umanità senza il contatto personale, e sappiamo<br />

bene che i migliori progetti della Fondazione vengono sviluppati da distretti che hanno<br />

stabilito partenariati permanenti. Ed i migliori partenariati sono quelli stretti attraverso le<br />

continue visite personali effettuate dai Rotariani nei distretti partner.<br />

È stato il bisogno del contatto personale necessario a stimolare i progetti che mi ha spinto<br />

a sviluppare il programma dei Safari dei progetti del <strong>Rotary</strong>, che incoraggia piccole squadre<br />

di Rotariani ad effettuare visite internazionali di una settimana per vedere di persona i<br />

progetti del <strong>Rotary</strong> che necessitano di finanziamento, visitando allo stesso tempo le località<br />

turistiche. Si tratta di un programma che mi auguro continuerete a svolgere nei vostri distretti<br />

l’anno prossimo perché i safari sono stati ideati proprio per unire i continenti ed abbracciare<br />

l’umanità. Non si tratta di un programma ufficiale del <strong>Rotary</strong>, ma si adatta molto<br />

bene al tema di Kalyan Conosci te stesso per abbracciare l’umanità.<br />

Potrei continuare a fare altri esempi di visite personali per abbracciare l’umanità. Sono un<br />

past governatore, e si sa che alla maggior parte dei PDG piace parlare – e spesso più del<br />

dovuto! Ricordatevi di questa affermazione quando farete parte del nostro gruppo di past<br />

governatori alla fine del vostro mandato. Cercate di non fomentare la nostra cattiva reputazione<br />

con troppe chiacchiere!<br />

Molti relatori perdono l’occasione per per smettere di parlare e tornare a sedersi, e tutti<br />

noi capiamo come possa succedere, la parte più difficile del fare discorsi è proprio sapere<br />

come terminare un discorso e scendere dal podio al momento giusto. Riflettete attentamente<br />

su come concludere le vostre riflessioni quando vi preparate a fare i i vostri discorsi<br />

nei club dei distretti. Chiudere bene un discorso è cruciale per il suo successo!<br />

Dopo questo consiglio, vi chiederete come intendo chiudere il mio discorso ed allontanarmi<br />

dal palco... Per me è semplice, perché in base alla “logica del cowboy” occorre parlare<br />

meno e dire di più. È facile per me parlare meno grazie al fatto che l’argomento assegnatomi<br />

dal Presidente eletto Kalyan è talmente preciso e chiaro. Ci sono forse dubbi sul fatto<br />

che il <strong>Rotary</strong> è il migliore ad unire i continenti? E non è chiaro forse che dobbiamo abbracciare<br />

l’umanità per raggiungere il nostro obiettivo di comprensione, buona volontà e pace<br />

mondiale? Le due frasi stanno bene insieme, come la ciliegina sulla torta, e desidero appoggiare<br />

il tema di Kalyan che riesce a mettere insieme questi due concetti in modo<br />

così forte.<br />

10 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


Siamo fortunati ad essere Rotariani, ed è giunto il momento per tutti noi di dimostrare chi<br />

siamo in base all’enunciato degli studenti della Northwestern University. Secondo le loro<br />

parole, il <strong>Rotary</strong> è una rete globale di persone motivate che si impegnano con entusiasmo<br />

nelle cause sociali al fine di migliorare la qualità della vita nelle comunità!<br />

Fatemelo dire ancora una volta: il <strong>Rotary</strong> è una rete globale di persone motivate che si impegnano<br />

con entusiasmo nelle cause sociali al fine di migliorare la qualità della vita nelle<br />

comunità. Questa affermazione è uno straordinario tributo espresso dagli studenti, e tutti<br />

dobbiamo sentirci fieri di questa definizione a conclusione della loro analisi. La domanda<br />

che vi porgo è questa: riuscirà il <strong>Rotary</strong> a continuare a soddisfare le aspettative di questi<br />

studenti nell’ambito dei vostri distretti? Sì, i vostri distretti ci riusciranno, se voi vi impegnate<br />

a guidarli come si deve. E insieme, come gruppo, riusciremo a farlo ancora meglio di prima,<br />

se dimostriamo di avere la volontà di continuare ad unire i continenti per abbracciare<br />

l’umanità e rendere il mondo un posto migliore!<br />

11


Orgoglio nella nostra Fondazione<br />

William B. “Bill” Boyd<br />

Presidente eletto degli Amministratori Fondazione <strong>Rotary</strong><br />

In Nigeria, nella città di Ada, si trova la Scuola secondaria per bambine Umuocham, che<br />

aveva un grosso problema: la scuola, con 2.400 allieve, non disponeva di acqua corrente,<br />

ma secondo il governo, doveva avere un sistema igienico a base di acqua corrente. Le scolare<br />

erano tenute a portare l’acqua a scuola ogni giorno e, quando l’acqua finiva, la scuola<br />

doveva chiudere.<br />

La Fondazione <strong>Rotary</strong> ha erogato una sovvenzione a due <strong>Rotary</strong> club, i quali avevano assicurato<br />

che la scuola Umuocham e altre ventuno scuole avrebbero avuto l’acqua corrente.<br />

Gli studenti oggi passano il tempo a scuola, ad imparare, e non a trasportare acqua; l’orario<br />

scolastico non viene più determinato in base all’acqua ancora disponibile per la giornata.<br />

A Nairobi, nella baraccopoli di Mathare, 500.000 persone fanno fatica a sopravvivere. Si<br />

tratta di una zona talmente povera da essere incomprensibile per molti di noi. In questa baraccopoli,<br />

c’è una scuola che esiste solo grazie al sostegno dal <strong>Rotary</strong>. [Mia moglie] Lorna<br />

ed io l’abbiamo visitata. Non è una scuola elegante, si tratta semplicemente di una baracca<br />

di ferro battuto, e mi sono chiesto se era il caso di istruire bambini in un Paese dove esiste<br />

una disoccupazione di oltre il cinquanta per cento. Se insegniamo loro a leggere e scrivere,<br />

possiamo dare loro una via per una salute migliore, e l’opportunità di trovare impiego. Non<br />

possiamo garantire loro un impiego, ma almeno possiamo dare loro un’opportunità.<br />

A Manila, Lorna ed io abbiamo osservato interventi chirurgici alla cataratta presso una clinica<br />

oculistica attrezzata con finanziamenti dal <strong>Rotary</strong>. Giovani medici venivano preparati<br />

lì, prima di andare a lavorare nelle zone rurali. Un’anziana stava subendo un intervento alla<br />

cataratta, e dopo aver osservato l’operazione per qualche minuto, siamo andati a vedere il<br />

resto dell’ospedale, con tutti i macchinari con la ruota del <strong>Rotary</strong>. Mentre stavamo andando<br />

via, la signora ci ha raggiunti, a braccetto al medico che l’aveva operata, con un occhio<br />

fasciato e l’altro lacrimante, per dirci: “Io ringrazio Dio per il <strong>Rotary</strong>, perché sono povera e<br />

stavo diventando cieca, e il <strong>Rotary</strong> mi ha ridato la vista”. Vi posso confessare che Lorna ha<br />

pianto e anch’io mi sono commosso, e mi sono sentito orgoglioso di essere Rotariano. Ma,<br />

adesso che ci prepariamo alla Visione futura, stiamo comprendendo quanto una Fondazione<br />

che non focalizza la sua attenzione non può costruire opportunità come questa. Noi<br />

dobbiamo espandere tali opportunità, per cambiare la vita ad un grandissimo numero di<br />

persone del mondo.<br />

Per fare tutto ciò, abbiamo deciso di avere sei aree di intervento. Le aree sono ampie e ci<br />

consentiranno di realizzare i progetti che desideriamo, mantenendo un denominatore comune<br />

e in modo da ottenere i benefici per più persone possibile, per eseguire progetti di<br />

grande portata in modo da raggiungere più beneficiari. Le aree di intervento corrispondono<br />

agli Obiettivi di sviluppo del Millennio dell’ONU, e rispondono all’obiettivo del Piano strategico<br />

del RI, per concentrare e aumentare l’azione umanitaria. Le nostre aree di intervento<br />

sono:<br />

• Pace prevenzione/risoluzione dei conflitti<br />

• Prevenzione e cura delle malattie<br />

• Acqua e strutture igienico-sanitarie<br />

• Salute materna e infantile<br />

• Alfabetizzazione ed educazione di base<br />

• Sviluppo economico e comunitario<br />

12 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


Queste aree di intervento si sovrappongono: la scuola per ragazze Umuocham ha ricevuto<br />

forniture d’acqua e questo ha portato ad una migliore educazione. Un progetto dell’UNESCO<br />

ha dimostrato che dare alle ragazze anche solo un’educazione elementare, consente di<br />

abbassare la mortalità infantile tra il 5 e il 10 per cento. La Banca Mondiale ha dimostrato<br />

che più bambine frequentano la scuola secondaria in un Paese, più alta è la percentuale di<br />

crescita di reddito pro capite. Potrete notare qui il nesso logico. Rispondendo ad un problema<br />

di interesse generale, si riesce ad intervenire anche su altre probelmatiche. E questo<br />

processo continua a ripetersi.<br />

La menzione di troppe statistiche nel discorso sono difficili da digerire, ma ci aiutano a capire<br />

queste problematiche. L’Afghanistan è al 169º posto in base alla classificazione economica<br />

del Fondo monetario, su 181 Paesi. Per ogni 1.000 bambini nati lì, 257 muoiono prima<br />

dei 5 anni. Il tasso di alfabetizzazione è del 28 per cento. In base all’età, il 28 per cento dei<br />

maschi e il 9 per cento delle femmine frequenta la scuola secondaria. Secondo l’UNICEF<br />

nel 2006, solo il 22 per cento della popolazione aveva acqua potabile e il 30 per centro aveva<br />

servizi igienici. Economia povera, alto tasso di mortalità infantile, bassa alfabetizzazione,<br />

acqua e servizi igienici insufficienti.<br />

Se provenite da un Paese sviluppato, siete pregati di non sentirvi fieri. L’Istituto nazionale<br />

per l’alfabetizzazione negli Stati Uniti ha dichiarato che, negli U.S.A., la percentuale degli<br />

adulti che non sanno leggere e che vengono ricoverati in ospedale è quasi raddoppiata<br />

rispetto a quella di coloro che sanno leggere, il 45 per cento di coloro che si trovano al più<br />

basso livello di alfabetizzazione sono poveri, e il 60 per cento dei carcerati sono analfabeti.<br />

Qual è dunque la nostra risposta di Rotariani? Attraverso la Visione futura, possiamo sviluppare<br />

progetti nelle sei aree di intervento, e possiamo ottenere i migliori risultati dalle<br />

nostre risorse. Non c’è nulla di nuovo in tutto questo, ma stiamo cercando di migliorare i<br />

nostri sforzi. Si tratta della nostra Fondazione, dei nostri fondi e dobbiamo cercare il modo<br />

migliore per usarli. La Fondazione <strong>Rotary</strong> è uno strumento importante nella nostra cassetta<br />

degli attrezzi.<br />

Ogni anno, è tradizione per il presidente eletto della Fondazione annunciare gli obiettivi<br />

della Fondazione per l’anno entrante.<br />

Il nostro primo obiettivo rimane l’eradicazione della polio che stiamo quasi per realizzare.<br />

Un altro obiettivo importante include l’aumento del supporto per la nostra Fondazione e,<br />

come dirigenti rotariani, possiamo aiutare altri Rotariani a realizzare che questa è la loro<br />

Fondazione e che dovrebbero sentirsi di appartenere ad essa facendo donazioni al Fondo<br />

programmi, al Fondo permanente e ai Centri della pace del <strong>Rotary</strong>.<br />

Procedere con i progressi per il Piano di Visione futura è il nostro obiettivo finale. Se siete<br />

in un distretto pilota, siete una delle forze motrici per assicurare la migliore realizzazione<br />

della Visione futura. Se non fate parte di un distretto pilota, dovreste cominciare a prepararvi<br />

già da ora per avere una transizione facile al nuovo modello nel 2013, cominciando<br />

ad allineare i progetti d’azione alle aree di intervento. Tutti noi dovremmo adoperarci per<br />

incorporare le aree di intervento nella cultura e filosofia di ogni <strong>Rotary</strong> club.<br />

Per realizzare i nostri obiettivi, dovremmo cercare opportunità per realizzare partnership tra<br />

club e distretti, la Fondazione e altre organizzazioni che possono unirsi a noi nella nostra<br />

missione: promuovere la comprensione, la buona volontà e la pace nel mondo, migliorando<br />

la salute, sostenendo l’educazione e alleviando la povertà.<br />

La Nuova Zelanda ha solo 4,2 milioni di abitanti, quasi il numero di una grande metropoli,<br />

ma noi Rotariani della Nuova Zelanda abbiamo deciso di abbracciare l’iniziativa del progetto<br />

per i dizionari, tanto riuscita negli Stati Uniti e nei Paesi RIBI. Entro i primi tre anni<br />

13


del progetto, abbiamo importato 63.000 copie di dizionari di alta qualità, con 288 pagine<br />

a colori, e crediamo di aver fatto davvero la differenza nell’educare i bambini, in particolare<br />

quelli provenienti dai ceti socio-economici meno abbienti. In che modo il progetto può<br />

essere correlato alla nostra Fondazione? Prima del progetto, abbiamo stabilito una partnership<br />

composta da <strong>Rotary</strong> club, alcune organizzazioni comunitarie, e la Fondazione attraverso<br />

una Sovvenzione distrettuale semplificata. Da allora, abbiamo ricevuto una seconda<br />

Sovvenzione distrettuale semplificata. Il nostro progetto è andato ben oltre le scuole, raggiungendo<br />

anche posti come il Refugee Resettlement Centre, dove ogni bambino riceve un<br />

dizionario, e un’azienda che organizza classi di alfabetizzazione per i suoi lavoratori. Ogni<br />

partecipante riceve un dizionario e, allo stesso tempo, una mano migliorare la sua vita.<br />

A Manila, io e Lorna abbiamo incontrato una donna di nome Ynday Mijares, sopravvissuta<br />

alla polio. La sua vita oggi dimostra che ha superato la polio e si è creata una vita piena,<br />

con una sua attività, una bella famiglia e la vita da Rotariana. A metà anni novanta, ha dovuto<br />

confrontare una realtà diversa, non riusciva più a camminare e il medico le disse che<br />

aveva sviluppato la sindrome post-polio, che l’avrebbe costretta ad usare per sempre una<br />

sedia a rotelle. Ynday ci disse di essere andata a casa ed essersi chiusa in camera, non potendo<br />

accettare tutto quello che le stava succedendo. Era tutto ingiusto. Lei non si meritava<br />

tutto questo. Diventò insopportabile ai suoi familiari e agli amici, ma, a un certo punto,<br />

Ynday dichiara di aver ricevuto un lume da Dio, sotto forma della ruota del <strong>Rotary</strong>. Decise<br />

di uscire dalla sua camera e si riavvicinò alla sua famiglia. Diventò la socia fondatrice del<br />

<strong>Rotary</strong> Club di Centennial Quezon City, ed è stata assistente governatore per ben tre volte,<br />

oltre ad essere membro di diverse commissioni, tutto sempre in sedia a rotelle. Mentre<br />

viaggiate per il mondo, vi invito a realizzare quale sia la forza della ruota del <strong>Rotary</strong>!<br />

Madre Teresa ha detto: “Sentirsi indesiderati, non amati, dimenticati, queste sono le malattie<br />

più gravi. La cosa peggiore è la mancanza di amore e atti benevoli, la terribile indifferenza<br />

dei nostri vicini. Quando moriremo, incontreremo il Signore e saremo giudicati sul<br />

nostro amore, non su quello che abbiamo fatto, ma sull’amore che abbiamo messo nelle<br />

nostre azioni”.<br />

Noi Rotariani rifiutiamo di essere vittime di questa indifferenza. Ognuno di noi è diventato<br />

Rotariano per aiutare il prossimo ed esprimere la sincerità del nostro impegno.<br />

Voi ed io desideriamo fare sapere a più persone possibile coloro che indossano il simbolo<br />

della ruota del <strong>Rotary</strong> sono persone interessate a loro e impegnati a fare di tutto per aiutarli<br />

a cambiare la loro vita. Noi tutti sappiamo che possiamo farlo attraverso la nostra<br />

Fondazione.<br />

Insieme possiamo e, insieme, lo faremo.<br />

14 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


La Fondazione <strong>Rotary</strong> e l’acqua<br />

F. Ron Denham<br />

Membro della commissione direttiva RI/USAID<br />

Vorrei parlarvi di Elizabeth.<br />

Elizabeth ha passato la maggior parte della sua vita ad attingere l’acqua da un torrente della<br />

zona di Nakuro – nella Rift Valley del Kenya – e a trasportarla alla sua abitazione, a circa<br />

sei chilometri di distanza. Elizabeth doveva mantenere una famiglia di dieci persone, tra cui<br />

il marito, da lei definito un alcolizzato. La donna trasportava l’acqua a spalle, in un contenitore<br />

di plastica da 20 litri che pesava una ventina di chili. Per ogni viaggio ci voleva quasi<br />

un’ora. I conti si fa presto a farli: un minimo di venti litri d’acqua per ogni membro della famiglia<br />

equivalevano a 200 litri d’acqua al giorno. Ogni giorno Elizabeth dedicava dieci ore a<br />

questa incombenza massacrante.<br />

E la cosa più tragica è che l’acqua era inquinata. La famiglia si ammalava spesso, i bambini<br />

perdevano la scuola e la donna era stremata, senza avere né le forze né il tempo per aiutare<br />

i suoi o per trovare un lavoro che le permettesse di guadagnare da vivere: una storia di<br />

povertà e di malattia, direttamente legata alla penuria di acqua potabile.<br />

Entra in scena il <strong>Rotary</strong> Club di Nakuro. Sotto la guida dinamica dei suoi presidenti, nel<br />

corso di diversi anni, il club riconobbe la necessità di un programma umanitario di grande<br />

portata e fece proprie le parole pronunciate dall’allora segretario generale dell’ONU Kofi<br />

Annan: “L’accesso all’acqua sicura è un bisogno umano fondamentale e, quindi, un diritto<br />

umano fondamentale”.<br />

Le analisi commissionate dal club rivelarono la contaminazione della falda acquifera, e la<br />

presenza di livelli molto elevati di fluoruro che avrebbero potuto avvelenare la popolazione<br />

e distruggerne le ossa. L’alternativa più logica sarebbe stata la raccolta dell’acqua piovana.<br />

Il club organizzò un incontro con gli abitanti dei villaggi interessati per illustrare i pericoli<br />

dell’inquinamento idrico e i benefici che l’accesso a una fonte sicura d’acqua avrebbe potuto<br />

apportare alla qualità della vita e alla salute. Gli abitanti stessi formarono una propria<br />

commissione; ogni famiglia, inoltre, si impegnò a versare un contributo di 1.000 scellini<br />

keniani (circa nove euro) e a piantare 100 alberi a difesa dell’ambiente.<br />

Con il materiale fornito dal <strong>Rotary</strong> club furono costruiti dei serbatoi di dieci metri cubici,<br />

uno per ogni famiglia, in grado di far fronte al fabbisogno d’acqua per 90 giorni durante la<br />

stagione asciutta. I villaggi interessati sono sparsi in un’area estesa; il più distante si trova<br />

a 50 km dalla città di Nakuru. Per sovrintendere ai lavori vennero istituiti 28 <strong>Rotary</strong> Community<br />

Corps; a uno fu affidato l’incarico di addestrare i residenti alla costruzione dei serbatoi.<br />

I fondi vennero depositati in una microbanca la cui gestione fu affidata alle donne.<br />

Questo programma ha trasformato la vita di innumerevoli persone. Elizabeth, finalmente<br />

libera dall’incombenza quotidiana del trasporto d’acqua, ha ottenuto dalla banca un prestito<br />

di 1000 scellini, con i quali ha acquistato dei polli; con il ricavato della vendita delle uova<br />

e della carne ha poi comprato due capre e ha avviato un commercio di carne e latte. Da qui<br />

la sua attività si è allargata all’acquisto di semi per la coltivazione di cavoli. Oggi con tre<br />

raccolti all’anno, Elizabeth può contare su un reddito annuo di 30.000 scellini. “Mio figlio”<br />

ha detto “non si ammala più e va bene a scuola”. E il marito non beve più, ha solo ammirazione<br />

per sua moglie e l’aiuta occupandosi delle capre.<br />

Questa trasformazione è avvenuta grazie anche alla collaborazione di altri <strong>Rotary</strong> club situati<br />

in Canada e nei Paesi Bassi, a una sovvenzione dell’Agenzia Canadese per lo Sviluppo<br />

<strong>Internazionale</strong> e, naturalmente, a una sovvenzione della Fondazione <strong>Rotary</strong>.<br />

15


Ma questo progetto è solo uno dei tanti svolti con successo dal <strong>Rotary</strong> nel settore dell’acqua<br />

e degli impianti sanitari. Alcuni esempi:<br />

• I Rotariani di Nairobi, sostenuti da un <strong>Rotary</strong> club di Denver e dalla Fondazione<br />

<strong>Rotary</strong>, hanno aiutato i residenti di un bassofondo a costruire degli impianti igienici,<br />

tra cui WC, docce e un’area per il bagno dei bambini più piccoli. I Rotariani hanno<br />

aiutato i residenti a formare una commissione organizzativa e a nominare i propri<br />

leader, hanno spiegato loro i criteri di gestione del progetto e hanno interceduto<br />

presso le autorità locali per ottenere l’allacciamento all’impianto fognario.<br />

• Nel Ghana settentrionale il <strong>Rotary</strong> Club Tamale, con l’appoggio della Fondazione<br />

<strong>Rotary</strong>, del Carter Center e di alcuni <strong>Rotary</strong> club del New Hampshire, ha avviato un<br />

programma per l’eradicazione del verme della Guinea, o dracunculiasi. Il progetto<br />

ha contribuito a sconfiggere nella zona questa malattia debilitante.<br />

• La comunità di Lopko, in Benin, deve il proprio impianto idrico e sanitario<br />

all’iniziativa di alcuni Rotariani di Cotonou, con l’aiuto della Fondazione <strong>Rotary</strong> e del<br />

<strong>Rotary</strong> club italiano Bitonto Terre dell’olio.<br />

• I <strong>Rotary</strong> Club Ashmore (Australia) e Charoen Nakorn (Tailandia) hanno installato<br />

impianti di filtraggio in tredici scuole nella periferia di Bangkok. Anche in questo<br />

caso la Fondazione <strong>Rotary</strong> ha funto da “collante”, riunendo diversi club in una<br />

comune missione umanitaria.<br />

• I Rotariani del Distretto indiano 3150 hanno riportato la pace a una comunità che<br />

da anni si contendeva le scarse risorse idriche. In collaborazione con le autorità<br />

locali, i Rotariani hanno costruito un impianto irriguo per portare l’acqua a 300 acri<br />

di terreno coltivabile. Costato 80.000 dollari, il progetto ha beneficiato 100 famiglie.<br />

La pace è ritornata nella regione grazie all’impegno dei soci e al sostegno della<br />

Fondazione <strong>Rotary</strong>.<br />

Ma c’è ancora molto da fare. L’acqua, come ha detto Kofi Annan, è un diritto umano fondamentale.<br />

