COLTI SUL FATTO SUMMER GUIDE METRO BAGNATA - Urban
COLTI SUL FATTO SUMMER GUIDE METRO BAGNATA - Urban
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SPEDIZIONE IN A.P.-70%-MILANO<br />
<strong>METRO</strong> <strong>BAGNATA</strong><br />
LA <strong>METRO</strong>POLITANA MIGLIORE? A NAPOLI È <strong>SUL</strong> MARE<br />
<strong>COLTI</strong> <strong>SUL</strong> <strong>FATTO</strong><br />
LETTORI COME SUPERSTAR? CI VOLEVA PROPRIO URBAN 50!<br />
<strong>SUMMER</strong> <strong>GUIDE</strong><br />
TUTTO QUELLO CHE C'È DA SAPERE SU SPIAGGE E DINTORNI<br />
LA CITTà COME NON L’AVETE MAI VISTa • 10/07/06 • EURO zero<br />
50<br />
LUGLIO/AGOSTO
20<br />
36<br />
REDAZIONE<br />
28<br />
URBAN Mensile - Anno VI, Numero 50 - 10.07.06<br />
redazione@urbanmagazine.it<br />
direttore responsabile: ALBERTO CORETTI<br />
a.coretti@urbanmagazine.it<br />
art director: NICOLA CIOCE<br />
n.cioce@urbanmagazine.it<br />
caporedattore: FLORIANA CAVALLO<br />
f.cavallo@urbanmagazine.it<br />
segreteria di redazione: ROSY SETTANNI<br />
r.settanni@urbanmagazine.it<br />
(Registrazione Tribunale di Milano: n.286, 11.05.01) PUBBLICITÀ<br />
presidente: IVAN VERONESE<br />
amministrazione: VERONICA ANASTASIA<br />
v.anastasia@urbanmagazine.it<br />
URBAN ITALIA srl via Valparaiso 3, 20144 Milano<br />
Una società del gruppo EUROPEAN FREE MEDIA SA<br />
distribuzione: CITRUS ITALIA s.r.l. (tel. 02-48519577)<br />
Susanna Sivini: susanna@citrus.it<br />
fotolito: BODY&TYPE<br />
via San Calocero 22, 20123 Milano<br />
stampa: CSQ (Centro Stampa Quotidiani),<br />
via dell’industria 6, Erbusco (BS)<br />
25<br />
#50<br />
URBAN<br />
LUGLIO-AGOSTO<br />
11 EDITORIALE 13 VOCI 15 DREAMS 17 WOMEN<br />
18 URBAN CHI LEGGE<br />
di Diego Bazzano / foto: Simone Galbusera<br />
20 PLATEA ON THE ROAD<br />
di Maurizio Baruffaldi / foto: Gianni Troilo<br />
25 UNDER 30 SU TELA<br />
di Alessandro Riva<br />
28 UNA <strong>METRO</strong> TRA LE ONDE<br />
di Ciro Cacciola / foto: Alberto Bernasconi<br />
33 A RUOTA LIBERA<br />
di Raffaele Panizza / foto: Gughi Fassino<br />
36 NUDA PETRA<br />
di Vita Magnani / foto: Cesare Cicardini<br />
40 MODA INFLATABLE LOVER<br />
foto: Malena Mazza<br />
51 SHOPPING SEASHOP<br />
di Maria Broch<br />
Direzione:<br />
sales manager:<br />
AUGUSTA ASCOLESE<br />
a.ascolese@urbanmagazine.it<br />
key account:<br />
ALFONSO PALMIERE<br />
a.palmiere@urbanmagazine.it<br />
GIANLUIGI SANTAMBROGIO<br />
gl.santambrogio@urbanmagazine.it<br />
URBAN ITALIA srl via<br />
Valparaiso 3, 20144 Milano<br />
tel. 02-48519718<br />
fax 02-48518852<br />
Triveneto<br />
SANDRO CASTELLI, CINZIA<br />
FIORINI<br />
Via Trota, 6, 37121 - Verona<br />
tel. 045-8003436<br />
fax 045-8015484<br />
mail: studiocastelli@email.it<br />
Marche, Molise,<br />
Basilicata, Lazio,<br />
Abruzzo, Campania,<br />
Calabria, Puglia, Sicilia e<br />
Sardegna<br />
TARGET MEDIA GROUP<br />
via Isonzo, 32<br />
00198 - Roma<br />
tel. 06-84083207<br />
fax 06-84242758<br />
reggiseno in seta Madame V, pantaloni in cotone stampato David & Goliath<br />
40<br />
cover: foto di Malena Mazza<br />
URBAN 9
GUIDA<br />
58 FILM GLI EROI NORMALI DEL QUARTO AEREO<br />
61 LIBRI TRA VULCANO E MARE<br />
63 DIGITAL LIFE LA CONSOLE PORTATILE? È QUESTIONE DI CERVELLO<br />
66 MUSICA TRA INCUBI MUSICALI E FESTIVAL DA SOGNO<br />
69 TEATRO COSMOPOLITALIANO!<br />
71 ARTE INDIA: QUI E ADESSO<br />
73 NIGHTLIFE DJ CULTURE & LIVE MUSIC? IL FRULLATO ALL'IDROSCALO<br />
74 FOOD MILANO IL FURGONCINO DELLA BUFALA? È IN ARRIVO<br />
76 FOOD ROMA A ITAKA SI ARRIVA SENZA PERDERSI IN UN'ODISSEA<br />
78 FOOD TORINO PIZZA CON BIRRA? MOLTO MEGLIO BIRRA CON PIZZA<br />
79 FOOD VENETO IL RE DELLO CHAMPAGNE? SI NASCONDE NEL TINTO<br />
80 FOOD BOLOGNA NEL PARCO SONO UN PO' NINFE ANCHE LE INSALATE<br />
81 FOOD NAPOLI ALTRO? <strong>SUL</strong>LA SPIAGGIA DELL'ISOLA CHE NON C'È<br />
95 UNURBAN BINARIO DOPPIo<br />
<strong>SUMMER</strong><br />
<strong>GUIDE</strong><br />
UNA GUIDA<br />
AMMARE<br />
ANCHE<br />
PER CHI<br />
NON SA<br />
NUOTARE<br />
spiagge • bar •<br />
ristoranti • club • disco<br />
dell…estate 2006!<br />
83<br />
LUGLIO-AGOSTO 50<br />
hanno collaborato con noi:<br />
andrea baffigo<br />
maurizio baruffaldi<br />
diego bazzano<br />
alberto bernasconi<br />
bruno boveri<br />
sandro brescia<br />
maria broch<br />
59<br />
ciro cacciola<br />
valentina cameranesi<br />
chiara capellini<br />
sasha carnevali<br />
cesare cicardini<br />
gianluca ciufoli<br />
sergio colantuoni<br />
URBANEDITORIALE<br />
50 VOLTE URBAN<br />
Come al solito <strong>Urban</strong> è già lì. Dove la città ti mostra la sua faccia<br />
amica, dove puoi staccare e finalmente rilassarti. Ti parla di luoghi<br />
che pensi di conoscere benissimo, se non altro perché ci vivi, ma<br />
ancora una volta – non ci puoi credere! – <strong>Urban</strong> te li racconta come<br />
se non li avessi mai visti. L’incantesimo, proprio con questo numero<br />
che hai fra le mani, si ripete per la cinquantesima volta.<br />
Perché la magia riesca è necessario che il divertimento e la curiosità<br />
di chi legge <strong>Urban</strong> siano gli stessi di tutti quelli che contribuiscono<br />
a farlo. Proprio per questo tra le pagine del numero 50 troverai<br />
un pezzo che ti riguarda... un pezzo dedicato ai lettori, “colti sul<br />
fatto”. Ma che diavolo ti passerà per la mente quando peschi fresca<br />
dall’espositore la tua copia di <strong>Urban</strong>?<br />
Come avrai capito, il traguardo, anche se di quelli volanti, ci inorgoglisce.<br />
E anche se stiamo già sviluppando idee e progetti per i prossimi<br />
mesi, non vogliamo perdere l’attimo: ringraziamo quindi tutti<br />
coloro che hanno dato e continuano a dare a <strong>Urban</strong> fiducia, fantasia<br />
e passione!<br />
ALBERTO CORETTI<br />
a.coretti@urbanmagazine.it<br />
daniele coppi<br />
francesca felletti<br />
gughi fassino<br />
faust<br />
simone galbusera<br />
paolo madeddu<br />
vita magnani<br />
antonio malerba<br />
malena mazza<br />
cinzia negherbon<br />
mirta oregna<br />
raffaele panizza<br />
marcella peluffo<br />
igor principe<br />
leo rieser<br />
alessandro riva<br />
francesca roveda<br />
laura ruggieri<br />
lorenzo tiezzi<br />
gianni troilo<br />
maria stella wirz<br />
URBAN ti trova a: MILANO · ROMA · BOLOGNA · TORINO · NAPOLI · BARI · VERONA · PADOVA · FIRENZE · PALERMO<br />
URBAN 11
Dribbling. Passaggio. Tiro. Goal! Ne sono stati dati di calci ai palloni in questi giorni mondiali,<br />
ma lo sport più bello del mondo non si è visto solo in tv. Nove città italiane sono state<br />
il palcoscenico di un’altra competizione calcistica dove l’entusiasmo e la passione non sono<br />
certo mancate, il Nike Joga3 (www.joga.com).<br />
Il 25 giugno a Riccione finalmente l’attesa finale nazionale italiana, per un torneo che si è<br />
svolto in contemporanea in 32 paesi, superando i 2 milioni di partecipanti in tutto il mondo<br />
e che in Italia ha visto giocare oltre 50mila ragazzi e ragazze. Si sono sfidati, senza esclusione<br />
di colpi, tre contro tre, senza portiere, in campi di 9 metri per 21, tutti in nome di Joga<br />
Bonito: il bel calcio! Il calcio vero, quello giocato, anche nel campetto sotto casa, ma con<br />
spirito di squadra e lealtà. Per i vincitori – la squadra dell’Arcobaleno Triggiano (Bari) – ovviamente<br />
un viaggio in Brasile, alla scoperta delle origini del bel calcio! |AB|<br />
URBANVOCI<br />
NONDISTURBAREILCONDUCENTE<br />
TRECONTROTRE<br />
ON LINE!<br />
Seimila vite lasciate sulle strade nazionali ogni anno<br />
non sono certo uno scherzo. E allora, una volta saliti<br />
in macchina e dato l’addio all’amata-odiata città, meglio<br />
non fare cazzate. A ricordarci che la prudenza<br />
non è mai troppa, soprattutto al volante, quest’anno<br />
sono scesi in campo anche Diabolik, a bordo della<br />
sua Jaguar, e Snoopy, vestito da barone rosso sulla<br />
sua cuccia, insieme ai personaggi di Altan, Bucchi,<br />
Giannelli, Vauro e tanti altri. I migliori disegnatori<br />
e vignettisti, con scritti di Piero Angela, Margherita<br />
Hack, Gianni Morandi, Licia Colò, Damiano Tommasi,<br />
hanno infatti dato vita a Vacanze coi fiocchi, campagna<br />
di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale<br />
dell’estate 2006. Perché non distrarsi alla guida,<br />
magari cambiando radio, accendendosi una sigaretta<br />
o rispondendo “Pronto?”, è un regalo verso se stessi.<br />
A fine luglio, in pieno esodo estivo, in tanti caselli<br />
stradali e piazze d’Italia troverete il libretto con le<br />
vignette e i testi: sfogliatevelo e leggetevelo, prima e<br />
dopo il viaggio! |AB|<br />
Per festeggiare i nostri primi 50 numeri<br />
ci siamo regalati il sito. Dal 24 luglio<br />
URBAN 13
STADIOSCHERMO<br />
Beijing, Cina – Le Olimpiadi di Pechino sono dietro l’angolo e anche l’architettura<br />
fa a gara per scovare le idee più sorprendenti. Come nel caso<br />
della facciata-schermo della Wukesong Basketball Hall, inserita in un grande<br />
parco fatto di enormi crateri all’interno dei quali si svolgeranno attività<br />
sportive e culturali, a firma di Burckhardt and Partner Architects Zurich. La<br />
struttura principale consiste in un perimetro ad anello formato da un’intelaiatura<br />
di travi in acciaio. Internamente invece la sala si divide in due parti:<br />
la più bassa ospita lo stadio olimpico vero e proprio con gradinate circolari,<br />
mentre quella superiore, attraversata da enormi fasci di luce paraboloidi e<br />
iperbolici, ospita spazi a vocazione commerciale. L’esterno è quindi pensato<br />
come un’immensa gradinata per eventi multimediali. Ma chi terrà il<br />
telecomando?<br />
CANALEACOLORI<br />
URBANDREAMS<br />
LA CITTÀ CHE NON C’È<br />
di Daniele Coppi<br />
INCASTRO<br />
PERFETTO<br />
Milano, Italia – Due torri sorprendentemente incastrate tra loro,<br />
indipendenti ma collegate da un “podio” che raggruppa le funzioni<br />
comuni: se l’immaginava così lo Studio Altieri, in collaborazione<br />
con ATI Imprese, il grande complesso alberghiero presso il nuovo<br />
polo fieristico di Milano, nel progetto finalista del relativo concorso.<br />
Novantanove metri la torre più alta destinata all’albergo a quattro<br />
stelle, con una parte a sviluppo orizzontale quella dell’hotel a tre stelle.<br />
Superfici opache a nord, sud ed est, composte da migliaia di led e<br />
in grado di trasmettere informazioni attraverso enormi video display<br />
mediatici. Terrazze e spazi di ritrovo all’aperto attrezzati come giardini<br />
pensili. E una doppia quota d’ingresso e collegamento diretto con il<br />
Centro Servizi della Fiera, a creare un senso di continuità che è alla<br />
base dell’intervento, pur nel rispetto della spiccata spinta verticale del<br />
progetto.<br />
Copenhagen, Danimarca – Dodicimila metri<br />
quadrati di superficie totale destinata a residenza,<br />
115 appartamenti per l’edilizia convenzionata,<br />
134 di proprietà, 40 unità ad affitto<br />
agevolato sono i numeri di Boligslangen (o<br />
Serpentine House), un progetto che trasforma<br />
la pesantezza in leggerezza, la monotonia in<br />
vivacità grazie alla ripetizione di pochi elementi<br />
ma ben combinati tra loro. Il piano terra,<br />
a ridosso di una particolarissima ansa di un<br />
canale della capitale danese, completamente<br />
libero grazie alla scelta di eleganti pilotis si arricchisce<br />
di una serie di scalinate e passaggi in<br />
quota, che rendono gli spazi unici e intriganti.<br />
I piani superiori sono pensati come combinazione<br />
tra una griglia rigida e una libera composizione,<br />
dove ogni appartamento gode di uno<br />
spazio aperto. Autore del progetto, il gruppo<br />
danese Lundgaard & Tranberg.<br />
URBAN 15
Gianluca Ciufoli<br />
Corta, aderente, blu, lucida, molto ma molto sexy.<br />
Segni particolari: taglia 38. La gonna che mi vorrei, fortissimamente<br />
vorrei, mettere giace nell’armadio da otto<br />
anni. Impossibile pensare di indossarla, nemmeno con<br />
una maglia larga coprente. Il bottone non si chiude e<br />
anche slacciata la ciccia schizza davanti e dai lati, facendomi<br />
un torto maggiore rispetto a come sono: sì, un po’<br />
ingrassata, ma non cicciona. Non ancora.<br />
Manteniamo la calma e riflettiamo. Primo: la taglia è francese,<br />
quindi la 38 è in realtà una 42, non è che io quando<br />
avevo 27 anni entrassi nella 38, stavo semplicemente<br />
molto più larga dentro una 42. Secondo: non mi sono<br />
certo messa d’impegno a seguire una dieta (e i risultati<br />
si vedono), quindi il mio caso non è disperato. Terzo: gli<br />
uomini mi dicono che sto bene così.<br />
Mentre faccio tutte queste considerazioni l’occhio ritorna<br />
allo specchio, alla pancia che deborda dalla gonna e ai<br />
ricordi di quando la allacciavo senza nemmeno trattenere<br />
il fiato.<br />
Mi sposto dal riflesso dello specchio e passo a un’altra<br />
prova della verità, la bilancia. Per fortuna l’ago non su-<br />
L’IRRAGGIUNGIBILE<br />
TAGLIA 38<br />
I vestiti, come i migliori amici, purtroppo non mentono mai<br />
URBANWOMEN<br />
di Faust<br />
pera i 56 kg come a Natale (dove era arrivato quasi fino<br />
a 58), ma sono lontanissima dai 52 kg di quella mitica<br />
estate del 1996. Le tabelle mediche dicono che per la<br />
mia altezza il peso va bene… Al diavolo! Non mi interessa<br />
quello che pensano i medici, e tanto meno gli uomini,<br />
chissenefrega di loro (per una volta). La questione è<br />
tra me e lei, la stramaledetta pancia, che poi vuol dire<br />
anche fianchi e giro-vita, il mio punto debole di sempre.<br />
Io voglio rimettere la gonna blu, i pantaloni neri eleganti<br />
ma che mi tirano. Altro che prova-costume, quello è un<br />
problema ridicolo in confronto, qui o dimagrisco o cambio<br />
guardaroba. Alzo il telefono e prenoto la visita per la<br />
liposcultura: un paio di anestesie, un paio di interventini<br />
e mi tolgo l’incubo dei tre chili. Il solo pensiero mi fa<br />
stare meglio. Entro nello studio, il chirurgo mi visita, mi<br />
guarda, mi tocca pancia e cosce. Poi mi dice: “Se fossi<br />
il suo fidanzato le direi di fare una dieta. Cominci a non<br />
mangiare formaggi, latte, dolci e salumi e poi ci rivediamo<br />
a settembre. Se proprio non è dimagrita, interveniamo”.<br />
Noooooooooooooo. E ora chi glielo dice alla<br />
gonna che non verrà al mare nemmeno quest’anno?<br />
urbanfaust@libero.it<br />
URBAN 17
Lenta distensione dell’avambraccio (destro, sinistro, a<br />
prescindere) nella fase di avvicinamento al raccoglitore,<br />
rapido scatto del pollice accompagnato da una gagliarda<br />
stretta della mano attorno all’oggetto, segue un progressivo<br />
rilassamento muscolare.<br />
Che cosa può succedere giusto giusto un momento<br />
prima di ritirare una copia del magazine che adesso hai<br />
in mano? Difficile ricordare. Soprattutto se il gesto si<br />
ritualizza e viene compiuto con la testa da un’altra parte,<br />
riducendo l’azione a sterile esercizio motorio, come<br />
in una condizione di vuoto mentale: una foto rubata,<br />
meglio se un po’ mossa, rende bene l’idea del divenire<br />
dell’azione. Si potrebbe raccontare, invece, il momento<br />
che precede il gesto immortalato nel fotogramma. Anzi,<br />
i momenti. Perché di prima ce ne possono essere tanti.<br />
Ma a che cosa si pensa mentre si prende <strong>Urban</strong> dall’espositore?<br />
Domanda inderogabile a cui, proprio perché con questo numero<br />
facciamo 50, abbiamo tentato di rispondere<br />
testo: Diego Bazzano / foto: Simone Galbusera<br />
URBAN CHI LEGGE<br />
Prima di tutto, può darsi anche che <strong>Urban</strong> tu non lo<br />
conosca. Un senso di insicurezza davanti a quell’oggetto<br />
ignoto scoraggia così qualsiasi gesto impulsivo<br />
e precipitoso tipo: arrivo, prelevo e finita lì. Il più delle<br />
volte si aggiunge anche un atteggiamento di sottile<br />
diffidenza: vuoi vedere che quel giornaletto mi vuole<br />
fregare? Fino a prova contraria, è impossibile che non<br />
costi niente. Lo hai notato appena sei entrato in que-<br />
sta libreria, non lo hai perso di vista un attimo mentre<br />
facevi finta di guardarti intorno tra gli scaffali. Ti sei<br />
avvicinato con fare circospetto, hai buttato un occhio<br />
alla copertina, gli hai dato addirittura una sfogliata<br />
veloce, se ne è accorta anche la ragazza alla cassa.<br />
“No no, do solo un’occhiata”. Sì, certo. E alla fine dai,<br />
vada per il giornaletto tanto carino, ma chissà quanto<br />
costa. A pensarci bene, però, bisogna per forza pagarlo?<br />
Dopotutto sei così vicino all’uscita… Che fai, lo<br />
prendi? Sei mica matto? E se poi il tipo della security<br />
ti corre dietro? Chi lo semina il gorilla? Prima, succede<br />
che mentre la tua testa è impegnata a sciogliere<br />
questo ingorgo di pensieri inutili, non ti accorgi che<br />
una terza mano predatrice ti sfila da sotto il naso una<br />
copia senza neanche chiederti permesso. Fino a prova<br />
contraria, come si diceva prima, la copertina parla<br />
chiaro: <strong>Urban</strong>. Zero euro. E benedetta sia la pubblicità.<br />
Prima, guardi l’orologio, hai fretta ma ti fermi lo stesso.<br />
Tanto è un attimo. Il tempo di acchiappare una copia,<br />
fare dietro-front e ti hanno già fregato la bicicletta.<br />
Un attimo, appunto. Averlo saputo prima. Se non<br />
vuoi arrivare in ritardo, adesso devi metterti a correre.<br />
Prima, vale a dire fino a dieci secondi fa, non lo stavi<br />
cercando. E adesso sai che se non sei tu a trovare <strong>Urban</strong>,<br />
è <strong>Urban</strong> che trova te. Coincidenza, o forse no. Forse è<br />
destino, visto che in città lo incontri un po’ dappertutto.<br />
O meglio, non proprio dappertutto: <strong>Urban</strong> non è il<br />
classico free press che ti aspetta sulle scale del metrò.<br />
Diciamo che lo trovi nei posti che frequenti tu. A <strong>Urban</strong><br />
piace stare in mezzo ai libri e andare al cinema, adora<br />
il sushi, si fa trovare spesso nei locali notturni. Lo incroci<br />
la mattina a lezione, la sera prima lo hai intravisto<br />
all’uscita della mostra. E scoprire questa comunanza di<br />
interessi ti fa particolarmente piacere.<br />
Prima, sono tutti quei giorni che passi ad aspettare il<br />
numero nuovo. E adesso, finalmente, stai pensando che<br />
no, tu vuoi una copia intatta, che non è stata sfiorata da<br />
nessuno e da niente, neanche da un filo d’aria. La tua<br />
copia non sarà mai quella in cima alla pila nel raccoglitore,<br />
piuttosto è quella che sta in mezzo, piegata per<br />
bene, che sembra uscita adesso adesso dalla tipografia.<br />
Peccato accorgerti che sei arrivato tardi, e del raccoglitore<br />
non è rimasto che lo scheletro.<br />
Prima, può succedere anche che ti telefoni il direttore:<br />
“Diego, ho due notizie. La buona è che il tuo primo<br />
pezzo è stato pubblicato. La cattiva è che ti abbiamo<br />
sbagliato il nome” (una i finale..., n.d.r.). Prima, ti sei già<br />
rassegnato. Il programmato urlo di “evviva” perde tutte<br />
le vocali e si trasforma in un lamento tormentato, vvvoglio<br />
cambiare pianeta. Prima, ti domandi come abbiano<br />
potuto trasformarti in un refuso.<br />
Prima di ritirare la copia di <strong>Urban</strong> che stai leggendo<br />
adesso, magari non ci hai fatto caso.<br />
Non ti sei accorto che ne sono passati di numeri e, con<br />
questo, <strong>Urban</strong> fa 50. Adesso, che poi è già dopo, forse<br />
stai pensando che qualcuno avrebbe dovuto dirtelo<br />
prima. Tranquillo, sei ancora in tempo per festeggiare<br />
in compagnia del tuo magazine preferito. Potresti, tanto<br />
per dirne una, finire di leggere tutti gli articoli (farai tanto<br />
contenti il direttore e la redazione), tenere presente,<br />
a tua discrezione, qualche interessante consiglio per<br />
l’acquisto (farai felici editore e inserzionisti) e soltanto<br />
dopo, fare il tutto a pezzettini. Come tanti coriandoli che<br />
piovono sulla testa di una città come non l’hai mai vista.<br />
18 URBAN URBAN 19
PLATEA<br />
ON THE ROAD<br />
Un testo discusso. Una compagnia che non recita in teatro. E un pullman<br />
per palcoscenico. Seduti, si parte: la città va in scena<br />
testo: Maurizio Baruffaldi / foto: Gianni Troilo<br />
Immaginate di salire su un pullman che abbia come<br />
meta dichiarata quella di perdersi. Che partirà dal<br />
centro (della città) verso la periferia e che avrà nel<br />
diradare la sua unica, solida e metafisica intenzione.<br />
Di essere passeggeri e spettatori, ma non della faccia<br />
triste o assorta del seduto di fronte, delle sue posture<br />
e segni dai quali azzardiamo personalità e storia<br />
(anche di quelli, tranquilli), ma spettatori e paganti<br />
del monologo teatrale di un attore, il passeggero più<br />
passeggero di tutti.<br />
Questo, in sintesi, l’ultimo progetto del collaudato<br />
sodalizio artistico che vive sotto il nome di<br />
Teatro della Polvere (fisicamente: Michele Mellara e<br />
Alessandro Rossi), presentato in anteprima nazionale<br />
a Bologna il 26 giugno, e che sarà dal 4 al 13 agosto<br />
nella stessa città a disposizione dei passeggeri,<br />
rigorosamente con prenotazione, nell’ambito di Bè<br />
Bolognaestate 06. Lo spettacolo/monologo è un<br />
adattamento di Ermanno Cavazzoni del romanzo Tra<br />
Mosca e Petuski del russo Venedikt Erofeev, uscito<br />
in Italia nel 1977, piuttosto difficile da trovare nelle<br />
biblioteche, pubblicato da Fanucci e da Feltrinelli,<br />
e che in Russia è stato il libro più amato e odiato<br />
a cavallo del millennio. Materia incandescente, che<br />
Michele Mellara e Alessandro Rossi hanno scelto per<br />
ritornare a un progetto teatrale, dopo l’esperienza<br />
di Suburra nel 2000, microfestival itinerante, di riso-<br />
nanza internazionale, che aveva sempre come spunto<br />
e ossessione la ricerca del contatto e scambio tra<br />
centro e periferia della città di Bologna, e quella del<br />
cine-circo Da Bologna a Sodankyla senza sudare, che<br />
ha attraversato l’Europa per arrivare al Midnight Sun<br />
Film Festival dei fratelli Kaurismaki in Finlandia.<br />
Ritornano al teatro, dicevamo, dopo le varie escursioni<br />
nel cinema, nel documentario e dopo le energie<br />
spese nella creazione di eventi d’ogni pasta, altra<br />
voce che caratterizza il loro binomio artistico.<br />
“Abbiamo un’idea di teatro espansa” spiega Michele<br />
Mellara. “Per noi il teatro non è un luogo fisico, ma<br />
cambia di volta in volta. In questo caso è itinerante<br />
perché il romanzo è una sorta di road-movie, un<br />
viaggio in vagoni malconci che il protagonista compie<br />
da Mosca a Petuski, 125 chilometri conditi da<br />
toni furiosamente comici, ma anche altamente drammatici”.<br />
Nel libro il trenino elettrico costeggia palazzoni<br />
scrostati, dacie ingobbite dal tempo, periferie<br />
dove non si riconosce la campagna dall’agglomerato<br />
informe di fabbriche e case. L’io narrante, Venicka,<br />
vive la sua spietata satira del grigiore brezneviano<br />
viaggiando su questo treno, allucinato e barcollante.<br />
20 URBAN URBAN 21
Ogni colpo di squallore fa sprizzare una scintilla di<br />
sarcasmo e voglia di vivere, in quella che è una vera e<br />
propria maratona alcolica: la vodka si rivela unica compagna<br />
e angelo custode del protagonista. Riportiamo<br />
questo passaggio eloquente da una delle ultime interviste<br />
concesse da Venedikt Erofeev. “Nei paesi della Nato<br />
e del Patto di Varsavia non sanno neanche che significhi<br />
bere, sono dilettanti di alto livello. Solo noi russi, dall’operaio<br />
al capo, sappiamo che nel bere si trova sempre<br />
un senso. È inutile cercare di proibirlo. L’uomo russo,<br />
quando gli fanno male e gli mettono i piedi in testa, beve”.<br />
Un fegato che si rispetti, è sempre russo.<br />
Una vecchia corriera anni ’70 è stata invece travestita<br />
da sovietica impiastrandole scritte e simboli dell’impero<br />
comunista, per sostituire il treno del narratore. Mosca e<br />
Petuski rappresentano invece idealmente il centro e la<br />
periferia di tutte le città.<br />
Si inizia da terra, in via Azzo Garbino, davanti alla<br />
Cineteca, nel centro di Bologna, dove non dovrebbe<br />
perdersi nemmeno un bambino e dove l’attore (Mauro<br />
Marchese) accoglie e poi accompagna il pubblico di<br />
23/24 passeggeri verso il pullman da prendere. Seduti,<br />
si parte.<br />
“Ci sono due momenti nel testo” dice Mellara. “Nella<br />
prima parte il pubblico partecipa, intimamente, anche se<br />
non parla, alle divagazioni, ironiche e drammatiche del-<br />
l’attore. La seconda parte è più onirica (anagramma di<br />
ironica, n.d.r.), delirante, il protagonista perde l’orientamento<br />
sia geografico che esistenziale, tanto che non sa<br />
più quale sia la direzione del percorso”. Se va, se torna,<br />
da dove, per dove.<br />
Le tappe del pullman sono cercate con scrupolo, devono<br />
combaciare con le immagini e i rimandi del testo “una<br />
sorta di metronomo a orologeria riadattabile nelle diverse<br />
città in cui faremo lo spettacolo. Sono fondamentali<br />
il sopralluogo e la ricerca degli spazi che offre la città in<br />
questione, adatti a illustrare, per così dire, la parola. Un<br />
viaggio che suggerisce i luoghi, li va a scovare, ma che<br />
anche li deforma. La città che sembra adeguarsi al testo,<br />
e un invito a rileggere la realtà urbana rispetto al quotidiano:<br />
non sembra più la stessa” dice Michele. Noi di<br />
<strong>Urban</strong> non possiamo che annuire: siamo qui apposta.<br />
Le fermate sono annunciate dall’impianto audio sul pullman,<br />
da dove escono musica, suoni e la voce registrata<br />
della Baraldi, l’Angela che è l’angelo, voce fuoricampo,<br />
che accompagna e sostiene il protagonista. “È una<br />
voce sempre trattata, deformata, come la coscienza di<br />
Venicka. Tutto questo serve a creare una dimensione<br />
totale, avvolgente, piena”.<br />
Il tragitto segue le indicazioni per Modena, verso la periferia<br />
di Bologna, ferma una volta davanti all’Ospedale<br />
Maggiore, che richiama l’architettura sovietica, e dove<br />
Venicka dice “Io lavoravo lì”, poi davanti al quartiere<br />
Reno, in un posteggio deposito di pullman. Of course.<br />
Nella seconda parte, quella che definiamo la più fantastica,<br />
la corriera esce dal confine della città, per arrivare<br />
a Bargellina, “in un tragitto in mezzo alla campagna in<br />
cui è facile perdere il senso dell’orientamento, dove il<br />
confine e la coscienza combaciano, sono alle spalle, per<br />
così dire. Zona industriale e artigianale dove è notte e<br />
non c’è nulla, pochissime luci, nessun profilo umano.<br />
Denso di un senso di morte”. Ma non muore nessuno<br />
veramente, è la finzione, compagni. Ed è qui che il protagonista<br />
abbandona i compagni di viaggio e scende.<br />
Gli spettatori restano, immersi dalla voce della Baraldi,<br />
l’angelo, oltre che da suoni e musiche che trasformano<br />
la realtà, che ribadiscono la sensazione della perdita:<br />
il pubblico ha smarrito anche il suo protagonista. Che<br />
viene poi ripreso più avanti (portato da un auto) e risale<br />
stravolto, straziato. Si imbocca la tangenziale e si ritorna<br />
verso il centro senza soste, nell’evidente tristezza da<br />
sbronza all’epilogo.<br />
Il pubblico scende nel punto di partenza per il monologo<br />
finale, di questo romanzo ellittico, che invita ad andare,<br />
e non si è mai mosso. “Nel romanzo è molto chiaro che il<br />
protagonista non è mai partito” dice infatti Michele. Ma<br />
non sarà la tristezza, bensì l’euforia, il sentimento che resterà<br />
in memoria al pubblico giunto a destinazione.<br />
Lo spettacolo sarà anche a Mantova, al Festival della<br />
Letteratura dal 6 al 10 settembre, poi a Roma e così via.<br />
Buono per chi. Si perde volentieri. Non ama la geografia.<br />
Crede di conoscere la sua città meglio delle sue tasche.<br />
Non distingue ancora la forza centrifuga da quella centripeta.<br />
Ama buttare l’occhio al finestrino. Lavora in centro e<br />
vive in periferia. Alloggia in centro e disprezza la periferia.<br />
Vive in periferia e non vivrebbe neanche morto in centro.<br />
URBAN 23
Annaclara Di Biase, Lilly, 2005<br />
UNDER30<br />
SU TELA<br />
Più di 500 partecipanti, 20 selezionati. Un vincitore e<br />
un artista che per <strong>Urban</strong> creerà una copertina ad hoc.<br />
Lo dicono i numeri del premio di Italian Factory:<br />
sotto i 30 la pittura c’è<br />
testo: Alessandro Riva<br />
C’è una nuovissima generazione di artisti che ha<br />
ricominciato a utilizzare con intelligenza e una forte<br />
consapevolezza il più antico dei mezzi artistici, quello<br />
della pittura, sapendolo ibridare e contaminare con<br />
altri linguaggi tratti dalla più stretta contemporaneità,<br />
dalla fotografia al fumetto fino alla scultura e<br />
alla pratica installativa. Di questa generazione, oggi,<br />
abbiamo potuto vedere uno spaccato fortemente significativo<br />
nel Premio Italian Factory per la giovane<br />
pittura italiana, del quale <strong>Urban</strong> è partner, e al quale<br />
ha partecipato in maniera diretta con un Premio speciale<br />
<strong>Urban</strong> assegnato a Maurizio Carriero. Al Premio<br />
Italian Factory, infatti (che è stato invece vinto dal<br />
ventiseienne forlivese Cristiano Tassinari), hanno<br />
partecipato oltre 500 giovani artisti under 30 da tutt’Italia,<br />
dando nel complesso l’idea di una generazione<br />
nuovissima, capace di mixare tra loro le più disparate<br />
suggestioni, dalla lezione della tradizione classica<br />
italiana alle citazioni ipercontemporanee, a riferimenti<br />
culturali ibridi e multiculturali, suggestioni pop, afflati<br />
romantici e citazioni di stampo postmoderno: un vero<br />
e proprio mix di tradizione e innovazione, intelligenza<br />
e spregiudicatezza, attenzione al mestiere senza<br />
complessi o derive passatiste o neocitazioniste. Tra<br />
questi 500 giovani partecipanti (dei quali la maggior<br />
parte, il 52%, proveniva dal nord, contro un 21%<br />
proveniente dal centro Italia e un 27% dal sud), è<br />
URBAN 25
Cristiano Tassinari, Nudo in interno, 2005<br />
stata selezionata una rosa di 20 finalisti, che, nella<br />
diversità delle tecniche utilizzate, dei riferimenti culturali<br />
sottintesi o delle diverse declinazioni stilistiche,<br />
ben rappresentavano le diverse inclinazioni che oggi<br />
la pittura italiana è in grado di rappresentare: tra loro,<br />
infatti, c’è chi rielabora e ridefinisce l’idea tradizionale<br />
di ritratto mescolandolo con il gioco della citazione<br />
colta in un dialogo a distanza con le esperienze delle<br />
avanguardie storiche (Maurizio Carriero) e chi lavora,<br />
con un mix di riferimenti classici e una forte tensione<br />
concettuale, sull’idea della stratificazione del tempo e<br />
del segno, pur all’interno dello specifico del linguaggio<br />
pittorico (Cristiano Tassinari); chi gioca, con grande<br />
libertà e un forte impatto coloristico, con le immagini<br />
della nostra memoria visiva condivisa, spaziando tra<br />
i più vari riferimenti culturali, letterari e cinematografici<br />
(come nel caso della seconda classificata, Svitlana<br />
Grebenyuk) e chi si affida al rigore di una tecnica consolidata<br />
(Mimmo Centonze); chi utilizza l’acquerello per<br />
“correggere” drammaticamente un volto (Emilia Faro)<br />
e chi con olio e bitume scalfisce la superficie delle<br />
cose (Ettore Frani), o ancora chi ritrae l’uomo a metà<br />
tra sapienza pittorica tradizionale e gioco installativo<br />
(Piero 1/2 Botta); in particolare, la figura umana viene<br />
affrontata con la tragicità cupa dell’espressionismo tedesco<br />
(Simona Bramati) o con il mimetismo fotografico<br />
dell’iperrealismo (Cora Chiavedale), con i travestimenti<br />
femministi e i condizionamenti della moda (Annaclara<br />
Di Biase) o con i riferimenti alla propria autobiografia<br />
privata (Andrea D’Aguanno), con la levità estatica di<br />
una visione (Daniele Giunta) o con la vivacità sbiadita<br />
dell’adolescenza (Marco Salvetti). Ci sono poi scene familiari<br />
descritte con la deformazione sintetica di forme<br />
e colori (Nebojša Despotovic), drammatici paesaggi<br />
urbani carichi della memoria storica e famigliare (Beli<br />
