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COLTI SUL FATTO SUMMER GUIDE METRO BAGNATA - Urban

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SPEDIZIONE IN A.P.-70%-MILANO<br />

<strong>METRO</strong> <strong>BAGNATA</strong><br />

LA <strong>METRO</strong>POLITANA MIGLIORE? A NAPOLI È <strong>SUL</strong> MARE<br />

<strong>COLTI</strong> <strong>SUL</strong> <strong>FATTO</strong><br />

LETTORI COME SUPERSTAR? CI VOLEVA PROPRIO URBAN 50!<br />

<strong>SUMMER</strong> <strong>GUIDE</strong><br />

TUTTO QUELLO CHE C'È DA SAPERE SU SPIAGGE E DINTORNI<br />

LA CITTà COME NON L’AVETE MAI VISTa • 10/07/06 • EURO zero<br />

50<br />

LUGLIO/AGOSTO


20<br />

36<br />

REDAZIONE<br />

28<br />

URBAN Mensile - Anno VI, Numero 50 - 10.07.06<br />

redazione@urbanmagazine.it<br />

direttore responsabile: ALBERTO CORETTI<br />

a.coretti@urbanmagazine.it<br />

art director: NICOLA CIOCE<br />

n.cioce@urbanmagazine.it<br />

caporedattore: FLORIANA CAVALLO<br />

f.cavallo@urbanmagazine.it<br />

segreteria di redazione: ROSY SETTANNI<br />

r.settanni@urbanmagazine.it<br />

(Registrazione Tribunale di Milano: n.286, 11.05.01) PUBBLICITÀ<br />

presidente: IVAN VERONESE<br />

amministrazione: VERONICA ANASTASIA<br />

v.anastasia@urbanmagazine.it<br />

URBAN ITALIA srl via Valparaiso 3, 20144 Milano<br />

Una società del gruppo EUROPEAN FREE MEDIA SA<br />

distribuzione: CITRUS ITALIA s.r.l. (tel. 02-48519577)<br />

Susanna Sivini: susanna@citrus.it<br />

fotolito: BODY&TYPE<br />

via San Calocero 22, 20123 Milano<br />

stampa: CSQ (Centro Stampa Quotidiani),<br />

via dell’industria 6, Erbusco (BS)<br />

25<br />

#50<br />

URBAN<br />

LUGLIO-AGOSTO<br />

11 EDITORIALE 13 VOCI 15 DREAMS 17 WOMEN<br />

18 URBAN CHI LEGGE<br />

di Diego Bazzano / foto: Simone Galbusera<br />

20 PLATEA ON THE ROAD<br />

di Maurizio Baruffaldi / foto: Gianni Troilo<br />

25 UNDER 30 SU TELA<br />

di Alessandro Riva<br />

28 UNA <strong>METRO</strong> TRA LE ONDE<br />

di Ciro Cacciola / foto: Alberto Bernasconi<br />

33 A RUOTA LIBERA<br />

di Raffaele Panizza / foto: Gughi Fassino<br />

36 NUDA PETRA<br />

di Vita Magnani / foto: Cesare Cicardini<br />

40 MODA INFLATABLE LOVER<br />

foto: Malena Mazza<br />

51 SHOPPING SEASHOP<br />

di Maria Broch<br />

Direzione:<br />

sales manager:<br />

AUGUSTA ASCOLESE<br />

a.ascolese@urbanmagazine.it<br />

key account:<br />

ALFONSO PALMIERE<br />

a.palmiere@urbanmagazine.it<br />

GIANLUIGI SANTAMBROGIO<br />

gl.santambrogio@urbanmagazine.it<br />

URBAN ITALIA srl via<br />

Valparaiso 3, 20144 Milano<br />

tel. 02-48519718<br />

fax 02-48518852<br />

Triveneto<br />

SANDRO CASTELLI, CINZIA<br />

FIORINI<br />

Via Trota, 6, 37121 - Verona<br />

tel. 045-8003436<br />

fax 045-8015484<br />

mail: studiocastelli@email.it<br />

Marche, Molise,<br />

Basilicata, Lazio,<br />

Abruzzo, Campania,<br />

Calabria, Puglia, Sicilia e<br />

Sardegna<br />

TARGET MEDIA GROUP<br />

via Isonzo, 32<br />

00198 - Roma<br />

tel. 06-84083207<br />

fax 06-84242758<br />

reggiseno in seta Madame V, pantaloni in cotone stampato David & Goliath<br />

40<br />

cover: foto di Malena Mazza<br />

URBAN 9


GUIDA<br />

58 FILM GLI EROI NORMALI DEL QUARTO AEREO<br />

61 LIBRI TRA VULCANO E MARE<br />

63 DIGITAL LIFE LA CONSOLE PORTATILE? È QUESTIONE DI CERVELLO<br />

66 MUSICA TRA INCUBI MUSICALI E FESTIVAL DA SOGNO<br />

69 TEATRO COSMOPOLITALIANO!<br />

71 ARTE INDIA: QUI E ADESSO<br />

73 NIGHTLIFE DJ CULTURE & LIVE MUSIC? IL FRULLATO ALL'IDROSCALO<br />

74 FOOD MILANO IL FURGONCINO DELLA BUFALA? È IN ARRIVO<br />

76 FOOD ROMA A ITAKA SI ARRIVA SENZA PERDERSI IN UN'ODISSEA<br />

78 FOOD TORINO PIZZA CON BIRRA? MOLTO MEGLIO BIRRA CON PIZZA<br />

79 FOOD VENETO IL RE DELLO CHAMPAGNE? SI NASCONDE NEL TINTO<br />

80 FOOD BOLOGNA NEL PARCO SONO UN PO' NINFE ANCHE LE INSALATE<br />

81 FOOD NAPOLI ALTRO? <strong>SUL</strong>LA SPIAGGIA DELL'ISOLA CHE NON C'È<br />

95 UNURBAN BINARIO DOPPIo<br />

<strong>SUMMER</strong><br />

<strong>GUIDE</strong><br />

UNA GUIDA<br />

AMMARE<br />

ANCHE<br />

PER CHI<br />

NON SA<br />

NUOTARE<br />

spiagge • bar •<br />

ristoranti • club • disco<br />

dell…estate 2006!<br />

83<br />

LUGLIO-AGOSTO 50<br />

hanno collaborato con noi:<br />

andrea baffigo<br />

maurizio baruffaldi<br />

diego bazzano<br />

alberto bernasconi<br />

bruno boveri<br />

sandro brescia<br />

maria broch<br />

59<br />

ciro cacciola<br />

valentina cameranesi<br />

chiara capellini<br />

sasha carnevali<br />

cesare cicardini<br />

gianluca ciufoli<br />

sergio colantuoni<br />

URBANEDITORIALE<br />

50 VOLTE URBAN<br />

Come al solito <strong>Urban</strong> è già lì. Dove la città ti mostra la sua faccia<br />

amica, dove puoi staccare e finalmente rilassarti. Ti parla di luoghi<br />

che pensi di conoscere benissimo, se non altro perché ci vivi, ma<br />

ancora una volta – non ci puoi credere! – <strong>Urban</strong> te li racconta come<br />

se non li avessi mai visti. L’incantesimo, proprio con questo numero<br />

che hai fra le mani, si ripete per la cinquantesima volta.<br />

Perché la magia riesca è necessario che il divertimento e la curiosità<br />

di chi legge <strong>Urban</strong> siano gli stessi di tutti quelli che contribuiscono<br />

a farlo. Proprio per questo tra le pagine del numero 50 troverai<br />

un pezzo che ti riguarda... un pezzo dedicato ai lettori, “colti sul<br />

fatto”. Ma che diavolo ti passerà per la mente quando peschi fresca<br />

dall’espositore la tua copia di <strong>Urban</strong>?<br />

Come avrai capito, il traguardo, anche se di quelli volanti, ci inorgoglisce.<br />

E anche se stiamo già sviluppando idee e progetti per i prossimi<br />

mesi, non vogliamo perdere l’attimo: ringraziamo quindi tutti<br />

coloro che hanno dato e continuano a dare a <strong>Urban</strong> fiducia, fantasia<br />

e passione!<br />

ALBERTO CORETTI<br />

a.coretti@urbanmagazine.it<br />

daniele coppi<br />

francesca felletti<br />

gughi fassino<br />

faust<br />

simone galbusera<br />

paolo madeddu<br />

vita magnani<br />

antonio malerba<br />

malena mazza<br />

cinzia negherbon<br />

mirta oregna<br />

raffaele panizza<br />

marcella peluffo<br />

igor principe<br />

leo rieser<br />

alessandro riva<br />

francesca roveda<br />

laura ruggieri<br />

lorenzo tiezzi<br />

gianni troilo<br />

maria stella wirz<br />

URBAN ti trova a: MILANO · ROMA · BOLOGNA · TORINO · NAPOLI · BARI · VERONA · PADOVA · FIRENZE · PALERMO<br />

URBAN 11


Dribbling. Passaggio. Tiro. Goal! Ne sono stati dati di calci ai palloni in questi giorni mondiali,<br />

ma lo sport più bello del mondo non si è visto solo in tv. Nove città italiane sono state<br />

il palcoscenico di un’altra competizione calcistica dove l’entusiasmo e la passione non sono<br />

certo mancate, il Nike Joga3 (www.joga.com).<br />

Il 25 giugno a Riccione finalmente l’attesa finale nazionale italiana, per un torneo che si è<br />

svolto in contemporanea in 32 paesi, superando i 2 milioni di partecipanti in tutto il mondo<br />

e che in Italia ha visto giocare oltre 50mila ragazzi e ragazze. Si sono sfidati, senza esclusione<br />

di colpi, tre contro tre, senza portiere, in campi di 9 metri per 21, tutti in nome di Joga<br />

Bonito: il bel calcio! Il calcio vero, quello giocato, anche nel campetto sotto casa, ma con<br />

spirito di squadra e lealtà. Per i vincitori – la squadra dell’Arcobaleno Triggiano (Bari) – ovviamente<br />

un viaggio in Brasile, alla scoperta delle origini del bel calcio! |AB|<br />

URBANVOCI<br />

NONDISTURBAREILCONDUCENTE<br />

TRECONTROTRE<br />

ON LINE!<br />

Seimila vite lasciate sulle strade nazionali ogni anno<br />

non sono certo uno scherzo. E allora, una volta saliti<br />

in macchina e dato l’addio all’amata-odiata città, meglio<br />

non fare cazzate. A ricordarci che la prudenza<br />

non è mai troppa, soprattutto al volante, quest’anno<br />

sono scesi in campo anche Diabolik, a bordo della<br />

sua Jaguar, e Snoopy, vestito da barone rosso sulla<br />

sua cuccia, insieme ai personaggi di Altan, Bucchi,<br />

Giannelli, Vauro e tanti altri. I migliori disegnatori<br />

e vignettisti, con scritti di Piero Angela, Margherita<br />

Hack, Gianni Morandi, Licia Colò, Damiano Tommasi,<br />

hanno infatti dato vita a Vacanze coi fiocchi, campagna<br />

di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale<br />

dell’estate 2006. Perché non distrarsi alla guida,<br />

magari cambiando radio, accendendosi una sigaretta<br />

o rispondendo “Pronto?”, è un regalo verso se stessi.<br />

A fine luglio, in pieno esodo estivo, in tanti caselli<br />

stradali e piazze d’Italia troverete il libretto con le<br />

vignette e i testi: sfogliatevelo e leggetevelo, prima e<br />

dopo il viaggio! |AB|<br />

Per festeggiare i nostri primi 50 numeri<br />

ci siamo regalati il sito. Dal 24 luglio<br />

URBAN 13


STADIOSCHERMO<br />

Beijing, Cina – Le Olimpiadi di Pechino sono dietro l’angolo e anche l’architettura<br />

fa a gara per scovare le idee più sorprendenti. Come nel caso<br />

della facciata-schermo della Wukesong Basketball Hall, inserita in un grande<br />

parco fatto di enormi crateri all’interno dei quali si svolgeranno attività<br />

sportive e culturali, a firma di Burckhardt and Partner Architects Zurich. La<br />

struttura principale consiste in un perimetro ad anello formato da un’intelaiatura<br />

di travi in acciaio. Internamente invece la sala si divide in due parti:<br />

la più bassa ospita lo stadio olimpico vero e proprio con gradinate circolari,<br />

mentre quella superiore, attraversata da enormi fasci di luce paraboloidi e<br />

iperbolici, ospita spazi a vocazione commerciale. L’esterno è quindi pensato<br />

come un’immensa gradinata per eventi multimediali. Ma chi terrà il<br />

telecomando?<br />

CANALEACOLORI<br />

URBANDREAMS<br />

LA CITTÀ CHE NON C’È<br />

di Daniele Coppi<br />

INCASTRO<br />

PERFETTO<br />

Milano, Italia – Due torri sorprendentemente incastrate tra loro,<br />

indipendenti ma collegate da un “podio” che raggruppa le funzioni<br />

comuni: se l’immaginava così lo Studio Altieri, in collaborazione<br />

con ATI Imprese, il grande complesso alberghiero presso il nuovo<br />

polo fieristico di Milano, nel progetto finalista del relativo concorso.<br />

Novantanove metri la torre più alta destinata all’albergo a quattro<br />

stelle, con una parte a sviluppo orizzontale quella dell’hotel a tre stelle.<br />

Superfici opache a nord, sud ed est, composte da migliaia di led e<br />

in grado di trasmettere informazioni attraverso enormi video display<br />

mediatici. Terrazze e spazi di ritrovo all’aperto attrezzati come giardini<br />

pensili. E una doppia quota d’ingresso e collegamento diretto con il<br />

Centro Servizi della Fiera, a creare un senso di continuità che è alla<br />

base dell’intervento, pur nel rispetto della spiccata spinta verticale del<br />

progetto.<br />

Copenhagen, Danimarca – Dodicimila metri<br />

quadrati di superficie totale destinata a residenza,<br />

115 appartamenti per l’edilizia convenzionata,<br />

134 di proprietà, 40 unità ad affitto<br />

agevolato sono i numeri di Boligslangen (o<br />

Serpentine House), un progetto che trasforma<br />

la pesantezza in leggerezza, la monotonia in<br />

vivacità grazie alla ripetizione di pochi elementi<br />

ma ben combinati tra loro. Il piano terra,<br />

a ridosso di una particolarissima ansa di un<br />

canale della capitale danese, completamente<br />

libero grazie alla scelta di eleganti pilotis si arricchisce<br />

di una serie di scalinate e passaggi in<br />

quota, che rendono gli spazi unici e intriganti.<br />

I piani superiori sono pensati come combinazione<br />

tra una griglia rigida e una libera composizione,<br />

dove ogni appartamento gode di uno<br />

spazio aperto. Autore del progetto, il gruppo<br />

danese Lundgaard & Tranberg.<br />

URBAN 15


Gianluca Ciufoli<br />

Corta, aderente, blu, lucida, molto ma molto sexy.<br />

Segni particolari: taglia 38. La gonna che mi vorrei, fortissimamente<br />

vorrei, mettere giace nell’armadio da otto<br />

anni. Impossibile pensare di indossarla, nemmeno con<br />

una maglia larga coprente. Il bottone non si chiude e<br />

anche slacciata la ciccia schizza davanti e dai lati, facendomi<br />

un torto maggiore rispetto a come sono: sì, un po’<br />

ingrassata, ma non cicciona. Non ancora.<br />

Manteniamo la calma e riflettiamo. Primo: la taglia è francese,<br />

quindi la 38 è in realtà una 42, non è che io quando<br />

avevo 27 anni entrassi nella 38, stavo semplicemente<br />

molto più larga dentro una 42. Secondo: non mi sono<br />

certo messa d’impegno a seguire una dieta (e i risultati<br />

si vedono), quindi il mio caso non è disperato. Terzo: gli<br />

uomini mi dicono che sto bene così.<br />

Mentre faccio tutte queste considerazioni l’occhio ritorna<br />

allo specchio, alla pancia che deborda dalla gonna e ai<br />

ricordi di quando la allacciavo senza nemmeno trattenere<br />

il fiato.<br />

Mi sposto dal riflesso dello specchio e passo a un’altra<br />

prova della verità, la bilancia. Per fortuna l’ago non su-<br />

L’IRRAGGIUNGIBILE<br />

TAGLIA 38<br />

I vestiti, come i migliori amici, purtroppo non mentono mai<br />

URBANWOMEN<br />

di Faust<br />

pera i 56 kg come a Natale (dove era arrivato quasi fino<br />

a 58), ma sono lontanissima dai 52 kg di quella mitica<br />

estate del 1996. Le tabelle mediche dicono che per la<br />

mia altezza il peso va bene… Al diavolo! Non mi interessa<br />

quello che pensano i medici, e tanto meno gli uomini,<br />

chissenefrega di loro (per una volta). La questione è<br />

tra me e lei, la stramaledetta pancia, che poi vuol dire<br />

anche fianchi e giro-vita, il mio punto debole di sempre.<br />

Io voglio rimettere la gonna blu, i pantaloni neri eleganti<br />

ma che mi tirano. Altro che prova-costume, quello è un<br />

problema ridicolo in confronto, qui o dimagrisco o cambio<br />

guardaroba. Alzo il telefono e prenoto la visita per la<br />

liposcultura: un paio di anestesie, un paio di interventini<br />

e mi tolgo l’incubo dei tre chili. Il solo pensiero mi fa<br />

stare meglio. Entro nello studio, il chirurgo mi visita, mi<br />

guarda, mi tocca pancia e cosce. Poi mi dice: “Se fossi<br />

il suo fidanzato le direi di fare una dieta. Cominci a non<br />

mangiare formaggi, latte, dolci e salumi e poi ci rivediamo<br />

a settembre. Se proprio non è dimagrita, interveniamo”.<br />

Noooooooooooooo. E ora chi glielo dice alla<br />

gonna che non verrà al mare nemmeno quest’anno?<br />

urbanfaust@libero.it<br />

URBAN 17


Lenta distensione dell’avambraccio (destro, sinistro, a<br />

prescindere) nella fase di avvicinamento al raccoglitore,<br />

rapido scatto del pollice accompagnato da una gagliarda<br />

stretta della mano attorno all’oggetto, segue un progressivo<br />

rilassamento muscolare.<br />

Che cosa può succedere giusto giusto un momento<br />

prima di ritirare una copia del magazine che adesso hai<br />

in mano? Difficile ricordare. Soprattutto se il gesto si<br />

ritualizza e viene compiuto con la testa da un’altra parte,<br />

riducendo l’azione a sterile esercizio motorio, come<br />

in una condizione di vuoto mentale: una foto rubata,<br />

meglio se un po’ mossa, rende bene l’idea del divenire<br />

dell’azione. Si potrebbe raccontare, invece, il momento<br />

che precede il gesto immortalato nel fotogramma. Anzi,<br />

i momenti. Perché di prima ce ne possono essere tanti.<br />

Ma a che cosa si pensa mentre si prende <strong>Urban</strong> dall’espositore?<br />

