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Numero Sette - Danae

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Quando si parla di Visigoti, subito si pensa ad<br />

Alarico, che guidò i suoi guerrieri contro il grande<br />

gigante ormai agonizzante, l'Impero Romano<br />

d'Occidente, saccheggiò Roma, nel 410, per spingersi<br />

successivamente verso sud. Colto da morte<br />

improvvisa, la leggenda racconta che Alarico sia stato sepolto nel letto del fiume<br />

Basento, provvisoriamente deviato per scavare la tomba del re. I Visigoti risaliranno poi<br />

verso nord, sotto la guida del fratello e successore di Alarico, quell'Ataulfo marito di<br />

Galla Placidia che riuscì dapprima ad assoggettare l'Aquitania e successivamente la<br />

penisola iberica. Qui, i Visigoti si stabilirono nel VI e VII secolo, fondando un regno<br />

rimasto stabile fino all'impetuosa avanzata degli Arabi, che giunsero a Poitiers, ove<br />

furono fermati nel 732 da Carlo Martello. La ricerca di Luca Montecchio, rigorosamente<br />

documentata, eppure scritta in una lingua piana e scorrevole, è ricca di note preziose<br />

per gli specialisti e corredata da una cospicua bibliografia, e si propone di far luce<br />

proprio sul periodo della dominazione visigota in Spagna e sulle ragioni che, nel 589,<br />

mossero Recaredo a convertirsi al cattolicesimo, spingendo alla conversione anche i<br />

sudditi, favorendo così la fusione delle due etnie principali, l'ispano-romana e la<br />

visigota. La diffusione del cattolicesimo fu di stimolo ad una vasta fioritura di scuole<br />

monastiche e vescovili, che contribuirono a conservare e a trasmettere l'eredità<br />

culturale del mondo classico, riuscendo in molti casi a difendere perfino dall'invasione<br />

araba un inestimabile patrimonio di manoscritti. Dopo aver illustrato gli aspetti religiosi,<br />

culturali e giuridici del regno, l'Autore indaga la società visigota, le divisioni interne, i<br />

rapporti con la consistente minoranza ebraica iberica e con il regno ostrogoto di<br />

Teodorico, contribuendo alla conoscenza di un popolo e di un periodo che spesso, con<br />

troppa superficialità, ci limitiamo a definire "barbari".<br />

Recensione di Piera Rossotti Pogliano<br />

Luca Montecchio è studioso della tarda antichità e del medioevo, ed ha condotto le<br />

sue ricerche presso le università di Roma, Bordeaux e Macerata. Autore di numerosi<br />

articoli su riviste specializzate e in Atti di convegni, ha pubblicato con Claudia Costaurta<br />

Vita e opera di frate Antonio Bruni da Firenze (Roma, 2002), in cui analizza la<br />