Karanovic) o calligrafie della natura con la sottile filigrana<br />
dell’Oriente (Raffaele Collu). Per arrivare infine a<br />
contaminazioni grafiche, illustrative e pittoriche (Fabio<br />
Coruzzi), a composizioni dense in cui si intrecciano<br />
Maurizio Carriero, Baby toy, 2006<br />
colori, forme e contorni (Cristiana Depedrini), a caotici<br />
collage di immagini e parole (Paola Ferla) e a bizzarre<br />
iconografie onirico-fiabesche (Daniela Perdetti) che<br />
rimandano al clima dell’illustrazione o della street art.<br />
Quanto ai punti di riferimento di questi artisti, si spazia<br />
da Caravaggio a Rembrandt a Schiele, e poi Bacon,<br />
Giacometti, Freud, Basquiat, Richter, Tuymans e Dumas<br />
tra i contemporanei. Una scelta davvero singolare, circoscritta<br />
a un’arte figurativa che a partire dalle esperienze<br />
di Caravaggio e Rembrandt, affronta il dramma<br />
esistenziale dell’uomo; scelta che si ripresenta anche<br />
nelle letture preferite, che spaziano dalla Bibbia (serbatoio<br />
di motivi, spunti e sentimenti) alla letteratura<br />
e filosofia esistenzialista di Sartre, Nietzsche, Camus,<br />
Saramago e Hesse per appuntarsi sulle Memorie di<br />
Adriano della Yourcenar; mentre in ambito musicale<br />
prevale la contaminazione di generi e autori, che alterna<br />
la musica classica al punk rock, l’elettronica al crossover,<br />
nel cinema la concordanza di gusti viene provata<br />
dalla predilezione di due registi, Kubrick e Fellini, che,<br />
pur essendo molto diversi l’uno dall’altro, si distinguono<br />
nel panorama cinematografico per lo stretto<br />
rapporto tra l’aspetto narrativo e quello visivo e per la<br />
particolare attenzione alla forma e al linguaggio.<br />
Uno spaccato generazionale che dimostra che qualcosa<br />
è davvero cambiato, e sta tutt’ora cambiando, nell’arte<br />
contemporanea italiana. In questi anni si è infatti<br />
assistito a una forte inversione di rotta nell’approccio<br />
artistico da parte delle generazioni più giovani. Di<br />
contro a una linea palesemente dominante fino a pochi<br />
anni fa, quella appunto di marca vagamente neodada<br />
e dagli evidenti retaggi concettuali, dove il rifiuto<br />
dello stile (di uno stile unificante e caratterizzante il<br />
lavoro dell’artista) e dell’identificazione con un singolo<br />
linguaggio appariva come uno degli elementi centra-<br />
li e fondanti, è infatti emerso, in questi ultimi anni,<br />
un atteggiamento di maggiore leggerezza e fluidità<br />
nell’approccio all’opera, che ha permesso agli artisti<br />
di avvicinarsi con un atteggiamento più laico e meno<br />
ideologico alla stessa pratica artistica, attraversando<br />
trasversalmente il grande bacino della storia dell’arte<br />
come quello della quotidianità o della cronaca senza<br />
complessi passatisti o atteggiamenti forzatamente intellettualistici.<br />
E tornando a confrontarsi coi problemi<br />
del linguaggio: in particolare, appunto, quello pittorico,<br />
oggi più vivo e dinamico che mai. Così, se in tutt’Europa<br />
è emersa una generazione di pittori (e di scultori)<br />
fortemente connotata e coerente, seppure con grandi<br />
differenze stilistiche e contenutistiche, che ha ripreso<br />
a lavorare approfonditamente sullo specifico della<br />
propria tradizione linguistica, sulla sua storia e sulla<br />
sua trasformazione, riallacciandosi alle diverse koiné<br />
nazionali e regionali presenti nei propri paesi d’origine<br />
(pensiamo alla tradizione della pittura anglossassone,<br />
fortemente connotata e di grande impatto e novità,<br />
anche nelle sue più recenti declinazioni, o a quella<br />
tedesca, che in questi ultimi anni è tornata ad avere<br />
grande slancio con forti connotazioni di realismo sociale),<br />
in Italia la nuova generazione di pittori ha subito<br />
un fortissimo processo di rinnovamento e di rielaborazione<br />
critica, distinguendosi per alcune caratteristiche<br />
di base, che da una parte la inseriscono perfettamente<br />
e coerentemente nel più generale clima di risveglio e<br />
ridefinizione di una nuova pittura intelligente, ironica,<br />
coltissima ma insofferente all’ormai fin troppo trito<br />
gioco della citazione e del repêchage di marca postmoderna<br />
che aveva invece caratterizzato la generazione<br />
precedente e dall’altra la sta imponendo come una delle<br />
esperienze più interessanti e nuove della più recente<br />
scena artistica europea. La generazione a cui noi tutti,<br />
oggi, guardiamo con interesse, curiosità, entusiasmo.<br />
Facciamoli crescere, facciamoli lavorare. Ci riserveranno<br />
delle sorprese.<br />
26 URBAN URBAN 27<br />
Marco Salvetti, Red haired boy, 2006<br />
Fabio Coruzzi, Keep it away from curious, 2005<br />
Nebojša Despotovic, Happy Family, 2005
Attraversare il golfo da un capo all’altro, raggiungere<br />
comodamente le spiagge più impervie, farsi un baffo del<br />
forsennato traffico del centro. Welcome on board!<br />
testo: Ciro Cacciola / foto: Alberto Bernasconi<br />
UNA <strong>METRO</strong> TRA LE ONDE<br />
Comincia a funzionare di solito quando la temperatura<br />
si mette buona: attorno ai venti gradi. Di massima, per<br />
carità. Poi, più scotta il sole, più si moltiplica: raddoppia,<br />
non lascia, va e viene. Insomma, col caldo proprio non si<br />
ferma più. Una rondine non fa primavera, dicono. Il Metrò<br />
del Mare, invece, con la sua piccola flotta, sì: motonavi,<br />
aliscafi & altri natanti marini impegnati tuttaestate in incessanti<br />
andirivieni coast to coast anzi “port to port”. Un<br />
nuovo segno dei tempi. Un mezzo di trasporto che è un<br />
piacere. Una metropolitana on the beach. Una cosa, dicono,<br />
che ci sia solo a Napoli. Sarà.<br />
Fatto sta che, almeno da giugno a settembre, per i<br />
napoletani usare la vecchia, tradizionale ferrovia metropolitana<br />
– che ancora si aggiudica in esclusiva fermate<br />
“sciccherrime” come Piazza Amedeo o Mergellina – è una<br />
“botta in fronte”. E nemmeno la nuova, efficientissima, super-contemporary-art<br />
linea 1 – quella con tutte le opere<br />
d’arte con le griffe della Transavanguardia e le star, emerse<br />
ed emergenti, dei cataloghi di Basilea, dell’Armory<br />
newyorchese o del Miart (Milano o Miami???) – riesce a<br />
cavarsela troppo bene in fatto di indici di gradimento:<br />
“se proprio devo...” è il pensiero azione. Ma se si tratta di<br />
prendere il Metrò del Mare... che piacere!<br />
D’altro canto: vuoi mettere una scia spumeggiante con<br />
un paio di rotaie? L’azzurro del golfo con il grigio underground?<br />
Una vetrata vista Vesuvio con un finestrino vista<br />
tubo (nel senso: che proprio non si vede un tubo, sic)?<br />
Una carrozza provata da mesi di folla e d’inverno con uno<br />
scafo fresco di sole e d’azzurro e di pittura acquafresh?<br />
Un marinaio bruciato dal sale e dalla fortuna con un con-<br />
28 URBAN URBAN 29
Marcella Peluffo / URBAN per Citroën
trollore abitoblù con troppe maniglie (dell’amor perduto)<br />
e fischietto?<br />
E allora pronti, partenza, via.<br />
Spieghiamo (le vele). Per chi non l’avesse mai preso, il<br />
Metrò del Mare, al suo sesto anno consecutivo di vita, è<br />
un servizio marittimo veloce promosso dall’assessorato<br />
regionale ai Trasporti (www.metrodelmare.com) che, fino<br />
al 15 ottobre, collega le zone più belle e urbanizzate<br />
della costa a nord e a sud di Napoli con una serie di linee<br />
che da Monte di Procida (mitici Campi Flegrei!) via Bacoli,<br />
Pozzuoli, Mergellina, Molo Beverello, Portici, Ercolano,<br />
Torre del Greco, Pompei, Castellammare, Seiano, arrivano<br />
fino a Positano e Amalfi. Una roba diversa dai soliti<br />
traghetti e aliscafi, diversa nel concept, nei prezzi e negli<br />
scali (le isole, infatti, sono ineluttabilmente escluse) che<br />
serve tutta l’area metropolitana della Grande Napoli.<br />
Sul Metrò del Mare si viaggia ovviamente più rilassati,<br />
senza fretta, questo sì. Se uno “deve” andare “un momento”<br />
a Sorrento (diciamo: a prendere un po’ di sole),<br />
deve passare necessariamente per Torre Annunziata, per<br />
esempio, un porticciolo che magari non avrebbe mai visto<br />
in vita sua se non ci avesse pensato il Metrò del Mare.<br />
Paradigma di sana democrazia geografica, ecco. Come<br />
pure: se uno ha i bagni (di mare) contati, in ogni caso<br />
può ammortizzare il tempo prendiraggi guadagnando un<br />
posto a sedere all’aperto o una standing ovation al sole<br />
di onda in onda: garantito, ci si abbronza uguale. Della<br />
serie, se il capo indaga e rimprovera per il troppo colore,<br />
una P.S.A. (Povera Segretaria Abbronzatissima) può<br />
sempre rispondere: “Dottore, mi creda, sono stata tutto il<br />
giorno in metropolitana!”.<br />
Scherzi a parte, qualche dato serve a rendere meglio<br />
l’idea. Il servizio, a oggi ancora unico nel suo genere<br />
in Italia e nel Mediterraneo, l’anno scorso ha superato<br />
i 200mila passeggeri in sei mesi di attività, il 17% dei<br />
quali provenienti da fuori regione e il 10% dall’estero<br />
(con prevalenza da Francia, Germania, Gran Bretagna e<br />
Spagna). La cosa geniale, un po’ “verde”, quasi bucolica,<br />
è che si ritiene che il servizio abbia permesso di sottrarre<br />
al traffico circa 15mila auto. Sarà.<br />
Va detto che quest’anno il Metrò del Mare è anche cultura.<br />
Sono allo studio infatti la possibilità di sconti nei<br />
siti archeologici per gli utenti muniti di biglietto MdM e<br />
promozioni per consentire viaggi a prezzo ridotto per gli<br />
studenti. Ma, soprattutto, corse speciali con visite guidate<br />
nei luoghi dell’arte e dell’antichità, illustrate da ricercatori<br />
universitari. Un vero scoop.<br />
I turisti, of course, amano il Metrò del Mare. Due romantiche<br />
signore inglesi del tipo non ancora in via di<br />
estinzione davvero non potevano credere che, allo stesso<br />
prezzo di un ticket con il quale si sarebbero spostate da<br />
Piccadilly a Hampstead, avrebbero “addirittura” viaggiato<br />
UNA <strong>METRO</strong>POLITANA ON THE BEACH. UNA COSA, DICONO, CHE CI SIA SOLO A NAPOLI<br />
per quattro fermate dalla centralissima Piazza Municipio<br />
agli Scavi celeberrimi: “It’s de-lovely”. Diverso il caso di<br />
una giovane coppia di Brescia che puntualizzava con una<br />
più matura coppia romana che “in fondo non è una vera<br />
metro, dal momento che tocca i territori di più comuni,<br />
non solo della città di Napoli”. Verissimo, ma che importa?<br />
Caso tipico, di contro, quello di una simpatica quanto<br />
debordante, prolifica casalinga napoletana che, con faccia<br />
tosta presa a prestito dalla Sofia Loren di Ieri, oggi e domani<br />
nell’episodio della contrabbandiera che non riusciva<br />
mai a entrare in prigione perché il marito la metteva continuamente<br />
incinta, pretendeva di usare proprio il biglietto<br />
delle linee metropolitane urbane per sé e per i suoi tre<br />
ragazzini argomentando col capitano: “Uè, scusate, capo,<br />
ma allora che Metropolitana è?!”.<br />
Il personale di bordo del MdM mastica un po’ le lingue,<br />
un po’ il sapore del sale. Giovanissimi e/o lupi di mare,<br />
accolgono pendolari, indigeni e stranieri senza discriminazioni.<br />
I bar allestiti con semplicità possono offrire anche<br />
focacce buonissime e cornetti ancora caldi. Il caffè, ovvio,<br />
è very napoletano. I gelati non mancano.<br />
“Sorrento, signori, scalo di Sorrentooooo”. Prossima fermata:<br />
Positano.<br />
Quant’è bello ‘sto metrò...<br />
URBAN 31
Concorso valido da 20 luglio 2006 al 10 settembre 2006. Montepremi complessivo di 1090,00 euro + Iva. Il regolamento completo lo trovate su www.smagazine.it URBAN per Samsung<br />
O. Mangiante, A. Desiato<br />
Non occorre sentirsi fotografi, e neppure portarsi<br />
la macchina fotografica. Non occorre nemmeno<br />
uscire con l’idea di fare delle foto. La città<br />
sta lì, come una miniera inesauribile. Basta che<br />
l’occhio si soffermi, la mano estragga di tasca il<br />
fototelefonino e il dito scatti.<br />
Lo sanno bene Alessandro Scarano, Aurora Ghini,<br />
Barbara Annibaldi, Andrea Desiato e Orsetta<br />
Mangiante, membri di Flickr-Milanouel!W (www.<br />
emmewu.com), una tra le comunità di urban photo<br />
sharing più dinamiche e creative.<br />
A loro abbiamo affidato un cellulare Samsung SGH-<br />
Z400 con fotocamera da 2 megapixel, lasciando a<br />
tutti carta bianca. Ancora una volta la città non<br />
ha deluso.<br />
LA CITTÀ A PORTATA DI SCATTO<br />
A. Ghini<br />
O. Mangiante, A. Desiato<br />
O. Mangiante, A. Desiato<br />
B. Annibaldi<br />
B. Annibaldi<br />
B. Annibaldi<br />
A. Scarano<br />
A. Ghini<br />
Al termine del concorso saranno premiati tre<br />
lettori, nelle seguenti categorie:<br />
PREMIO(S)magazine/URBAN: videocamera digitale<br />
Ego Camera Sport Samsung. Il premio sarà<br />
assegnato da una giuria composta da un<br />
responsabile Samsung, dai creativi di (S) e<br />
dal direttore di <strong>Urban</strong>.<br />
PREMIO COMMUNITY: un televisore Samsung LCD<br />
da 19” per chi avrà raccolto più voti sul<br />
sito www.smagazine.it<br />
PREMIO DOWNLOAD: un cellulare SGH-E900<br />
Samsung a chi avrà ricevuto il maggior numero<br />
di download della propria foto sul sito<br />
www.smagazine.it<br />
In caso di parità nell’assegnazione del 2°<br />
e 3° premio di categoria sarà valutato il<br />
punteggio medio più alto. Il regolamento<br />
completo dell’iniziativa è pubblicato sul<br />
sito www.smagazine.it<br />
B. Annibaldi<br />
Se anche tu ti senti fotoreporter<br />
iscriviti al concorso on line dal 20<br />
luglio al 10 settembre 2006, puoi<br />
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Ego Camera Sport, un televisore LCD da<br />
19” e un cellulare Samsung SGH-E900,<br />
ed essere contattato dal magazine di<br />
Samsung – (S)magazine – per documentare<br />
uno dei prossimi articoli!<br />
Partecipare è semplicissimo: fai<br />
un reportage fotografico delle tue<br />
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iscritto automaticamente al concorso e<br />
potrai controllare on line lo stato dei<br />
tuoi voti!<br />
B. Annibaldi<br />
O. Mangiante, A. Desiato
A RUOTA LIBERA<br />
Stretti nell’abitacolo vanno a caccia della massima pendenza. L’attrito è il loro peggior nemico, ma col meccanico giusto...<br />
testo: Raffaele Panizza / foto: Gughi Fassino<br />
La discesa è lunga un chilometro e mezzo, più o meno.<br />
E ci vuole un minuto, massimo un minuto e dieci,<br />
per coprire la distanza buttandosi giù dalle colline di<br />
Baldissero Torinese a bordo di una macchinina costruita<br />
in tutto e per tutto come una piccola Formula uno: telaio,<br />
colori, pilota in tuta sgargiante, guanti e casco integrale.<br />
Niente motore, però. Vietato farsi spingere a braccia.<br />
Unica forza propulsiva: l’inerzia, un po’ come automobili<br />
che scivolano giù da un terrapieno per colpa di un<br />
conducente sbadato che ha scordato d’inserire il freno<br />
a mano. Ecco il circo dorato dei “carretti”. O carèt, come<br />
li chiamano a Torino: mezzi da discesa costruiti grazie<br />
alle conoscenze sempre più raffinate di una generazione<br />
d’ingegneri di paese, capaci di ridurre al minimo gli attriti<br />
delle parti meccaniche, di ponderare le zavorre e oliare<br />
i giunti delle gomme, in modo da permettere all’aria e<br />
alla pendenza di trasformarsi in propulsori naturali. In<br />
tutta Europa, appena la morfologia del territorio lo permette,<br />
nascosti tra gli alberi ci sono migliaia di appas-<br />
sionati che si lanciano nelle curve a gomito a bordo degli<br />
aggeggi più improbabili.<br />
E sulle colline intorno alla Basilica di Superga c’è una<br />
delle scuderie più agguerrite d’Italia, la temuta A.s.d.<br />
Baldissero. Venti piloti dagli 11 fino ai 50 anni suonati,<br />
più altrettanti bolidi passati per lo più sotto i ferri sapienti<br />
dell’officina dei F.lli Visca – insospettabile carpenteria<br />
URBAN 33
metallica nelle ore diurne e fucina di nuovi veicoli in<br />
quelle notturne – diventata ormai box ufficiale di tutto<br />
il paese. E non senza qualche conflitto d’interessi c’è da<br />
dire, considerato che praticamente tutti i componenti<br />
della famiglia Visca sono corridori incalliti. “Abbiamo<br />
debuttato qualche anno fa in occasione di una gara a<br />
Bastia di Mondovì, gareggiando con dei tubolari enormi<br />
da 400 chili che frenavano solo posteriormente” racconta<br />
Elio Visca, che per il suo carretto ha scelto sobri colori<br />
McLaren, grigio e nero. “Per fermarci, al termine della<br />
discesa, dovevamo inchiodare facendo tre testacoda, seminando<br />
il panico nella piazza principale del paese”.<br />
Da quel giorno, però, le tecniche si sono affinate, il peso<br />
è stato dimezzato, e di conseguenza sono cresciuti il<br />
tempo e la fatica necessari per costruire il carretto perfetto.<br />
“Per realizzarne uno ci vogliono circa quattro mesi di<br />
lavoro” racconta Roberto Visca, padre di Marilena, Ilenia<br />
e Maicol, tutti immancabilmente piloti di carretto, e quest’ultimo<br />
come nome comanda munito di veicolo in stile<br />
Ferrari ereditato dallo zio. “Il telaio è fatto di ferro, tubolare<br />
e scatolato. Mentre la scocca è sagomata con fogli di<br />
polistirolo sovrapposti uno a uno, tirati con la resina e infine<br />
stuccati”. Ma non è finita. Perché poi c’è da attrezzare<br />
le cinture di sicurezza (obbligatorie, in stile rally), scegliere<br />
le ruote migliori (c’è chi riadatta i cerchioni di un<br />
motorino, e chi invece si fa spedire dalla Repubblica Ceca<br />
– dove i carretti sono diffusissimi, una specie di sport<br />
nazionale – quelle originali). E infine verniciare. “Anche se<br />
il vero segreto è lavorare di cesello sugli attriti delle parti<br />
meccaniche”, racconta Luca, con la sua tuta rossa da<br />
meccanico Alfa Romeo e il veicolo col numero 439 sulla<br />
fiancata, a ricordare l’orario (4:39) in cui si sveglia ogni<br />
santa mattina. “In discesa raramente si supera la velocità<br />
di 80 chilometri all’ora” spiega Luca “e di conseguenza<br />
l’aerodinamicità del carretto è un problema relativo. Più<br />
importante è che le ruote girino senza nessun ostacolo, e<br />
soprattutto che i freni siano ben registrati”.<br />
E per far sì che tutto funzioni a dovere, il mezzo va<br />
testato su strada. Cosa più facile a dirsi che a farsi, considerando<br />
che, per permettere ai carèt di scorrazzare<br />
liberi dove normalmente viaggiano le automobili, occorre<br />
accordarsi con le autorità locali e piazzare un vigile all’inizio<br />
e uno alla fine della pista. Cosa possibile soltanto<br />
durante le gare, ovviamente. Ecco allora che non è raro<br />
trovare i piloti della A.s.d. Baldissero riuniti a notte fonda<br />
nel centro del paese, intenti a rodare l’apparato frenante<br />
nella discesa che porta dritta alla piazza del comune, con<br />
un’automobile davanti a illuminare il percorso.<br />
CI SONO MIGLIAIA DI APPASSIONATI CHE SI LANCIANO NELLE CURVE A BORDO DEGLI AGGEGGI PIÙ IMPROBABILI<br />
Il tutto, in attesa della gara ufficiale. Dove finalmente si<br />
sfoggiano le tute da go-kart, anche se una semplice divisa<br />
da meccanico sarebbe sufficiente. Dove si coprono<br />
i propri carretti con teli di plastica, per far sì che gli altri<br />
concorrenti non possano copiare le soluzioni tecniche,<br />
oppure per nascondere qualche scorrettezza, come piazzare<br />
piombo qua e là per rendere il mezzo bello zavorrato,<br />
e quindi più veloce. C’è chi copre le ruote con le retine<br />
utilizzate dalle donne per farsi la permanente, convinto<br />
in questo modo di tenere i pneumatici in temperatura<br />
perfetta. Poi, si parte. Uno alla volta si affronta la discesa,<br />
ci si esibisce in una derapata spettacolare infilandosi nella<br />
curva a gomito, e s’inchioda a fine pista. Ai bordi del<br />
circuito, disseminati nelle zone più pericolose, cubotti di<br />
fieno comprati a un euro ciascuno dai contadini della zona<br />
tutelano da eventuali schianti o precipizi nel burrone.<br />
E poi si torna su, agganciati uno all’altro con una corda,<br />
trainati da un camioncino. I carretti andranno a riposare<br />
al secondo piano granaio di Roberto Visca, che ha costruito<br />
un montacarichi basculante per far salire comodamente<br />
i mezzi. Da domani, se il lavoro nella carpenteria<br />
lo permetterà, si ricomincerà a scervellarsi sulle soluzioni<br />
tecniche. Il 17 settembre si corre la gara più attesa, la<br />
“notturna” di Baldissero. E nessuno può permettersi di<br />
perdere.<br />
URBAN 35
Insieme a Ferruccio Spinetti ha<br />
fatto una scommessa: spogliare<br />
la musica altrui del superfluo e<br />
ridurla ai soli contrabbasso e voce.<br />
La sua. Che sul palco non tradisce<br />
testo: Vita Magnani / foto: Cesare Cicardini<br />
Un giorno, per caso, Petra Magoni duetta con<br />
Ferruccio Spinetti degli Avion Travel. Suonano insieme<br />
– voce lei, contrabbasso lui – e in un pomeriggio<br />
consolidano l’asse toscano (lei vive a Pisa, lui a Siena)<br />
registrando Musica Nuda, cd di cover che spaziano<br />
da Roxanne a Guarda che luna. È il 2004: vendono<br />
10mila copie in Italia e 15mila all’estero, arrivano<br />
terzi al Premio Tenco e ottengono riconoscimenti in<br />
Francia, fino al premio Progetto Speciale al MEI 2005.<br />
Quest’anno replicano con Musica Nuda 2. Petra, intanto,<br />
ha fatto un duetto anche di... figli.<br />
Musica Nuda 1 e 2… quali abiti avete tolto alla musica?<br />
Le abbiamo tolto un po’ di tutto perché il progetto è<br />
nato così: prendiamo canzoni molto conosciute e le<br />
spogliamo di tutti gli strumenti, lasciando solo contrabbasso<br />
e voce. Il resto chi ascolta se lo può comunque<br />
immaginare: può pensare al fill di batteria o al riff di<br />
chitarra che noi non suoniamo ma che tutti sappiamo<br />
esserci nella versione originale di quella canzone.<br />
Lasciamo molto spazio all’ascoltatore. Poi nel corso<br />
degli anni, dopo più di 100 concerti, ci è venuto anche<br />
spontaneo scrivere qualche canzone, ma non è un nostro<br />
obiettivo: c’è tanta bella musica in giro che aspetta<br />
solo di essere suonata.<br />
L’aggettivo “nuda” mi fa venire in mente anche<br />
“cruda”...<br />
NUDA<br />
PETRA<br />
Mmmh, a questo non avevo mai pensato. Però è vero<br />
che abbiamo trovato molte estensioni al concetto di<br />
“nudo”. Per esempio, è un progetto che è nato dal basso:<br />
chiamavamo noi i primi locali in cui suonare, abbiamo<br />
trovato noi l’etichetta con cui pubblicare il lavoro.<br />
Un gradino dopo l’altro siamo arrivati a qualcosa che,<br />
pur rimanendo in un ambito per così dire “di nicchia”,<br />
ci sta dando molte soddisfazioni in Italia e soprattutto<br />
all’estero.<br />
Giocherei ancora un po’ con le associazioni mentali.<br />
Sempre “nuda” mi fa pensare a un corpo, mentre la<br />
musica, in quanto immateriale, è più spesso associata<br />
all’anima. Come la vedi tu?<br />
La vedo viva, e quando si è vivi si è sia corpo che<br />
anima. Per me cantare – come suonare, per qualsiasi<br />
musicista – non è un lavoro, è quasi un bisogno. Se io<br />
non canto, dopo qualche giorno sto male, mi manca<br />
qualcosa e per questo la vedo come un fatto fisico. E<br />
per il tipo di strumento che suono, l’elemento fisico<br />
c’entra davvero perché la voce ce la portiamo sempre<br />
appresso, anche se non ci pensiamo, e risente di tutto,<br />
dei nostri stati d’animo ma anche della nostra salute.<br />
Non puoi chiuderla in una custodia e lasciarla lì: se la<br />
sera prendi freddo, la voce ne risente.<br />
L’aspetto più legato all’anima e alla sfera delle emozioni<br />
si esprime invece nelle canzoni che scegliamo, che per<br />
noi hanno sempre un significato legato a un sentimento,<br />
positivo o negativo. Quando canto determinate can-<br />
zoni, per esempio, succede una specie di “esorcismo”…<br />
?!?!<br />
… semplicemente ogni volta rivivo una determinata<br />
situazione e la circoscrivo al momento in cui canto la<br />
canzone, perché cerco di dare molto significato al testo<br />
che sto cantando.<br />
Non mi sembra una cosa che succeda spesso, nemmeno<br />
a chi canta le sue canzoni…<br />
Qui è un po’ la differenza. In realtà c’è tanta gente che<br />
canta bene in giro, siamo pieni di belle voci, però non<br />
trovo quasi mai qualcuno che sappia quello che sta dicendo.<br />
L’uso che cerco di fare io dello “strumento voce”<br />
è questo: usarla anche male tecnicamente, ma sottolineare<br />
quello che sta dicendo il testo. Per esempio,<br />
Guarda che luna siamo abituati a sentirla canticchiare<br />
come una canzoncina da spiaggia: in realtà, dice “Vorrei<br />
morire perché tu non ci sei”… mica poco! Le parole<br />
che usa sono quelle, è scritto, e io le interpreto in<br />
questa direzione. Questa è un’impostazione che mi<br />
deriva dagli studi che ho fatto, dal canto gregoriano<br />
per la precisione, dove la musica era al servizio della<br />
parola. Addirittura, la musica in quel periodo non<br />
aveva “tempo” prestabilito, seguiva invece il ritmo<br />
della parola e del discorso. Impercettibilmente, alla<br />
lontana, cerco di rifarmi proprio a questo principio,<br />
soprattutto con certe canzoni italiane di cui non<br />
siamo abituati ad ascoltare il significato.<br />
Altri esempi?<br />
Mamma mia dammi cento lire è senza dubbio un’altra<br />
canzone disperata, che può essere vista in due<br />
modi: il primo è la storia del bastimento che affonda,<br />
tema attualissimo in tempo di migranti che tutti<br />
i giorni tentano di arrivare qui ma non ce la fanno e<br />
affondano, annegano nel mare (peraltro “affogare”<br />
dà questa sensazione di gola chiusa e bloccata,<br />
da usare proprio così per interpretare la canzone);<br />
l’altro aspetto è una visione della depressione, un<br />
affondare che sempre più persone provano quotidianamente.<br />
Mamma mia dammi cento lire è anche<br />
questa sensazione di non respirare più, di affogare.<br />
Torniamo al canto gregoriano: fra i vari studi, so<br />
che hai frequentato il Pontificio Istituto di Musica<br />
Sacra di Milano, che dal nome dà l’idea di qualcosa<br />
quantomeno fuori dal tempo… e invece?<br />
E invece è proprio così! Non era esattamente per<br />
me in tutto e per tutto, però ho imparato delle<br />
cose che non avrei trovato fuori da lì. Anche in<br />
conservatorio, per esempio, il canto gregoriano<br />
non viene proprio considerato e invece è la base<br />
di tutto, a partire dal suo essere diverso da tutto il<br />
resto della musica rispetto al tempo: il tempo era<br />
dato dalla parola.<br />
Il contrario di quello che viviamo oggi.<br />
Sì, esattamente il contrario, anche se poi tutto deriva<br />
da lì.<br />
Misteri della Fede. Se invece dovessi scegliere<br />
un tempo musicale, qual è quello che meglio si<br />
adatta alle tue corde (vocali anche)?<br />
Ehhh, il tre. Il tre è bello… il tre quarti. Non è che<br />
lo vorrei cantare tutti i giorni, ma è vero che i<br />
pezzi in tre sono quelli che istintivamente arrivano<br />
prima.<br />
Significati esoterici legati al numero 3?<br />
No.<br />
Avete affrontato e state affrontando un lungo<br />
tour, sia in Italia sia all’estero. La luce cambia<br />
da città a città. E la musica?<br />
No, la nostra musica non cambia nelle diverse città.<br />
Una cosa che mi ha stupito, per esempio, è stato<br />
vedere la reazione del pubblico italiano e la reazione<br />
del pubblico francese – di fronte allo stesso<br />
repertorio – e trovarla assolutamente identica.<br />
Ti capita mai di fermarti ad ascoltare il suono<br />
delle città in cui ti trovi?<br />
Mi piace andare in giro quando sono in una città<br />
che non è la mia e cercare di vedere il posto. Mi piace<br />
quando suoniamo in occasioni in cui magari non<br />
36 URBAN URBAN 37
PER ME CANTARE – COME SUONARE, PER QUALSIASI MUSICISTA – NON È UN LAVORO, È QUASI UN BISOGNO<br />
siamo soli e posso ascoltare anche altri gruppi. Oppure<br />
a Parigi, che è la città in cui ci troviamo più spesso in<br />
tournée – almeno una volta al mese ci capita di stare là<br />
– è stato bello per me entrare in contatto con la musica<br />
francese e con il mondo sonoro di una lingua nuova e<br />
non solo cantata. Mi piacciono anche le diverse sonorità<br />
dei dialetti italiani ma, con noi, le persone parlano poi in<br />
italiano, ovvio; in Francia, invece, c’è stato l’impatto con<br />
questa dimensione totalmente sconosciuta e che adesso<br />
sto imparando a conoscere: sono molto orgogliosa<br />
perché il francese non lo avevo mai studiato e adesso<br />
sempre più spesso lo canto.<br />
Peraltro, voci femminili di tutto rispetto in Francia.<br />
Sì, ma devo dire che sto ascoltando più i cantautori.<br />
Nougaro mi piace tantissimo e infatti abbiamo fatto<br />
un suo pezzo (La vie en noir, n.d.r.) e un pezzo di<br />
Gainsbourg (Couleur café, n.d.r.). È venuto naturale, proprio<br />
perché siamo entrati in contatto con il loro mondo.<br />
Ho letto, fra le recensioni che parlano di te, un appellativo<br />
che richiede un certo impegno: The Voice,<br />
come Sinatra… come si fa a non montarsi la testa<br />
con un paragone del genere?!<br />
Mah, forse solo per il colore degli occhi… A parte gli<br />
scherzi, non mi monto la testa semplicemente perché<br />
ho la mia trentina d’anni abbondante, ho avuto già le<br />
mie esperienze in passato – momenti belli e momenti<br />
brutti intendo – quindi mi rendo conto che questo me-<br />
stiere è fatto di lavoro. Anche di fortuna, certo: per me<br />
la fortuna è stata incontrare Ferruccio. Però, la testa te<br />
la puoi montare quando hai le folle osannanti e questo a<br />
noi non capita. Anzi, la cosa che io amo è che, anche se<br />
andiamo in giro, non c’è la gente che ci ferma (che deve<br />
essere anche una bella scocciatura!) però poi suoniamo<br />
e il pubblico non manca mai. È bello non avere quel tipo<br />
di popolarità che può diventare fastidioso, ma avere l’attenzione<br />
di chi viene ai concerti, che sono poi quelli che<br />
comprano i dischi: questo è l’ideale.<br />
Abbiamo parlato di canto finora… spieghi a una profana<br />
che cosa si prova quando si canta?<br />
Non hai mai cantato?<br />
Con parsimonia.<br />
Nemmeno sotto la doccia?!<br />
Non lo definirei cantare…<br />
Che cosa si prova… Beh, a parte sentire la voce che<br />
esce, percepisci tutta un’emozione e poi, soprattutto,<br />
senti di riempire lo spazio.<br />
E “dentro”?<br />
Dipende da quello che canto e dallo stato d’animo.<br />
Prima ti dicevo che quando canto certe canzoni, rivivo<br />
determinate situazioni e le esorcizzo. Poi dipende, se<br />
hai mal di gola, se hai molti concerti come la mia voce<br />
in questo periodo… Però sta bene: la faccio vedere ogni<br />
anno dal foniatra.<br />
Che cosa fa il foniatra?<br />
Ti guarda. Con una telecamerina ti fa vedere in televisione<br />
le corde vocali. Quante sono le corde vocali???<br />
(Domanda trabocchetto, è il titolo di una canzone<br />
dell’album) Due. Quella con Ferruccio è una delle più<br />
proficue, ma non è certo l’unica delle tue collaborazioni…<br />
È una cosa che mi piace. Da tutti, non solo dagli artisti,<br />
c’è sempre qualcosa da imparare. Il fatto di collaborare<br />
con altri, nello specifico, porta anche a non stancarsi di<br />
quello che si fa: se cantassi tutte le sere le stesse dieci<br />
canzoni mi verrebbe un po’ a noia tutto.<br />
Il sogno nel cassetto?<br />
Il massimo, per me che canto accompagnata dal contrabbasso,<br />
sarebbe Sting. In quanto bassista e cantante.<br />
URBAN 39
foto: Malena Mazza / styling: Sergio Colantuoni<br />
ass. stylist: Luisa Girola<br />
make up: Francesco Tesenti@Freelancer<br />
hair: Lorenzo Cherubini@Face to Face<br />
modella: Martina Verdenelli@2morrowmodel<br />
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shorts Sundek / reggiseno in seta Madame V<br />
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44 URBAN URBAN 45
giubbino in tessuto tecnico stampato Custo / top in cotone stampato Just Cavalli / collana “coeur” Irina Volkonskii / maschera da snow Oakley<br />
top in cotone stampato David & Goliath / reggiseno in seta Madame V / gonna in cotone e sottogonna in tulle; borsa mappamondo; anelli; collana di perle con gelati di tessuto imbottiti e ricoperti<br />