Questo diritto è stato incluso tra gli Obiettivi di sviluppo del millennio, uno dei<br />

quali si prefigge di “ridurre della metà la percentuale di popolazione senza un accesso sostenibile<br />

all’acqua potabile e agli impianti igienici di base”. E la sua importanza è stata confermata<br />

da un recente voto delle Nazioni Unite.<br />

Questa è una delle sfide maggiori per il mondo. In Etiopia, per esempio, solo il 74% della<br />

popolazione ha accesso all’acqua potabile. In India, 580 milioni di persone vivono senza<br />

impianti sanitari e 141 milioni non hanno accesso all’acqua sicura. Senza questi due elementi<br />

fondamentali il progresso umano resta un’utopia.<br />

Il Piano di visione futura della Fondazione <strong>Rotary</strong>, spostando l’attenzione da progetti a<br />

breve termine ad attività più impegnative e a lungo termine, costituisce il primo passo per<br />

consentire al <strong>Rotary</strong> di realizzare obiettivi umanitari di grande impatto. Le sei aree di intervento<br />

del piano dipendono interamente dai progressi ottenuti nel settore dell’acqua e degli<br />

impianti sanitari – senza i quali non è possibile realizzare nulla.<br />

Si tratta di un’equazione elementare: senza acqua potabile e senza impianti sanitari la salute<br />

delle madri e dei bambini resterà un obiettivo irrealizzabile. I bambini non potranno<br />

ricevere l’istruzione primaria a cui hanno diritto se le donne, e le bambine, saranno costrette<br />

a passare infinite ore a trasportare l’acqua. Non si svilupperanno attività economiche se<br />

la popolazione non avrà il tempo e le energie da dedicarvi. E la pace e l’armonia saranno<br />

compromesse se non sarà data a tutti la possibilità di usufruire di alcune risorse fondamentali.<br />

Ben l’80 percento della popolazione mondiale non ha accesso a fonti d’acqua sicure.<br />

Come possiamo sperare di portare la pace nel mondo senza accesso all’acqua?<br />

Io invito voi, governatori eletti, e i vostri club a farvi guidare dal Piano di visione futura verso<br />

un modo di pensare e di agire più grande, migliore e più incisivo. L’obiettivo di portare<br />

16 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


l’acqua a chi ne ha bisogno non è fine a se stesso: è il mezzo con cui potremo trasformare<br />

la base economica e sociale di una comunità. Nell’imbarcarvi in questi progetti, considerateli<br />

non semplicemente come lo scavo di un pozzo, l’installazione di un filtro, la costruzione<br />

di una latrina, ma alla luce dei risultati umanitari a cui potranno dare luogo: salute, istruzione<br />

primaria universale, alleviamento della fame, benessere economico. E prima di intraprendere<br />

un progetto, rivolgetevi al Gruppo d’azione rotariana Acqua e strutture igieniche.<br />

Questo gruppo vi assisterà nella realizzazione di progetti veramente sostenibili, con risultati<br />

che dureranno negli anni; e vi aiuterà a organizzare attività di monitoraggio e valutazione.<br />

Se decidete di aderire al Piano di visione futura, vi accorgerete che il successo a lungo termine<br />

richiede un impegno che va oltre la durata annuale dei tradizionali progetti rotariani.<br />

Governatori eletti, voi potete fare la vostra parte per aiutare il mondo a realizzare gli obiettivi<br />

del millennio direttamente legati alla questione idrica. I partner del <strong>Rotary</strong> nei vostri paesi<br />

e all’estero rappresentano una risorsa inestimabile. Invito i club ospitanti nei paesi in via<br />

di sviluppo a collaborare con i partner nei paesi più industrializzati per ottenere le risorse<br />

indispensabili al cambiamento: finanziamenti, esperienza tecnica, competenze. Invito i partner<br />

internazionali a collaborare con i club ospitanti – Rotariani radicati nella realtà locale<br />

– le cui competenze permetteranno ai loro progetti di trovare un terreno fertile nella cultura<br />

e nei valori locali. Ed esorto entrambi a vedere la Fondazione <strong>Rotary</strong> come la malta capace<br />

di tenere insieme la nostra straordinaria organizzazione, di valorizzare i nostri partenariati e<br />

renderli efficaci, duraturi e sostenibili.<br />

Quando arriverà il momento di tirare le somme, il nostro successo sarà misurato nel numero<br />

di donne, come Elizabeth, che avremo aiutato; nel numero di bambini, come quelli di<br />

Elizabeth, le cui vite saranno state trasformate dall’accesso all’acqua potabile e a impianti<br />

sanitari. Questo è il valore fondamentale, innegabile che troviamo nel <strong>Rotary</strong>: il privilegio,<br />

che molti di noi accettano con umiltà, di poter contribuire a migliorare la vita.<br />

17


La mia esperienza con la polio<br />

Jenny Horton<br />

Rotariana<br />

Secondo la lingua indiana, potrei considerarmi una Rotariana wallah della polio – socia<br />

orgogliosa del <strong>Rotary</strong> Club di Kenmore, Australia, dedicata all’eradicazione della polio.<br />

Sono entrata in contatto per la prima volta col <strong>Rotary</strong> come studente di Scambio giovani<br />

in Oklahoma, USA, ragazza di campagna entrata in un ambiente completamente nuovo. In<br />

seguito, dopo la morte di mio marito che era Rotariano, decisi di diventare anch’io Rotariana,<br />

diventando poco dopo presidente del mio club. Con la mia esperienza con lo Scambio<br />

giovani mi ero indebitata col <strong>Rotary</strong>, cosa che sento tuttora.<br />

Negli ultimi undici anni, ho sviluppato una vera passione per la lotta alla polio. A detta di<br />

molti miei amici, da fin troppo tempo sono impegnata nel programma, e da sette anni mi<br />

occupo a tempo pieno di questa causa, come volontaria. Il mio impegno mi ha permesso<br />

di fare un’esperienza diretta con l’eradicazione della polio, in molti Paesi. Oggi vorrei parlarvi<br />

delle mie esperienze, che dimostrano la dedizione continua delle persone coinvolte<br />

nell’eradicazione, persone che vorrei farvi conoscere.<br />

Nel 2000 ho fatto il mio primo viaggio in India per partecipare alla campagna contro la polio<br />

insieme ad altri Rotariani. Mentre somministravo le gocce di vaccino ai bambini, vedevo<br />

anche i risultati devastanti della malattia su coloro che non erano stati vaccinati. Non avevo<br />

mai visto tante persone deturpate. Ho visto bambini che strisciavano su tre arti, con gambe<br />

che non funzionavano e che venivano maltrattati, non potevano frequentare la scuola ed<br />

erano costretti a chiedere l’elemosina per sopravvivere. Vedere quei bambini e sapere che<br />

tutto sarebbe stato prevenibile mi ha davvero spezzato il cuore. Dentro di me nasceva il<br />

desiderio di giocare un ruolo più attivo nell’eradicazione di questa orribile malattia. Grazie<br />

all’incoraggiamento del Past governatore distrettuale P.V. Purushothaman, che ha capito<br />

quanto ero stata colpita dalla situazione, sono riuscita a partecipare con maggiore coinvolgimento<br />

alla campagna. In seguito, ho lavorato presso un campo per persone affette da<br />

polio, dove ho incontrato una bambina che, a causa della polio, non poteva portare scarpe,<br />

e doveva bloccare le ginocchia con le mani per camminare.Dopo averle consegnato delle<br />

scarpe speciali, le ho chiesto cos’era cambiato, e lei mi ha risposto “Signora, adesso posso<br />

portare i libri in mano, da sola, quando vado a scuola”. Come si fa a non commuoversi? Ho<br />

incontrato un padre pieno di rimorsi per aver impedito a suo figlio Kamran di essere vaccinato.<br />

E adesso il figlio è poliomelitico, paralizzato a vita, e deve usare sempre la sedia a<br />

rotelle. Forse non era colpa sua, non era stato ben informato, ma questo non gli ha ridotto<br />

il dolore. Kamran, che adesso ha 14 anni, mi ha detto che voleva fare il pilota, e che piange<br />

di notte per non far soffrire i genitori. Quando sono andata per la prima volta in giro per<br />

le inoculazioni, tornavo sempre in lacrime, non si può immaginare quanto soffrono questi<br />

bambini, per una malattia facilmente prevenibile. Ero consumata dal desiderio di abbandonare<br />

la mia vita comoda in Australia e dedicarmi sul fronte della lotta per l’eradicazione<br />

della polio.<br />

In Nigeria, ho visto gente colpita dalla polio, che chiedeva l’elemosina per strada, e questo<br />

mi ricordava continuamente perché stavo perseguendo questo obiettivo. Ricordo in particolare<br />

una famiglia che mi ha raccontato di come la polio ha paralizzato tre dei loro figli,<br />

ma erano molto grati che i figli più piccoli avevano ricevuto le gocce di vaccino ed erano<br />

stati risparmiati. Ho lavorato con una volontaria che portava il figlio poliomelitico sulla<br />

schiena mentre andava a portare il vaccino di porta in porta. Lei mostrava alle altre madri<br />

18 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


le gambe flaccide del figlio quando non volevano vaccinare i loro figli con queste preziose<br />

gocce. Nel mio Stato di Bauchi, ho notato la determinazione dei leader tradizionali per assicurare<br />

la vaccinazione di tutti i bambini da parte delle squadre. Questi uomini conducevano<br />

le vaccinazioni in alcune dei territori più difficili e visitavano personalmente tutti coloro che<br />

si rifiutavano di vaccinare i bambini, per convincerli ad accettare il vaccino. Le loro mogli<br />

organizzavano riunioni per convincere le madri a vaccinare i bambini. Quando ero in questi<br />

villaggi, era sempre un grande onore essere coinvolta nella vaccinazione dei neonati; spesso,<br />

dopo pochi minuti dalla nascita, mi chiamavano per portare il vaccino al neonato, con<br />

grande gioia da parte mia. Quando entravo nelle case, non immunizzavo solo i bambini,<br />

ma davo anche un’occhiata alla situazione igienica delle case, dando consigli alle famiglie<br />

sulla pulizia.<br />

L’ubicazione remota delle comunità in Etiopia poneva problemi di comunicazione, e spesso<br />

i campioni venivano raccolti da un caso sospetto di polio e qualcuno partiva a piedi verso<br />

la città più vicina per prendere dei pacchetti di ghiaccio per il trasporto ad Addis Abeba<br />

dove sottoporli agli esami. Mi ricordo di quando ero in un’area molto remota e ho ricevuto<br />

il messaggio per radio di organizzare il trasferimento di campioni. Questa era un’area nella<br />

quale il leader del villaggio andava a piedi per sei ore per portare dieci vaccini ai bambini<br />

e poi tornava a piedi per altre sei ore! Questa persona era talmente dedita alla causa da<br />

affrontare tutte quelle ore a piedi. Ed io mi sono chiesta spesso quanti di noi farebbero<br />

altrettanto.<br />

In Botswana non ho visto gli effetti della polio, questa è un’area con livelli elevati di immunizzazioni<br />

di routine. Purtroppo è stato comunque riportato un caso di polio collegato<br />

alla stessa area della Nigeria dove stavo lavorando. Il bambino infetto ha contratto la polio<br />

usando la toilette pubblica in un’area turistica, dove passavano molte persone della Nigeria.<br />

I casi di paralisi e decesso dovuti alla polio rappresentano una piccolissima percentuale di<br />

casi. In Botswana ho visitato aree remote del Kalahari per dare il mio supporto al personale<br />

medico per scovare casi di polio attivo ed assicurare i più elevati livelli di immunizzazione.<br />

Per la maggior parte, il nostro lavoro a Karachi e in tutto il Pakistan si concentrava sulle baraccopoli,<br />

dove ci sono più casi, dovuti alle carenze igieniche e di acqua corrente. Non era<br />

insolito vedere bambini giocare vicino alle fognature. Non dimenticherò mai una bambina<br />

che giocava fuori dalla casa con un cucchiaio, con il quale prendeva l’acqua putrida e la beveva.<br />

Chiaramente questi bambini si ammalano continuamente e sono suscettibili ai virus.<br />

Una volta sono scivolata in uno di questi rigagnoli di fogna, e gli altri dello staff mi hanno<br />

spruzzata immediatamente con acqua pulita. Francamente, non me la sono sentita di lamentarmi<br />

sapendo che ci sono bambini che vivono ogni giorno con queste fogne aperte<br />

davanti alle loro porte. Un’altra volta, dopo una campagna d’immunizzazione a Islamabad,<br />

stavo monitorando delle case quando ho incontrato Amir, un bambino afgano che andava<br />

a gattoni. Gli abbiamo chiesto se aveva la polio, e lui ha risposto di sì. Quando gli abbiamo<br />

spiegato cosa stavamo facendo, lui ha cominciato a piangere. Ci ha raccontato che doveva<br />

essere lui a guadagnare da vivere per la famiglia, che sognava di sposarsi, ma a causa della<br />

polio, era diventato un peso per la sua famiglia, e loro si preoccupavano di cosa sarebbe<br />

successo dopo la loro morte. Il bambino continuava a piangere e ci ha ringraziato per il<br />

lavoro che stavamo facendo, e di cercare di non mancare nemmeno un bambino con le<br />

gocce.<br />

Raggiungere ogni abitazione non è semplice. Karachi ha molti edifici di 6-8 piani, senza<br />

ascensori, densamente popolati e senza elettricità per le scale. Le squadre antipolio salivano<br />

queste scale tutto il giorno in cerca dei bambini. Ho visto vaccinatori cadere per le scale,<br />

sistemarsi i vestiti e continuare. L’attività è dura, e molti hanno visto la morte dei propri<br />

colleghi. Mi ricordo un giorno quando uno dei nostri medici e il suo autista sono stati uccisi<br />

da una bomba e quando degli altri colleghi sono stati sequestrati. Per me, il rumore di armi<br />

19


da fuoco e le esplosioni che illuminano il cielo sono diventati eventi quotidiani per un certo<br />

periodo. La sicurezza è un problema enorme in molte comunità.<br />

Ma vorrei anche parlarvi di Menaz, affetta dalla polio sin da bambina, con le gambe deformate,<br />

ma che voleva diventare insegnante e, nonostante tutto, è riuscita a prendere la laurea.<br />

Menaz non poteva salire facilmente le scale ma aveva la più grande forza di spirito, ci<br />

dava continuo sostegno, portando messaggi alle famiglie, usando le sue gambe sfigurate<br />

per incoraggiare le famiglie a far vaccinare i figli.<br />

Quando torno in Australia per riposarmi, mi unisco sempre al nostro gruppo di supporto<br />

post polio di Brisbane. Le persone incredibili che fanno parte del gruppo sono fonte di ispirazione,<br />

condividono le loro storie, dall’essere vissuti in un polmone di ferro alla lunga degenza<br />

in isolamento. Sono persone talmente positive e sostengono attivamente l’iniziativa<br />

PolioPlus. Sono dei grandi amici.<br />

Nell’ultimo anno sono stata al servizio del programma in India, ed è bello non vedere bambini<br />

colpiti dalla polio per le strade. Qui, io noto una grande determinazione a completare<br />

il lavoro. Ho visto vaccinatori che attraversano acque alte per portare il vaccino ai bambini.<br />

Tutti abbiamo camminato sul fango scivoloso per arrivare alle case remote, abbiamo passato<br />

ore al sole e lavorato vicino a fognature e pile di immondizia per raggiungere ogni<br />

bambino. Vedo il <strong>Rotary</strong> e i suoi partner insieme che lavorano insieme per raggiungere<br />

l’obiettivo comune. Bihar ha migliorato di molto la sua immunizzazione di routine come<br />

risultato di PolioPlus, ed esiste una concentrazione sul miglioramento delle condizioni<br />

igieniche. Vedo punti di forza nella partnership – in una delle aree dove lavoravo, decine di<br />

migliaia di bambini mancavano durante una campagna di immunizzazione e <strong>Rotary</strong> ha agito.<br />

Il Rotariano Shub ha incontrato il segretario e il ministro per la sanità, che ha portato ad<br />

una riunione dei partner con lo stato e il governatore distrettuale per discutere la situazione.<br />

La riunione ha avuto come risultato la necessità di monitoraggio della prossima campagna,<br />

per avere la migliore copertura. Solo il <strong>Rotary</strong> aveva i mezzi per fare ciò. Ho visitato un<br />

ospedale che, grazie al <strong>Rotary</strong>, sta offrendo interventi di chirurgia estetica alle gambe delle<br />

vittime di polio. L’ospedale era stato ispirato dai bambini e dai loro desideri per il futuro:<br />

diventare ingegneri, insegnanti, medici e anche politici! E adesso possono sperare di<br />

realizzarli.<br />

Siamo in grado di intravedere la luce alla fine del tunnel. Questo sarà il periodo più duro<br />

per la lotta alla polio, ma non sottovalutate mai il vostro ruolo. PolioPlus è la più grande<br />

iniziativa sanitaria mai intrapresa al mondo, e secondo il mio lungo lavoro in questo campo,<br />

posso testimoniare che è ogni singola persona ed ogni singolo centesimo speso sono<br />

importanti. Abbiamo bisogno della forza di ognuno di voi per portare il programma alla sua<br />

conclusione.<br />

Anche adesso, il <strong>Rotary</strong> continua ad impressionarmi: che un’organizzazione di servizio<br />

possa intraprendere un programma di tale portata, per eradicare una malattia dal mondo<br />

intero e mostrare la leadership di quello che si può realizzare attraverso le partnership che<br />

hanno un vero impatto sulla vita di tante persone.<br />

Madre Teresa diceva: “Quello che faccio, tu non puoi farlo e quello che fai tu, io non posso<br />

farlo. I bisogni sono tanti e nessuno di noi, inclusa io, può fare delle grandi cose, ma noi<br />

possiamo tutti fare delle cose piccole, ma fatte con amore, e insieme possiamo fare cose<br />

meravigliose”. Questa frase esprime, secondo me, PolioPlus.<br />

Vorrei lasciarvi con alcune immagini di Meda, una giovane che ho incontrato e che mi ricorda<br />

la ragione per cui dobbiamo vincere la lottacontro la polio. Grazie.<br />

20 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


Come il <strong>Rotary</strong> sta trasformando la mia vita<br />

Vener Macaspac<br />

Borsista del <strong>Rotary</strong> per la pace 2009-11<br />

University of California, Berkeley<br />

Vorrei parlarvi di come la mia vita stia cambiando grazie ai Centri rotariani di studi internazionali<br />

sulla pace e la risoluzione dei conflitti – un programma straordinario che offre ad<br />

alcuni studenti impegnati per la pace la possibilità di conseguire una laurea magistrale in<br />

questo settore.<br />

Nel 2009 sono stato scelto tra circa 2.000 candidati di tutto il mondo per l’assegnazione di<br />

una Borsa per la pace. I miei studi di scienze sociali e pedagogia mi avevano avvicinato al<br />

tema dei diritti delle popolazioni indigene nelle Filippine. Per raccogliere le testimonianze di<br />

queste popolazioni mi ero messo a studiare da autodidatta le tecniche della cinematografia<br />

documentaristica; questi filmati sono stati in seguito utilizzati dalle popolazioni indigene<br />

per sollecitare un rimedio alla violazione dei loro diritti. Penso che sia stata la mia passione<br />

per il cinema documentario usato come strumento di tutela dei diritti umani che mi abbia<br />

permesso di ricevere questa ambita borsa di studio.<br />

Come borsista del <strong>Rotary</strong> per la pace ho avuto la possibilità di studiare con i professori di<br />

una delle migliori università pubbliche al mondo: l’University of California, Berkeley, presso<br />

la quale sto completando il mio ultimo semestre di specializzazione in Studi Asiatici.<br />

In breve tempo il <strong>Rotary</strong> mi ha cambiato la vita con tre concetti fondamentali. Il primo è<br />

l’impegno.<br />

Due anni fa stavo registrando alcune interviste tra la popolazione indigena delle Filippine<br />

come parte di un rapporto ombra per la Commissione delle Nazioni Unite sull’eliminazione<br />

della discriminazione razziale; una donna capovillaggio mi accolse dicendomi “Tornatene a<br />

casa e va’ a comprarti un paio di pantaloni”.<br />

Mi spiegò quanto fosse miserabile la vita nel villaggio: i prodotti della terra non duravano<br />

sino al raccolto successivo, il cibo non bastava per nutrire le famiglie, mancava qualsiasi<br />

tipo di assistenza sanitaria, la scuola più vicina si trovava a ore di distanza oltre le montagne.<br />

I diritti degli abitanti alle loro terre ancestrali erano stati violati dalle imprese minerarie<br />

e di legname. I capivillaggio subivano intimidazioni e persecuzioni se osavano difendere i<br />

diritti della loro gente. Lita, così si chiamava la donna, mi consigliò di tornarmene in città,<br />

convinta che la vita nel suo villaggio mi sarebbe sembrata impossibile.<br />

L’incontro con Lita mi è rimasto impresso nella mente. Mi ha spinto a domandarmi sino<br />

a che punto sarei stato disposto a rinunciare alle comodità e ai miei privilegi per aiutare<br />

una popolazione emarginata. Il suo messaggio era una sfida al mio impegno e mi ha commosso<br />

profondamente. Mi ha spinto a riflettere su che cosa posso fare io per migliorare in<br />

modo efficace la condizione umana. Come posso mostrare la mia solidarietà con gli emarginati?<br />

Quanto è serio il mio impegno nel portare la pace e la giustizia nel mondo?<br />

Le borse del <strong>Rotary</strong> per la pace incoraggiano questo impegno. Gli studi che sto facendo<br />

grazie alla borsa del <strong>Rotary</strong> mi aiutano a capire meglio cosa ci sia alla radice dei conflitti,<br />

dell’emarginazione e della povertà; e mi permettono di acquisire delle capacità analitiche<br />

che mi aiuteranno nella creazione di documentari sociali.<br />

Ho potuto mettere in pratica queste nozioni durante uno stage presso WITNESS, un’organizzazione<br />

internazionale per i diritti umani con sede a New York, che utilizza il cinema do-<br />

21


cumentario come strumento sociale. Durante il mio tirocinio ho scritto un manuale<br />

sulla produzione di documentari nei casi di espulsione e spostamento obbligato delle<br />

popolazioni.<br />

Il fatto di essere un borsista per la Pace mi anche permesso di imparare molto dai Rotariani<br />

di tutto il mondo. La loro professionalità, i loro elevati principi etici e la dedizione con cui<br />

cercano di migliorare la vita delle persone meno privilegiate mi hanno colpito. Tutte queste<br />

occasioni non fanno che rinforzare il mio impegno personale nel cercare di mettere in<br />

pratica il principio per cui i Rotariani sono ben noti: il servire al di sopra di ogni interesse<br />

personale.<br />

Il secondo concetto è il senso di collaborazione.<br />

A Berkeley vivo in un appartamento con altri sei studenti internazionali con cui vado molto<br />

d’accordo nonostante le nostre differenze culturali. Il motivo è che sono tutti borsisti del<br />

<strong>Rotary</strong>. Prima di venire a Berkeley eravamo tutti impegnati nei nostri rispettivi paesi ad approfondire<br />

la questione dei diritti umani, della pace e della risoluzione dei conflitti. Quando<br />

siamo arrivati al Centro internazionale per la pace presso l’Università di Berkeley, nell’agosto<br />

del 2009, ci siamo subito sentiti a casa.<br />

Essere un borsista del <strong>Rotary</strong> per la Pace significa anche diventare parte di una comunità<br />

globale formata dagli altri borsisti. Davanti agli ostacoli che si frappongono alla realizzazione<br />

della pace nel mondo odierno, questa borsa di studi rappresenta anche un modo per<br />

invitare individui con interessi simili a collaborare, a coordinare il proprio lavoro, a trovare<br />

insieme strategie comuni, realizzabili, adatte ai nostri tempi.<br />

In questo contesto ho collaborato con altri borsisti all’ideazione di un progetto cinematografico<br />

per consentire ai cambogiani negli Stati Uniti di assistere ai processi che si tengono<br />

oggi in Cambogia contro i Khmer Rossi, a giudizio per le atrocità commesse contro il<br />

loro popolo. Ci auguriamo che questa collaborazione, che speriamo di poter concretizzare<br />

durante il nostro ultimo semestre a Berkeley, possa contribuire a ottenere giustizia per le<br />

vittime.<br />

Il terzo criterio che ho imparato dal <strong>Rotary</strong> è la creatività.<br />