condizione dei frati predicatori a cavallo del secolo XVI.<br />

30 DM<br />

I Visigoti<br />

e la rinascita culturale del secolo VII<br />

di Luca Montecchio<br />

Edizioni Graphe.it<br />

Saggio<br />

136 pagine<br />

Euro: 12.00<br />

ISBN: 88-89840-06-4<br />

D. La vostra rivista opera, in forme diverse, dal 1987.<br />

Ci racconti come si è evoluta negli anni, e come si è<br />

modificato nel frattempo il mondo dei Libri in Italia,<br />

visto dal vostro punto d’osservazione privilegiato? Nel<br />

1987 il fenomeno delle pubblicazioni col contributo<br />

dell’autore era già così diffuso?<br />

R. LN-LibriNuovi è attualmente una rivista trimestrale<br />

di recensioni e attualità librarie, prodotta in forma<br />

cartacea e on line. Ma LN è nata (il numero 1 della<br />

vecchia serie, ovviamente introvabile, è del Natale<br />

1987) come bollettino per soci di una cooperativa<br />

libraria editrice, la C.S. libri di Torino, che continua a<br />

essere il nostro editore. Allora aveva tutti i pregi e i<br />

difetti di un bollettino o, se preferisci, di una fanzine:<br />

“cattiveria”, partigianeria e produzione in economia. Le<br />

recensioni ospitate dalla vecchia serie erano quasi<br />

sempre brevi, e parte del nostro piacere di scriverle<br />

era riuscire a dare in poche righe giudizi motivati,<br />

stroncature comprese. Alcuni dei nostri abbonati ancora<br />

ricordano gli esordi di LN con una certa nostalgia.<br />

A distinguerlo da altre riviste erano tre caratteristiche<br />

che si sono mantenute nel tempo: l’essere curato da<br />

una redazione di lettori insoddisfatti del modo in cui<br />

altre riviste simili recensivano i libri (in sintesi: troppo<br />

paludate o troppo prone alle indicazioni dei grandi<br />

editori); la formazione scientifica e non umanistica<br />

della maggior parte dei redattori (che spiega, ad<br />

esempio le rubriche dedicate alla scienza e, almeno in<br />

parte la passione per generi come la fantascienza, il<br />

gotico e l’horror); il fatto di considerare l’oggetto libro<br />

non soltanto come veicolo di parole e concetti ma<br />

come prodotto soggetto a scelte economiche, mode,<br />

influenze pubblicitarie ecc.<br />

Dopo qualche anno di rodaggio i collaboratori<br />

“dilettanti” di LN cominciarono a specializzarsi, portando<br />

sulla rivista non solo i loro gusti e disgusti ma anche<br />

le loro competenze professionali (ad esempio le<br />

competenze librarie ed editoriali di alcuni di noi): le<br />

pagine ospitarono rubriche, articoli di fondo, qualche<br />

volta un po’ di narrativa… Le recensioni divennero più<br />

lunghe e approfondite. La misura del bollettino/<br />

fanzine, del mostro di belle speranze, ci stava stretta.<br />

Dal dicembre 1996, nell’imminenza del decimo anno e<br />

dopo 36 numeri “amatoriali”, LN divenne una testata<br />

indipendente, con copertina a colori, curata dal Nautilus,<br />

associazione culturale costituita da soci, lettori<br />

della rivista, amici e fiancheggiatori che detiene tuttora<br />

la proprietà della testata. Del vecchio LN, il trimestrale<br />

attuale ha mantenuto la scelta di non ospitare pubblicità<br />

né recensioni a pagamento o su invito (degli autori,<br />

delle case editrici) e vive esclusivamente di abbonamenti<br />

e vendite in libreria.<br />

Per fare il grande salto, oltre che di un modesto capitale,<br />

di coraggio/incoscienza e di un editore, avevamo<br />

bisogno di un giornalista disposto a fare il direttore<br />

editoriale. Victoria Franzinetti, socia della CS da sempre,<br />

pur svolgendo tutt’altra professione, ha accettato.<br />

Da allora LN ha mutato pelle alcune volte: cambia-<br />

menti di grafica, rivoluzione<br />

nelle rubriche, avvicendamenti<br />

nella redazione, acquisto<br />

di altri collaboratori.<br />

Qualche anno fa abbiamo<br />

doppiato la boa dei trenta<br />

numeri nel nuovo formato; a<br />

dicembre 2007 compiremo<br />

vent’anni. Non c’è male per<br />

una piccola fanzine.<br />

Ciò che mi piace particolarmente<br />

di LN è il gusto per la<br />

contaminazione, che condivido<br />

con numerosi redattori e collaboratori; la rivista<br />

dedica spazio a libri di tutti i tipi, dal ponderoso saggio<br />

storico al libro di storia della matematica, alla narrativa<br />

d’avventura, alla raccolta di poesie, ma se sfogli un<br />

numero qualsiasi incontrerai spesso opere di confine<br />

fra letteratura “alta” e generi, fra saggio e narrazione,<br />

fra prosa e poesia, libri che esplorano le possibilità<br />

della lingua e che sappiano sorprendere il lettore.<br />

Accanto a LN e con il contributo e la cura dei membri<br />

della redazione e/o di collaboratori sono nati altri due<br />

progetti:<br />

Fata Morgana, un progetto editoriale annuale giunto<br />

quest’anno al numero 11 che raccoglie ogni anno<br />

racconti a tema, accostando scritti di autori italiani e<br />

stranieri già noti, pubblicati da editori a distribuzione<br />

nazionale, di autori già pubblicati nelle scorse edizioni<br />

e in altre antologie e di autori esordienti o quasi. Il<br />

titolo del progetto non si riferisce alle fate ma all’omonimo<br />

fenomeno di rifrazione luminosa, il tema cambia<br />

ogni anno e i racconti prescelti devono trattarlo in<br />

maniera inconsueta, con originalità stilistica e attenzione<br />

alle parole.<br />

Alia, un’antologia annuale dedicata alla narrativa fantastica<br />

di tradizione italiana, anglofona e giapponese.<br />

Giunta quest’anno al quinto numero, Alia ha ospitato<br />

autori e disegnatori anche molto noti nei loro paesi,<br />

interessati ad accostare tradizioni narrative e culturali<br />

molto differenti.<br />

D. Se ci sono, quali sono, secondo te, le grandi case<br />

editrici italiane che offrono un reale spazio di emersione<br />

agli autori esordienti italiani?<br />

R. Ahimé, temo che autori esordienti italiani e grandi<br />

case editrici di norma si incontrino soltanto tangenzialmente.<br />

Una delle figure chiave dell’editoria è quella<br />

dell’editor, che però oggi mi pare stia restringendo il<br />

proprio campo d’intervento. Prima, case editrici come<br />

Einaudi avevano numerosi lettori incaricati di leggere i<br />

manoscritti inviati. Ma una squadra di lettori costa, se<br />

la possono permettere soltanto grandi editori e la<br />

tendenza è quella di abbattere i costi. In ogni caso è<br />

molto difficile (ma non impossibile, certo) che un esordiente<br />

venga subito pubblicato da una grande casa<br />

editrice. A meno che, naturalmente, non appartenga al<br />

circuito “culturale” o dello spettacolo, con un percorso<br />

DM 11

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