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GUIDALUGLIO-AGOSTO<br />
FILM 58<br />
LIBRI 61<br />
DIGITAL LIFE 63<br />
MUSICA 66<br />
LA STAR DEL MESE: ROLLING STONES. Milano,<br />
Stadio Meazza, 11 luglio<br />
BUONI E CATTIVI<br />
CAPOLAVORO<br />
Oh mio Dio! Come ho fatto senza, finora?<br />
GRANDE<br />
Come, sarebbe già finito!? Ancora! Ancora!<br />
BUONO<br />
Non ci cambierà la vita, ma funziona<br />
VABBÉ<br />
Coraggio, consideriamola una prova generale<br />
BLEAH!<br />
Complimenti! Fare peggio era davvero difficile<br />
HA DISEGNATO QUESTO MESE PER URBAN<br />
GIANLUCA CIUFOLI<br />
TEATRO 69<br />
ARTE 71<br />
NIGHTLIFE 73<br />
FOOD: Milano 74<br />
Roma 76<br />
Torino 78<br />
Veneto 79<br />
Bologna 80<br />
Napoli 81<br />
MADONNA È TRA NOI<br />
ROMA | Madonna<br />
C’è qualcosa che non sapete di<br />
Madonna? C’è un momento della vita<br />
in cui non siete stati febbrilmente informati<br />
delle sue attività? Di Madonna<br />
travestita da Che Guevara, Madonna<br />
che compra un castello, attacca Bush,<br />
bacia Britney, si crocifigge sul palco,<br />
viene raccontata dalla sua amante,<br />
si fa un nuovo lifting, fa yoga, fa un<br />
film brutto, altri film brutti, sposa un<br />
regista di film brutti. Madonna che si<br />
dà all’elettronica, poi al country, poi<br />
alla disco anni ’70, scrive libri per<br />
bambini, abbraccia l’ebraismo, cambia<br />
nome in Esther, pubblica un nuovo dvd.<br />
Davvero non sapete che Madonna il 6<br />
agosto sarà all’Olimpico di Roma? O<br />
forse Madonna è comunque sempre<br />
con voi, perché è onnipresente, molto<br />
probabilmente onnipotente, in effetti<br />
forse Madonna è Dio. |PM|<br />
SGUARDO ALIENO SU PALERMO<br />
Videoartisti all’arrembaggio di<br />
Palermo. Dieci tra i protagonisti della<br />
scena contemporanea, da Rä di<br />
Martino a Gea Casolaro, da Jacopo<br />
Tartarone a Marcello Maloberti, sono<br />
stati invitati per cinque giorni a<br />
Palermo a lavorare sul campo: ciascuno<br />
con il proprio personale contributo<br />
alla stesura di una singolare videoguida<br />
che mettesse a fuoco tracce e<br />
frammenti di una città vista da fuori,<br />
con lo sguardo di chi non ci vive. I risultati<br />
di questo reportage sui generis,<br />
Girato a Palermo, si scoprono dal 29<br />
luglio al 15 settembre nella chiesa<br />
Montevergini, dove le opere scorrono<br />
contemporaneamente in una videoinstallazione<br />
globale. Info: www.kalsart.it<br />
TORINO | Sere d’Estate alla Reggia<br />
Imbarazzo della scelta, zanzare permettendo,<br />
davanti al cartellone del<br />
programma messo a punto dall’Hiroshima<br />
Mon Amour per i giardini<br />
della Reggia di Venaria Reale, tra il<br />
19 e il 27 luglio. Apre il sound etnico<br />
di Youssou N’Dour, poi gli Africa<br />
Unite con l’ultimo Controlli, il mitico<br />
Giuliano “The King” Palma, Silvestri<br />
che duetta con Marco Paolini, le<br />
note contemporanee di Ludovico<br />
Einaudi e, a chiusura, lo spettacolo<br />
concertato di Claudio Bisio con Elio<br />
e le Storie Tese.<br />
www.hiroshimamonamour.org<br />
© Jacopo Tartarone<br />
roma | Gay Village 2006<br />
Etero, bisexual, gay o lesbo, non<br />
importa: quel che conta è che quest’anno<br />
al Gay Village nel Parco<br />
delle Cascate dell’Eur le atmosfere<br />
sono da Mille e una notte. Fino al<br />
9 settembre, un vero pandemonio<br />
di feste, eventi e appuntamenti all’insegna<br />
del credo gay-lesbo e soprattutto<br />
tanta musica di tendenza.<br />
Un assaggio? L’appuntamento del<br />
12 agosto con il dj Tim Sheridan,<br />
il cui VeryVeryWrongInDeed Party<br />
sta già impazzando sulle spiagge<br />
di Ibiza.<br />
www.gayvillage.it<br />
MILANO| Trent’anni con l’aria<br />
condizionata<br />
Luglio non è un mese per andare a<br />
teatro, perché gli attori non vanno<br />
in scena e il pubblico preferisce<br />
starsene all’aria aperta.<br />
Ma questa volta l’occasione si fa<br />
ghiotta, perché negli spazi scenici<br />
del Pim e in quelli del Goganga,<br />
primo, l’aria condizionata va a<br />
palla; secondo, la programmazione<br />
prevede spettacoli, feste e incontri.<br />
Tutto dedicato alla Milano dagli<br />
anni Settanta a oggi. Fino al 29<br />
luglio.<br />
www.pimspazioscenico.it<br />
URBAN 57
DVD<br />
Incredibile ma vero, quando<br />
abbiamo visto Munich<br />
al cinema ci è toccata in<br />
sorte una pizza monca della<br />
scena clou del film: il confronto<br />
morale, durato una<br />
notte intera, tra gli agenti<br />
del Mossad e i terroristi<br />
palestinesi che uccideranno<br />
poco dopo. Cose che succedono,<br />
ci hanno spiegato<br />
sia distributori sia esercenti,<br />
dandosi peraltro la colpa a<br />
vicenda. Se è capitato anche<br />
a voi, recuperate Munich<br />
nella sua integrità ora che<br />
esce in dvd, non solo perché<br />
è un grande film e uno<br />
dei più belli degli ultimi<br />
tempi, ma magari anche per<br />
dargli l’appoggio che gli è<br />
mancato quando sono stati<br />
assegnati gli Oscar (di quest’anno<br />
bisognerebbe dire<br />
“Munich ha perso” più che<br />
“Crash ha vinto”). Poverelli<br />
gli extra: solo una featurette<br />
sul casting con interviste a<br />
Spielberg, produttori, sceneggiatore<br />
e attori.<br />
IPSE DIXIT<br />
– “Sono davvero contro<br />
le pellicce, e anche mia<br />
figlia lo è. Ma la pelle… io<br />
sono rock, devo avere la<br />
pelle!”. Courtney Love (non<br />
Celentano) (Time Style &<br />
Design, estate 2006).<br />
– “Oh, non è difficile.<br />
Trattengo il respiro e penso<br />
a Shakespeare”. Richard<br />
Dreyfuss (Lo squalo,<br />
Poseidon) commenta il suo<br />
titolo di “Laurence Olivier<br />
della recitazione sott’acqua”<br />
(Time, maggio 2006).<br />
– “Avevo già una storia<br />
d’amore con i diamanti, ora<br />
ce l’ho anche con il cristallo!”.<br />
Jennifer Lopez, ricevendo<br />
il Women In Film Crystal<br />
Award per la sua attività<br />
benefica, lo scorso giugno.<br />
58 URBAN<br />
FILM<br />
DI SASHA CARNEVALI<br />
GLI EROI NORMALI<br />
DEL QUARTO AEREO<br />
I protagonisti del volo United<br />
93 sono grandi. Anche senza<br />
Bruce Willis<br />
UNITED 93<br />
Paul Greengrass<br />
Paul Greengrass è un regista dotato<br />
di una grande pietà nei confronti delle<br />
vittime della violenza degli uomini: grande<br />
perché ne rispetta profondamente<br />
la dignità. Non c’è sciacallaggio nella<br />
tragedia, non mette in piazza il dolore di<br />
chi resta. Basta il dolore dello spettatore,<br />
persona appena informata dei fatti, non<br />
imboccata di primi piani strazianti o dettagli<br />
carichi del tipo “l’occhio della madre”.<br />
Avevamo conosciuto questa sua etica/estetica<br />
del less is more quando vinse<br />
l’Orso d’oro a Berlino con Sunday, bloody<br />
sunday, film che ricostruiva il massacro<br />
di Londonderry del 1972. La ritroviamo<br />
oggi, applicata con rigore insuperabile,<br />
alla vicenda dell’unico aereo che l’11<br />
settembre non centrò il suo obiettivo,<br />
ovvero la Casa Bianca. I fatti, le parole,<br />
i comportamenti dei controllori di volo,<br />
delle autorità militari, dei passeggeri<br />
e dell’equipaggio sono stati ricostruiti<br />
dopo aver raccolto documenti e testimonianze<br />
già a partire dall’indomani dell’attacco.<br />
Con l’aiuto delle famiglie delle<br />
vittime (che hanno preso a chiamare<br />
United 93 “il nostro film”) Greengrass ha<br />
così ricostruito quella che lui definisce<br />
“una verità credibile”, che segue i fatti in<br />
tempo reale (20 minuti di pratiche per<br />
il decollo più 90 di volo) alternando le<br />
scene che si svolgono sull’aereo a quelle<br />
nei vari centri di controllo a terra.<br />
Se fosse un film brutto, o ricattatorio, sarebbe<br />
comunque difficile parlarne male,<br />
e i motivi sono ovvi. Ma questo è un film<br />
bello in sé, perfino a prescindere dall’argomento,<br />
soprattutto perché Greengrass<br />
ha usato intelligentemente la lezione di<br />
Rossellini e dei suoi sceneggiati storici:<br />
se impieghi volti sconosciuti tutto diventa<br />
immediatamente credibile e reale come<br />
un documentario. In questo caso si tratta<br />
di attori semiprofessionisti (fra l’altro<br />
estremamente somiglianti alle persone<br />
che interpretano) e, si scopre leggendo i<br />
titoli di coda, di alcuni dei controllori che<br />
quel giorno vissero il caos e l’angoscia<br />
nei loro centri e nelle loro torri. Il fatto<br />
che non ci siano Bruce Willis a menare i<br />
kamikaze in cabina di pilotaggio o Tom<br />
Hanks a chiamare disperatamente da<br />
terra gli aerei dirottati ci permette di non<br />
focalizzare l’attenzione su un solo attore<br />
(inteso soprattutto come persona che<br />
agisce), ma di immedesimarci in tutti,<br />
seppur molto brevemente. Il regista infatti<br />
non concede primi piani, monologhi o<br />
qualsiasi occasione di “bella recitazione”<br />
a nessuno, usa inquadrature e movimenti<br />
di macchina via via più concitati e una fotografia<br />
(di Barry Ackroyd, collaboratore<br />
fisso di Ken Loach) che non ha niente di<br />
agiografico.<br />
Provoca un grande dolore guardare<br />
United 93 anche perché, pur sapendo come<br />
va a finire, l’effetto Romeo e Giulietta<br />
è inevitabile (lì vien da urlare “aspetta,<br />
non è morta! Non è morta!!”, qui “sì<br />
che l’hanno dirottato, come fate a non<br />
capirlo?!”, “fatelo ORA! Fate passare il<br />
pilota!!”): vorremmo tutti riscrivere questa<br />
storia e riconquistare l’innocenza e la fiducia<br />
che abbiamo perduto quel giorno.<br />
THE RINGER<br />
Barry W. Blaustein<br />
Ringer = atleta o cavallo che<br />
ne sostituisce un altro, magari<br />
spacciandosi per l’originale<br />
senza esserne all’altezza. È un<br />
buon titolo per la storia del<br />
bravo ragazzo Steve (Johnny<br />
Knoxville): ha bisogno di<br />
28mila dollari per far riattaccare<br />
le dita che un immigrato<br />
clandestino ha perso falciandogli<br />
il prato, così si iscrive<br />
alle Olimpiadi Speciali fingendosi<br />
ritardato. Sconfiggere<br />
il campione in carica, per un<br />
“normale”, dovrebbe essere<br />
un gioco da ragazzi… Lo<br />
scopo dei fratelli Farrelly, autori<br />
di Scemo & più scemo e<br />
Tutti pazzi per Mary, è ancora<br />
quello di mescolare il demenziale<br />
con il clinicamente<br />
demente. Il fatto che in questo<br />
caso figurino solo come<br />
produttori nuoce al film, a cui<br />
non mancano buone invenzioni<br />
comiche, ma che non ha il<br />
coraggio di fare scelte più decise<br />
sia in termini di regia che<br />
di sceneggiatura. Il personaggio<br />
di Knoxville, per esempio,<br />
è troppo buono e indeciso e<br />
l’attore stesso (dispiace dirlo<br />
perché ci sta simpatico fin dai<br />
tempi del delirante Jackass)<br />
non ha sufficiente presenza.<br />
Ci si chiede cosa avrebbero<br />
fatto al posto suo i ben più<br />
costosi ed efficaci Adam<br />
Sandler e Jim Carrey.<br />
BACIATI DALLA<br />
SFORTUNA<br />
Donald Petrie<br />
Ashley (Lindsay Lohan) è<br />
una newyorchese in carriera<br />
e superfortunata (tipo che<br />
per sbaglio la tintoria le consegna<br />
un vestito di Sarah<br />
Jessica Parker, firmato Dolce<br />
& Gabbana, giusto prima dell’appuntamento<br />
con biondo<br />
miliardario). Jake (Chris Pine,<br />
il Rob Lowe del 2000, ma<br />
meno pericoloso) è invece un<br />
aspirante produttore discografico<br />
supersfortunato (tipo che<br />
viene preso per un maniaco<br />
quando gli si strappano i<br />
pantaloni perché si è chinato<br />
a raccogliere un biglietto da 5<br />
dollari che contiene una cacca<br />
di cane). I loro destini si invertono<br />
durante un fuggevole<br />
bacio a un ballo mascherato…<br />
Commedia romantica molto<br />
gradevole, che pur rispettando<br />
tutti i canoni del genere<br />
e quindi le aspettative del<br />
pubblico (se vai al ristorante<br />
cinese vuol dire che vuoi mangiare<br />
gli involtini primavera,<br />
non polenta e osei) riesce a<br />
escogitare per i suoi protagonisti<br />
una felice sequela di<br />
incidenti fortunati e sfortunati,<br />
mai volgari o gratuiti. Perfetto<br />
per un pubblico di ragazzine,<br />
specialmente se fan della<br />
Lohan, comunque due orette<br />
di divertimento pulito anche<br />
per gallinelle più mature.<br />
CHIAMATA DA<br />
UNO SCONOSCIUTO<br />
Simon West<br />
Che cosa c’è di più estivo di<br />
un’oca bionda e puttanella che<br />
fa la fine che si merita in un<br />
“film de paura”? Forse solo<br />
il pedalò. Con l’afa arrivano<br />
infatti i thriller, gli horror, gli<br />
splatter, i sequel e i remake.<br />
Ecco quindi When a stranger<br />
calls, rivisitazione di Quando<br />
chiama uno sconosciuto<br />
(1979), di cui espande il primo<br />
atto fino a coprire l’intero<br />
film. Jill è in punizione per aver<br />
speso troppo discutendo al<br />
cellulare con il fidanzato, beccato<br />
in flagrante con l’amica<br />
(bionda e puttanella): per ripagare<br />
i genitori fa la babysitter<br />
in una magione isolata e affacciata<br />
su un lago, tutta corridoi,<br />
vetrate e luci automatizzate<br />
(ooh, se si accendono vuol<br />
dire che c’è qualcuno!!). La<br />
musica si fa presto premonitrice,<br />
e così resta per i successivi<br />
75 minuti (su 85 totali). Poco<br />
dopo cominciano ad arrivare<br />
le telefonate: il nostro non è<br />
un cattivo logorroico, chiede<br />
solo se Jill ha controllato i<br />
bambini e dice che vuole sentire<br />
il suo sangue addosso…<br />
Ma più si procede, meno avvincente<br />
si fa il film. Il prologo<br />
sembra uno sbaglio, l’epilogo<br />
appiccicato perché la fine, così<br />
da sola, sarebbe stata poco<br />
soddisfacente.<br />
GRANDMA’S BOY<br />
Nicholaus Goossen<br />
Il trentacinquenne Alex viene<br />
sbattuto fuori di casa perché<br />
il suo coinquilino ha speso i<br />
soldi dell’affitto in massaggiatrici<br />
filippine. Si ritrova così<br />
a vivere con l’arzilla nonnina<br />
e due sue amiche. Di giorno<br />
lavora come testatore in una<br />
casa di videogiochi, di notte<br />
sviluppa il suo game rivoluzionario.<br />
Tra i colleghi e gli<br />
amici ci sono il “genio”, uno<br />
spostato che crede di vivere<br />
dentro Matrix e parla come<br />
un robot; il ciccione che non<br />
ha mai toccato tetta in vita<br />
sua (salve ciucciarne una per<br />
13 ore di fila a una festa in<br />
casa delle vecchiette); un<br />
capo new-age; una consulente<br />
carina che al karaoke<br />
imita le Salt’n’Pepa. E c’è un<br />
fattone da culto, Dante, che<br />
invece del cane da guardia<br />
prende prima un leone (“nessuno<br />
rompe i coglioni a un<br />
leone!”) e poi una scimmia<br />
che fa taekwondo. Prodotta<br />
da Adam Sandler, che ci ha<br />
infilato i colleghi/amici David<br />
Spade e Rob Schneider nei<br />
ruoli di un cameriere vegano<br />
isterico e un padrone di casa<br />
slavo-mafioso, è una simpatica<br />
commedia demenziale a<br />
tema geek, che regala risate<br />
grasse soprattutto quando<br />
entrano in campo i comprimari.<br />
Da drive-in.<br />
PIANO PERFETTO: LIBERI TUTTI<br />
Come salvare i 511<br />
prigionieri reclusi nel<br />
lager giapponese?<br />
THE GREAT RAID<br />
John Dahl<br />
Nel gennaio del 1945 i<br />
Ranger americani liberarono<br />
511 prigionieri in mano ai<br />
giapponesi nelle Filippine,<br />
dopo averli quasi abbandonati<br />
per tre anni alla malaria<br />
e ai crimini di guerra dei<br />
loro aguzzini. Morirono 800<br />
giapponesi nell’attacco a<br />
sorpresa, tra gli alleati 21<br />
filippini e due americani: a<br />
tutt’oggi rimane la più gloriosa<br />
missione di recupero<br />
mai intrapresa dall’esercito<br />
degli Stati Uniti. Il film racconta<br />
la preparazione del<br />
raid a opera del Colonnello<br />
Mucci (Benjamin Bratt, le cui<br />
capacità vengono spesso<br />
sottovalutate) e del Capitano<br />
Prince (James Franco), inframmezzata<br />
da scene di<br />
vita nel campo di prigionia,<br />
dove il moribondo Maggiore<br />
Gibson (Joseph Fiennes)<br />
tiene duro per vedere i giapponesi<br />
sconfitti e soprattutto<br />
ritrovare l’amata Margaret<br />
(Connie Nielsen), che mentre<br />
lo aspetta a Manila si dà da<br />
fare con la resistenza locale.<br />
La vera storia di questo film<br />
è molto più interessante del<br />
film stesso, troppo lungo,<br />
mal gestito nell’alternarsi<br />
delle linee narrative (a<br />
metà film Lei, l’angelo che<br />
tiene in vita Lui, sparisce<br />
per ricomparire solo sul<br />
finale), commentato da una<br />
colonna sonora da un tanto<br />
al chilo, spesso fastidiosa<br />
e inutile, e pure diretto in<br />
modo mediocre, soprattutto<br />
nella prima parte. Non che<br />
Dahl potesse cavare molto<br />
di più da Joseph Fiennes,<br />
attore dotato di una sola<br />
torva espressione, ma a cui<br />
i produttori della Miramax, i<br />
fratelli Weinstein, sono tanto<br />
affezionati dai tempi di<br />
Shakespeare in love da dargli<br />
una grande occasione, come<br />
fecero con il Paziente inglese<br />
per il ben più talentuoso fratello<br />
maggiore Ralph.<br />
CINECANICOLA<br />
All’ombra di un bel<br />
film!<br />
C’è sempre qualcosa di<br />
colpevole nei piaceri cinematografici<br />
estivi: dovremmo<br />
essere fuori a goderci il<br />
sole e il caldo, e invece stiamo<br />
con le persiane chiuse<br />
a guardarci Il Gattopardo in<br />
televisione (non c’è niente di<br />
più libidinoso che godersi la<br />
canicola dei primi pomeriggi<br />
d’agosto con un bel classico<br />
di ambientazione siciliana,<br />
magari Sedotta e abbandonata<br />
o Gelosia). Non è<br />
sempre facile ritrovare titoli<br />
che ci abbiano emozionato<br />
in passato, ma per fortuna ci<br />
sono case come la Dolmen,<br />
che partorisce nuove preziose<br />
collane a ogni piè sospinto.<br />
Perfetta per le calde<br />
notti di questi mesi, magari<br />
per acquietare i bpm (battiti<br />
per minuto, n.d.r.) al ritorno<br />
da una serata movimentata,<br />
quella dedicata al regista<br />
finlandese Aki Kaurismaki,<br />
maestro assoluto dell’umorismo<br />
laconico, degli accostamenti<br />
improbabili e della<br />
poetica della sottrazione.<br />
Sono già disponibili La<br />
fiammiferaia, Ombre nel paradiso,<br />
il geniale Leningrad<br />
Cowboys go America e tra<br />
luglio e agosto escono Ho<br />
affittato un killer e l’inedito<br />
Calamari Union. I titoli che<br />
non sono mai stati distribuiti<br />
nelle sale italiane hanno la<br />
colonna sonora originale e<br />
i sottotitoli, cosa che rende<br />
la visione anche più interessante<br />
perché scopriamo<br />
che la recitazione voluta<br />
dal regista è un filo meno<br />
monocorde e bressoniana di<br />
quanto non sembri nei film<br />
doppiati. I dvd sono però,<br />
come si dice in gergo, “alla<br />
vaniglia”: a prescindere dalla<br />
filmografia di Kaurismaki,<br />
non contengono extra. Ma<br />
le opere d’arte non devono<br />
essere sempre spiegate.<br />
URBAN 59
Affresco almodovariano su una<br />
Stromboli alternativa<br />
PEPPE LANZETTA<br />
Giugno Picasso<br />
Feltrinelli, I Canguri, 2006<br />
259 pp., 14 euro<br />
“…Don Alfonso amava la vita e aveva<br />
scelto un’isola per continuare a vivere.<br />
Per più di trent’anni aveva fatto il marinaio:<br />
era passato da imbarco a imbarco,<br />
prima sui mercantili poi sulle navi della<br />
flotta Lauro, l’Achille e l’Angelina. Con i<br />
soldi della liquidazione poi si era comprato<br />
una casa a Stromboli. E da lì continuava<br />
a sognare con lo sguardo rivolto<br />
al mare.<br />
La casa era composta da due corpi, nei<br />
quali – con il tempo e un piccolo investimento<br />
– don Alfonso aveva ricavato otto<br />
camere. Due grandi terrazze con panche<br />
in muratura e colonne mozze guardavano<br />
verso il mare di Ficogrande. Una ripida<br />
scala esterna dalle massicce balaustre<br />
colorate di rosa portava al piano superiore.<br />
Sul resto della muratura, tirato a<br />
calce, bianco, bianchissimo, spiccava<br />
sgargiante una superba buganvillea, violenta<br />
come una passione, delicata e forte<br />
come una presenza femminile.<br />
Don Alfonso aveva tenuto per sé due<br />
stanze che si affacciavano sulla terrazza<br />
più grande. Sotto la pergola aveva sistemato<br />
un lungo tavolo intorno al quale,<br />
nelle serate d’estate, si riunivano ospiti e<br />
amici. In un angolo giaceva ammucchiata<br />
da anni una vecchia rete, ricordo chissà<br />
di quale lontananza.<br />
Nella cucina che sapeva di pesce c’era<br />
anche un piccolo forno a legna per il<br />
pane, ma lui aveva rimesso in funzione<br />
quello esterno che biancheggiava, minuscola<br />
moschea, fra i due corpi della casa.<br />
Sul fronte che dava verso strada e verso<br />
le pendici del vulcano, prosperava un orto<br />
piccolo e rigoglioso: una palma maestosa<br />
ombreggiava un fazzoletto di terra<br />
dove don Alfonso cercava testardamente<br />
di far crescere un prato e che tornava utile<br />
nei mesi estivi, complice l’ampia chioma<br />
dell’albero, per guadagnare se non la<br />
frescura almeno il ristoro dell’ombra. Da<br />
questo piccolo giardino si entrava nella<br />
camera da letto di don Alfonso, traboccante<br />
di ninnoli, souvenir, oggetti piccoli e<br />
grandi che arrivavano da paesi lontanissimi<br />
o da parti del Mediterraneo…”.<br />
“…Tutti sapevano che don Alfonso non<br />
aveva bisogno di molto per vivere: gli bastava<br />
quello spazio e ciò che conteneva.<br />
Perché si era portato dentro il mare, così<br />
diceva. E il mare gli dava la misura della<br />
proprietà, dei rapporti umani, delle parole<br />
da spendere…”.<br />
E mentre la Protezione Civile ha da<br />
poco impiantato a Stromboli sei bunker<br />
per proteggere i turisti da possibili<br />
“bombe vulcaniche”, Peppe Lanzetta,<br />
scrittore napoletano già collaboratore<br />
DI MARTA TOPIS<br />
ISOLANO <strong>METRO</strong>POLITANO<br />
TRA VULCANO E MARE Rock<br />
di Bennato, Pino Daniele, James Senese,<br />
Almamegretta e Franco Battiato, vi<br />
racconta, attraverso le parole e i pensieri<br />
di un ex marinaio in pensione (don<br />
Alfonso), la sua isola eoliana, popolandola<br />
di personaggi alternativi che non<br />
sfigurerebbero in un film di Almodóvar.<br />
Sulla terrazza di Ficogrande, in un clima<br />
libertino da ex-fricchettoni, recitano<br />
come su un palcoscenico “buoni solventi”<br />
(gli ospiti paganti, vedi Regine, ex<br />
scrittrice di mezza età) e isolani acquisiti<br />
(la famiglia decaduta dei Condrò), con<br />
protagonisti Omar (il figlio ribelle di don<br />
Alfonso) e Pablo (il Giugno Picasso del<br />
titolo), l’amico artista spagnolo, bello e<br />
biondo saraceno, che seduce tutti nascondendo<br />
un ingombrante segreto.<br />
Pagina dopo pagina una storia che cresce<br />
e travolge, come l’onda anomala del<br />
2004 che Lanzetta mantiene sullo sfondo<br />
come metafora dei suoi personaggi<br />
alla deriva. Lettura estivissima.<br />
L'AMERICA VISTA DA YATES<br />
Nella New York<br />
“ubriaca” degli anni<br />
Cinquanta, 11 storie<br />
raccontate da un<br />
grande maestro<br />
UNDICI SOLITUDINI<br />
Richard Yates<br />
Minimum Fax,<br />
Classics, 2006<br />
257 pp., 10 euro<br />
Leggete attentamente le<br />
avvertenze prima dell’uso,<br />
ovvero: 1) lasciate perdere se<br />
siete alla ricerca di una lettura<br />
frivola o comica, o se non siete<br />
di buon umore; 2) lasciate<br />
ugualmente perdere se non<br />
nutrite simpatia per il mondo<br />
a stelle e strisce e per i racconti<br />
di vita quotidiana.<br />
In tutti gli altri casi (ivi compreso<br />
se vi cimentate nella<br />
scrittura) vi consigliamo, prima<br />
di procedere, di leggere<br />
riga per riga la prefazione di<br />
Paolo Cognetti che vi fornirà<br />
valide ragioni per affrontare<br />
le Undici Solitudini descritte<br />
da Richard Yates (1926-<br />
1992), uno che intorno ai 25<br />
anni aveva già parecchio da<br />
raccontare, e soprattutto lo<br />
sapeva fare bene.<br />
Sullo sfondo degli anni<br />
Cinquanta, in una New York<br />
“brulicante e ubriaca” si<br />
muovono le solitudini di uno<br />
studente sfigato, di un’impiegatuccia<br />
dalla vita insulsa, di<br />
un sergente militare che brutalizza<br />
le sue giovani reclute,<br />
di una donna che seppellisce<br />
il marito tubercolotico prima<br />
ancora che sia morto o di una<br />
coppia scoppiata in cui lui è<br />
LIBRI<br />
un aspirante scrittore di troppe<br />
pretese. Personaggi mediocri<br />
che vivono nella mediocrità<br />
più assoluta, a cui Yates<br />
(un autore “maledetto”, di<br />
quelli che fumavano quattro<br />
pacchetti di sigarette al giorno<br />
e ci davano dentro anche<br />
con l’alcol) è riuscito a dare<br />
carattere e personalità invidiabili.<br />
Ha ragione Cognetti: “Un<br />
nuovo libro da mettere nello<br />
scaffale dei grandi racconti<br />
americani, un maestro che<br />
molti allievi vorrebbero (e dovrebbero,<br />
n.d.r.) incontrare”.<br />
immagine tratta dalla copertina di: Peppe Lanzetta, Giugno Picasso, Feltrinelli, I Canguri, 2006<br />
SHORT<br />
story al<br />
femminile<br />
PER SEMPRE GIOVANE<br />
Gianni Biondillo<br />
Guanda, Narratori della<br />
Fenice, 2006<br />
195 pp., 14 euro<br />
Partendo dall’assunto che<br />
“non esiste viaggio senza musica”<br />
(declama l’autore a pag.<br />
69), ecco quattro ventenni<br />
milanesi che frequentano il<br />
Bar Magenta in pieni anni<br />
Ottanta, quando i Pooh vincono<br />
San Remo e la Nannini<br />
canta “Bello, bello impossibile…”,<br />
quando si telefonava<br />
a gettoni e si ascoltava il<br />
walkman (altro che iPod!):<br />
formano un gruppo rock tutto<br />
al femminile e partono in<br />
furgone per il concerto della<br />
loro vita. Un viaggio tutto<br />
canzoni e sigarette, che emerge<br />
dalla memoria di una delle<br />
protagoniste, oggi sposata<br />
con prole. Un viaggio che<br />
è un sogno, che però va in<br />
frantumi e, come canta Raf, fa<br />
domandare: “Che cosa resterà<br />
di questi anni Ottanta…”.<br />
Appassionante.<br />
LA SPIA E LA ROCKSTAR<br />
Liaty Pisani<br />
Fazi Editore,<br />
Vele Nere, 2006<br />
295 pp., 17,50 euro<br />
Si apre su una Venezia notturna,<br />
seicentesca e cupa, e<br />
si chiude su una autunnale,<br />
grigia e bagnata, questa spystory<br />
che pesca fifty-fifty nel<br />
torbido e nell’azione, inaugurando<br />
la nuova collana della<br />
Fazi “Vele Nere” (e che altro<br />
colore?), dedicata a gialli e<br />
noir rigorosamente di penna<br />
italiana. Protagonisti un inossidabile<br />
agente segreto e una<br />
nota rockstar sulla via del tramonto<br />
che lottano contro una<br />
misteriosa pandemia. Creati<br />
dalla fantasia di Liaty Pisani,<br />
già definita la “Le Carré in<br />
gonnella”, è infatti un libro<br />
per gli amanti del genere.<br />
Perfetto sotto l’ombrellone.<br />
URBAN 61
PQ<br />
Psp e Nintendo DS quest’estate<br />
ti curiosano nella mente<br />
Siete pronti a partire per le vacanze,<br />
ma la PlayStation o la Xbox proprio non<br />
riescono a entrare nella borsa già completamente<br />
piena di costumi, ciabatte,<br />
creme prima, durante e dopo sole, libri e<br />
boccette...<br />
Niente paura, per i giocatori compulsivi<br />
c’è sempre una soluzione: una bella<br />
console portatile, tascabile, sulla quale<br />
giocare, ma che in alcuni casi permette<br />
anche la visione di film e l’ascolto di musica.<br />
Quest’anno i titoli più interessanti<br />
sono legati a giochi cerebrali, visto il<br />
boom estivo dei sudoku, del cruciverba e<br />
dei giochini logico-matematici.<br />
La Psp propone Pq, ovvero Pratical in-<br />
DI SANDRO BRESCIA<br />
LA CONSOLE PORTATILE?<br />
È QUESTIONE DI CERVELLO<br />
telligence quotient. Come recita il titolo<br />
in questo gioco sviluppato dalla D3 si<br />
valuta il livello dell’intelligenza pratica attraverso<br />
diversi tipi di puzzle da risolvere<br />
nel minor tempo possibile. I 13 puzzle su<br />
100 livelli sono di quattro tipi: “a scala”,<br />
piatti, con i laser e verticali, permettendo<br />
così un numero gigantesco di incastri<br />
diversi. La grafica è molto bella, ricorda<br />
addirittura le atmosfere di Tron. E naturalmente<br />
c’è la possibilità di giocare online<br />
e confrontare il proprio Pq con quello<br />
di tantissimi altri utenti.<br />
L’altro colosso del mondo portatile, il<br />
Nintendo Ds, propone un “brain game”<br />
firmato addirittura da un neuro scienziato,<br />
Ryuta Kawashima. In Brain age<br />
bisogna risolvere una serie di giochi, quiz<br />
e test, ma ci sono anche puzzle matematici<br />
come il sudoku. Attraverso un test il<br />
gioco è in grado di valutare la vostra età<br />
cerebrale, così potrete verificare in prima<br />
persona se sarete in grado di raggiungere<br />
gli obiettivi del Professor Kawashima.<br />
In più, secondo i realizzatori, l’uso quotidiano<br />
del gioco favorirebbe l’utilizzo di<br />
parti di cervello che in genere vengono<br />
spremute poco...<br />
A questo punto forse il termine “gioco”<br />
non è così appropriato per questa<br />
palestra cerebrale: ci si può comunque<br />
divertire, a patto di accettare le critiche<br />
del personal trainer e non scagliare la<br />
console dalla finestra al decimo esercizio<br />
non riuscito!<br />
PQ<br />
Psp<br />
BRAIN AGE<br />
Nintendo DS<br />
AL TIMONE DI UN COPPA AMERICA<br />
Nuovi campi di regata<br />
a suon di virate e<br />
strambate!<br />
Andare in barca a vela è<br />
una splendida passione,<br />
peccato non sia esattamente<br />
alla portata di tutti. Fosse<br />
anche solo per l’assenza del<br />
mare in molte città italiane.<br />
Per consolarsi, ci si può<br />
buttare ancora una volta sui<br />
videogiochi. Certo, con tutto<br />
l’entusiasmo del mondo, la<br />
splendida grafica del mare<br />
non regala le stesse emozioni<br />
di un vero oceano e il profumo<br />
dello schermo non è lo stesso<br />
della salsedine... Però, con<br />
un po’ di fantasia, ci si può<br />
lanciare in sfide e regate<br />
degne della Coppa America.<br />
Alla quarta edizione, Virtual<br />
skipper naviga proprio in queste<br />
acque. Agli scenari delle<br />
versioni precedenti, come San<br />
Francisco o Auckland, si aggiungono<br />
una serie di nuove<br />
DIGITAL LIFE<br />
location di tutto rispetto come<br />
Napoli, Valencia e Marsiglia.<br />
Mentre il sistema di navigazione<br />
resta invariato, la<br />
grafica e la cura dei dettagli<br />
fanno passi da gigante con un<br />
realismo oceanico veramente<br />
d’effetto. Tra i difetti del gioco<br />
segnaliamo la scarsa scelta di<br />
imbarcazioni: solo quattro, infatti,<br />
le barche disponibili. Un<br />
vero peccato, perché almeno<br />
virtualmente un giocatore, o<br />
meglio uno skipper, potrebbe<br />
permettersi di avere una flotta<br />
a disposizione.<br />
Se ci si avvicina per la prima<br />
volta a questo sport è utile<br />
leggere le regole, prese dall’Isaf<br />
(la Federazione internazionale)<br />
e cercare di digerire il<br />
linguaggio nautico. Se invece<br />
siete esperti lupi di mare,<br />
mettetevi al timone, lascate la<br />
randa e partite con il vento in<br />
poppa!<br />
VIRTUAL SKIPPER 4<br />
Pc<br />
E-NEWS<br />
Il sesso prima fatelo<br />
fare al vostro avatar<br />
In principio furono le chat.<br />
I primi luoghi dove cercare un<br />
partner, anche solo a livello<br />
virtuale. Poi l’arrivo delle<br />
webcam ha cambiato ulteriormente<br />
le regole del gioco<br />
della seduzione telematica.<br />
Ora anche il mondo dei videogiochi<br />
sembra pronto all’invasione<br />
degli “ultracorpi”.<br />
In giugno a San Francisco<br />
si è tenuta un’interessante<br />
conferenza dal titolo Sex in<br />
videogames: proprio in quella<br />
occasione Tina Courtney<br />
ha presentato il progetto<br />
Naughty America. I primi segnali<br />
si erano avuti negli anni<br />
scorsi con giochini a sfondo<br />
erotico molto contenuti come<br />
Playboy e Leisure Suite Larry,<br />
ma questa volta il gioco si fa<br />
duro.<br />
In Naughty America The<br />
Game (di cui potete scoprire<br />
tutti i dettagli sull’esaustivo<br />
www.naughtyamericathegame.com),<br />
in uscita in luglio<br />
negli States, chi partecipa<br />
avrà un alter ego virtuale, il<br />