I Rotariani di tutto il mondo sono noti per la loro dedizione e per la creatività dei progetti<br />

con cui riescono ad alleviare la povertà e la sofferenza. Nel Nord California ho conosciuto<br />

dei medici Rotariani che ogni anno si recano nelle Filippine per operare i bambini affetti da<br />

labbro leporino e per eseguire trapianti di rene. A Bali ho incontrato dei Rotariani che bonificavano<br />

i cortili delle scuole, allagati e invasi dalle zanzare durante la stagione delle piogge.<br />

L’opera dei Rotariani nel mondo mi serve da esempio, mi spinge a cercare nuovi modi<br />

con cui risolvere i conflitti che affliggono la nostra società e promuovere la comprensione<br />

tra culture diverse.<br />

Una nota studiosa di critica letteraria ha detto: “Ciò che è importante ora è riscoprire i nostri<br />

sensi. Dobbiamo imparare a vedere di più, ad ascoltare di più, a sentire di più”. Vorrei<br />

accogliere questo insegnamento per creare un centro multimediale internazionale dedicato<br />

alla pace, che si serva del cinema come strumento per affrontare le violazioni dei diritti<br />

umani, per promuovere la comprensione tra le culture e per implementare una serie di<br />

azioni concrete a favore della pace.<br />

Mentre il mio ciclo di studi come borsista per la Pace sta per concludersi, ho cominciato a<br />

lavorare alla fondazione di un Integrated Peace Education Center, o IPEACE: un’iniziativa<br />

internazionale volta a facilitare la comprensione e gli studi multiculturali tramite il cinema.<br />

IPEACE si prefigge di diffondere le tecniche video tra i gruppi emarginati e le comunità<br />

devastate dai conflitti per incoraggiare la produzione di documentari online che analizzino<br />

criticamente, nell’ottica di tutti i protagonisti, le radici del conflitto e le possibili soluzioni.<br />

22 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


Coerentemente con la sua missione esemplificata dal motto “Apri gli occhi”, IPEACE si prefigge<br />

di sensibilizzare gli spettatori invitandoli all’impegno e alla partecipazione collettiva,<br />

collaborando con le comunità in guerra e con movimenti e istituti internazionali che lavorano<br />

per la pace e per la risoluzione dei conflitti. IPEACE assumerà un ruolo di guida nell’organizzare<br />

dibattiti pubblici che permettano di trovare soluzioni durature e di ampie vedute<br />

ai conflitti nel mondo.<br />

Il mio primo obiettivo per IPEACE sarà quello di raccogliere fondi e risorse per lo sviluppo<br />

di materiale didattico online, per l’istituzione di seminari sulla comprensione multiculturale,<br />

e per l’istituzione di un programma pratico di formazione video in alcune zone di conflitto.<br />

Intendo anche creare un sito web attraverso il quale sia possibile vedere i filmati che spieghino<br />

le radici dei conflitti, l’entità della sofferenza umana e le opzioni esistenti per la pace.<br />

Lasciando un’impronta sulla mia vita, il <strong>Rotary</strong> mi permette di aiutare altri a fare altrettanto.<br />

Sono estremamente grato ai miei sponsor – Il <strong>Rotary</strong> Club New Manila East e il Distretto<br />

3780 – e ai miei ospiti – il <strong>Rotary</strong> Club Petaluma Sunrise e il Distretto 5130, per la fiducia che<br />

mi hanno dimostrato, il sostegno e l’amicizia. Sono grato alla Fondazione <strong>Rotary</strong> e al Centro<br />

rotariano di studi internazionali presso l’Università della California Berkeley – per avermi<br />

aiutato a dare forma, obiettivi e strategie al mio ruolo di lavoratore per la pace. Oggi<br />

rappresento 642 alumni che hanno potuto studiare e formarsi professionalmente grazie a<br />

questo straordinario programma, per il quale vi siamo estremamente grati.<br />

Questo sarà l’ultimo anno del Centro rotariano presso l’università di Berkeley e sono onorato<br />

di far parte di quest’ultimo gruppo di studenti. È possibile che gli Amministratori della<br />

Fondazione annuncino presto la collaborazione con una nuova sede universitaria, che diventerà<br />

una seconda casa per i futuri borsisti del <strong>Rotary</strong>. L’Iniziativa Grandi donazioni per<br />

i Centri della pace del <strong>Rotary</strong> è sulla buona strada per raccogliere la somma di 95 milioni<br />

di dollari entro l’anno 2015 con cui sovvenzionare permanentemente il programma. Voglio<br />

ringraziare di cuore i donatori presenti tra di voi che hanno generosamente contribuito al<br />

fondo; e vorrei incoraggiare tutti voi a far conoscere questo programma e l’importanza di<br />

sostenerlo finanziariamente. In attesa che venga stabilito un fondo permanente a sostegno<br />

delle borse per la Pace è fondamentale che i distretti continuino a donare parte dei loro<br />

Fondi di designazione distrettuale a sostegno dei Centri. Grazie a voi e alle vostre donazioni,<br />

questo programma potrà continuare a formare giovani in grado di lasciare un’impronta<br />

positiva nel mondo.<br />

Per realizzare una pace giusta e duratura abbiamo bisogno di impegno, collaborazione e<br />

creatività. La borsa del <strong>Rotary</strong> per la Pace mi ha permesso di coltivare questi valori e mi ha<br />

motivato a collaborare per il resto della mia vita con il <strong>Rotary</strong> <strong>International</strong> nel realizzare la<br />

sua visione di comprensione, buona volontà e pace.<br />

Negli ultimi due anni il <strong>Rotary</strong> ha cambiato la mia vita, così come continuerà a fare con una<br />

moltitudine di altre persone. Grazie <strong>Rotary</strong>!<br />

23


Visione Futura: La Fondazione e<br />

il tempo del cambiamento<br />

Carl-Wilhelm Stenhammar<br />

Presidente degli Amministratori della Fondazione <strong>Rotary</strong><br />

Intorno al 2005, gli Amministratori hanno compreso di non aver altra scelta riguardo ai<br />

cambiamenti da apportare alla Fondazione. Il programma delle Sovvenzioni paritarie aveva<br />

registrato una crescita astronomica e l’amministrazione della Fondazione non aveva l’adeguata<br />

struttura per reggerne il peso. Essenzialmente, gli Amministratori dovevano decidere<br />

se incrementare in modo significativo il personale della sede in Evanston, o se era giunto il<br />

momento di determinare se vi era una nuova opportunità. Ecco, l’Amministrazione ha deciso<br />

di intraprendere quella strada, e dare l’avvio ad un grande processo di pianificazione<br />

strategica. Due aziende di consulenza – Grant Thornton e Jefferson Wells – hanno analizzato<br />

a fondo la Fondazione <strong>Rotary</strong>, e circa 10.000 Rotariani hanno risposto ad un sondaggio.<br />

Grazie al feedback ottenuto, la Commissione distrettuale sulla Visione Futura e gli Amministratori<br />

della Fondazione si sono presi il grande impegno di realizzare il Piano della Visione<br />

Futura.<br />

Vorrei parlarvi di alcuni degli elementi di base della Visione futura.<br />

La Visione Futura provvede al finanziamento di tante popolari attività attraverso due modelli<br />

di sovvenzioni: sovvenzioni distrettuali e sovvenzioni globali. Le sovvenzioni distrettuali<br />

sono caratterizzate dalla loro estrema flessibilità e possono finanziare entrambe le attività<br />

di club e distretto attraverso il Fondo di Designazione Distrettuale (FODD). Le sovvenzioni<br />

globali sono state ideate per finanziare progetti umanitari di più larga portata con risultati<br />

sostenibili e misurabili, e le borse di studio e le squadre di formazione professionale,<br />

nell’ambito di una o più delle sei aree d’intervento.<br />

La Visione Futura rappresenta un approccio filosofico al modo in cui la Fondazione provvede<br />

a finanziare le attività dei Rotariani. In base al modello tradizionale, durante la pianificazione,<br />

la Fondazione richiedeva ai Rotariani di scegliere le loro attività preferite, conoscere<br />

le regole del programma che le finanzia e di realizzarle. In base alla Visione Futura, la<br />

Fondazione chiede ai Rotariani di cominciare la loro pianificazione individuando il bisogno<br />

pressante, collaborando con la comunità per determinare la migliore attività o combinazione<br />

di attività attraverso cui realizzarle. Come sappiamo, i Rotariani hanno sempre cominciato<br />

individuando i bisogni nel modello classico, ma adesso la Fondazione intende allineare<br />

quel processo in modo da sostenerlo al meglio.<br />

La Visione Futura, inoltre, pone grande enfasi sulla sostenibilità delle attività. L’idea è che i<br />

benefici di una determinata attività saranno continuativi e che la comunità beneficiaria avrà<br />

maggiori capacità per rispondere ai bisogni futuri, anche dopo che i <strong>Rotary</strong> club hanno concluso<br />

il loro lavoro.<br />

Sono stati selezionati cento distretti per fare parte della fase pilota, ed essi hanno ricevuto<br />

una formazione speciale proprio qui a San Diego l’anno scorso. I distretti hanno cominciato<br />

ad usare il nuovo modello delle sovvenzioni il 1º luglio. Qual è stata dunque la risposta a<br />

questo nuovo piano? Il risultato materiale consiste nella realizzazione di alcuni progetti di<br />

valenza eccezionale.<br />

Il <strong>Rotary</strong> Club di Kpalimé, Togo, nel Distretto 9100 e il <strong>Rotary</strong> Club di Paris-Porte d’Orléans,<br />

Francia, nel Distretto 1660 hanno stretto una partnership per fornire attrezzatura e materiali<br />

ad un Centro pediatrico e per istituire un programma di formazione sulla salute pubblica e<br />

24 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


alimentazione a Kpalimé. Gli sponsor hanno reso il progetto sostenibile attraverso la formazione<br />

dello staff presso il Centro e il pagamento di una piccola somma per i servizi, assicurando<br />

così che il Centro abbia i necessari fondi per restare aperto ed operare.<br />

Per quanto riguarda le borse di studio e le squadre di formazione professionale, la Visione<br />

Futura offre massima libertà. Posso affermare che la Visione Futura migliora in modo<br />

significativo il programma esistente delle borse. Le sovvenzioni distrettuali provvedono a<br />

finanziare i borsisti a livello locale e internazionale, e per qualsiasi durata di tempo, per il<br />

conseguimento di un diploma di master, di certificato o semplicemente per un periodo di<br />

studio. L’attuale tempistica per le Borse di studio è abbastanza lunga – 18 mesi. Le borse di<br />

studio nell’ambito della Visione Futura offrono massima flessibilità e tempi di espletamento<br />

relativamente brevi. Il distretto può mantenere un periodo di 18 mesi se va bene, ma sicuramente<br />

non è più necessario.<br />

Con le sovvenzioni globali, club e distretti possono usare i fondi in contanti o del FODD<br />

per ottenere fondi equiparati dal Fondo mondiale per studenti con diploma di laurea che<br />

desiderano studiare all’estero in una delle sei aree d’intervento. I distretti hanno l’opzione<br />

di finanziare lo studente per un solo anno o per l’intero corso di studi, fino a quattro anni.<br />

Ad oggi, abbiamo visto soprattutto domande per un sussidio fisso di 30.000 USD – l’importo<br />

minimo del budget delle sovvenzioni globali – ma questo non è un requisito. Infatti, le<br />

assegnazioni possono superare tale ammontare, consentendo così agli individui dotati di<br />

completare piani di studio universitari che faranno la differenza nel mondo.<br />

Ad esempio, il <strong>Rotary</strong> Club di La Jolla Golden Triangle [in California, USA] ha collaborato<br />

con il Kroc Institute for Peace and Justice presso la University of San Diego per individuare<br />

buoni candidati da sponsorizzare per studi sulla pace e prevenzione/risoluzione dei conflitti.<br />

Il risultato di tale collaborazione sono due sovvenzioni globali, ciascuna di 30.000 USD, per<br />

sponsorizzare uno studente da Quito, Ecuador, ed un altro da Kampala, Uganda.<br />

A questo punto, vorrei parlarvi dello Scambio di gruppi di studio (SGS) e delle squadre<br />

professionali che non fanno parte del gruppo SGS, sebbene esistano delle similarità. Gli<br />

scambi di buona volontà, simili al gruppo SGS, vengono svolti sotto l’auspicio delle sovvenzioni<br />

distrettuali. I viaggi delle squadre di formazione all’estero per implementare un<br />

progetto, fornire formazione, o ricevere addestramento sono finanziate dalle sovvenzioni<br />

globali, piccola similarità col programma SGS.<br />

Che cosa è cambiato dunque? I cambiamenti più grossi consistono nel fatto che uno scambio<br />

di buona volontà non è più finanziato interamente dal Fondo mondiale ma conta su<br />

finanziamenti dal FODD attraverso le sovvenzioni distrettuali, un modello di finanziamento<br />

simile a quello usato attualmente nelle Borse di studio. Un altro cambiamento consiste nel<br />

fatto che la Fondazione non abbina più i distretti per gli scambi di buona volontà. Il terzo<br />

cambiamento è davvero entusiasmante. Con la Visione Futura, si è liberi dalle restrizioni<br />

imposte dalle regole. Non è più necessario che gli scambi durino quattro o sei settimane.<br />

Possono durare a proprio piacimento, due settimane o sei mesi, e il costo sarà quello che<br />

sarà. Se potete effettuare uno scambio di buona volontà mediante le sovvenzioni distrettuali<br />

per 5.000 USD, quello sarà il suo costo.<br />

Se siete interessati alle sovvenzioni globali, noi abbiamo visto delle proposte altamente<br />

creative ed efficaci che raggruppano le squadre di formazione professionale e i progetti e<br />

che non contengono alcuno scambio. Ad esempio, c’era un’equipe di specialisti di interventi<br />

cardiaci del Distretto 6560 dell’Indiana [USA] che si è recata nel Distretto 9200 [Uganda]<br />

per eseguire una serie di operazioni chirurgiche ai bambini e nello stesso tempo preparare<br />

le loro controparti in Uganda. Il progetto è sostenibile perché adesso i medici in entrambi i<br />

Paesi sono esperti nelle tecniche necessarie per eseguire questi interventi chirurgici.<br />

25


Queste sovvenzioni sono impressionanti, e ce ne sono molte altre. Le domande che la Fondazione<br />

ha ricevuto per le sovvenzioni distrettuali e per quelle globali sono semplicemente<br />

straordinarie. E per la prima volta in assoluto, la Fondazione, con l’assistenza dei Rotariani,<br />

raccoglierà informazioni sul successo di queste sovvenzioni ed il loro impatto sui beneficiari.<br />

In futuro, tali informazioni saranno usate per illustrare l’impatto che i Rotariani, attraverso<br />

la Fondazione <strong>Rotary</strong>, stanno realizzando nel rispondere alle esigenze dei bisogni nel<br />

mondo.<br />

Il feedback dai distretti pilota ci aiuterà a determinare ciò che funziona e quello che non va.<br />

Ogni volta che un Rotariano contatta lo staff della Visione Futura, la Fondazione provvederà<br />

a registrare l’oggetto della richiesta. I dati così raccolti ci aiuteranno ad assicurare che gli<br />

Amministratori hanno le informazioni più accurate possibile per determinare i cambiamenti<br />

necessari.<br />

Quindi, che tipo di domande saranno esaminate dagli Amministratori allorquando si accingeranno<br />

ad esaminare il piano?<br />

Beh, sappiamo che alcuni Rotariani nutrono delle forti perplessità sul futuro del programma<br />

SGS, la perdita di fondi paritari tratti dal Fondo mondiale per progetti di sovvenzione<br />

paritaria di più piccole dimensioni, e la necessità di piani di spesa per le sovvenzioni distrettuali.<br />

Dovremo valutare se tali preoccupazioni siano compensate dai benefici del nuovo<br />

piano.<br />

Uno dei governatori eletti mi ha scritto l’estate scorsa per dirmi: “Mi sono stancato, sono<br />

stanco di questo processo di qualificazione, che è un congegno del più alto livello di burocrazia...<br />

Sto cercando di capire che cosa c’era di sbagliato, c’era qualcosa che non andava<br />

— mancava la mia firma sul memorandum d’intesa, era passato molto tempo da quando<br />

l’avevo firmato... mancava qualcosa nei Dati del conto bancario distrettuale nonostante le<br />

caselle fossero tutte contrassegnate... Ero dell’idea che avremmo ricevuto ulteriore aiuto<br />

per questa qualificazione”. Non vi dirò di quale Paese è, perché non voglio offendere nessuno<br />

nel caso in cui vi siano degli svedesi tra di voi. (La bandiera della Svezia compare sullo<br />

schermo).<br />

In autunno ho incontrato un governatore che mi ha detto: “Ero così felice quando ho scoperto<br />

che il nostro distretto era uno dei distretti pilota. Ma con l’implementazione complicata<br />

del piano, mi ero invece augurato che non lo fosse”. Di nuovo, non desidero rivelarvi di<br />

quale Paese è questo governatore. (La bandiera del Canada compare sullo schermo).<br />

Queste frustrazioni sono state adesso placate e questi distretti sono in regola col piano, ma<br />

come potete ben capire, all’inizio il cambiamento è accompagnato da qualche sacrificio. La<br />

Fondazione ha preso nota e monitorizza attentamente tali considerazioni. I successi, così<br />

come comprovati dalle domande, sono così impressionanti, ma desideriamo assicurare che<br />

l’esperienza di tutti sia positiva così come quella di un tale Rotariano, che mi ha espresso<br />

la sua soddisfazione per quanto riguarda il rapido espletamento della prima pratica del suo<br />

distretto per una borsa di studio con sovvenzione globale. Lui ha ditto che “grazie al sistema<br />

online, è stato in grado di firmare la domanda mentre era in viaggio all’estero”.<br />

Qual è la situazione degli altri 432 distretti che Fanno del bene nel mondo con gli attuali<br />

programmi e sostengono la Fondazione durante questa fase sperimentale del nuovo modello?<br />

Bene, è giunto il momento di essere pronti, ed io ho alcuni suggerimenti da darvi su<br />

come iniziare.<br />

Per cominciare, vi incoraggio a riconoscere i meriti del modello. Tra i distretti pilota, quelli<br />

che hanno avuto maggiori difficoltà sono quelli che hanno cercato di continuare ad applicare<br />

il modello esistente della Fondazione nel Piano di Visione Futura. Ma i loro sforzi hanno<br />

26 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


generato frustrazione, e spesso non hanno approfittato adeguatamente di alcune incredibili<br />

nuove opportunità della Visione Futura.<br />

In secondo luogo, guardate alla tempistica prevista per il vostro distretto. Nell’ambito della<br />

Visione Futura la tabella di marcia è diversa.<br />

Non esitate a mettere alla prova il processo di qualificazione. È semplicemente utile puntualizzare<br />

i tipi di record che il vostro club o distretto dovrebbe mantenere per quanto riguarda<br />

le sovvenzioni e nel delineare le migliori prassi nella gestione delle sovvenzioni.<br />

Per finire, desidero incoraggiarvi ad istruirvi sul nuovo modello. Esistono tantissime risorse<br />

utili sul sito web, inclusi i moduli di apprendimento e la cartella degli strumenti per la<br />

qualificazione. Tuttavia, all’inizio la vostra migliore fonte di informazioni potrebbe essere il<br />

Bollettino Fase Pilota della Visione Futura, un bollettino elettronico disponibile per tutti, con<br />

abbonamento online sul sito web del RI.<br />

Come avrete ben capito, col cambiamento possono esserci dei momenti di frustrazione,<br />

ma anche eccellenti opportunità. Alle volte è difficile parlare del Piano di Visione Futura.<br />

Temevo che qualcuno di voi qui presente si sarebbe annoiato durante questa presentazione.<br />

Ma mi sono accorto che solo una persona si era addormentata e so che non è per colpa<br />

del mio discorso – dormiva già prima che io cominciassi a parlare.<br />

Tante grazie!<br />

27


L’effettivo<br />

John C. Smarge<br />

Consigliere del RI<br />

Il <strong>Rotary</strong> e il mondo che lo circonda continuano a cambiare. Negli ultimi 105 anni il <strong>Rotary</strong><br />

si è adattato ai tempi, acquistando un assetto molto diverso da quello con cui era stato fondato.<br />

Il <strong>Rotary</strong> e il mondo non sono più com’erano nel 1905, nel 1955 e nemmeno nel 2005.<br />

Davanti a questa costante evoluzione dobbiamo chiederci: il <strong>Rotary</strong> ha raggiunto il massimo<br />

della sua espansione? Rischia ora di estinguersi?<br />

Il numero sempre inferiore di soci nei nostri club e, più specificatamente, le percentuali<br />

sempre più basse di conservazione dell’effettivo rappresentano un problema che dobbiamo<br />

affrontare sia localmente che a livello globale. Che queste tendenze nell’ambito dell’effettivo<br />

preoccupino molti Rotariani lo si evince dai numerosi commenti a proposito pubblicati<br />

nelle riviste, nei bollettini e online. In particolare voglio leggervi le affermazioni di tre<br />

Rotariani, a mio parere esemplificative dei nostri timori in merito all’effettivo. Ha detto un<br />

Rotariano:<br />

Nei nostri club accettiamo nuovi soci – individui che hanno tutte le qualifiche<br />

necessarie per diventare attivi nella nostra organizzazione – e crediamo<br />

di aver aumentato l’effettivo. Ma a meno che non riusciamo a motivare i<br />

nuovi venuti, a coinvolgerli in programmi stimolanti, molti di loro se ne andranno<br />

in silenzio.<br />

Ecco il commento di un altro Rotariano:<br />

L’età media dell’effettivo rotariano si è alzata gradualmente. Ogni anno il<br />

<strong>Rotary</strong> perde il 10 percento circa dei suoi soci. Per controbilanciare questa<br />

tendenza e rafforzare i nostri club abbiamo bisogno di giovani Rotariani –<br />

persone di qualità che ci permettano di ottenere una compagine sociale più<br />

equilibrata dal punto di vista dell’età.<br />

E infine, un altro Rotariano scrive:<br />

Molti in passato sono entrati nel <strong>Rotary</strong> senza conoscere il vero significato<br />

della nostra organizzazione. Di conseguenza molti club si sono indeboliti<br />

ammettendo nuovi soci che non hanno mai ricevuto alcuna formazione sul<br />

vero significato del <strong>Rotary</strong>.<br />

Io credo, e immagino che anche voi siate d’accordo, che questi tre Rotariani abbiano riassunto<br />

in poche parole le sfide che deve affrontare oggi il <strong>Rotary</strong>. Vorrei identificare i tre<br />

Rotariani che ho appena citato. Il primo è il presidente emerito Clem Renouf, nel discorso<br />

rivolto al congresso internazionale di Tokyo nel 1978. Il secondo, che parla della necessità di<br />

ammettere nel <strong>Rotary</strong> soci più giovani, è il presidente emerito James Conway, nel discorso<br />

tenuto al congresso internazionale di Honolulu nel 1969. E l’ultimo, che si esprime sulla necessità<br />

di un programma di formazione migliore, è il presidente internazionale Everett Hill,<br />

in un discorso tenuto a Edimburgo nel 1921, 16 anni dopo la nascita del <strong>Rotary</strong>.<br />

Da queste tre citazioni, rilasciate in un arco di 90 anni, emerge con chiarezza che le nostre<br />

preoccupazioni odierne non sono nuove, ma non per questo sono meno urgenti.<br />

