COLTI SUL FATTO SUMMER GUIDE METRO BAGNATA - Urban

HOT HIT
Le più scaricate a fine
giugno da i Tunes
Music Store − Italia
1. GNARLS BARKLEY
Crazy
“Maybe I’m crazy. Maybe you’re crazy.
Maybe we’re crazy. Probably”.
2. SERGIO MENDES & BLACK
EYED PEAS
Mas que nada
“Um samba como este tão legal,
voce não vai querer que eu chegue
no final”.
3. SHAKIRA & WYCLEF JEAN
Hips don’t lie
“Como se llama, bonita, mi casa, su
casa, Shakira, Shakira”.
4. BEBE
Malo
“Malo, malo, malo eres. No se daña
a quien se quiere, no. Tonto, tonto,
tonto eres. No te pienses mejor que
las mujeres”.
5. BOB SINCLAR
World, hold on (Children of the
sky)
“Sing it loud, sing it proud, everybody,
yeah yeah yeah yeah, oooh”.
6. RIHANNA
Sos
“I’m the question and you’re of course
the answer”.
7. FABRI FIBRA
Applausi per Fibra
“Cambio lavoro cambio casa cambio
figa, cambio le amicizie, che sfiga”.
8. U2 & MARY J. BLIGE
One
“Well we hurt each other, then we do
it again”.
9. RED HOT CHILI PEPPERS
Dani California
“Black bandana, sweet Louisiana,
robbin’ banks in the state of
Indiana”.
10. LIGABUE
Happy hour
“Dicono che i sogni sono tutti gratis,
ma son quasi tutti quanti usati.
Copriti per bene che non ti conviene
il mondo qui”.
MUSICA
DI PAOLO MADEDDU
TRA INCUBI MUSICALI
E FESTIVAL DA SOGNO
ROGER WATERS
In the flesh
Columbia
Gli spettatori dei megaconcerti:
cosa vogliono davvero?
Facile: adorare i loro dèi
(non per niente li si chiama
divi). Con gran soddisfazione
di tutti. O quasi. Come per
Roger Waters, che un giorno
sul palco si sentì un pupazzo
invece che un dio, e capì di
SOTTOFONDO
NON CREDETE AL TORMENTONE
È inutile cercarlo ora.
O è già in pista da
qualche mese o sa di
posticcio
Non vorremmo darvi una
delusione, specie se lavorate
nei media e avete la necessità
di fare il temino stagionale
– ma i tormentoni estivi non
esistono. Il vero tormentone
sono i giornali che ogni estate
pubblicano il solito elenco, e
si sganasciano su Vamos a la
playa o Luglio col bene che ti
voglio, indicando immancabilmente
le loro eredi per l’anno
in corso. Ma non è vero niente.
Intanto perché alcune delle
canzoni più appiccicaticce degli
ultimi anni sono uscite nel bel
mezzo di un gelido inverno
disprezzare i suoi fan. Così
partorì The Wall, escalation di
risentimento, fobie e pessimismo
cosmico tale da far sembrare
Leopardi un inguaribile
ottimista. Poco dopo tentò
di uccidere il proprio gruppo
in una guerra feroce coi suoi
ex amici, affatto stanchi di
fare miliardi col marchio Pink
Floyd. La ebbero vinta loro,
e vennero decenni di ostilità,
isolamento, psicanalisi e dischi
pallosissimi da ambo le parti.
Oggi questo cd/dvd mostra
un Waters sorprendente. Ieri
era brutto e ombroso; oggi è
rilassato e uguale a Richard
Gere. Durante lo show sorride,
ironizza sulla drammaticità
della sua musica (durante l’assolo
del chitarrista si siede a
giocare a carte). E ripropone
molti pezzi che hanno fatto la
storia del rock, da Set the controls
for the heart of the sun a
Eclipse. Due ore e mezza notevoli
con alcuni passaggi a vuoto:
ciò che è venuto quando il
muro è caduto. Perché ora che
è tornato dal lato oscuro della
luna, Waters è una persona
affabile, ma non compone più
nulla di straordinario. Dorme
bene la notte e forse ha dei
sogni – ma, a essere stupefacenti,
erano i suoi incubi.