Domanda inderogabile a cui, proprio perché con questo numero<br />

facciamo 50, abbiamo tentato di rispondere<br />

testo: Diego Bazzano / foto: Simone Galbusera<br />

URBAN CHI LEGGE<br />

Prima di tutto, può darsi anche che <strong>Urban</strong> tu non lo<br />

conosca. Un senso di insicurezza davanti a quell’oggetto<br />

ignoto scoraggia così qualsiasi gesto impulsivo<br />

e precipitoso tipo: arrivo, prelevo e finita lì. Il più delle<br />

volte si aggiunge anche un atteggiamento di sottile<br />

diffidenza: vuoi vedere che quel giornaletto mi vuole<br />

fregare? Fino a prova contraria, è impossibile che non<br />

costi niente. Lo hai notato appena sei entrato in que-<br />

sta libreria, non lo hai perso di vista un attimo mentre<br />

facevi finta di guardarti intorno tra gli scaffali. Ti sei<br />

avvicinato con fare circospetto, hai buttato un occhio<br />

alla copertina, gli hai dato addirittura una sfogliata<br />

veloce, se ne è accorta anche la ragazza alla cassa.<br />

“No no, do solo un’occhiata”. Sì, certo. E alla fine dai,<br />

vada per il giornaletto tanto carino, ma chissà quanto<br />

costa. A pensarci bene, però, bisogna per forza pagarlo?<br />

Dopotutto sei così vicino all’uscita… Che fai, lo<br />

prendi? Sei mica matto? E se poi il tipo della security<br />

ti corre dietro? Chi lo semina il gorilla? Prima, succede<br />

che mentre la tua testa è impegnata a sciogliere<br />

questo ingorgo di pensieri inutili, non ti accorgi che<br />

una terza mano predatrice ti sfila da sotto il naso una<br />

copia senza neanche chiederti permesso. Fino a prova<br />

contraria, come si diceva prima, la copertina parla<br />

chiaro: <strong>Urban</strong>. Zero euro. E benedetta sia la pubblicità.<br />

Prima, guardi l’orologio, hai fretta ma ti fermi lo stesso.<br />

Tanto è un attimo. Il tempo di acchiappare una copia,<br />

fare dietro-front e ti hanno già fregato la bicicletta.<br />

Un attimo, appunto. Averlo saputo prima. Se non<br />

vuoi arrivare in ritardo, adesso devi metterti a correre.<br />

Prima, vale a dire fino a dieci secondi fa, non lo stavi<br />

cercando. E adesso sai che se non sei tu a trovare <strong>Urban</strong>,<br />

è <strong>Urban</strong> che trova te. Coincidenza, o forse no. Forse è<br />

destino, visto che in città lo incontri un po’ dappertutto.<br />

O meglio, non proprio dappertutto: <strong>Urban</strong> non è il<br />

classico free press che ti aspetta sulle scale del metrò.<br />

Diciamo che lo trovi nei posti che frequenti tu. A <strong>Urban</strong><br />

piace stare in mezzo ai libri e andare al cinema, adora<br />

il sushi, si fa trovare spesso nei locali notturni. Lo incroci<br />

la mattina a lezione, la sera prima lo hai intravisto<br />

all’uscita della mostra. E scoprire questa comunanza di<br />

interessi ti fa particolarmente piacere.<br />

Prima, sono tutti quei giorni che passi ad aspettare il<br />

numero nuovo. E adesso, finalmente, stai pensando che<br />

no, tu vuoi una copia intatta, che non è stata sfiorata da<br />

nessuno e da niente, neanche da un filo d’aria. La tua<br />

copia non sarà mai quella in cima alla pila nel raccoglitore,<br />

piuttosto è quella che sta in mezzo, piegata per<br />

bene, che sembra uscita adesso adesso dalla tipografia.<br />

Peccato accorgerti che sei arrivato tardi, e del raccoglitore<br />

non è rimasto che lo scheletro.<br />

Prima, può succedere anche che ti telefoni il direttore:<br />

“Diego, ho due notizie. La buona è che il tuo primo<br />

pezzo è stato pubblicato. La cattiva è che ti abbiamo<br />

sbagliato il nome” (una i finale..., n.d.r.). Prima, ti sei già<br />

rassegnato. Il programmato urlo di “evviva” perde tutte<br />

le vocali e si trasforma in un lamento tormentato, vvvoglio<br />

cambiare pianeta. Prima, ti domandi come abbiano<br />

potuto trasformarti in un refuso.<br />

Prima di ritirare la copia di <strong>Urban</strong> che stai leggendo<br />

adesso, magari non ci hai fatto caso.<br />

Non ti sei accorto che ne sono passati di numeri e, con<br />

questo, <strong>Urban</strong> fa 50. Adesso, che poi è già dopo, forse<br />

stai pensando che qualcuno avrebbe dovuto dirtelo<br />

prima. Tranquillo, sei ancora in tempo per festeggiare<br />

in compagnia del tuo magazine preferito. Potresti, tanto<br />

per dirne una, finire di leggere tutti gli articoli (farai tanto<br />

contenti il direttore e la redazione), tenere presente,<br />

a tua discrezione, qualche interessante consiglio per<br />

l’acquisto (farai felici editore e inserzionisti) e soltanto<br />

dopo, fare il tutto a pezzettini. Come tanti coriandoli che<br />

piovono sulla testa di una città come non l’hai mai vista.<br />

18 URBAN URBAN 19


PLATEA<br />

ON THE ROAD<br />

Un testo discusso. Una compagnia che non recita in teatro. E un pullman<br />

per palcoscenico. Seduti, si parte: la città va in scena<br />

testo: Maurizio Baruffaldi / foto: Gianni Troilo<br />

Immaginate di salire su un pullman che abbia come<br />

meta dichiarata quella di perdersi. Che partirà dal<br />

centro (della città) verso la periferia e che avrà nel<br />

diradare la sua unica, solida e metafisica intenzione.<br />

Di essere passeggeri e spettatori, ma non della faccia<br />

triste o assorta del seduto di fronte, delle sue posture<br />

e segni dai quali azzardiamo personalità e storia<br />

(anche di quelli, tranquilli), ma spettatori e paganti<br />

del monologo teatrale di un attore, il passeggero più<br />

passeggero di tutti.<br />

Questo, in sintesi, l’ultimo progetto del collaudato<br />

sodalizio artistico che vive sotto il nome di<br />

Teatro della Polvere (fisicamente: Michele Mellara e<br />

Alessandro Rossi), presentato in anteprima nazionale<br />

a Bologna il 26 giugno, e che sarà dal 4 al 13 agosto<br />

nella stessa città a disposizione dei passeggeri,<br />

rigorosamente con prenotazione, nell’ambito di Bè<br />

Bolognaestate 06. Lo spettacolo/monologo è un<br />

adattamento di Ermanno Cavazzoni del romanzo Tra<br />

Mosca e Petuski del russo Venedikt Erofeev, uscito<br />

in Italia nel 1977, piuttosto difficile da trovare nelle<br />

biblioteche, pubblicato da Fanucci e da Feltrinelli,<br />

e che in Russia è stato il libro più amato e odiato<br />

a cavallo del millennio. Materia incandescente, che<br />

Michele Mellara e Alessandro Rossi hanno scelto per<br />

ritornare a un progetto teatrale, dopo l’esperienza<br />

di Suburra nel 2000, microfestival itinerante, di riso-<br />

nanza internazionale, che aveva sempre come spunto<br />

e ossessione la ricerca del contatto e scambio tra<br />

centro e periferia della città di Bologna, e quella del<br />

cine-circo Da Bologna a Sodankyla senza sudare, che<br />

ha attraversato l’Europa per arrivare al Midnight Sun<br />

Film Festival dei fratelli Kaurismaki in Finlandia.<br />

Ritornano al teatro, dicevamo, dopo le varie escursioni<br />

nel cinema, nel documentario e dopo le energie<br />

spese nella creazione di eventi d’ogni pasta, altra<br />

voce che caratterizza il loro binomio artistico.<br />

“Abbiamo un’idea di teatro espansa” spiega Michele<br />

Mellara. “Per noi il teatro non è un luogo fisico, ma<br />

cambia di volta in volta. In questo caso è itinerante<br />

perché il romanzo è una sorta di road-movie, un<br />

viaggio in vagoni malconci che il protagonista compie<br />

da Mosca a Petuski, 125 chilometri conditi da<br />

toni furiosamente comici, ma anche altamente drammatici”.<br />

Nel libro il trenino elettrico costeggia palazzoni<br />

scrostati, dacie ingobbite dal tempo, periferie<br />

dove non si riconosce la campagna dall’agglomerato<br />

informe di fabbriche e case. L’io narrante, Venicka,<br />

vive la sua spietata satira del grigiore brezneviano<br />

viaggiando su questo treno, allucinato e barcollante.<br />

20 URBAN URBAN 21


Ogni colpo di squallore fa sprizzare una scintilla di<br />

sarcasmo e voglia di vivere, in quella che è una vera e<br />

propria maratona alcolica: la vodka si rivela unica compagna<br />

e angelo custode del protagonista. Riportiamo<br />

questo passaggio eloquente da una delle ultime interviste<br />

concesse da Venedikt Erofeev. “Nei paesi della Nato<br />

e del Patto di Varsavia non sanno neanche che significhi<br />

bere, sono dilettanti di alto livello. Solo noi russi, dall’operaio<br />

al capo, sappiamo che nel bere si trova sempre<br />

un senso. È inutile cercare di proibirlo. L’uomo russo,<br />

quando gli fanno male e gli mettono i piedi in testa, beve”.<br />

Un fegato che si rispetti, è sempre russo.<br />

Una vecchia corriera anni ’70 è stata invece travestita<br />

da sovietica impiastrandole scritte e simboli dell’impero<br />

comunista, per sostituire il treno del narratore. Mosca e<br />

Petuski rappresentano invece idealmente il centro e la<br />

periferia di tutte le città.<br />

Si inizia da terra, in via Azzo Garbino, davanti alla<br />

Cineteca, nel centro di Bologna, dove non dovrebbe<br />

perdersi nemmeno un bambino e dove l’attore (Mauro<br />

Marchese) accoglie e poi accompagna il pubblico di<br />

23/24 passeggeri verso il pullman da prendere. Seduti,<br />

si parte.<br />

“Ci sono due momenti nel testo” dice Mellara. “Nella<br />

prima parte il pubblico partecipa, intimamente, anche se<br />

non parla, alle divagazioni, ironiche e drammatiche del-<br />

l’attore. La seconda parte è più onirica (anagramma di<br />

ironica, n.d.r.), delirante, il protagonista perde l’orientamento<br />

sia geografico che esistenziale, tanto che non sa<br />

più quale sia la direzione del percorso”. Se va, se torna,<br />

da dove, per dove.<br />

Le tappe del pullman sono cercate con scrupolo, devono<br />

combaciare con le immagini e i rimandi del testo “una<br />

sorta di metronomo a orologeria riadattabile nelle diverse<br />

città in cui faremo lo spettacolo. Sono fondamentali<br />

il sopralluogo e la ricerca degli spazi che offre la città in<br />

questione, adatti a illustrare, per così dire, la parola. Un<br />

viaggio che suggerisce i luoghi, li va a scovare, ma che<br />

anche li deforma. La città che sembra adeguarsi al testo,<br />

e un invito a rileggere la realtà urbana rispetto al quotidiano:<br />

non sembra più la stessa” dice Michele. Noi di<br />

<strong>Urban</strong> non possiamo che annuire: siamo qui apposta.<br />

Le fermate sono annunciate dall’impianto audio sul pullman,<br />

da dove escono musica, suoni e la voce registrata<br />

della Baraldi, l’Angela che è l’angelo, voce fuoricampo,<br />

che accompagna e sostiene il protagonista. “È una<br />

voce sempre trattata, deformata, come la coscienza di<br />

Venicka. Tutto questo serve a creare una dimensione<br />

totale, avvolgente, piena”.<br />

Il tragitto segue le indicazioni per Modena, verso la periferia<br />

di Bologna, ferma una volta davanti all’Ospedale<br />

Maggiore, che richiama l’architettura sovietica, e dove<br />

Venicka dice “Io lavoravo lì”, poi davanti al quartiere<br />

Reno, in un posteggio deposito di pullman. Of course.<br />

Nella seconda parte, quella che definiamo la più fantastica,<br />

la corriera esce dal confine della città, per arrivare<br />

a Bargellina, “in un tragitto in mezzo alla campagna in<br />

cui è facile perdere il senso dell’orientamento, dove il<br />

confine e la coscienza combaciano, sono alle spalle, per<br />

così dire. Zona industriale e artigianale dove è notte e<br />

non c’è nulla, pochissime luci, nessun profilo umano.<br />

Denso di un senso di morte”. Ma non muore nessuno<br />

veramente, è la finzione, compagni. Ed è qui che il protagonista<br />

abbandona i compagni di viaggio e scende.<br />

Gli spettatori restano, immersi dalla voce della Baraldi,<br />

l’angelo, oltre che da suoni e musiche che trasformano<br />

la realtà, che ribadiscono la sensazione della perdita:<br />

il pubblico ha smarrito anche il suo protagonista. Che<br />

viene poi ripreso più avanti (portato da un auto) e risale<br />

stravolto, straziato. Si imbocca la tangenziale e si ritorna<br />

verso il centro senza soste, nell’evidente tristezza da<br />

sbronza all’epilogo.<br />

Il pubblico scende nel punto di partenza per il monologo<br />

finale, di questo romanzo ellittico, che invita ad andare,<br />

e non si è mai mosso. “Nel romanzo è molto chiaro che il<br />

protagonista non è mai partito” dice infatti Michele. Ma<br />

non sarà la tristezza, bensì l’euforia, il sentimento che resterà<br />

in memoria al pubblico giunto a destinazione.<br />

Lo spettacolo sarà anche a Mantova, al Festival della<br />

Letteratura dal 6 al 10 settembre, poi a Roma e così via.<br />

Buono per chi. Si perde volentieri. Non ama la geografia.<br />

Crede di conoscere la sua città meglio delle sue tasche.<br />

Non distingue ancora la forza centrifuga da quella centripeta.<br />

Ama buttare l’occhio al finestrino. Lavora in centro e<br />

vive in periferia. Alloggia in centro e disprezza la periferia.<br />

Vive in periferia e non vivrebbe neanche morto in centro.<br />

URBAN 23


Annaclara Di Biase, Lilly, 2005<br />

UNDER30<br />

SU TELA<br />

Più di 500 partecipanti, 20 selezionati. Un vincitore e<br />

un artista che per <strong>Urban</strong> creerà una copertina ad hoc.<br />

Lo dicono i numeri del premio di Italian Factory:<br />

sotto i 30 la pittura c’è<br />

testo: Alessandro Riva<br />

C’è una nuovissima generazione di artisti che ha<br />

ricominciato a utilizzare con intelligenza e una forte<br />

consapevolezza il più antico dei mezzi artistici, quello<br />

della pittura, sapendolo ibridare e contaminare con<br />

altri linguaggi tratti dalla più stretta contemporaneità,<br />

dalla fotografia al fumetto fino alla scultura e<br />

alla pratica installativa. Di questa generazione, oggi,<br />

abbiamo potuto vedere uno spaccato fortemente significativo<br />

nel Premio Italian Factory per la giovane<br />

pittura italiana, del quale <strong>Urban</strong> è partner, e al quale<br />

ha partecipato in maniera diretta con un Premio speciale<br />

<strong>Urban</strong> assegnato a Maurizio Carriero. Al Premio<br />

Italian Factory, infatti (che è stato invece vinto dal<br />

ventiseienne forlivese Cristiano Tassinari), hanno<br />

partecipato oltre 500 giovani artisti under 30 da tutt’Italia,<br />

dando nel complesso l’idea di una generazione<br />

nuovissima, capace di mixare tra loro le più disparate<br />

suggestioni, dalla lezione della tradizione classica<br />

italiana alle citazioni ipercontemporanee, a riferimenti<br />