Le statistiche parlano chiaro. Le cifre sull’effettivo rotariano indicano una situazione stagnante<br />

ovunque nel mondo, con l’unica eccezione dei club appena fondati. Si parla molto<br />

di perdite, ma non se ne valutano realmente le conseguenze sulla nostra organizzazione.<br />

28 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


Al 30 giugno 2003 avevamo circa 1,2 milioni di soci in 31.551 club; al 30 giugno 2010 i soci<br />

erano circa 1,2 milioni in 34.103 club: ossia, dal 2003 abbiamo guadagnato 2.552 nuovi<br />

club, ma il numero dei soci è aumentato di sole 226 unità. Sconcertante? Lo è ancora di più<br />

se si pensa che in questi sette anni abbiamo ammesso al <strong>Rotary</strong> più di 1.100.000 nuovi soci.<br />

Molti club sono diventati come dei vecchi contenitori arrugginiti: “versiamo” nuovi soci,<br />

ma poi lasciamo che fuoriescano dalle crepe. E nel frattempo le costanti perdite si ripercuotono<br />

sul valore attribuito all’essere Rotariani, danneggiano la nostra immagine pubblica e<br />

influiscono negativamente sull’efficienza dei nostri club.<br />

Per anni abbiamo cercato nuovi metodi di reclutamento e conservazione ma non siamo<br />

riusciti a invertire questa tendenza. Abbiamo spiegato ai presidenti dei club le tecniche di<br />

reclutamento e li abbiamo invitati a condurre campagne aggressive di tesseramento senza<br />

tuttavia che si ottenessero risultati concreti. Dov’è l’innovazione? E come si inserisce nel<br />

nostro piano strategico? Il nostro modello centenario è diventato irrilevante In un mondo in<br />

costante cambiamento? Forse non ci siamo resi conto che il declino nel numero dei nostri<br />

soci non è la causa ma il sintomo di qualcos’altro.<br />

Proviamo per un istante a vedere il <strong>Rotary</strong> non come un’organizzazione di servizio umanitario<br />

ma come un’impresa della quale i Rotariani sono i clienti. I soci scelgono di diventare<br />

tali per i benefici che l’organizzazione offre in cambio di un investimento sia finanziario<br />

che di tempo. Ma nel mondo dell’imprenditoria un cliente insoddisfatto cerca un fornitore<br />

migliore.<br />

Io ritengo che i nostri club abbiano una crisi di identità. Chiedete a dei Rotariani che cos’è<br />

il <strong>Rotary</strong> e, dopo la consueta pausa di riflessione, vi daranno una vasta gamma di risposte.<br />

Quest’apparente mancanza di un’identità comune sottolinea il problema alla radice.<br />

Proviamo a riflettere sulla percezione che i soci hanno del <strong>Rotary</strong>. Sono i programmi umanitari,<br />

come il PolioPlus, a definire il <strong>Rotary</strong>? O è il suo capitale umano – cioè la somma dei<br />

suoi soci?<br />

E come viene visto il <strong>Rotary</strong> dai suoi soci potenziali? Come un’organizzazione ormai superata<br />

e senza legami con la vita reale, oppure come un rifugio dal ritmo frenetico della vita?<br />

Di fatto i club vogliono offrire un’occasione settimanale di vera amicizia. Vogliono essere<br />

un’alternativa alle relazioni sempre più labili offerte dal mondo digitale. Se per i giovani<br />

Facebook e gli sms sono diventati la norma, man mano che si matura ci si accorge che una<br />

vita senza relazioni umane ha meno valore. Per i giovani Rotariani scoprire che il <strong>Rotary</strong><br />

vuol dire amicizia, relazioni durature e la voglia di realizzare dei progetti insieme può costituire<br />

un’esperienza nuova e stimolante.<br />

Senza un’idea condivisa di che cosa sia la nostra identità continueremo a sembrare in balia<br />

delle onde. Solo quando saremo riusciti a capire chi siamo e a comunicarlo con efficacia<br />

potremo risolvere i problemi legati all’effettivo. Possiamo però cominciare subito, identificando<br />

il marchio <strong>Rotary</strong>.<br />

Il marchio rappresenta la promessa che l’impresa fa al consumatore e che cerca di mantenere<br />

con tutti gli aspetti della propria attività. Il posizionamento efficace del marchio sul<br />

mercato contribuisce a differenziare l’impresa dalla concorrenza. Se il marchio è forte e<br />

riconoscibile, l’azienda è sana e concorrenziale; se invece il marchio è indistinguibile il prodotto<br />

o servizio offerto è solo uno fra i tanti. Il marchio <strong>Rotary</strong> presentato in modo chiaro<br />

e convincente può contribuire a rendere più partecipi i soci e a renderli fieri di essere Rotariani.<br />

I nostri ospiti si accorgerebbero dell’energia che pervade i nostri club e vorrebbero<br />

diventarne parte, diventare soci. Restare.<br />

29


Se è vero che il marchio <strong>Rotary</strong> deve essere lo stesso ovunque nel mondo, è altrettanto importante<br />

che ognuno dei nostri 34.000 club riesca a sviluppare la propria identità all’interno<br />

dell’organizzazione. Allo stesso modo, ogni club – pur aderendo alla missione comune del<br />

<strong>Rotary</strong> e ai suoi valori fondamentali – deve poter esprimere il proprio stile. Ogni club è<br />

unico per motivi demografici, per le risorse finanziarie a sua disposizione, per i servizi che<br />

offre a livello locale, professionale o internazionale.<br />

L’importante non è il reclutamento o la conservazione fine a se stessa quanto capire chi<br />

siamo. Solo quando avremo riconosciuto l’unicità dei servizi e dei benefici offerti dai nostri<br />

club potremo raggiungere quegli individui – uomini e donne – che hanno le nostre stesse<br />

caratteristiche.<br />

Come avviene in tutte le imprese, essere soci del <strong>Rotary</strong>, comporta un investimento in termini<br />

di tempo, denaro, energia. L’affiliazione offre dei benefici (l’appartenenza a un network<br />

sociale, l’amicizia rotariana, la crescita personale e professionale). E tra questi, il beneficio<br />

più importante è di servire gli altri, localmente e nel mondo.<br />

Le attività di reclutamento e conservazione daranno risultati solo se i benefici eccedono<br />

i costi. Noi possiamo aiutare i soci più giovani a scoprire quanto sia più soddisfacente il<br />

tempo trascorso insieme invece che su Facebook; possiamo vedere come cambia la loro<br />

espressione mentre ricevono una stretta di mano e un sorriso amichevole piuttosto che non<br />

un messaggio elettronico o un twitt.<br />

Cambiare le abitudini che abbiamo mantenuto per decenni non sarà facile. Dovremo cominciare<br />

dai nostri club, prendendo in esame tutti gli aspetti della nostra organizzazione,<br />

mantenendo quelli che funzionano ed eliminando gli altri. Ciò potrebbe voler dire abrogare<br />

tradizioni ormai arcaiche, ma anche recuperare tradizioni che in passato hanno avuto successo.<br />

I Rotariani si sono sempre segnalati per la loro ingegnosità. Oggi vogliamo invitare i<br />

nostri club ad affrontare la realtà.<br />

Voi, futuri governatori, potrete invertire la tendenza negativa dell’effettivo rotariano. Questo<br />

potrebbe essere l’anno in cui, guardando al passato, riusciremo a dire: “Finalmente ci siamo<br />

riusciti”.<br />

I nostri club offrono servizi impareggiabili sia a livello umano che professionale. Le nostre<br />

riunioni settimanali rappresentano un luogo ospitale di incontro. Il nostro sistema di classifiche<br />

professionali e lo Scopo del <strong>Rotary</strong> sono una straordinaria piattaforma per chi desidera<br />

creare informalmente dei contatti e crescere, sia sul piano personale che professionale.<br />

Grazie a coloro che ci hanno preceduti possiamo affermare che il <strong>Rotary</strong> è l’organizzazione<br />

umanitaria più grande che sia mai esistita a livello internazionale.<br />

E allora la domanda non è tanto “Che cos’è il <strong>Rotary</strong>” ma “Chi è il <strong>Rotary</strong>”. Noi siamo il<br />

<strong>Rotary</strong>! E voi siete il nostro futuro.<br />

Cari governatori eletti, noi sappiamo che il <strong>Rotary</strong> sopravvivrà negli anni. Voi potete essere<br />

la forza capace di ribaltare la situazione e di aiutare il <strong>Rotary</strong> a diventare più forte, più<br />

rilevante. Noi siamo l’organizzazione prescelta dagli imprenditori, dai professionisti, dagli<br />

esponenti più rappresentativi delle comunità di tutto il mondo. Lavoriamo insieme perché<br />

questa scelta sia inequivocabilmente chiara.<br />

30 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


Un nuovo modo di intendere il <strong>Rotary</strong><br />

Katie Ischkin<br />

Rotariana, alumna del Rotaract<br />

Buon giorno a tutti. Mi chiamo Katie Ischkin, ho 27 anni e sono una canadese dell’Ontario<br />

trapiantata nel Minnesota. Sono lusingata, e riconoscente, per essere stata invitata dal<br />

<strong>Rotary</strong> <strong>International</strong> a parlare all’<strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>. Essere qui è un’esperienza<br />

che mi rende più umile perché, come giovane socia, sono consapevole della fortuna di<br />

poter partecipare a tanti momenti significativi di vita rotariana. Queste esperienze, come<br />

quella di vedere la vostra dedizione al servire, rafforzano la mia passione per il <strong>Rotary</strong>.<br />

Sono fiera di essere Rotariana. Sono il prodotto di diversi programmi del <strong>Rotary</strong> e quando<br />

ho deciso di fondare un nuovo <strong>Rotary</strong> club in Minnesota ho potuto contare sull’appoggio<br />

dei Rotariani. Quando ho deciso di diventare socia del <strong>Rotary</strong>, come si fa sempre in questi<br />

casi, ho cominciato a visitare diversi club. Ho conosciuto persone straordinarie, ma mi<br />

sembrava che i club visitati non fossero adatti a me – che non fossero compatibili con la<br />

mia vita di giovane professionista. Questa è un’impressione che molti giovani professionisti<br />

hanno del <strong>Rotary</strong> e che frena il loro desiderio di diventarne soci. Proprio di questo vorrei<br />

parlarvi oggi – di come un nuovo modo di intendere il <strong>Rotary</strong> possa facilitare il reclutamento<br />

di soci più giovani e aiutare i Rotariani a comprendere le esigenze meno tradizionali<br />

della nuova generazione. Questo tema mi sta particolarmente a cuore perché io stessa mi<br />

riconosco in questa definizione: quella di una giovane con un approccio meno tradizionale<br />

al <strong>Rotary</strong>.<br />

Secondo le statistiche più recenti, solo il 2% dei Rotariani a livello mondiale ha meno di 30<br />

anni. Cosa ancora più sorprendente, solo l’11% dei nostri soci ha meno di 40 anni. E, sempre<br />

a livello mondiale, il 68% dei soci ha più di 50 anni. Questo non vuol dire che i soci con<br />

più di 50 anni siano “anziani” – ognuno ha gli anni che si sente; ma è molto difficile attrarre<br />

un effettivo più giovane quando le cifre dimostrano che la nostra associazione si rivolge<br />

prevalentemente a professionisti più maturi e già affermati.<br />

Oggi vorrei sottolineare tre punti, a mio parere fondamentali per vedere con occhi diversi<br />

l’affiliazione al <strong>Rotary</strong> e la struttura del club: primo, l’importanza di mantenere i nostri valori<br />

fondamentali ma di modificare alcuni aspetti puramente superficiali; secondo, che cosa<br />

comporta una struttura non tradizionale; e terzo, quali sono le aspettative e qual è la realtà<br />

della nuova generazione di Rotariani. Alcuni aspetti che vi presenterò potrebbero essere<br />

più pertinenti all’entroterra culturale americano, ma penso che per il futuro del <strong>Rotary</strong> sia<br />

necessario destare ovunque nel mondo l’interesse dei giovani per la nostra associazione.<br />

Quando propongo questo tema ai club e ai distretti mi trovo davanti a due reazioni: quella<br />

di chi è pronto al cambiamento, e quella di chi teme di perdere l’essenza del <strong>Rotary</strong>. Questi<br />

sono sentimenti che capisco molto bene perché, per lavoro, mi occupo di Gestione del<br />

cambiamento. Il cambiamento è positivo perché introduce l’innovazione e ci spinge a uscire<br />

dalle abitudini. Non tutti i cambiamenti hanno successo, ma non dobbiamo rinunciare<br />

alle novità per paura di quello che potrebbe accadere. Questo vale anche per la struttura<br />

del <strong>Rotary</strong> club, in quanto un nuovo approccio al <strong>Rotary</strong> non vuol dire modificare i valori<br />

fondamentali della nostra organizzazione o rinunciare agli aspetti che ci sembrano i più importanti.<br />

La storia dell’associazione, i suoi fondatori, la Prova delle quattro domande e molto<br />

altro ancora rappresentano gli elementi di base che danno significato e rilevanza alla nostra<br />

struttura organizzativa. Il cambiamento riguarda invece quegli aspetti che io definisco<br />

“superficiali”: quegli elementi, cioè, che dipendono dai singoli club e che possono essere<br />

facilmente modificati, come l’orario e il luogo delle riunioni, la struttura dei programmi, il<br />

livello di partecipazione dei soci, il formato delle commissioni. Oggi ci troviamo davanti<br />

31


all’esigenza di crescere non solo per una questione di numeri, ma perché si possa formare<br />

una leadership giovane, globale e forte, capace di continuare a promuovere i successi della<br />

nostra organizzazione e di promulgarne nel mondo i principi di pace.<br />

Io sono la fondatrice e l’attuale presidente del <strong>Rotary</strong> Club South Metro Minneapolis Evenings.<br />

Il nostro club ha contribuito a introdurre nel nostro distretto e nella nostra zona una<br />

struttura decisamente non tradizionale. Altri <strong>Rotary</strong> club in altri Paesi hanno scelto di rivolgersi<br />

a un effettivo più giovane, impostando in questa direzione le proprie iniziative di servizio<br />

e di raccolta fondi. Io posso solo parlarvi delle esperienze e dei successi del mio club.<br />

Nella mia città c’era chiaramente il bisogno di un club che si riunisse la sera. A questo punto<br />

della mia vita professionale, quando i superiori e i colleghi si aspettano da me un impegno<br />

pressoché totale, non potrei frequentare ogni settimana un club che si riunisce durante<br />

il giorno o a colazione. Anche se posso dire di aver imparato a gestire il mio tempo, le riunioni<br />

serali del nostro club rendono più facile la frequenza regolare dei soci. Un altro aspetto<br />

tipico del nostro club è che le riunioni non comportano un pasto: una prassi, questa, che<br />

può sorprendere perché le riunioni conviviali sono uno degli aspetti più piacevoli della vita<br />

associativa, ma che ci esenta da una spesa che potrebbe scoraggiare alcuni soci.<br />

Come per tutti i <strong>Rotary</strong> club, il reclutamento e la conservazione dei soci sono elementi fondamentali<br />

anche per noi; anzi, un effettivo formato in prevalenza da giovani vuole dire una<br />

mobilità più elevata, dovuta ai frequenti trasferimenti e cambiamenti di lavoro. Anche in<br />

questo caso, non possiamo lasciarci bloccare dal timore di accogliere soci che un giorno<br />

potrebbero lasciarci. La mobilità è un fenomeno naturale molto comune nella mia generazione,<br />

che ha un bisogno costante di cambiamento. Nel nostro club abbiamo scoperto<br />

che l’elemento competitivo può servire da incentivo. Proprio in questo periodo è in corso<br />

la seconda gara di tesseramento: i soci possono vincere punti se invitano qualcuno a una<br />

riunione e se in seguito l’ospite diventa socio del club. Si tratta di un’iniziativa semplice ma<br />

molto efficace. Il piano di reclutamento del nostro club promuove la sostenibilità; per questo<br />

abbiamo lanciato un programma di formazione chiamato RITE (Rotarians-In-Training<br />

Experience), in base al quale si invitano dei neolaureati a trascorrere un periodo di prova<br />

presso il nostro club. Il Rotaract è un programma fantastico – lo so perché io stessa ne ho<br />

fatto parte per molti anni – ma molti Rotaractiani ritengono di non essere pronti a passare<br />

al <strong>Rotary</strong> perché si credono troppo giovani o non abbastanza affermati professionalmente.<br />

Il nostro programma si prefigge di risolvere questo problema introducendo i giovani professionisti<br />

al <strong>Rotary</strong> e invitandoli a frequentare le riunioni, a lavorare come volontari nei<br />

nostri progetti, e a prendere parte alle nostre commissioni; se un giorno decideranno di<br />

diventare Rotariani saranno pronti a inserirsi immediatamente nel club indipendentemente<br />

dal reddito, dalla posizione professionale e dall’età.<br />

La tecnologia è ormai un elemento essenziale, che va ben oltre i siti web, Facebook e Twitter.<br />

Il nostro club sta sperimentando l’uso di Skype per consentire ai soci e ai relatori di<br />

partecipare alle riunioni alle quali non possono essere presenti fisicamente. Se la tecnologia<br />

preoccupa molti club tradizionali, in quanto talvolta inaffidabile e a volte noiosa, il suo<br />

utilizzo facilita la partecipazione dei soci che devono viaggiare spesso per lavoro. Mi è capitato<br />

di recente di usare Skype per parlare a un <strong>Rotary</strong> club, con dei risultati molto positivi<br />

dal punto di vista dell’interazione.<br />

Infine, il nostro club ha abolito le riunioni settimanali ma riesce ugualmente a riunirsi<br />

quattro volte al mese. Per far fronte al bisogno della mia generazione di ottenere un appagamento<br />

immediato, ecco che cerchiamo di far leva sugli interessi dei soci. La seconda<br />

riunione del mese si incentra su un programma culturale; la terza è conviviale e si tiene<br />

ogni volta in luogo diverso della città, e la quarta comporta un’attività di volontariato. Se i<br />

nostri soci non sono ancora in grado di donare somme ingenti alla Fondazione <strong>Rotary</strong> o di<br />

32 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


impegnarsi a fare donazioni o riunioni conviviali settimanali, sono però più che motivati a<br />

dedicare il proprio tempo e il proprio impegno a cause umanitarie. Il contatto umano per<br />

noi è molto importante: attività come la preparazione delle borse al banco alimentare, la<br />

distribuzione di regali di Natale presso una mensa pubblica o anche l’assistenza agli organizzatori<br />

di una maratona contribuiscono a suscitare l’entusiasmo dei soci, a consolidare i<br />

rapporti di amicizia fra noi e a renderci fieri di essere Rotariani.<br />

Queste sono solo alcune delle iniziative adottate dal nostro club non tradizionale: tutte attività<br />

piuttosto semplici e ovvie, ma nel mio lavoro a contatto con grosse aziende mi sono<br />

resa conto che sono proprio le cose più semplici quelle che di solito ci sfuggono.<br />

E infine, per molti <strong>Rotary</strong> club tradizionali è difficile capire la vita della nuova generazione<br />

di Rotariani e di quanto sia importante che le aspettative nei confronti dei giovani trovino<br />

un riscontro nella realtà. Nelle mie numerose visite ai club mi trovo spesso davanti a soci<br />

che non riescono a capire i Rotariani più giovani o che li giudicano in base a pregiudizi e<br />

stereotipi. I giovani Rotariani sono sempre in movimento e soprattutto sono sempre connessi:<br />

in una giornata tipica io mando 30 e-mail e 20 sms, aggiorno due volte il mio stato<br />

su Facebook, faccio innumerevoli telefonate, e vado in ufficio, in palestra, a diverse riunioni<br />

e poi a casa. La società si aspetta che la nostra generazione sia impegnata su diversi fronti<br />

e al tempo stesso sia in grado di bilanciare perfettamente la vita lavorativa e la vita privata;<br />

e a volte noi giovani ci troviamo presi tra due fuochi, nel tentativo di gestire le aspettative<br />

che gli altri nutrono nei nostri confronti. Un nuovo approccio al <strong>Rotary</strong> deve capire che<br />

l’impegno dei giovani professionisti nei confronti del lavoro e di altre responsabilità non<br />

preclude la loro dedizione al <strong>Rotary</strong>. Quando cercate di reclutare soci più giovani o di sponsorizzare<br />

un <strong>Rotary</strong> club della nuova generazione, provate a delineare insieme al vostro<br />

club o alla commissione incaricata le aspettative che avete nei confronti dei giovani, quindi<br />

verificate se esse coincidono con la realtà della generazione che volete reclutare. Non tutti<br />

i <strong>Rotary</strong> club possono cambiare rapidamente marcia per attrarre un effettivo più giovane:<br />

si tratta di un’operazione graduale, che richiede tempo. Elencate gli elementi che il vostro<br />

club sarebbe in grado di modificare e valutate attentamente se il club sia effettivamente<br />

pronto a includere soci più giovani. Per molti club si tratta semplicemente di adottare una<br />

mentalità più aperta e di porsi in modo diverso davanti al futuro dell’associazione.<br />

Il mio club ha successo. Fondato nel giugno del 2010, è riuscito a reclutare 12 nuovi soci nel<br />

giro di tre mesi e conta ora 25 soci. Abbiamo sottoscritto la nostra prima sovvenzione paritaria<br />

e il nostro primo servizio internazionale e abbiamo partecipato a oltre dieci progetti di<br />

servizio nell’ambito dell’azione di interesse pubblico. Quando mi trovo davanti a persone<br />

che mettono in dubbio questo nuovo approccio al <strong>Rotary</strong> non me la prendo perché so che<br />

per loro si tratta di un’incognita. Ma ci tengo a far conoscere i nostri successi e i nostri soci<br />

– giovani Rotariani, entusiasticamente impegnati nell’associazione, che continueranno a<br />

promuovere per tutta la vita l’ideale del servire al di sopra di ogni interesse personale. Se<br />

vogliamo che il <strong>Rotary</strong> diventi rilevante per la mia generazione negli anni a venire, dobbiamo<br />

cominciare seriamente a capire, a livello di club, come si possa superare questo divario<br />

generazionale; e come si possano adottare nuovi approcci per attrarre soci che come me,<br />

indipendentemente dal reddito e dal tempo a disposizione, sono convinti di poter contribuire<br />

a trasformare il mondo in un luogo migliore.<br />

33


Supporto dalla segreteria<br />

Ed Futa<br />

Segretario generale del RI<br />

L’occasione è alquanto dolce amara per me. Come sapete, questa è la mia ultima volta da<br />

relatore all’<strong>Assemblea</strong> internazionale in qualità di Segretario generale. A partire dal 2001,<br />

ho avuto l’onore ogni anno di parlare alla nuova classe di governatori eletti di come la<br />

Segreteria del RI è in grado di aiutarli a gestire i loro distretti. Generalmente, informo questi<br />

dirigenti <strong>Rotary</strong> sul personale altamente qualificato che abbiamo alla Sede centrale di<br />

Evanston, e del personale di ognuno dei nostri sette uffici internazionali e di quanto tutti si<br />

adoperino per aiutare i distretti e i club a diventare più efficaci.<br />

Il mio messaggio generale sul supporto per club e distretti è rimasto invariato nel tempo,<br />

ma il suo contenuto è cambiato notevolmente. Ci sono infatti molti modi in cui la segreteria<br />

offre servizi ai Rotariani, servizi che sono stati trasformati dal progresso tecnologico.<br />

Quando ho presentato la relazione alla mia prima assemblea, erano pochissimi i Rotariani<br />

che usavano l’e-mail. L’idea di registrarsi online per il congresso o di contribuire online alla<br />

Fondazione, o addirittura acquistare le pubblicazioni attraverso il negozio online del <strong>Rotary</strong><br />

erano tutte cose impensabili per quasi tutti i Rotariani. Il sito web del <strong>Rotary</strong> era ai suoi albori,<br />

molto distante dal sito che abbiamo oggi, con 27.000 pagine, in nove lingue diverse.<br />