suo fascinoso avatar, con il<br />
quale incontrare, chattare e<br />
fare sesso on line (sì, avete<br />
letto bene) con gli altri<br />
utenti.<br />
Si potrà flirtare nel proprio<br />
appartamento o anche in<br />
quartieri a luci rosse, elaborati<br />
per ogni tipo di gusto.<br />
Di fatto Naughty America<br />
rappresenta l’animo erotico<br />
di giochi come Second Life<br />
e Socioltron. Secondo i realizzatori,<br />
nella più fortunata<br />
delle ipotesi il divertimento<br />
può trascendere la rete<br />
e sbarcare nella realtà. In<br />
questo caso bisogna stare<br />
attenti però. Non è detto che<br />
quella bionda alta e fatale sia<br />
proprio tale e quale, né tantomeno<br />
potrebbe essere così<br />
irresistibile il fisico di quel<br />
ragazzo che passa la vita nella<br />
palestra virtuale!<br />
URBAN 63
HOT HIT<br />
Le più scaricate a fine<br />
giugno da i Tunes<br />
Music Store − Italia<br />
1. GNARLS BARKLEY<br />
Crazy<br />
“Maybe I’m crazy. Maybe you’re crazy.<br />
Maybe we’re crazy. Probably”.<br />
2. SERGIO MENDES & BLACK<br />
EYED PEAS<br />
Mas que nada<br />
“Um samba como este tão legal,<br />
voce não vai querer que eu chegue<br />
no final”.<br />
3. SHAKIRA & WYCLEF JEAN<br />
Hips don’t lie<br />
“Como se llama, bonita, mi casa, su<br />
casa, Shakira, Shakira”.<br />
4. BEBE<br />
Malo<br />
“Malo, malo, malo eres. No se daña<br />
a quien se quiere, no. Tonto, tonto,<br />
tonto eres. No te pienses mejor que<br />
las mujeres”.<br />
5. BOB SINCLAR<br />
World, hold on (Children of the<br />
sky)<br />
“Sing it loud, sing it proud, everybody,<br />
yeah yeah yeah yeah, oooh”.<br />
6. RIHANNA<br />
Sos<br />
“I’m the question and you’re of course<br />
the answer”.<br />
7. FABRI FIBRA<br />
Applausi per Fibra<br />
“Cambio lavoro cambio casa cambio<br />
figa, cambio le amicizie, che sfiga”.<br />
8. U2 & MARY J. BLIGE<br />
One<br />
“Well we hurt each other, then we do<br />
it again”.<br />
9. RED HOT CHILI PEPPERS<br />
Dani California<br />
“Black bandana, sweet Louisiana,<br />
robbin’ banks in the state of<br />
Indiana”.<br />
10. LIGABUE<br />
Happy hour<br />
“Dicono che i sogni sono tutti gratis,<br />
ma son quasi tutti quanti usati.<br />
Copriti per bene che non ti conviene<br />
il mondo qui”.<br />
MUSICA<br />
DI PAOLO MADEDDU<br />
TRA INCUBI MUSICALI<br />
E FESTIVAL DA SOGNO<br />
ROGER WATERS<br />
In the flesh<br />
Columbia<br />
Gli spettatori dei megaconcerti:<br />
cosa vogliono davvero?<br />
Facile: adorare i loro dèi<br />
(non per niente li si chiama<br />
divi). Con gran soddisfazione<br />
di tutti. O quasi. Come per<br />
Roger Waters, che un giorno<br />
sul palco si sentì un pupazzo<br />
invece che un dio, e capì di<br />
SOTTOFONDO<br />
NON CREDETE AL TORMENTONE<br />
È inutile cercarlo ora.<br />
O è già in pista da<br />
qualche mese o sa di<br />
posticcio<br />
Non vorremmo darvi una<br />
delusione, specie se lavorate<br />
nei media e avete la necessità<br />
di fare il temino stagionale<br />
– ma i tormentoni estivi non<br />
esistono. Il vero tormentone<br />
sono i giornali che ogni estate<br />
pubblicano il solito elenco, e<br />
si sganasciano su Vamos a la<br />
playa o Luglio col bene che ti<br />
voglio, indicando immancabilmente<br />
le loro eredi per l’anno<br />
in corso. Ma non è vero niente.<br />
Intanto perché alcune delle<br />
canzoni più appiccicaticce degli<br />
ultimi anni sono uscite nel bel<br />
mezzo di un gelido inverno<br />
disprezzare i suoi fan. Così<br />
partorì The Wall, escalation di<br />
risentimento, fobie e pessimismo<br />
cosmico tale da far sembrare<br />
Leopardi un inguaribile<br />
ottimista. Poco dopo tentò<br />
di uccidere il proprio gruppo<br />
in una guerra feroce coi suoi<br />
ex amici, affatto stanchi di<br />
fare miliardi col marchio Pink<br />
Floyd. La ebbero vinta loro,<br />
e vennero decenni di ostilità,<br />
isolamento, psicanalisi e dischi<br />
pallosissimi da ambo le parti.<br />
Oggi questo cd/dvd mostra<br />
un Waters sorprendente. Ieri<br />
era brutto e ombroso; oggi è<br />
rilassato e uguale a Richard<br />
Gere. Durante lo show sorride,<br />
ironizza sulla drammaticità<br />
della sua musica (durante l’assolo<br />
del chitarrista si siede a<br />
giocare a carte). E ripropone<br />
molti pezzi che hanno fatto la<br />
storia del rock, da Set the controls<br />
for the heart of the sun a<br />
Eclipse. Due ore e mezza notevoli<br />
con alcuni passaggi a vuoto:<br />
ciò che è venuto quando il<br />
muro è caduto. Perché ora che<br />
è tornato dal lato oscuro della<br />
luna, Waters è una persona<br />
affabile, ma non compone più<br />
nulla di straordinario. Dorme<br />
bene la notte e forse ha dei<br />
sogni – ma, a essere stupefacenti,<br />
erano i suoi incubi.<br />
(2001: Kylie Minogue, Can’t<br />
get you out of my head. 2002:<br />
Shakira, Whenever, wherever.<br />
2003: Aventura, Obsesion.<br />
2004: Caparezza, Fuori dal<br />
tunnel-el-el, nonché Haiducii,<br />
Dragostea din tei). E poi perché<br />
siamo andati a controllare. I numeri<br />
uno di agosto sono quasi<br />
sempre canzoni tutt’altro che<br />
“leggere”. A consultare l’elenco<br />
degli ultimi due decenni, non<br />
si riscontra il previsto trionfo<br />
dei termini spagnoli più ovvi,<br />
in un’orgia di Baila chiquita bonita<br />
olè andale andale. Anche<br />
se è vero che il segno più<br />
lampante che un cantante ha<br />
definitivamente finito il gasolio<br />
è il suo ricorso al ritornello<br />
latino (ed è bello salutare in<br />
questo ideale carrello dei bolliti<br />
Zucchero con Baila, Paola<br />
AUTORI VARI<br />
Coachella<br />
Spin-Go<br />
Gli spettatori dei megaconcerti:<br />
cosa vogliono davvero?<br />
Facile: adorare i loro dèi (non<br />
per niente li si chiama divi).<br />
Con gran soddisfazione di tutti.<br />
O quasi. Perché l’adorazione<br />
passiva è comprensibile se ci<br />
si trova in 300mila e si è tutti<br />
discepoli di Vasco o apostoli<br />
& Chiara con Vamos a bailar,<br />
gli Articolo 31 con Guapa<br />
loca e tanti altri). Viceversa,<br />
scopriamo che sotto gli ombrelloni<br />
in realtà ci si lacera<br />
con Seven Seconds di Neneh<br />
Cherry e Youssou N’Dour, ci si<br />
strugge con La lontananza di<br />
Modugno, ci si sopravvive con<br />
Non si può morire dentro di<br />
Gianni Bella, ci si inkazza con<br />
Gli spari sopra di Vasco o ci si<br />
dimena con The colour inside<br />
dei Ti.Pi.Cal. Verificate voi stessi<br />
l’incontenibile allegria delle<br />
canzoni regine degli ultimi dieci<br />
ferragosti: canzoni normali,<br />
spesso tendenti al tristissimo.<br />
D’accordo, ogni tanto ci si balocca<br />
con Tre parole o Asereje:<br />
ma se ci fate caso, quelle due<br />
torri vengono giù prima e dopo<br />
l’11 settembre 2001. Che<br />
del Liga, ma nei festival dovrebbe<br />
soffiare un’aria diversa:<br />
la molla dovrebbe essere la<br />
curiosità per la musica. Invece<br />
la maggioranza della gente va<br />
al festival per fare il tifo come<br />
allo stadio, e se si presenta<br />
uno che non è adeguatamente<br />
famoso si becca le bottigliate,<br />
o l’indifferenza pomeridiana.<br />
Il dvd che propone solo una<br />
parte (purtroppo) dell’americano<br />
festival di Coachella fa<br />
invece intravedere una specie<br />
di sogno. Intanto, c’è tutta la<br />
musica. La dance, il rock, il<br />
pop. Chemical Brothers, Björk,<br />
Radiohead, Mars Volta, Oasis,<br />
Ben Harper. Ma soprattutto<br />
si capisce che la musica è<br />
andata a cercarsi un posto<br />
come Coachella, in mezzo al<br />
deserto, come fosse in cerca<br />
di una specie di ascesi, di libertà<br />
dai veri divi dei festival<br />
europei: il dio della birra, il dio<br />
del cornetto, il dio del telefonino<br />
e altri coolissimi sponsor.<br />
Coachella ai nostri occhi risulta<br />
un mondo strano e decisamente<br />
freak, infinitamente più<br />
solare e arioso del nostro deprimentissimo<br />
Primo Maggio.<br />
I primi a divertirsi sembrano<br />
i musicisti, e di solito questo<br />
è un buon segno. O un buon<br />
sogno.<br />
ci sia un legame?<br />
• Ryan Lee, Army of lovers<br />
(Ferragosto 2005)<br />
• Eamon, Fuck it (Ferragosto<br />
2004)<br />
• Sean Paul, Get busy<br />
(Ferragosto 2003)<br />
• Las Ketchup, Asereje<br />
(Ferragosto 2002)<br />
• Valeria Rossi, Tre parole<br />
(Ferragosto 2001)<br />
• Bomfunk MC’s, Freestyler<br />
(Ferragosto 2000)<br />
• LigaJovaPelù, Il mio nome è<br />
mai più (Ferragosto 1999)<br />
• Des’ree, Life (Ferragosto<br />
1998)<br />
• Puff Daddy & Faith Evans,<br />
I’ll be missing you (Ferragosto<br />
1997)<br />
• Robert Miles, Fable<br />
(Ferragosto 1996)<br />
66 URBAN URBAN 67<br />
IMOGEN HEAP<br />
Speak for yourself<br />
Sony<br />
WHO: 29enne inglese dall’andatura<br />
oscillante. Qualche<br />
tempo fa metà del duo Frou<br />
Frou.<br />
WHERE: Nella colonna sonora<br />
di Orange County e nello spot<br />
di un’automobile.<br />
WHY: Perché tutti gli addetti<br />
ai lavori la tengono d’occhio,<br />
per la voce e per la nuova figura<br />
che prova generosamente<br />
a far emergere. Cantautrice<br />
elettronica, la si potrebbe<br />
definire.<br />
WHAT: “La gente ha sempre<br />
avuto grandi progetti per me.<br />
Da quando avevo 18 anni<br />
dicono ‘Diventerà una star’<br />
e aspetta grandi cose. Beh,<br />
aspetta da un bel po’”.<br />
WHEN: Disco dalle atmosfere<br />
incasinate, forse più da nord<br />
Europa che da Italia. Per ora<br />
non convince del tutto, ma<br />
forse coi primi freddi...<br />
BILLY JOEL<br />
12 gardens live<br />
Columbia<br />
WHO: William Martin Joel,<br />
57enne cantautore americano<br />
di grandissimo successo.<br />
Non fa dischi da 13 anni<br />
perché la musica pop non gli<br />
piace più. In compenso gli<br />
piace alzare il gomito e ultimamente<br />
è stato costretto a<br />
disintossicarsi.<br />
WHERE: Al Madison Square<br />
Garden di New York, dove ha<br />
tenuto dodici concerti, come<br />
da titolo. Chissà se lo ha aiutato<br />
a disintossicarsi.<br />
WHY: Perché in questo<br />
doppio cd c’è una quantità<br />
impressionante di quelle cose<br />
che si chiamano “classici”.<br />
WHAT: “Sono un tipo noioso.<br />
Ma non mi importa”.<br />
WHEN: Il 31 luglio al<br />
Colosseo in un concerto gentilmente<br />
offerto dalla vostra<br />
bolletta del telefono.<br />
AMIR<br />
Uomo di prestigio<br />
Virgin<br />
WHO: Amir Issaa, nato a<br />
Roma nel 1978. Nome e<br />
cognome non sono romani<br />
d.o.c. Ma la parlata lo è – anvedi.<br />
WHERE: A Torpignattara,<br />
che Amir definisce “quartiere<br />
multiculturale”. E se tanti<br />
anni fa ci avessero detto che<br />
Torpignattara sarebbe stata<br />
definita non solo culturale,<br />
ma addirittura multiculturale,<br />
saremmo rimasti impietriti.<br />
WHY: Per raccontare la spensierata<br />
quotidianità del figlio<br />
di un immigrato egiziano che<br />
un bel giorno vede portare il<br />
padre a Rebibbia.<br />
WHAT: “Io compongo continuamente,<br />
anche senza musica,<br />
tamburellando le dita sul<br />
tavolo”.<br />
WHEN: Quando il rap italiano<br />
e i suoi fighetti vi hanno fatto<br />
quasi perdere ogni speranza.<br />
DJ JAD<br />
Milano-New York<br />
Ricordi<br />
WHO: Luca Perrini, nato a<br />
Bollate – provincia di Milano<br />
– nel 1966. Ehilà, arrivano gli<br />
“anta” a spron battuto.<br />
WHERE: In mezzo a un pateracchio<br />
di rappresentanti della<br />
black music provenienti dalla<br />
seconda delle due supponenti<br />
cittadine del titolo.<br />
WHY: Per dimostrare quanto<br />
ami la musica. E in parte anche<br />
per dimostrare che, pur essendo<br />
la metà meno esposta degli<br />
Articolo 31, non sta al rapper<br />
J.Ax come Garfunkel a Paul<br />
Simon, o come Andy Ridgeley a<br />
George Michael, o come Mauro<br />
Repetto a Max Pezzali.<br />
WHAT: “Ringrazio Giorgio<br />
Armani”.<br />
WHEN: Quando cercate tracce<br />
della capitale dell’impero nella<br />
vostra provinciale città. Se ne<br />
trova sempre qualcuna.<br />
TIZIANO FERRO<br />
Nessuno è solo<br />
Emi<br />
WHO: Ex obeso, nato a Latina<br />
nel 1980. La popstar italiana<br />
per questo decennio. Il che<br />
ci insegna che rinunciare al<br />
magnamagna porta a qualche<br />
risultato<br />
WHERE: Al disco della possibile<br />
consacrazione nazionale<br />
e internazionale, escluse<br />
le località dove − come ha<br />
incautamente dichiarato in<br />
un’intervista − le ragazze tendono<br />
ad avere i mustacchi.<br />
WHY: Perché anche lui come<br />
Simone Cristicchi ha deciso<br />
di demolire Biagio Antonacci<br />
mettendolo in ridicolo. Solo<br />
che lui lo fa ospitandolo nel<br />
disco. Ma sembra sempre una<br />
parodia.<br />
WHAT: “Destra o sinistra?<br />
Oooooo mollami!”.<br />
WHEN: Appena arrivati in<br />
Messico, dove la donna baffuta<br />
è sempre piaciuta.<br />
MUSE<br />
Black hole and revelations<br />
Warner<br />
WHO: Matthew Bellamy,<br />
Dominic Howard, Chris<br />
Wolstenholme, 28enni.<br />
Tre inquieti ancorché rumorosissimi<br />
inglesi.<br />
WHERE: Al fatidico quarto<br />
disco. Non è che i quarti dischi<br />
siano necessariamente fatidici,<br />
ma ogni disco dei Muse tende<br />
a esserlo.<br />
WHY: Per confermarsi il trio<br />
più amato dai tempi dei Police<br />
(Moggi, Giraudo & Bettega non<br />
contano, anche se lo show che<br />
portavano negli stadi ha tenuto<br />
banco per anni).<br />
WHAT: “L’economia mondiale<br />
garantisce la corruzione e lo<br />
schiavismo in cui viviamo”.<br />
(Matt Bellamy, voce e chitarra)<br />
WHEN: In cuffia, a palla, mentre<br />
siete in autobus. Non sapremmo<br />
esattamente dirvi come<br />
mai, ma sembra fatto apposta.<br />
MUSICA<br />
DI PAOLO MADEDDU<br />
FATBOY SLIM<br />
The greatest hits<br />
Epic<br />
WHO: Norman Cook, inglese,<br />
43 anni, uno dei veri re Mida<br />
della dance.<br />
WHERE: Nelle discoteche di<br />
tutta Europa, qualche anno fa.<br />
Ora è roba da autoradio.<br />
WHY: Per ricordarci che un po’<br />
di cosine le ha fatte.<br />
WHAT: “Cosa diranno del<br />
genere big beat tra cent’anni?<br />
Interessante ma fugace ibrido<br />
di house, hip hop e rap, divertente<br />
sin che è durato, anni<br />
1995-1998, massimi rappresentanti<br />
Chemical Brothers e<br />
Fatboy Slim”.<br />
WHEN: È un disco universale,<br />
e basta la fantastica sequenza<br />
iniziale Rockafella skank,<br />
Praise you e Brimful of Asha a<br />
dimostrarlo. Se proprio dovessimo<br />
giocarci un momento in<br />
cui ascoltarlo, diremmo all’ora<br />
dell’aperitivo. Cioè, eccitazione<br />
senza sbracare.<br />
THOM YORKE<br />
The eraser<br />
XL/Spin-Go<br />
WHO: Biondino pallido e<br />
preoccupante dei Radiohead,<br />
angoscioso genio 38enne del<br />
pop contemporaneo.<br />
WHERE: Da solo in uno studio,<br />
senza gli oxfordiani compagni<br />
di mille trionfi, ma col<br />
venerabile produttore Nigel<br />
Goodrich.<br />
WHY: Perché il contratto con<br />
la Emi è scaduto e prima di<br />
decidere che miliardarie offerte<br />
accettare ha voluto fare un<br />
disco senza pressioni.<br />
WHAT: “Qualunque tipo di<br />
spazzatura psicologica tu abbia<br />
in testa, finisci sempre per<br />
tirarla fuori prima o poi”.<br />
WHEN: Tra un paio di anni,<br />
forse anche tre o quattro. No,<br />
davvero: ci vuole un sacco di<br />
tempo per assimilare un disco<br />
dei Radiohead. Finora, ne è<br />
sempre valsa la pena.<br />
CONCERTI<br />
EELS<br />
14 luglio<br />
Napoli – Arena Flegrea<br />
15 luglio<br />
Senigallia – Mamamia<br />
MORRISSEY<br />
16 luglio<br />
Ostia – Teatro Romano<br />
FRANZ FERDINAND<br />
14 luglio<br />
Torino – Parco della Pellerina<br />
17 luglio<br />
Roma – Stadio Olimpico<br />
DEPECHE MODE<br />
17 luglio<br />
Roma – Stadio Olimpico<br />
GOTAN PROJECT<br />
21 luglio<br />
Villafranca (Vr) – Centro<br />
sportivo Delphinia<br />
22 luglio<br />
Milano – Flippaut Festival/<br />
Idroscalo<br />
ROBBIE WILLIAMS<br />
22 luglio<br />
Milano – Stadio San Siro<br />
CARMEN CONSOLI<br />
20 luglio<br />
Roma – Parco della Musica<br />
29 luglio<br />
Palermo – Teatro di Verdura<br />
BUGO<br />
29 luglio<br />
Milano – Circolo Magnolia<br />
BILLY JOEL & BRYAN<br />
ADAMS<br />
31 luglio<br />
Telecomcerto 2006<br />
Roma – Colosseo<br />
DAVID GILMOUR<br />
2 agosto<br />
Firenze – Piazza Santa Croce<br />
Info concerti:<br />
www.liveinitaly.com<br />
www.barleyarts.com<br />
www.indipendente.com<br />
www.clearchannel.it<br />
www.ticketone.it
TEATRO<br />
DI IGOR PRINCIPE<br />
COSMOPOLITALIANO!<br />
Al festival romagnolo cresce la<br />
presenza internazionale<br />
SANTARCANGELO DI ROMAGNA<br />
Festival Santarcangelo dei Teatri<br />
Alla trentaseiesima edizione, il festival<br />
che anima l’estate teatrale romagnola<br />
esprime un’inedita dimensione internazionale.<br />
I segnali sono nella nuova direzione<br />
artistica, affidata da quest’anno a Olivier<br />
Bouin (coadiuvato da Paolo Ruffini), e<br />
nell’apertura a spettacoli provenienti da<br />
Francia, Regno Unito, Portogallo, Spagna,<br />
Norvegia e Israele. Se poi si dà un occhio<br />
al sottotitolo – International Festival of<br />
the Arts – si comprende perché nel programma<br />
compaiano allestimenti che non<br />
siano di teatro tout court.<br />
Certo, la scena tradizionale fa la parte<br />
del leone. I nomi forti di casa nostra<br />
sono quelli di Ascanio Celestini e Nicola<br />
Piovani, protagonisti di Letture da Pier<br />
Paolo Pasolini (sabato 15), dove i testi<br />
pasoliniani si innestano su musiche composte<br />
da Piovani per l’occasione. Di marca<br />
italiana è anche lo sguardo sulle nuove<br />
drammaturgie, tra le quali è Ccelera! di<br />
Maurizio Camilli (lunedì 10), vincitrice del<br />
premio Tuttoteatro “Dante Cappelletti”.<br />
Tra le produzioni estere, due prime nazionali:<br />
Exquisite Pain (venerdì 14) di Tim<br />
Etchells e Borges + Goya (15/16 luglio) di<br />
Rodrigo García.<br />
Ingente la proposta della danza, con una<br />
decina di allestimenti, metà dei quali in<br />
prima nazionale. Si segnalano i nomi di<br />
Kinkaleri, Sosta Palmizi, Claudia Triozzi,<br />
la portoghese Claudia Dias e le francese<br />
Catherine Diverrès. Come eventi collaterali<br />
– ma non troppo, considerando<br />
anche qui almeno tre o quattro prime<br />
nazionali – figurano performance di arti<br />
visive, concerti, presentazioni di libri,<br />
proiezioni. Il tutto, per rispondere a una<br />
domanda che sa di epocale: dove sta<br />
andando, oggi, l’arte? Il 17 luglio si potrà<br />
azzardare una risposta?<br />
dal 10 al 16 luglio<br />
www.santarcangelofestival.com<br />
PERFORMANCE FUORISCENA<br />
Da Paravidino a<br />
Miyazaki passando<br />
per Lella Costa?<br />
Veramente trasversale<br />
BOLOGNA<br />
Bè Bolognaestate 06<br />
Rassegna giovane (è alla<br />
sua seconda volta) ma ca-<br />
IBSEN, L'OSPEDALE E IL CAOS<br />
MILANO<br />
La donna del mare<br />
Cent’anni fa moriva Henrik<br />
Ibsen. Corrado D’Elia, deus<br />
ex machina del Libero e di<br />
Teatri Possibili, lo ricorda<br />
mettendo in scena uno dei<br />
testi più noti dell’autore norvegese.<br />
Si parla di legami,<br />
quelli che il tempo è capace<br />
di costruire tra due persone<br />
lontane. Nello specifico, una<br />
donna e il marinaio il cui arrivo<br />
lei attende di continuo,<br />
malgrado un marito e un<br />
precedente matrimonio che<br />
le ha dato due figlie.<br />
Teatro Libero<br />
Fino al 22 luglio<br />
pace di offrire un ventaglio<br />
di eventi che, tra musica,<br />
teatro, cinema e letteratura,<br />
soddisfino ogni tipo di<br />
pubblico.<br />
Per il teatro, luogo centrale<br />
è il Chiostro di San<br />
Martino, dove sono ospitati<br />
gli spettacoli di punta. Che<br />
non sono pochi. Tra una<br />
rassegna monografica dedicata<br />
a Fausto Paravidino<br />
SPOLETO<br />
The hospital<br />
Cosa può accadere in un<br />
ospedale senza degenti?<br />
Come minimo, che le infermiere<br />
sognino feriti da<br />
accudire. E che arrivino a<br />
operarsi a vicenda pur di fare<br />
qualcosa. L’idea del norvegese<br />
Jo Strømgen – regista e<br />
autore della pièce, che va in<br />
scena nell’ambito del Festival<br />
dei Due Mondi – pare comicamente<br />
surreale. In realtà, è<br />
un appiglio per scavare nel<br />
dramma della solitudine e<br />
dell’apatia.<br />
Teatro Caio Melisso<br />
Dall’11 al 16 luglio<br />
(dal 18 al 20 luglio), autore<br />
giovane ma più che affermato<br />
sia in teatro che al<br />
cinema, e un’apparizione di<br />
Lella Costa con un recital<br />
sulle Città invisibili di Italo<br />
Calvino (27 luglio), si fanno<br />
spazio le prove d’attore<br />
(affidate a Toni Servillo,<br />
Andrea Renzi e Licia<br />
Maglietta), l’attualità (il football<br />
malato nelle parole di<br />
ROMA<br />
Caos<br />
Viaggiando a cavallo tra<br />
teatro e danza, la compagnia<br />
Atacama racconta i<br />
meccanismi del potere. Non<br />
politico né tantomeno economico,<br />
ma quello salvifico<br />
della creazione, che nel caos<br />
trova alimento ed eventuali<br />
storture (come l’oppressione<br />
della folla sull’individuo).<br />
Inserito nel programma di<br />
FontanonEstate, richiede<br />
un’avvertenza: non confondetelo<br />
con lo spettacolo storico<br />
di Quelli di Grock. È altro.<br />
Fontana del Gianicolo<br />
20 luglio<br />
Carlo Petrini, ex calciatore)<br />
e il fiabesco (la compagnia<br />
Orchestra Stolpnik e il suo<br />
spettacolo ispirato all’Alice<br />
di Lewis Carroll e alla Città<br />
Incantata di Miyazaki, dal<br />
23 al 29 agosto lungo il tragitto<br />
del Canale Navile).<br />
vari luoghi cittadini<br />
fino al 16 settembre<br />
www.comune.bologna.it<br />
VERONA<br />
Estate teatrale veronese<br />
Il gemellaggio della città<br />
di Giulietta e Romeo con<br />
Stratford-upon-Avon, che<br />
diede i natali a chi ne scrisse<br />
la storia, è l’occasione per<br />
incentrare il programma teatrale<br />
dell’estate su William<br />
Shakespeare. Tra i titoli, tutte<br />
prime nazionali, un classico<br />
Mercante di Venezia, uno<br />
Shakespeare in Jazz a firma<br />
di Giorgio Albertazzi e, soprattutto,<br />
Giulio Cesare con<br />
Franco Branciaroli diretto<br />
dall’inglese Tim Stark.<br />
Teatro Romano<br />
Fino al 27 agosto<br />
Claudia Dias, Visita Guiada. Ph. Patricia Almeida<br />
FOYER<br />
VOLTERRA<br />
Volterrateatro 06<br />
Ventesima edizione del festival<br />
maremmano, che si tiene<br />
in cinque comuni di una delle<br />
zone più suggestive in Italia.<br />
Ospite di punta, quest’anno,<br />
è l’argentino Rodrigo García,<br />
con due spettacoli e una serie<br />
di workshop a lui dedicati.<br />
Immancabile la presenza della<br />
Compagnia della Fortezza,<br />
ovvero i detenuti del carcere<br />
di Volterra, diretti da Armando<br />
Punzo in una rilettura del<br />
Gargantua e Pantagruele di<br />
Rabelais.<br />
Dal 17 al 30 luglio<br />
www.volterrateatro.it<br />
VAL DI SUSA<br />
E VAL SANGONE<br />
Lo spettacolo della Montagna<br />
Per dieci anni questo festival<br />
itinerante ha portato l’arte<br />
della scena in certose, cortili<br />
e fortezze. Quest’anno<br />
si concentra soprattutto sui<br />
borghi: ne toccherà 16, alcuni<br />
saliti alla ribalta in occasione<br />
delle ultime Olimpiadi. Teatrodanza,<br />
clownerie e dramma<br />
classico: tra gli spettacoli (una<br />
dozzina) si segnala la nuova<br />
produzione di Onda Teatro,<br />
Nero su bianco, ispirato a un<br />
racconto di Calvino.<br />
Dal 15 luglio al 12 agosto<br />
www.lospettacolodellamontagna.it<br />
BORGIO VEREZZI<br />
Festival teatrale 06<br />
Quarantesima edizione, dedicata<br />
a Gilberto Govi, padre del<br />
teatro dialettale genovese. Ci<br />
sono i classici come Medea,<br />
interpretata da Caterina<br />
Vertova. E i contemporanei:<br />
Giacomo Rizzo, appena ammirato<br />
a Cannes nel film di<br />
Sorrentino L’amico di famiglia,<br />
qui con il Pinter de Il custode.<br />
Si esce dai binari della tradizione<br />
con il lavoro di un inedito<br />
Carlo Lucarelli, non giallista<br />
ma semplice narratore: Tenco<br />
a tempo di tango.<br />
Dal 12 luglio all’11 agosto<br />
www.festivalverezzi.it<br />
URBAN 69
© Sara Giannatempo<br />
Sirene Shilpa Gupta, Blame, 2002/2004<br />
Solo le opere più recenti<br />
rispecchiano un territorio che<br />
cambia in continuazione<br />
TORINO<br />
Sub-contingente<br />
Guardi gli interni in bianco e nero di<br />
Dayanita Singh e, nella sobrietà di una<br />
stanza da letto o nel silenzio di una biblioteca<br />
di Bombay, riesci a immaginarti<br />
il trascorrere del tempo della borghesia<br />
nell’India odierna. Ti fermi sulle piccole<br />
bottiglie piene di liquido rosso marchiate<br />
Blame di Shilpa Gupta e pensi che magari<br />
per far funzionare meglio il mondo<br />
non sarebbe male accettare l’invito<br />
dell’artista: “use blame – feel good”. La<br />
prospettiva cambia ancora quando nel<br />
video A night of prophecy incontri i poeti<br />
orali di Amar Kanwar, che raccontano<br />
sogni negati, disuguaglianze e conflitti<br />
socio-economici in tutto il Subcontinente<br />
indiano. Ecco, questa immensa porzione<br />
di pianeta che si allarga dal Bangladesh<br />
al Bhutan, dall’India al Nepal, dal<br />
Pakistan allo Sri Lanka, all’Afghanistan<br />
alla Birmania alle Maldive, che è la regione<br />
più densamente popolata al mondo,<br />
ARTE<br />
DI FLORIANA CAVALLO<br />
INDIA: QUI E ADESSO<br />
dove 27 sono le lingue nazionali ufficiali,<br />
200 quelle non ufficiali, viene raccontata<br />
nei suoi aspetti più schietti dalla mostra<br />
Sub-contingente. Sono opere di quasi<br />
una trentina di artisti, indiani doc o immigrati,<br />
che denunciano, fanno (ironiche?)<br />
dichiarazioni d’amore, si interrogano: su<br />
religione, politica, identità, globalizzazione.<br />
Alla ricerca di un equilibrio difficile<br />
fra caos e lucidità, promesse mancate e<br />
pretese di modernità.<br />
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo<br />
fino all’8 ottobre<br />
www.fondsrr.org<br />
PERCORSI D'ARTE IMPREVEDIBILI<br />
MILANO<br />
Globe Theatre Art<br />
Globe Theatre Art<br />
sfrutta il palcoscenico<br />
della Fabbrica<br />
del Vapore per dar<br />
spazio alle storie<br />
di Fulvio Di Piazza,<br />
Sara Giannatempo,<br />
Federica Giglio,<br />
Claudio Marconi,<br />
Andrea Mastrovito,<br />
Roberta Savelli, Maria Grazia Serina. Fonte d’ispirazione? Per lo<br />
più vissuto ed esperienze private. Che ognuno narra a modo suo,<br />
giocando con la gamma di linguaggi disponibili: fotografia, collage,<br />
pittura, installazioni e musica (info: www.fabbricadelvapore.org).<br />
Fino al 30 agosto<br />
NAPOLI<br />
Tommaso Ottieri<br />
Sirene è la bellissima personale di Ottieri dedicata a Napoli, alla sua<br />
capacità di ammaliare e allarmare al contempo. Dieci oli su tela di<br />
grande formato e trittico conclusivo che condensa i temi esposti: la<br />
città, i suoi vicoli bui e, al di sopra, bombe che incombono, sospese,<br />
sulle abitazioni. Visioni urbane contemporanee nelle quali compaiono,<br />
destabilizzanti, pezzi di macchine da guerra in azione. A Castel<br />
dell’Ovo (info: www.tommasoottieri.com). Fino al 30 luglio<br />
ROMA<br />
Wim Wenders<br />
Immagini dal pianeta terra è la mostra che occupa quest’estate<br />
le Scuderie del Quirinale (www.scuderiequirinale.it). Si tratta della<br />
collezione completa delle 61 fotografie scattate negli angoli della<br />
Terra da Wim Wenders, capace di raccontare a modo suo lo spettacolo<br />
della natura sconfinata e intatta. Per proseguire il viaggio nell’universo<br />
del regista tedesco, ogni sera in terrazza c’è poi la rassegna<br />
Wim Wenders e gli amici americani. Dal 14 luglio al 27 agosto<br />
NAPOLI<br />
People<br />
Per raccontare la realtà bastano<br />
volti e corpi: basta guardare la<br />
galleria dei tanti ritratti a firma<br />
dei più acclamati nomi contemporanei<br />
(si parla tra gli altri di<br />
Matthew Barney, Nan Goldin,<br />
Thomas Hirshhorn, Vanessa<br />
Beecroft, Ryan McGinley) allestita<br />
al Madre per la mostra<br />
People (www.museomadre.it).<br />
Uno sguardo a tinte forti sul nostro<br />
tempo lo dà anche l’installazione<br />
di Avaf (Asum Vivid Astro Focus) piazzata nella grande sala<br />
centrale del museo: uno psichedelico luna park fatto di sticker, video,<br />
t-shirt, musica. Fino al 28 agosto<br />
Tejal Shah, I love my India, 2003<br />
At the Orizon<br />
© Ugo Rondinone<br />
ART SAFARI<br />
MILANO<br />
Off Broadway<br />
Ci può essere uno sguardo<br />
nuovo sugli avvenimenti globali?<br />
Ne sono convinti i sei fotografi<br />
di Magnum Christopher<br />
Anderson, Antoine D’Agata,<br />
Thomas Dworzak, Alex<br />
Majoli, Paolo Pellegrin, Ilkka<br />
Uimonen, protagonisti con<br />
le loro foto di Off Broadway,<br />
una filosofia, un sodalizio,<br />
ancor prima che una mostra.<br />
Toccate con mano e andate a<br />
vedere i 300 scatti di guerra,<br />
prostituzione, vita quotidiana<br />
in Iraq, Palestina, Afghanistan,<br />
Cecenia, Etiopia, Kosovo e<br />
altri angoli di mondo.<br />
Dal 12 luglio al 17<br />
settembre<br />
www.comune.milano.it/pac<br />
ROMA<br />
Uno sguardo dal Ponte sull’arte<br />
del terzo millennio<br />
Fritz Kok, Rocco Dubbini<br />
e Maria Pizzi alla galleria<br />
Il Ponte per tre diverse<br />
personali a cura di Achille<br />
Bonito Oliva. Artisti con<br />
una comune passione per il<br />
surreale e il paradossale: dalle<br />
modelle che sembrano uscite<br />
da un altro mondo di Kok,<br />
agli spazi mentali sospesi di<br />
Dubbini, alle favole bizzarre e<br />
simboliche di Maria Pizzi, in<br />
mostra con nuovi video e still.<br />
Fino al 27 luglio<br />
www.ilpontecontemporanea.<br />
com<br />
MILANO<br />
Jan Muche<br />
Si ispira ai cataloghi del<br />
Bauhaus, ai film rumeni,<br />
a vecchie riviste maschili<br />
anni Sessanta. Poi traduce<br />
questi e altri stimoli in linee,<br />
piani e motivi in evidente<br />
discontinuità. Perché a Jan<br />
Muche, classe 1975, berlinese<br />
d’adozione, la chiarezza<br />
pittorica non interessa. Anzi.<br />
Fa di tutto per creare visioni<br />
più instabili. E confonderci un<br />
po’ le idee.<br />
Fino al 16 settembre<br />
www.cannaviello.net<br />
URBAN 71
DJ CULTURE & LIVE MUSIC?<br />
IL FRULLATO ALL'IDROSCALO<br />
Flippaut trasloca da Bologna a<br />
Milano. Nomi da paura!<br />
MILANO<br />
Flippaut<br />
Dopo anni di rock e dance al Parco<br />
Nord di Bologna, il Flippaut trascloca<br />
all’Idropark di Milano e allunga la stagione<br />
dei festival estivi. Il weekend è<br />
il terzo di luglio: anche per smaltire la<br />
sbornia di calcio da mondiali, un venerdì<br />
e un sabato diversi tra loro dal punto di<br />
vista musicale, ma sempre a metà tra dj<br />
culture e live music. L’idea giusta è quella<br />
di forzare un po’ i propri gusti musicali e<br />
viverli entrambi, visto che conviene alle<br />
orecchie e al portafoglio (i biglietti per<br />
un giorno costano 40 euro, quelli per<br />
due 60). Il 21 in cima al cartellone c’è<br />
Fatboy Slim. Dal dj bianco più nero della<br />
galassia c’è da attendersi un set poco<br />
tecnico e più soul che mai, vicino a That<br />
old pair of jeans, nuovo singolo del suo<br />
greatest hits. Prima di lui, in una serata<br />
pensata per iniziare solo al tramonto ma<br />
poi non finire mai, le melodie soffici dei<br />
Novastar, lo stile rock di Paul Weller e il<br />
funk primordiale di George Clinton coi<br />
suoi Parliament/Funkadelic. Dopo il ciccione<br />
smilzo salgono in console due nondj,<br />
Shaun Ryder (Happy Mondays) e Peter<br />
Hook (New Order). I due miti dell’electro<br />
rock made in Uk i dischi li mettono<br />
spesso, per cui un po’ di tecnica dovrebbero<br />
averla. L’atterraggio, comunque, è<br />
soffice, con la house sofisticata del dj<br />
trio X-Press 2. Rocky, Diesel e Ashley<br />
Beedle suonano con sei piatti, ma come<br />
riescano a farlo è davvero un mistero. Il<br />
22 più elettronica, più sperimentazione<br />
e meno funk: headliner sono i Massive<br />
Attack, forse non all’apice della carriera<br />
ma dal vivo sono più freddi e potenti che<br />
mai. Prima di loro il tango contempora-<br />
neo dei Gotan Project, per scoprire se<br />
si può ballare in coppia anche sull’erba,<br />