culturali ibridi e multiculturali, suggestioni pop, afflati<br />

romantici e citazioni di stampo postmoderno: un vero<br />

e proprio mix di tradizione e innovazione, intelligenza<br />

e spregiudicatezza, attenzione al mestiere senza<br />

complessi o derive passatiste o neocitazioniste. Tra<br />

questi 500 giovani partecipanti (dei quali la maggior<br />

parte, il 52%, proveniva dal nord, contro un 21%<br />

proveniente dal centro Italia e un 27% dal sud), è<br />

URBAN 25


Cristiano Tassinari, Nudo in interno, 2005<br />

stata selezionata una rosa di 20 finalisti, che, nella<br />

diversità delle tecniche utilizzate, dei riferimenti culturali<br />

sottintesi o delle diverse declinazioni stilistiche,<br />

ben rappresentavano le diverse inclinazioni che oggi<br />

la pittura italiana è in grado di rappresentare: tra loro,<br />

infatti, c’è chi rielabora e ridefinisce l’idea tradizionale<br />

di ritratto mescolandolo con il gioco della citazione<br />

colta in un dialogo a distanza con le esperienze delle<br />

avanguardie storiche (Maurizio Carriero) e chi lavora,<br />

con un mix di riferimenti classici e una forte tensione<br />

concettuale, sull’idea della stratificazione del tempo e<br />

del segno, pur all’interno dello specifico del linguaggio<br />

pittorico (Cristiano Tassinari); chi gioca, con grande<br />

libertà e un forte impatto coloristico, con le immagini<br />

della nostra memoria visiva condivisa, spaziando tra<br />

i più vari riferimenti culturali, letterari e cinematografici<br />

(come nel caso della seconda classificata, Svitlana<br />

Grebenyuk) e chi si affida al rigore di una tecnica consolidata<br />

(Mimmo Centonze); chi utilizza l’acquerello per<br />

“correggere” drammaticamente un volto (Emilia Faro)<br />

e chi con olio e bitume scalfisce la superficie delle<br />

cose (Ettore Frani), o ancora chi ritrae l’uomo a metà<br />

tra sapienza pittorica tradizionale e gioco installativo<br />

(Piero 1/2 Botta); in particolare, la figura umana viene<br />

affrontata con la tragicità cupa dell’espressionismo tedesco<br />

(Simona Bramati) o con il mimetismo fotografico<br />

dell’iperrealismo (Cora Chiavedale), con i travestimenti<br />

femministi e i condizionamenti della moda (Annaclara<br />

Di Biase) o con i riferimenti alla propria autobiografia<br />

privata (Andrea D’Aguanno), con la levità estatica di<br />

una visione (Daniele Giunta) o con la vivacità sbiadita<br />

dell’adolescenza (Marco Salvetti). Ci sono poi scene familiari<br />

descritte con la deformazione sintetica di forme<br />

e colori (Nebojša Despotovic), drammatici paesaggi<br />

urbani carichi della memoria storica e famigliare (Beli<br />

Karanovic) o calligrafie della natura con la sottile filigrana<br />

dell’Oriente (Raffaele Collu). Per arrivare infine a<br />

contaminazioni grafiche, illustrative e pittoriche (Fabio<br />

Coruzzi), a composizioni dense in cui si intrecciano<br />

Maurizio Carriero, Baby toy, 2006<br />

colori, forme e contorni (Cristiana Depedrini), a caotici<br />

collage di immagini e parole (Paola Ferla) e a bizzarre<br />

iconografie onirico-fiabesche (Daniela Perdetti) che<br />

rimandano al clima dell’illustrazione o della street art.<br />

Quanto ai punti di riferimento di questi artisti, si spazia<br />

da Caravaggio a Rembrandt a Schiele, e poi Bacon,<br />

Giacometti, Freud, Basquiat, Richter, Tuymans e Dumas<br />

tra i contemporanei. Una scelta davvero singolare, circoscritta<br />

a un’arte figurativa che a partire dalle esperienze<br />

di Caravaggio e Rembrandt, affronta il dramma<br />

esistenziale dell’uomo; scelta che si ripresenta anche<br />

nelle letture preferite, che spaziano dalla Bibbia (serbatoio<br />

di motivi, spunti e sentimenti) alla letteratura<br />

e filosofia esistenzialista di Sartre, Nietzsche, Camus,<br />

Saramago e Hesse per appuntarsi sulle Memorie di<br />

Adriano della Yourcenar; mentre in ambito musicale<br />

prevale la contaminazione di generi e autori, che alterna<br />

la musica classica al punk rock, l’elettronica al crossover,<br />

nel cinema la concordanza di gusti viene provata<br />

dalla predilezione di due registi, Kubrick e Fellini, che,<br />

pur essendo molto diversi l’uno dall’altro, si distinguono<br />

nel panorama cinematografico per lo stretto<br />

rapporto tra l’aspetto narrativo e quello visivo e per la<br />

particolare attenzione alla forma e al linguaggio.<br />

Uno spaccato generazionale che dimostra che qualcosa<br />

è davvero cambiato, e sta tutt’ora cambiando, nell’arte<br />

contemporanea italiana. In questi anni si è infatti<br />

assistito a una forte inversione di rotta nell’approccio<br />

artistico da parte delle generazioni più giovani. Di<br />

contro a una linea palesemente dominante fino a pochi<br />

anni fa, quella appunto di marca vagamente neodada<br />

e dagli evidenti retaggi concettuali, dove il rifiuto<br />

dello stile (di uno stile unificante e caratterizzante il<br />

lavoro dell’artista) e dell’identificazione con un singolo<br />

linguaggio appariva come uno degli elementi centra-<br />

li e fondanti, è infatti emerso, in questi ultimi anni,<br />

un atteggiamento di maggiore leggerezza e fluidità<br />

nell’approccio all’opera, che ha permesso agli artisti<br />

di avvicinarsi con un atteggiamento più laico e meno<br />

ideologico alla stessa pratica artistica, attraversando<br />

trasversalmente il grande bacino della storia dell’arte<br />

come quello della quotidianità o della cronaca senza<br />

complessi passatisti o atteggiamenti forzatamente intellettualistici.<br />

E tornando a confrontarsi coi problemi<br />

del linguaggio: in particolare, appunto, quello pittorico,<br />

oggi più vivo e dinamico che mai. Così, se in tutt’Europa<br />

è emersa una generazione di pittori (e di scultori)<br />

fortemente connotata e coerente, seppure con grandi<br />

differenze stilistiche e contenutistiche, che ha ripreso<br />

a lavorare approfonditamente sullo specifico della<br />

propria tradizione linguistica, sulla sua storia e sulla<br />

sua trasformazione, riallacciandosi alle diverse koiné<br />

nazionali e regionali presenti nei propri paesi d’origine<br />

(pensiamo alla tradizione della pittura anglossassone,<br />

fortemente connotata e di grande impatto e novità,<br />

anche nelle sue più recenti declinazioni, o a quella<br />

tedesca, che in questi ultimi anni è tornata ad avere<br />

grande slancio con forti connotazioni di realismo sociale),<br />

in Italia la nuova generazione di pittori ha subito<br />

un fortissimo processo di rinnovamento e di rielaborazione<br />

critica, distinguendosi per alcune caratteristiche<br />

di base, che da una parte la inseriscono perfettamente<br />

e coerentemente nel più generale clima di risveglio e<br />

ridefinizione di una nuova pittura intelligente, ironica,<br />

coltissima ma insofferente all’ormai fin troppo trito<br />

gioco della citazione e del repêchage di marca postmoderna<br />

che aveva invece caratterizzato la generazione<br />

precedente e dall’altra la sta imponendo come una delle<br />

esperienze più interessanti e nuove della più recente<br />

scena artistica europea. La generazione a cui noi tutti,<br />

oggi, guardiamo con interesse, curiosità, entusiasmo.<br />

Facciamoli crescere, facciamoli lavorare. Ci riserveranno<br />

delle sorprese.<br />

26 URBAN URBAN 27<br />

Marco Salvetti, Red haired boy, 2006<br />

Fabio Coruzzi, Keep it away from curious, 2005<br />

Nebojša Despotovic, Happy Family, 2005


Attraversare il golfo da un capo all’altro, raggiungere<br />

comodamente le spiagge più impervie, farsi un baffo del<br />

forsennato traffico del centro. Welcome on board!<br />

testo: Ciro Cacciola / foto: Alberto Bernasconi<br />

UNA <strong>METRO</strong> TRA LE ONDE<br />

Comincia a funzionare di solito quando la temperatura<br />

si mette buona: attorno ai venti gradi. Di massima, per<br />

carità. Poi, più scotta il sole, più si moltiplica: raddoppia,<br />

non lascia, va e viene. Insomma, col caldo proprio non si<br />

ferma più. Una rondine non fa primavera, dicono. Il Metrò<br />

del Mare, invece, con la sua piccola flotta, sì: motonavi,<br />

aliscafi & altri natanti marini impegnati tuttaestate in incessanti<br />

andirivieni coast to coast anzi “port to port”. Un<br />

nuovo segno dei tempi. Un mezzo di trasporto che è un<br />

piacere. Una metropolitana on the beach. Una cosa, dicono,<br />

che ci sia solo a Napoli. Sarà.<br />

Fatto sta che, almeno da giugno a settembre, per i<br />

napoletani usare la vecchia, tradizionale ferrovia metropolitana<br />

– che ancora si aggiudica in esclusiva fermate<br />

“sciccherrime” come Piazza Amedeo o Mergellina – è una<br />

“botta in fronte”. E nemmeno la nuova, efficientissima, super-contemporary-art<br />

linea 1 – quella con tutte le opere<br />

d’arte con le griffe della Transavanguardia e le star, emerse<br />

ed emergenti, dei cataloghi di Basilea, dell’Armory<br />

newyorchese o del Miart (Milano o Miami???) – riesce a<br />

cavarsela troppo bene in fatto di indici di gradimento:<br />

“se proprio devo...” è il pensiero azione. Ma se si tratta di<br />

prendere il Metrò del Mare... che piacere!<br />

D’altro canto: vuoi mettere una scia spumeggiante con<br />

un paio di rotaie? L’azzurro del golfo con il grigio underground?<br />

Una vetrata vista Vesuvio con un finestrino vista<br />

tubo (nel senso: che proprio non si vede un tubo, sic)?<br />

Una carrozza provata da mesi di folla e d’inverno con uno<br />

scafo fresco di sole e d’azzurro e di pittura acquafresh?<br />

Un marinaio bruciato dal sale e dalla fortuna con un con-<br />

28 URBAN URBAN 29


Marcella Peluffo / URBAN per Citroën


trollore abitoblù con troppe maniglie (dell’amor perduto)<br />

e fischietto?<br />

E allora pronti, partenza, via.<br />

Spieghiamo (le vele). Per chi non l’avesse mai preso, il<br />

Metrò del Mare, al suo sesto anno consecutivo di vita, è<br />

un servizio marittimo veloce promosso dall’assessorato<br />

regionale ai Trasporti (www.metrodelmare.com) che, fino<br />

al 15 ottobre, collega le zone più belle e urbanizzate<br />

della costa a nord e a sud di Napoli con una serie di linee<br />

che da Monte di Procida (mitici Campi Flegrei!) via Bacoli,<br />

Pozzuoli, Mergellina, Molo Beverello, Portici, Ercolano,<br />

Torre del Greco, Pompei, Castellammare, Seiano, arrivano<br />

fino a Positano e Amalfi. Una roba diversa dai soliti<br />

traghetti e aliscafi, diversa nel concept, nei prezzi e negli<br />

scali (le isole, infatti, sono ineluttabilmente escluse) che<br />

serve tutta l’area metropolitana della Grande Napoli.<br />

Sul Metrò del Mare si viaggia ovviamente più rilassati,<br />

senza fretta, questo sì. Se uno “deve” andare “un momento”<br />

a Sorrento (diciamo: a prendere un po’ di sole),<br />

deve passare necessariamente per Torre Annunziata, per<br />

esempio, un porticciolo che magari non avrebbe mai visto<br />

in vita sua se non ci avesse pensato il Metrò del Mare.<br />

Paradigma di sana democrazia geografica, ecco. Come<br />

pure: se uno ha i bagni (di mare) contati, in ogni caso<br />

può ammortizzare il tempo prendiraggi guadagnando un<br />

posto a sedere all’aperto o una standing ovation al sole<br />

di onda in onda: garantito, ci si abbronza uguale. Della<br />

serie, se il capo indaga e rimprovera per il troppo colore,<br />

una P.S.A. (Povera Segretaria Abbronzatissima) può<br />

sempre rispondere: “Dottore, mi creda, sono stata tutto il<br />

giorno in metropolitana!”.<br />

Scherzi a parte, qualche dato serve a rendere meglio<br />

l’idea. Il servizio, a oggi ancora unico nel suo genere<br />

in Italia e nel Mediterraneo, l’anno scorso ha superato<br />

i 200mila passeggeri in sei mesi di attività, il 17% dei<br />

quali provenienti da fuori regione e il 10% dall’estero<br />

(con prevalenza da Francia, Germania, Gran Bretagna e<br />

Spagna). La cosa geniale, un po’ “verde”, quasi bucolica,<br />

è che si ritiene che il servizio abbia permesso di sottrarre<br />

al traffico circa 15mila auto. Sarà.<br />

Va detto che quest’anno il Metrò del Mare è anche cultura.<br />

Sono allo studio infatti la possibilità di sconti nei<br />

siti archeologici per gli utenti muniti di biglietto MdM e<br />

promozioni per consentire viaggi a prezzo ridotto per gli<br />

studenti. Ma, soprattutto, corse speciali con visite guidate<br />

nei luoghi dell’arte e dell’antichità, illustrate da ricercatori<br />

universitari. Un vero scoop.<br />

I turisti, of course, amano il Metrò del Mare. Due romantiche<br />

signore inglesi del tipo non ancora in via di<br />

estinzione davvero non potevano credere che, allo stesso<br />

prezzo di un ticket con il quale si sarebbero spostate da<br />

Piccadilly a Hampstead, avrebbero “addirittura” viaggiato<br />

UNA <strong>METRO</strong>POLITANA ON THE BEACH. UNA COSA, DICONO, CHE CI SIA SOLO A NAPOLI<br />

per quattro fermate dalla centralissima Piazza Municipio<br />

agli Scavi celeberrimi: “It’s de-lovely”. Diverso il caso di<br />

una giovane coppia di Brescia che puntualizzava con una<br />

più matura coppia romana che “in fondo non è una vera<br />

metro, dal momento che tocca i territori di più comuni,<br />

non solo della città di Napoli”. Verissimo, ma che importa?<br />

Caso tipico, di contro, quello di una simpatica quanto<br />

debordante, prolifica casalinga napoletana che, con faccia<br />

tosta presa a prestito dalla Sofia Loren di Ieri, oggi e domani<br />

nell’episodio della contrabbandiera che non riusciva<br />

mai a entrare in prigione perché il marito la metteva continuamente<br />

incinta, pretendeva di usare proprio il biglietto<br />

delle linee metropolitane urbane per sé e per i suoi tre<br />

ragazzini argomentando col capitano: “Uè, scusate, capo,<br />

ma allora che Metropolitana è?!”.<br />

Il personale di bordo del MdM mastica un po’ le lingue,<br />

un po’ il sapore del sale. Giovanissimi e/o lupi di mare,<br />

accolgono pendolari, indigeni e stranieri senza discriminazioni.<br />

I bar allestiti con semplicità possono offrire anche<br />

focacce buonissime e cornetti ancora caldi. Il caffè, ovvio,<br />

è very napoletano. I gelati non mancano.<br />

“Sorrento, signori, scalo di Sorrentooooo”. Prossima fermata:<br />

Positano.<br />

Quant’è bello ‘sto metrò...<br />

URBAN 31


Concorso valido da 20 luglio 2006 al 10 settembre 2006. Montepremi complessivo di 1090,00 euro + Iva. Il regolamento completo lo trovate su www.smagazine.it URBAN per Samsung<br />