(2001: Kylie Minogue, Can’t
get you out of my head. 2002:
Shakira, Whenever, wherever.
2003: Aventura, Obsesion.
2004: Caparezza, Fuori dal
tunnel-el-el, nonché Haiducii,
Dragostea din tei). E poi perché
siamo andati a controllare. I numeri
uno di agosto sono quasi
sempre canzoni tutt’altro che
“leggere”. A consultare l’elenco
degli ultimi due decenni, non
si riscontra il previsto trionfo
dei termini spagnoli più ovvi,
in un’orgia di Baila chiquita bonita
olè andale andale. Anche
se è vero che il segno più
lampante che un cantante ha
definitivamente finito il gasolio
è il suo ricorso al ritornello
latino (ed è bello salutare in
questo ideale carrello dei bolliti
Zucchero con Baila, Paola
AUTORI VARI
Coachella
Spin-Go
Gli spettatori dei megaconcerti:
cosa vogliono davvero?
Facile: adorare i loro dèi (non
per niente li si chiama divi).
Con gran soddisfazione di tutti.
O quasi. Perché l’adorazione
passiva è comprensibile se ci
si trova in 300mila e si è tutti
discepoli di Vasco o apostoli
& Chiara con Vamos a bailar,
gli Articolo 31 con Guapa
loca e tanti altri). Viceversa,
scopriamo che sotto gli ombrelloni
in realtà ci si lacera
con Seven Seconds di Neneh
Cherry e Youssou N’Dour, ci si
strugge con La lontananza di
Modugno, ci si sopravvive con
Non si può morire dentro di
Gianni Bella, ci si inkazza con
Gli spari sopra di Vasco o ci si
dimena con The colour inside
dei Ti.Pi.Cal. Verificate voi stessi
l’incontenibile allegria delle
canzoni regine degli ultimi dieci
ferragosti: canzoni normali,
spesso tendenti al tristissimo.
D’accordo, ogni tanto ci si balocca
con Tre parole o Asereje:
ma se ci fate caso, quelle due
torri vengono giù prima e dopo
l’11 settembre 2001. Che
del Liga, ma nei festival dovrebbe
soffiare un’aria diversa:
la molla dovrebbe essere la
curiosità per la musica. Invece
la maggioranza della gente va
al festival per fare il tifo come
allo stadio, e se si presenta
uno che non è adeguatamente
famoso si becca le bottigliate,
o l’indifferenza pomeridiana.
Il dvd che propone solo una
parte (purtroppo) dell’americano
festival di Coachella fa
invece intravedere una specie
di sogno. Intanto, c’è tutta la
musica. La dance, il rock, il
pop. Chemical Brothers, Björk,
Radiohead, Mars Volta, Oasis,
Ben Harper. Ma soprattutto
si capisce che la musica è
andata a cercarsi un posto
come Coachella, in mezzo al
deserto, come fosse in cerca
di una specie di ascesi, di libertà
dai veri divi dei festival
europei: il dio della birra, il dio
del cornetto, il dio del telefonino
e altri coolissimi sponsor.
Coachella ai nostri occhi risulta
un mondo strano e decisamente
freak, infinitamente più
solare e arioso del nostro deprimentissimo
Primo Maggio.
I primi a divertirsi sembrano
i musicisti, e di solito questo
è un buon segno. O un buon
sogno.
ci sia un legame?
• Ryan Lee, Army of lovers
(Ferragosto 2005)
• Eamon, Fuck it (Ferragosto
2004)
• Sean Paul, Get busy
(Ferragosto 2003)
• Las Ketchup, Asereje
(Ferragosto 2002)
• Valeria Rossi, Tre parole
(Ferragosto 2001)
• Bomfunk MC’s, Freestyler
(Ferragosto 2000)
• LigaJovaPelù, Il mio nome è
mai più (Ferragosto 1999)
• Des’ree, Life (Ferragosto
1998)
• Puff Daddy & Faith Evans,
I’ll be missing you (Ferragosto
1997)
• Robert Miles, Fable
(Ferragosto 1996)
66 URBAN URBAN 67
IMOGEN HEAP
Speak for yourself
Sony
WHO: 29enne inglese dall’andatura
oscillante. Qualche
tempo fa metà del duo Frou
Frou.