gli I.G. di Gianni Maroccolo, le chitarre<br />
lounge dei Nouvelle Vague e la nuova<br />
dimensione cantautorale di Tom Verlaine<br />
(Television). Più tardi la palla ripassa ai dj<br />
e Flippaut finisce con l’electro spinta dei<br />
Blackstrobe, quella eclettica di Alessio<br />
Bertallot e quella cantata dei Krakatoa,<br />
progetto di Pisti e Samuel dei Subsonica.<br />
LORENZO TIEZZI<br />
21-22 luglio<br />
www.flippaut.com<br />
DANCEFLOOR OVER THE TOP<br />
Si fa musica in<br />
cima al Palazzo dei<br />
Congressi<br />
ROMA<br />
La Terrazza<br />
Niente antenne o panni<br />
stesi su una delle terrazze<br />
più belle e panoramiche di<br />
Roma, quella del Palazzo dei<br />
Congressi dell’Eur, che già da<br />
diversi anni si trasforma in<br />
succosa location per musica<br />
e intrattenimento. Se alla<br />
vista mozzafiato sulle luci di<br />
Roma, resa ancora più gradevole<br />
da un venticello refrigerante<br />
che anche nelle serate<br />
più torride ti fa respirare,<br />
aggiungete un dancefloor<br />
a cielo aperto dove ballare<br />
fino all’alba con grandi ospiti<br />
internazionali e nazionali<br />
(Kenny Carpenter, Steve Bug,<br />
Luciano, Mandy, Giancarlino<br />
e Chicco Messina), due loun-<br />
NIGHTLIFE<br />
ge bar e un nature bar dove<br />
gustare cocktail di frutta al<br />
100% biologici, il risultato è<br />
sorprendente! Anche perché<br />
le vostre future serate in terrazza<br />
sono preparate ad arte<br />
dagli staff più apprezzati del<br />
momento dai clubber capitolini<br />
(Officine Goa, Amit, Goa<br />
Ultrabeat e La Maison).<br />
Si inizia il martedì con la<br />
serata Roof, organizzata da<br />
quelli del Glitter, il mercoledì<br />
hip hop con Touch the<br />
Sky, entrambe con ingresso<br />
gratuito. Il giovedì si balla<br />
con la serata Ultrabeat (a<br />
cura di House in Motion e<br />
Firewater), il venerdì pure<br />
con D*lite e lo staff di<br />
Glamorama-Miss Kat e House<br />
Family e sabato, per finire,<br />
serata Love (dai 15 ai 25 euro,<br />
con consumazione).<br />
ANDREA BAFFIGO<br />
dal 21 giugno al 5 agosto<br />
tel. 800-907080<br />
Fatboy Slim<br />
FESTIVAL<br />
TORINO<br />
Traffic – Torino Free Festival<br />
Aprono il 12/7 Richard<br />
Hawley e i Baustelle, il 13/7<br />
suona Manu Chao col suo<br />
Radio Bemba Sound System,<br />
il 14 c’è il glam rock scozzese<br />
dei Franz Ferdinand, il<br />
15 quello newyorchese di<br />
The Strokes. Dopo i concerti<br />
alla Pellerina la festa continua<br />
nei club dei Murazzi e<br />
alle Fonderie di Moncalieri.<br />
È tutto gratis, ma gli entusiasti<br />
possono chiamare l’<br />
89204099 e lasciare una<br />
sottoscrizione da 2,50 euro.<br />
www.trafficfestival.com<br />
AREZZO<br />
Arezzo Wave Love Festival<br />
Il più storico festival italiano<br />
taglia il traguardo della ventesima<br />
edizione e allarga il<br />
tiro diventando multi disciplinare.<br />
Oltre al solito indie rock<br />
e all’elettronica, con la mitica<br />
Elettrowave, spazio anche ai<br />
fumetti (c’è una retrospettiva<br />
dedicata a Diabolik), al teatro,<br />
alla cultura del cibo, al<br />
cabaret, al cinema, alla multimedialità<br />
e pure a una radio.<br />
Tra i mille appuntamenti ci<br />
si perde meglio se si dorme<br />
al campeggio, che è gratuito<br />
per tutti. Dall’11 al 16 luglio.<br />
www.arezzowave.com<br />
NAPOLI<br />
Neapolis Festival<br />
Si parte alla Mostra d’Oltremare<br />
il 14/7 con le ballate<br />
romantiche dei Baustelle, si<br />
continua col rock di Eels e<br />
dEUS e si finisce con l’electro<br />
dj più richiesto, Tiga. Il 15/7<br />
spazio al revival con Santana<br />
e Robert Plant ma anche<br />
alla rabbia punk di Iggy Pop<br />
& The Stooges. Si chiude il<br />
16/7 con gli stati generali<br />
dell’hip hop italiano: Mondo<br />
Marcio e Fabri Fibra rappano<br />
prima di Lorenzo Jovanotti.<br />
L’abbonamento conviene e<br />
costa 60 euro.<br />
www.neapolis.it<br />
URBAN 73
PRIMA&DOPO<br />
UTZ<br />
02-6551180<br />
Stress da calura metropolitana?<br />
Vai di aperitivo al ristorante<br />
di Mauro Maltagliati,<br />
che in cortile ha allestito un<br />
petit dehor tendato delizioso.<br />
Martedì e venerdì l’aperitivo<br />
è Utz Therapy, con massaggiatrice<br />
professionista pronta<br />
a viziare piedi e schiene. Solo<br />
drink 6 euro, 15 con il massaggio.<br />
Se poi la fame monta<br />
si può spaziare da un timballo<br />
di granchio con melone a un<br />
carpaccio di vitello con crema<br />
di ortiche.<br />
Via Solferino, 48<br />
Chiuso lunedì<br />
CASABLANCA<br />
340-6495603<br />
Il Casablanca non scherza<br />
(nuovo giardino estivo di<br />
1200 mq tutto lumini e tavolini),<br />
la banda dell’Elite42<br />
tanto meno (Old Fashion, Bar<br />
Bianco, Gioia 69, Just Cavalli<br />
Café, Dar El Yacout... tutti<br />
affar loro): risultato esplosivo<br />
dunque per la one-night del<br />
martedì, la super-organizzata<br />
Seven-to-One: dalle 19.30 alle<br />
22, aperitivo con buffet, ingresso<br />
libero e consumazione<br />
8 euro facoltativa (se in lista);<br />
mentre i più esosi possono<br />
prenotare tavolo privé. Per essere<br />
in lista? Cliccare su www.<br />
elite42.com.<br />
Corso Como, 14<br />
Ogni martedì<br />
BEDA HOUSE<br />
02-603282<br />
Soluzione alternativa per un<br />
drink al fresco? Invece che stare<br />
all’aperto, chiudetevi tra le<br />
spesse mura della nuova Sala<br />
Gotica del Beda House Pub: è<br />
fatta in tutto e per tutto come<br />
una cattedrale medievale e,<br />
senza essere blasfemi, potete<br />
berci dentro fiumi di birra e<br />
cocktail assortiti o mangiarci<br />
panini, piadine e bruschette.<br />
Se siete claustrofobici, scegliete<br />
il giardino interno.<br />
Via Murat, 2<br />
Sempre aperto<br />
74 URBAN<br />
MANGIARE & BERE<br />
MILANO<br />
DI MIRTA OREGNA<br />
IL FURGONCINO DELLA<br />
BUFALA? È IN ARRIVO<br />
Apre Chiù – Mozzarella e Olio,<br />
negozio con furgone<br />
aerografato che distribuisce<br />
oro bianco alla città<br />
Non bisogna essere etologi superesperti<br />
per osservare come il cittadino milanese<br />
ronzi immancabilmente intorno alla<br />
mozzarella campana, come le api intorno<br />
al miele… e in una zona (il triangolo braidense<br />
Ponte Vetero-Pontaccio-Palermo)<br />
che di Bufala già se ne intende (leggi il<br />
Mozzarella Bar e la Pizzeria dei Fratelli La<br />
Bufala).<br />
Stavolta però la questione – ed entra in<br />
campo il “cibologo” a dimostrarla – è<br />
assai diversa. Chiù – Mozzarella e olio è<br />
l’insegna con cui ha aperto questa nuova<br />
realtà milanese, esplosa giustamente in<br />
un momento strategico dell’anno, quello<br />
dell’estate afosa che invoca dieta mediterranea<br />
e piatti refrigeranti. Un piccolo tempio<br />
mono-vetrina, dedicato al culto bianco<br />
e giallo di due dei più amati prodotti del<br />
made in Italy, olio e mozzarella.<br />
Arredato con sobrietà studiata (lampade<br />
di design, travi a vista, tavolo centrale per<br />
le degustazioni in legno non trattato) e<br />
note divertenti (la vetrata gialla che lascia<br />
intravedere il laboratorio per l’imbottigliamento<br />
dell’olio e la gigantografia di<br />
Totò che mangia un piatto di spaghetti sul<br />
terrazzo della nonna del proprietario), il<br />
locale nasce dall’idea di Marco Gugenheim<br />
(la seconda G, quella dell’omonimo museo,<br />
la famiglia se l’è persa per strada), giovane<br />
consulente finanziario napoletano tra-<br />
piantato da oltre due lustri a Milano, con<br />
il pallino dell’eccellenza e del business in<br />
proprio.<br />
Mozzarelle e ricotta di bufala che arrivano<br />
in camion tutte le sante mattine da<br />
Paestum e se invendute la sera finiscono<br />
alla mensa dei poveri (beati loro), olio da<br />
cinque regioni diverse, 12 tipi di olive<br />
rigorosamente dello Stivale, pasta trafilata<br />
in bronzo del Vesuviano, ragù assortiti<br />
fatti in casa a prezzi abbordabili… ma non<br />
immaginatevi una gastronomia chic, qui<br />
si fa di chiù: ovvero un super-servizio di<br />
take away per la gioia di uffici e negozi del<br />
circondario che vengono raggiunti (previa<br />
prenotazione) da un mitico furgoncino<br />
bianco fatto fare appositamente a forma<br />
e somiglianza di mozzarella, con tanto di<br />
vernice aerografata.<br />
Sulla scrivania arriva così un’elegante vaschetta<br />
in plastica corredata di posatine<br />
in legno-compensato create da qualche<br />
fantasioso designer norvegese, contenente<br />
quel bendiddio che avete richiesto qualche<br />
ora addietro: si spazia dal piatto di mozzarella<br />
di bufala dop con basilico, origano,<br />
olio e pomodoro cuore di bue (un classico,<br />
4,50 euro) alla ricotta di bufala con pomodorini<br />
(A’ Livella, 4 euro), dalle insalate imperiali<br />
(media di 5 euro) ai saltimbocca alla<br />
piastra al morbido pane da pizza farcito,<br />
scegliendolo tra i tanti, con bufala e Parma<br />
(Scalinatella, 5 euro).<br />
E ancora di chiù, per chi abita fuori dalla<br />
zona uno, il furgoncino è dotato di portellone<br />
laterale apribile e si trasforma in<br />
venditore ambulante di mozzarella… Per<br />
sapere dove è dislocato basta andare sul<br />
sito www.chiusrl.it e il gioco è fatto. Buona<br />
mozzarella a tutti!<br />
CHIÙ – MOZZARELLA E OLIO<br />
Via Pontaccio, 5<br />
tel. 02-8052296<br />
chiuso domenica<br />
IL BAR SOTTO IL MARE<br />
Note jazz dal vivo per<br />
l’aperitivo sotto la<br />
vela<br />
No-no-no, non è quello di<br />
Stefano Benni, ma il suo<br />
titolare Gino (e non il figlio<br />
Gianluca che lo gestisce quotidianamente)<br />
non sfigurerebbe<br />
tra i suoi stralunati personaggi:<br />
uno con la passione<br />
del mare, del jazz e delle<br />
donne che, a latere della sua<br />
attività nel settore “sicurezza”,<br />
ha realizzato il sogno nel<br />
cassetto rilevando un anonimo<br />
bar del centro. Due livelli<br />
innanzitutto, collegati da un<br />
tecnologico impianto audio<br />
e schermi al plasma, per cui<br />
tutto quello che si vede e si<br />
sente al piano superiore viene<br />
trasmesso a quello inferiore.<br />
Segue un arredamento a<br />
tema mare (se no il nome che<br />
ci sta a fare?) che include, in<br />
ordine sparso, trompe l’oeil<br />
aerografati con pesci colorati<br />
ripresi sui ripiani dei tavolini<br />
come se fossero le vetrate<br />
di un acquario; la sagoma in<br />
plexiglas dei tre alberi di un<br />
veliero che si stagliano dietro<br />
il bancone bar illuminato da<br />
un flashante neon blu oltreoceano;<br />
una vecchia vela che<br />
fa da soffitto al corner panini,<br />
una cima annodata e poi, qua<br />
e là nel menu, piatti freddi<br />
che recitano il nome dei venti<br />
(vedi Gran Lasco con crudo<br />
di Parma e melone), un panino<br />
Marino (Parma, lattuga,<br />
granchio e maionese) e tanti<br />
cocktail che all’aperitivo si<br />
pagano 5-6 euro l’uno (food<br />
incluso). L’altra particolarità:<br />
una simpatica programmazione<br />
jazz tutti i mercoledì<br />
alle ore 19, con formazioni<br />
milanesi in cerca di notorietà,<br />
il cui concerto – tenuto al<br />
piano del bar – va in local-visione<br />
al piano interrato. Il Sea<br />
Level è forse più bello a dirsi<br />
che a vedersi, ma andateci<br />
anche voi e dateci il vostro<br />
parere.<br />
SEA LEVEL BAR<br />
Via Broletto, 41<br />
tel. 02-80582319<br />
chiuso domenica<br />
NOVITÀ PER L'ESTATE IN CITTÀ<br />
Milanese all’aperto, fusion, caraibica o figlia del Grande Fratello ai piedi dell’Ippodromo, fate vobis<br />
PUPURRY<br />
02-34592417<br />
Milanese. Che ci fanno, ai<br />
confini di Chinatown, un exingegnere<br />
biochimico della<br />
nutrizione (il signor Giorgio)<br />
e un ex-manager informatico<br />
(il signor Massimo)? Hanno<br />
rilevato la gestione dello storico<br />
Pupurry, ex fonderia di<br />
campane diventata ristorante<br />
di cucina milanese e, dopo<br />
otto lunghi mesi di “prova e<br />
riprova”, hanno messo a regime<br />
il loro personale codice di<br />
ristorazione.<br />
Cucina milanese, dunque, ma<br />
alleggerita e resa più elegante<br />
(niente minestrone di verza,<br />
per capirci) da risotti preparati<br />
espressi, tra cui il giallissimo<br />
alla milanese con ossobuco<br />
facoltativo, alle verdure dell’orto<br />
o mantecato con Zola;<br />
e dall’immancabile cotoletta<br />
orecchio d’elefante (classica<br />
o vestita con pomodorini e<br />
basilico, serviti però a parte);<br />
a cui si aggiungono i peperoni<br />
all’aceto balsamico e la carne<br />
di Scottona in tutte le forme e<br />
salse. Manca lo chef-pasticcere…<br />
ma in compenso si mangia<br />
all’aperto, in un fazzoletto<br />
verde apparecchiato di tutto<br />
punto e dopo cena potete<br />
scendere nel privé con pianobar<br />
e dare il la al pianista per<br />
una nottata amarcord. Il tutto<br />
vi costerà una quarantina di<br />
euro.<br />
Via Bertini, 25<br />
Sempre aperto<br />
NU-CUBE<br />
02-74281341<br />
Fusion. Nu elevato al cubo, la<br />
famiglia Gao elevata all’ennesima<br />
potenza. Sono sempre<br />
loro, quelli di Villa Gao, Nu<br />
Hama, Nami…, e sono sempre<br />
più bravi, questa volta<br />
rappresentati dalla giovane<br />
Susanna. A pochi metri dall’arteria<br />
Buenos Aires è nata<br />
l’ultima felice creazione fusion<br />
dell’impero cino-milanese dei<br />
Gao, completato dalla ancor<br />
più felice (anche se un po’<br />
scura) mano dell’architetto<br />
Nisi Magnoni. Mattoni a vista,<br />
lampade che pendono dal<br />
soffitto, mosaici Bisazza nerorosa<br />
sui top dei tavoli e nei<br />
bagni, dove le porte a vetro si<br />
opacizzano una volta entrati. E<br />
poi c’è la cucina, che accanto a<br />
sushi e sashimi per “reazionari”<br />
offre una scelta stagionale<br />
di cucina fusion (giappo-cino-indo-coreana)<br />
che non<br />
disdegna rucola, pomodorini<br />
e peperoni di casa nostra e<br />
che per ogni piatto prevede<br />
una salsa specifica. Imperdibili<br />
tempura, anatra miso-magret<br />
con salsa di miso bianco, gambero<br />
avvolto nella pasta di<br />
riso e tataki di tonno coreano.<br />
Da scoprire il pregiato Kobe<br />
beef, manzo ottenuto da mucche<br />
nutrite a birra e massaggiate<br />
a tempo di musica (tanto<br />
curioso quanto costoso: una<br />
trentina di euro a porzione).<br />
Via San Gregorio, 6<br />
Chiuso lunedì<br />
TOCORORO<br />
02-4503632<br />
Caraibico. Langosta e camarones<br />
a la parrilla, camarones<br />
saltati in padella con il rum,<br />
pierna de puerco asada nel<br />
suo sugo, churrasco di filetto,<br />
tambor de papas (tortino di<br />
patate) con baccalà e ancora<br />
pollo al forno in salsa di arance<br />
amare e limone, filete de<br />
cerdo al curry y manzana, con<br />
contorno di live-music. Il tutto<br />
annaffiato da mojito in versione<br />
originale, birra e ron invecchiato<br />
sette anni… No, no,<br />
non siamo al Festival Latino-<br />
Americano di Assago, nemmeno<br />
a una lezione di spagnolo,<br />
ma al nuovo locale cubano<br />
Tocororo spuntato, per l’allegria<br />
del popolo, in quel di<br />
Corsico, alle porte della città<br />
(ma ci si arriva anche in bus,<br />
con la 50!). Tre sale, due bar<br />
e una cabaña cubana dove si<br />
mangia, si balla e si trangugia<br />
l’aperitivo criollo con cocktail<br />
caraibici e picadas assortite,<br />
tutto in stile della Grande Isla.<br />
Soprattutto, l’ultima domenica<br />
di ogni mese, esplode<br />
Cubaneando, maratona danzereccia<br />
non-stop dalle 14<br />
alle 24 ai ritmi del movimiento<br />
cubano 100%, per partecipare<br />
alla quale basta consumare<br />
un solo cocktail… e allora via,<br />
vamos a bailar!<br />
Via Leonardo da Vinci, 8<br />
– Corsico<br />
Chiuso lunedì e sabato a<br />
pranzo<br />
RISTORANTE LORENZO<br />
02-48700919<br />
Ippico. L’Ippodromo è da<br />
sempre un vero e proprio<br />
localificio, specie con i caldi<br />
e le zanzare estive che invitano<br />
a stazionare all’aperto<br />
con vista-galoppatoio.<br />
Questa volta la puntata va<br />
su un nuovo lounge-ristobar,<br />
che già nell’insegna<br />
cela il suo perché di celebrità.<br />
Lorenzo è infatti quel<br />
Battistello, cuoco e amante<br />
dei vini, concorrente alla<br />
prima edizione del Grande<br />
Fratello. Cornice dei suoi<br />
piatti che ritoccano con leggerezza<br />
la tradizione, specie<br />
quella veneta di provenienza,<br />
un imponente bancone<br />
di legno old style circondato<br />
da moderni trespoli trasparenti<br />
(contrasto impegnativo),<br />
una sala tappezzata da<br />
bottiglie di vino (in cantina<br />
dichiarano 400 etichette),<br />
un’altra sala con stufa in<br />
maiolica e soprattutto un<br />
patio tendato circondato dal<br />
verde. Specialità di carne<br />
e di pesce fifty-fifty, tra cui<br />
primeggiano fiorentina di<br />
Sorana alla brace e padellata<br />
(loro la chiamano tecia)<br />
di molluschi e crostacei in<br />
guazzetto. Non proprio a<br />
buon mercato (40-45 euro).<br />
Piazzale dello Sport, 20<br />
Aperto tutte le sere tranne<br />
martedì. Aperto a pranzo<br />
mercoledì, sabato e<br />
domenica<br />
VIETNAM: L'UNICO VERO<br />
Ciotola e bacchette<br />
anche in camera<br />
Prendete un’elegante palazzina<br />
del 1903, a due passi<br />
da Piola, che assomiglia alle<br />
architetture francesi di Hanoi,<br />
la più bella città del Vietnam;<br />
mettetegli dentro Christiane,<br />
colta signora parigina dagli<br />
occhi a mandorla, poi aggiun-<br />
gete il marito Dario, ex-manager<br />
farmaceutico con esperienza<br />
nei vini: et voilà, ecco<br />
che nasce Vietnamonamour,<br />
primo (se dimentichiamo la<br />
meteora Opium) vero (questo<br />
è Viet al 100%) ristorante<br />
vietnamita di Milano. Un ombrellino<br />
in carta di riso che<br />
segnala l’ingresso, una sala<br />
interna con pareti rivestite in<br />
carta velina dei mercati locali<br />
e mobili fatti da artigiani; un<br />
cortile interno protetto da<br />
deliziosi ombrellini vietnamiti<br />
e, al piano superiore, quattro<br />
stanze di charme gestite come<br />
bed&breakfast (120 la doppia<br />
con colazione, continentale o<br />
– su richiesta – vietnamita con<br />
Pho Bo, brodo con noodles,<br />
carne scottata e bouquet di<br />
spezie). E infine il menu, con<br />
ricette ricercate nel passato<br />
di Hanoi, valorizzate da un<br />
cuoco francese naturalizzato<br />
vietnamita e oggi eseguite con<br />
la massima cura e tecnologia.<br />
Pronte da irrorare con originale<br />
salsa Nuoc Mam sfilano<br />
sulla carta Nem (involtini di<br />
carne) in sfoglia di riso con<br />
erbe e funghi (7 euro), coccio<br />
di verdure al curry, latte di<br />
cocco e riso (12 euro), spiedino<br />
di canna da zucchero<br />
con paté di gamberi e verdure<br />
fresche oppure anatra confit e<br />
ananas caramellata (15 euro).<br />
E per finire, non dimenticate<br />
di ordinare il caffè vietnamita,<br />
nella curiosa moca di alluminio.<br />
Altamente consigliato ai<br />
viaggiatori nostalgici di uno<br />
dei paesi più suggestivi del<br />
Sudest asiatico come agli<br />
amanti delle loro cucine e a<br />
tutti gli altri curiosi di provare<br />
un’esperienza assolutamente<br />
nuova.<br />
VIETNAMONAMOUR<br />
via A. Pestalozza, 7<br />
tel. 02-70634614<br />
chiuso domenica<br />
ROSSO&BIANCO<br />
Calice panoramico sul<br />
Naviglio<br />
Tavolino in ferro affacciato<br />
sulle acque del Naviglio da<br />
poco ripulite, un’imbarcazione<br />
dei Navigli lombardi che passa,<br />
un calice di vino alla mano…<br />
non è la Senna parigina,<br />
nemmeno il bateau-mouche, e<br />
il calice non è targato Francia,<br />
ma il piacere che se ne ricava<br />
non è poi così lontano!<br />
Barbara, un passato dietro al<br />
bancone, affiancata dal fidanzato<br />
(che invece proviene dal<br />
settore divani & poltrone) ha<br />
aperto – ormai qualche mese<br />
fa – un piacevole wine bar<br />
in fondo al Naviglio Grande:<br />
lo riconoscerete immediatamente<br />
per via delle sue sedie<br />
plasticose di design simil-<br />
Kartell (ma alla fine opera<br />
di un mobiliere lombardo) e<br />
per le sue poltrone/divanetti<br />
comodosi in tessuto optical<br />
(opera del fidanzato in questione).<br />
L’insegna Sottosopra<br />
è sottotitolata “Wine Bar &<br />
More”, per via della sua breve<br />
ma esaustiva carta dei vini<br />
(nomi noti, bianchi e rossi, che<br />
spaziano dal Dolcetto di Ratti<br />
al Nero d’Avola Cusumano,<br />
dal Franciacorta Bellavista al<br />
Vermentino La Cala di Sella e<br />
Mosca), serviti al bicchiere o<br />
in bottiglia (3/4 euro il primo,<br />
media dei 20 euro la seconda).<br />
Ma la sorpresa sbuca<br />
dalla carta dei cocktail che<br />
ne include uno, il Sottosopra,<br />
con vino bianco, triple sec,<br />
cranberry juice, frutti di bosco,<br />
fragole e zenzero e, tra gli<br />
altri, un estivissimo Za-za con<br />
gin, pompelmo, lime e menta.<br />
Costo del cocktail in happy<br />
hour 6 euro, da accompagnare<br />
a spizzichi e bocconi assortiti<br />
(focacce, cous cous, pasta,<br />
frittatoni o mini-hamburger) o<br />
a taglieri assortiti salumi/formaggi<br />
(da 4 euro).<br />
SOTTOSOPRA<br />
alzaia Naviglio Grande, 56<br />
tel. 02-36534600<br />
sempre aperto<br />
URBAN 75
PRIMA&DOPO<br />
IL MELOGRANO<br />
06-71546716<br />
Un lounge bar fuori le Mura<br />
è una rarità, tanto più se,<br />
come al Melograno, il design<br />
è particolarmente curato.<br />
Molti i richiami al jazz e<br />
atmosfere da moderna New<br />
Orleans. All’imbrunire però<br />
altra vita: cambiano le luci<br />
e l’aria, soprattutto sulla<br />
piazzetta animatissima fino<br />
a notte fonda d’estate. Al<br />
bancone happy hour con<br />
una bella scelta tra food e<br />
beverage. Solo cocktail, fino<br />
e oltre la mezzanotte.<br />
V.le Giulio Agricola, 41<br />
Sempre aperto<br />
RESTART<br />
339-8525835<br />
Restart è un po’ caffetteria,<br />
un po’ appetizer bar, un po’<br />
pub. Duecento metri quadri<br />
molto colorati e pieni di<br />
eventi e attività: dalle serate<br />
dedicate al teatro emergente<br />
alla musica live. La<br />
domenica va forte l’aperitivo<br />
di Miriam, messicana con la<br />
passione per la cucina che<br />
manda al bancone tantissimi<br />
sfizi sudamericani. Si beve<br />
forte, per soli 5 euro.<br />
Via Udine, 1<br />
Sempre aperto<br />
CAFFÈ BOHÉMIEN<br />
06-473801<br />
Tra pareti fitte di libri e tra<br />
una festa e l’altra delle tante<br />
che si fanno qui, private ma<br />
non troppo, si tira tardi alla<br />
Libreria Caffè Bohémien. Gay<br />
friendly e molto friendly tout<br />
court, questo piccolissimo<br />
locale nel cuore del rione<br />
Monti resta aperto fino alle<br />
due di notte. Colori caldi alle<br />
pareti, un bancone un po’<br />
vecchio stile e la compagnia<br />
che si allarga molto anche<br />
su strada con un bicchiere<br />
in mano.<br />
Via degli Zingari, 36<br />
Sempre aperto<br />
76 URBAN<br />
Gianluca Ciufoli<br />
MANGIARE & BERE<br />
ROMA<br />
DI LAURA RUGGIERI<br />
A ITAKA SI ARRIVA SENZA<br />
PERDERSI IN UN'ODISSEA<br />
Per volare in Grecia basta un<br />
fast food<br />
Magna Grecia nel centro di Roma<br />
promette un cartello sulla porta: non<br />
sarà una taverna classica con il sirtaki<br />
in sottofondo e lo tzatziki sul tavolo,<br />
però è il posto giusto per iniziare a familiarizzare<br />
con l’idea di una vacanza in<br />
terra ellenica, tanto più in piena estate.<br />
Itaka, primo fast food greco a Roma, i<br />
piatti classici della gastronomia ellenica<br />
li ha fotografati e li tiene esposti ben<br />
illuminati, come in ogni fast food che si<br />
rispetti. Aperto da poco, il locale mixa<br />
l’acciaio del bancone e il vetro dei tavoli<br />
(15 in tutto) con le pietre a parete e il<br />
cotto a terra, che scaldano un piccolo<br />
(ma nemmeno troppo, perché ci sono<br />
anche un soppalco e un piano inferiore)<br />
ambiente su via della Stelletta, accanto a<br />
un atelier-sartoria francese e a un forno<br />
tra i più buoni della capitale. Due amici,<br />
Danilo e Giorgio, 21 anni, lasciati da<br />
poco i banchi di scuola, stessa passione<br />
per il mondo classico, una vacanza in<br />
Grecia sfumata, l’Ellade decidono di portarsela<br />
a casa, almeno quella dei sapori.<br />
Cose da Magna Grecia, diremmo. Nasce<br />
Itaka, che poi tanto fast food non è, tiene<br />
a precisare Danilo. Non per niente, infatti,<br />
la musica è lounge, si servono anche<br />
aperitivi e ci si appassiona a happening<br />
filosofici e poesia erotica. Dalle 11 di<br />
mattina alle 2 di notte. Prezzo medio: 6<br />
euro, bibita inclusa. Moussaka (4 euro),<br />
souvlaki, dolmadakia (involtini di foglia<br />
di vite con riso e aneto), kebab greco e<br />
una specie di hamburger di manzo servito<br />
semplice o col formaggio, più l’insalata<br />
greca (3 euro). Tutti i prodotti sono<br />
greci: i gigantes per esempio, enormi<br />
fagioli bianchi con una salsa al pomodoro<br />
aromatizzata, o lo yogurt, così come<br />
la carne. Lo tzatziki, la melitzanosalada<br />
e il tirokafteri, una salsa di feta, vanno<br />
nelle pite. Gli aperitivi, a base di ouzo e<br />
non solo, prevedono formaggio di Cipro<br />
servito grigliato, feta e altri sfizi. Come<br />
dolce, yogurt con miele e noci o con la<br />
frutta fresca, oppure una torta al cioccolato<br />
chiamata sokolatina e addirittura<br />
la pita nut per chi proprio non ce la fa a<br />
smettere... “Itaka/Roma solo andata” c’è<br />
scritto sulla t-shirt di Danilo in argento<br />
su fondo nero. Fatelo anche voi quel<br />
biglietto…<br />
ITAKA<br />
via della Stelletta, 25<br />
tel. 339-7644926 – 339-5092437<br />
sempre aperto<br />
DALLA TERRA ALLA TAVOLA<br />
Non solo food, tutto<br />
rigorosamente made<br />
in Africa<br />
Cinque amiche con l’Africa<br />
nell’anima hanno da poco<br />
aperto un locale che di anime<br />
ne ha molte: un po’ caffetteria,<br />
ma anche wine bar, un<br />
po’ emporio, un po’ libreria. È<br />
Griot, nel cuore di Trastevere:<br />
Griot come l’artista canta-<br />
storie, un po’ musico un po’<br />
poeta. Come in un piccolo<br />
salotto di casa arredato<br />
con pezzi di modernariato<br />
trovati in giro, da Griot si<br />
sta seduti per prendere un<br />
caffè, un tè, una cioccolata,<br />
provenienti direttamente dai<br />
paesi produttori, o infusi<br />
del commercio equo e solidale.<br />
Da mangiare ci sono<br />
torte fatte in casa, biscotti,<br />
marmellate (quelle ai frutti<br />
tropicali arrivano dal Kenya,<br />
il miele dallo Zambia). All’ora<br />
dell’aperitivo, insieme a tanti<br />
vini di piccoli produttori sul<br />
bancone compaiono tartine<br />
con paté ai carciofi, al radicchio<br />
e altre verdure di stagione<br />
fatte a mousse. Si cambia<br />
ancora per l’ora di cena con<br />
qualche piatto di formaggi<br />
o salumi, insalate, magari un<br />
tabulè o un cous cous. In più,<br />
quello che vi piace potete<br />
anche comprarlo. Come i libri<br />
che trovate in consultazione<br />
o le riviste internazionali,<br />
le stampe colorate da tutta<br />
l’Africa occidentale, i pregiatissimi<br />
velluti lavorati in Africa<br />
Centrale o gli sgabelli in legno<br />
da Mali e Costa d’Avorio.<br />
GRIOT Emporio Culturale<br />
via di S. Cecilia, 1/A<br />
tel. 06-58334116<br />
chiuso lunedì<br />
AGRITURISMI DIETRO L'ANGOLO<br />
In temporanea fuga dalla capitale alla ricerca delle fresche frasche e dei sapori genuini? Eccovi accontentati<br />
LA LUNA <strong>SUL</strong> TEVERE<br />
0765-304021<br />
Se cercate un agriturismo dentro<br />
un’oasi naturale La Luna<br />
sul Tevere, immerso nel Parco<br />
“Tevere Farfa”, poco distante<br />
da Torrita Tiberina, piccolo<br />
borgo medievale a 45 km<br />
da Roma, fa proprio al caso<br />
vostro. I piatti sono ovviamente<br />
preparati con i prodotti<br />
dell’orto e conditi con olio<br />
extravergine di oliva di produzione<br />
propria (da 1200 piante<br />
di olivo). In menu, pasta fatta<br />
a mano con sugo d’agnello,<br />
cinghiale o con le verdure dell’orto;<br />
per secondo, grigliate<br />
di polli ruspanti e bistecche di<br />
vacche maremmane allevate in<br />
tenuta. Anche i dolci e i liquori<br />
sono fatti in casa. Mangerete<br />
spendendo non più di 25<br />
euro alzandovi davvero sazi.<br />
Se decidete di fermarvi magari<br />
per qualche giorno, vista la situazione<br />
ideale con maneggio,<br />
mountain bike e canoa a 500<br />
metri dal fiume, ci sono quattro<br />
appartamenti dall’arredo<br />
piuttosto insolito, all’insegna<br />
delle cineserie più estrose e<br />
con tanto di mobili antichi dipinti<br />
a mano.<br />
Loc. Cerreta<br />
Torrita Tiberina<br />
Aperto nel weekend, su<br />
prenotazione durante la<br />
settimana<br />
180 etichette e uno<br />
scenografo d’eccezione<br />
Quando Gianni Falsi, giovane<br />
ingegnere, e la sua socia,<br />
Patrizia, hanno aperto L’acino<br />
Brillo, all’inizio solo un’enoteca,<br />
non volevano il solito<br />
stile con legno alle pareti,<br />
atmosfera calda e aria rustica.<br />
Così hanno scelto uno scenografo<br />
per allestire lo spazio, e<br />
mica uno qualsiasi, bensì Agi<br />
Zitkowsky, che ha spinto decisamente<br />
sul moderno (alcuni<br />
pezzi li ha presi addirittura<br />
sul set del Grande Fratello):<br />
sedie trasparenti, bancone<br />
in resina decorato a mano,<br />
pavimento viola fatto con l’aerografo,<br />
ovunque giochi di luci<br />
e colore. Insomma, un hi-tech<br />
che spiazza nel cuore della<br />
Garbatella.<br />
IL CASALE DI MARTIGNANO<br />
06-99802004<br />
Se la campagna a oltranza<br />
non vi ha ancora convinto,<br />
prendete in considerazione<br />
l’agriturismo Casale di<br />
Martignano sul laghetto vulcanico<br />
omonimo a due passi<br />
da Roma. Probabilmente vi ricrederete.<br />
Oltre a una spiaggia<br />
privata con un grande prato e<br />
ombrelloni, lettini e sdraio (e<br />
poi canoe, derive, hobie-cat<br />
e windsurf), ci si può fermare<br />
a dormire in piccole case col<br />
giardino o solo a mangiare.<br />
Prodotti esclusivamente dell’azienda,<br />
carni allevate qui,<br />
verdure dell’orto, formaggi<br />
prodotti sul posto, si gustano<br />
in un patio con vista lago. Un<br />
menu rustico ma non troppo,<br />
con piatti anche di una certa<br />
fantasia tipo carbonara con<br />
zafferano, zucchine e guanciale,<br />
ravioloni ripieni di provola<br />
e ragù di carne al profumo di<br />
arancia. Tra i secondi, oltre alla<br />
carne alla griglia, il capocollo<br />
di maiale all’etrusca con erbe<br />
aromatiche. Non perdete i dolci<br />
di Anna, tipo la millefoglie<br />
alle fragoline di bosco. Con 30<br />
euro farete una cena dalla A di<br />
antipasto all’italiana alla Z di<br />
zabaione.<br />
Strada di Martignano<br />
Campagnano di Roma<br />
Chiuso lunedì<br />
La stupore prosegue anche<br />
a tavola: tovagliette di carta<br />
e aria informale da wine bar<br />
nascondono sorprese di alta<br />
cucina, davvero interessanti.<br />
Creatività e fantasia, rigore<br />
e qualità messi insieme per<br />
LA VALLE DI CERI<br />
06-99207007<br />
Andando da Roma verso<br />
nord, a pochi chilometri<br />
dal mare vi appare su uno<br />
sperone di tufo vulcanico<br />
il borgo medievale di Ceri,<br />
chiuso dentro una cerchia di<br />
mura merlate. Solo antiche<br />
case affacciate sulla piazzetta<br />
e strette intorno a palazzo<br />
Torlonia. Siete nel cuore della<br />
terra degli Etruschi e già arrivano<br />
i primi profumi e sapori<br />
mediterranei della Maremma<br />
laziale con i suoi vini robusti<br />
e una cucina ancora più<br />
intensa. Qui troverete un agriturismo<br />
immerso tra i vigneti<br />
con un giardino verdissimo<br />
dove mangiare all’aperto sul<br />
prato. E se siete amanti del<br />
barbecue, questo è il posto<br />
giusto. La griglia è in giardino<br />
e si cucina open air a vista:<br />
bruschette, bistecche, braciole.<br />
Le verdure di contorno<br />
sono tutte quelle di stagione,<br />
coltivate in loco. Pane fatto<br />
in casa e pasta tirata a mano<br />
dalla mamma che fa anche<br />
crostate e ciambelline da inzuppare<br />
nel vino. Se alla fine<br />
avete esagerato, rinfrescate le<br />
idee con un tuffo in piscina e<br />
un sonno ristoratore.<br />
Via Piancerese, 30<br />
Ceri<br />
Sempre aperto<br />