Grazie alla tecnologia, le organizzazioni internazionali come il <strong>Rotary</strong> possono raggiungere<br />

più soci ed offrire maggiore assistenza. Credo che il nostro programma di Formazione e<br />

Istruzione della Leadership ne offra un ottimo esempio. Naturalmente, il <strong>Rotary</strong> non può<br />

riunire tutti i soci di tutto il mondo per le riunioni di formazione come questa. Adesso ssiamo<br />

in grado di offrire moduli di apprendimento online che i Rotariani possono seguire a<br />

piacere per educarsi sul <strong>Rotary</strong>. Inoltre, possiamo offrire dei webinar su una gamma di<br />

argomenti interessanti per vari gruppi di Rotariani. Di recente, abbiamo offerto dei webinar<br />

per la formazione SIGE, oltre a webinar sulle tendenze dell’effettivo e su come sviluppare<br />

migliori siti web di club.<br />

Gestire operazioni <strong>Rotary</strong> online sta diventando sempre più facile. I miglioramenti all’Area<br />

soci sono continui. E tutti i distretti pilota della Visione futura presentano le domande e<br />

sbrigano le relative pratiche online. Il nostro nuovo e-shop, a cura di Amazon, è stato lanciato<br />

a luglio e offre migliore protezione dei dati per i clienti e sconti promozionali mensili<br />

su diversi video e pubblicazioni.<br />

Offrire comunicazioni elettroniche ci consente di fornire informazioni in tempi più brevi,<br />

facendo risparmiare migliaia di dollari all’organizzazione. <strong>Rotary</strong> Leader e altri bollettini<br />

elettronici, che trattano vari argomenti, sono disponibili online e, adesso, i Rotariani nordamericani<br />

possono scegliere di ricevere una versione digitale della rivista The Rotarian.<br />

I media sociali sono anche un altro fenomeno tecnologico usato dal <strong>Rotary</strong> per mantenere i<br />

contatti con i soci molto lontani. Abbiamo notato un grande numero di persone che seguono<br />

i nostri siti di networking sociale. Ad esempio, l’anno scorso, avevamo 36.000 amici sulla<br />

pagina Facebook del <strong>Rotary</strong>. Quest’anno, quel numero è passato a oltre 95.000. Il nostro<br />

sito ufficiale di LinkedIn ha un seguito più ridotto, ma le discussioni che si svolgono sul sito<br />

sono molto interessanti. Tutto questo consente ai Rotariani di scambiarsi idee e migliori<br />

prassi, e non sono altro che un’estensione di quello che facciamo ogni settimana nei nostri<br />

club.<br />

Durante tutti gli undici anni in cui ho parlato ai governatori entranti, il discorso chiave è<br />

sempre stato sulla missione del <strong>Rotary</strong> di eradicare la polio. Per la prima volta, il <strong>Rotary</strong><br />

34 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


<strong>International</strong> si era impegnato a livello mondiale ed è stato riconosciuto più che come semplice<br />

organizzazione di servizio efficace a livello locale.<br />

Qualche mese fa, sono stato invitato a partecipare al Forum Settore Privato all’ONU, sugli<br />

Obiettivi di sviluppo per il Millennio. Mi era stato chiesto di condurre una discussione<br />

sulla salute materna e infantile. Tra gli altri partecipanti c’erano manager e amministratori<br />

di grandi gruppi farmaceutici, e alti rappresentanti UNICEF e OMS. Come mai sono stato<br />

invitato a questa riunione così importante e mi è stato chiesto di condurre la discussione di<br />

un gruppo di tale rilievo? In breve, la risposta è PolioPlus. A causa della nostra leadership<br />

nell’Iniziativa globale per l’eradicazione della polio, il <strong>Rotary</strong> oggi è noto a livello internazionale<br />

per le sue capacità di raccogliere fondi e per il suo fermo impegno per la causa. Grazie<br />

al nostro esercito globale di volontari vaccinatori, la campagna per la sensibilizzazione del<br />

pubblico e addetti alla raccolta fondi, siamo diventati molto credibili nel campo della sanità<br />

e dello sviluppo mondiale.<br />

Ma non abbiamo ancora completato l’impresa ambiziosa che abbiamo intrapreso venticinque<br />

anni fa. Se vogliamo conservare la credibilità acquisita così duramente, non possiamo<br />

fermarci. Altrimenti, tutto il duro lavoro svolto per ottenere una tale stima sarebbe stato<br />

invano e la comunità internazionale potrebbe pensare che non siamo capaci di mantenere<br />

la nostra parola. Il <strong>Rotary</strong> perderebbe l’opportunità di creare partnership con alcune delle<br />

organizzazioni non governative di grande prestigio a livello mondiale, poiché potrebbero<br />

sospettare che non siamo in grado di continuare sulla strada intrapresa.<br />

Per questa ragione è essenziale che ognuno di noi renda l’eradicazione mondiale della polio<br />

una priorità. Noi della segreteria possiamo assistervi a promuovere il messaggio End<br />

Polio Now nelle vostre comunità. Disponiamo di annunci di servizio pubblico che potete<br />

inviare ai media locali. Possiamo fornirvi delle idee su come raccogliere fondi per la Sfida<br />

da 200 milioni del <strong>Rotary</strong>. Abbiamo a disposizione DVD, poster, spille e presentazioni su<br />

PowerPoint per sostenere i vostri sforzi. Potreste anche trovare istruzioni su come illuminare<br />

monumenti e edifici storici con il messaggio della campagna End Polio Now.<br />

So bene che molti di voi, forse la maggior parte, provengono da Paesi in cui la polio è solo<br />

un ricordo remoto. Ma potrebbe darsi che proprio grazie al <strong>Rotary</strong> i vostri Paesi sono liberi<br />

dalla polio. Adesso sta a noi finire il lavoro per tutti. Quando tornerete nei vostri distretti,<br />

trasmettete questo messaggio. Rendiamo tutte le comunità consapevoli della realtà della<br />

polio nel nostro mondo e che il pericolo continua ad essere presente per chiunque, dovunque,<br />

senza immunizzazione.<br />

Nella storia del mondo, solo una malattia è stata finora eradicata. Si tratta del vaiolo, che è<br />

stato eradicato nel 1979. Adesso abbiamo la chance di fare storia di nuovo, eradicando la<br />

polio e dimostrando al mondo intero che i Rotariani mantengono le loro promesse.<br />

35


Condividere il miracolo del linguaggio visivo<br />

Glen W. Kinross<br />

Presidente emerito del RI<br />

Uno dei miracoli della civiltà è la creazione del linguaggio visivo. La scrittura è una forma<br />

di linguaggio visivo; la lettura è la capacità di decifrare questo linguaggio; e nel loro insieme<br />

questi due elementi rappresentano un vero e proprio miracolo.<br />

Il linguaggio visivo è nato storicamente in quattro diverse aree geografiche: nel Medioriente,<br />

in Egitto, in Cina e nella cosiddetta Mesoamerica, ovvero la terra dei Maya e degli Atzechi<br />

che oggi si estende fra Guatemala, Belize, Honduras, El Salvador e il Messico meridionale.<br />

È stato il linguaggio visivo che ha permesso alle società preistoriche di entrare nella<br />

civilizzazione.<br />

Migliaia di anni fa gli scribi di queste quattro civiltà – molto probabilmente giovani spinti<br />

da una curiosità naturale e dal desiderio di imparare – hanno ricevuto l’incarico di trasformare<br />

le parole in scrittura per poterle in seguito leggere. La civiltà è nata con la capacità di<br />

leggere e scrivere.<br />

Oggi l’alfabetizzazione è un diritto umano purtroppo negato ancora a troppe persone. La<br />

correlazione tra l’alfabetizzazione e l’analfabetismo è chiara: all’una è legata la prosperità,<br />

all’altro la miseria. Ma che ci siano persone povere e analfabete nell’anno <strong>2011</strong> è<br />

inaccettabile.<br />

L’analfabetismo è la maggiore sfida sociale per il mondo contemporaneo. La speranza di<br />

poter migliorare il mondo dipende dalla nostra capacità di liberare chi è ancora prigioniero<br />

dell’analfabetismo e consentirgli di partecipare in pieno nella vita sociale.<br />

L’analfabetismo è un flagello millenario. Nel 1958 l’UNESCO ha adottato le seguenti<br />

definizioni:<br />

(a) una persona è alfabetizzata quando sa leggere e scrivere, capendolo, un brano<br />

semplice in rapporto con la sua vita giornaliera;<br />

(b) è analfabeta quando non ha queste capacità.<br />

Il 1990 fu dichiarato dall’ONU Anno internazionale dell’alfabetizzazione. Oggi, vent’anni più<br />

tardi, la lotta contro l’analfabetismo continua. Un vastissimo numero di bambini, per la<br />

maggior parte bambine, non ha ancora accesso all’istruzione di base.<br />

Sebbene nel mondo siano rimasti in sei i Paesi che ancora non hanno istituito la scuola<br />

dell’obbligo, in ben 92 Paesi l’istruzione gratuita non è ancora per tutti: solo i bambini più<br />

agiati vanno a scuola mentre i figli dei poveri rimangono a casa. Nella maggior parte dei<br />

casi si tratta di bambine.<br />

Le cifre che riguardano l’analfabetismo sono scioccanti. Gli analfabeti nel mondo sono due<br />

miliardi. Ancora più indicativo dell’enormità del problema è il numero di analfabeti divisi<br />

per gruppo sociale:<br />

• Circa 678 milioni di ragazzi al di sotto dei 15 anni non sa leggere o scrivere.<br />

• 103 milioni di persone di età compresa fra i 15 e i 24 anni non sa scrivere.<br />

• Gli analfabeti tra i 25 e i 64 anni sono 445 milioni.<br />

• Gli analfabeti al di sopra dei 65 anni sono 130 milioni.<br />

E’ un dato di fatto che le madri che sanno leggere e scrivere a loro volta fanno di tutto per<br />

dare un’istruzione ai propri figli, maschi e femmine. La parità tra i sessi e la giustizia sociale<br />

sono elementi essenziali per ridurre l’analfabetismo. Dell’enorme numero di bambini che<br />

36 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


non hanno accesso all’istruzione più del 60 percento è composto da bambine. La maggior<br />

parte della popolazione analfabeta è femminile. Senza accesso all’istruzione queste giovani<br />

donne e ragazze, madri e figlie non potranno mai ambire a una vita dignitosa e occuparsi a<br />

loro volta dell’insegnamento alle nuove generazioni.<br />

Per me immaginare una vita senza saper leggere o scrivere è altrettanto difficile che pensare<br />

a vivere senza la vista o la voce. Essere analfabeti significa essere prigionieri. E faccio<br />

ancora più fatica ad accettare che l’analfabetismo, che affligge il 30 percento della popolazione<br />

mondiale, sia così diffuso in una società tecnologica come la nostra. L’istruzione deve<br />

essere considerata un diritto umano. Rimanere insensibili davanti a questa tragedia equivale<br />

a condannare milioni di persone a vivere in una discarica.<br />

Ho detto molte volte che se il <strong>Rotary</strong> <strong>International</strong> scegliesse un tema permanente, questo<br />

dovrebbe essere: insegna! L’istruzione è la piattaforma di lancio per raggiungere la prosperità,<br />

e la prosperità porta alla pace. La pace, che rappresenta il massimo obiettivo del <strong>Rotary</strong>,<br />

può essere raggiunta solo con l’alfabetizzazione.<br />

Noi viviamo nell’era dell’informazione – l’informazione è la nuova moneta di scambio. E<br />

senza l’abilità di elaborare le informazioni che ci vengono trasmesse - senza saper leggere,<br />

scrivere e fare di conto – nessuno può avere la minima speranza di sfuggire alla povertà. Il<br />

vero divario non è più tra i ricchi e i poveri, ma tra “chi sa” e “chi non sa”.<br />

Viviamo in un mondo di lettere e di numeri, un mondo che diamo spesso per scontato perché<br />

è il mondo che abbiamo conosciuto sin dall’infanzia tramite l’istruzione. Nonostante<br />

tutti i nostri sforzi non riusciremo mai a sollevare i poveri dalla loro condizione senza insegnare<br />

loro le nozioni elementari di lettura, scrittura e aritmetica.<br />

Nonostante numerose iniziative valide, i progressi ottenuti in questo settore sono ancora<br />

molto marginali. L’analfabetismo supera i confini nazionali, le culture e le classi sociali. Nel<br />

mio Paese l’istruzione è obbligatoria e gratuita, eppure ancora tra il 15 e il 20 percento della<br />

popolazione è affetto dall’analfabetismo funzionale, cioè è incapace di usare in modo efficiente<br />

le abilità di lettura, scrittura e calcolo necessarie per la vita quotidiana o lavorativa.<br />

Perché?<br />

Senza l’istruzione noi non saremmo qui a partecipare al programma intensivo di questa assemblea.<br />

Noi diamo per scontate le nostre competenze; ma non dobbiamo dimenticare che<br />

è grazie alla scuola dell’obbligo se abbiamo imparato a leggere, a scrivere e a far di conto;<br />

e se abbiamo poi sviluppato queste basi sino a realizzarci professionalmente e nella vita.<br />

Eppure è un dato di fatto che molti altri esseri umani non godono delle stesse opportunità<br />

che sono state offerte a noi.<br />

La società deve affrontare il problema delle abilità funzionali nelle case, nelle scuole, sul<br />

lavoro e nelle comunità. Incoraggiate i vostri club a cooperare con altri enti per promuovere<br />

l’istruzione di base, e a sviluppare progetti di alfabetizzazione, in collaborazione con<br />

altri club, nei 98 paesi in cui l’istruzione non è ancora gratuita o accessibile a tutti. Infine,<br />

convincete i governi a fornire l’istruzione elementare e ad aggiornare i programmi di<br />

insegnamento.<br />

Si può fare un confronto interessante tra la poliomielite e l’alfabetizzazione. All’inizio della<br />

nostra campagna per l’eradicazione della polio c’erano 350.000 casi di poliomielite all’anno.<br />

Ora ogni anno 170 milioni di bambini nascono con la prospettiva di poter vivere in un<br />

mondo libero dalla polio; al tempo stesso milioni di quei bambini saranno condannati a vivere<br />

con l’handicap dell’analfabetismo. L’istruzione universale è il passo più efficace verso<br />

la prosperità e la pace.<br />

37


Il Kerala è uno stato indiano situato nella punta sudorientale del Paese. È una zona splendida.<br />

L’ho visitata in occasione di un Istituto del <strong>Rotary</strong>, organizzato nella città di Cochin, e mi<br />

sono accorto che non c’erano segni di povertà. La mia guida mi ha spiegato che l’intera popolazione<br />

è alfabetizzata e a tasso di crescita zero. Questo esempio rappresenta una lezione<br />

per noi tutti.<br />

Mia moglie Heather ha insegnato a leggere e a scrivere come tutor per molti anni. L’ultima<br />

sua studentessa, Pauline, era una donna di 40 anni, sposata con due figli. Quando Heather<br />

l’ha conosciuta, Pauline era analfabeta, non poteva aiutare i suoi bambini a scuola e non<br />

era in grado di svolgere altri lavori quotidiani, come la spesa, che richiedevano la lettura o<br />

il semplice fare di conto. Sono bastati 12 mesi per fare dei progressi enormi. Sotto Natale<br />

Pauline è riuscita a scrivere il suo primo biglietto di auguri. Per questa donna l’alfabetizzazione<br />

è diventata lo strumento che le ha permesso di prendere in mano la propria vita.<br />

Il mondo è pieno di persone come Pauline: uomini, donne e bambini che hanno un bisogno<br />

disperato di istruzione, di liberarsi dalle catene dell’analfabetismo e che solo allora potranno<br />

acquistare fiducia in se stessi e una vita migliore.<br />

Vorrei incoraggiarvi a usufruire delle risorse preparate dalla Fondazione <strong>Rotary</strong> per l’alfabetizzazione<br />

– una delle sei aree di intervento previste dal Piano di visione futura nonché dal<br />

Piano strategico del <strong>Rotary</strong>. In questo campo possiamo fare molto. Sconfiggere l’analfabetismo<br />

è una priorità assoluta perché senza questa conquista tutti nostri sforzi per la causa<br />

della pace saranno infruttuosi.<br />

Le opere di alfabetizzazione svolte dai club e dai distretti o tramite i progetti della Fondazione<br />

<strong>Rotary</strong> contribuiscono a realizzare l’obiettivo rotariano della pace nel mondo. Istruiamo<br />

i giovani “scrivani” del domani; come Rotariani, accettiamo l’incarico di perpetuare il miracolo<br />

della civiltà.<br />

Impegniamoci a condividere con gli altri il miracolo della parola scritta. Diffondere l’alfabetizzazione<br />

nel mondo è un dovere sacro – il dovere di insegnare a uomini, donne, bambini e<br />

bambine i segreti della lettura, della scrittura, dell’aritmetica.<br />

Diffondiamo insieme il miracolo del linguaggio visivo – la magia della parola scritta – perché<br />

le nuove generazioni possano raggiungere la pace e la prosperità.<br />

38 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


Leadership significa accendere la fiamma<br />

Rajendra K. Saboo<br />

Presidente emerito del RI<br />

Siete pronti a ricevere la fiaccola con cui illuminare il sentiero? Anzi, vorrei rivolgervi questa<br />

sfida: siete disposti a diventare voi stessi la fiaccola? Dentro di voi c’è già la fiamma che<br />

aspetta di essere accesa.<br />

Il fuoco è una forza potentissima. Per citare il poeta Tagore, vincitore del premio Nobel, il<br />

fuoco può essere la fiamma della lanterna che all’arrogante domanda del sole “Chi illuminerà<br />

il mondo quando non ci sarò più?” risponde umilmente: “Mio signore, lasciami provare<br />

e farò del mio meglio”.<br />

Il fuoco può essere quello della lanterna che Benjamin Franklin teneva accesa tutta la notte<br />

sotto il portico di casa. A chi gli domandava il perché di quello spreco, Franklin rispondeva<br />

che la lanterna serviva a illuminare il cammino al viandante.<br />

Il fuoco è la scintilla che accende il motore; o che lancia la nave spaziale. Il fuoco è un simbolo<br />

di celebrazione. Ci serve per cucinare, ci riscalda, fa luce nel buio. Al tempo stesso, se<br />

lo lasciamo incustodito può essere terribilmente distruttivo.<br />

Come il fuoco, anche la leadership può essere una forza potentissima, la cui fiamma è in<br />

voi: voi stessi siete la fiamma. Oggi voglio parlarvi delle priorità dei leader rotariani.<br />

La mattina del mio primo giorno di presidenza del <strong>Rotary</strong> ricevetti un fax con questo testo:<br />

“Carissimi papà e mamma, il cronometro scatta ora: mancano solo 365 giorni al vostro<br />

ritorno a casa. Congratulazioni da un’orgogliosissima famiglia. I vostri figli”. Questo messaggio<br />

commosse profondamente mia moglie Usha e me, e mi fece capire l’importanza<br />

della mia famiglia nella mia vita di leader. E non solo: mi fece capire che la mia destinazione<br />

finale non sarebbe stato l’anno di presidenza del <strong>Rotary</strong> ma il ritorno a casa al termine<br />

del mio mandato. Amici, vi ricordo che il primo sostegno di cui avrete bisogno sarà quello<br />

che vi potrà dare la vostra famiglia. Rendetela partecipe delle vostre gioie e delle sfide che<br />

dovrete affrontare. La famiglia vi darà la forza di cui avrete bisogno. Trovate il tempo da dedicarle.<br />

Vorrei raccontarvi la storia di un giovane, apparso davanti a un giudice con l’accusa di<br />

furto, abuso di stupefacenti e altri reati. Il giudice lo guardò bene e poi gli chiese: “Non sei<br />

figlio di quel magistrato che ha scritto un famoso libro sui diritti dei minori? E se sei davvero<br />

tu, non ti vergogni di essere un criminale?” Il giovane rispose: “Sì, signor giudice, sono<br />

suo figlio. Da piccolo, quando avrei voluto passare del tempo con lui, mi redarguiva perché<br />

era troppo occupato a scrivere sui diritti dei minori. E quindi sono cresciuto senza godere<br />

di nessuno di quei diritti. Ma signor giudice, sono io il colpevole o lo è mio padre?”<br />

Ecco la prima lezione per un leader: che le vostre azioni siano coerenti con le vostre parole.<br />

Date voi stessi l’esempio, vivete nel rispetto dei vostri valori. Siate di esempio per i vostri<br />

figli e per coloro che guidate; siate l’immagine del <strong>Rotary</strong> nella società.<br />

Quando i futuri governatori si rivolgono a me per chiedermi consiglio e ottenere la mia<br />

benedizione, mi complimento con loro per questo desiderio di assumersi una maggiore<br />

responsabilità nel <strong>Rotary</strong>. Al tempo stesso, insieme al mio augurio li ammonisco perché<br />

continuino a dedicarsi alle loro famiglie e alla loro attività imprenditoriale o professionale<br />

anche durante il loro mandato. Ricordo loro che l’incarico nel <strong>Rotary</strong> sarà un arricchimento<br />

per la loro vita, ma che nella scala delle priorità al primo e al secondo posto dovranno esserci<br />

rispettivamente la loro famiglia e il loro lavoro.<br />

39


Come governatori distrettuali quest’anno dovrete dedicare gran parte del vostro tempo al<br />

<strong>Rotary</strong>. Cercate di trovare un equilibrio. Il <strong>Rotary</strong> deve essere una delle vostre priorità ma<br />

non pensate al <strong>Rotary</strong> come a un impegno professionale. Nel <strong>Rotary</strong> esiste questo doppio<br />

rischio: quello di non dedicare nemmeno un istante al <strong>Rotary</strong> e quello di diventare Rotariani<br />

a tempo pieno.<br />

Il leader deve far leva sull’eccellenza e sull’integrità professionale.<br />

Vi troverete a dover scegliere tra la strada giusta e quella sbagliata. La prima è quella della<br />

generosità, della condivisione, dell’amore; la seconda è quella dell’egoismo, dello sfruttamento,<br />

dell’invidia. Tenete sempre presente che sono le scelte a formare l’individuo. L’eccellenza<br />

professionale, la soddisfazione, l’autorealizzazione si raggiungono con la dignità<br />

del lavoro e la trasparenza. Spesso mi viene chiesto se la leadership è una qualità innata<br />

oppure acquisita. Non saprei rispondere. Ma posso dire con certezza che la leadership è un<br />

insieme di principi – il dinamismo, il coraggio, la creatività e l’integrità – che portiamo dentro<br />

di noi. Questi valori sono già in noi, a livelli diversi, ma devono essere portati alla luce.<br />

Con l’introspezione, lo studio, la disciplina si trasformano nelle qualità di un leader: saper<br />

influire sulla vita degli altri, dedicarsi agli altri, guidarli, dare l’esempio.<br />

Gandhi era un giovane timido, Lincoln era un avvocato come ce ne sono molti, Madre Teresa<br />

era una semplice suora. La loro capacità di leadership è emersa quando si sono trovati<br />

davanti a una causa che ha fatto scattare la scintilla che avevano già dentro di sé. Invece di<br />

tirarsi indietro hanno trovato la forza interiore con cui stabilire i loro obiettivi e realizzarli.<br />

Il vero leader non si mette in competizione con gli altri ma con se stesso. Riconoscendo<br />

questa forza interiore Edmund Hillary, il primo a raggiungere la vetta dell’Everest, ha detto:<br />