WHERE: Nella colonna sonora
di Orange County e nello spot
di un’automobile.
WHY: Perché tutti gli addetti
ai lavori la tengono d’occhio,
per la voce e per la nuova figura
che prova generosamente
a far emergere. Cantautrice
elettronica, la si potrebbe
definire.
WHAT: “La gente ha sempre
avuto grandi progetti per me.
Da quando avevo 18 anni
dicono ‘Diventerà una star’
e aspetta grandi cose. Beh,
aspetta da un bel po’”.
WHEN: Disco dalle atmosfere
incasinate, forse più da nord
Europa che da Italia. Per ora
non convince del tutto, ma
forse coi primi freddi...
BILLY JOEL
12 gardens live
Columbia
WHO: William Martin Joel,
57enne cantautore americano
di grandissimo successo.
Non fa dischi da 13 anni
perché la musica pop non gli
piace più. In compenso gli
piace alzare il gomito e ultimamente
è stato costretto a
disintossicarsi.
WHERE: Al Madison Square
Garden di New York, dove ha
tenuto dodici concerti, come
da titolo. Chissà se lo ha aiutato
a disintossicarsi.
WHY: Perché in questo
doppio cd c’è una quantità
impressionante di quelle cose
che si chiamano “classici”.
WHAT: “Sono un tipo noioso.
Ma non mi importa”.
WHEN: Il 31 luglio al
Colosseo in un concerto gentilmente
offerto dalla vostra
bolletta del telefono.
AMIR
Uomo di prestigio
Virgin
WHO: Amir Issaa, nato a
Roma nel 1978. Nome e
cognome non sono romani
d.o.c. Ma la parlata lo è – anvedi.
WHERE: A Torpignattara,
che Amir definisce “quartiere
multiculturale”. E se tanti
anni fa ci avessero detto che
Torpignattara sarebbe stata
definita non solo culturale,
ma addirittura multiculturale,
saremmo rimasti impietriti.
WHY: Per raccontare la spensierata
quotidianità del figlio
di un immigrato egiziano che
un bel giorno vede portare il
padre a Rebibbia.
WHAT: “Io compongo continuamente,
anche senza musica,
tamburellando le dita sul
tavolo”.
WHEN: Quando il rap italiano
e i suoi fighetti vi hanno fatto
quasi perdere ogni speranza.
DJ JAD
Milano-New York
Ricordi
WHO: Luca Perrini, nato a
Bollate – provincia di Milano
– nel 1966. Ehilà, arrivano gli
“anta” a spron battuto.
WHERE: In mezzo a un pateracchio
di rappresentanti della
black music provenienti dalla
seconda delle due supponenti
cittadine del titolo.
WHY: Per dimostrare quanto
ami la musica. E in parte anche
per dimostrare che, pur essendo
la metà meno esposta degli
Articolo 31, non sta al rapper
J.Ax come Garfunkel a Paul
Simon, o come Andy Ridgeley a
George Michael, o come Mauro
Repetto a Max Pezzali.
WHAT: “Ringrazio Giorgio
Armani”.
WHEN: Quando cercate tracce
della capitale dell’impero nella
vostra provinciale città. Se ne
trova sempre qualcuna.
TIZIANO FERRO
Nessuno è solo
Emi
WHO: Ex obeso, nato a Latina
nel 1980. La popstar italiana
per questo decennio. Il che
ci insegna che rinunciare al
magnamagna porta a qualche
risultato
WHERE: Al disco della possibile
consacrazione nazionale
e internazionale, escluse
le località dove − come ha
incautamente dichiarato in
un’intervista − le ragazze tendono
ad avere i mustacchi.
WHY: Perché anche lui come
Simone Cristicchi ha deciso
di demolire Biagio Antonacci
mettendolo in ridicolo. Solo
che lui lo fa ospitandolo nel
disco. Ma sembra sempre una
parodia.