O. Mangiante, A. Desiato<br />

Non occorre sentirsi fotografi, e neppure portarsi<br />

la macchina fotografica. Non occorre nemmeno<br />

uscire con l’idea di fare delle foto. La città<br />

sta lì, come una miniera inesauribile. Basta che<br />

l’occhio si soffermi, la mano estragga di tasca il<br />

fototelefonino e il dito scatti.<br />

Lo sanno bene Alessandro Scarano, Aurora Ghini,<br />

Barbara Annibaldi, Andrea Desiato e Orsetta<br />

Mangiante, membri di Flickr-Milanouel!W (www.<br />

emmewu.com), una tra le comunità di urban photo<br />

sharing più dinamiche e creative.<br />

A loro abbiamo affidato un cellulare Samsung SGH-<br />

Z400 con fotocamera da 2 megapixel, lasciando a<br />

tutti carta bianca. Ancora una volta la città non<br />

ha deluso.<br />

LA CITTÀ A PORTATA DI SCATTO<br />

A. Ghini<br />

O. Mangiante, A. Desiato<br />

O. Mangiante, A. Desiato<br />

B. Annibaldi<br />

B. Annibaldi<br />

B. Annibaldi<br />

A. Scarano<br />

A. Ghini<br />

Al termine del concorso saranno premiati tre<br />

lettori, nelle seguenti categorie:<br />

PREMIO(S)magazine/URBAN: videocamera digitale<br />

Ego Camera Sport Samsung. Il premio sarà<br />

assegnato da una giuria composta da un<br />

responsabile Samsung, dai creativi di (S) e<br />

dal direttore di <strong>Urban</strong>.<br />

PREMIO COMMUNITY: un televisore Samsung LCD<br />

da 19” per chi avrà raccolto più voti sul<br />

sito www.smagazine.it<br />

PREMIO DOWNLOAD: un cellulare SGH-E900<br />

Samsung a chi avrà ricevuto il maggior numero<br />

di download della propria foto sul sito<br />

www.smagazine.it<br />

In caso di parità nell’assegnazione del 2°<br />

e 3° premio di categoria sarà valutato il<br />

punteggio medio più alto. Il regolamento<br />

completo dell’iniziativa è pubblicato sul<br />

sito www.smagazine.it<br />

B. Annibaldi<br />

Se anche tu ti senti fotoreporter<br />

iscriviti al concorso on line dal 20<br />

luglio al 10 settembre 2006, puoi<br />

vincere la nuova videocamera digitale<br />

Ego Camera Sport, un televisore LCD da<br />

19” e un cellulare Samsung SGH-E900,<br />

ed essere contattato dal magazine di<br />

Samsung – (S)magazine – per documentare<br />

uno dei prossimi articoli!<br />

Partecipare è semplicissimo: fai<br />

un reportage fotografico delle tue<br />

vacanze con il cellulare, iscriviti su<br />

(S)magazine al Samsung Fun Club sul<br />

sito www.smagazine.it, entra nel club<br />

fotografico, accedi alla sezione “(S)<br />

cerca fotoreporter” e pubblica un minimo<br />

di 3 scatti delle tue vacanze: sarai<br />

iscritto automaticamente al concorso e<br />

potrai controllare on line lo stato dei<br />

tuoi voti!<br />

B. Annibaldi<br />

O. Mangiante, A. Desiato


A RUOTA LIBERA<br />

Stretti nell’abitacolo vanno a caccia della massima pendenza. L’attrito è il loro peggior nemico, ma col meccanico giusto...<br />