“Non conquistiamo la montagna, conquistiamo noi stessi”.<br />

L’anno del vostro mandato potrà essere per voi un’occasione di cambiamento – le occasioni<br />

si presentano spesso in punta di piedi, quindi dovrete tenere gli occhi aperti. La vostra<br />

leadership comunque non terminerà alla fine dell’anno, ma continuerà per tutta la vita. I<br />

leader sono persone che continuano ad apprendere; accettare questo incarico vuole anche<br />

dire:<br />

• uscire dalle proprie abitudini;<br />

• valutare con onestà successi e insuccessi;<br />

• tenersi informati e cercare attivamente nuove idee;<br />

• imparare ad ascoltare;<br />

• affrontare la vita con una mentalità aperta.<br />

Permettetemi di elencarvi alcune caratteristiche della leadership che mi hanno insegnato<br />

molto e che non si trovano nei libri di testo:<br />

• Flessibilità. Vi ho esortato a essere forti, ma il filosofo Lao Tzu ha definito questa<br />

forza in un modo molto particolare, dicendo (e questa è una parafrasi): preferisco<br />

la forza che viene dall’essere flessibili ed elastici, piuttosto che non sgretolarmi per<br />

essere stato rigido e inflessibile. Sì, amici, tutte le cose, compresi gli alberi e gli steli<br />

d’erba, sono flessibili quando sono in vita mentre diventano secche e fragili quando<br />

muoiono. Le cose rigide si spezzano, mentre quelle elastiche sopravvivono.<br />

• Fermezza. La flessibilità è importante, ma non dovete scendere a compromessi<br />

sui vostri valori e principi, e sugli ideali dell’organizzazione che avete scelto di<br />

rappresentare. Abbiate il coraggio di parlare contro il male. Se non lo fate, sarete<br />

visti come complici del male. L’integrità, l’onestà, la dignità, la sincerità non<br />

scendono a compromessi. Ricordate, le cose anche preziose hanno un valore<br />

limitato, mentre i valori sono inestimabili.<br />

40 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


• Senso dell’umorismo. Fa parte delle qualità di un leader. Dà gusto alle relazioni<br />

umane e se lo si usa in modo corretto è come la grazia, che rifulge su tutti. Il senso<br />

dell’umorismo serve a stabilire un legame tra le persone. Non si tratta solo di saper<br />

raccontare le barzellette – e quando lo si fa, le battute devono essere solo a spese<br />

di noi stessi. Ho un amico che ha un fantastico senso dell’umorismo. Un giorno,<br />

quando gli ho chiesto perché fosse figlio unico, mi ha detto di aver fatto la stessa<br />

domanda ai suoi genitori e di essersi sentito rispondere: “Non volevamo ripetere<br />

una brutta barzelletta”.<br />

• Saper rallentare. Il mondo oggi è ossessionato dalla velocità. In ascensore<br />

premiamo più volte il pulsante di chiusura delle porte nella speranza di guadagnare<br />

qualche secondo. Ho addirittura sentito dire che qualcuno preme 88 secondi sul<br />

tastierino del forno a microonde invece di 90 secondi, perché è più veloce premere<br />

lo stesso tasto due volte. Non fraintendetemi: non vi chiedo di rallentare la vostra<br />

attività, ma piuttosto di non prendere scorciatoie nelle vostre interazioni con gli altri<br />

esseri umani.<br />

Trovate il tempo e i luoghi per comunicare, per instaurare con gli altri un rapporto<br />

basato sull’empatia. Ogni volta che potete, cercate di scrivere di vostro pugno<br />

una nota di saluto, ringraziamento, compartecipazione o affetto; anche quando si<br />

comunica tramite l’Internet, nella frenesia della vita moderna, questi strumenti sono<br />

fondamentali per rafforzare un’amicizia, prevenire un fraintendimento. Provate a<br />

immaginare se il dipendente di una grossa azienda ricevesse una lettera sul tono:<br />

“Gentile numero 2040, desideriamo comunicarle personalmente la nostra stima”.<br />

• Anche noi possiamo sbagliare. Sin dall’infanzia impariamo che non bisogna mai<br />

ammettere di aver sbagliato, che non bisogna mai scusarsi. Ma riconoscere un<br />

errore e chiedere scusa contribuisce a migliorare la fiducia che abbiamo in noi<br />

stessi e negli altri.<br />

Ne ho avuto la conferma di recente. Dopo aver fatto il check in nell’aeroporto di<br />

Lagos, in Nigeria, mi sono rivolto a un’impiegata per trovare la sala d’aspetto<br />

della business class. Mentre l’impiegata prendeva la mia tessera per controllarla,<br />

un passeggero davanti a me mi ha accusato di non aver rispettato la coda. Gli<br />

ho risposto a tono, difendendomi, dicendo che era stata l’impiegata a chiedermi<br />

la tessera. Mezz’ora dopo, ripensando all’accaduto, mi sono reso conto che io<br />

stesso, nei panni dell’altro passeggero, mi sarei seccato. Facendomi coraggio mi<br />

sono avvicinato e gli ho chiesto scusa. Il passeggero mi guardato sorpreso e poi<br />

spontaneamente… mi abbracciato! Non solo perdonandomi, ma anche mettendomi<br />

a mio agio. Notando il distintivo del <strong>Rotary</strong> mi ha chiesto che cosa fosse. La mia<br />

azione, per quanto insignificante, ha contribuito non solo a migliorare l’immagine<br />

del <strong>Rotary</strong> agli occhi di quel passeggero, ma anche a migliorare l’immagine che<br />

avevo io di me stesso.<br />

• Il superego. Devo mettervi in guardia contro un circolo vizioso. Il successo porta<br />

all’arroganza, e l’arroganza porta al fallimento. E dove porta il fallimento, non saprei<br />

dirlo – ma non necessariamente al successo. Questo ciclo deve essere interrotto<br />

sin dall’inizio e per farlo ci vuole una buona dose di umiltà. L’umiltà è una virtù dei<br />

grandi: è la qualità che vi conquisterà le simpatie e il rispetto degli altri.<br />

Dopo un concerto diretto dal grande maestro Toscanini, quando l’orchestra scoppiò<br />

in un applauso interminabile, Toscanini salì di nuovo sul podio esclamando: non è<br />

merito mio, è di Beethoven. La grandezza dell’umiltà. Molti di noi provengono da<br />

umili origini; il successo, il potere, la posizione sociale e finanziaria possono dare<br />

alla testa. In mezzo ai doni della ricchezza e della fama è importante tenere i piedi<br />

saldamente per terra.<br />

• Il cambiamento. Avete ascoltato il discorso del presidente eletto Kalyan<br />

sull’importanza di diventare artefici del cambiamento. Tutti abbiamo la tendenza<br />

41


a resistere ai cambiamenti, a continuare a fare le cose per il semplice motivo che<br />

si è sempre fatto così. Il cambiamento, invece, è indispensabile per l’evoluzione<br />

degli individui e delle istituzioni; è indispensabile per la sopravvivenza. I leader<br />

ordinari lo ostacolano, mentre lo appoggiano i leader lungimiranti. E se i primi sono<br />

imitativi, questi ultimi sono innovativi. Il cambiamento offre nuove opportunità,<br />

nuovi orizzonti, nuovi modi per raggiungere il progresso.<br />

Cari amici, vi ho elencato una serie di caratteristiche basate sulla mia esperienza: sono le<br />

caratteristiche che fanno leva sul carattere, che contraddistinguono il vero leader, che devono<br />

nascere dal profondo di ciascuno di noi, dove si trova la fiamma assopita in attesa di<br />

essere accesa.<br />

Vicino alla mia città c’è una cittadina abitata in prevalenza da musulmani. Quando si diffuse<br />

la voce che il Corano era stato profanato negli Stati Uniti, una folla inferocita attaccò una<br />

chiesa cristiana. Colpito da questa mancanza di umanità, un imprenditore musulmano,<br />

Amjad, diede rifugio nella sua auto al sacerdote e lo aiutò in seguito nella ricostruzione.<br />

Non molto tempo dopo la comunità cristiana prese parte alla Messa nella chiesa ricostruita.<br />

Amjad prese l’iniziativa mettendo a rischio la propria vita, spinto dal coraggio, dalla buona<br />

volontà e da un profondo senso di leadership.<br />

Amjad è un vostro collega, seduto fra voi quest’oggi; ho l’onore di presentarvi il governatore<br />

eletto del Distretto 3090, Amjad Ali Khan.<br />

Come Amjad, anche voi farete incontri ed esperienze, vivrete anche momenti di difficoltà<br />

che vi permetteranno di affermarvi come veri Rotariani e non solo come semplici soci del<br />

<strong>Rotary</strong>. Anche se come individui non possiamo modificare il corso della storia, ognuno di<br />

noi può, con la sincerità delle proprie azioni e dei propri pensieri, raggiungere il più vasto<br />

numero possibile di persone e diventare artefice del cambiamento. Attraverso questi contatti<br />

umani potrete contribuire alla storia del <strong>Rotary</strong> nel nuovo decennio.<br />

E come una torcia può servire per accenderne molte altre, siate di ispirazione per i Rotariani<br />

dei vostri distretti, portando loro questo messaggio: “Quello che fate per voi stessi finirà<br />

con voi, mentre quello che fate per gli altri vi sopravvivrà”.<br />

Come disse George Bernard Shaw: “Per me la vita non è una candela corta. È una splendida<br />

torcia della quale io per il momento sono il padrone, e che voglio far ardere il più brillantemente<br />

possibile prima di consegnarla alle generazioni future”.<br />

Amici, siete pronti a diventare voi stessi una “splendida torcia” – ad ardere il più brillantemente<br />

possibile non solo quest’anno ma nelle future generazioni del <strong>Rotary</strong>?<br />

Siete motivati? Siete pronti ad accendere una torcia che non bruci in un istante ma che<br />

splenda a lungo? Ricordatevi che la vostra destinazione sarà il ritorno a casa, al termine del<br />

vostro mandato, con nel cuore le parole pronunciate dall’astronauta Neil Armstrong dopo<br />

aver eseguito i primi passi sulla luna: un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigantesco<br />

per l’umanità.<br />

Queste parole vi dicono qualcosa? L’anno del vostro mandato potrà rappresentare un balzo<br />

gigantesco per la nostra organizzazione, il <strong>Rotary</strong>. Provateci. Accendete la fiamma che risiede<br />

in voi.<br />

42 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


L’immagine pubblica<br />

Jennifer Jones<br />

Istruttrice del RI<br />

Esattamente due anni fa ho affrontato una delle più ardue sfide della mia vita. Insieme a<br />

mio marito Nick e a due vostri colleghi, Michael e Shelly Duben, ho raggiunto la vetta del<br />

Kilimanjaro, a 5.800 metri di altezza. Oltre alla soddisfazione personale, l’obiettivo della<br />

spedizione era di raccogliere fondi per il <strong>Rotary</strong>.<br />

Ci sono voluti cinque giorni di cammino – il primo in una foresta lussureggiante, il secondo<br />

nella brughiera, il terzo in una zona di cespugli più bassi e il quarto in un paesaggio quasi<br />

lunare di crateri senza alcun segno di vita. Devo dirvi che scalare il Kilimanjaro non comporta<br />

difficoltà tecniche come l’Everest. La sfida è rappresentata dall’altitudine; per me si è<br />

trattato di un viaggio nelle profondità del pensiero positivo.<br />

Arrivando al campo base, a 4.500 metri, due nostri compagni cominciarono ad avvertire i<br />

primi sintomi del mal di montagna. Avremmo dovuto continuare? Per l’ascensione finale<br />

ci vogliono sei, sette ore di cammino; si parte a mezzanotte quando la temperatura arriva a<br />

meno 28 gradi e il terreno gelato offre una trazione migliore. Ogni spedizione è assistita da<br />

un team di guide – un lavoro ambito perché retribuito con generose mance.<br />

È a questo punto che la storia si fa personale. Mentre salivo in vetta quella notte, con il solo<br />

aiuto di una torcia da minatori, ero dibattuta tra il senso di euforia e la paura che potesse<br />

succedere una tragedia. Al nostro ritorno ci fu detto che la guida di un’altra spedizione era<br />

deceduta e un giovane inglese di 22 anni era in arresto cardiaco.<br />

Durante la salita le nostre guide cantavano canzoni natalizie in swahili e il ritmo della musica<br />

ci aiutava a tenere il passo. Polepole, cioè “adagio, adagio”, suggerivano le guide. Il<br />

modo migliore per combattere il mal di montagna è bere molto e abituarsi gradualmente<br />

all’altezza procedendo molto lentamente – polepole. Vi confesso di essermi buttata nell’impresa<br />

con una certa incoscienza, senza essere veramente consapevole dei pericoli. Probabilmente<br />

ne ero al corrente, ma ero troppo presa dall’avventura, troppo assorbita dal pensiero<br />

di poter raggiungere il punto più alto del continente africano.<br />

Ci sembrava di aver camminato da un’infinità di tempo quando una delle nostre guide ci<br />

fece sapere che avevamo percorso solo un quarto del sentiero che ci separava dalla vetta.<br />

L’acqua che avevamo con noi, nonostante i contenitori isolati, si era congelata e l’unica<br />

cosa che riuscivo a fare a quel punto era avanzare per inerzia, un passo dietro l’altro. Mi<br />

interrogavo sui motivi che mi avevano spinto a quell’impresa e cercavo di mantenere un<br />

atteggiamento positivo. Più di una volta fui sul punto di rinunciare – ma come? Non era più<br />

possibile tornare indietro.<br />

L’ultima ora fu la più difficile, con lunghi tratti di roccia da scalare. Raggiungemmo la vetta<br />

con il sole che cominciava a spuntare all’orizzonte e con il cielo, sino a poco prima uno<br />

spesso tappeto di stelle, che si tingeva di arancione.<br />

Vi ho parlato questa mia esperienza perché si tratta della storia di una scalata. E il <strong>Rotary</strong><br />

non è forse una storia che dovremmo gridare a pieni polmoni dalla vetta di una montagna?<br />

Fare buone relazioni vuol dire saper raccontare la nostra storia. Questa scalata per me rappresenta<br />

una metafora della vita e della prospettiva con cui dobbiamo vedere le cose che<br />

sono importanti per noi. Quali sono le storie dei vostri club e dei vostri distretti che contribuiscono<br />

a mostrare la vitalità del <strong>Rotary</strong>?<br />

Oggi vi parlo dell’importanza delle pubbliche relazioni per la nostra associazione. Un tempo<br />

noi Rotariani eravamo incoraggiati a svolgere la nostra opera in silenzio, senza cercare<br />

43


iconoscimenti. Negli ultimi dieci anni, però, ci siamo accorti dell’importanza di raccontare<br />

la nostra storia perché così facendo invitiamo chi ci ascolta a unirsi a noi. Raccontare la nostra<br />

storia è fondamentale per il successo dell’effettivo.<br />

I nostri leader si sono resi conto che l’immagine pubblica è un componente essenziale del<br />

nostro piano strategico e del nostro successo. Il <strong>Rotary</strong>, in quanto rete di professionisti,<br />

imprenditori e volontari, è un marchio che unisce il mondo; noi dobbiamo semplicemente<br />

salire in vetta e fare sentire la nostra voce. Ognuno di voi è un ambasciatore di questo straordinario<br />

messaggio; per comunicarlo, potrete cominciare portando ogni giorno il distintivo<br />

del <strong>Rotary</strong>.<br />

Qualche anno fa ho partecipato a una missione Rotaplast (Rota- sta per <strong>Rotary</strong> e plast per<br />

chirurgia plastica). La nostra equipe, composta da 25 persone, si era impegnata a trascorrere<br />

una settimana in una comunità isolata, dove avrebbe eseguito interventi correttivi del<br />

palato leporino e della palatoschisi nei bambini. Questo programma è un dono per i bambini<br />

che, a causa di questa malformazione, vengono spesso esclusi ed emarginati. Basta<br />

un’ora per trasformare una vita.<br />

Il penultimo giorno un giovane pescatore e sua moglie arrivarono al centro cercando assistenza<br />

per la loro bambina di 11 mesi. Purtroppo l’orario degli interventi era ormai fissato<br />

e non sarebbe stato più possibile ammettere nuovi pazienti. Dopo un viaggio durato quattordici<br />

ore tra corriere scassate, passaggi in auto e tratti a piedi, quella famiglia si sentì dire<br />

che non avremmo potuto aiutarla. E invece ci fu un piccolo miracolo; le cose cambiarono e<br />

fu possibile operare la bambina. Aspettammo nella zona post-operatoria insieme a questi<br />

giovani genitori; e quando finalmente la bambina uscì dall’intervento eravamo tutti commossi.<br />

Con l’aiuto dell’interprete la madre ci disse: “Ho sempre pensato che la mia bambina<br />

fosse bellissima; e ora anche gli altri possono vederlo”. Che privilegio è stato assistere a<br />

un momento così intimo, è stato vedere che bastano pochi strumenti essenziali e la volontà<br />

di mettere il nostro tempo e le nostre competenze a disposizione degli altri per trasformare<br />

una vita.<br />

Vi ho raccontato questo episodio per sottolineare quanto sia importante comunicare attraverso<br />

le immagini – quanto sia importante dare un volto umano a quello che diciamo. Il <strong>Rotary</strong>,<br />

da quando ha inserito le pubbliche relazioni fra le sue priorità, ha preparato un’ampia<br />

gamma di risorse per aiutarvi. Quali?<br />

Lo strumento più efficace creato negli ultimi cinque anni è la serie di annunci pubblicitari<br />

“L’umanità in movimento” utilizzabili su organi di stampa e cartelloni pubblicitari, alla radio<br />

e alla televisione. Gli annunci possono essere facilmente personalizzati ma al tempo stesso<br />

garantiscono l’uniformità dell’immagine del <strong>Rotary</strong>. La coerenza e la continuità sono fattori<br />

essenziali in quanto contribuiscono a rendere più potente il nostro messaggio e a rafforzare<br />

il nostro marchio.<br />

Una delle nostre migliori risorse è senza dubbio quella umana. Il <strong>Rotary</strong> <strong>International</strong> ha<br />

individuato i Rotariani che sono specialisti di pubbliche relazioni in ogni angolo del mondo.<br />

Questi esperti, membri del Gruppo risorse per l’immagine pubblica, potranno assistervi<br />

con servizi di consulenza, risorse e suggerimenti. Se non avete ancora nominato un presidente<br />

della commissione distrettuale per l’immagine pubblica, vi invito a farlo subito dopo<br />

il vostro rientro, affidando l’incarico al Rotariano più esperto in questo settore. Questa<br />

persona a sua volta dovrà incoraggiare i club a fare altrettanto e dovrà fornire loro la preparazione<br />

necessaria perché possano raccontare la nostra storia. Precisamente a questo<br />

scopo sono state istituite le sovvenzioni per le pubbliche relazioni: uno strumento ideale ed<br />

economico per raggiungere i media e cercarne la collaborazione.<br />

La campagna contro la polio, arrivata ora alle ultime fasi, ci ha insegnato molto, e non solo<br />

per quanto riguarda l’eradicazione di questa malattia. Questa campagna ci ha aiutato a<br />

44 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


passare dall’infanzia della nostra organizzazione all’età adulta; ora che sta per concludersi<br />

si impone una riflessione. Che cosa abbiamo imparato da questa esperienza in termini di<br />

“marchio”?<br />

Innanzitutto l’importanza delle alleanze. Siamo tutti al corrente della nostra collaborazione<br />

con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, con i Centri per il controllo delle malattie e con<br />

l’UNICEF. Ma quando la Fondazione Bill & Melinda Gates ha deciso di contribuire a eradicare<br />

la polio si è rivolta al <strong>Rotary</strong> proprio in virtù della sua leadership. Bill Gates conosceva la<br />

nostra storia quando ha affermato: “Senza il <strong>Rotary</strong> il mondo non sarebbe al punto in cui si<br />

trova, e senza il <strong>Rotary</strong> non arriverà là dove deve arrivare” – una testimonianza potente.<br />

La dichiarazione di Gates ci ha aperto altre porte, altre collaborazioni con personaggi famosi,<br />

che ci aiutano ad attirare l’attenzione del mondo al nostro messaggio e lo fanno<br />

gratuitamente. Lo abbiamo visto con la nostra campagna “Basta così poco”, a cui hanno<br />

partecipato il giocatore di golf Jack Nicklaus, la regina Noor, l’arcivescovo Desmond Tutu e<br />

l’attore Jackie Chan. Vi incoraggio a pensare ad altri personaggi famosi nei vostri paesi che<br />

potrebbero aggiungersi a questo elenco.<br />

Che cos’altro ci ha insegnato la lotta contro la polio? Ci ha spinto a trovare altri modi creativi<br />

per sensibilizzare l’opinione pubblica. Abbiamo visto il logo della campagna anti-polio<br />

illuminato sui monumenti più famosi del mondo, tra cui le Piramidi e il Colosseo; e il fatto<br />

di vedere il nostro lavoro riconosciuto a livello mondiale ha destato nei nostri soci l’orgoglio<br />

di essere Rotariani. Il <strong>Rotary</strong> come marchio che unisce il mondo!<br />

E che dire del fenomeno globale dei media sociali, oggi il mezzo di comunicazione più diffuso<br />

tra i nostri soci più giovani? Anzi, la fascia d’età che ha registrato una maggior crescita<br />

tra gli iscritti di Facebook è quella compresa tra i 55 a i 65 anni – un fenomeno di cui dovremo<br />

tener conto.<br />

Qualche anno fa mio marito e io ospitammo Leo, un diciottenne brasiliano che partecipava<br />

a un programma di scambio internazionale. Arrivato in agosto, aveva passato i primi mesi<br />

cercando di inserirsi nella nuova cultura e di imparare la lingua. Era la vigilia di Natale e<br />

stavamo tornando a casa dopo la Messa di mezzanotte. Nevicava appena e la notte era magica.<br />

Dal sedile posteriore Leo ci disse “Nick, Jen, voglio dirvi che vi voglio bene”. “Su Leo,<br />

che cosa vuoi?” gli disse Nick. Ma Leo si rifece sentire “Non mi avete capito, è la prima volta<br />

che dico una frase del genere a qualcuno, compresi i miei genitori. L’ho imparato da voi”.<br />

Questa frase non solo ci commosse, ma ci fece capire l’importanza del servizio alle Nuove<br />

Generazioni.<br />

Con l’introduzione della quinta azione rotariana, il servizio alle Nuove Generazioni, dobbiamo<br />

trovare nuovi modi per interessare i giovani al <strong>Rotary</strong>. I network sociali come Facebook,<br />

Twitter, e LinkedIn sono solo alcuni dei mezzi che ci permetteranno di diffondere il nostro<br />

messaggio velocemente e con efficacia. Quanto a Leo, ci sentiamo spesso tramite Facebook,<br />

un mezzo di comunicazione che ci permette di tenere vivi i ricordi.<br />

Dobbiamo fare in modo che le lezioni che abbiamo imparato nel settore delle pubbliche<br />

relazioni vengano trasmesse ai distretti e ai club. Dobbiamo diffondere l’esempio di quei<br />

Rotariani che già stanno svolgendo un lavoro straordinario in questo settore. I 18 distretti<br />

francesi, ad esempio, hanno unito le forze per lanciare un’unica campagna pubblicitaria.<br />

Hanno capito che la collaborazione può intensificare in modo esponenziale i mezzi a disposizione<br />

e i risultati. La campagna, sulle borse di studio per la Pace e i programmi per i<br />

giovani, si è svolta con 6.000 cartelloni pubblicitari, annunci radiofonici e pubblicità sulle<br />

principali riviste. Comunicando ai media le principali notizie rotariane, inoltre, i Rotariani<br />

francesi hanno fatto conoscere al pubblico il significato del <strong>Rotary</strong> e della sua opera.<br />