WHAT: “Destra o sinistra?
Oooooo mollami!”.
WHEN: Appena arrivati in
Messico, dove la donna baffuta
è sempre piaciuta.
MUSE
Black hole and revelations
Warner
WHO: Matthew Bellamy,
Dominic Howard, Chris
Wolstenholme, 28enni.
Tre inquieti ancorché rumorosissimi
inglesi.
WHERE: Al fatidico quarto
disco. Non è che i quarti dischi
siano necessariamente fatidici,
ma ogni disco dei Muse tende
a esserlo.
WHY: Per confermarsi il trio
più amato dai tempi dei Police
(Moggi, Giraudo & Bettega non
contano, anche se lo show che
portavano negli stadi ha tenuto
banco per anni).
WHAT: “L’economia mondiale
garantisce la corruzione e lo
schiavismo in cui viviamo”.
(Matt Bellamy, voce e chitarra)
WHEN: In cuffia, a palla, mentre
siete in autobus. Non sapremmo
esattamente dirvi come
mai, ma sembra fatto apposta.
MUSICA
DI PAOLO MADEDDU
FATBOY SLIM
The greatest hits
Epic
WHO: Norman Cook, inglese,
43 anni, uno dei veri re Mida
della dance.
WHERE: Nelle discoteche di
tutta Europa, qualche anno fa.
Ora è roba da autoradio.
WHY: Per ricordarci che un po’
di cosine le ha fatte.
WHAT: “Cosa diranno del
genere big beat tra cent’anni?
Interessante ma fugace ibrido
di house, hip hop e rap, divertente
sin che è durato, anni
1995-1998, massimi rappresentanti
Chemical Brothers e
Fatboy Slim”.
WHEN: È un disco universale,
e basta la fantastica sequenza
iniziale Rockafella skank,
Praise you e Brimful of Asha a
dimostrarlo. Se proprio dovessimo
giocarci un momento in
cui ascoltarlo, diremmo all’ora
dell’aperitivo. Cioè, eccitazione
senza sbracare.
THOM YORKE
The eraser
XL/Spin-Go
WHO: Biondino pallido e
preoccupante dei Radiohead,
angoscioso genio 38enne del
pop contemporaneo.
WHERE: Da solo in uno studio,
senza gli oxfordiani compagni
di mille trionfi, ma col
venerabile produttore Nigel
Goodrich.
WHY: Perché il contratto con
la Emi è scaduto e prima di
decidere che miliardarie offerte
accettare ha voluto fare un
disco senza pressioni.
WHAT: “Qualunque tipo di
spazzatura psicologica tu abbia
in testa, finisci sempre per
tirarla fuori prima o poi”.
WHEN: Tra un paio di anni,
forse anche tre o quattro. No,
davvero: ci vuole un sacco di
tempo per assimilare un disco
dei Radiohead. Finora, ne è
sempre valsa la pena.
CONCERTI
EELS
14 luglio
Napoli – Arena Flegrea
15 luglio
Senigallia – Mamamia
MORRISSEY
16 luglio
Ostia – Teatro Romano
FRANZ FERDINAND
14 luglio
Torino – Parco della Pellerina
17 luglio
Roma – Stadio Olimpico
DEPECHE MODE
17 luglio
Roma – Stadio Olimpico
GOTAN PROJECT
21 luglio
Villafranca (Vr) – Centro
sportivo Delphinia
22 luglio
Milano – Flippaut Festival/
Idroscalo
ROBBIE WILLIAMS
22 luglio
Milano – Stadio San Siro
CARMEN CONSOLI
20 luglio
Roma – Parco della Musica
29 luglio
Palermo – Teatro di Verdura
BUGO
29 luglio
Milano – Circolo Magnolia
BILLY JOEL & BRYAN
ADAMS
31 luglio
Telecomcerto 2006
Roma – Colosseo
DAVID GILMOUR
2 agosto
Firenze – Piazza Santa Croce
Info concerti:
www.liveinitaly.com
www.barleyarts.com
www.indipendente.com
www.clearchannel.it
www.ticketone.it