testo: Raffaele Panizza / foto: Gughi Fassino<br />

La discesa è lunga un chilometro e mezzo, più o meno.<br />

E ci vuole un minuto, massimo un minuto e dieci,<br />

per coprire la distanza buttandosi giù dalle colline di<br />

Baldissero Torinese a bordo di una macchinina costruita<br />

in tutto e per tutto come una piccola Formula uno: telaio,<br />

colori, pilota in tuta sgargiante, guanti e casco integrale.<br />

Niente motore, però. Vietato farsi spingere a braccia.<br />

Unica forza propulsiva: l’inerzia, un po’ come automobili<br />

che scivolano giù da un terrapieno per colpa di un<br />

conducente sbadato che ha scordato d’inserire il freno<br />

a mano. Ecco il circo dorato dei “carretti”. O carèt, come<br />

li chiamano a Torino: mezzi da discesa costruiti grazie<br />

alle conoscenze sempre più raffinate di una generazione<br />

d’ingegneri di paese, capaci di ridurre al minimo gli attriti<br />

delle parti meccaniche, di ponderare le zavorre e oliare<br />

i giunti delle gomme, in modo da permettere all’aria e<br />

alla pendenza di trasformarsi in propulsori naturali. In<br />

tutta Europa, appena la morfologia del territorio lo permette,<br />

nascosti tra gli alberi ci sono migliaia di appas-<br />

sionati che si lanciano nelle curve a gomito a bordo degli<br />

aggeggi più improbabili.<br />

E sulle colline intorno alla Basilica di Superga c’è una<br />

delle scuderie più agguerrite d’Italia, la temuta A.s.d.<br />

Baldissero. Venti piloti dagli 11 fino ai 50 anni suonati,<br />

più altrettanti bolidi passati per lo più sotto i ferri sapienti<br />

dell’officina dei F.lli Visca – insospettabile carpenteria<br />

URBAN 33


metallica nelle ore diurne e fucina di nuovi veicoli in<br />

quelle notturne – diventata ormai box ufficiale di tutto<br />

il paese. E non senza qualche conflitto d’interessi c’è da<br />

dire, considerato che praticamente tutti i componenti<br />

della famiglia Visca sono corridori incalliti. “Abbiamo<br />

debuttato qualche anno fa in occasione di una gara a<br />

Bastia di Mondovì, gareggiando con dei tubolari enormi<br />

da 400 chili che frenavano solo posteriormente” racconta<br />

Elio Visca, che per il suo carretto ha scelto sobri colori<br />

McLaren, grigio e nero. “Per fermarci, al termine della<br />

discesa, dovevamo inchiodare facendo tre testacoda, seminando<br />

il panico nella piazza principale del paese”.<br />

Da quel giorno, però, le tecniche si sono affinate, il peso<br />

è stato dimezzato, e di conseguenza sono cresciuti il<br />

tempo e la fatica necessari per costruire il carretto perfetto.<br />

“Per realizzarne uno ci vogliono circa quattro mesi di<br />

lavoro” racconta Roberto Visca, padre di Marilena, Ilenia<br />

e Maicol, tutti immancabilmente piloti di carretto, e quest’ultimo<br />

come nome comanda munito di veicolo in stile<br />

Ferrari ereditato dallo zio. “Il telaio è fatto di ferro, tubolare<br />

e scatolato. Mentre la scocca è sagomata con fogli di<br />

polistirolo sovrapposti uno a uno, tirati con la resina e infine<br />

stuccati”. Ma non è finita. Perché poi c’è da attrezzare<br />

le cinture di sicurezza (obbligatorie, in stile rally), scegliere<br />

le ruote migliori (c’è chi riadatta i cerchioni di un<br />

motorino, e chi invece si fa spedire dalla Repubblica Ceca<br />

– dove i carretti sono diffusissimi, una specie di sport<br />

nazionale – quelle originali). E infine verniciare. “Anche se<br />

il vero segreto è lavorare di cesello sugli attriti delle parti<br />

meccaniche”, racconta Luca, con la sua tuta rossa da<br />

meccanico Alfa Romeo e il veicolo col numero 439 sulla<br />

fiancata, a ricordare l’orario (4:39) in cui si sveglia ogni<br />

santa mattina. “In discesa raramente si supera la velocità<br />

di 80 chilometri all’ora” spiega Luca “e di conseguenza<br />

l’aerodinamicità del carretto è un problema relativo. Più<br />

importante è che le ruote girino senza nessun ostacolo, e<br />

soprattutto che i freni siano ben registrati”.<br />

E per far sì che tutto funzioni a dovere, il mezzo va<br />

testato su strada. Cosa più facile a dirsi che a farsi, considerando<br />

che, per permettere ai carèt di scorrazzare<br />

liberi dove normalmente viaggiano le automobili, occorre<br />

accordarsi con le autorità locali e piazzare un vigile all’inizio<br />

e uno alla fine della pista. Cosa possibile soltanto<br />

durante le gare, ovviamente. Ecco allora che non è raro<br />

trovare i piloti della A.s.d. Baldissero riuniti a notte fonda<br />

nel centro del paese, intenti a rodare l’apparato frenante<br />

nella discesa che porta dritta alla piazza del comune, con<br />

un’automobile davanti a illuminare il percorso.<br />

CI SONO MIGLIAIA DI APPASSIONATI CHE SI LANCIANO NELLE CURVE A BORDO DEGLI AGGEGGI PIÙ IMPROBABILI<br />

Il tutto, in attesa della gara ufficiale. Dove finalmente si<br />

sfoggiano le tute da go-kart, anche se una semplice divisa<br />

da meccanico sarebbe sufficiente. Dove si coprono<br />

i propri carretti con teli di plastica, per far sì che gli altri<br />

concorrenti non possano copiare le soluzioni tecniche,<br />

oppure per nascondere qualche scorrettezza, come piazzare<br />

piombo qua e là per rendere il mezzo bello zavorrato,<br />

e quindi più veloce. C’è chi copre le ruote con le retine<br />

utilizzate dalle donne per farsi la permanente, convinto<br />

in questo modo di tenere i pneumatici in temperatura<br />

perfetta. Poi, si parte. Uno alla volta si affronta la discesa,<br />

ci si esibisce in una derapata spettacolare infilandosi nella<br />

curva a gomito, e s’inchioda a fine pista. Ai bordi del<br />

circuito, disseminati nelle zone più pericolose, cubotti di<br />

fieno comprati a un euro ciascuno dai contadini della zona<br />

tutelano da eventuali schianti o precipizi nel burrone.<br />

E poi si torna su, agganciati uno all’altro con una corda,<br />

trainati da un camioncino. I carretti andranno a riposare<br />

al secondo piano granaio di Roberto Visca, che ha costruito<br />

un montacarichi basculante per far salire comodamente<br />

i mezzi. Da domani, se il lavoro nella carpenteria<br />

lo permetterà, si ricomincerà a scervellarsi sulle soluzioni<br />

tecniche. Il 17 settembre si corre la gara più attesa, la<br />

“notturna” di Baldissero. E nessuno può permettersi di<br />

perdere.<br />

URBAN 35


Insieme a Ferruccio Spinetti ha<br />

fatto una scommessa: spogliare<br />

la musica altrui del superfluo e<br />

ridurla ai soli contrabbasso e voce.<br />

La sua. Che sul palco non tradisce<br />

testo: Vita Magnani / foto: Cesare Cicardini<br />

Un giorno, per caso, Petra Magoni duetta con<br />

Ferruccio Spinetti degli Avion Travel. Suonano insieme<br />

– voce lei, contrabbasso lui – e in un pomeriggio<br />

consolidano l’asse toscano (lei vive a Pisa, lui a Siena)<br />

registrando Musica Nuda, cd di cover che spaziano<br />

da Roxanne a Guarda che luna. È il 2004: vendono<br />

10mila copie in Italia e 15mila all’estero, arrivano<br />

terzi al Premio Tenco e ottengono riconoscimenti in<br />

Francia, fino al premio Progetto Speciale al MEI 2005.<br />

Quest’anno replicano con Musica Nuda 2. Petra, intanto,<br />

ha fatto un duetto anche di... figli.<br />

Musica Nuda 1 e 2… quali abiti avete tolto alla musica?<br />

Le abbiamo tolto un po’ di tutto perché il progetto è<br />

nato così: prendiamo canzoni molto conosciute e le<br />

spogliamo di tutti gli strumenti, lasciando solo contrabbasso<br />

e voce. Il resto chi ascolta se lo può comunque<br />

immaginare: può pensare al fill di batteria o al riff di<br />

chitarra che noi non suoniamo ma che tutti sappiamo<br />

esserci nella versione originale di quella canzone.<br />

Lasciamo molto spazio all’ascoltatore. Poi nel corso<br />

degli anni, dopo più di 100 concerti, ci è venuto anche<br />

spontaneo scrivere qualche canzone, ma non è un nostro<br />

obiettivo: c’è tanta bella musica in giro che aspetta<br />

solo di essere suonata.<br />

L’aggettivo “nuda” mi fa venire in mente anche<br />

“cruda”...<br />

NUDA<br />

PETRA<br />

Mmmh, a questo non avevo mai pensato. Però è vero<br />

che abbiamo trovato molte estensioni al concetto di<br />

“nudo”. Per esempio, è un progetto che è nato dal basso:<br />

chiamavamo noi i primi locali in cui suonare, abbiamo<br />

trovato noi l’etichetta con cui pubblicare il lavoro.<br />

Un gradino dopo l’altro siamo arrivati a qualcosa che,<br />

pur rimanendo in un ambito per così dire “di nicchia”,<br />

ci sta dando molte soddisfazioni in Italia e soprattutto<br />

all’estero.<br />

Giocherei ancora un po’ con le associazioni mentali.<br />

Sempre “nuda” mi fa pensare a un corpo, mentre la<br />

musica, in quanto immateriale, è più spesso associata<br />

all’anima. Come la vedi tu?<br />

La vedo viva, e quando si è vivi si è sia corpo che<br />

anima. Per me cantare – come suonare, per qualsiasi<br />

musicista – non è un lavoro, è quasi un bisogno. Se io<br />

non canto, dopo qualche giorno sto male, mi manca<br />

qualcosa e per questo la vedo come un fatto fisico. E<br />

per il tipo di strumento che suono, l’elemento fisico<br />

c’entra davvero perché la voce ce la portiamo sempre<br />

appresso, anche se non ci pensiamo, e risente di tutto,<br />

dei nostri stati d’animo ma anche della nostra salute.<br />

Non puoi chiuderla in una custodia e lasciarla lì: se la<br />

sera prendi freddo, la voce ne risente.<br />

L’aspetto più legato all’anima e alla sfera delle emozioni<br />

si esprime invece nelle canzoni che scegliamo, che per<br />

noi hanno sempre un significato legato a un sentimento,<br />

positivo o negativo. Quando canto determinate can-<br />

zoni, per esempio, succede una specie di “esorcismo”…<br />

?!?!<br />

… semplicemente ogni volta rivivo una determinata<br />

situazione e la circoscrivo al momento in cui canto la<br />

canzone, perché cerco di dare molto significato al testo<br />

che sto cantando.<br />

Non mi sembra una cosa che succeda spesso, nemmeno<br />

a chi canta le sue canzoni…<br />

Qui è un po’ la differenza. In realtà c’è tanta gente che<br />

canta bene in giro, siamo pieni di belle voci, però non<br />

trovo quasi mai qualcuno che sappia quello che sta dicendo.<br />

L’uso che cerco di fare io dello “strumento voce”<br />

è questo: usarla anche male tecnicamente, ma sottolineare<br />

quello che sta dicendo il testo. Per esempio,<br />

Guarda che luna siamo abituati a sentirla canticchiare<br />

come una canzoncina da spiaggia: in realtà, dice “Vorrei<br />

morire perché tu non ci sei”… mica poco! Le parole<br />

che usa sono quelle, è scritto, e io le interpreto in<br />

questa direzione. Questa è un’impostazione che mi<br />

deriva dagli studi che ho fatto, dal canto gregoriano<br />

per la precisione, dove la musica era al servizio della<br />

parola. Addirittura, la musica in quel periodo non<br />

aveva “tempo” prestabilito, seguiva invece il ritmo<br />

della parola e del discorso. Impercettibilmente, alla<br />

lontana, cerco di rifarmi proprio a questo principio,<br />

soprattutto con certe canzoni italiane di cui non<br />

siamo abituati ad ascoltare il significato.<br />

Altri esempi?<br />

Mamma mia dammi cento lire è senza dubbio un’altra<br />

canzone disperata, che può essere vista in due<br />

modi: il primo è la storia del bastimento che affonda,<br />

tema attualissimo in tempo di migranti che tutti<br />

i giorni tentano di arrivare qui ma non ce la fanno e<br />

affondano, annegano nel mare (peraltro “affogare”<br />

dà questa sensazione di gola chiusa e bloccata,<br />

da usare proprio così per interpretare la canzone);<br />

l’altro aspetto è una visione della depressione, un<br />

affondare che sempre più persone provano quotidianamente.<br />

Mamma mia dammi cento lire è anche<br />

questa sensazione di non respirare più, di affogare.<br />

Torniamo al canto gregoriano: fra i vari studi, so<br />

che hai frequentato il Pontificio Istituto di Musica<br />

Sacra di Milano, che dal nome dà l’idea di qualcosa<br />

quantomeno fuori dal tempo… e invece?<br />

E invece è proprio così! Non era esattamente per<br />

me in tutto e per tutto, però ho imparato delle<br />

cose che non avrei trovato fuori da lì. Anche in<br />

conservatorio, per esempio, il canto gregoriano<br />

non viene proprio considerato e invece è la base<br />

di tutto, a partire dal suo essere diverso da tutto il<br />

resto della musica rispetto al tempo: il tempo era<br />

dato dalla parola.<br />

Il contrario di quello che viviamo oggi.<br />

Sì, esattamente il contrario, anche se poi tutto deriva<br />

da lì.<br />

Misteri della Fede. Se invece dovessi scegliere<br />

un tempo musicale, qual è quello che meglio si<br />

adatta alle tue corde (vocali anche)?<br />

Ehhh, il tre. Il tre è bello… il tre quarti. Non è che<br />

lo vorrei cantare tutti i giorni, ma è vero che i<br />

pezzi in tre sono quelli che istintivamente arrivano<br />

prima.<br />

Significati esoterici legati al numero 3?<br />

No.<br />

Avete affrontato e state affrontando un lungo<br />

tour, sia in Italia sia all’estero. La luce cambia<br />

da città a città. E la musica?<br />

No, la nostra musica non cambia nelle diverse città.<br />

Una cosa che mi ha stupito, per esempio, è stato<br />

vedere la reazione del pubblico italiano e la reazione<br />

del pubblico francese – di fronte allo stesso<br />

repertorio – e trovarla assolutamente identica.<br />

Ti capita mai di fermarti ad ascoltare il suono<br />

delle città in cui ti trovi?<br />

Mi piace andare in giro quando sono in una città<br />

che non è la mia e cercare di vedere il posto. Mi piace<br />

quando suoniamo in occasioni in cui magari non<br />

36 URBAN URBAN 37


PER ME CANTARE – COME SUONARE, PER QUALSIASI MUSICISTA – NON È UN LAVORO, È QUASI UN BISOGNO<br />

siamo soli e posso ascoltare anche altri gruppi. Oppure<br />

a Parigi, che è la città in cui ci troviamo più spesso in<br />

tournée – almeno una volta al mese ci capita di stare là<br />

– è stato bello per me entrare in contatto con la musica<br />

francese e con il mondo sonoro di una lingua nuova e<br />

non solo cantata. Mi piacciono anche le diverse sonorità<br />

dei dialetti italiani ma, con noi, le persone parlano poi in<br />

italiano, ovvio; in Francia, invece, c’è stato l’impatto con<br />

questa dimensione totalmente sconosciuta e che adesso<br />

sto imparando a conoscere: sono molto orgogliosa<br />

perché il francese non lo avevo mai studiato e adesso<br />

sempre più spesso lo canto.<br />

Peraltro, voci femminili di tutto rispetto in Francia.<br />

Sì, ma devo dire che sto ascoltando più i cantautori.<br />

Nougaro mi piace tantissimo e infatti abbiamo fatto<br />

un suo pezzo (La vie en noir, n.d.r.) e un pezzo di<br />

Gainsbourg (Couleur café, n.d.r.). È venuto naturale, proprio<br />

perché siamo entrati in contatto con il loro mondo.<br />

Ho letto, fra le recensioni che parlano di te, un appellativo<br />

che richiede un certo impegno: The Voice,<br />

come Sinatra… come si fa a non montarsi la testa<br />

con un paragone del genere?!<br />

Mah, forse solo per il colore degli occhi… A parte gli<br />

scherzi, non mi monto la testa semplicemente perché<br />

ho la mia trentina d’anni abbondante, ho avuto già le<br />

mie esperienze in passato – momenti belli e momenti<br />

brutti intendo – quindi mi rendo conto che questo me-<br />

stiere è fatto di lavoro. Anche di fortuna, certo: per me<br />

la fortuna è stata incontrare Ferruccio. Però, la testa te<br />

la puoi montare quando hai le folle osannanti e questo a<br />

noi non capita. Anzi, la cosa che io amo è che, anche se<br />

andiamo in giro, non c’è la gente che ci ferma (che deve<br />

essere anche una bella scocciatura!) però poi suoniamo<br />

e il pubblico non manca mai. È bello non avere quel tipo<br />

di popolarità che può diventare fastidioso, ma avere l’attenzione<br />

di chi viene ai concerti, che sono poi quelli che<br />

comprano i dischi: questo è l’ideale.<br />

Abbiamo parlato di canto finora… spieghi a una profana<br />

che cosa si prova quando si canta?<br />

Non hai mai cantato?<br />

Con parsimonia.<br />

Nemmeno sotto la doccia?!<br />

Non lo definirei cantare…<br />

Che cosa si prova… Beh, a parte sentire la voce che<br />

esce, percepisci tutta un’emozione e poi, soprattutto,<br />

senti di riempire lo spazio.<br />

E “dentro”?<br />

Dipende da quello che canto e dallo stato d’animo.<br />

Prima ti dicevo che quando canto certe canzoni, rivivo<br />

determinate situazioni e le esorcizzo. Poi dipende, se<br />

hai mal di gola, se hai molti concerti come la mia voce<br />

in questo periodo… Però sta bene: la faccio vedere ogni<br />

anno dal foniatra.<br />

Che cosa fa il foniatra?<br />

Ti guarda. Con una telecamerina ti fa vedere in televisione<br />

le corde vocali. Quante sono le corde vocali???<br />

(Domanda trabocchetto, è il titolo di una canzone<br />

dell’album) Due. Quella con Ferruccio è una delle più<br />

proficue, ma non è certo l’unica delle tue collaborazioni…<br />

È una cosa che mi piace. Da tutti, non solo dagli artisti,<br />

c’è sempre qualcosa da imparare. Il fatto di collaborare<br />

con altri, nello specifico, porta anche a non stancarsi di<br />

quello che si fa: se cantassi tutte le sere le stesse dieci<br />

canzoni mi verrebbe un po’ a noia tutto.<br />

Il sogno nel cassetto?<br />

Il massimo, per me che canto accompagnata dal contrabbasso,<br />

sarebbe Sting. In quanto bassista e cantante.<br />

URBAN 39


foto: Malena Mazza / styling: Sergio Colantuoni<br />

ass. stylist: Luisa Girola<br />

make up: Francesco Tesenti@Freelancer<br />

hair: Lorenzo Cherubini@Face to Face<br />

modella: Martina Verdenelli@2morrowmodel<br />

INFLATABLELOVER<br />

40 URBAN URBAN 41<br />

reggiseno in seta Madame V / pantaloni in cotone stampato David & Goliath


shorts e reggiseno Sundek<br />

camicia-mantella in seta stampata Nolita / pantaloni in cotone stampato David & Goliath / borsa Merc / divano gonfiabile Cocò / sandali in vernice con zeppa Just Cavalli<br />

42 URBAN URBAN 43


shorts Sundek / reggiseno in seta Madame V<br />

minigonna Sundek / bikini con farfalle in tessuto applicate Nolita / décolleté in camoscio e pelle Missoni Sport<br />

44 URBAN URBAN 45


giubbino in tessuto tecnico stampato Custo / top in cotone stampato Just Cavalli / collana “coeur” Irina Volkonskii / maschera da snow Oakley<br />

top in cotone stampato David & Goliath / reggiseno in seta Madame V / gonna in cotone e sottogonna in tulle; borsa mappamondo; anelli; collana di perle con gelati di tessuto imbottiti e ricoperti<br />

di cristalli Après Midi / sandali di vernice Stephen / torta gonfiabile Cocò<br />

46 URBAN URBAN 47<br />

per il divano e la torta gonfiabile si ringrazia Cocò, Milano (tel. 02-29517771)


SEASHOP<br />

Finalmente lontani dal chiasso urbano, lasciatevi<br />

trasportare solo dal suono dell’acqua e dal<br />

ritmo delle onde<br />

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spiaggia incontaminata, il mare increspato<br />

da una dolce brezza... questo evoca la<br />

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URBAN 51


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Akuel<br />

Arena<br />

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Artic Vodka<br />

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Audace<br />

Audi<br />

Aurora<br />

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Bacardi<br />

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Banca Popolare di Lodi<br />

