TURANDOT TURANDOT - Il giornale dei Grandi Eventi
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<strong>Il</strong> Giornale <strong>dei</strong> <strong>Grandi</strong> <strong>Eventi</strong><br />
Turandot<br />
Giuseppe Adami Renato Simoni<br />
Commediografo, librettista, sceneggiatore, critico teatrale e regista<br />
cinematografico, Giuseppe Adami è nato a Verona il 4 febbraio 1878.<br />
Fin da giovanissimo si dedica al giornalismo, collaborando con il<br />
quotidiano veronese L’Arena e, dal 1913 come critico musicale a La Sera di<br />
Milano, città nella quale si è in quegli anni trasferito.<br />
Scrive circa una quarantina di commedie comico-sentimentali, delle quali<br />
alcune in dialetto veneto: I fioi de Goldoni (1905), El paese de l’amor (1907) con<br />
Arnaldo Fraccaroli, Bezzi e basi (1915) in veneziano, mentre in italiano La<br />
sorella lontana (1909), La capanna e il tuo cuore (1913), Pierrot innamorato (1914),<br />
Capelli bianchi (1915), quest’ultima<br />
forse la migliore delle sue commedie.<br />
I suoi lavori sono quasi tutti ben<br />
accolti dal pubblico per l’ottimismo<br />
borghese che le anima. Le<br />
commedie sono, infatti, di un<br />
tenue sentimentalismo, graziose e<br />
piacevoli per compostezza di<br />
espressioni e vaghezza colorita di<br />
stile. Di esse, in buona parte recitate<br />
da Dina Galli, particolare fortuna<br />
ebbero Felicita Colombo (1935)<br />
da cui fu tratto anche un film nel<br />
1937 e Nonna Felicita (1936) in cui è<br />
rappresentata la conquista della<br />
buona società milanese da parte di<br />
una Madame Sans-Gêne meneghina,<br />
l’arricchita salumaia Felicita.<br />
Giuseppe Adami, Giacomo Puccini e Renato Simoni<br />
Giuseppe Adami ha scritto anche<br />
diversi libretti per opere, <strong>dei</strong> quali i più conosciuti sono La via della finestra<br />
(1919) per Riccardo Zandonai e quelli per Giacomo Puccini: La rondine<br />
(1917), <strong>Il</strong> tabarro (1918), Suor Angelica ed, in collaborazione con Renato<br />
Simoni, Turandot (1926).<br />
Stretto amico di Puccini, cura nel 1928 il primo epistolario pucciniano e scrive<br />
due biografie del musicista, delle quali la maggiore è <strong>Il</strong> romanzo della vita<br />
di Giacomo Puccini (1932). E’ anche autore di soggetti cinematografici e di<br />
un’azione coreografica Vecchia Milano per la musica di Franco Vittadini<br />
(1928).<br />
Muore a Milano il 12 ottobre 1946.<br />
A. C.<br />
Renato Simoni<br />
I librettisti<br />
13<br />
Giornalista, critico teatrale, commediografo, regista di teatro e cinema,<br />
Renato Simoni finito il liceo, rimasto orfano di padre, deve lavorare<br />
anche per provvedere alla famiglia e comincia così quella che sarà la<br />
sua brillante carriera di giornalista.<br />
Nato il 5 settembre 1875 a Verona, entra nel 1894 nel <strong>giornale</strong> veronese L’Adige<br />
dove assume anche l’incarico di cronista teatrale. Cinque anni dopo diventa critico<br />
drammatico e letterario del quotidiano L’Arena e collabora a periodici umoristici<br />
firmandosi con lo pseudonimo di “Turno”.<br />
Nel 1899 si trasferisce a Milano come critico drammatico del Tempo, testata<br />
che lascerà nel 1903 per passare al<br />
Corriere della Sera dove inizialmente<br />
si mette in luce con una serie di<br />
brillanti corrispondenze<br />
dall’Oriente, articoli vari ed elzeviri<br />
di terza pagina, finché nel<br />
1914 sostituisce Giovanni Pozza<br />
nell’incarico di critico drammatico<br />
che eserciterà con equilibrio e sottigliezza<br />
di gusto, fino alla morte.<br />
Simoni tiene, inoltre, la rubrica di<br />
fondo dell’<strong>Il</strong>lustrazione italiana e la<br />
direzione della Lettura, ed è collaboratore<br />
dell’umoristico Guerin<br />
Meschino, della Domenica del Corriere<br />
e del Corriere <strong>dei</strong> piccoli.<br />
Durante la prima guerra mondiale<br />
organizza al fronte il “Teatro del solda-<br />
to”(1917) e fonda e dirige La Tradotta,<br />
<strong>giornale</strong> di trincea della terza armata.<br />
Notevoli i suoi scritti come critico su Shakespeare, sulla commedia italiana del<br />
Cinquecento, sulla commedia dell’Arte, sul prediletto Goldoni e certi suoi<br />
ritratti di commediografi, di attori, di critici come Gli assenti (1920), Ritratti<br />
(1923), Teatro di ieri (1938) e Uomini e cose di ieri (1952).<br />
Tra il 1902 e il 1910 scrive per la scena quattro commedie in dialetto veneto che<br />
vengono tutte interpretate dal sensibilissimo Ferruccio Benini: La vedova (1902),<br />
Carlo Gozzi (1903) , Tramonto (1906) e Congedo (1910).<br />
La sua prima commedia fu La vedova che riscosse discreto successo, come<br />
Congedo. Successo che invece non ottennero i lavori Carlo Gozzi e Tramonto,<br />
mentre con indifferenza fu accolta il Matrimonio di Casanova (1910), la commedia<br />
scritta da Simoni in collaborazione con Ugo Ojetti. Opere per lo più originali,<br />
intimiste, ricche di psicologia, talora anticipatrici di una drammaturgia<br />
moderna. Del 1908 è la rivista Turlupineide, una piccante satira di personaggi<br />
della vita politica e letteraria, prima del genere in Italia e subito imitatissima.<br />
Dalle commedie ai libretti<br />
Nel 1910 scrive il libretto per l’operetta La secchia rapita, prima esperienza in<br />
campo librettistico proseguita poi con collaborazioni più impegnative. E’<br />
anche regista di memorabili spettacoli goldoniani e di classici come<br />
Shakespeare, Pirandello, Tasso, nonché autore di vari libretti d’opera:<br />
Madame Sans-Gêne (1915) per Umberto Giordano, Turandot (1926) realizzato<br />
in collaborazione con Giuseppe Adami per Giacomo Puccini e il Dibuck per<br />
Lodovico Rocca.<br />
La sua pungente visione critica appare nelle recensioni del Corriere della Sera,<br />
raccolte postume in 5 volumi sotto il titolo di Trent’anni di cronaca drammatica<br />
1911-52 (1951-60), nelle Cronache della ribalta (1927) e nei commenti del<br />
giorno Le fantasie del nobiluomo Vidal (1953).<br />
Nel 1939 è nominato accademico d’Italia e nel 1951 presidente del Circolo<br />
della Stampa di Milano.<br />
Lascia al museo della Scala la sua cospicua raccolta teatrale composta da<br />
40.000 volumi, collezioni di riviste, costumi, maschere, manifesti e altri<br />
oggetti di interesse teatrale.<br />
Muore a Milano il 5 luglio 1952 e nello stesso anno è commemorato al<br />
Festival di Venezia con La vedova.<br />
Alice Calabresi