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Monitoraggio - Istituto Professionale A. De Pace

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vocazionalmente aperti al tessuto produttivo territoriale quali sono gli istituti professionali che,<br />

grazie alla terza area, da sempre sono abilitati all’interazione con il mondo del lavoro. Le scuole<br />

che hanno manifestato maggiore difficoltà nella sperimentazione dell’alternanza, infatti, sono i<br />

Licei ma, paradossalmente, sono anche le scuole i cui allievi, attualmente, risultano i più interessati<br />

ad essa, proprio per la possibilità di “svecchiare” l’impianto didattico ed aprirsi al contesto di<br />

riferimento nello scenario previsto dall’autonomia che esige la capacità di relazionarsi con il<br />

territorio, ancorando l’offerta formativa ai fabbisogni dell’economia e della società.<br />

Nelle esperienze analizzate, spicca la difficoltà nell’attuare l’integrazione delle work experiences<br />

nel curriculum e una frequente delega ai docenti delle discipline ‘professionalizzanti’ quasi non<br />

fosse un “affare” degli insegnanti delle discipline dell’area comune (Italiano, Inglese, Scienze,<br />

Matematica…) il programmare per competenze “spendibili” in contesto reale.<br />

Attraverso la formazione, è stato possibile sollecitare l’attenzione dei docenti sul fatto che le attività<br />

in Alternanza sono, invece, una modalità privilegiata per il suo intersecarsi con la realtà produttiva<br />

extrascolastica, di conseguire gli obiettivi curriculari (orientamento personale, sviluppo di attitudini e<br />

competenze relazionali, acquisizioni cognitive esperienziali) e, pertanto, non sono appannaggio di<br />

alcuni docenti o di alcune discipline ma dell’intero Consiglio di classe, che fa sua l’esperienza per<br />

tutto il percorso. A tal proposito, interessanti prassi e progettualità sono emerse da alcuni percorsi<br />

giustamente valorizzati dai Simucenter regionali, in cui l’intero Consiglio di classe fa sua la<br />

progettazione per:<br />

• mettere in evidenza gli apprendimenti attesi sia sotto il profilo disciplinare che delle<br />

competenze trasversali;<br />

• la curvatura degli insegnamenti disciplinari per preparare all’esperienza e integrare<br />

gli apprendimenti scolastici con quanto appreso in impresa<br />

• il supporto e il controllo in itinere<br />

• la valutazione che ha un impatto sugli obiettivi educativi trasversali, cognitivi e<br />

comportamentali.<br />

IISS “A. <strong>De</strong> <strong>Pace</strong>” Lecce: Report a cura di Giuseppa Antonaci, M.Gabriella de Judicibus, Marcello Pedone, Cosimo Rizzo<br />

Pagina 8 di 18<br />

Molto interessante appare, nel contempo, il concetto di “iperscuola” 4 ripreso e messo a punto in sede di<br />

valutazione dal Simucenter della Campania che “nell’esplorazione libera e nel gioco” individua una strada<br />

alternativa all'istruzione tradizionale, distinguendo "ludico" da "ludiforme" e specificando il secondo concetto<br />

come “consapevolezza del significato ulteriore di scopi personali e sociali da conseguire, in funzione dei<br />

quali l'attività diventa mezzo”.<br />

Grazie all’avvento tecnologico, d’altronde, come dimostra “A. Scuo.La” che dedica ampio spazio alla<br />

metodologia della simulazione d’impresa, cambiano anche i luoghi della cultura e della formazione: il<br />

laboratorio IFS ne è una dimostrazione; in esso, l'insegnante si trasforma in tutor; la tradizionale<br />

strumentazione didattica costituita da manuale scolastico e quaderno diviene strumentazione multimediale<br />

per attività connesse allo sviluppo dell’autoimprenditorialità e della cultura d’impresa; l’ individualizzazione<br />

dei percorsi di apprendimento si concretizza in ruoli e compiti da attribuire in base a disponibilità ed attitudini.<br />

4 DA: Iperscuola tecnologia e futuro dell'educazione Antonio Calvani Muzio Nuovo<br />

Millennio - Padova 1994

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