45


In Australia, otto distretti in rappresentanza di 850 club hanno collaborato a una serie di<br />

opuscoli dal titolo “Il <strong>Rotary</strong> in tasca” su vari argomenti, tra cui i progetti di servizio svolti<br />

localmente o in ambito internazionale, e le attività a favore della salute, dei giovani e<br />

dell’ambiente. Questa collaborazione ha permesso anche di trasmettere un messaggio unitario<br />

in ambito nazionale.<br />

Vorrei concludere con un’ultima riflessione. Si tratta di un evento che mi è stato riferito dal<br />

consigliere del RI Ravi Ravindran sull’importanza del riconoscimento del marchio. Dopo lo<br />

tsunami del 2005, i Rotariani si mobilitarono. Nello Sri Lanka il disastro aveva ucciso quasi<br />

60.000 persone, annientando praticamente metà del Paese. I Rotariani decisero di intervenire<br />

con un’opera umanitaria di proporzioni enormi: la costruzione di 25 scuole, con materiali<br />

di qualità, per sostituire altrettante scuole distrutte.<br />

In tre anni furono costruite 20 scuole con un costo di 12 milioni di dollari. Ogni volta che si<br />

tagliava un nastro per inaugurare una nuova scuola, i Rotariani pubblicavano un’inserzione<br />

a pagina intera nel quotidiano locale con le parole “I Rotariani mantengono la loro promessa”.<br />

Gli annunci erano costosi ma una banca locale si offrì di sponsorizzarli. I risultati<br />

di questa campagna di pubbliche relazioni furono straordinari. Sebbene lo tsunami avesse<br />

attirato una miriade di organizzazioni non governative da tutto il mondo, solo una minoranza<br />

riuscì a contribuire validamente alla ricostruzione. Il <strong>Rotary</strong> fu una di queste, e fu grazie<br />

a questa sua opera che il nome <strong>Rotary</strong> si è fatto conoscere e rispettare.<br />

Il governo del Paese, frustrato, riunì le organizzazioni di volontari e invitò il <strong>Rotary</strong> a spiegare<br />

il segreto del proprio successo. Il <strong>Rotary</strong> lo fece, spiegando come gestire un grosso progetto<br />

entro i tempi previsti e mantenendo le spese amministrative al di sotto del 3%.<br />

Il marchio <strong>Rotary</strong> oggi è conosciuto e rispettato nello Sri Lanka, in Francia, in Australia e in<br />

molte altre parti del mondo. Come possiamo far conoscere il lavoro straordinario compiuto<br />

dal <strong>Rotary</strong>? Raccontando la nostra storia!<br />

Ho cominciato parlandovi di una scalata. Voglio concludere invitandovi a salire con me sulla<br />

cima della montagna, e dalla vetta raccontare la grande storia del <strong>Rotary</strong>. È una storia in<br />

cui ognuno di voi crede, come prova la vostra presenza qui. Siete qui insieme a molti altri<br />

che credono nel valore del <strong>Rotary</strong> e del nostro servizio all’umanità. Noi tutti ci crediamo, e<br />

che differenza potrete fare raccontando la nostra storia al mondo. Sarà una scalata che non<br />

dimenticherete mai!<br />

46 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


I nostri valori fondamentali e<br />

l’Azione professionale<br />

Bhichai Rattakul<br />

Presidente emerito del RI<br />

Dice il proverbio: “Devi sopportare la pioggia per vedere l’arcobaleno”; e ha ragione. Voi<br />

non siete qui solo per vedere l’arcobaleno, ma non potrete evitare la pioggia se volete realizzare<br />

i vostri sogni.<br />

Negli ultimi sei giorni abbiamo unito le nostre mani, le nostre menti e i nostri cuori per<br />

affrontare gli acquazzoni che ci permetteranno di trasformare il <strong>Rotary</strong> nell’organizzazione<br />

più grande, migliore e più incisiva di cui ci ha parlato il presidente Ray. E il compito si farà<br />

ancora più arduo in futuro se accettiamo l’invito che ci è stato rivolto dal presidente eletto<br />

Kalyan Banerjee: Conoscere te stesso per abbracciare l’umanità. Oggi noi accettiamo questa<br />

sfida e confermiamo il nostro credo nei valori fondamentali del <strong>Rotary</strong> – quei valori che<br />

ci hanno permesso di realizzare così tanto in termini di vite salvate, cuori colmi, e un futuro<br />

luminoso per la nostra organizzazione.<br />

Ma che cosa costituisce esattamente l’essenza del <strong>Rotary</strong>? Quali sono i nostri valori fondamentali?<br />

Sono quei valori che continuano a mantenere forte il <strong>Rotary</strong> ancora oggi dopo un<br />

secolo di vita: il servire, l’amicizia, la diversità, l’integrità e la leadership.<br />

Mentre vi parlo ho davanti a me centinaia di volti, con tutte le sfumature possibili di carnagione,<br />

seduti gli uni vicino agli altri come l’acqua di un fiume, e vedo un unico volto: il<br />

vostro, nucleo del movimento rotariano, che forgerà il futuro del <strong>Rotary</strong> negli anni a venire.<br />

Voi rappresentate la diversità che contribuisce a realizzare la nostra missione del servire,<br />

nell’amicizia, con integrità e leadership.<br />

Il nostro primo valore fondamentale è naturalmente il servire “al di sopra di ogni interesse<br />

personale”. Oggi noi abbracciamo il mondo in cui serviamo. Io credo che il mondo abbia<br />

bisogno del <strong>Rotary</strong> oggi molto più che non ai suoi inizi, quando i primi quattro rotariani si<br />

riunirono in una gelida notte di molti anni fa, proprio perché il <strong>Rotary</strong> rappresenta una luce<br />

di speranza unica e preziosa in un mondo già oscurato, il cui orizzonte appare sempre più<br />

cupo.<br />

Indubbiamente le necessità dell’umanità sono più numerose oggi e più urgenti che mai. E il<br />

bisogno di amicizia rotariana continua a crescere perché è tramite l’amicizia che i Rotariani<br />

riescono ad affrontare insieme i problemi che affliggono l’umanità. Rendere il mondo più<br />

equo, più giusto, più sensibile alla condizione umana è un’impresa paragonabile alla scalata<br />

di una montagna.<br />

Noi abbracciamo il valore della leadership. Ma che cosa significa la parola leadership?<br />

Significa riuscire a mettere insieme le risorse, le energie, la volontà di molte persone allo<br />

scopo di portare a compimento un dato lavoro – in modo che alla fine tutti coloro che hanno<br />

partecipato all’impresa possano riconoscere il proprio contributo.<br />

Il 5 febbraio dello scorso anno è terminato con grande successo il progetto Land Mine Removal,<br />

un progetto decennale di sminamento in Cambogia, avviato dal <strong>Rotary</strong> Club Tokyo<br />

e in seguito condiviso da tutti i 34 distretti giapponesi. Dal suo inizio nell’ottobre 1999 sono<br />

stati bonificati 28 villaggi in un’area di 1,2 milioni di metri quadrati, permettendo a 56.500<br />

persone di tornare a vivere in sicurezza.<br />

47


Questo episodio non rinforza la nostra convinzione che i problemi si devono risolvere insieme?<br />

Che la leadership rotariana è non solo necessaria ma rappresenta anche un potente<br />

strumento di cambiamento?<br />

Nel 1976, negli anni culminanti del conflitto, visitai una delle zone infestate dalle mine antiuomo.<br />

Con la scorta dei Khmer Rossi, che sapevano esattamente dove fossero nascoste le<br />

mine, entrai in Cambogia in missione segreta, senza scorta armata, per cercare di instaurare<br />

il dialogo con la mia controparte, Ieng Sary – allora vice primo ministro e ministro degli<br />

esteri dei Khmer Rossi, oggi sotto processo a Phnom Penh per le atrocità da lui commesse.<br />

Non ci riuscii. Nessuno avrebbe potuto fare niente finché non fosse cambiata la situazione<br />

politica e Pol Pot fosse rimasto al potere. Allora non avrei mai immaginato che la questione<br />

che avevo cercato di affrontare con il capo dei Khmer Rossi si sarebbe trasformata, 35 anni<br />

più tardi, in un progetto che avrebbe visto la collaborazione di tanti <strong>Rotary</strong> Club e tanti Rotariani<br />

di tutto il mondo.<br />

Penso al contadino thailandese che viveva vicino al confine con la Cambogia. Aveva perso<br />

una gamba su una mina antiuomo mentre cercava cibo nella foresta. Aveva una moglie<br />

da mantenere e una bambina. Ma dopo l’incidente la moglie, spaventata dal futuro che<br />

l’aspettava, lo lasciò. Rimasto solo, senza moglie, senza una gamba, e con una neonata,<br />

l’uomo si fabbricò una rozza gamba artificiale e tornò a lavorare, accettando qualsiasi tipo<br />

di lavoro gli venisse offerto. La gamba di legno gli provocava dolori infiniti ma era meglio<br />

di niente.<br />

Quando i <strong>Rotary</strong> club della zona vennero a sapere delle condizioni disperate di quest’uomo,<br />

decisero di intervenire e con l’aiuto della Fondazione <strong>Rotary</strong> e di altri <strong>Rotary</strong> club in altri<br />

Paesi gli procurarono una protesi ortopedica; e fecero altrettanto per altri amputati. Grazie<br />

al nuovo arto l’uomo ritrovò l’energia e la fiducia in sé, riuscì a trovare un lavoro migliore e<br />

più sicuro, e sua figlia andò a scuola e si diplomò. Una storia a lieto fine!<br />

Il giorno della consegna del diploma, che coincideva con il compleanno dell’uomo, fu un<br />

giorno felice per il padre e la figlia: un vero traguardo dopo una vita di stenti. Non avendo<br />

altro da regalare al padre, la ragazza gli diede una foto scattata quando era ancora una<br />

bambina; sul retro scrisse una nota più preziosa di qualsiasi regalo. La nota diceva: Papà,<br />

d’ora in poi cammineremo insieme.<br />

Quella bambina è diventata un’infermiera, si è sposata, è diventata madre e ora è in grado<br />

di mantenere suo padre, continuando a camminare con lui. Amici, grazie al desiderio di<br />

servire che ognuno di noi porta dentro di sé anche noi camminiamo insieme a quest’uomo<br />

e a migliaia di altri come lui.<br />

Essere generosi e premurosi verso gli altri è un nobile ideale rotariano, un ideale che non<br />

richiede ricchezza o fama per poter essere realizzato, ma solo la capacità di guardare dentro<br />

ognuno di noi e vedere che cosa possiamo fare.<br />

Molti anni fa, quando per la prima volta mi ero candidato alla vita politica nel mio paese,<br />

tenevo spesso discorsi dalla piattaforma di un furgone. Una sera tardi mi trovavo in un<br />

quartiere molto povero, tra una grande folla che era venuta ad ascoltarmi. Dovevo gridare<br />

per farmi sentire. Alla fine del discorso, mentre stringevo la mano alla gente, fui avvicinato<br />

da un ragazzino che si era fatto largo tra la folla chiamandomi. In mano aveva un cono di<br />

carta di giornale con dei pezzetti di canna da zucchero. Me lo offrì dicendomi: “Dopo aver<br />

parlato devi avere molta sete”. E davvero avevo sete!<br />

Quel ragazzino, pur essendo poverissimo, aveva trovato un’occasione per servire. Aveva<br />

quel che bastava per aiutare un candidato stanco e assetato e glielo offrì, con generosità e<br />

con piacere. Questo piccolo atto di altruismo gettò un seme nel mio cuore che crebbe ne-<br />

48 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


gli anni. Pensando a quel ragazzo e al suo semplice gesto non posso non domandarmi se<br />

anch’io sarei in grado di essere altrettanto generoso.<br />

Quanti di noi che hanno scelto di far parte di questa grande organizzazione di servizio sono<br />

capaci di mostrare quotidianamente tanta generosità? Quanti di noi si ricordano di pensare<br />

prima agli altri e poi a se stessi? Solo voi potete dirlo con certezza.<br />

Amici, il <strong>Rotary</strong> non è un’organizzazione appariscente, perché la sua opera umanitaria<br />

viene svolta senza intermediari, e perché i suoi successi non sono sempre riconosciuti dai<br />

suoi contemporanei. Ma il <strong>Rotary</strong> possiede uno strumento tra i più preziosi, sebbene spesso<br />

sottovalutato e non utilizzato appieno. Mi riferisco all’Azione professionale, con la quale<br />

noi Rotariani potremo fare molto per migliorare non solo noi stessi ma anche la società in<br />

cui viviamo.<br />

Il <strong>Rotary</strong> può vantarsi di aver superato egregiamente molte sfide con i suoi programmi<br />

educativi e umanitari. Al tempo stesso dobbiamo ammettere che nonostante i progressi significativi<br />

raggiunti nelle diverse aree dell’attività umana, ancora oggi esiste la corruzione<br />

nel mondo degli affari e delle professioni, esattamente come esisteva all’inizio del secolo<br />

scorso quando fu fondato il <strong>Rotary</strong>.<br />

La mancanza di moralità e di trasparenza, i profitti illeciti, le infrazioni legali ed etiche continuano<br />

a diffondersi nella società nonostante le voci di protesta e le misure prese per<br />

contrastarli. Come possiamo rovesciare questa tendenza, o almeno impedire che si diffonda<br />

ulteriormente nella società e persino nel <strong>Rotary</strong>? Tramite il nostro valore fondamentale<br />

dell’integrità.<br />

Ricordate ai vostri club che le relazioni professionali si basano sull’individuo e sulla responsabilità<br />

che ognuno di noi si assume sapendo che le nostre azioni possono beneficiare gli<br />

altri; sull’onestà dei nostri obiettivi e sul valore che ognuno di noi dà all’etica; sulla santità<br />

della parola data e sulla manifestazione di un atteggiamento di collaborazione con gli altri.<br />

Ricordate ai vostri club che in questo mondo di contraddizioni, in cui ci si preoccupa più<br />

dell’avere che non dell’essere, questa grande sfida è affidata al <strong>Rotary</strong> e a ciascuno di noi.<br />

Da quello che vi ho detto emerge ciò che il <strong>Rotary</strong> propone da sempre: aiutare l’individuo<br />

a sviluppare il proprio potenziale, e far sì che tutte le professioni utili vengano svolte con<br />

dignità e onestà.<br />

L’ostacolo più difficile a questo proposito sarà far comprendere chiaramente ai soci dei vostri<br />

distretti il significato dell’azione professionale nel <strong>Rotary</strong>. Potrete cominciare dicendo<br />

loro che “Il miglior servizio è il miglior guadagno” non è un semplice slogan. È un’affermazione<br />

che nobilita le azioni che ci vengono ispirate dall’ideale del servire.<br />

L’azione professionale si trova indubbiamente alla base di tutto ciò che compie il <strong>Rotary</strong>:<br />

un’azione che si può svolgere solo attraverso l’esempio dato da ciascuno di noi, con i nostri<br />

comportamenti e la nostra convinzione nel suo valore di guida.<br />

Ed è con questa convinzione che io ho voluto spingere il <strong>Rotary</strong> ad affrontare la questione<br />

della coerenza tra azioni e valori: perché non avremo un futuro, a meno che gli ideali che<br />

professiamo non diventino carne e ossa, non prendano vita, non si trasformino in azione,<br />

non diventino la nostra forza.<br />

Voglio dirvi senza esitazioni che i nostri soci sono il bene più grande della nostra organizzazione.<br />

Detto ciò, è indispensabile specificare che i soci devono avere le qualifiche per diventare<br />

tali. Questa è una condizione indiscutibile: proprio perché il <strong>Rotary</strong> è composto dai<br />

rappresentanti di così tante categorie professionali siamo in grado di trovare le soluzioni<br />

più adeguate a qualsiasi problema.<br />

49


Verso la fine degli anni ‘60 ebbi il privilegio di visitare la vecchia sede centrale del RI, nella<br />

zona di Ridge Avenue a Evanston, non lontano dalla sede odierna. George R. Means era<br />

allora segretario generale – un lavoro che svolgeva con molta efficienza. L’edificio stesso<br />

emanava un senso di attività, non tanto frenetica quanto efficace: nuovi progetti, nuove<br />

speranze, nuove opportunità di servizio. Mi diede questa impressione soprattutto lo studio<br />

di Paul Harris: l’ufficio che si trovava originalmente a Chicago e che è stato riprodotto nei<br />

minimi particolari, al punto che persino i quadri sono appesi alle pareti con uno scarto di<br />

1,6 millimetri rispetto all’originale. Anche allora, nella tranquilla solitudine di quello studio,<br />

che sembrava quasi un eremo, ho avvertito la forza del servire rotariano.<br />

Mi fu detto che avrei potuto sedermi alla scrivania di Paul Harris. La osservai attentamente,<br />

osservai la sedia, la parete su cui era scritto: “Anche se un uomo ha mille amici non ne ha<br />

uno di troppo” e vidi questa organizzazione unica al mondo, composta da persone provenienti<br />

da così tanti Paesi e impegnate a perseguire l’ideale di servire. Pensai alle molte volte<br />

in cui io stesso non avevo risposto all’invito. Pensai al ragazzino di quel bassofondo che<br />

pur avendo così poco aveva cercato di aiutare uno stanco uomo politico. Penso ora al Rotariano<br />

Yongchai Surapantanakorn, deceduto al ritorno da una giornata di immunizzazione<br />

nazionale, quando il battello su cui si trovava si rovesciò, e che perse la vita salvando altri<br />

passeggeri. No, non potevo sedermi su quella sedia!<br />

Cari Rotariani, tra poche ore calerà il sipario su questa <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong>; come<br />

tutte le cose belle anche questa esperienza è destinata a concludersi, e partire è sempre<br />

triste. Quando mi volto indietro a guardare i miei 53 anni di servizio al <strong>Rotary</strong> so che oggi,<br />

a 85 anni, sono arrivato alla fine del mio lungo cammino rotariano. Non so quanti anni mi<br />

rimangano, ma spero che la salute mi permetta di continuare a servire. Qualunque cosa<br />

succeda, non dimenticherò mai le emozioni di questa giornata; e non mi stancherò mai di<br />

esprimere la mia gratitudine a voi, e ai colleghi che mi hanno preceduto e con i quali ho<br />

condiviso la mia vita.<br />

Al vostro ritorno avrete molto da raccontare ai vostri amici. Ma vi invito a raccontare un<br />

episodio in particolare: proprio qui a San Diego c’è una chiesa con al suo esterno una statua<br />

di Gesù. Trent’anni fa le mani della statua furono spezzate dai vandali. Invece di farle<br />

riparare, la chiesa decise di apporre l’iscrizione: “Non ho mani tranne le tue”.<br />

Carissimi amici, voi sarete le mani del <strong>Rotary</strong> nel <strong>2011</strong>-12. Vi lascio senza sapere se le nostre<br />

strade si incroceranno di nuovo, ma con tutto il cuore vi auguro un anno di successi e di<br />

grandi soddisfazioni all’insegna del tema: Conoscere te stesso per abbracciare l’umanità.<br />

50 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


Note conclusive del Presidente<br />

Ray Klinginsmith<br />

Presidente del RI<br />

Garrison Keillor ha un programma radiofonico negli Stati Uniti, e io ne sono un fan.<br />

Di solito, lui comincia la trasmissione con la frase “Bene, è stata una settimana tranquilla<br />

a Lake Wobegon”. Vorrei parafrasare questa frase, dicendo “Bene, è stata una bella settimana<br />

a San Diego!” Davvero una bella settimana! Siete d’accordo?<br />

Questa è stata una settimana fantastica, con un mondo modello, in cui i Rotariani da 73 Paesi<br />

hanno lavorato in pace e armonia per rendere il mondo un posto migliore. Qui al Grand<br />

Hyatt, la settimana è passata meravigliosamente, nello spirito del <strong>Rotary</strong>. Lo spirito di affiatamento<br />

e di servizio che si è sparso nel mondo, grazie all’azione di un singolo individuo<br />

che aveva invitato tre suoi amici a riunirsi con lui per parlare di una nuova idea. L’idea di un<br />

club di servizio che si sarebbe basato sull’affiatamento e l’amicizia. L’idea era semplice, ma il<br />

concetto era davvero potente! Noi tutti siamo i diretti beneficiari di quella nuova idea proposta<br />

da Paul Harris nel 1905, e vi sono milioni di altri beneficiari, grazie ai nostri programmi di<br />

servizio.<br />

Lo spirito rotariano, e la magia che abbiamo provato questa settimana, sono il risultato<br />

diretto di quell’idea. Ma vi sono state tante altre nuove idee adottate nel frattempo, le Vie<br />

d’azione, la Fondazione <strong>Rotary</strong>, il Regolamento tipo del <strong>Rotary</strong> club, la Prova delle quattro<br />

domande, e l’incarico di Governatore distrettuale! Ogni concetto che oggi contraddistingue<br />

l’organizzazione è stato concepito da un singolo Rotariano e sostenuto poi dai dirigenti<br />

rotariani a causa della loro validità. Si trattava di concetti semplici, ma che hanno creato la<br />

magia del <strong>Rotary</strong>!<br />

Adesso tocca a voi. Quali nuove idee avete per migliorare i vostri distretti? Uno dei modi<br />

per aiutare i distretti è incoraggiare i presidenti eletti di club a partecipare al Congresso del<br />

<strong>Rotary</strong> <strong>International</strong> a New Orleans. Proprio per questo avete appena visto una bella presentazione<br />

sul prossimo congresso, oltre alla presentazione che vedrete tra poco sul Congresso<br />

del 2012 a Bangkok. La partecipazione dei dirigenti di club al Congresso di New Orleans li<br />

aiuterà ad essere informati e motivati sul <strong>Rotary</strong>. E la partecipazione da parte dei dirigenti di<br />

club aiuterà le vostre squadre ad avere un ottimo anno nel <strong>2011</strong>-12. Queste sono le ragioni<br />

per cui abbiamo deciso l’anno scorso di promuovere entrambi i congressi futuri durante le<br />

assemblee, perché entrambi sono vitali per il vostro successo di squadra.<br />

In seguito all’ispirazione del discorso del presidente eletto Kalyan Conosci te stesso per<br />

abbracciare l’umanità, ognuno di noi dovrà meditare sulla sfida presentata dal suo tema<br />

presidenziale. Naturalmente, la prima domanda sarà: Come facciamo a conoscere noi stessi<br />

intimamente per poter realizzare qualcosa? Come facciamo a vedere nel profondo di noi<br />

stessi. Io penso che si tratti della nostra capacità di sognare, i sogni possono essere meravigliosamente<br />

grandi, senza paura di fallire o essere rifiutati. I sogni sono come isole tropicali<br />

dove splende sempre il sole. Mentre proviamo queste esperienze ispiratrici, sono proprio<br />

questi i momenti in cui conosciamo noi stessi nel profondo!<br />

La seconda domanda naturalmente sarà: Come possiamo usare i nostri sogni per abbracciare<br />

l’umanità? Una delle definizioni del termine abbraccio è l’aspetto fisico dell’abbraccio<br />

vero e proprio, per dimostrare affetto, e l’altra definizione, più rilevante in questo caso, è<br />

quella di amare e tenere caro. Di conseguenza, se amiamo e ci prendiamo cura dell’umanità,<br />

allora dobbiamo rendere il mondo un posto migliore per poter vivere e lavorare per tutta<br />

l’umanità – un obiettivo che i <strong>Rotary</strong> club sono completamente preparati a realizzare!<br />

Come facciamo a trasformare i nostri sogni per rendere migliore il mondo? Il Cardinale<br />

Suenens ci ha indicato la formula quando ha dichiarato: “Coloro che sognano siano benedetti,<br />

