Numero Sette - Danae
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Agnese è un libro di memoria nel quale, però,<br />
l’autore riesce a superare quello che fu definito<br />
“il limite italiano” di una certa narrativa, la<br />
vocazione all’idillio, alla memoria, appunto,<br />
all’autobiografia, per arrivare alla cronaca reale,<br />
alla storia, quella di una generazione: gli anni di “Carosello”.<br />
Superati, ormai, gli affanni di un lungo dopoguerra, gli italiani, compresi gli abitanti<br />
del paese natio dell’autore, s’affacciano cautamente al mondo del benessere, del<br />
“consumismo”. Ne fanno fede motorini e seicento, certe pretese d’eleganza<br />
dell’abbigliamento femminile e il già marcato predominio della televisione nella vita<br />
quotidiana.<br />
Il ricordo della madre, cuore del racconto, s’allarga alla rievocazione della vita del<br />
borgo e dei suoi abitanti. Ne esce un vivace affresco di figure, sveltamente ritratte,<br />
che ritmano il colloquio dello scrittore con la sua memoria.<br />
Il tutto viene espresso con un divertente “lessico familiare” rivelatore della bonaria<br />
arguzia, del gusto per lo scherzo che accompagnavano i tempi ancora semplici della<br />
vita paesana. Poi ci sono i temi intrecciati dei colorati paesaggi naturali, (l’autore non<br />
può che essere anche pittore) con i paesaggi interiori di un animo infantile.<br />
L’intera narrazione, in realtà, trascolora dal fatto raccontato all’intimità del sentire,<br />
delle emozioni, per arrivare e concludersi, con pudore delicato, nell’impatto,<br />
inevitabile per tutti, con il dolore. E’ proprio la possibilità, per ciascuno di noi, di<br />
ritrovarsi in questa storia che la rende interessante e gradevolmente fruibile alla<br />
lettura.<br />
Recensione di Bruna Nizzola<br />
Giovanni Buzi, nato a Vignarello (VT) nel 1961 è laureato in Storia dell'arte<br />
contemporanea. Tra le sue pubblicazioni i romanzi Faemines (Roma 1999) e Il<br />
Giardino dei Principi (Bolsena 2000), il saggio William Turner in Etruria (Bolsena<br />
2004), le raccolte di novelle Fluorescenze (Viterbo 2004) e Sesso, orrore e fantasia<br />
(Bolsena 2005).<br />
32 DM<br />
Agnese<br />
di Giovanni Buzi<br />
Tabula Fati<br />
Romanzo<br />
183 pagine<br />
Euro: 9.00<br />
ISBN: 88-7475-078-1<br />
na, si fece insopportabile e lo costrinse a sedersi.<br />
Scelse di farlo sulla sedia davanti alla porta e fu allora che<br />
la vide.<br />
Sembrava sbucata dal nulla, avanzava regale, abbigliata<br />
come per andare ad un matrimonio.<br />
Un ampio cappello le nascondeva il viso, un vestito di chiffon<br />
fasciava il corpo non più giovane e portava delle scarpette<br />
con tacchetto, assolutamente fuori luogo.<br />
L’acciottolato del vicolo le rendeva arduo l’incedere, ma nonostante ciò non le faceva perdere<br />
eleganza, quell’eleganza che una ha dentro e che non si può inventare.<br />
Ora la donna era davanti a lui e gli stava chiedendo se conosceva per caso la signora Marisa.<br />
“E’ mia moglie” – replicò attonito.<br />
“Bene – disse l’elegante signora – dove la posso trovare?”<br />
“Giù alla spiaggia – disse Attilio – scusi, perché la cerca?”<br />
“Mi hanno detto che dipinge molto bene, soprattutto acquarelli di marine” – rispose la signora<br />
in chiffon.<br />
“Solo acquarelli di marine” – scappò di dire ad Attilio – si è specializzata in quelli – tentò di<br />
rimediare bonario - ma entri la prego, i suoi quadri sono tutti qua dentro.”<br />
La signora sembrò apprezzare il fresco all’interno del ristorante, ma ancor di più sembrò apprezzare<br />
quei capolavori acquosi sparsi ovunque. Le davano un senso di pace, diceva, le ricordavano<br />
il padre buonanima e anche le vacanze al mare coi suoi e poi la facevano stare<br />
bene. Ne aveva intravisto uno, per caso, in una piccola foto a corredo di un articoletto su di<br />
una rivista di viaggi scritto in occasione dell’apertura di quel ristorantino nell’isoletta vattelapesca<br />
e da allora aveva deciso che lì sarebbe andata e se avesse potuto li avrebbe comperati<br />
tutti.<br />
E così fu, poi pranzò e se andò con l’ultimo traghetto. I quadri gliel’avrebbero spediti di là ad<br />
un mese, il tempo di riempire le pareti con altre marine, perché tutta quella gente che ora<br />
arrivava dal continente non poteva mica mangiare in una sala spoglia e poi, a guardarli bene,<br />
quegli acquarelli erano niente male...<br />
…<br />
Puoi leggere sul nostro sito, www.danaelibri.it, i racconti classificati<br />
al secondo e al terzo posto in questa edizione:<br />
“LA COLPA” - di Salvina Alba<br />
“L’UOMO CON LA BOMBETTA” - di Carlo Battaglini<br />
DM 9