Banca Popolare di Milano<br />

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BenQ<br />

Benetton<br />

Beta Moto<br />

Bialetti<br />

Billabong<br />

Biotherm<br />

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Bollè eyewear<br />

Bomb Boogie<br />

Borotalco<br />

Breil<br />

Brooksfield fragrance<br />

Buena Vista Home Video<br />

Buongiorno<br />

Burn<br />

Buscofen<br />

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Canadian Classic<br />

Cape Horn<br />

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Carlsberg<br />

Carolina Herrera fragrance<br />

Casucci Jeans<br />

Centro Edile<br />

Centro Portoghese di Design<br />

Champion<br />

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Chrysler<br />

Cinecittà<br />

Citroën<br />

Coca-Cola<br />

Coin<br />

Colgate<br />

Collistar<br />

Colors of California<br />

Combo<br />

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Corona<br />

Cosmoprof<br />

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De Agostini<br />

Deha<br />

Diadora<br />

Diesel<br />

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Dior make up<br />

DownTown<br />

Duracell<br />

Durex<br />

Elizabeth Arden<br />

Emily the Strange<br />

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Energie<br />

Ericsson<br />

Ethic<br />

Etnies<br />

Etro<br />

Fabio Di Nicola<br />

Fargan<br />

Fiat<br />

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Fiorucci<br />

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Fluxus<br />

Fnac<br />

Foot Locker<br />

Ford<br />

Fox International<br />

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Franklin&Marshall<br />

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Garnier<br />

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Going<br />

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H3G<br />

Hamilton<br />

Harbour Club<br />

Heineken<br />

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Honda<br />

Hot Dog<br />

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Idea Factory<br />

IED Istituto Europeo di Design<br />

Ikea<br />

Imperial<br />

INAIL<br />

Indesit<br />

Indian Jeans<br />

Infinity<br />

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Lancôme make up<br />

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Le Coq Sportif<br />

Lee Jeans<br />

Les Copains fragrance<br />

Leviʼs<br />

LG<br />

Locman<br />

Lonsdale<br />

Lorenz<br />

Lovable<br />

Lufthansa<br />

Malizia<br />

Marangoni School<br />

Mario Valentino<br />

Marlboro Classic<br />

Mars<br />

Martini<br />

Massimo Gatti<br />

Mazda<br />

Medusa Home Video<br />

MeltinʼPot<br />

Mentadent<br />

Merrell<br />

Met Jeans<br />

Microsoft<br />

MIDO fiera<br />

Milano Film Festival<br />

Mini<br />

Ministero della Salute<br />

Miss Sixty<br />

Mondadori libri<br />

Monopoli di Stato<br />

Montres De Luxe<br />

Morellato<br />

Moschino Jeans<br />

Motorola<br />

MTV<br />

Naba Accademia<br />

Napapijri<br />

Nara Camicie<br />

Nescafè<br />

Nike<br />

Nina Ricci fragrance<br />

Nintendo<br />

Nissan<br />

Nitro<br />

Nivea<br />

Nokia<br />

Nolan<br />

Nomination<br />

NordKapp<br />

Olympus<br />

OXS shoes<br />

Paco Rabanne fragrance<br />

Pagine Gialle<br />

Pampero<br />

Panasonic<br />

Patagonia<br />

Peroni<br />

Peugeot<br />

Peugeot Motocycles<br />

Phard<br />

Philips<br />

Phyto<br />

Piaggio<br />

Pianegonda<br />

Pickwick<br />

Pinko<br />

PlayLife<br />

Pompea<br />

Propel<br />

Protest<br />

Puma fragrance<br />

R101<br />

Radio Monte Carlo<br />

Raid Gauloises<br />

Ralph Lauren fragrance<br />

Ray-Ban<br />

Red Bull<br />

Renault<br />

Rimmel<br />

Rock Star<br />

Rolex<br />

Rolling Stone<br />

Roma Europa Festival<br />

Rubra<br />

Saab<br />

Samsung<br />

Sandvik<br />

Seat<br />

Sector<br />

Seiko<br />

Serravalle outlet<br />

Siemens<br />

Silk Epil<br />

Sisley<br />

Skoda<br />

SKY<br />

Smirnoff<br />

Smith eyewear<br />

Società del Quartetto<br />

Sony Pictures<br />

Sony PlayStation<br />

Soprani fragrance<br />

Spazio 1380<br />

Spiewak<br />

Sportmax<br />

Sprite Zero<br />

Stato Maggiore Aeronautica<br />

Stefanel<br />

Studio Universal<br />

Sub Dued<br />

Sundek<br />

Suzuki Moto<br />

Swatch<br />

Take Two<br />

Tampax<br />

Telecom<br />

Tennentʼs<br />

Testanera<br />

TIM<br />

Timberland<br />

Tony & Guy<br />

Transavia<br />

Tribe<br />

Triumph<br />

Trudi Gioielli<br />

Trussardi eyewear<br />

Trussardi fragrance<br />

Trussardi Jeans<br />

Tucano <strong>Urban</strong>o<br />

UBI Soft<br />

UGC Multisala<br />

Umm Clothing<br />

Universal Studios<br />

Universo Sport<br />

Unovobis<br />

Versace Classic<br />

Versace Jeans<br />

Versus abbigliamento<br />

Versus fragrance<br />

Vichy<br />

Victorinox<br />

Virgin<br />

Virgin Jeans<br />

Vodafone<br />

Volare airlines<br />

Volkswagen<br />

Volvo<br />

W. & L.T. shoes<br />

Warner Bros Home Video<br />

Wonderbra<br />

Yamaha<br />

Yokohama<br />

Zenith orologi


GUIDALUGLIO-AGOSTO<br />

FILM 58<br />

LIBRI 61<br />

DIGITAL LIFE 63<br />

MUSICA 66<br />

LA STAR DEL MESE: ROLLING STONES. Milano,<br />

Stadio Meazza, 11 luglio<br />

BUONI E CATTIVI<br />

CAPOLAVORO<br />

Oh mio Dio! Come ho fatto senza, finora?<br />

GRANDE<br />

Come, sarebbe già finito!? Ancora! Ancora!<br />

BUONO<br />

Non ci cambierà la vita, ma funziona<br />

VABBÉ<br />

Coraggio, consideriamola una prova generale<br />

BLEAH!<br />

Complimenti! Fare peggio era davvero difficile<br />

HA DISEGNATO QUESTO MESE PER URBAN<br />

GIANLUCA CIUFOLI<br />

TEATRO 69<br />

ARTE 71<br />

NIGHTLIFE 73<br />

FOOD: Milano 74<br />

Roma 76<br />

Torino 78<br />

Veneto 79<br />

Bologna 80<br />

Napoli 81<br />

MADONNA È TRA NOI<br />

ROMA | Madonna<br />

C’è qualcosa che non sapete di<br />

Madonna? C’è un momento della vita<br />

in cui non siete stati febbrilmente informati<br />

delle sue attività? Di Madonna<br />

travestita da Che Guevara, Madonna<br />

che compra un castello, attacca Bush,<br />

bacia Britney, si crocifigge sul palco,<br />

viene raccontata dalla sua amante,<br />

si fa un nuovo lifting, fa yoga, fa un<br />

film brutto, altri film brutti, sposa un<br />

regista di film brutti. Madonna che si<br />

dà all’elettronica, poi al country, poi<br />

alla disco anni ’70, scrive libri per<br />

bambini, abbraccia l’ebraismo, cambia<br />

nome in Esther, pubblica un nuovo dvd.<br />

Davvero non sapete che Madonna il 6<br />

agosto sarà all’Olimpico di Roma? O<br />

forse Madonna è comunque sempre<br />

con voi, perché è onnipresente, molto<br />

probabilmente onnipotente, in effetti<br />

forse Madonna è Dio. |PM|<br />

SGUARDO ALIENO SU PALERMO<br />

Videoartisti all’arrembaggio di<br />

Palermo. Dieci tra i protagonisti della<br />

scena contemporanea, da Rä di<br />

Martino a Gea Casolaro, da Jacopo<br />

Tartarone a Marcello Maloberti, sono<br />

stati invitati per cinque giorni a<br />

Palermo a lavorare sul campo: ciascuno<br />

con il proprio personale contributo<br />

alla stesura di una singolare videoguida<br />

che mettesse a fuoco tracce e<br />

frammenti di una città vista da fuori,<br />

con lo sguardo di chi non ci vive. I risultati<br />

di questo reportage sui generis,<br />

Girato a Palermo, si scoprono dal 29<br />

luglio al 15 settembre nella chiesa<br />

Montevergini, dove le opere scorrono<br />

contemporaneamente in una videoinstallazione<br />

globale. Info: www.kalsart.it<br />

TORINO | Sere d’Estate alla Reggia<br />

Imbarazzo della scelta, zanzare permettendo,<br />

davanti al cartellone del<br />

programma messo a punto dall’Hiroshima<br />

Mon Amour per i giardini<br />

della Reggia di Venaria Reale, tra il<br />

19 e il 27 luglio. Apre il sound etnico<br />

di Youssou N’Dour, poi gli Africa<br />

Unite con l’ultimo Controlli, il mitico<br />

Giuliano “The King” Palma, Silvestri<br />

che duetta con Marco Paolini, le<br />

note contemporanee di Ludovico<br />

Einaudi e, a chiusura, lo spettacolo<br />

concertato di Claudio Bisio con Elio<br />

e le Storie Tese.<br />

www.hiroshimamonamour.org<br />

© Jacopo Tartarone<br />

roma | Gay Village 2006<br />

Etero, bisexual, gay o lesbo, non<br />

importa: quel che conta è che quest’anno<br />

al Gay Village nel Parco<br />

delle Cascate dell’Eur le atmosfere<br />

sono da Mille e una notte. Fino al<br />

9 settembre, un vero pandemonio<br />

di feste, eventi e appuntamenti all’insegna<br />

del credo gay-lesbo e soprattutto<br />

tanta musica di tendenza.<br />

Un assaggio? L’appuntamento del<br />

12 agosto con il dj Tim Sheridan,<br />

il cui VeryVeryWrongInDeed Party<br />

sta già impazzando sulle spiagge<br />

di Ibiza.<br />

www.gayvillage.it<br />

MILANO| Trent’anni con l’aria<br />

condizionata<br />

Luglio non è un mese per andare a<br />

teatro, perché gli attori non vanno<br />

in scena e il pubblico preferisce<br />

starsene all’aria aperta.<br />

Ma questa volta l’occasione si fa<br />

ghiotta, perché negli spazi scenici<br />

del Pim e in quelli del Goganga,<br />

primo, l’aria condizionata va a<br />

palla; secondo, la programmazione<br />

prevede spettacoli, feste e incontri.<br />

Tutto dedicato alla Milano dagli<br />

anni Settanta a oggi. Fino al 29<br />

luglio.<br />

www.pimspazioscenico.it<br />

URBAN 57


DVD<br />

Incredibile ma vero, quando<br />

abbiamo visto Munich<br />

al cinema ci è toccata in<br />

sorte una pizza monca della<br />

scena clou del film: il confronto<br />

morale, durato una<br />

notte intera, tra gli agenti<br />

del Mossad e i terroristi<br />

palestinesi che uccideranno<br />

poco dopo. Cose che succedono,<br />

ci hanno spiegato<br />

sia distributori sia esercenti,<br />

dandosi peraltro la colpa a<br />

vicenda. Se è capitato anche<br />

a voi, recuperate Munich<br />

nella sua integrità ora che<br />

esce in dvd, non solo perché<br />

è un grande film e uno<br />

dei più belli degli ultimi<br />

tempi, ma magari anche per<br />

dargli l’appoggio che gli è<br />

mancato quando sono stati<br />

assegnati gli Oscar (di quest’anno<br />

bisognerebbe dire<br />

“Munich ha perso” più che<br />

“Crash ha vinto”). Poverelli<br />

gli extra: solo una featurette<br />

sul casting con interviste a<br />

Spielberg, produttori, sceneggiatore<br />

e attori.<br />

IPSE DIXIT<br />

– “Sono davvero contro<br />

le pellicce, e anche mia<br />

figlia lo è. Ma la pelle… io<br />

sono rock, devo avere la<br />

pelle!”. Courtney Love (non<br />

Celentano) (Time Style &<br />

Design, estate 2006).<br />

– “Oh, non è difficile.<br />

Trattengo il respiro e penso<br />

a Shakespeare”. Richard<br />

Dreyfuss (Lo squalo,<br />

Poseidon) commenta il suo<br />

titolo di “Laurence Olivier<br />

della recitazione sott’acqua”<br />

(Time, maggio 2006).<br />

– “Avevo già una storia<br />

d’amore con i diamanti, ora<br />

ce l’ho anche con il cristallo!”.<br />

Jennifer Lopez, ricevendo<br />

il Women In Film Crystal<br />

Award per la sua attività<br />

benefica, lo scorso giugno.<br />

58 URBAN<br />

FILM<br />

DI SASHA CARNEVALI<br />

GLI EROI NORMALI<br />

DEL QUARTO AEREO<br />

I protagonisti del volo United<br />

93 sono grandi. Anche senza<br />

Bruce Willis<br />

UNITED 93<br />

Paul Greengrass<br />

Paul Greengrass è un regista dotato<br />

di una grande pietà nei confronti delle<br />

vittime della violenza degli uomini: grande<br />

perché ne rispetta profondamente<br />

la dignità. Non c’è sciacallaggio nella<br />

tragedia, non mette in piazza il dolore di<br />

chi resta. Basta il dolore dello spettatore,<br />

persona appena informata dei fatti, non<br />

imboccata di primi piani strazianti o dettagli<br />

carichi del tipo “l’occhio della madre”.<br />

Avevamo conosciuto questa sua etica/estetica<br />

del less is more quando vinse<br />

l’Orso d’oro a Berlino con Sunday, bloody<br />

sunday, film che ricostruiva il massacro<br />

di Londonderry del 1972. La ritroviamo<br />

oggi, applicata con rigore insuperabile,<br />

alla vicenda dell’unico aereo che l’11<br />

settembre non centrò il suo obiettivo,<br />

ovvero la Casa Bianca. I fatti, le parole,<br />

i comportamenti dei controllori di volo,<br />

delle autorità militari, dei passeggeri<br />

e dell’equipaggio sono stati ricostruiti<br />

dopo aver raccolto documenti e testimonianze<br />

già a partire dall’indomani dell’attacco.<br />

Con l’aiuto delle famiglie delle<br />

vittime (che hanno preso a chiamare<br />

United 93 “il nostro film”) Greengrass ha<br />

così ricostruito quella che lui definisce<br />

“una verità credibile”, che segue i fatti in<br />

tempo reale (20 minuti di pratiche per<br />

il decollo più 90 di volo) alternando le<br />

scene che si svolgono sull’aereo a quelle<br />

nei vari centri di controllo a terra.<br />

Se fosse un film brutto, o ricattatorio, sarebbe<br />

comunque difficile parlarne male,<br />

e i motivi sono ovvi. Ma questo è un film<br />

bello in sé, perfino a prescindere dall’argomento,<br />

soprattutto perché Greengrass<br />

ha usato intelligentemente la lezione di<br />

Rossellini e dei suoi sceneggiati storici:<br />

se impieghi volti sconosciuti tutto diventa<br />

immediatamente credibile e reale come<br />

un documentario. In questo caso si tratta<br />

di attori semiprofessionisti (fra l’altro<br />

estremamente somiglianti alle persone<br />

che interpretano) e, si scopre leggendo i<br />

titoli di coda, di alcuni dei controllori che<br />

quel giorno vissero il caos e l’angoscia<br />

nei loro centri e nelle loro torri. Il fatto<br />

che non ci siano Bruce Willis a menare i<br />

kamikaze in cabina di pilotaggio o Tom<br />

Hanks a chiamare disperatamente da<br />

terra gli aerei dirottati ci permette di non<br />

focalizzare l’attenzione su un solo attore<br />

(inteso soprattutto come persona che<br />

agisce), ma di immedesimarci in tutti,<br />

seppur molto brevemente. Il regista infatti<br />

non concede primi piani, monologhi o<br />

qualsiasi occasione di “bella recitazione”<br />

a nessuno, usa inquadrature e movimenti<br />

di macchina via via più concitati e una fotografia<br />

(di Barry Ackroyd, collaboratore<br />

fisso di Ken Loach) che non ha niente di<br />

agiografico.<br />

Provoca un grande dolore guardare<br />

United 93 anche perché, pur sapendo come<br />

va a finire, l’effetto Romeo e Giulietta<br />

è inevitabile (lì vien da urlare “aspetta,<br />

non è morta! Non è morta!!”, qui “sì<br />

che l’hanno dirottato, come fate a non<br />

capirlo?!”, “fatelo ORA! Fate passare il<br />

pilota!!”): vorremmo tutti riscrivere questa<br />

storia e riconquistare l’innocenza e la fiducia<br />

che abbiamo perduto quel giorno.<br />

THE RINGER<br />

Barry W. Blaustein<br />

Ringer = atleta o cavallo che<br />

ne sostituisce un altro, magari<br />

spacciandosi per l’originale<br />

senza esserne all’altezza. È un<br />

buon titolo per la storia del<br />

bravo ragazzo Steve (Johnny<br />

Knoxville): ha bisogno di<br />

28mila dollari per far riattaccare<br />

le dita che un immigrato<br />

clandestino ha perso falciandogli<br />

il prato, così si iscrive<br />

alle Olimpiadi Speciali fingendosi<br />

ritardato. Sconfiggere<br />

il campione in carica, per un<br />

