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Assemblea Internazionale 2011 DISCORSI - Rotary International

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L’effettivo<br />

John C. Smarge<br />

Consigliere del RI<br />

Il <strong>Rotary</strong> e il mondo che lo circonda continuano a cambiare. Negli ultimi 105 anni il <strong>Rotary</strong><br />

si è adattato ai tempi, acquistando un assetto molto diverso da quello con cui era stato fondato.<br />

Il <strong>Rotary</strong> e il mondo non sono più com’erano nel 1905, nel 1955 e nemmeno nel 2005.<br />

Davanti a questa costante evoluzione dobbiamo chiederci: il <strong>Rotary</strong> ha raggiunto il massimo<br />

della sua espansione? Rischia ora di estinguersi?<br />

Il numero sempre inferiore di soci nei nostri club e, più specificatamente, le percentuali<br />

sempre più basse di conservazione dell’effettivo rappresentano un problema che dobbiamo<br />

affrontare sia localmente che a livello globale. Che queste tendenze nell’ambito dell’effettivo<br />

preoccupino molti Rotariani lo si evince dai numerosi commenti a proposito pubblicati<br />

nelle riviste, nei bollettini e online. In particolare voglio leggervi le affermazioni di tre<br />

Rotariani, a mio parere esemplificative dei nostri timori in merito all’effettivo. Ha detto un<br />

Rotariano:<br />

Nei nostri club accettiamo nuovi soci – individui che hanno tutte le qualifiche<br />

necessarie per diventare attivi nella nostra organizzazione – e crediamo<br />

di aver aumentato l’effettivo. Ma a meno che non riusciamo a motivare i<br />

nuovi venuti, a coinvolgerli in programmi stimolanti, molti di loro se ne andranno<br />

in silenzio.<br />

Ecco il commento di un altro Rotariano:<br />

L’età media dell’effettivo rotariano si è alzata gradualmente. Ogni anno il<br />

<strong>Rotary</strong> perde il 10 percento circa dei suoi soci. Per controbilanciare questa<br />

tendenza e rafforzare i nostri club abbiamo bisogno di giovani Rotariani –<br />

persone di qualità che ci permettano di ottenere una compagine sociale più<br />

equilibrata dal punto di vista dell’età.<br />

E infine, un altro Rotariano scrive:<br />

Molti in passato sono entrati nel <strong>Rotary</strong> senza conoscere il vero significato<br />

della nostra organizzazione. Di conseguenza molti club si sono indeboliti<br />

ammettendo nuovi soci che non hanno mai ricevuto alcuna formazione sul<br />

vero significato del <strong>Rotary</strong>.<br />

Io credo, e immagino che anche voi siate d’accordo, che questi tre Rotariani abbiano riassunto<br />

in poche parole le sfide che deve affrontare oggi il <strong>Rotary</strong>. Vorrei identificare i tre<br />

Rotariani che ho appena citato. Il primo è il presidente emerito Clem Renouf, nel discorso<br />

rivolto al congresso internazionale di Tokyo nel 1978. Il secondo, che parla della necessità di<br />

ammettere nel <strong>Rotary</strong> soci più giovani, è il presidente emerito James Conway, nel discorso<br />

tenuto al congresso internazionale di Honolulu nel 1969. E l’ultimo, che si esprime sulla necessità<br />

di un programma di formazione migliore, è il presidente internazionale Everett Hill,<br />

in un discorso tenuto a Edimburgo nel 1921, 16 anni dopo la nascita del <strong>Rotary</strong>.<br />

Da queste tre citazioni, rilasciate in un arco di 90 anni, emerge con chiarezza che le nostre<br />

preoccupazioni odierne non sono nuove, ma non per questo sono meno urgenti.<br />

Le statistiche parlano chiaro. Le cifre sull’effettivo rotariano indicano una situazione stagnante<br />

ovunque nel mondo, con l’unica eccezione dei club appena fondati. Si parla molto<br />

di perdite, ma non se ne valutano realmente le conseguenze sulla nostra organizzazione.<br />

28 Discorsi <strong>Assemblea</strong> <strong>Internazionale</strong> <strong>2011</strong>

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