Assemblea Internazionale 2011 DISCORSI - Rotary International

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L’amico dice: Le guerre si vincono con la forza delle braccia. L’ufficiale risponde: No, non credo che le guerre si vincano con la forza delle braccia. L’amico allora gli chiede: E cosa serve dunque per vincere le guerre? L’ufficiale, dopo qualche secondo risponde: Io credo che le guerre si vincano coi sentimenti – i sentimenti in te, i sentimenti in lui e i sentimenti in me. Perché oggi concludo con questo episodio? Bene, intanto perché anche abbiamo parlato di guerra e pace ma anche perché negli ultimi 20 minuti, ho cercato di spiegarvi qual è la forza che abbiamo dentro e che ci spinge ad agire, la stessa forza che anima il Rotary: i sentimenti in te, i sentimenti in lui e i sentimenti in me. Conosci te stesso per abbracciare l’umanità. Ed io mi auguro che, per ognuno di voi, questa Assemblea internazionale sia all’altezza delle vostre aspettative. 5
Rafforzare le famiglie, edificare le comunità Adélia A. Villas Governatore distrettuale emerito Mi è stato chiesto di parlarvi della famiglia. Vorrei cominciare accennando a come questa istituzione sociale mi abbia aiutato a crescere, dal punto di vista personale e professionale. Sono nata nel Brasile meridionale e sono cresciuta in una famiglia di origine italiana, con mio padre Olympio e mia madre Lucia, che sfortunatamente non sono più con noi, mia sorella Alice – oggi governatore distrettuale – e i miei due fratelli Augusto e João. Sin dalla prima infanzia ci siamo resi conto di che cosa volesse dire vivere in una struttura patriarcale e matriarcale. Mio padre era un uomo forte, di buon carattere e di grande cultura sebbene non avesse molta fortuna nelle sue attività commerciali. Invece la mia nonna materna, Helena, aveva un’azienda agricola ben avviata – e la presunzione di voler comandare nella famiglia della sua unica figlia. Se c’è una cosa che mia madre ci ha insegnato è il rispetto per gli adulti, e il fatto che avremmo potuto imparare molto dalla difficile relazione tra mio padre e sua suocera. La nostra era una vera famiglia italiana. Sebbene mancassero i mezzi finanziari per permetterci una vita di società, a tutti venne data un’ottima educazione. Frequentammo buone scuole, che ci aiutarono a crescere intellettualmente. Mia nonna non era d’accordo. Diceva: “Le ragazze devono imparare a cucire e a ricamare; devono frequentare dei giovani in modo da sposarsi il più presto possibile”. Infatti per il nostro quindicesimo compleanno ci regalò una macchina da cucire. Gli anni della nostra infanzia e adolescenza furono molto felici, sia in famiglia che nel quartiere in cui abitavamo. Durante la seconda guerra mondiale passavamo le serate a giocare a domino e ad altri giochi o ad ascoltare l’opera; dalla radio e dai racconti di nostro padre venivamo a sapere che cosa succedeva nel mondo. I nostri genitori ci furono costantemente d’esempio con la loro partecipazione a iniziative benefiche e culturali. Io fui la prima ragazza a guidare un gruppo di scout nel mio Stato. La nostra famiglia cantava in cori religiosi e folcloristici e a sedici anni io stessa diressi un coro di voci maschili. Ebbi la possibilità di frequentare corsi di teatro organizzati dai Gesuiti, di suonare il pianoforte in una compagnia di danza classica, di prendere lezioni di danza. Non avevamo molto tempo libero, ma eravamo circondati da parenti e amici ed eravamo felici. E felice era la comunità in cui vivevamo dove adulti, giovani e bambini svolgevano ruoli diversi e godevano tutti di rispetto. Il tema di questa seconda sessione dell’Assemblea Internazionale non è stato scelto a caso. Il presidente eletto Banerjee ha voluto richiamare la nostra attenzione sull’importanza di rafforzare l’istituzione della famiglia – sia essa la nostra famiglia, la famiglia del Rotary o la famiglia formata dai nostri fratelli e sorelle di tutto il mondo. Come Rotariani siamo invitati a riflettere sul ruolo che possiamo svolgere nei confronti della famiglia. Come ha detto il presidente emerito Herb Brown: “Quando noi Rotariani ci occupiamo dei bambini del mondo, ci occupiamo delle loro famiglie. E dato che la famiglia è il nucleo di ogni comunità, le nostre azioni contribuiscono a rafforzare la comunità locale e, indirettamente, quella globale”. Se una comunità non ha accesso a servizi basilari come l’acqua, gli impianti igienici, l’assistenza medica, l’istruzione, l’avviamento professionale e il lavoro, noi Rotariani perdiamo la nostra battaglia contro la violenza, la droga, la prostituzione, e gli altri aspetti più tristi della cosiddetta società moderna. Non è pensabile che la vita del club possa essere separata da quella della comunità. 6 Discorsi Assemblea Internazionale 2011
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