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IPASVI<br />
L’editoriale<br />
“A<br />
lmeno 2500 nuove unità di<br />
personale in Puglia per garantire i LEA”.<br />
La dichiarazione è dell’assessore regionale<br />
alla salute Ettore Attolini che, nella<br />
relazione generale sulla sanità pugliese,<br />
ha paventato anche la chiusura dei<br />
pronto soccorso senza, peraltro, fare cenno alcuno allo<br />
stato dei nuovi ospedali sui quali è calata una cortina di<br />
silenzio, dopo enfatici e trionfalistici annunci.<br />
La situazione è nel complesso disastrosa per la riduzione<br />
dei fi nanziamenti, per il continuo vivere alla giornata<br />
e all’insegna di tagli, di chiusura dei servizi ai cittadini, di<br />
conferma degli sprechi. Di fatto un Piano di rientro che<br />
fi nora ha prodotto chiusure e dismissioni senza l’attivazione<br />
di servizi alternativi. Sconfortanti i dati:<br />
a) 5000 unità di personale sanitario fuoriuscite<br />
come conseguenza della combinazione blocco del turnover-legge<br />
Fornero;<br />
b) chiusura di 22 presidi ospedalieri (gli ultimi due<br />
entro la fi ne dell’anno) - nella Asl Taranto ad oggi chiusi<br />
gli ospedali di Massafra e Mottola, ma le previsioni sono<br />
di ulteriori tagli -;<br />
c) riduzione per il prossimo anno di 800 posti letto<br />
e di punti nascita.<br />
A fronte, la mancata riconversione e il mancato potenziamento<br />
del territorio, tanto che di recente dal Governo,<br />
nel monitoraggio trimestrale delle regioni sottoposte al<br />
piano di rientro, sono giunte sollecitazioni per l’attuazione<br />
di programmi e riconversioni. Risposte inevase quelle<br />
inviate per il monitoraggio, ulteriore conferma di una<br />
sanità pugliese decisamente in crisi, carente di modelli<br />
organizzativi e gestionali nuovi, anche se esistono timidi<br />
tentativi come il progetto Nardino che vede la presenza<br />
del care manager ovvero dell’infermiere che prende in<br />
carico la persona affetta da “patologie croniche nell’ottica<br />
del continuum assistenziale, attraverso l’acquisizione<br />
di tecniche e strategie specifi che”.<br />
Parliamo di “timidi tentativi” perché la realizzazione del<br />
progetto si presenta irto di diffi coltà, incontra una sequela<br />
di palizzate erette da chi vede nel care manager<br />
un usurpatore o, se vogliamo, un “invasore di campo”.<br />
Ecco allora che, se il progetto Nardino è realtà nella<br />
ASL leccese, nelle altre Asl è speranza. Non vogliamo<br />
lasciarci andare ad inutili sofi smi ma è d’obbligo riconoscere<br />
che sono anche i paletti, anche i bastian contrario<br />
a rallentare il cammino verso una sanità nuova, in<br />
linea con i bisogni e le esigenze della popolazione. Così<br />
il progetto Nardino, che si sviluppa nei comuni oggetto<br />
di riconversione ospedaliera ed impiega infermieri con<br />
onere a carico dell’ARES, stenta a decollare nella ASL<br />
Editoriale<br />
Benedetta Mattiacci<br />
Presidente Collegio IPASVI<br />
TA, sebbene siano stati individuati i care manager e sul<br />
territorio si registri un vuoto effettivo di offerta sanitaria,<br />
tanto più grave in un momento di accertata escalation<br />
di patologie oncologiche, cardiovascolari, patologie su<br />
base allergica, esplose con la grande industria ed avallate<br />
dall’intervento della Magistratura che ha giustamente<br />
disposto il sequestro degli impianti inquinanti dell’ILVA.<br />
Esiste forse a livello di Governo Centrale la volontà di<br />
uno smantellamento del sistema di WELFARE, come affermato<br />
dall’assessore Attolini? Evidentemente, ma la<br />
nostra realtà è anomala anche in questo a giudicare da<br />
quanto accaduto nella casa di cura “S.Rita”, impossibilitata<br />
ad evitare “il ricorso alla procedura di mobilità e/o<br />
di programmare ulteriori e diverse misure atte a fronteggiare<br />
le conseguenze sul piano sociale derivanti dall’attuazione<br />
della medesima procedura” (di licenziamento<br />
collettivo per 26 unità). Dunque, da un lato infermieri<br />
che fanno paura, tacciati di invadenza del campo altrui<br />
(come per i care manager del Progetto Nardino), dall’altro<br />
infermieri ed altro personale sanitario licenziato per le<br />
contrazioni dei budgets, in mezzo malati i cui bisogni di<br />
salute non possono essere soddisfatti per la prevalenza<br />
delle “ragioni economico-fi nanziarie sui principi della universalità<br />
ed equità delle cure”.<br />
Noi, no, non ci stiamo, non ci stiamo ad invadere campi<br />
altrui ed altrui competenze; non ci stiamo ad uno scadimento<br />
della qualità delle prestazioni né ad una riduzione<br />
delle opzioni; non ci stiamo, neppure, a vedere invadere<br />
il nostro campo di competenze. È accaduto, sta accadendo!<br />
E noi abbiamo sollevato dubbi di opportunità e<br />
di sostanziale applicazione in merito alla “selezione pubblica<br />
per titoli e colloquio per eventuali incarichi a tempo<br />
determinato di Operatore Socio Sanitario per la tracheo<br />
bronco aspirazione del paziente non ospedalizzato”.<br />
Noi infermieri sappiamo che la pratica della bronco aspirazione<br />
è estremamente delicata e riguarda pazienti ad<br />
alta complessità assistenziale, quindi passibili di eventi<br />
inattesi, fronteggiabili da chi ha esperienze acquisite per<br />
bagaglio scientifi co-culturale e lavorativo. È intuibile che<br />
qualche giornata di informazione non possa fornire le<br />
capacità per eseguire in maniera competente e corretta<br />
una pratica cosi importante; è fuori dubbio che la mancanza<br />
di competenza e correttezza si traduca in danni<br />
per il paziente, di rifl esso per quel servizio sanitario che<br />
ha operato una scelta economica – l’Oss piuttosto che<br />
l’Infermiere - e si ritrova gravato dal peso dell’errore. Da<br />
rifl ettere.<br />
Allora, la sanità pugliese, che vive una oggettiva diffi<br />
coltà, deve cominciare a sciogliere i molti nodi che la<br />
frenano, a districarsi in quel ginepraio che si ripercuote<br />
sull’offerta sanitaria e sulla qualità delle prestazioni, se<br />
non vorrà dichiarasi fallita!<br />
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