“normale”, dovrebbe essere<br />

un gioco da ragazzi… Lo<br />

scopo dei fratelli Farrelly, autori<br />

di Scemo & più scemo e<br />

Tutti pazzi per Mary, è ancora<br />

quello di mescolare il demenziale<br />

con il clinicamente<br />

demente. Il fatto che in questo<br />

caso figurino solo come<br />

produttori nuoce al film, a cui<br />

non mancano buone invenzioni<br />

comiche, ma che non ha il<br />

coraggio di fare scelte più decise<br />

sia in termini di regia che<br />

di sceneggiatura. Il personaggio<br />

di Knoxville, per esempio,<br />

è troppo buono e indeciso e<br />

l’attore stesso (dispiace dirlo<br />

perché ci sta simpatico fin dai<br />

tempi del delirante Jackass)<br />

non ha sufficiente presenza.<br />

Ci si chiede cosa avrebbero<br />

fatto al posto suo i ben più<br />

costosi ed efficaci Adam<br />

Sandler e Jim Carrey.<br />

BACIATI DALLA<br />

SFORTUNA<br />

Donald Petrie<br />

Ashley (Lindsay Lohan) è<br />

una newyorchese in carriera<br />

e superfortunata (tipo che<br />

per sbaglio la tintoria le consegna<br />

un vestito di Sarah<br />

Jessica Parker, firmato Dolce<br />

& Gabbana, giusto prima dell’appuntamento<br />

con biondo<br />

miliardario). Jake (Chris Pine,<br />

il Rob Lowe del 2000, ma<br />

meno pericoloso) è invece un<br />

aspirante produttore discografico<br />

supersfortunato (tipo che<br />

viene preso per un maniaco<br />

quando gli si strappano i<br />

pantaloni perché si è chinato<br />

a raccogliere un biglietto da 5<br />

dollari che contiene una cacca<br />

di cane). I loro destini si invertono<br />

durante un fuggevole<br />

bacio a un ballo mascherato…<br />

Commedia romantica molto<br />

gradevole, che pur rispettando<br />

tutti i canoni del genere<br />

e quindi le aspettative del<br />

pubblico (se vai al ristorante<br />

cinese vuol dire che vuoi mangiare<br />

gli involtini primavera,<br />

non polenta e osei) riesce a<br />

escogitare per i suoi protagonisti<br />

una felice sequela di<br />

incidenti fortunati e sfortunati,<br />

mai volgari o gratuiti. Perfetto<br />

per un pubblico di ragazzine,<br />

specialmente se fan della<br />

Lohan, comunque due orette<br />

di divertimento pulito anche<br />

per gallinelle più mature.<br />

CHIAMATA DA<br />

UNO SCONOSCIUTO<br />

Simon West<br />

Che cosa c’è di più estivo di<br />

un’oca bionda e puttanella che<br />

fa la fine che si merita in un<br />

“film de paura”? Forse solo<br />

il pedalò. Con l’afa arrivano<br />

infatti i thriller, gli horror, gli<br />

splatter, i sequel e i remake.<br />

Ecco quindi When a stranger<br />

calls, rivisitazione di Quando<br />

chiama uno sconosciuto<br />

(1979), di cui espande il primo<br />

atto fino a coprire l’intero<br />

film. Jill è in punizione per aver<br />

speso troppo discutendo al<br />

cellulare con il fidanzato, beccato<br />

in flagrante con l’amica<br />

(bionda e puttanella): per ripagare<br />

i genitori fa la babysitter<br />

in una magione isolata e affacciata<br />

su un lago, tutta corridoi,<br />

vetrate e luci automatizzate<br />

(ooh, se si accendono vuol<br />

dire che c’è qualcuno!!). La<br />

musica si fa presto premonitrice,<br />

e così resta per i successivi<br />

75 minuti (su 85 totali). Poco<br />

dopo cominciano ad arrivare<br />

le telefonate: il nostro non è<br />

un cattivo logorroico, chiede<br />

solo se Jill ha controllato i<br />

bambini e dice che vuole sentire<br />

il suo sangue addosso…<br />

Ma più si procede, meno avvincente<br />

si fa il film. Il prologo<br />

sembra uno sbaglio, l’epilogo<br />

appiccicato perché la fine, così<br />

da sola, sarebbe stata poco<br />

soddisfacente.<br />

GRANDMA’S BOY<br />

Nicholaus Goossen<br />

Il trentacinquenne Alex viene<br />

sbattuto fuori di casa perché<br />

il suo coinquilino ha speso i<br />

soldi dell’affitto in massaggiatrici<br />

filippine. Si ritrova così<br />

a vivere con l’arzilla nonnina<br />

e due sue amiche. Di giorno<br />

lavora come testatore in una<br />

casa di videogiochi, di notte<br />

sviluppa il suo game rivoluzionario.<br />

Tra i colleghi e gli<br />

amici ci sono il “genio”, uno<br />

spostato che crede di vivere<br />

dentro Matrix e parla come<br />

un robot; il ciccione che non<br />

ha mai toccato tetta in vita<br />

sua (salve ciucciarne una per<br />

13 ore di fila a una festa in<br />

casa delle vecchiette); un<br />

capo new-age; una consulente<br />

carina che al karaoke<br />

imita le Salt’n’Pepa. E c’è un<br />

fattone da culto, Dante, che<br />

invece del cane da guardia<br />

prende prima un leone (“nessuno<br />

rompe i coglioni a un<br />

leone!”) e poi una scimmia<br />

che fa taekwondo. Prodotta<br />

da Adam Sandler, che ci ha<br />

infilato i colleghi/amici David<br />

Spade e Rob Schneider nei<br />

ruoli di un cameriere vegano<br />

isterico e un padrone di casa<br />

slavo-mafioso, è una simpatica<br />

commedia demenziale a<br />

tema geek, che regala risate<br />

grasse soprattutto quando<br />

entrano in campo i comprimari.<br />

Da drive-in.<br />

PIANO PERFETTO: LIBERI TUTTI<br />

Come salvare i 511<br />

prigionieri reclusi nel<br />

lager giapponese?<br />

THE GREAT RAID<br />

John Dahl<br />

Nel gennaio del 1945 i<br />

Ranger americani liberarono<br />

511 prigionieri in mano ai<br />

giapponesi nelle Filippine,<br />

dopo averli quasi abbandonati<br />

per tre anni alla malaria<br />

e ai crimini di guerra dei<br />

loro aguzzini. Morirono 800<br />

giapponesi nell’attacco a<br />

sorpresa, tra gli alleati 21<br />

filippini e due americani: a<br />

tutt’oggi rimane la più gloriosa<br />

missione di recupero<br />

mai intrapresa dall’esercito<br />

degli Stati Uniti. Il film racconta<br />

la preparazione del<br />

raid a opera del Colonnello<br />

Mucci (Benjamin Bratt, le cui<br />

capacità vengono spesso<br />

sottovalutate) e del Capitano<br />

Prince (James Franco), inframmezzata<br />

da scene di<br />

vita nel campo di prigionia,<br />

dove il moribondo Maggiore<br />

Gibson (Joseph Fiennes)<br />

tiene duro per vedere i giapponesi<br />

sconfitti e soprattutto<br />

ritrovare l’amata Margaret<br />

(Connie Nielsen), che mentre<br />

lo aspetta a Manila si dà da<br />

fare con la resistenza locale.<br />

La vera storia di questo film<br />

è molto più interessante del<br />

film stesso, troppo lungo,<br />

mal gestito nell’alternarsi<br />

delle linee narrative (a<br />

metà film Lei, l’angelo che<br />

tiene in vita Lui, sparisce<br />

per ricomparire solo sul<br />

finale), commentato da una<br />

colonna sonora da un tanto<br />

al chilo, spesso fastidiosa<br />

e inutile, e pure diretto in<br />

modo mediocre, soprattutto<br />

nella prima parte. Non che<br />

Dahl potesse cavare molto<br />

di più da Joseph Fiennes,<br />

attore dotato di una sola<br />

torva espressione, ma a cui<br />

i produttori della Miramax, i<br />

fratelli Weinstein, sono tanto<br />

affezionati dai tempi di<br />

Shakespeare in love da dargli<br />

una grande occasione, come<br />

fecero con il Paziente inglese<br />

per il ben più talentuoso fratello<br />

maggiore Ralph.<br />

CINECANICOLA<br />

All’ombra di un bel<br />

film!<br />

C’è sempre qualcosa di<br />

colpevole nei piaceri cinematografici<br />

estivi: dovremmo<br />

essere fuori a goderci il<br />

sole e il caldo, e invece stiamo<br />

con le persiane chiuse<br />

a guardarci Il Gattopardo in<br />

televisione (non c’è niente di<br />

più libidinoso che godersi la<br />

canicola dei primi pomeriggi<br />

d’agosto con un bel classico<br />

di ambientazione siciliana,<br />

magari Sedotta e abbandonata<br />

o Gelosia). Non è<br />

sempre facile ritrovare titoli<br />

che ci abbiano emozionato<br />

in passato, ma per fortuna ci<br />

sono case come la Dolmen,<br />

che partorisce nuove preziose<br />

collane a ogni piè sospinto.<br />

Perfetta per le calde<br />

notti di questi mesi, magari<br />

per acquietare i bpm (battiti<br />

per minuto, n.d.r.) al ritorno<br />

da una serata movimentata,<br />

quella dedicata al regista<br />

finlandese Aki Kaurismaki,<br />

maestro assoluto dell’umorismo<br />

laconico, degli accostamenti<br />

improbabili e della<br />

poetica della sottrazione.<br />

Sono già disponibili La<br />

fiammiferaia, Ombre nel paradiso,<br />

il geniale Leningrad<br />

Cowboys go America e tra<br />

luglio e agosto escono Ho<br />

affittato un killer e l’inedito<br />

Calamari Union. I titoli che<br />

non sono mai stati distribuiti<br />

nelle sale italiane hanno la<br />

colonna sonora originale e<br />

i sottotitoli, cosa che rende<br />

la visione anche più interessante<br />

perché scopriamo<br />

che la recitazione voluta<br />

dal regista è un filo meno<br />

monocorde e bressoniana di<br />

quanto non sembri nei film<br />

doppiati. I dvd sono però,<br />

come si dice in gergo, “alla<br />

vaniglia”: a prescindere dalla<br />

filmografia di Kaurismaki,<br />

non contengono extra. Ma<br />

le opere d’arte non devono<br />

essere sempre spiegate.<br />

URBAN 59


Affresco almodovariano su una<br />

Stromboli alternativa<br />

PEPPE LANZETTA<br />

Giugno Picasso<br />

Feltrinelli, I Canguri, 2006<br />

259 pp., 14 euro<br />

“…Don Alfonso amava la vita e aveva<br />

scelto un’isola per continuare a vivere.<br />

Per più di trent’anni aveva fatto il marinaio:<br />

era passato da imbarco a imbarco,<br />

prima sui mercantili poi sulle navi della<br />

flotta Lauro, l’Achille e l’Angelina. Con i<br />

soldi della liquidazione poi si era comprato<br />

una casa a Stromboli. E da lì continuava<br />

a sognare con lo sguardo rivolto<br />

al mare.<br />

La casa era composta da due corpi, nei<br />

quali – con il tempo e un piccolo investimento<br />

– don Alfonso aveva ricavato otto<br />

camere. Due grandi terrazze con panche<br />

in muratura e colonne mozze guardavano<br />

verso il mare di Ficogrande. Una ripida<br />

scala esterna dalle massicce balaustre<br />

colorate di rosa portava al piano superiore.<br />

Sul resto della muratura, tirato a<br />

calce, bianco, bianchissimo, spiccava<br />

sgargiante una superba buganvillea, violenta<br />

come una passione, delicata e forte<br />

come una presenza femminile.<br />

Don Alfonso aveva tenuto per sé due<br />

stanze che si affacciavano sulla terrazza<br />

più grande. Sotto la pergola aveva sistemato<br />

un lungo tavolo intorno al quale,<br />

nelle serate d’estate, si riunivano ospiti e<br />

amici. In un angolo giaceva ammucchiata<br />

da anni una vecchia rete, ricordo chissà<br />

di quale lontananza.<br />

Nella cucina che sapeva di pesce c’era<br />

anche un piccolo forno a legna per il<br />

pane, ma lui aveva rimesso in funzione<br />

quello esterno che biancheggiava, minuscola<br />

moschea, fra i due corpi della casa.<br />

Sul fronte che dava verso strada e verso<br />

le pendici del vulcano, prosperava un orto<br />

piccolo e rigoglioso: una palma maestosa<br />

ombreggiava un fazzoletto di terra<br />

dove don Alfonso cercava testardamente<br />

di far crescere un prato e che tornava utile<br />

nei mesi estivi, complice l’ampia chioma<br />

dell’albero, per guadagnare se non la<br />

frescura almeno il ristoro dell’ombra. Da<br />

questo piccolo giardino si entrava nella<br />

camera da letto di don Alfonso, traboccante<br />

di ninnoli, souvenir, oggetti piccoli e<br />

grandi che arrivavano da paesi lontanissimi<br />

o da parti del Mediterraneo…”.<br />

“…Tutti sapevano che don Alfonso non<br />

aveva bisogno di molto per vivere: gli bastava<br />

quello spazio e ciò che conteneva.<br />

Perché si era portato dentro il mare, così<br />

diceva. E il mare gli dava la misura della<br />

proprietà, dei rapporti umani, delle parole<br />

da spendere…”.<br />

E mentre la Protezione Civile ha da<br />

poco impiantato a Stromboli sei bunker<br />

per proteggere i turisti da possibili<br />

“bombe vulcaniche”, Peppe Lanzetta,<br />

scrittore napoletano già collaboratore<br />

DI MARTA TOPIS<br />

ISOLANO <strong>METRO</strong>POLITANO<br />

TRA VULCANO E MARE Rock<br />

di Bennato, Pino Daniele, James Senese,<br />

Almamegretta e Franco Battiato, vi<br />

racconta, attraverso le parole e i pensieri<br />

di un ex marinaio in pensione (don<br />

Alfonso), la sua isola eoliana, popolandola<br />

di personaggi alternativi che non<br />

sfigurerebbero in un film di Almodóvar.<br />

Sulla terrazza di Ficogrande, in un clima<br />

libertino da ex-fricchettoni, recitano<br />

come su un palcoscenico “buoni solventi”<br />

(gli ospiti paganti, vedi Regine, ex<br />

scrittrice di mezza età) e isolani acquisiti<br />

(la famiglia decaduta dei Condrò), con<br />

protagonisti Omar (il figlio ribelle di don<br />

Alfonso) e Pablo (il Giugno Picasso del<br />

titolo), l’amico artista spagnolo, bello e<br />

biondo saraceno, che seduce tutti nascondendo<br />

un ingombrante segreto.<br />

Pagina dopo pagina una storia che cresce<br />

e travolge, come l’onda anomala del<br />

2004 che Lanzetta mantiene sullo sfondo<br />

come metafora dei suoi personaggi<br />

alla deriva. Lettura estivissima.<br />

L'AMERICA VISTA DA YATES<br />

Nella New York<br />

“ubriaca” degli anni<br />

Cinquanta, 11 storie<br />

raccontate da un<br />

grande maestro<br />

UNDICI SOLITUDINI<br />

Richard Yates<br />

Minimum Fax,<br />

Classics, 2006<br />

257 pp., 10 euro<br />

Leggete attentamente le<br />

avvertenze prima dell’uso,<br />

ovvero: 1) lasciate perdere se<br />

siete alla ricerca di una lettura<br />

frivola o comica, o se non siete<br />

di buon umore; 2) lasciate<br />

ugualmente perdere se non<br />

nutrite simpatia per il mondo<br />

a stelle e strisce e per i racconti<br />

di vita quotidiana.<br />

In tutti gli altri casi (ivi compreso<br />

se vi cimentate nella<br />

scrittura) vi consigliamo, prima<br />

di procedere, di leggere<br />

riga per riga la prefazione di<br />

Paolo Cognetti che vi fornirà<br />

valide ragioni per affrontare<br />

le Undici Solitudini descritte<br />

da Richard Yates (1926-<br />

1992), uno che intorno ai 25<br />

anni aveva già parecchio da<br />

raccontare, e soprattutto lo<br />

sapeva fare bene.<br />

Sullo sfondo degli anni<br />

Cinquanta, in una New York<br />

“brulicante e ubriaca” si<br />

muovono le solitudini di uno<br />

studente sfigato, di un’impiegatuccia<br />

dalla vita insulsa, di<br />

un sergente militare che brutalizza<br />

le sue giovani reclute,<br />

di una donna che seppellisce<br />

il marito tubercolotico prima<br />

ancora che sia morto o di una<br />

coppia scoppiata in cui lui è<br />

LIBRI<br />

un aspirante scrittore di troppe<br />

pretese. Personaggi mediocri<br />

che vivono nella mediocrità<br />

più assoluta, a cui Yates<br />

(un autore “maledetto”, di<br />

quelli che fumavano quattro<br />

pacchetti di sigarette al giorno<br />

e ci davano dentro anche<br />

con l’alcol) è riuscito a dare<br />

carattere e personalità invidiabili.<br />

Ha ragione Cognetti: “Un<br />

nuovo libro da mettere nello<br />

scaffale dei grandi racconti<br />

americani, un maestro che<br />

molti allievi vorrebbero (e dovrebbero,<br />

n.d.r.) incontrare”.<br />

immagine tratta dalla copertina di: Peppe Lanzetta, Giugno Picasso, Feltrinelli, I Canguri, 2006<br />