comporre piatti come la zuppetta<br />
tiepida di pomodoro<br />
con quenelle di mozzarella<br />
di bufala, basilico fritto e olio<br />
alla vaniglia o i cappellacci<br />
di zucca e cacao su crema di<br />
parmigiano reggiano e aspa-<br />
I DUE LAGHI<br />
06-99607059<br />
Una tenuta “biologicamente<br />
certificata” di oltre 150<br />
ettari a due passi dal lago<br />
di Bracciano. Dentro un antico<br />
casale della campagna<br />
romana, un vero e proprio<br />
Country Relais con tanto di<br />
caccia alla volpe (ma niente<br />
paura, è simulata!). La Posta<br />
de’ Cavalieri è il ristorante<br />
dove si reinterpreta la cucina<br />
tradizionale della Tuscia<br />
con la pasta fatta in casa,<br />
le proprie carni e salumi, il<br />
pesce di lago, il tartufo di<br />
Allumière e i broccoletti di<br />
Anguillara. Preparatevi a una<br />
cucina di una certa complessità<br />
e struttura, conto<br />
compreso. In tavola però vi<br />
arriveranno piatti come la tartare<br />
di caprino servita con la<br />
sua mousse in cialda “Tenuta<br />
i Due Laghi”, gli gnocchi di<br />
ricotta alla maggiorana con<br />
quenelle di ricotta al tartufo<br />
nero di Allumière, la nocetta<br />
di vitello con scalogno glassato<br />
al balsamico e granturco<br />
al burro, la piccola bavarese<br />
di cetriolo e sedano servita su<br />
biscuit alle mandorle e salsa<br />
alla vaniglia. Ogni tanto, ne<br />
vale proprio la pena!<br />
Loc. Le Cerque<br />
Anguillara Sabazia<br />
Sempre aperto<br />
ANCHE IL VINO VA IN SCENA<br />
ragi verdi. Quasi un gioco, ben<br />
riuscito, il cappuccino di zucchine<br />
con spuma di canocchie<br />
e uova di salmone. Dinamico<br />
il tortino soffice di pistacchi di<br />
Bronte con cialda fondente di<br />
cioccolato a mo’ di cappello<br />
che sciogliendosi scende man<br />
mano. Non sottovalutate il<br />
pane, una vera passione dello<br />
chef, che ogni sera ne sforna<br />
almeno cinque, sei tipi: allo<br />
zafferano, al cioccolato e perfino<br />
alla liquirizia.<br />
In cantina 180 etichette, di cui<br />
una decina in degustazione.<br />
Buone notizie anche dal conto<br />
perché non è così frequente<br />
spendere al massimo 30 euro<br />
per una serata di cucina così.<br />
L’ACINO BRILLO<br />
piazza S. Eurosia, 2<br />
tel. 06-5137145<br />
chiuso lunedì<br />
ROSSO&BIANCO<br />
Il bello di andare in<br />
bianco<br />
Con 800 etichette e un dichiarato<br />
sbilanciamento verso<br />
i bianchi (grande simpatia<br />
per i friulani), un centinaio di<br />
bollicine, italiane e francesi,<br />
e un po’ di rossi, questa insolita<br />
enoteca dietro via del<br />
Governo Vecchio appena arrivata<br />
in zona s’è conquistata<br />
un giro di fedelissimi estimatori.<br />
Oltre ai vini, sono addirittura<br />
16 le tipologie di prosciutto<br />
scrupolosamente custodite<br />
in “garage”: qui fanno<br />
affinamento, sono scrutati<br />
e verificati ogni giorno, per<br />
poi passare al taglio a rotazione,<br />
e poi in degustazione<br />
al piatto (tra i 6 e i 16 euro<br />
massimo). Una vera passione,<br />
come quella però per il pesce<br />
in scatola, rigorosamente<br />
di provenienza spagnola,<br />
servito come tapas a circa<br />
4-5 euro. Una chicca scovata<br />
con meticolosa ricerca da tre<br />
amici (tra loro anche Marco<br />
Berry delle Iene) appassionati<br />
di Spagna: i filetti di sgombro<br />
sono solo delle Azzorre, le<br />
acciughe di Nardin, le capesante<br />
di Alicanto. Qua e là<br />
ogni tanto spuntano anche i<br />
peperoni di Lodosa. Già, perché<br />
la selezione dei prodotti<br />
è in continua evoluzione e<br />
affidata addirittura a un’altisonante<br />
Accademia Italiana<br />
di Formazione Alimentare<br />
con Paolo Angeletti all’opera.<br />
I formaggi sono quelli<br />
di un vero maestro a Roma,<br />
Stefano Limata, e cambiano<br />
ogni settimana. Si sta al bancone,<br />
molto bello, scovato in<br />
un’antica merceria o su un divanetto<br />
con poltroncine, che<br />
fa tanto salotto buono del<br />
dopoguerra, alternato a qualche<br />
seduta anni ’70 come gli<br />
spunti di carta da parati a<br />
fare ambiente.<br />
VINOGARAGE<br />
via di Monte Giordano, 63<br />
tel. 06-68300858<br />
chiuso domenica<br />
URBAN 77
PRIMA&DOPO<br />
LAS ROSAS<br />
011-5213907<br />
La taqueria messicana di<br />
Elena Vaccarino è una realtà<br />
di gran successo sin dai<br />
primordi del “quadrilatero”.<br />
Adesso nella saletta di sinistra<br />
c’è una novità: una rhumerie<br />
in piena regola, con una carta<br />
del prezioso distillato caraibico<br />
da soddisfare i più esigenti.<br />
Si può continuare a stuzzicare<br />
i gustosi piattini messicani<br />
ma qui potete anche scegliere<br />
un sigaro di qualità (la saletta<br />
naturalmente è integralmente<br />
a norma) per accompagnare<br />
il rum.<br />
Via Bellezia, 15/f<br />
Sempre aperto<br />
SCAPADACÀ<br />
347-4448596<br />
Tra le 19 e le 21.30 si sgomita<br />
al buffet, ricco di diversi<br />
primi piatti caldi, verdure e<br />
stuzzichini. Da bere i cocktail<br />
classici, i pestati, i frozen o<br />
anche una bella birra. Il tutto<br />
al prezzo fisso di 6 euro. La<br />
qualità è buona anche se il<br />
piattino di dimensioni lillipuziane<br />
costringe a diversi “giri”.<br />
Più tardi taglieri di formaggi<br />
e salumi e poi rum e whisky<br />
torbati fino alle 3. Venerdì e<br />
sabato anche oltre!<br />
Corso San Maurizio, 48/b<br />
Sempre aperto<br />
SMILE TREE<br />
011-5217578<br />
Appena aperto nella cornice<br />
pedonale della Consolata, allo<br />
Smile Tree l’aperitivo è servito<br />
al tavolo con due piatti, uno<br />
freddo e uno caldo e cambia<br />
tema gastronomico ogni giorno<br />
della settimana (Francia,<br />
Spagna, Piemonte, Germania,<br />
Emilia e Oriente). Quasi<br />
una piccola cena tematica.<br />
Originale anche la proposta<br />
del “dopo”: cocktail “doubler”<br />
con secondo ingrediente in<br />
provetta, “golden” destrutturati,<br />
birre trappiste e di abbazia<br />
e assenzi europei.<br />
Piazza della Consolata, 9<br />
Chiuso domenica<br />
78 URBAN<br />
Gianluca Ciufoli<br />
MANGIARE & BERE<br />
TORINO<br />
DI BRUNO BOVERI E LEO RIESER<br />
PIZZA CON BIRRA? MOLTO<br />
MEGLIO BIRRA CON PIZZA<br />
Sorpresa! Il Birrificio Torinese<br />
sforna anche le pizze<br />
New entry nel mondo delle pizzerie. Ce<br />
n’era bisogno? La scelta era già ampia.<br />
Ma questa ha qualche asso da calare.<br />
Intanto si chiama “La Briscola”. Il biglietto<br />
da visita è una vera carta da gioco di<br />
quelle che si usavano in osteria. Il locale è<br />
carino e simpatico.<br />
Ma veniamo alle pizze: sono fatte nel<br />
forno elettrico. Nota dolente? Questo tipo<br />
di pizza ha comunque estimatori convinti.<br />
Richiede che la teglia sia unta per evitare<br />
che l’impasto si attacchi e questo da un<br />
lato “appesantisce” e dall’altro espone<br />
al rischio di bruciacchiare il fondo. Qui<br />
poi hanno pure scelto di utilizzare una<br />
farina particolare, credo semi-integrale,<br />
che conferisce all’impasto un gusto decisamente<br />
personale. Consigliamo, nel<br />
lungo elenco, quella “frijarielli e salsiccia”.<br />
E prima, magari, una bella porzione di<br />
farinata. Ma soprattutto tanta, tanta birra.<br />
Perché “La Briscola” è in realtà la pizzeria<br />
del Birrificio Torino, storico microbirrificio<br />
votato alla piccola produzione di qualità:<br />
sforna quattro tipi di birra in osservanza<br />
dell’editto “Reinheitsgebot” promulgato a<br />
Monaco di Baviera nel 1516, che prevede<br />
l’utilizzo solo di acqua, malto, luppolo e<br />
lievito. Le quattro delizie sono una birra<br />
chiara a bassa fermentazione (Clara), una<br />
rossa doppio malto (Rufus), una bionda<br />
doppio malto stile “bock” (tautologicamente<br />
chiamata “Biondoppia”) e una<br />
buonissima weizen ambrata di frumento<br />
(Gina). Tutte birre artigianali, crude, non<br />
pastorizzate e non filtrate, senza conservanti,<br />
vive e vivaci. Ed è il successo giusto<br />
e meritato. La birra scorre a fiumi nella<br />
sede di via Parma e la richiesta di “accompagnamento”<br />
solido cresce. A questo<br />
punto il colpo di genio: il Birrificio Torino<br />
cala la sua “Briscola”, apre la sua pizzeria<br />
perché pizza e birra, si sa, vanno a nozze.<br />
Con queste birre, poi... il connubio non<br />
può che essere felice.<br />
PIZZERIA LA BRISCOLA<br />
via Conte Verde, 7<br />
tel. 011-4366966<br />
chiuso lunedì<br />
SU E GIÙ PER SAN SALVARIO<br />
Dal kebab agli arrosticini, dalle zeppole alle pappardelle: appetitosi contrasti di un quartiere multietnico<br />
PETRA<br />
011-6508696<br />
Una volta qui c’era il ristorante<br />
Giappone, che faceva<br />
cucina piemontese. Ora si<br />
chiama Petra e la cucina è<br />
quella tipica giordana e araba.<br />
Accomodatevi sotto l’originale<br />
tenda, rilassatevi e poi<br />
riempitevi il piatto con le deliziose<br />
polpette aromatiche, gli<br />
involtini di cavolo (gradevolmente<br />
aciduli) e di foglia di<br />
vite, i peperoni ripieni di riso,<br />
la salsa di ceci e lenticchie, il<br />
kebab, bevete il delizioso tè<br />
alla menta e pascetevi la vista<br />
con le evoluzioni sapienti e<br />
sinuose della danzatrice.<br />
Via Bernardino Galliari,<br />
16/C<br />
Chiuso lunedì<br />
NUOVE SALETTE<br />
011-6502898<br />
È ristorante, ma anche pizzeria.<br />
Ma lasciate stare le<br />
pizze (che pure sono niente<br />
male). Lasciate stare anche<br />
le tante proposte della carta<br />
(alcune peraltro interessanti)<br />
e concentrativi sui piatti<br />
abruzzesi. Iniziate con le<br />
succulente bruschette, continuate<br />
con i maccheroni alla<br />
chitarra fatti a mano, poi la<br />
salsiccia abruzzese e i tipici<br />
arrosticini d’agnello, cotti<br />
come dio comanda, e finite<br />
con un classico dolce all’Aurum.<br />
Vini abruzzesi, anche<br />
loro. Pura gioia. Anche<br />
quando pagherete il conto.<br />
Via Goito, 7<br />
Chiuso lunedì<br />
FILO DI MARIANNA<br />
011-6692365<br />
Quest’angolo di San<br />
Salvario sembra Mergellina<br />
o Piedigrotta. No, non c’è<br />
il “pazzariello” e neppure il<br />
mare. Ma sembra di sentirne<br />
tutto il profumo. Esce dai<br />
tanti piatti di cucina di pesce<br />
napoletana verace: zeppole<br />
mare e monti, pulpitielli affogati,<br />
zuppa di cozze, pesce<br />
fresco marinato, maccheroni<br />
alla chitarra con orata e zucchine,<br />
penne alle sarde, fritto<br />
misto (leggero e croccante),<br />
zuppetta di molluschi. Per finire,<br />
limoncello, quello verace<br />
pure lui. Da diventar matti e<br />
strafogarsi.<br />
Via Principe Tommaso, 2 bis<br />
Chiuso lunedì<br />
LA PACE<br />
011-6505325<br />
La Pace è come la<br />
Benemerita: nei secoli fedele.<br />
In questo caso, a se<br />
stessa. Già in auge negli anni<br />
Sessanta, è passata indenne<br />
e imperturbabile attraverso<br />
i (ne)fasti della nouvelle<br />
cuisine, del minimalismo e<br />
della cucina destrutturata.<br />
Ambiente accogliente, menu<br />
sterminato pieno di proposte<br />
solide e “buone”, che spaziano<br />
in tutta la cucina italiana.<br />
Con cose originali, come le<br />
pappardelle alla Francione (in<br />
onore di un cliente abituale)<br />
o la gesuita ai carciofi. Cosa<br />
sono? Scopritelo da soli.<br />
Via Bernardino Galliari, 22<br />
Chiuso lunedì
MANGIARE & BERE<br />
VENETO<br />
DI FRANCESCA ROVEDA<br />
IL RE DELLO CHAMPAGNE?<br />
SI NASCONDE NEL TINTO<br />
In bottiglia o al bicchiere,<br />
scegliete tra 50 tipi di<br />
bollicine. Tutte rigorosamente<br />
francesi<br />
PADOVA<br />
Café Tinto<br />
Due vecchie conoscenze nel giro dei<br />
locali di grido a Padova, Michele Birtig<br />
e Gianandrea Dubbini, hanno inaugurato<br />
un nuovo concept café/wine bar,<br />
invitante già dal nome: Café Tinto. Ma<br />
non lasciatevi ingannare: anche se in<br />
portoghese “tinto” sta per vino rosso, il<br />
pezzo forte del locale non sono (solo)<br />
un Cabernet o un Merlot, ma uno sciccoso<br />
angolo dedicato allo champagne,<br />
fortemente voluto e curato personalmente<br />
da Michele, che negli anni ha sviluppato<br />
un’autentica passione, al limite<br />
dell’ossessione, per le bollicine.<br />
Qui si trovano fino a 50 tipi di champagne<br />
diversi, alcuni soggetti a rotazione<br />
quindicinale, per una varietà di<br />
20/30 etichette quotidiane in mescita.<br />
Dai classici Krug e Salon, ai piccoli<br />
produttori come Barthélémy o Marie-<br />
Noëlle Ledru (dai 6 agli 8 euro a calice),<br />
rispettando la suddivisione in monovitigni,<br />
ottenuti solo da blanc de blancs<br />
chardonnay o da blanc de noires pinot,<br />
in champagne base, realizzati con due<br />
o tre tipi di uve, e in millesimati. Ma<br />
tenetevi forte, perché solo per autentici<br />
collezionisti esistono anche bottiglie da<br />
mille euro cadauna, come il Krug Clos<br />
du Mesnil del ’79, eletto da Michele il re<br />
degli champagne!<br />
Volando un po’ più basso, si trovano<br />
ottime proposte di vini provenienti<br />
dalle migliori cantine dei colli Euganei,<br />
come i bianchi di Monteforche o il rosso<br />
Cabernet Franc della Montecchia (2,50<br />
euro al bicchiere). E, per non rischiare di<br />
perdere l’equilibrio, meglio approfittare<br />
di un panino con lardo di Patanegra,<br />
cipolla di Tropea e formaggio Asiago<br />
(4 euro) o di un’insalata estiva, adatta<br />
anche per la pausa pranzo, a base di<br />
salmone marinato all’aneto, insalatina,<br />
rucola, pomodorini e capperi (7 euro)!<br />
Via Vicenza, 20<br />
tel. 049-8725713<br />
sempre aperto<br />
NEL MENU C'È SAPORE DI MARE<br />
Impepata di cozze, tortino di polpo, filetto di San Pietro: piatti “d’a-mare” anche restando in città<br />
VERONA<br />
TRATTORIA DALLA VEDOVA<br />
045-580223; 045-7550523<br />
Il menu qui è davvero onnicomprensivo<br />
di ogni ben... di<br />
Nettuno! Leggere per credere:<br />
cicale e polipetti con olio e<br />
limone, gamberi alla busara,<br />
ostriche e scampi crudi, polentina<br />
e seppie, capesante,<br />
impepata di cozze e vongole,<br />
spaghetti con le telline, astice.<br />
Pausa sorbetto e via di<br />
nuovo: tagliolini con scampi<br />
(a richiesta riso), grigliata di<br />
scampi e gamberi (a richiesta<br />
branzino al sale), dessert di<br />
stagione e caffè. 40 euro il<br />
conto.<br />
Via del Perlar, 50<br />
Chiuso domenica. Sabato su<br />
prenotazione<br />
VICENZA<br />
AL BERSAGLIERE<br />
0444-323507<br />
Per 30 euro circa, vini esclusi,<br />
vi aspetta un menu di pesce<br />
in una tipica osteria veneta<br />
a due passi dalla Basilica<br />
palladiana: a parte i piatti del<br />
giorno, consigliamo di iniziare<br />
con un tortino di polpo e<br />
patate con olive nere, per<br />
proseguire con fettuccine<br />
con zucchine, gamberoni e<br />
provola, e filetto di sogliola<br />
su una crema di cipollotto<br />
con verdure di stagione spadellate.<br />
Ovviamente, sempre<br />
in lista il baccalà alla vicentina<br />
servito con polenta gialla di<br />
mais marano!<br />
Contrà Pescaria, 11<br />
Chiuso domenica<br />
VICENZA<br />
CORTE SCONTA<br />
0444-544282<br />
In una stradella che ricorda<br />
molto una calle veneziana<br />
– ambientazione non casuale<br />
dato che il proprietario<br />
è di Venezia – si trova il<br />
ristorante/enoteca Corte<br />
Sconta, dove sbizzarrirvi con<br />
stuzzichini “lagunari” come<br />
le sarde in saòr, le canocie<br />
al vapòr o le seppioline<br />
grigliate come antipasto,<br />
ma ci sono anche insalate<br />
di salmone o di spada (6,50<br />
euro), garganelli con branzino<br />
e timo (7,50 euro) e<br />
un filetto di San Pietro alla<br />
griglia (13 euro).<br />
Stradella San Giacomo, 31<br />
Chiuso lunedì<br />
PADOVA<br />
NERODISEPPIA<br />
049-8364049<br />
Nel cuore del centro storico,<br />
un piccolo e sciccoso bijoux<br />
per gli amanti della cucina<br />
di pesce più creativa, dalla<br />
gestione tutta al femminile.<br />
Potete deliziarvi con una superba<br />
siciliana di mazzancolle<br />
o una coppoletta di spada<br />
affumicato, melone e insalata<br />
riccia con riduzione di aceto<br />
balsamico oppure optare per<br />
la formula happy lunch (16<br />
euro), che comprende piattone<br />
unico a base di riso, cous cous<br />
o patate, verdura e pesce, dolce<br />
della casa o frutta, acqua<br />
e caffè.<br />
Via San Francesco, 161<br />
Chiuso domenica e lunedì<br />
PRIMA&DOPO<br />
VERONA<br />
CAFFÈ AL MURETTO<br />
347-1290704<br />
Qui vi sentirete subito a casa<br />
vostra, sia che ci andiate per<br />
la prima colazione – si sceglie<br />
tra ben 32 tipi diversi di cioccolate<br />
(2,20 euro) – sia per<br />
l’ora topica dell’aperitivo, con<br />
taglieri di salumi e formaggi,<br />
bruschette e insalate di riso,<br />
(per uno spritz 2,50; un bicchiere<br />
di vino, 3), sia per un<br />
cocktail veloce dopo cena: da<br />
provare il Muretto, a base di<br />
vodka, succo d’ananas, succo<br />
di pompelmo e menta.<br />
Via Scalzi, 1<br />
Chiuso domenica<br />
VERONA<br />
CAPPA CAFFÈ<br />
045-8004516<br />
Un locale molto suggestivo,<br />
caldo e dagli arredi etnici all’interno,<br />
irresistibile all’aperto<br />
grazie all’ambita terrazza che<br />
si affaccia sull’Adige. Si può<br />
cenare fino all’una di notte,<br />
con un pasticcio di carciofi (5<br />
euro), un carpaccio di tonno<br />
(7), una pizza (dai 5 agli 8<br />
euro), un’insalatona (7) o una<br />
bruschetta (4,50). I barman<br />
sono espertissimi nel preparare<br />
qualsiasi tipo di cocktail<br />
(5,50 euro).<br />
Piazzetta Bra Molinari, 1/a<br />
Sempre aperto<br />
PEDEMONTE (VR)<br />
LE CUBE<br />
349-8437444<br />
Tecnologico, colorato e con<br />
uno spazio esterno immerso<br />
in un verde tropicale, il Cube è<br />
il nuovo avamposto della tribù<br />
notturna. L’aperitivo della casa,<br />
il Cube, a base di Porto e<br />
Crodino (3 euro), scende che è<br />
un piacere; per non parlare dei<br />
cocktail tipicamente estivi come<br />
il Mojito o il Cuba, a prezzi<br />
competitivi rispetto a Verona<br />
(4,50). Va beh, è a qualche<br />
chilometro dal centro, ma vale<br />
la pena prendere la macchina<br />
per una sera!<br />
Piazza D. Begalli, 18<br />
Chiuso lunedì<br />
URBAN 79
PRIMA&DOPO<br />
STENDHAL CAFÉ − 10<br />
CODIVILLA<br />
339-4775660<br />
Aperto solo in estate, ci si<br />
va intanto per la splendida<br />
vista della città dall’alto dei<br />
colli. Ma anche per il prolungato<br />
aperitivo. In particolare,<br />
martedì, mercoledì<br />
e giovedì vale la pena tener<br />
d’occhio la lavagnetta per<br />
le segnalazioni di serate<br />
a tema o con dj e concerti<br />
vari, organizzati dai migliori<br />
pr della città. Cocktail sui<br />
6 euro.<br />
Via Codivilla, 10<br />
Sempre aperto<br />
BARAZZO<br />
Frequentatissimo all’aperitivo<br />
per gli ottimi stuzzichini<br />
oltre che per i prezzi concorrenziali<br />
(2 euro lo spritz,<br />
4 euro un Gin lemon),<br />
propone tre serate con<br />
dj: Reverendo Lemmy old<br />
school funk & soul il giovedì;<br />
dj Topo rock/trash il<br />
venerdì e reggae-patchanka<br />
con Gianluca della Spasulati<br />
Band il sabato. Spirito popolare<br />
per un bar che esiste<br />
da 100 anni, forse il primo<br />
che abbia mai aperto i battenti<br />
al Pratello.<br />
Via del Pratello, 66/B<br />
Sempre aperto<br />
CAFFÈ DELLA PIAZZA<br />
Un bar che esiste dal lontano<br />
1960, ma è stato<br />
talmente rinnovato da sembrare<br />
nuovo di zecca: oggi<br />
è l’alternativa più elegante<br />
e di design tra le proposte<br />
per l’aperitivo in piazza San<br />
Francesco, meta obbligata<br />
per gli appassionati del<br />
“prendo al bar e mi siedo a<br />
chiacchierare sulla piazza”.<br />
Prezzi nella norma, con<br />
cocktail a 5 euro e godurioso<br />
buffet all’ora dell’aperitivo.<br />
Piazza San Francesco, 4/c<br />
Sempre aperto<br />
80 URBAN<br />
MANGIARE & BERE<br />
BOLOGNA<br />
DI CINZIA NEGHERBON<br />
NEL PARCO SONO UN PO'<br />
NINFE ANCHE LE INSALATE<br />
Una serata al Barcelona di<br />
Casalecchio sfama e rilassa<br />
Se le vacanze sembrano ancora un<br />
miraggio e il calore di questa pazza<br />
estate bolognese assale senza tregua<br />
le vostre membra spossate, il rimedio<br />
di solito è la frescura di un parco. Il<br />
parco Rodari di Casalecchio di Reno,<br />
per esempio, dove per il secondo anno<br />
di fila ha riaperto in mezzo al verde il<br />
Barcelona Caféteatro, con il suo chiosco<br />
circondato da una zona relax con<br />
divanetti e grandi cuscini e la piazzetta<br />
invasa da tavoli e ombrelloni: un’ancora<br />
di salvezza per chi rimane in città! Ci<br />
si viene per colazione, per pranzare<br />
sotto la veranda, per un gelato, per<br />
un aperitivo a base di pasta fredda,<br />
crostini e tapas di ogni genere, o per<br />
cena, condita con musica live, eventi,<br />
spettacoli e mostre. In regia i soci<br />
Daniele e Alessandro, esperti sommelier<br />
e abili organizzatori di serate, come nel<br />
caso dello spassoso e classico “Invito a<br />
cena con delitto” (anche nella variante<br />
“Il mostro della palude”) diretti da<br />
Giorgio Comaschi: in luglio e agosto<br />
sono previsti diversi appuntamenti,<br />
rigorosamente a sorpresa. Ogni martedì<br />
ci sono le atmosfere raffinate di dj<br />
Lorenzo Lodi, mercoledì ritmi cubani<br />
e poi ancora cabaret, musica dal vivo<br />
e persino un campionato di jo-jo. Ma<br />
veniamo al menu, rigorosamente estivo,<br />
dalle insalatone (6 euro) che portano<br />
nomi di donna, tipo la Marcella con<br />
funghi, sedano, grana e prezzemolo o la<br />
Benedetta a base di gamberetti, lattuga<br />
e avocado. Poi, i classici piatti freddi,<br />
non troppo estrosi ma appetitosi, come<br />
la carne salada (9 euro), il carpaccio<br />
di pesce spada con rucola e lime (15<br />
euro), il formaggio di capra con aceto<br />
balsamico (12 euro), le classiche tigelle<br />
con affettati e sottolio (12 euro), il<br />
salmone con rucola e pomodorini (14<br />
euro). Per stare ancora più leggeri, ci si<br />
può buttare sui centrifugati (6 euro), dal<br />
Lolita con ananas, melone e banana al<br />
Guendalina a base di pomodori, basilico<br />
e prezzemolo. Quanto al bere, si parte<br />
dalle 100 etichette di vini nazionali, tra<br />
cui un ottimo Chardonnay della cantina<br />
Spadafora, il Sagrantino di Montefalco,<br />
il più impegnativo Barbaresco Ca’<br />
del Baio. E poi i tantissimi cocktail<br />
alla frutta, analcolici a 5 euro oppure<br />
alcolici: a noi è piaciuto l’Isabel, con<br />
fragola, cocco, pesca, arancia e vodka<br />
(6 euro).<br />
BARCELONA CAFÉTEATRO<br />
Parco Rodari/Casalecchio di Reno<br />
tel. 392-5706220<br />
sempre aperto<br />
SQUAGLIARSI PER UN GELATO<br />
Ingredienti rigorosamente doc, cacao di tutti i tipi, gusti infiniti e la madre di tutte le panne? Ecco i posti giusti<br />
GELATERIA STEFINO<br />
051-246736<br />
È così famosa che per avere<br />
un gelato tocca prendere il<br />
numero. Artigianale la lavorazione,<br />
con prodotti da<br />
agricoltura biologica. Oltre<br />
ai gelati (da provare i gusti<br />
Caribe e Cuneo) vi tenteranno<br />
le granite siciliane con pistacchi<br />
di Bronte o ai gusti mandorla,<br />
cioccolato, caffè e frutti<br />
vari; e poi cannoli siciliani<br />
con ricotta di Modica, cassate<br />
e sorbetti speciali. Per i più<br />
pigri, consegna a domicilio<br />
entro le mura fino alle 22.<br />
Via Galliera, 49/b<br />
Sempre aperto<br />
LA SORBETTERIA<br />
CASTIGLIONE<br />
051-233257<br />
Qui sono specializzati nel<br />
cioccolato amaro ed extrafondente,<br />
oltre a proporre gusti<br />
originali ribattezzati con i<br />
nomi dei figli (Michelangelo,<br />
Edoardo e Dolce Emma, per<br />
esempio), creme pregiate come<br />
quella d’uovo e vin Santo<br />
o il cioccolato al peperoncino.<br />
E poi i fantastici moretti a tutti<br />
i gusti, focacce con gelato,<br />
sorbetti alla frutta e anche al<br />
vino. Tavolini per degustare<br />
da seduti.<br />
Via Castiglione, 44<br />
Chiuso lunedì<br />
GELATERIA DA GIANNI<br />
051-233008<br />
Era il 1976 quando la<br />
Gelateria Gianni ha aperto in<br />
città: oggi produce fino a 200<br />
chili di gelato al giorno, con<br />
così tanti gusti che ci vuole<br />
una vita a scegliere. Dai classici<br />
agli inventati, con nomi<br />
ispirati al mondo del cinema e<br />
della letteratura, come il Divina<br />
Commedia con pistacchio, nutella<br />
e nocciola, il Ciclone con<br />
pasta di pinolo e frammenti di<br />
meringa e il Quinto Elemento<br />
con cioccolato bianco a strati<br />
decorato con i wafer.<br />
Via Montegrappa, 11<br />
Chiuso mercoledì<br />
GELATERIA DELLE MOLINE<br />
051-248470<br />
Dicono che qui si possa<br />
assaggiare la panna più<br />
pannosa del mondo, ma ci<br />
sono anche gusti alla frutta,<br />
ottime granite alla siciliana<br />
– compresa quella, ormai<br />
rara, all’amarena – che riposano<br />
nelle vaschette anziché<br />
nelle macchine trasparenti<br />
in perenne movimento. E<br />
poi ancora cannoli e gustosi<br />
panettoni ripieni di gelato e<br />
moretti a tutti i gusti. Anche<br />
una piccola veranda dove degustare<br />
in santa pace.<br />
Via delle Moline, 13/b<br />
Sempre aperto
MANGIARE & BERE<br />
NAPOLI<br />
DI CIRO CACCIOLA<br />
ALTRO? <strong>SUL</strong>LA SPIAGGIA<br />
DELL'ISOLA CHE NON C'È<br />
Aperitivo surreale, after dinner<br />
in un’altra dimensione: è<br />
sufficiente una lingua di sabbia<br />
Il posto dell’estate napoletana? Nisida!<br />
Non che ci si possa andare, chiaro. Il<br />
penitenziario minorile è sempre lì, l’isola<br />
che non c’è (Edoardo Bennato) resta una<br />
piccola Alcatraz under Posillipo e, finché<br />
non si decideranno da Hollywood a farne<br />
attrazione turistica e cinematografica<br />
come ormai accade per la piccola isoletta<br />
di fronte a San Francisco, Nisida per i<br />
napoletani resta un sogno, una meta irraggiungibile,<br />
un pezzo di panorama, un<br />
vulcanello off limits. La movida però non si<br />
lascia più intimidire dalle barricate militari.<br />
Il porto turistico va a gonfie vele e l’arenile<br />
lungo la stradina che collega la terra ferma<br />
all’isola risulta ormai quasi del tutto bonificato<br />
da lidi, bar e ristoranti, talora storici,<br />
talora nuovi di zecca ma già lanciatissimi.<br />
Come l’Altro. A pochi minuti dal centro,<br />
superdotato di parcheggio custodito, Altro<br />
non è un lido balneare che si trasforma by<br />
night in rotonda sul mare bensì un vero e<br />
proprio club senza più pareti messo sulla<br />
sabbia di lava come per incanto. Ci entri,<br />
e te lo immagini identico anche se fosse<br />
al chiuso, nel basement di un grattacielo<br />
della city, per esempio. Fortunatamente invece<br />
lo spazio è tutto open air, un enorme<br />
rettangolo pieno di geometrie periferiche,<br />
con un grande bar al centro segnalato<br />
da quattro vele giganti che ondeggiano<br />
bianche e lunari, un palco per gli eventi<br />
live, salotti on the beach e quattro grandi<br />
schermi ai lati estremi delle sedute centrali<br />
che davvero fanno la differenza. Bianco e<br />
rosso i colori dominanti, con diaproiezioni<br />
(foto d’autore che citano Vogue o l’arte<br />
contemporanea) sulle pareti del bar e la<br />
Grotta di Seiano che fa da guardiano del<br />
faro. Aperitivo e dopo cena, anche after<br />
hours, sono i due momenti raccomandabili<br />
all’Altro. Ma c’è chi arriva qui anche in<br />
pieno giorno, per uno snack prendisole o<br />
un caffè con i piedi nell’acqua (di mare).<br />
Creato con proprietà di design da Claudio<br />
Baldissara e Pasquale Gritto, già responsabili<br />
di altri successi cittadini, l’Altro deve la<br />
sua vivacità anche a una serie di altre pre-<br />
senze, da Massimo Iovine (ex 99 Posse),<br />
che ha trasferito in spiaggia le logiche del<br />
Mutiny Republic, a Pierluigi Scatola, imbattibile<br />
in fatto di scelte “live” & dintorni.<br />
Il programma è ricco di proposte, anche<br />
semplici ma efficaci, come quella del giovedì<br />
sera carica di integralismi anni Ottanta<br />
con tanto di videoclip dell’epoca.<br />
ALTRO<br />
via Coroglio, 144, sulla spiaggia<br />
tel. 392-0693519<br />
chiuso lunedì sera<br />
TRATTORIA È GIÀ MANIA<br />
Mettersi a tavola e sentirsi a casa? Mangiare come se a cucinare fosse mammà? Non verrete delusi<br />
CASTELLO<br />
081-400486<br />
Piccolo ristorante che porta<br />
il nome dei gestori, arredato<br />
con semplicità e armonia,<br />
da anni punto di riferimento<br />
per gli amanti della buona<br />
cucina tradizionale e dei<br />
posticini tranquilli. Tra i piatti<br />
della casa i “mezzanelli<br />
Castello”, con zucchine e<br />
ragù di carne. I secondi sono<br />
soprattutto a base di carne,<br />
i vini sono in linea con le<br />
pietanze. Dolce consigliato:<br />
crème caramel.<br />
Via Santa Teresa a Chiaia, 38<br />
Chiuso domenica<br />
LA CHIACCHIERATA<br />
081-411465<br />
Aperti a pranzo, di sera solo<br />
il venerdì, i signori a capo di<br />
questa bella trattoria a ridosso<br />
della Galleria Umberto I,<br />
cucinano come se fossero<br />
a casa propria. C’è sempre<br />
tanta gente, professionisti,<br />
pochi turisti e molti affezionati,<br />
che si contendono a<br />
suon di prenotazioni l’unica<br />
cena settimanale. Più carne<br />
che pesce, tanta verdura,<br />
ricette tipiche e bando alle<br />
sperimentazioni!<br />
Piazzetta Matilde Serao, 37<br />
Chiuso domenica<br />
LA LOCANDA DEI NOBILI<br />
081-2400110<br />
Nuova gestione per uno spazio<br />
gentile e ben collaudato,<br />
aperto a pranzo (anche con<br />
un interessante menu fisso<br />
a prezzi molto contenuti) e<br />
a cena. La locanda riproduce<br />
lo stile della Napoli del<br />
Settecento: il ferro battuto,<br />
le decorazioni, i muri grezzi.<br />
Sapori mediterranei in prima<br />
linea, con gustose varianti<br />
“del giorno” come il risotto<br />
con pesce spada e olive di<br />
Gaeta. Buona la mozzarella!<br />
Via Monte di Dio, 51<br />
Chiuso domenica<br />
AL GAMBERONE<br />
081-5706243<br />
Una sala al chiuso sopraelevata<br />
di poco rispetto<br />
alla spiaggia oppure una<br />
meravigliosa terrazza come<br />
sospesa nel mare: non<br />
v’è dubbio sulla scelta!<br />
Ristorante e pizzeria, oltre<br />
che bar e caffetteria, bello<br />
com’è avrebbe bisogno di<br />
una rinfrescata. Ambienti<br />
a parte, qui la gente arriva<br />
comunque copiosa, e l’atmosfera<br />
resta napoletanamente<br />
familiare. Oinè!<br />
Rotonda di Nisida<br />
Sempre aperto<br />
PRIMA&DOPO<br />
Prima, durante&dopo,<br />
ma tutto in zona<br />
Nisida<br />
NISIDA CAFÉ<br />
081-7620168<br />
“Food, spirits & music” si<br />
legge alla porta. Ultimo<br />
baluardo della mondanità<br />
prima dei cancelli militari,<br />
questo piccolo ristorantino,<br />
segnalato per l’ottima cucina<br />
di mare, deliziosamente<br />
ristrutturato di bianco e<br />
d’azzurro, sembra quasi una<br />
costruzione tipica delle isole<br />
greche. Con terrazzino sul<br />
retro per i più romantici, è<br />
anche bar e take away.<br />
Via Nuova Nisida, 40<br />
Sempre aperto<br />
GAETANO ‘O MARENARO<br />
Sul lato nord della piccola<br />
rotonda, affollatissima di<br />
questi tempi, ecco una tipica<br />
buvette pensata per lo<br />
sbarcatoio. I tavoli all’aperto<br />
sono sistemati al riparo dal<br />
troppo sole o dal vento, le<br />
specialità parlano di mare e<br />
di pesci, ma c’è assortimento<br />
di bibite, drink, gelati e<br />
snack, anche prêt-à-porter,<br />
per chi ha voglia di un bel<br />
giro in barca.<br />
Rotonda di Nisida<br />
Sempre aperto<br />
LIDO RIVA<br />
392-0655979<br />
Un po’ complicata la situazione<br />
indirizzi in questa<br />
zona, conviene dunque chiedere,<br />
seguire le indicazioni...<br />
Questo lido, nuovo di zecca<br />
e molto ben organizzato,<br />
con parcheggio custodito, è<br />
quasi un club per soci, con<br />
vocazione di ambiente selezionato,<br />
eventi sportivi, dj<br />
set e molta musica lounge,<br />
dalle 17 in poi. Suggestivo<br />
l’aperitivo al tramonto.<br />
Località Coroglio<br />
Sempre aperto<br />
URBAN 81
<strong>SUMMER</strong> guide<br />
UNA GUIDA AMMARE ANCHE<br />
PER CHI NON SA NUOTARE<br />
spiagge • bar • ristoranti • club • disco dell…estate 2006!