51


poiché sono pronti a pagare il prezzo per realizzare i propri sogni”. Che logica impeccabile,<br />

dobbiamo seguirla tutti quanti, realizzando i piani che sogniamo. Pianificate il vostro lavoro,<br />

e lavorateci sopra! Questa è la procedura standard del <strong>Rotary</strong>, e comincia tutto quando<br />

sogniamo alla grande e pensiamo alla grande. E possiamo farcela, se vogliamo realmente<br />

abbracciare l’umanità.<br />

Il Presidente eletto Kalyan e Binota ci hanno sfidati, dicendoci Conosci te stesso per abbracciare<br />

l’umanità, e noi sappiamo di poterlo fare sognando, pianificando e impegnandoci. Ma<br />

ricordiamoci anche che il <strong>Rotary</strong> è composto da 34.000 club in tutto il mondo ed è il vostro<br />

ruolo di governatori distrettuali eletti sviluppare nuove idee per aiutare i club nei vostri distretti<br />

a sognare, pianificare e impegnarsi per rendere il mondo un posto migliore.<br />

I dirigenti di club sono pronti a seguire la vostra leadership, se voi siete pronti a ricoprire il<br />

ruolo di amico, consigliere e sostenitore, aiutandoli a raggiungere i loro obiettivi. Ricordatevi<br />

sempre che i vostri club sono più importanti dei vostri obiettivi personali e che il modo<br />

migliore di guidare i Rotariani è il buon esempio. Possiamo farcela perché servizio, amicizia,<br />

diversità, integrità e leadership sono i nostri valori fondamentali, quello che io preferisco<br />

chiamare il DNA del <strong>Rotary</strong>. Queste caratteristiche ci distinguono dalle altre organizzazioni.<br />

Non ho dubbi che potremo aiutare i dirigenti di club a Conoscere se stessi e abbracciare<br />

l’umanità ed a rendere il mondo un posto migliore, e lo faremo così come stiamo già facendo<br />

da oltre cento anni, e lo facciamo meglio di chiunque altro al mondo!<br />

Grazie, Kalyan e Binota, per avermi dato il tempo per parlare con la vostra squadra. Buona<br />

fortuna a tutti voi!<br />

52 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


Note conclusive<br />

Kalyan Banerjee<br />

Presidente eletto del RI<br />

Cinque giorni fa siamo entrati in questa sala con grandi aspettative. Il nostro obiettivo<br />

era di portare la pace nel mondo. Le basi del nostro credo erano la fratellanza, il rispetto<br />

e l’amicizia che ci uniscono. Il nostro intento era di trovare i modi e i mezzi per partire da<br />

queste basi e, attraverso il servizio umanitario, realizzare il nostro obiettivo di pace.<br />

In queste giornate trascorse insieme abbiamo parlato lingue diverse – alcune sconosciute a<br />

molti di noi. Ma le parole contano poco davanti al linguaggio universale dell’amicizia, della<br />

cortesia, dell’accoglienza. Il rispetto reciproco e la fiducia che abbiamo gli uni negli altri<br />

hanno più che compensato la mancanza di comprensione linguistica. Durante i miei incontri<br />

personali con molti di voi, in così tante circostanze, ho spesso pensato al motto degli<br />

Stati Uniti d’America: E Pluribus Unum, cioè “da molti, uno”. Lo stesso sembra valere per<br />

noi – molte terre, molte lingue, molte persone, ma un unico obiettivo.<br />

Noi tutti partiremo domani. Ma questa sera vorrei chiedervi:<br />

• Partirete pienamente consapevoli del vostro ruolo e delle vostre responsabilità?<br />

• Vi sentite pronti a comunicare ai Rotariani dei vostri distretti l’importanza di<br />

conoscere se stessi per abbracciare l’umanità?<br />

• Siete pronti a svolgere il programma stabilito per il nuovo anno?<br />

• Avete compreso il significato del vostro ruolo di guida come governatori<br />

distrettuali?<br />

• Siete pronti a guidare il vostro distretto nell’anno più memorabile della vostra vita?<br />

Noi presenti questa sera – più di 1.300 Rotariani e consorti, in rappresentanza di oltre 200<br />

Paesi e regioni del <strong>Rotary</strong> – proveniamo da ogni angolo della Terra. La somma delle nostre<br />

esperienze supera probabilmente i 100 secoli: una cifra impressionante. Ma anche la nostra<br />

esperienza collettiva conta molto meno che non la profondità del nostro impegno e il<br />

coraggio che portiamo al nostro ruolo di leader per il prossimo anno. Dopo aver conosciuto<br />

molti di voi so che questa sera usciremo di qui con la piena consapevolezza del nostro<br />

sogno comune, e con un rinnovato impegno nei confronti delle nostre famiglie, dei nostri<br />

quartieri, dei nostri rispettivi Paesi e del mondo intero che ci aiuterà nel nostro obiettivo di<br />

pace e di una vita migliore per tutti. Perché il sogno diventi realtà abbiamo bisogno di forza<br />

interiore, impegno e coraggio del cambiamento. Governatori dell’anno <strong>2011</strong>-12, saremo noi<br />

a portare quei cambiamenti necessari per un domani migliore.<br />

Come Rotariani, servire gli altri è la cosa che ci preme di più. Ma come leader, ognuno di<br />

voi oggi deve essere disposto a realizzare il proprio potenziale non solo nel servire ma anche<br />

nel guidare gli altri. Dobbiamo essere pronti, perché il nuovo anno comincerà presto<br />

e finirà prima che ce ne saremo resi conto. La primavera è breve, l’estate svanisce in un<br />

soffio. Tagore, il poeta indiano vincitore del premio Nobel, ha espresso questo sentimento<br />

in questo verso: “Il canto che venni a cantare non ho ancora cantato. Tutto il mio tempo ho<br />

passato a tendere e ad allentare le corde del mio strumento”. Sono certo che questo non<br />

succederà a voi. Avete un anno di tempo per trasformare i vostri sogni in realtà. Servite i<br />

vostri club con impegno, con premura e con il coraggio delle vostre convinzioni, e datevi<br />

da fare perché il mondo sia più felice alla fine del vostro mandato di quanto non lo fosse<br />

all’inizio.<br />

Il <strong>2011</strong>-12 sarà l’anno dei singoli Rotariani, l’anno in cui riconosceremo e applaudiremo la<br />

loro opera nei confronti sia del <strong>Rotary</strong> che di tanti esseri umani, che forse non hanno mai<br />

conosciuto e non conosceranno mai. Sono i Rotariani che tengono attivi i 34.000 club dif-<br />

53


fusi in 200 paesi o regioni del mondo. Sono loro il nostro bene prezioso – un bene che noi<br />

abbiamo il dovere di proteggere. Durante le vostre visite ai club, fate sapere ai Rotariani che<br />

è grazie alla loro dedizione se il <strong>Rotary</strong> è diventato l’organizzazione odierna. Fate sapere loro<br />

quanto sia importante ciò che fanno per i club e per la comunità. E come l’oceano è composto<br />

da un’infinità di gocce d’acqua, dite ai Rotariani che ogni singola opera di servizio ci aiuta<br />

ad abbracciare l’umanità nel suo complesso e ad avvicinarci alla pace. È per questo che<br />

nel <strong>2011</strong>-12 ringrazieremo pubblicamente gli individui, i club e i distretti che avranno portato<br />

avanti il servire rotariano in tutti i settori previsti dagli attestati presidenziali e dal premio<br />

Artefice del cambiamento, culminando con la premiazione durante il congresso di Bangkok<br />

del maggio 2012.<br />

Ho appena accennato al congresso internazionale di Bangkok. Lasciatemelo dire: sarà un<br />

evento che nessun Rotariano vorrà perdere, ve lo prometto! Partecipate, invitate altri a partecipare:<br />

sarà un evento memorabile.<br />

Durante questa <strong>Assemblea</strong> internazionale avete potuto seguire discorsi eccezionali e partecipare<br />

a interessanti tavole rotonde – tutti ugualmente importanti nell’aiutarci a portare<br />

avanti la missione del <strong>Rotary</strong>. In particolare desidero segnalarvi il discorso del presidente<br />

emerito Raja Saboo sulla leadership. La leadership è di fatto il motivo per cui abbiamo trascorso<br />

questi cinque giorni insieme. Io ritengo che la vera leadership sia sostanzialmente<br />

una questione di altruismo: significa aiutare gli altri a raggiungere le loro aspirazioni, ad<br />

alleviare le loro difficoltà in modo che possano diventare liberi. Per ripetere un’analogia che<br />

ho usato spesso, i leader sono come i giardinieri che coltivano le loro aiole con amore, cura<br />

e fermezza, lasciando che siano tuttavia i semi del talento e della capacità a germinare e a<br />

crescere, a dare fiori e frutti prevalendo sulle erbacce dell’egoismo e dell’indifferenza.<br />

Come ho già detto in passato, credo che uno degli aspetti più importanti del <strong>Rotary</strong>, in quanto<br />

unico alla nostra organizzazione, sia l’azione professionale. Ve ne ha già parlato in modo<br />

inappuntabile il presidente emerito Bhichai [Rattakul]. E ve lo ripeto perché anch’io credo<br />

fermamente nell’azione professionale e in ciò che essa significa nelle nostre vite in termini<br />

di integrità, sincerità e onestà.<br />

Un mio amico architetto disegnava e costruiva abitazioni per una grossa impresa edile della<br />

mia città, Mumbai. I prezzi delle case a Mumbai sono tra i più alti al mondo. Dopo 35 anni<br />

di servizio presso la stessa impresa edile il mio amico andò dal suo datore di lavoro e gli<br />

espresse il desiderio di chiedere la pensione per passare più tempo con la sua famiglia. Sarebbe<br />

stato economicamente un sacrificio ma ne sarebbe valsa la pena. L’imprenditore, dispiaciuto,<br />

gli chiese come favore personale di progettare e costruire un’ultima abitazione. Il<br />

lavoro avrebbe richiesto tra i quattro e i sei mesi, un tempo di realizzazione tipico in India. Il<br />

mio amico acconsentì, sebbene a malincuore. Ne risultò una costruzione di qualità inferiore,<br />

eseguita con materiali scadenti e una lavorazione negligente. Quando la casa fu terminata il<br />

datore di lavoro del mio amico gli consegnò le chiavi e gli disse: “È tua. È il dono che l’azienda<br />

ti vuole fare per tutti i tuoi anni di servizio”.<br />

Be’, che sorpresa. E che shock. Se solo il mio amico l’avesse saputo prima di cominciare i<br />

lavori! E invece avrebbe passato il resto della sua vita in una casa piena di difetti.<br />

E questo vale per molti di noi. A volte ci capita di vivere la nostra vita con distrazione, non<br />

agendo ma reagendo alle situazioni che ci si presentano, senza dare il meglio di noi. E poi<br />

rimaniamo scioccati quando ci accorgiamo che saremo noi a dover vivere con i risultati di<br />

un lavoro fatto senza impegno e senza integrità. L’azione professionale è importante proprio<br />

perché senza che quasi ce ne accorgiamo ci aiuta a vivere in modo impeccabile. In poche<br />

parole, è la caratteristica che rende unico il <strong>Rotary</strong>.<br />

54 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


Lasciate che vi ricordi le altre due priorità per quest’anno: portare avanti quelli che sono<br />

gli aspetti migliori della nostra organizzazione, e cambiare quelli che invece devono essere<br />

cambiati, diventando noi stessi artefici del cambiamento quando è necessario.<br />

Questa sera, cari leader rotariani, riconosciamo il nostro bene più prezioso: le nostre<br />

mogli, i nostri mariti e compagni. Mia moglie non è solo la mia migliore assistente, ma<br />

la mia tenera compagna, la mia guida, la persona che mi spinge a continuare quando le<br />

cose vanno bene e mi tiene la mano nelle difficoltà. Ogni tanto, per essere sincero, può<br />

essere una peste... Ma sono i compagni e le compagne della nostra vita quelli che ci aiutano<br />

maggiormente, attutendo gli angoli più spigolosi, infondendo un senso di calma<br />

quando ne abbiamo bisogno, dandoci l’ispirazione di cui abbiamo bisogno per affrontare<br />

le sfide che ci si presentano. Prendetevi per mano: insieme sarete un team formidabile. E<br />

il vostro lavoro sarà fondamentale per il <strong>Rotary</strong>.<br />

Si dice che i momenti più significativi dell’esistenza non siano le giornate di maggior successo,<br />

ma quelle in cui si risponde a una chiamata interiore per far fronte a una sfida che<br />

porterà, un giorno, ai successi sperati.<br />

Avete sicuramente capito che mi piace raccontare aneddoti. Lasciate che ve ne racconti<br />

ancora uno, che risale ai giorni della Seconda Guerra Mondiale.<br />

Wanda Bulik aveva 18 anni e si trovava su un treno, in Polonia, al culmine della guerra,<br />

quando il controllore le si avvicinò e le chiese di occuparsi di un bambino ebreo di tre<br />

anni, abbandonato sul treno. Senza esitare la giovane, che non era ebrea, convinse il suo<br />

fidanzato, un poliziotto, a fingere di essere il padre del bambino; e per quattro anni la<br />

coppia si occupò di lui. Stiamo parlando del periodo di occupazione nazista della Polonia,<br />

quando gli ebrei venivano deportati nei campi di concentramento. Dare rifugio a un<br />

ebreo era pericolosissimo.<br />

Questa giovane donna era una persona apparentemente ordinaria che mise a rischio<br />

la propria vita per aiutare un unico essere umano. Così facendo, riuscì ad abbracciare<br />

l’umanità intera, trovando il coraggio di fare ciò che riteneva giusto.<br />

Fu Madre Teresa, una donna albanese piccola e fragile, a raggiungere Calcutta per portare<br />

la speranza a migliaia di derelitti. Fu il dottor Albert Schweitzer a lasciare la Germania e a<br />

dedicare la sua vita ad assistere centinaia di persone negli angoli più sperduti dell’Africa.<br />

Ed è stato Greg Mortenson, un americano, a rischiare la vita per permettere ai bambini<br />

e alle bambine dell’Afghanistan di frequentare la scuola e migliorare così le proprie prospettive<br />

per il futuro.<br />

Questo mondo indifferente ci spinge spesso al disimpegno. Il <strong>Rotary</strong>, al contrario, ci insegna<br />

a intervenire per aiutare l’umanità e voi, in quanto leader, sapete bene che cosa ciò<br />

significhi. Del resto, l’umanità fa parte della vostra missione. Godetevi questo impegno,<br />

che sarà fondamentale per permettere al <strong>Rotary</strong> di farsi abbracciare il mondo.<br />

Ogni vostra singola esperienza ha contribuito a prepararvi a questo momento. Pensate a<br />

che cosa vuol dire tutto ciò, non in termini di autorità, ma dal punto di vista di poter fare<br />

del bene. Pensate ai cambiamenti che potrete apportare e a come voi stessi potrete influire<br />

sul futuro.<br />

Ogni essere umano è modellato dal suo codice genetico. In termini scientifici, ognuno di<br />

noi ha un proprio DNA. Anche le organizzazioni hanno un proprio DNA. Quello del <strong>Rotary</strong><br />

è costituito dal suo Scopo, dalla sua missione e dalla sua visione. Se il vostro DNA corrisponde<br />

a quello del <strong>Rotary</strong> troverete naturale condividerne la filosofia e gli ideali e dedicarvi<br />

completamente a loro. Lo farete sapendo che da questo impegno potrete ricavare<br />

un profondo senso di soddisfazione.<br />

55


Guardando dentro di voi troverete una voce sottile che solo voi potrete sentire; una luce<br />

fioca che solo voi potrete vedere. Per ascoltare quella voce dovrete usare il cuore; per vedere<br />

quella luce dovrete usare la mente. Questa voce e questa luce, lungi dall’essere ordinarie,<br />

rappresentano la forza infinita che si manifesta attraverso il cuore e la mente, e che<br />

è in grado di risvegliare nell’individuo un nuovo magnetismo, un nuovo spirito, una nuova<br />

energia – un nuovo modo di considerare la vita.<br />

Vi chiederete: ma come è possibile abbracciare l’umanità intera – un’entità così vasta, eterogenea,<br />

indefinibile. L’umanità è formata da ogni singolo essere umano; raggiungendo<br />

un unico individuo o impegnandovi in una causa che potrà aiutare anche un solo individuo<br />

darete luogo a una reazione a catena che si estenderà all’intera società, che abbraccerà<br />

l’umanità.<br />

Questa creatività è in voi. Fa parte della vostra natura e dovrete lasciare che la natura segua<br />

la sua vocazione, che la vostra creatività raggiunga vette mai raggiunte prima. Ci riuscirete<br />

se seguirete quella voce sottile, quella luce flebile che avete in voi stessi senza lasciarvi<br />

distrarre dalle pressioni del mondo esterno. Questa riflessione diventerà parte della vostra<br />

personalità in questo anno di leadership, durante il quale potrete riscoprire voi stessi, svelare<br />

la vostra forza interiore e realizzare obiettivi ancora più elevati.<br />

La mente è ciò che spinge all’azione, distinguendo gli esseri umani da tutti gli altri esseri<br />

viventi. Il cuore è la sede della compassione, è il centro delle emozioni esattamente come<br />

dal punto fisiologico è il centro della vita.<br />

E quando parlo di passione e di emozioni, non posso non lasciarvi con quest’ultima citazione<br />

di Madre Teresa:<br />

Alla fine della nostra vita, non saremo giudicati per quanti diplomi abbiamo<br />

ricevuto, quanto denaro abbiamo accumulato o quante grandi cose abbiamo<br />

fatto. Saremo aggiudicati soltanto su questo: “Avevo fame e mi avete da<br />

mangiare. Ero nudo e mi avete vestito. Non avevo casa e mi avete accolto”.<br />

In India, quando incontriamo un’altra persona la salutiamo con le mani piegate, così, dicendo<br />

namaskaram, un’antica parola sanscrita che significa “Saluto ciò che di divino è in te”.<br />

C’è del divino in ciascuno di noi. Scoprite il divino che c’è in voi stessi, mettetevi in comunicazione<br />

con questo vostro aspetto. Il divino si manifesterà: il nostro “io interiore” si staccherà<br />

dall’egocentrismo e sarà pronto ad abbracciare l’umanità intera.<br />

Per Binota e per me sarà un privilegio lavorare con voi, condividere con voi questa grande<br />

avventura del servire attraverso il <strong>Rotary</strong>. Voi sarete sempre nei nostri pensieri e nel nostro<br />

cuore.<br />

A tutti auguro un buon viaggio di ritorno. Pensiamo alla pace e alla comprensione che possiamo<br />

portare al mondo Pensiamo che ovunque c’è una bontà nascosta, in attesa di essere<br />

risvegliata dal nostro esempio. E a ognuno di voi rinnovo l’invito a conoscere te stesso per<br />

abbracciare l’umanità.<br />

56 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


<strong>Rotary</strong>: un’esperienza che ti cambia la vita<br />

Binota Banerjee<br />

Coniuge del Presidente eletto del RI<br />

Sono lieta di darvi il benvenuto alla Sessione plenaria di apertura per i coniugi, una risorsa<br />

di nuove conoscenze sul <strong>Rotary</strong>. Alcuni di voi sono coniugi rotariani da anni e altri solo da<br />

poco tempo. In ogni caso, ci auguriamo che questo incontro sia per voi una fonte d’ispirazione.<br />

All’<strong>Assemblea</strong>, non sono importanti le diverse lingue, le tante nazionalità o le varie<br />

abitudini, bensì lo spirito di unità, il sentimento di buona volontà ed il sincero desiderio di<br />

riunirsi e diventare una forza unica. Un sorriso caloroso, una stretta di mano, o un gesto<br />

affettuoso possono unire le persone ed aprire la porta all’amicizia. Tutto questo rende possibile<br />

l’impossibile.<br />

Mi ricordo ancora quando ero anch’io all’<strong>Assemblea</strong> per la prima volta, molti anni fa, quando<br />

mio marito era Governatore eletto. Ho imparato tanto dai miei amici, e oggi posso dire<br />

francamente che ognuno dei presenti ha qualcosa di importante da offrire. Sono certa che<br />

impareremo gli uni dagli altri e, insieme, avremo l’opportunità di vivere un momento<br />

irripetibile!<br />

Quando Kalyan era Governatore, siamo andati insieme a visitare tutti i club del distretto.<br />

In India, fanno sedere la First Lady del distretto sul baldacchino, così tutti riescono a vederla.<br />

Un giorno, ero distratta e qualcuno nel pubblico mi aveva mandato un biglietto. Sul foglio<br />

c’era scritto “Binota, sorridi”. L’ho letto e ho immediatamente sorriso. Anche tanti anni<br />

dopo, il consiglio è sempre ottimo. Da allora in poi, continuo a sorridere e voglio che tutti<br />

voi sorridiate quest’anno, l’anno prossimo e negli anni a venire. Continuate a sorridere e,<br />

come dice la canzone, il resto del mondo sorriderà con voi!<br />

Una volta, sempre quando Kalyan era Governatore, pensavo di non poter andare con lui<br />

per una visita e il presidente del club scrisse una lettera a Kalyan, dicendogli: “Se Binota<br />

non può venire, allora questa non è da considerare come la sua visita ufficiale!” Questo<br />

dimostra quanto sia importante la presenza del coniuge per i Rotariani del mio Paese.<br />

Come ha già dichiarato Kalyan, “Il supporto e il servizio offerti dai coniugi attraverso il<br />

<strong>Rotary</strong> dimostrano talento, intelligenza, capacità e grande amore”.<br />

I Rotariani apprezzano il vostro ruolo, che è unico come tutti voi. Il <strong>Rotary</strong> ha bisogno che<br />

voi realizziate i grandi sogni. Grazie anticipatamente per il vostro impegno. Sono certa che<br />

farete del vostro meglio per sostenere la prossima generazione di leader del <strong>Rotary</strong>. Oltre<br />

cento anni di storia rotariana hanno dimostrato che i coniugi hanno il potenziale per fare la<br />

differenza e, per questo, prego perché Dio vi dia la sua benedizione.<br />

E adesso vorrei presentarvi l’uomo che conosco, con il quale ho condiviso 42 anni della<br />

mia vita: mio marito, Kalyan. Ci siamo conosciuti in un ospedale dove io lavoravo come<br />

infermiera e lui era ricoverato come paziente. Doveva passare una visita di due giorni, ed<br />

invece è rimasto lì per 49 giorni. Ci siamo innamorati e da allora in poi siamo sempre stati<br />

insieme. Abbiamo creato insieme una bella famiglia e il <strong>Rotary</strong> ci ha permesso di avere<br />

amici dappertutto.<br />

Abbiamo un figlio e una figlia, entrambi sposati. Nostro figlio vive in Australia e nostra figlia<br />

vive a Toronto, in Canada. Abbiamo quattro nipotini, una femminuccia e tre maschietti,<br />

che amiamo immensamente.<br />

57


Mio marito è un uomo dedicato alla famiglia, uno che lavora duro, un padre attento ed un<br />

Rotariano impegnato. Ha determinazione e perseveranza e sono certa che darà il meglio di<br />

sé al <strong>Rotary</strong>, guidando i Rotariani nel modo che conosce meglio, dando l’esempio.<br />

Kalyan è mio marito, ma è anche il mio compagno, il mio amico, il mio amore e la mia anima.<br />

Ci siamo dati il supporto reciproco per tutto il nostro percorso e vi invito tutti ad unirvi<br />

a me quest’anno per dare il nostro supporto ai nostri coniugi nel migliore dei modi.<br />

Loro hanno una missione importante da realizzare – Conosci te stesso per abbracciare<br />

l’umanità.<br />

Signori e signore, è con grande emozione, gratitudine e amore che sono lieta di<br />

presentare il presidente del <strong>Rotary</strong> <strong>International</strong> per l’anno <strong>2011</strong>-12, il mio caro marito,<br />

Kalyan Banerjee.<br />

58 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>


One <strong>Rotary</strong> Center<br />

1560 Sherman Avenue<br />

Evanston, IL 60201-3698 USA<br />

www.rotary.org<br />

IT—(111)

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