SALENTOKITE<br />
Il sogno di ogni kiter? Poter<br />
scegliere ogni giorno uno spot<br />
diverso inseguendo i capricci del<br />
vento. A levante e ponente le<br />
spiagge pugliesi sembrano esaudire<br />
ogni desiderio... anche di chi il kite<br />
se lo guarda dal bagnasciuga<br />
testo: Raffaele Panizza / foto: Alberto Bernasconi<br />
Una tavola agganciata saldamente ai piedi. Il corpo trascinato<br />
in alto da un aquilone. Con le sole braccia lasciate<br />
a governare la forza del vento e la direzione. Sospesi tra<br />
mare e cielo. Leggeri come uccelli ma con il rischio di cadere<br />
sempre in agguato. Ecco cosa vuol dire fare kitesurf,<br />
almeno nelle parole di chi ha scelto questo sport e l’ha<br />
trasformato in un modo d’essere e in uno stile di vita,<br />
come accade quasi sempre con le discipline più estreme.<br />
Imperativo: evitare scogli e bagnasciuga gremito di bagnanti<br />
spiaggiati come leoni marini. Per il resto, emozione<br />
pura e un rapporto irripetibile con gli elementi naturali.<br />
Il territorio ideale per i kiter è una lingua di terra lunga e<br />
stretta ricoperta di sabbia da ambo i lati, in modo da poter<br />
scegliere sempre il versante col vento “giusto” senza dover<br />
fare troppi chilometri in pulmino. A questo identikit, neanche<br />
a farlo apposta, corrisponde perfettamente il tacco del<br />
patrio stivale. Le spiagge della Puglia sono ormai una delle<br />
mete più ambite della kite generation, tanto da essere<br />
stata scelte per l’ultima edizione di Red Bull kite mission<br />
(www.redbullkitemission.com) che ha portato a surfare su<br />
e giù per il Salento i kiter più bravi d’Italia. Una corsa continua<br />
tra le coste ioniche e quelle adriatiche, richiamati da<br />
termiche e venti di perturbazione.<br />
La riserva naturale di Torre Guaceto, in provincia di<br />
Brindisi, è sicuramente una delle zone dove è più facile<br />
trovare le condizioni migliori, sia per chi vuole cavalcare la<br />
tavola, sia per quanti preferiscono godersi lo spettacolo<br />
sdraiati su sabbia bianca davanti a un mare multiturchese:<br />
“Qui a Torre Guaceto si va forte col maestrale e la termica”<br />
spiega il kiter brindisino Max Di Cicco, che ha creato una<br />
scuola di kite battezzata Flykitepro. Li conosce tutti, gli an-<br />
goli di Puglia dove il vento permette di chiedere al proprio<br />
aquilone salti e capriole senza limiti: “Se si capita dalle<br />
parti di San Cataldo bisogna cercare la ‘strada bianca’,<br />
uno degli spot più belli e meno battuti. Oppure Marina<br />
di Ugento, vicino a San Giovanni, perfetta quando tira lo<br />
scirocco”.<br />
Più a sud, lungo la statale 366 che da San Cataldo porta<br />
fino a Otranto, s’incontra invece Alimini, dove il vento che<br />
soffia da nord-est trasforma questa lingua di arenaria nell’ennesimo<br />
paradiso dei kiter. “Qui si esce praticamente<br />
in tutte le condizioni” spiega un appassionato locale “in<br />
più, i ristoranti della zona servono gli spaghetti coi ricci<br />
migliori di tutto il Salento”. Ecco una piccola digressione<br />
anti-atletica che aiuta a ricordare che a un passo da qui c’è<br />
da divertirsi anche per i meno sportivi, volendo. È la baia<br />
di Sant’Andrea, con le sue grotte di tufo nelle quali si accampavano<br />
i garibaldini e il bar Babilonia, che tutti i giorni<br />
serve birra a qualche migliaio di ragazzi festanti, che al tramonto<br />
vengono a ballare in costume e a sentire i concerti.<br />
Non lontano da Sant’Andrea, se si riesce a tirare fino a<br />
mattina, dal faro di Punta Palascia si può vedere per primi<br />
il sole che sorge, dalla propaggine più orientale d’Italia. E<br />
da lì ripartire fino a Porto Badisco, dove i venditori di ricci<br />
servono il pescato della mattina con un pezzetto di pane e<br />
tanto vino bianco, e si incontrano personaggi da Guinness<br />
dei primati capaci di divorarne anche 500 a testa.<br />
Ma per quanto l’Adriatico offra il meglio dal punto di vista<br />
del paesaggio, è forse sulla costa ionica che si trovano<br />
gli spot più popolari per divertirsi col kite. C’è Punta<br />
Prosciutto per esempio, non lontana da Gallipoli. “La<br />
nostra piccola Ipanema” la chiamano qui, una baia il cui<br />
lembo estremo di roccia entra per decine di metri nel mare<br />
e viene utilizzato come rampa di lancio dai surfer che<br />
prendono l’onda al volo facendosi trascinare fino a riva. E<br />
infine, più a nord, Porto Cesareo, l’ennesimo segreto dei<br />
kiter, dove al belvedere di Torre Chianca si radunano a<br />
centinaia quando soffia lo scirocco per colorare il cielo coi<br />
loro aquiloni.<br />
84 URBAN URBAN 85
NIGHTLIFE<br />
CANNICCIA<br />
Marina di Pietrasanta (Lu)<br />
Ottomila metri quadri di parco:<br />
prato all’inglese, laghetto<br />
coperto di ninfee sormontato<br />
da un ponticello di legno,<br />
diversi gazebo di legno e<br />
ferro battuto, piante e fiori di<br />
ogni tipo. Tre piste all’interno<br />
e una nel giardino, alla fine di<br />
un pergolato fiorito. Vip e dj<br />
di tendenza.<br />
Via Unità d’Italia, 1<br />
Tel. 0584-23225<br />
FARUK<br />
Marina di Pietrasanta (Lu)<br />
Scenografia arabeggiante<br />
a ridosso del mare. Sala<br />
grande commerciale, grazioso<br />
privé con house music.<br />
Veranda chill-out dove<br />
chiacchierare, sorseggiare un<br />
cocktail e abbandonarsi al<br />
panorama marino. Clientela<br />
elegante over 30.<br />
Lungomare Roma, 55<br />
Tel. 0584-21744<br />
TWIGA<br />
Marina di Pietrasanta (Lu)<br />
Tende arabe, piscina con<br />
acqua di mare, gazebo di<br />
bambù, lettini kenioti, ristorante<br />
pompeiano che sposa<br />
i piatti africani con il gusto<br />
europeo. La sera la spiaggia<br />
si trasforma in un disco club<br />
esclusivo tra fiaccole e tessuti<br />
marocchini. Un cult anche<br />
nelle regioni limitrofe.<br />
Viale Roma, 2<br />
Tel. 0584-267114<br />
KAMA KAMA<br />
Camaiore (Lu)<br />
Da anni locale di punta<br />
della scena house italiana.<br />
Altro che mito platonico!<br />
All’interno di una grotta,<br />
che va dal rosa al viola al<br />
bordeaux, si esibiscono dj<br />
internazionali come Satoshi<br />
Tomie, David Morales e Ricky<br />
Montanari. Fuori, un ampio e<br />
curato giardino in salsa etnica.<br />
Avanti nei millenni.<br />
Via Provinciale, 260<br />
Tel. 339-1163236<br />
86 URBAN<br />
Valentina Cameranesi<br />
COSTA OVEST<br />
TOSCANA<br />
DI FRANCESCA FELLETTI<br />
FOOD & DRINK<br />
BAGNI AMERICA<br />
Forte dei Marmi (Lu)<br />
Più classico del classico, praticamente<br />
una certezza. Gestito<br />
da più di 30 anni dalla stessa<br />
famiglia (gente un po’ rustica ma<br />
cortese), uno stabilimento in puro<br />
stile Forte dei Marmi, con le<br />
tradizionali tende, gli ombrelloni<br />
e una cucina semplice e genuina.<br />
Inaspettatamente, al tramonto,<br />
diventa la meta preferita per<br />
l’aperitivo di chi si prepara alla<br />
serata versiliese più grintosa.<br />
Viale Della Repubblica, 4. Tel.<br />
0584-83996. Sempre aperto<br />
BAGNI BRUNO<br />
Forte dei Marmi (Lu)<br />
Ambiente elegante over 30 per<br />
una cena a base di pescato freschissimo<br />
a pochi metri dal mare.<br />
Una location esclusiva anche<br />
per le dimensioni di questo stabilimento,<br />
piccolo e curatissimo.<br />
Le 20 cabine vengono prenotate<br />
di anno in anno dai clienti affezionati.<br />
C’è addirittura chi viene<br />
qui da tre generazioni...<br />
Via Arenile. Tel. 0584-89972.<br />
Ristorante aperto venerdì e<br />
sabato<br />
BAGNI MARECHIARO<br />
Forte dei Marmi (Lu)<br />
A un passo dalla Capannina,<br />
cena in riva al mare a cielo aperto<br />
o sotto il gazebo di paglia,<br />
oppure al coperto nella sala<br />
marinara. Pesce fresco e piatti<br />
tipici toscani preparati dai nuovi<br />
gestori, dal 1910 nel campo<br />
della ristorazione. Venti tende e<br />
20 ombrelloni per lo stabilimen-<br />
Chiromanti, soprani,<br />
clown: tutto intorno a un<br />
tavolo imbandito<br />
Ebbene sì, anche mangiare<br />
fuori alla lunga stufa! E così<br />
sempre più spesso si va alla<br />
ricerca di quel posticino parti-<br />
to balneare fresco di ristrutturazione.<br />
Via Arenile, 19. Tel. 0584-<br />
80271. Sempre aperto<br />
LORENZO<br />
Forte dei Marmi (Lu)<br />
Il più rinomato ristorante della<br />
Versilia. Pesce ancora guizzante,<br />
perché, dice il mitico Lorenzo,<br />
“ha 24 virtù come il giorno<br />
e ogni ora ne perde una!”.<br />
Linguine in bianco con seppie,<br />
calamari, scampi e gamberoni;<br />
crostacei alla catalana; tagliata<br />
di tonno alle erbe aromatiche<br />
con salsa di ortica. E, noblesse<br />
oblige, la maionese viene montata<br />
davanti al cliente.<br />
Via Carducci, 61. Tel. 0584-<br />
874030. Luglio e agosto<br />
aperto tutte le sere<br />
MOKAMBO<br />
Forte dei Marmi (Lu)<br />
Famoso da più di 30 anni per lo<br />
spuntino dopo Capannina con<br />
il pane arabo farcito. Pesce e<br />
pizza, forno a legna acceso fino<br />
alle tre della mattina per le voragini<br />
post-discoteca. Aperitivo<br />
con musica live o jazz, poi il<br />
dj. Ambiente spazioso (500<br />
metri quadri) arredato col calore<br />
di una casa metropolitana.<br />
Predomina il marrone dei comodi<br />
divani Chesterfield d’epoca.<br />
Viale della Repubblica, 22. Tel.<br />
0584-89446. Chiuso lunedì<br />
BAGNI STELLA<br />
Marina di Pietrasanta (Lu)<br />
Un fascino d’altri tempi: arredamenti<br />
originali degli anni<br />
colare di cui raccontano cose<br />
curiose. Un ristorante, ma non<br />
solo. Una chiatta sulle palafitte<br />
come La Peniche a Marina di<br />
Massa (via Lungo Brugiano 3,<br />
tel. 0585-240117) in stile etno-parigino-provenzale,<br />
dove il<br />
martedì si cena a lume di candela<br />
e capita che un chiromante<br />
’60, vagone a nave, pavimenti<br />
in legno d’epoca, piscina rialzata<br />
come se fosse quella di<br />
un transatlantico. Dominano<br />
il bianco e il celeste in questo<br />
stabilimento dall’accoglienza<br />
calorosa e familiare. A pranzo<br />
cucina semplice di pesce fresco<br />
servita su piatti decorati a<br />
mano.<br />
Viale Roma, 115. Tel. 0584-<br />
20988. Sempre aperto<br />
FUSIONCAFÉ<br />
Marina di Pietrasanta (Lu)<br />
Sempre à la page: ex jap-urban<br />
style, oggi etno-barocco a base<br />
di oro, drappeggi e bambù.<br />
Bancone lungo sei metri popolato<br />
da fascinosi barman e<br />
bargirl. Ritrovo trendy per il<br />
pre-discoteca. Ma anche ristorante<br />
frequentato da calciatori,<br />
starlette e attori di fiction. Il sabato<br />
sera è dedicato al sushi.<br />
Via Lungomare, 30. Tel.<br />
0584-267150. Aperto da<br />
giovedì a domenica<br />
BAGNI TERESITA<br />
Viareggio (Lu)<br />
Rinnovati nella forma e nei<br />
contenuti, offrono insieme alla<br />
tintarella tutti i vantaggi di una<br />
Spa: massaggi, trattamenti,<br />
acquaflap, sauna, bagno turco,<br />
di tutto, di più. La sera, cena<br />
sulla terrazza, e se si è uno dei<br />
fortunati inquilini dei tre miniappartamenti<br />
omnicomfort, si<br />
può trascorrere una romantica<br />
nottata sulla spiaggia.<br />
Terrazza della Repubblica,<br />
7/8. Tel. 0584-54256.<br />
Sempre aperto<br />
si sieda al vostro tavolo. Oppure<br />
un palcoscenico fra circo e<br />
teatro, Lo Studio a Marina di<br />
Pietrasanta (piazza Matteotti<br />
39, tel. 0584-793930) gestito<br />
da una famiglia di clown e da<br />
un soprano inglese che declamano<br />
il menu e improvvisano<br />
sketch a ruota libera fra trapezi,<br />
CARPE DIEM<br />
Viareggio (Lu)<br />
Un locale dai 18 ai 30 in stile<br />
minimal-trendy-post-pop: tavoli<br />
bianchi, puff verde acido acido<br />
e arancione. Giovane nella forma<br />
– spazi contigui senza barriere,<br />
musica e dj – e nella sostanza:<br />
happy hour con due birre al prezzo<br />
di una e cena (antipasti, pizza,<br />
primi) senza coperto e servizio.<br />
Viale Europa, 32. Tel. 0584-<br />
392192. Sempre aperto<br />
DA GIORGIO<br />
Viareggio (Lu)<br />
Nel centro antico di Viareggio, un<br />
ristorante storico che dal 1948 a<br />
oggi non ha cambiato gestione.<br />
Tradizione e innovazione nei<br />
piatti leggeri e gustosi: cucina<br />
tipica a base di pesce, come gli<br />
spaghetti alla trabaccolara con<br />
polpa di gallinella e scorfano,<br />
ma anche abbinamenti originali<br />
e sfiziosi di pesce crudo e frutta.<br />
Ambiente marinaro.<br />
Via Zanardelli, 71. Tel. 0584-<br />
44493. Chiuso mercoledì<br />
BOCA CHICA<br />
Torre Del Lago (Lu)<br />
Ristorante, disco-bar, locale gay.<br />
Atmosfera anticonformista e<br />
senza etichette dove prendere<br />
l’aperitivo (ricchissimo buffet),<br />
cenare, bere, ballare fino a tardi.<br />
Compagnia gioiosa, colorata e<br />
sexy, party a tema e largo spazio<br />
alla fantasia. Dal nome di una<br />
piccola cittadina della Repubblica<br />
Dominicana.<br />
Viale Europa, 30. Tel. 0584-<br />
350976. Chiuso lunedì<br />
LA CENA CHE NON TI ASPETTI<br />
monocicli e nasi rossi (attenti<br />
alle donne perché i tre figli sono<br />
assai galanti!). Quasi una scuola<br />
di formazione, la Pasticcioneria<br />
Il Buonumore nella pineta di<br />
Viareggio (viale Capponi 1, tel.<br />
339-6920936). Qui l’unica<br />
cosa permessa è decidere se<br />
si preferisce l’acqua frizzante<br />
o naturale. Lo chef e proprietario<br />
(un personaggio!) sceglie<br />
tutto per i suoi clienti. Quattro<br />
portate alla riscoperta del pesce<br />
dimenticato, il pescato del<br />
giorno locale: muggini, sugarelli,<br />
sciabole, aluzzi ecc. Promotore<br />
del “Comitato di liberazione dei<br />
cuochi dal mestiere”, fonda infatti<br />
la sua cucina – non si parli<br />
d’arte per carità ma di professione<br />
– sulla conoscenza della<br />
materia.
L'ARIA NUOVA TIRA A OVESTValentina<br />
Albisola, Noli,<br />
Laigueglia: qui la notte<br />
è più blu<br />
Portofino? Paraggi? Santa<br />
Margherita? Certo, ma non solo.<br />
Per chi è disposto a lasciare<br />
la vecchia strada per quella<br />
nuova, il trend estivo 2006<br />
della notte ligure sta a Ponente.<br />
Stanchi dei soliti locali chic e<br />
un po’ agé, giovani e meno giovani,<br />
genovesi rimasti in città e<br />
milanesi in vacanza iniziano a<br />
spostarsi alla scoperta del west,<br />
un parvenu più modaiolo e accattivante.<br />
Predominano il gusto<br />
etnico e la voglia di ballare al<br />
chiaro di luna sulla spiaggia.<br />
Sette giorni su sette il Soleluna<br />
Beach di Albissola Marina,<br />
ristorante e discoteca (musica<br />
FOOD & DRINK<br />
ESSAOUIRA<br />
Albenga (Sv)<br />
Un fulmineo teletrasporto in<br />
Marocco? Palme, portale in legno<br />
scuro che si apre con due<br />
archi sul mare blu, tende berbere,<br />
tavolini bassi almeno quanto<br />
i divani che sembrano letti. Di<br />
giorno luogo ozioso per tintarella<br />
su comode chaise longue super-cuscinate,<br />
la sera si risveglia:<br />
aperitivo, cena profumata alle<br />
spezie, danze fino a tarda notte<br />
sulla spiaggia. Un must.<br />
Via Michelangelo. Tel. 0182-<br />
555547. Sempre aperto<br />
U CARÜGGIU DU MAXELU<br />
Cogoleto (Ge)<br />
Macellai da cinque generazioni,<br />
nel 2001, in piena mucca pazza,<br />
aprono il retrobottega alla ristorazione.<br />
Piemontese, chianina,<br />
di angus per fiorentine, tagliate,<br />
filetti. Anche kebab, salsicce e<br />
salumi. Il paradiso del carnivoro<br />
in un ambiente decisamente caratteristico.<br />
Via Colombo, 52r. Tel. 010-<br />
9183278. Aperto solo la sera,<br />
escluso il mercoledì, dalle 20<br />
alle 21.30<br />
BANANO TSUNAMI<br />
Genova<br />
Una piattaforma in tek sul mare<br />
nel cuore del Porto Antico genovese.<br />
E un drink sorseggiato a<br />
ritmo di lounge o di musica live,<br />
magari al tramonto, sullo sfondo<br />
delle navi in porto, della Sfera di<br />
Renzo Piano, del Bigo, dell’Acquario.<br />
È stato il set dell’ultimo<br />
live, dance, sfilate, veline ecc.),<br />
il venerdì latino americano del<br />
Golden Beach di Albisola o<br />
quello house della Suerte di<br />
Laigueglia con le sue due terrazze<br />
a picco sul mare, il sabato<br />
della Bahia Blanca di Spotorno<br />
con il nuovo privé Gazebo only<br />
over 30, la domenica e il mercoledì<br />
della Bajda di Noli, il<br />
lunedì delle Rocce di Pinamare<br />
con le pittoresche scenografie<br />
di fuochi d’artificio, laser sulla<br />
pietra della grotta naturale e<br />
lumini galleggianti sul mare.<br />
Una no-stop del divertimento<br />
notturno che il giorno dopo,<br />
a chi resiste, offre, al posto di<br />
musica a palla, strobo e alcol, il<br />
rumore del mare, le sdraio, gli<br />
ombrelloni e una bella tintarella.<br />
Chissà che non ci scappi anche<br />
un pisolino...<br />
spot Aperol, con la mitica rossa.<br />
Porto Antico – Tel. 347-<br />
9142200. Sempre aperto<br />
MONU<br />
Genova<br />
Da quello scoglio di Quarto partì<br />
Garibaldi con i Mille. Oggi ci<br />
sono un monumento e il Monu.<br />
Di modissima ormai da un decennio<br />
fra giovanissimi e meno,<br />
è un disco bar su una terrazza<br />
a più piani sul mare che offre<br />
una vista che spazia da Punta<br />
Chiappa a Capo Santa Chiara.<br />
Sound polimorfico: chill out, hip<br />
hop, r&b, lounge, electro, funky,<br />
acid jazz, e chi più ne ha...<br />
Piazzale Francesco Crispi.<br />
Tel. 010-8604242. Sempre<br />
aperto<br />
SOHO<br />
Bogliasco (Ge)<br />
Fresco di inaugurazione, stile<br />
minimal su scogliera, si autodefinisce<br />
“un angolo di metropoli<br />
in riva al mare”. Ristorante da<br />
150 coperti, soprattutto pesce<br />
e cucina ligure (sui 30 euro).<br />
Lounge bar per aperitivi lunghi<br />
che iniziano al tramonto. A breve,<br />
stabilimento balneare con<br />
20 cabine omnicomfort.<br />
Via Antica Romana, 6.<br />
Tel. 010-3472483. Sempre<br />
aperto<br />
SILLO<br />
Sori (Ge)<br />
Ormai una tradizione del we<br />
genovese e milanese. E non solo<br />
perché è bello prendere il sole<br />
sugli scogli a un passo dal mare<br />
blu. Neanche basta il fatto che<br />
sia indimenticabile un piatto dei<br />
loro spaghetti ai frutti di mare,<br />
con un buon bicchiere di bianco,<br />
davanti a un panorama così<br />
bello. Il clou parte alle 18: l’ora<br />
del Sillone che viene servito ai<br />
tavolini stracolmi di avventori di<br />
tutte le età. Dimenticate i tacchi,<br />
se volete sopravvivere a centinaia<br />
di gradini di pietra.<br />
Via Capo Pino, 12. Tel. 0185-<br />
701321. Sempre aperto<br />
PUNY<br />
Portofino (Ge)<br />
Non è certo fra i ristoranti più a<br />
buon mercato, ma ne vale la pena.<br />
Il panorama è quello arcobaleno<br />
della Piazzetta più famosa<br />
d’Italia, che di sera s’illumina di<br />
una luce tutta sua. Il pescato è<br />
freschissimo. E i vicini di tavolo<br />
potrebbero essere i coniugi<br />
Tronchetti Provera.<br />
Piazza M. Olivetta, 5. Tel.<br />
0185-269037. Chiuso giovedì<br />
MASTER<br />
Santa Margherita Ligure (Ge)<br />
Classico, evergreen, elegante.<br />
Per chi cerca un’atmosfera di<br />
classe per prendere un aperitivo<br />
(deliziosamente freschi il<br />
Fragolino e il Bellini), una cena<br />
con piatti tipici liguri o un long<br />
drink prediscoteca. Ma soprattutto<br />
per chi ama la mondanità<br />
un po’ casinista e un po’ chic.<br />
Dalle 17 alle 3 di notte.<br />
Piazza Martiri della Libertà,<br />
14. Tel. 0185-288117.<br />
Sempre aperto<br />
COSTA OVEST<br />
LIGURIA<br />
DI FRANCESCA FELLETTI<br />
Cameranesi<br />
MIAMI CAFÉ<br />
Santa Margherita Ligure (Ge)<br />
Il cuore della movida del Tigullio.<br />
Punto di incontro per iniziare le<br />
lunghe notti bianche del divertimento<br />
estivo. Ottimi cocktail a<br />
base di frutta per un drink dopocena:<br />
caipiroska ai frutti tropicali,<br />
daiquiri frozen alla fragola,<br />
ricche piña colada.<br />
Piazza Martiri della Libertà,<br />
29. Tel. 0185-283424.<br />
Sempre aperto<br />
CAPO NORD<br />
Santa Margherita Ligure (Ge)<br />
Di giorno offre tutte le comodità<br />
di un ampio solarium sugli scogli<br />
con sdraio, cabine e docce; la<br />
sera una cucina raffinata a base<br />
di pesce e vino di qualità; la<br />
notte musica fino a tardi. Il panorama<br />
va da Paraggi a Chiavari.<br />
Davvero cool arrivare in gozzo e<br />
ormeggiarsi al pontile.<br />
Lungomare Rossetti, 5/7. Tel.<br />
0185-289542. Ristorante<br />
chiuso martedì<br />
SPINNAKER<br />
Santa Margherita Ligure (Ge)<br />
Un cult negli anni ’70, oggi una<br />
tradizione. Sul lungomare di<br />
Santa, i tavoli fuori per chi ama<br />
stare “in vetrina”, l’interno per<br />
un ritrovo senza tempo dallo<br />
stile elegante-marinaro-ligure. A<br />
pranzo, a cena (da assaggiare la<br />
tartare di tonno in emulsione di<br />
agrumi e pepe rosa), ma soprattutto<br />
all’ora dell’aperitivo.<br />
Via Pescino, 16. Tel. 0185-<br />
286739. Chiuso martedì<br />
NIGHTLIFE<br />
LE VELE<br />
Alassio (Sv)<br />
Una Megadiscoteca. Pista<br />
superspaziosa, esterno con<br />
tavolini e divanetti in vimini<br />
coperti da strutture a vela,<br />
ambiente etnico. E, soprattutto,<br />
musica con i dj più famosi,<br />
dal nostro Albertino ai<br />
guest di fama internazionale.<br />
Un tempio del divertimento<br />
sovraffollato.<br />
Via Giancardi, 50<br />
Tel. 0182-470162<br />
MAKÒ<br />
Genova<br />
Un ascensore trasparente tubolare<br />
di alluminio illuminato<br />
con neon azzurro, tipo L.A.,<br />
che dalla strada conduce alla<br />
terrazza-giardino vista mare.<br />
Dentro: pista grande (dance),<br />
privé (house) e ristorante.<br />
Dal nome di uno squalo voracissimo,<br />
un evergreen delle<br />
nottate genovesi.<br />
Corso Italia, 28 r<br />
Tel. 010-367652<br />
LE CARILLON<br />
Paraggi (Ge)<br />
Una certezza. Il locale più<br />
chic della Riviera ligure. Si<br />
può scegliere di cenare godendosi<br />
la vista del mare blu<br />
di Paraggi. Oppure di spintonare<br />
fra la folla che dalle 24<br />
in poi preme contro la porta<br />
supplicando il mitico proprietario<br />
Mario di entrare. Età?<br />
Dai 18 ai 98.<br />
Via Paraggi al Mare, 10<br />
Tel. 0185-286721<br />
PISCINA DEI CASTELLI<br />
Sestri Levante (Ge)<br />
A due passi dalla Baia del<br />
Silenzio, un gioiello della<br />
disco-dance. Si attraversa<br />
il ponte sospeso sullo<br />
specchio d’acqua ricavato<br />
nella roccia, per passare dalle<br />
danze sulla spiaggia a ritmo<br />
di revival, a quelle della sala<br />
grande con commerciale, fino<br />
al più estremo privé house.<br />
Cubiste/i da urlo.<br />
Porticciolo di Sestri Levante<br />
Tel. 0185-480001<br />
URBAN 87
NIGHTLIFE<br />
L’AFRICANA<br />
Praiano (Sa)<br />
Un incanto. Riapre uno dei<br />
ritrovi più suggestivi per la<br />
notte in costiera. Con una<br />
passeggiata a piedi che non<br />
ha eguali, l’Africana è una<br />
grotta isolata dal centro<br />
abitato, con il pavimento in<br />
cristallo e il mare che ti passa<br />
sotto. Ballarci almeno una<br />
volta nella vita è un must.<br />
Vettica Maggiore<br />
Tel. 089-874042<br />
UNDERGROUND<br />
Anacapri (Na)<br />
Si deve a due dj isolani l’unico<br />
locale in vita estate/inverno<br />
sull’isola. Vocazione trendy,<br />
più Masters at Work che<br />
Peppino di Capri, vanta un<br />
parterre giovane e international.<br />
Celebre per i suoi drink<br />
mozzafiato, promette più<br />
sorprese della stessa piazzetta.<br />
Abbiamo esagerato?<br />
Tel. 081-8372523<br />
Sempre aperto<br />
ANEMA E CORE<br />
Capri (Na)<br />
Anche quest’anno è il posto<br />
dove ci si diverte di più.<br />
Zeppo così ogni sera di vip e<br />
curiosi, rispolvera la canzone<br />
napoletana a metà tra gli<br />
“arborigeni” dell’Orchestra<br />
Italiana e l’incommensurabile<br />
Renato Carosone. Guido<br />
Lembo è un trascinatore.<br />
Via Sella Orta, 39/a<br />
Tel. 081-8376461<br />
VALENTINO<br />
Ischia Porto (Na)<br />
Ricostruzione fedele di<br />
un’agorà mediterranea,<br />
strega per il dancefloor tempestato<br />
di cubetti multicolori,<br />
per gli interventi “a fresco”<br />
ispirati ai pittori dell’isola,<br />
per la rinnovata centralità<br />
nella movida ischitana. Ci si<br />
arriva sempre dopo mezzanotte,<br />
e ben vestiti.<br />
Corso V. Colonna, 97<br />
Tel. 081-982569<br />
88 URBAN<br />
COSTA OVEST<br />
LAZIO_COSTIERA<br />
DI CIRO CACCIOLA<br />
LA MOVIDA? AL TRAMONTO<br />
Se la sabbia di Ostia di<br />
giorno scotta, all’imbrunire<br />
diventa bollente<br />
Cotti dal sole, stanchi di tuffi,<br />
nuotate, partite a racchettoni<br />
e annoiati dai cruciverba sotto<br />
l’ombrellone... È verso il tramonto<br />
che la vita da spiaggia si anima<br />
e si rende di nuovo interessante,<br />
durante l’ora dell’aperitivo. Un rito<br />
che da nord a sud pare conquisti<br />
tutti e il litorale romano non è certo<br />
da meno, tanto che le occasioni<br />
per bere in infradito e costume si<br />
moltiplicano anche vicino a Ostia,<br />
con ottime possibilità di saltare la<br />
cena stuzzicando qua e là.<br />
Tra le novità di quest’anno, il<br />
Barkabar (lungomare L. Catulo<br />
42, Ostia, tel. 06-56477088)<br />
propone tutte le domeniche dalle<br />
19 un ricco buffet e un’ampia<br />
scelta di cocktail, da sorseggiare<br />
FOOD & DRINK<br />
ALBERTO<br />
Ischia Porto (Na)<br />
Disteso con vista sulle mille<br />
luci del golfo, montato su alte<br />
palafitte, proprio sulla spiaggia<br />
del Lido, con le onde che s’insinuano<br />
dappertutto: qui le serate<br />
di mezza estate si trasformano<br />
in sogni, con le specialità<br />
a base di pesce che diventano<br />
subito realtà. Uno dei ristoranti<br />
da sempre più accorsati<br />
dell’isola. Prenotare conviene,<br />
specie nel weekend.<br />
Lungomare Colombo, 8. Tel.<br />
081-981259. Sempre aperto<br />
PEPPINA E RENATO<br />
Forio d’Ischia (Na)<br />
I “pennicilli” al soffitto, la volta<br />
tufacea, le “sopressate” al muro,<br />
la famosa brace di Renato,<br />
tavoli e sedie in ferro battuto<br />
ex spalliere di letto, le pitture<br />
del maestro Peperone... E poi<br />
infinite bruschette, il coniglio<br />
in porchetta (gran specialità), il<br />
verde che ti circonda nel silenzio...<br />
Ottime pizze (consigliata<br />
quella mozzarella & cipolle!).<br />
Via Bocca, 23. Tel. 081-<br />
998312. Sempre aperto<br />
GIARDINI POSEIDON<br />
Forio d’Ischia (Na)<br />
Verde, mare e benessere: la formula<br />
magica di questo bellissimo,<br />
enorme parco di 60mila<br />
metri quadrati, famoso per le<br />
terrazze ricolme di fiori multicolori.<br />
21 piscine termali, idromassaggi,<br />
sauna giapponese,<br />
Valentina Cameranesi<br />
tra dischi house e commerciali<br />
selezionati da Max the voice.<br />
Atmosfere più rilassate e chill out<br />
al Sogno del mare (lungomare<br />
di Ponente 25, Fregene, tel. 06-<br />
66564739): ogni sera al calar del<br />
piscina olimpionica con acqua<br />
di mare, “pool” per bambini,<br />
spiaggia lunghissima, tramonto<br />
indimenticabile, un grande selfservice<br />
e due punti ristoro.<br />
Spiaggia di Citara. Tel. 081-<br />
907122. Sempre aperto<br />
BAGNI LEONELLI<br />
Sorrento (Na)<br />
Sorrento, com’è noto, non ha<br />
spiagge. La splendida costa<br />
è irrimediabilmente a picco<br />
sul mare. Per fortuna le palafitte<br />
sull’acqua della famiglia<br />
Leonelli, un tempo frequentate<br />
solo da aristocratici, oggi per<br />
tutti, sono una salvezza per<br />
molti bagnanti. Cabine a strisce<br />
gialle e rosse, servizio ristorante<br />
e snack. Acqua azzurra,<br />
acqua chiara...<br />
Spiaggia di San Francesco.<br />
Tel. 081-8781644. Sempre<br />
aperto<br />
‘O PARRUCCHIANO<br />
Sorrento (Na)<br />
Il classico dei classici. La leggenda<br />
vuole che i “cannelloni”<br />
siano stati inventati proprio<br />
qui. Alla quarta generazione,<br />
il menu è lungo come un racconto,<br />
omaggio al “the best<br />
of” della cucina sorrentina.<br />
Mangiare qui un pezzo di<br />
treccia (mozzarella intrecciata<br />
tipica della zona) è un must per<br />
chi passa da questi parti.<br />
In posizione centralissima sul<br />
viavai.<br />
Corso Italia, 67. Tel. 081-<br />
8781321. Sempre aperto<br />
sole dj, concerti, sfiziosi stuzzichini<br />
e vassoi di frutta.<br />
L’ampia pedana in legno del<br />
Settimocielo (via Litoranea km<br />
8,7, Ostia, tel. 06-5647800) è<br />
più indicata per primi appunta-<br />
QUATTRO PASSI<br />
Nerano – Massa Lubrense (Na)<br />
Carpaccio di crostacei marinati<br />
alle arance di Vigliano. Paccheri<br />
di Gragnano con patate dell’orto,<br />
cozze e parmigiano. Cono di<br />
pesce al profumo di timo con<br />
mele annurche e riso indiano al<br />
pompelmo rosa. Dalla tradizione<br />
alla sperimentazione. Con il<br />
mitico Don Alfonso e l’attigua<br />
Taverna del Capitano, proprio<br />
il top della gastronomia campana.<br />
Via Vespucci, 13/n. Tel. 081-<br />
8082800. Sempre aperto<br />
LA TAGLIATA<br />
Positano (Sa)<br />
Un tempo per arrivare fin qui<br />
bisognava fare 1750 scalini.<br />
Nascosta tra viti e vegetazione,<br />
85mila metri quadrati di orto<br />
per i prodotti di stagione, la<br />
trattoria di Luigi ‘O Baffone<br />
offre un’ottima cucina di campagna,<br />
carni del pollaio, pesce<br />
solo su ordinazione. La pergola<br />
con tavoli all’aperto gode di<br />
un panorama spiazzante da Li<br />
Galli ai Faraglioni.<br />
Via Tagliata, 14. Loc.<br />
Montepertuso. Tel. 089-<br />
875872. Sempre aperto<br />
LO SMERALDINO<br />
Amalfi (Sa)<br />
Sulla spiaggia del porto, dal<br />
1949. Sala e terrazza sul mare,<br />
sapori mediterranei e tradizione<br />
familiare. Raccomandate le<br />
penne allo Smeraldino (con pe-<br />
menti romantici e dichiarazioni<br />
d’amore: long drink, musica diffusa<br />
e candeline su ogni tavolo.<br />
Vale la pena fermarsi anche per<br />
uno spaghetto allo scoglio e un<br />
secondo di pesce.<br />
Se, invece, siete tra quelli che<br />
l’aperitivo lo tirano per le lunghe<br />
è il caso di ordinare qualcosa<br />
a La Spiaggetta (lungomare<br />
Caio Duillio, 34, Ostia, tel. 348-<br />
8861769): di giorno, stabilimento<br />
di surfisti e sportivi, la sera<br />
un vero e proprio cocktail&disco<br />
club, in cui la musica la fa da<br />
padrona. Sonorità hip hop, rock<br />
e r’n’b, invece, per il beach club<br />
Open bar (Lungomare L. Catulo<br />
6, Ostia, tel. 06-56477090): con<br />
un grande dance floor semicoperto,<br />
una sala dall’arredo esotico,<br />
due piscine dalle atmosfere suggestive<br />
e, naturalmente, tutta la<br />
sabbia che volete.<br />
ANDREA BAFFIGO<br />
peroni, melanzane, pomodori,<br />
basilico e formaggio) e i ravioli<br />
con rucola e provola. Goood<br />
pizzas, ma solo a cena. Buon<br />
vino locale e cantine regionali.<br />
Piazzale del Promontini, 1.<br />
Tel. 089-871070. Chiuso<br />
mercoledì (tranne che in agosto)<br />
SANTA CATERINA<br />
Amalfi (Sa)<br />
Volete farvi un regalo?<br />
Concedetevi, senza pensare<br />
al prezzo, almeno un pranzo<br />
o una cena nella vita (magari<br />
anche una notte...) in questo<br />
incantevole cinque stelle (tutte<br />
strameritate) immerso nel verde<br />
delle limonaie, nel silenzio<br />
delle terrazze fiorite digradanti<br />
verso il mare. Il ristorante all’aperto<br />
è a strapiombo sull’azzurro.<br />
Indimenticabile.<br />
S.S. Amalfitana, 9. Tel. 089-<br />
871012. Sempre aperto<br />
AGORÀ<br />
Anacapri (Na)<br />
Un simpatico melting pot.<br />
Cucina etnica e di fusione ma<br />
anche classic-mediterranea curata<br />
dallo chef Lello Sorrentino.<br />
Ambiente informale, tipicamente<br />
‘caprese’, lo spazio è diviso<br />
in tre zone: il wine & american<br />
bar, la sala interna con la pizzeria,<br />
l’accogliente terrazza sulla<br />
storica piazza Caprile.<br />
Nel menu anche tapas e panini.<br />
Musica dal vivo.<br />
Piazza Caprile, 1. Tel. 081-<br />
8372018. Chiuso martedì
Stanze d’albergo reali per<br />
chattare come in quelle<br />
virtuali, e magari mettere<br />
a segno la prima conquista<br />
della vacanza<br />
ROOM<br />
RAIDER<br />
testo: Mirta Oregna<br />
Sembra che le notti spese in disco a sudare sotto il cubo,<br />
mentre note unz-unz rimbombano dentro le orecchie<br />
impedendo qualsiasi forma di conversazione non funzionino<br />
più… Nemmeno le luci strobo che rendono attraente<br />
qualsiasi figura femminile (poi dell’errore ce ne si accorge<br />
il giorno dopo) o le litrate di cocktail superalcolici ingollati<br />
passeggiando tra un divanetto-lounge e l’altro, frequentando<br />
la spiaggia giusta all’orario giusto.<br />
Oggi per fare nuove conoscenze (bibliche o no, quello poi<br />
dipende dalle aspirazioni di ciascuno) si surfa il web, si<br />
entra nelle chat room virtuali, si indossa la maschera del<br />
nickname e si gioca a sedurre l’altro/a con la tagliente arma<br />
tecnologica di parole e icone. Impensabile per alcuni,<br />
molto più intrigante per molti.<br />
E allora lampo di genio: là, su quella costa romagnola che<br />
è un vero e proprio divertimentificio, e dove il cucco assurge<br />
al rango di obiettivo primario dell’estate, qualcuno<br />
ha pensato di rendere tangibile questa virtualità, creando<br />
un hotel con stanze reali, ciascuna dotata di web-cam per<br />
far chattare e incontrare gli ospiti in massima libertà.<br />
Questa community è il Sixty Hotel di Riccione (www.sixtyhotel.com),<br />
l’hotel che fino allo scorso 19 giugno non<br />
esisteva, e che se non fosse esistito andava assolutamente<br />
inventato: un albergo pop, fashion e trendy, dai colori<br />
funky (arancione, verde acido, blu marino, rosso rubino) e<br />
dal design ultra moderno. Wichy Hassan, presidente nonché<br />
direttore creativo del gruppo Sixty, si è occupato in<br />
prima persona di arredi e design per “costringere gli ospiti<br />
– spiega lui – a vivere l’albergo”. Non solo, ha affidato a<br />
30 giovani artisti (per par condicio italiani e stranieri in<br />
egual misura) il compito di interpretare creativamente le<br />
40 stanze e gli spazi comuni, come il soffitto a volta del<br />
terrazzo al quinto piano che ospita il ristorante, le scale<br />
d’emergenza (ma queste chi le guarderà?) e le casse del<br />
negozio. Sì, perché se già la facciata tutta oblò optical<br />
si fa notare, a due passi dall’affollato viale Ceccarini,<br />
le vetrine al piano terra non sono da meno: anzi ci<br />
si potrà acquistare accessori e pezzi in limited<br />
edition.<br />
Il costo per aggiudicarsi una stanza si aggira<br />
sui 120-180 euro, senza ahimè la<br />
colazione (e chi si alza a Riccione per<br />
farla?). Ma si godono ben altri privilegi<br />
come, accessorio fondamentale,<br />
la spiaggia convenzionata a un<br />
tiro di schioppo dall’hotel dove<br />
farsi viziare da uno staff dedicato<br />
e proseguire l’operazione<br />
cucco iniziata in<br />
camera. Per chi ancora<br />
deve organizzare le<br />
vacanze e l’addio<br />
al celibato dell’amico…<br />
da<br />
prendere in<br />
considerazione.<br />
URBAN 89
NIGHTLIFE<br />
VILLA DELLE ROSE<br />
Misano Monte (Rn)<br />
La disco estiva per eccellenza:<br />
non troppo grande e mai troppo<br />
calda. Suoni per tutti i gusti:<br />
il martedì Villa Titilla è spinto<br />
e in console ci sono Ralf, Di<br />
Rocco o Tom Stephan. Il giovedì<br />
house apre il 20 luglio con<br />
Supalova by Joe T Vannelli. Le<br />
altre sere l’atmosfera si rilassa,<br />
se si escludono gli ormai consueti<br />
incitamenti a godersi la<br />
vita della vocalist Tanja Monies.<br />
Via Camilluccia, 16<br />
Tel. 0541-694311<br />
BYBLOS<br />
Misano Monte (Rn)<br />
Dopo un periodo di primato a<br />
metà anni ’90 era praticamente<br />
sparito, ma quest’estate punta<br />
al rilancio riempiendo le strade<br />
di cartelloni stile Ibiza. Oltre<br />
ai soliti dj, ogni sera suonano<br />
live i Rumba De Mar e ci si può<br />
appartare in vari privé super<br />
esclusivi.<br />
Via Pozzo Castello, 24<br />
Tel. 0541-690252<br />
ECHOES<br />
Misano Adriatico (Rn)<br />
Per un lungo periodo lo staff<br />
ha cercato di cambiargli nome<br />
in Liz, acronimo di chissà che.<br />
Poi il sano tradizionalismo dei<br />
nottambuli ha prevalso, tanto<br />
chi vuol ballare coi dischi di<br />
Flavio Vecchi o Montanari sa<br />
che qui li trova. Tra i nomi nuovi,<br />
attenti a Victor Masi.<br />
Via Del Carro, 40<br />
Tel. 347-4967665<br />
COCORICÒ<br />
Riccione (Rn)<br />
Passano gli anni e l’idea di<br />
futuro del clubbing resta qui,<br />
sotto una piramide che si illumina<br />
solo al sorgere del sole. In<br />
realtà l’unica disco italiana che<br />
cerca di fare avanguardia cambia<br />
sempre: il sabato dà spazio<br />
a Les Folies de Pigalle, mentre<br />
la voce di Nico Note e le sperimentazioni<br />
di David Love Calò<br />
sono protagoniste nel privé.<br />
Viale Chieti, 44<br />
Tel. 0541-605183<br />
90 URBAN<br />
COSTA EST<br />
EMILIA ROMAGNA<br />
DI LORENZO TIEZZI<br />
TRA IL GIORNO E LA NOTTEValentina<br />
In equilibrio sulla sottile<br />
linea che separa i riti<br />
notturni da quelli diurni<br />
Alle 7 di mattina in riviera<br />
adriatica non c’è granché da<br />
fare. Le auto in coda ai semafori<br />
della statale che collega l’universo<br />
fashion del Pineta a quello<br />
spinto del Cocoricò sono poche<br />
e chi va a correre o a pescare lo<br />
fa per sé, non come durante lo<br />
struscio, quando viale Ceccarini<br />
e via Carducci scintillano di abbronzature<br />
e passeggini firmati.<br />
Hotel e pensioni, bagni e centri<br />
commerciali la mattina presto<br />
offrono poco ai clienti tipo della<br />
zona, i ‘discotecari’ e le ‘famigliole’:<br />
i primi hanno già consumato<br />
il rito di cappuccio&brioche<br />
prima di dormire, bimbi e papà<br />
FOOD & DRINK<br />
BLOCK 60<br />
Riccione (Rn)<br />
Multistore da quando il termine<br />
non esisteva ancora, vende cd,<br />
vinili, libri, riviste e accessori. Tra<br />
una sneaker e una guida della<br />
Patagonia capisci che nulla è lì<br />
per caso: lo staff fa ricerca vera,<br />
niente ‘tendenze del momento’.<br />
C’è anche un bar, con tramezzini<br />
da mangiare seduti su vecchi sedili<br />
d’automobile. Viale Ceccarini<br />
è a due passi, ma sembra d’essere<br />
a New York.<br />
Viale Milano, 60. Tel. 0541-<br />
602047. Sempre aperto<br />
MAKKARONI<br />
Riccione (Rn)<br />
Un classico della Riccione fashion.<br />
Molti si danno alla fase aperitivo<br />
a base di ostriche e champagne,<br />
altri preferiscono cenare ai tavoli<br />
più in vista di tutto lo struscio romagnolo.<br />
A chi in situazioni simili<br />
scappa ricordiamo che la musica<br />
è ottima, di solito proposta dai<br />
top dj che più tardi suonano nei<br />
club. E il buffet ricchissimo.<br />
Viale Dante, 48. Tel. 0541-<br />
603848. Sempre aperto<br />
BEACH VILLAGE<br />
Riccione (Rn)<br />
Beach volley, beach tennis, beach<br />
soccer e pure una piscina olimpionica<br />
d’acqua salata. Se all’ultimo<br />
manca la voglia di sudare,<br />
si può ripiegare sugli scivoli e su<br />
due ristoranti: al Caffè del Mare si<br />
mangia italiano, il Paradise Beach<br />
è una steak house in cui si balla<br />
di tutto, dalla r&b alla italiana.<br />
non hanno ancora preso d’assalto<br />
i buffet della colazione. I<br />
pochi che vogliono continuare a<br />
ballare, non più d’un migliaio, si<br />
ritrovano al Wish, after di Misano<br />
dall’atmosfera trasgressiva ma<br />
non troppo. La musica nel club<br />
è happy e inizia solo quando il<br />
sole è già alto sull’Adriatico, per<br />
non disturbare i vicini. “Sono<br />
anziani e tanto si alzano sempre<br />
presto”, racconta l’art director<br />
Siva. La forza dell’unico paesone<br />
che va da Milano Marittima<br />
a Riccione sta proprio qui, nel<br />
mancato rovesciamento tra giorno<br />
e notte. A Ibiza, alle 7, si è<br />
proprio all’apice della movida, in<br />
riviera tutt’al più si assiste alla<br />
trasformazione di Covignano:<br />
dalla collina del Paradiso ridiventa<br />
quella del bar Ilde, il paradiso<br />
della piadina.<br />
Viale D’Annunzio, 150. Tel.<br />
0541-640517. Sempre aperto<br />
DAL BAFFO<br />
Riccione (Rn)<br />
Per piloti e capi velivolo della<br />
vicina base Nato è un mito fin dal<br />
’69, quando la piada F-104 doveva<br />
ancora nascere e il ristorante<br />
era solo una cabina da spiaggia<br />
in fondo alla pista dell’aeroporto.<br />
Anche oggi la cucina è casalinga:<br />
si inizia col pesce o con i salumi<br />
per finire sempre con i dolci fatti<br />
in casa.<br />
Via Piemonte, 1. Tel. 0541-<br />
643375. Sempre aperto<br />
CAFFÈ PASCUCCI SHOP<br />
Rimini<br />
Chicchi arrostiti in tutte le salse:<br />
ci sono il caffè del marinaio,<br />
con rum, anice e una scorza di<br />
limone, o quello americano, qui<br />
proposto in ben nove versioni.<br />
Ci vengono a fare colazione, nel<br />
primo pomeriggio, dj e addetti ai<br />
lavori delle discoteche perché è<br />
tranquillo, non si spende una follia<br />
e anche i dolci non sono male.<br />
Via Vespucci, 3/a. Tel. 0541-<br />
709165. Sempre aperto<br />
NOMI<br />
Rimini<br />
La porta d’ingresso è una parete<br />
di vetro che scompare nel pavimento,<br />
dentro all’open space<br />
troneggiano sette enormi colonne<br />
d’acciaio. Discobar dalle 22,<br />
bar per la colazione dalle 8 di<br />
mattina, luogo per brunch, aperitivi<br />
e pure per i patiti della frutta<br />
biologica. Riassumendo: al pian<br />
terreno dell’hotel duoMo c’è il<br />
club&bar appena disegnato dall’inglese<br />
Ron Arad. Uno dei pochi<br />
nuovi must della riviera.<br />
Via Giordano Bruno, 28. Tel.<br />
0541-52367. Sempre aperto<br />
BAR ILDE<br />
Rimini<br />
La piadina vera si mangia solo nei<br />
chioschi dell’Emilia. Per fare un<br />
passo ulteriore nel gusto, ossia<br />
assaggiare quella con lo strutto<br />
nelle varianti tradizionali, basta<br />
lasciare la spiaggia e salire sul<br />
colle di Covignano. Insieme ci si<br />
bevono anche birra o Coca, ma<br />
il giusto contraltare dello squacquerone<br />
è solo il Sangiovese!<br />
Via Covignano, 245. Tel. 0541-<br />
753274. Sempre aperto<br />
NINELIVES<br />
Milano Marittima (Ra)<br />
Il primo e unico sushi café di<br />
Milano Marittima: maki e sashimi<br />
ve li prepara a vista il cuoco giapponese<br />
Yoshi Nakamura. Ma ci<br />
sono anche piatti di cucina creativa.<br />
Consigliato per una serata<br />
glam e d’atmosfera. Se poi tra un<br />
aperitivo e un drink vi viene voglia<br />
di fare shopping, all’interno<br />
c’è il negozio con le collezioni<br />
Ninelives. Via Gramsci, 55. Tel.<br />
0544-995576. Sempre aperto<br />
dalle 16 alle 4<br />
BICIO PAPAO<br />
Milano Marittima (Ra)<br />
Un bagno musicale diverso dagli<br />
altri: al posto dei consueti vocalist<br />
Cameranesi<br />
‘su le mani’, per Ferragosto c’è<br />
Norman Jay, uno che a Londra<br />
suona al carnevale di Notting Hill.<br />
Dalle 17 e 30, ogni sera, si ascoltano<br />
soul e brasil. E l’atmosfera,<br />
tra divani bianchi, legno e stuoie,<br />
è tranquilla. L’insalata di mare e<br />
i buffet sono di qualità mentre<br />
la densità di vip veri e presunti<br />
viene diluita in grandi caraffe di<br />
mojito. Viale Spalato, 276 (bagno<br />
216). Tel. 0544-995721.<br />
Sempre aperto<br />
MOWA<br />
Marina di Ravenna (Ra)<br />
Tre locali in uno, e tutti di qualità.<br />
Al ristorantino la carne alla griglia<br />
è ottima, proprio come i piatti<br />
presi in prestito alle tradizioni di<br />
tutto il mondo. La pizza è al piatto<br />
o al metro, ma sempre napoletana<br />
doc. Per ingannare l’attesa<br />
di un tavolo o per un drink alla<br />
frutta dopocena, c’è poi lo street<br />
bar più frequentato della zona.<br />
Via delle Nazioni, 177a. Tel.<br />
0544-530234. Sempre aperto<br />
MADRUGADA CAFÉ<br />
Cattolica (Rn)<br />
Visto che come ‘sound manager’<br />
c’è Gianni Parrini, uno degli storici<br />
dj italiani, la musica è diversa<br />
dalla solita house: gruppi afro come<br />
gli Odette’s Tips o funk come<br />
la Corporation di Dino Gnassi e<br />
pure dalla console suoni globali<br />
con Miss P e Raf. Anche dal bancone<br />
si fa proselitismo musicale,<br />
con cocktail come il Jazz-Ma-<br />
Tazz, a base di rum e mirtillo.<br />
Via Carducci, 118. Tel. 0541-<br />
831123. Sempre aperto
DI ANTONIO MALERBA<br />
ACCAMPAMENTI D'A'MARE<br />
Al Trappeto d’estate<br />
vale la pena “metter le<br />
tende”<br />
E la notte scorre liscia... come<br />
l’olio! In un frantoio ipogeo<br />
rupestre del 1600 è partita la<br />
seconda estate de Il Trappeto,<br />
esclusivo club a 40 chilometri a<br />
sud di Bari. La pietra viva in cui<br />
sono ricavate le diverse location<br />
ricordano gli attendamenti<br />
del deserto, realizzati con gran<br />
lusso e attenzione nei particolari.<br />
Aperto anche d’inverno, il<br />
Trappeto d’estate si prolunga<br />
verso la vicina spiaggia con un<br />
suggestivo percorso verso il<br />
mare che guarda le colline. Qui<br />
si può godere la “Sea Lounge<br />
Area” con cabine concepite<br />
come piccole casette a tinte<br />
FOOD & DRINK<br />
ORE 20<br />
Taranto<br />
È l’ora del cocktail, il momento<br />
topico per incontrarsi e<br />
pianificare la serata. Indecisi?<br />
Prendiamo tempo nell’area<br />
restaurant per un gourmet raffinato<br />
e decidiamo sorseggiando<br />
un buon vino. A Taranto Ore 20<br />
diventa un meeting point “de<br />
luxe” con american bar e dinner<br />
zone: per incontrarsi in città<br />
prima dei raid notturni nelle vicine<br />
zone turistiche. Corso Due<br />
Mari, 6. Tel. 099-4594261.<br />
Chiuso lunedì<br />
GOTÀ<br />
Conversano (Ba)<br />
Una costruzione in pietra ottagonale,<br />
luogo di ritiro spirituale<br />
nel ’700, è stata recuperata nel<br />
rispetto della storia, diventando<br />
una suggestiva location preserata.<br />
È qui che si vive la notte<br />
del Gotà: muretti a calce e siepi<br />
di macchia mediterranea contrastano<br />
con arredi d’autore; dj set<br />
raffinati, cocktail e un servizio<br />
ristorante che segue le stagioni,<br />
specializzato nella braceria.<br />
Via San Giacomo, 23. Tel. 080-<br />
4953297. Sempre aperto<br />
PREMIÈRE LOUNGE<br />
Gallipoli (Le)<br />
Come fare per incontrare i pierre,<br />
i dj e le ragazze immagine<br />
del Riobò, club culto del Salento,<br />
e magari riuscire a spuntare<br />
anche qualche riduzione per la<br />
discoteca? Così il Première è diventato<br />
il punto di partenza del-<br />
le notti salentine. Si definisce<br />
“newrhythmsbar”, ma è fusion<br />
restaurant, american bar, wine<br />
corner e disco lounge a partire<br />
dalle 21. S.S. 101 Km.3.<br />
Tel. 328-6522728. Sempre<br />
aperto<br />
LIDO AZZURRO<br />
Leuca (Le)<br />
Vista sul Mar Ionio o sull’Adriatico?<br />
Al Lido Azzurro c’è letteralmente<br />
l’imbarazzo della scelta.<br />
Aperitive-bar&disco aperto giorno<br />
e notte, anche d’inverno, tre<br />
livelli dove fare su e giù, per un<br />
panorama mozzafiato. Di giorno<br />
molo e spiaggia attrezzati, di<br />
notte la suggestiva luce del faro<br />
sullo sfondo. Per questa estate,<br />
serate a tema, house & disco<br />
music. Lungomare Cristoforo<br />
Colombo. Tel. 338-3511844.<br />
Sempre aperto<br />
RICCARDO<br />
Ostuni (Br)<br />
Dentro o fuori? Da Riccardo<br />
non fa differenza. All’interno,<br />
divani rossi forzatamente kitsch<br />
tra pavimenti e volte di pietra,<br />
oppure all’esterno pouf colorati<br />
che incorniciano l’ingresso<br />
tra le scalinate bianche che si<br />
arrampicano nel centro storico.<br />
L’importante è esserci, a inizio<br />
o fine serata. Via Tanzarella<br />
Vitale, 61. Tel. 0831-306046.<br />
Sempre aperto<br />
PERINI<br />
Bari<br />
È il “baricentro” della città,<br />
COSTA EST<br />
BARI_SALENTO<br />
nella centralissima e sciccosa<br />
via Sparano. Aperto 18 ore su<br />
24: bar a colazione, ristorante<br />
di classe a pranzo e a cena<br />
nella ricercata rivisitazione dei<br />
sapori del territorio, lounge bar<br />
e champagneria. Consigliato il<br />
brunch nel gazebo all’aperto.<br />
Via Sparano, 13/15 Tel. 080-<br />
5244897. Chiuso domenica<br />
TWINS’<br />
Canosa (Ba)<br />
Gemelli... diversi. Il Twins’ è<br />
“Double Passion”, due modi differenti<br />
per vivere la stessa notte<br />
nei suoi giardini nel centro di<br />
Canosa. È living bar fatto di<br />
cocktail e di animazione; ma anche<br />
ristorante con “La Chicca”.<br />
Dall’una di notte, i “twins”<br />
vengono avvolti dalla musica<br />
house, tutto diventa discoteca<br />
e la notte si consuma ballando.<br />
Via Lavello, 42. Tel 0883-<br />
662100. Chiuso lunedì<br />
LA LAMPARA<br />
Trani (Ba)<br />
Ha 52 anni, ma non li dimostra,<br />
La Lampara di Trani, il club che<br />
storicamente ha accompagnato<br />
decenni di mode, stili e star<br />
internazionali e che seduce e<br />
conquista anche oggi, come<br />
una splendida cinquantenne.<br />
Si accende di sera vicinissima<br />
al mare, per un aperitivo con<br />
musica dal vivo di qualità, per<br />
proseguire con la cena e ballare<br />
nella notte.<br />
Viale De Gemmis, 1. Tel.<br />
0883-482573. Chiuso<br />
mercoledì<br />
Valentina Cameranesi<br />
pastello divise da balconcini con<br />
lanterne, che di giorno emanano<br />
fragranze dalle proprietà rigeneranti<br />
e rinfrescanti. Intorno alla<br />
piscina, sotto la pineta, letti in<br />
rattan, il bar a forma di aquilone<br />
e numerose tende arredate in<br />
stile minimal. E ancora bianchi<br />
ciottoli di pietra levigata, fontane<br />
zen e vasche con papiri a cui si<br />
mescolano i suoni della natura.<br />
Sulla spiaggia, con il mare verde<br />
e limpido, tra tende beduine<br />
arredate con preziose sedute di<br />
antiquariato orientale e avvolgenti<br />
cuscini su tappeti di corda,<br />
e lettini in legno naturale, quasi<br />
non crediamo di essere in Italia!<br />
IL TRAPPETO<br />
S.S. 16 uscita Capitolo<br />
Monopoli (Ba)<br />
tel. 080-4107021<br />
JUBILEE BEACH<br />
Molfetta (Ba)<br />
È la “dependance” estiva del<br />
club di Corato. Braceria sulla<br />
spiaggia a lume di candela e<br />
beach bar la rendono molto<br />
suggestiva. Di rigore camminare<br />
a piedi scalzi e bere cocktail<br />
e prosecco sulla battigia con<br />
sottofondo chillout, nu bossa<br />
e lounge. S.S.16, loc. Lido<br />
Nettuno. Tel. 080-3384569.<br />
Aperto venerdì e sabato<br />
BILLIONAIRE<br />
Bari<br />
Il centro storico è di moda.<br />
Mentre la città sembra vuota,<br />
nella zona vecchia ristrutturata<br />
e rivalutata si moltiplicano pub,<br />
birrerie e club. Il Billionaire è un<br />
lounge bar, ottimo per i cocktail,<br />
ma anche per incontrare gli<br />
amici e fare prove di ballo prima<br />
della discoteca.<br />
Piazza Mercantile, 33. Tel.<br />
080-2460596. Sempre aperto<br />
BOGART<br />
Altamura (Ba)<br />
Piacevolmente sazi di odori e<br />
sapori della cittadina famosa<br />
per il pane cotto nel forno a<br />
legna (marchio Dop)? È ora<br />
di bere qualcosa al Bogart,<br />
l’american bar ispirato al mitico<br />
Humphrey. Anche i cocktail<br />
portano i nomi dei grandi divi di<br />
Hollywood e sono serviti tra antiche<br />
arcate e divani dalle linee<br />
essenziali e chic. Via Vecchia<br />
Buoncammino. Tel. 080-<br />
3146069. Sempre aperto<br />
NIGHTLIFE<br />
MAVU’<br />
Locorotondo (Ba)<br />
È tra i club più sciccosi<br />
d’Italia: nascosto tra gli ulivi<br />
e i trulli della Valle d’Itria,<br />
la masseria ottocentesca è<br />
l’epicentro pugliese della<br />
club culture internazionale.<br />
Questa estate: Joe Claussel<br />
(21/7), Rosalia De Souza<br />
(29/7), Louie Vega live session<br />
(2/8), Gilles Peterson<br />
& Earl Ginger (12/8), Nicola<br />
Conte (19/8).<br />
Strada Prov. Locorotondo-<br />
Cisternino<br />
Tel. 393-9481340<br />
GUENDALINA<br />
Santa Cesarea Terme (Le)<br />
Chi ama l’house, ama il<br />
Guendalina... anzi Gwendie,<br />
come ama farsi chiamare per<br />
l’estate 2006, scegliendo la<br />
filosofia della “synth experience”.<br />
Facile imbattersi<br />
nei set di Satoshi Tomiie<br />
o di Dj Ralf, l’importante è<br />
chiudere gli occhi nella “new<br />
plaxiglam arena” e... lasciarsi<br />
andare!<br />
Litoranea Alta per Castro<br />
Tel. 392-6512769<br />
NAFOURA<br />
Castellaneta (Ta)<br />
La mega disco dello Ionio ha<br />
scelto il total white per questa<br />
nuova stagione. Carnet<br />
come sempre ricco di ospiti,<br />
vip del cinema e della tv,<br />
della musica e della console.<br />
Scenografie a tema per ogni<br />
evento e live vj-set.<br />
Contrada Chiulli – S.P. per<br />
Castellaneta Marina<br />
Tel. 099-8431764<br />
BLUBAY<br />
Castro (Le)<br />
Per la seconda estate si<br />
accende il Blubay: di giorno<br />
“New paradise” con piscine,<br />
palme e ogni comfort. Di<br />
notte disco, che con le sue<br />
luci domina maestosa le notti<br />
salentine.<br />
Via Sant’Antonio<br />
Tel. 338-2924022<br />
URBAN 91
Valentina Cameranesi<br />
HIPPYVISTAMARE<br />
I graniti, come l’acqua verdina,<br />
sono gli stessi della Costa<br />
Smeralda. Ma nella Valle della<br />
Luna si respira tutta un’altra aria<br />
testo: Paolo Madeddu<br />
La strada da Santa Teresa di Gallura a Capo Testa.<br />
Una sterrata bianca. Due pietre enormi, ferme da secoli<br />
come guardiani – quella è la soglia.<br />
Basta così. Non vi diciamo altro, perché la Valle della<br />
Luna è la versione italiana della spiaggia del film The<br />
Beach di Danny Boyle, quello in cui Leonardo Di Caprio<br />
raggiunge faticosamente una comunità segreta di “alternativi”<br />
ma imprudentemente svela a indesiderati intrusi<br />
il segreto gelosamente custodito della sua ubicazione,<br />
causando il crollo finale di quell’illusione di primitiva purezza.<br />
Perciò, ricordando quanto gli abitanti della spiag-<br />
92 URBAN<br />
gia siano grati a Di Caprio alla fine del film, ci guardiamo<br />
bene dal dare indicazioni più precise di queste.<br />
No, va bene, stiamo esagerando. Il popolo fricchettone<br />
che da anni vive tra le sette valli (e tre cale) del più lunare<br />
dei paesaggi sardi non è così difficile da raggiungere:<br />
potete ampiamente trovare indicazioni su internet o<br />
semplicemente chiedere ai negozianti di Santa Teresa<br />
che ogni tanto vedono arrivare qualche improbabile<br />
personaggio che ha deciso di avventurarsi a fare la spesa<br />
per sé e per i suoi compagni di stile di vita. Però qui<br />
ci fermiamo davvero: nel dibattito sulla controversa società<br />
(o nonsocietà) hippy della Valle della Luna, ognuno<br />
ha diritto di farsi un’opinione giudicando di persona.<br />
Andando a vedere i “buoni selvaggi” che vivono nelle<br />
grotte (aggirando brillantemente il divieto di campeggio)<br />
all’interno di una zona che la natura ha voluto<br />
disegnare con pennelli cosmici, e valutando se e come il<br />
popolo della Luna è riuscito a fare di meglio rispetto a<br />
noi che ce ne stiamo al di qua di quelle pietre. Andando<br />
laggiù magari proprio nel mese di agosto, che, notate<br />
bene, è il periodo in cui a causa del (relativo) affollamento<br />
tutti sconsigliano, perché è il momento in cui chi vive<br />
lì tutto l’anno viene raggiunto da fighetti e scrocconi,<br />
ribelli part-time e mezzi avventurieri, punkabbestia e<br />
figli di papà, artisti new age e fornitori di sostanze che<br />
ispirano anche chi artista non è. Agosto è il mese in<br />
cui il sapore di utopia viene messo a dura prova e può<br />
lasciare un retrogusto agrodolce – ma sta al vostro giudizio<br />
di antropologi estivi stabilire quanto il sogno dei<br />
“lunari” sia irrealizzabile e un po’ finto oppure quanto<br />
invece siano riusciti, con la sola forza delle buone vibrazioni,<br />
a creare un’isola nell’isola.<br />
E già che ci siete, per completezza di indagine, potete<br />
cogliere l’occasione per un confronto con un altro interessante<br />
zoo umano che si trova, vedi caso, a pochissimi<br />
chilometri di distanza. Una comunità di utopisti di altro<br />
tipo, che si dà appuntamento tra gli yacht e le discoteche<br />
“billionarie” della Costa Smeralda…
MONDELLO DOWNTOWN<br />
Vita da spiaggia alla<br />
siciliana<br />
Una giornata da mondelliano<br />
‘doc’? Sicuramente parte con<br />
la prima colazione da Caflish a<br />
Valdesi (via Margherita di Savoia,<br />
2/B; tel. 091-6840444): eccezionali<br />
la torta Savoia al cioccolato<br />
e la tipica crostata al gelo di<br />
‘mellone’ (anguria). Ma i cornetti<br />
e le granite alla frutta o al caffè<br />
e panna si gustano ottimi anche<br />
in piazza Mondello, all’Antico<br />
Chiosco e da Renato bar.<br />
La spiaggia a questo punto è<br />
lì, e ci aspetta. Se i più sportivi,<br />
COSTASMERALDA<br />
CHIRI-SUR<br />
Baja Sardinia (Ss)<br />
Va bene per un tête à tête a<br />
lume di candela con una preda<br />
appena pescata in spiaggia, e va<br />
ancora meglio per una tavolata<br />
con gli amici. Ci si mangiano<br />
anche pizze e spaghetti, ma ci si<br />
viene soprattutto per le bistecche<br />
alla griglia e gli enormi piatti<br />
di patatine fritte. L’atmosfera<br />
è chic ma informale e il conto<br />
non è salato se lo si paragona<br />
agli standard stellari della zona.<br />
Se la nuova Costa è questa,<br />
ben venga. Via Tremonti. Tel.<br />
0789-99383. Sempre aperto<br />
FINGER’S CLUB<br />
Porto Cervo (Ss)<br />
Il sushi più glamour di Milano<br />
sbarca a Porto Cervo, ovviamente<br />
nella location più esclusiva, la<br />
piscina dell’Hotel Cervo. Prima<br />
di assaggiare sushi e sashimi<br />
ci si gode la vista sul Porto<br />
Vecchio, imperdibile soprattutto<br />
al tramonto. Oltre ai menu<br />
Roberto Okabe ha selezionato<br />
anche tatami e bambù, ma i maniaci<br />
della tempura non abbiano<br />
per smaltire il mellone, si danno<br />
ai corsi dello storico club velico<br />
Ruggero di Lauria, del circolo<br />
Albaria o del Clubbino del mare,<br />
famosi per aver dato i colori a<br />
grandi atleti olimpionici di vela,<br />
windsurf, canottaggio e nuoto, i<br />
pigri se la spassano sulla sabbia,<br />
magari buttando un’occhio nelle<br />
corti interne create dalle particolari<br />
cabine in legno colorate,<br />
dove gente di tutte le età si ritrova<br />
per appassionate partite a<br />
carte, mangiate di pasta al forno<br />
o balli improvvisati. Gli amanti<br />
degli scogli vanno invece a godersi<br />
il mare roccioso di Capo<br />
Gallo.<br />
di Lorenzo Tiezzi<br />
paura. Si mangia molto bene,<br />
perché lo chef nippo-brasiliano<br />
usa solo pesce di prima qualità.<br />
Hotel Cervo. Tel. 0789-<br />
931612. Sempre aperto<br />
PHI BEACH<br />
Baja Sardinia (Ss)<br />
È solo un chiringuito sulla<br />
spiaggia dove bere qualcosa al<br />
tramonto, ma ha sconvolto le<br />
abitudini d’una zona in cui il rito<br />
dello shopping prima e dopo<br />
cena sembrava insostituibile.<br />
Oggi invece è normale ballare<br />
a piedi nudi e magari fermarsi<br />
a cenare in costume nel nuovo<br />
ristorante-piattaforma in mezzo<br />
al mare. Tanto la selezione alla<br />
porta in spiaggia non si fa, e la<br />
musica di Alex Elle fa viaggiare<br />
anche oltre l’orizzonte. Forte<br />
Cappellini. Tel. 0789-99490.<br />
Sempre aperto<br />
BILLIONAIRE BEACH CLUB<br />
Porto Cervo (Ss)<br />
Il ristorante è aperto tutto il<br />
giorno ma tra privè, salottini<br />
e champagnerie è solo uno<br />
dei motivi per disertare il pur<br />
ISOLE<br />
SICILIA_SARDEGNA<br />
Per tutti però il consiglio è di<br />
tornare a pranzo in piazza, da<br />
Sariddu (tel. 091-451922) o da<br />
Calogero (tel. 091- 6841333),<br />
per provare i frutti di mare o<br />
altre specialità a base di pesce<br />
– offerti anche al banco su caratteristici<br />
piatti di ceramica siciliana<br />
– oppure pizze, ‘sfincioni’,<br />
panini con panelle e croquette,<br />
‘pane ca meusa’ (panino con la<br />
milza), ‘sarde a beccafico’ alla<br />
Friggitoria Raia dello zio Mario.<br />
Da non perdere il gelato del<br />
Baretto – squisito quello ai gelsi<br />
neri – servito nel cono oppure,<br />
come amano i palermitani, nella<br />
brioche.<br />
ben attrezzato fitness point.<br />
Comunicato da Gabòn e pierrato<br />
da Lele Mora e dai suoi vip<br />
alloggiati in una villa a pochi<br />
passi, il BBC è la novità più attesa<br />
da chi vive la Costa come un<br />
palcoscenico. Dalle 18 aperitivo<br />
musicale con i ’70-’80 di dj Ben<br />
del Pacifico di Milano Marittima,<br />
la domenica brunch in spiaggia.<br />
Cala del Faro. Tel. 348-<br />
3938555. Sempre aperto<br />
BUENA VISTA<br />
Abbiadori (Ss)<br />
È aperto dalle 8.30 di mattina<br />
all’1.30 di notte, ma l’ora migliore<br />
per frequentarlo è il dopo<br />
spiaggia. Al tramonto la vista<br />
mozzafiato e la musica chill out<br />
sono gratis, mentre un drink<br />
rinforzato costa solo 10 euro.<br />
Chi più tardi vuol fermarsi a<br />
cena, sceglie tra carne argentina<br />
e pesce alla griglia e spende<br />
intorno ai 40 euro (a pranzo<br />
25). Chi vuol risparmiare invece<br />
attraversa la strada e trova<br />
l’unica rosticceria nel raggio di<br />
50 km. S.S. Olbia-Porto Cervo.<br />
Tel. 0789-970068. Sempre<br />
aperto<br />
Per cena, tappa al Simpaty (via<br />
Piano di Gallo, 18; tel. 091-<br />
454470) da cui si gode di una<br />
piacevole vista sul porticciolo<br />
del paese; più trendy è il pub ristorante<br />
all’aperto Villa Giuditta<br />
(via San Lorenzo, 17; tel. 091-<br />
6886256).<br />
E per il cucco notturno? Lo<br />
Spazio Blanco di via Lanza di<br />
Scalea (via Faraone, 12; tel.<br />
333-4091022) è un nuovissimo<br />
locale open air: buona la musica,<br />
i drink, seducenti i massaggi<br />
sotto le tende marocchine su un<br />
prato rinfrescante. Fallire, davvero,<br />
non si può!<br />
MARIA STELLA WIRZ<br />
CAFÉ DU PORT<br />
Porto Cervo (Ss)<br />
Prima o dopo cena trovare un<br />
tavolo è un’impresa, per cui ci si<br />
va soprattutto di notte, dopo la<br />
disco. La colazione, com’è ovvio,<br />
costa un capitale ma cappucci e<br />
brioche sono buoni, anche grazie<br />
al gusto che dà poter posteggiare<br />
proprio accanto agli yacht. In<br />
35 anni d’attività il proprietario<br />
Franco ne ha viste di tutti i colori,<br />
per cui se viene voglia di aneddoti<br />
piccanti basta chiedere.<br />
Porto Vecchio. Tel. 0789-<br />
92348. Sempre aperto<br />
BLUES CAFÉ<br />
Liscia di Vacca (Ss)<br />
Alla cassa o al mixer, dipende dai<br />
momenti, c’è il proprietario Max<br />
Correnti, uno che d’inverno fa il dj<br />
in giro per l’Europa proponendo<br />
solo vinili deep house. Anche<br />
d’estate non cambia musica, ma è<br />
l’unica regola che ha voluto d’un<br />
posto poco chic e molto divertente<br />
come il suo blues. Ormai<br />
è un’istituzione, ed è sempre<br />
stracolmo. Baja Ruja. Tel. 0789-<br />
91682. Sempre aperto<br />
Valentina Cameranesi<br />
NIGHTLIFE<br />
SEACLUB RESORT<br />
Terrasini (Pa)<br />
Qui la notte è magica, indimenticabile:<br />
la discoteca<br />
si affaccia su una caletta<br />
privata dalla spiaggia finissima<br />
e acqua limpidissima,<br />
circondata da un rigoglioso<br />
palmeto e la musica è<br />
sempre selezionata dai<br />
migliori dj. Ottimo il sushi<br />
bar e distensivo lo stile indonesiano<br />
degli arredi.<br />
Via Calarossa<br />
www.seaclub.info<br />
RITUAL<br />
Baja Sardinia (Ss)<br />
Il posto giusto quando non<br />
se ne può più della splendida<br />
finzione di piazzette e<br />
boutique. Al Ritual si balla<br />
nella roccia, in un immenso<br />
nuraghe e, soprattutto la<br />
domenica, le sonorità sono<br />
toste: suonano Intrallazzi,<br />
Kitikonti, i dj del Pervert e<br />
il traffico in console lo dirige<br />
Alex Elle. La novità di<br />
quest’anno è un ristorante<br />
fresco e tranquillo.<br />
La Crucitta<br />
Tel. 0789-99032<br />
SOTTOVENTO<br />
Porto Cervo (Ss)<br />
Esiste da quando Briatore<br />
non aveva la barca ed è<br />
l’unica discoteca della<br />
Costa Smeralda a essere<br />
sempre piena, da giugno<br />
a settembre. Principi e imprenditori<br />
sono di casa e<br />
capita spesso di imbattersi<br />
in uno dei figli di Gheddafi<br />
o in una delle loro simpatiche<br />
guardie del corpo. Al<br />
mixer c’è da sempre Nello<br />
Simioli, maestro della house<br />
cantata.<br />
Golfo del Pevero<br />
Tel. 0789-92443<br />
URBAN 93
© Parks-Afp/Grazia Neri<br />
UNURBAN<br />
l'altrove che avete sempre inseguito<br />
BINARIO<br />
DOPPIO<br />
A separare Xining, capitale della provincia cinese di Qinghai, da<br />
Lhasa, in Tibet, sono 1956 chilometri e un altopiano grande come un<br />
mare. Ma nella nuova Cina tutto è possibile. Per avvicinare i remoti e<br />
poco assimilabili territori tibetani al resto della nazione a fine giugno<br />
è stata inaugurata la ferrovia più alta del mondo. Nei quattro quinti<br />
del suo percorso i binari non scendono mai sotto i 4mila metri. La<br />
stazione più alta si trova in Tibet a 5048 metri ma la strada ferrata<br />
s’inerpica fino a quota 5072.<br />
I tibetani temono che sia solo l’ultimo espediente per riuscire a portare<br />
a termine il vecchio progetto di Mao, ovvero riuscire definitivamente<br />
a sinizzare Lhasa. Ma una grande via di comunicazione non è<br />
mai a senso unico e una volta realizzata provoca effetti a medio/lungo<br />
termine davvero imprevedibili. Potrebbe sempre accadere che sia<br />
Pechino a “tibetizzarsi” un po’.<br />
URBAN 95