SHORT<br />

story al<br />

femminile<br />

PER SEMPRE GIOVANE<br />

Gianni Biondillo<br />

Guanda, Narratori della<br />

Fenice, 2006<br />

195 pp., 14 euro<br />

Partendo dall’assunto che<br />

“non esiste viaggio senza musica”<br />

(declama l’autore a pag.<br />

69), ecco quattro ventenni<br />

milanesi che frequentano il<br />

Bar Magenta in pieni anni<br />

Ottanta, quando i Pooh vincono<br />

San Remo e la Nannini<br />

canta “Bello, bello impossibile…”,<br />

quando si telefonava<br />

a gettoni e si ascoltava il<br />

walkman (altro che iPod!):<br />

formano un gruppo rock tutto<br />

al femminile e partono in<br />

furgone per il concerto della<br />

loro vita. Un viaggio tutto<br />

canzoni e sigarette, che emerge<br />

dalla memoria di una delle<br />

protagoniste, oggi sposata<br />

con prole. Un viaggio che<br />

è un sogno, che però va in<br />

frantumi e, come canta Raf, fa<br />

domandare: “Che cosa resterà<br />

di questi anni Ottanta…”.<br />

Appassionante.<br />

LA SPIA E LA ROCKSTAR<br />

Liaty Pisani<br />

Fazi Editore,<br />

Vele Nere, 2006<br />

295 pp., 17,50 euro<br />

Si apre su una Venezia notturna,<br />

seicentesca e cupa, e<br />

si chiude su una autunnale,<br />

grigia e bagnata, questa spystory<br />

che pesca fifty-fifty nel<br />

torbido e nell’azione, inaugurando<br />

la nuova collana della<br />

Fazi “Vele Nere” (e che altro<br />

colore?), dedicata a gialli e<br />

noir rigorosamente di penna<br />

italiana. Protagonisti un inossidabile<br />

agente segreto e una<br />

nota rockstar sulla via del tramonto<br />

che lottano contro una<br />

misteriosa pandemia. Creati<br />

dalla fantasia di Liaty Pisani,<br />

già definita la “Le Carré in<br />

gonnella”, è infatti un libro<br />

per gli amanti del genere.<br />

Perfetto sotto l’ombrellone.<br />

URBAN 61


PQ<br />

Psp e Nintendo DS quest’estate<br />

ti curiosano nella mente<br />

Siete pronti a partire per le vacanze,<br />

ma la PlayStation o la Xbox proprio non<br />

riescono a entrare nella borsa già completamente<br />

piena di costumi, ciabatte,<br />

creme prima, durante e dopo sole, libri e<br />

boccette...<br />

Niente paura, per i giocatori compulsivi<br />

c’è sempre una soluzione: una bella<br />

console portatile, tascabile, sulla quale<br />

giocare, ma che in alcuni casi permette<br />

anche la visione di film e l’ascolto di musica.<br />

Quest’anno i titoli più interessanti<br />

sono legati a giochi cerebrali, visto il<br />

boom estivo dei sudoku, del cruciverba e<br />

dei giochini logico-matematici.<br />

La Psp propone Pq, ovvero Pratical in-<br />

DI SANDRO BRESCIA<br />

LA CONSOLE PORTATILE?<br />

È QUESTIONE DI CERVELLO<br />

telligence quotient. Come recita il titolo<br />

in questo gioco sviluppato dalla D3 si<br />

valuta il livello dell’intelligenza pratica attraverso<br />

diversi tipi di puzzle da risolvere<br />

nel minor tempo possibile. I 13 puzzle su<br />

100 livelli sono di quattro tipi: “a scala”,<br />

piatti, con i laser e verticali, permettendo<br />

così un numero gigantesco di incastri<br />

diversi. La grafica è molto bella, ricorda<br />

addirittura le atmosfere di Tron. E naturalmente<br />

c’è la possibilità di giocare online<br />

e confrontare il proprio Pq con quello<br />

di tantissimi altri utenti.<br />

L’altro colosso del mondo portatile, il<br />

Nintendo Ds, propone un “brain game”<br />

firmato addirittura da un neuro scienziato,<br />

Ryuta Kawashima. In Brain age<br />

bisogna risolvere una serie di giochi, quiz<br />

e test, ma ci sono anche puzzle matematici<br />

come il sudoku. Attraverso un test il<br />

gioco è in grado di valutare la vostra età<br />

cerebrale, così potrete verificare in prima<br />

persona se sarete in grado di raggiungere<br />

gli obiettivi del Professor Kawashima.<br />

In più, secondo i realizzatori, l’uso quotidiano<br />

del gioco favorirebbe l’utilizzo di<br />

parti di cervello che in genere vengono<br />

spremute poco...<br />

A questo punto forse il termine “gioco”<br />

non è così appropriato per questa<br />

palestra cerebrale: ci si può comunque<br />

divertire, a patto di accettare le critiche<br />

del personal trainer e non scagliare la<br />

console dalla finestra al decimo esercizio<br />

non riuscito!<br />

PQ<br />

Psp<br />

BRAIN AGE<br />

Nintendo DS<br />

AL TIMONE DI UN COPPA AMERICA<br />

Nuovi campi di regata<br />

a suon di virate e<br />

strambate!<br />

Andare in barca a vela è<br />

una splendida passione,<br />

peccato non sia esattamente<br />

alla portata di tutti. Fosse<br />

anche solo per l’assenza del<br />

mare in molte città italiane.<br />

Per consolarsi, ci si può<br />

buttare ancora una volta sui<br />

videogiochi. Certo, con tutto<br />

l’entusiasmo del mondo, la<br />

splendida grafica del mare<br />

non regala le stesse emozioni<br />

di un vero oceano e il profumo<br />

dello schermo non è lo stesso<br />

della salsedine... Però, con<br />

un po’ di fantasia, ci si può<br />

lanciare in sfide e regate<br />

degne della Coppa America.<br />

Alla quarta edizione, Virtual<br />

skipper naviga proprio in queste<br />

acque. Agli scenari delle<br />

versioni precedenti, come San<br />

Francisco o Auckland, si aggiungono<br />

una serie di nuove<br />

DIGITAL LIFE<br />

location di tutto rispetto come<br />

Napoli, Valencia e Marsiglia.<br />

Mentre il sistema di navigazione<br />

resta invariato, la<br />

grafica e la cura dei dettagli<br />

fanno passi da gigante con un<br />

realismo oceanico veramente<br />

d’effetto. Tra i difetti del gioco<br />

segnaliamo la scarsa scelta di<br />

imbarcazioni: solo quattro, infatti,<br />

le barche disponibili. Un<br />

vero peccato, perché almeno<br />

virtualmente un giocatore, o<br />

meglio uno skipper, potrebbe<br />

permettersi di avere una flotta<br />

a disposizione.<br />

Se ci si avvicina per la prima<br />

volta a questo sport è utile<br />

leggere le regole, prese dall’Isaf<br />

(la Federazione internazionale)<br />

e cercare di digerire il<br />

linguaggio nautico. Se invece<br />

siete esperti lupi di mare,<br />

mettetevi al timone, lascate la<br />

randa e partite con il vento in<br />

poppa!<br />

VIRTUAL SKIPPER 4<br />

Pc<br />

E-NEWS<br />

Il sesso prima fatelo<br />

fare al vostro avatar<br />

In principio furono le chat.<br />

I primi luoghi dove cercare un<br />

partner, anche solo a livello<br />

virtuale. Poi l’arrivo delle<br />

webcam ha cambiato ulteriormente<br />

le regole del gioco<br />

della seduzione telematica.<br />

Ora anche il mondo dei videogiochi<br />

sembra pronto all’invasione<br />

degli “ultracorpi”.<br />

In giugno a San Francisco<br />

si è tenuta un’interessante<br />

conferenza dal titolo Sex in<br />

videogames: proprio in quella<br />

occasione Tina Courtney<br />

ha presentato il progetto<br />

Naughty America. I primi segnali<br />

si erano avuti negli anni<br />

scorsi con giochini a sfondo<br />

erotico molto contenuti come<br />

Playboy e Leisure Suite Larry,<br />

ma questa volta il gioco si fa<br />

duro.<br />

In Naughty America The<br />

Game (di cui potete scoprire<br />

tutti i dettagli sull’esaustivo<br />

www.naughtyamericathegame.com),<br />

in uscita in luglio<br />

negli States, chi partecipa<br />

avrà un alter ego virtuale, il<br />

suo fascinoso avatar, con il<br />

quale incontrare, chattare e<br />

fare sesso on line (sì, avete<br />

letto bene) con gli altri<br />

utenti.<br />

Si potrà flirtare nel proprio<br />

appartamento o anche in<br />

quartieri a luci rosse, elaborati<br />

per ogni tipo di gusto.<br />

Di fatto Naughty America<br />

rappresenta l’animo erotico<br />

di giochi come Second Life<br />

e Socioltron. Secondo i realizzatori,<br />

nella più fortunata<br />

delle ipotesi il divertimento<br />

può trascendere la rete<br />

e sbarcare nella realtà. In<br />

questo caso bisogna stare<br />

attenti però. Non è detto che<br />

quella bionda alta e fatale sia<br />

proprio tale e quale, né tantomeno<br />

potrebbe essere così<br />

irresistibile il fisico di quel<br />

ragazzo che passa la vita nella<br />

palestra virtuale!<br />

URBAN 63


HOT HIT<br />

Le più scaricate a fine<br />

giugno da i Tunes<br />

Music Store − Italia<br />

1. GNARLS BARKLEY<br />

Crazy<br />

“Maybe I’m crazy. Maybe you’re crazy.<br />

Maybe we’re crazy. Probably”.<br />

2. SERGIO MENDES & BLACK<br />

EYED PEAS<br />

Mas que nada<br />

“Um samba como este tão legal,<br />

voce não vai querer que eu chegue<br />

no final”.<br />

3. SHAKIRA & WYCLEF JEAN<br />

Hips don’t lie<br />

“Como se llama, bonita, mi casa, su<br />

casa, Shakira, Shakira”.<br />

4. BEBE<br />

Malo<br />

“Malo, malo, malo eres. No se daña<br />

a quien se quiere, no. Tonto, tonto,<br />

tonto eres. No te pienses mejor que<br />

las mujeres”.<br />

5. BOB SINCLAR<br />

World, hold on (Children of the<br />

sky)<br />

“Sing it loud, sing it proud, everybody,<br />

yeah yeah yeah yeah, oooh”.<br />

6. RIHANNA<br />

Sos<br />

“I’m the question and you’re of course<br />

the answer”.<br />

7. FABRI FIBRA<br />

Applausi per Fibra<br />

“Cambio lavoro cambio casa cambio<br />

figa, cambio le amicizie, che sfiga”.<br />

8. U2 & MARY J. BLIGE<br />

One<br />

“Well we hurt each other, then we do<br />

it again”.<br />

9. RED HOT CHILI PEPPERS<br />

Dani California<br />

“Black bandana, sweet Louisiana,<br />

robbin’ banks in the state of<br />

Indiana”.<br />

10. LIGABUE<br />

Happy hour<br />

“Dicono che i sogni sono tutti gratis,<br />

ma son quasi tutti quanti usati.<br />

Copriti per bene che non ti conviene<br />

il mondo qui”.<br />

MUSICA<br />

DI PAOLO MADEDDU<br />

TRA INCUBI MUSICALI<br />

E FESTIVAL DA SOGNO<br />

ROGER WATERS<br />

In the flesh<br />

Columbia<br />

Gli spettatori dei megaconcerti:<br />

cosa vogliono davvero?<br />

Facile: adorare i loro dèi<br />

(non per niente li si chiama<br />

divi). Con gran soddisfazione<br />

di tutti. O quasi. Come per<br />

Roger Waters, che un giorno<br />

sul palco si sentì un pupazzo<br />

invece che un dio, e capì di<br />

SOTTOFONDO<br />

NON CREDETE AL TORMENTONE<br />

È inutile cercarlo ora.<br />

O è già in pista da<br />

qualche mese o sa di<br />

posticcio<br />

Non vorremmo darvi una<br />

delusione, specie se lavorate<br />

nei media e avete la necessità<br />

di fare il temino stagionale<br />

– ma i tormentoni estivi non<br />

esistono. Il vero tormentone<br />

sono i giornali che ogni estate<br />

pubblicano il solito elenco, e<br />

si sganasciano su Vamos a la<br />

playa o Luglio col bene che ti<br />

voglio, indicando immancabilmente<br />

le loro eredi per l’anno<br />

in corso. Ma non è vero niente.<br />

Intanto perché alcune delle<br />

canzoni più appiccicaticce degli<br />

ultimi anni sono uscite nel bel<br />

mezzo di un gelido inverno<br />

disprezzare i suoi fan. Così<br />

partorì The Wall, escalation di<br />

risentimento, fobie e pessimismo<br />

cosmico tale da far sembrare<br />

Leopardi un inguaribile<br />

ottimista. Poco dopo tentò<br />

di uccidere il proprio gruppo<br />

in una guerra feroce coi suoi<br />

ex amici, affatto stanchi di<br />

fare miliardi col marchio Pink<br />

Floyd. La ebbero vinta loro,<br />

e vennero decenni di ostilità,<br />

isolamento, psicanalisi e dischi<br />

pallosissimi da ambo le parti.<br />

Oggi questo cd/dvd mostra<br />

un Waters sorprendente. Ieri<br />

era brutto e ombroso; oggi è<br />

rilassato e uguale a Richard<br />

Gere. Durante lo show sorride,<br />

ironizza sulla drammaticità<br />

della sua musica (durante l’assolo<br />

del chitarrista si siede a<br />

giocare a carte). E ripropone<br />

molti pezzi che hanno fatto la<br />

storia del rock, da Set the controls<br />

for the heart of the sun a<br />

Eclipse. Due ore e mezza notevoli<br />

con alcuni passaggi a vuoto:<br />

ciò che è venuto quando il<br />

muro è caduto. Perché ora che<br />

è tornato dal lato oscuro della<br />

luna, Waters è una persona<br />

affabile, ma non compone più<br />

nulla di straordinario. Dorme<br />

bene la notte e forse ha dei<br />

sogni – ma, a essere stupefacenti,<br />

erano i suoi incubi.<br />

(2001: Kylie Minogue, Can’t<br />

get you out of my head. 2002:<br />

Shakira, Whenever, wherever.<br />

2003: Aventura, Obsesion.<br />

2004: Caparezza, Fuori dal<br />

tunnel-el-el, nonché Haiducii,<br />

Dragostea din tei). E poi perché<br />

siamo andati a controllare. I numeri<br />

uno di agosto sono quasi<br />

sempre canzoni tutt’altro che<br />

“leggere”. A consultare l’elenco<br />

degli ultimi due decenni, non<br />

si riscontra il previsto trionfo<br />

dei termini spagnoli più ovvi,<br />

in un’orgia di Baila chiquita bonita<br />

olè andale andale. Anche<br />

se è vero che il segno più<br />

lampante che un cantante ha<br />

definitivamente finito il gasolio<br />

è il suo ricorso al ritornello<br />

latino (ed è bello salutare in<br />

questo ideale carrello dei bolliti<br />

Zucchero con Baila, Paola<br />

AUTORI VARI<br />

Coachella<br />

Spin-Go<br />

Gli spettatori dei megaconcerti:<br />

cosa vogliono davvero?<br />

Facile: adorare i loro dèi (non<br />

per niente li si chiama divi).<br />

Con gran soddisfazione di tutti.<br />

O quasi. Perché l’adorazione<br />

passiva è comprensibile se ci<br />

si trova in 300mila e si è tutti<br />

discepoli di Vasco o apostoli<br />

& Chiara con Vamos a bailar,<br />

gli Articolo 31 con Guapa<br />

loca e tanti altri). Viceversa,<br />

scopriamo che sotto gli ombrelloni<br />

in realtà ci si lacera<br />

con Seven Seconds di Neneh<br />

Cherry e Youssou N’Dour, ci si<br />

strugge con La lontananza di<br />

Modugno, ci si sopravvive con<br />

Non si può morire dentro di<br />

Gianni Bella, ci si inkazza con<br />

Gli spari sopra di Vasco o ci si<br />

dimena con The colour inside<br />

dei Ti.Pi.Cal. Verificate voi stessi<br />

l’incontenibile allegria delle<br />

canzoni regine degli ultimi dieci<br />

ferragosti: canzoni normali,<br />

spesso tendenti al tristissimo.<br />

D’accordo, ogni tanto ci si balocca<br />

con Tre parole o Asereje:<br />

ma se ci fate caso, quelle due<br />

torri vengono giù prima e dopo<br />

l’11 settembre 2001. Che<br />

del Liga, ma nei festival dovrebbe<br />

soffiare un’aria diversa:<br />

la molla dovrebbe essere la<br />

curiosità per la musica. Invece<br />

la maggioranza della gente va<br />

al festival per fare il tifo come<br />

allo stadio, e se si presenta<br />

uno che non è adeguatamente<br />

famoso si becca le bottigliate,<br />

o l’indifferenza pomeridiana.<br />

Il dvd che propone solo una<br />

parte (purtroppo) dell’americano<br />

festival di Coachella fa<br />

invece intravedere una specie<br />

di sogno. Intanto, c’è tutta la<br />

musica. La dance, il rock, il<br />

pop. Chemical Brothers, Björk,<br />

Radiohead, Mars Volta, Oasis,<br />

Ben Harper. Ma soprattutto<br />

si capisce che la musica è<br />

andata a cercarsi un posto<br />

come Coachella, in mezzo al<br />

deserto, come fosse in cerca<br />

di una specie di ascesi, di libertà<br />

dai veri divi dei festival<br />

europei: il dio della birra, il dio<br />

del cornetto, il dio del telefonino<br />

e altri coolissimi sponsor.<br />

Coachella ai nostri occhi risulta<br />

un mondo strano e decisamente<br />

freak, infinitamente più<br />

solare e arioso del nostro deprimentissimo<br />

Primo Maggio.<br />

I primi a divertirsi sembrano<br />

i musicisti, e di solito questo<br />

è un buon segno. O un buon<br />

sogno.<br />

ci sia un legame?<br />

• Ryan Lee, Army of lovers<br />

(Ferragosto 2005)<br />

• Eamon, Fuck it (Ferragosto<br />

2004)<br />

• Sean Paul, Get busy<br />

(Ferragosto 2003)<br />

• Las Ketchup, Asereje<br />

(Ferragosto 2002)<br />

• Valeria Rossi, Tre parole<br />

(Ferragosto 2001)<br />

• Bomfunk MC’s, Freestyler<br />

(Ferragosto 2000)<br />

• LigaJovaPelù, Il mio nome è<br />

mai più (Ferragosto 1999)<br />

• Des’ree, Life (Ferragosto<br />

1998)<br />

• Puff Daddy & Faith Evans,<br />

I’ll be missing you (Ferragosto<br />

1997)<br />

• Robert Miles, Fable<br />

(Ferragosto 1996)<br />

66 URBAN URBAN 67<br />

IMOGEN HEAP<br />

Speak for yourself<br />

Sony<br />

WHO: 29enne inglese dall’andatura<br />

oscillante. Qualche<br />

tempo fa metà del duo Frou<br />

Frou.<br />

WHERE: Nella colonna sonora<br />

di Orange County e nello spot<br />

di un’automobile.<br />

WHY: Perché tutti gli addetti<br />

ai lavori la tengono d’occhio,<br />

per la voce e per la nuova figura<br />

che prova generosamente<br />

a far emergere. Cantautrice<br />

elettronica, la si potrebbe<br />

definire.<br />

WHAT: “La gente ha sempre<br />

avuto grandi progetti per me.<br />

Da quando avevo 18 anni<br />

dicono ‘Diventerà una star’<br />

e aspetta grandi cose. Beh,<br />

aspetta da un bel po’”.<br />

WHEN: Disco dalle atmosfere<br />

incasinate, forse più da nord<br />

Europa che da Italia. Per ora<br />

non convince del tutto, ma<br />

forse coi primi freddi...<br />

BILLY JOEL<br />

12 gardens live<br />

Columbia<br />

WHO: William Martin Joel,<br />

57enne cantautore americano<br />

di grandissimo successo.<br />

Non fa dischi da 13 anni<br />

perché la musica pop non gli<br />

piace più. In compenso gli<br />

piace alzare il gomito e ultimamente<br />

è stato costretto a<br />

disintossicarsi.<br />

WHERE: Al Madison Square<br />

Garden di New York, dove ha<br />

tenuto dodici concerti, come<br />

da titolo. Chissà se lo ha aiutato<br />

a disintossicarsi.<br />

WHY: Perché in questo<br />

doppio cd c’è una quantità<br />

impressionante di quelle cose<br />

che si chiamano “classici”.<br />

WHAT: “Sono un tipo noioso.<br />

Ma non mi importa”.<br />

WHEN: Il 31 luglio al<br />

Colosseo in un concerto gentilmente<br />

offerto dalla vostra<br />

bolletta del telefono.<br />

AMIR<br />

Uomo di prestigio<br />

Virgin<br />

WHO: Amir Issaa, nato a<br />

Roma nel 1978. Nome e<br />

cognome non sono romani<br />

d.o.c. Ma la parlata lo è – anvedi.<br />

WHERE: A Torpignattara,<br />

che Amir definisce “quartiere<br />

multiculturale”. E se tanti<br />

anni fa ci avessero detto che<br />

Torpignattara sarebbe stata<br />

definita non solo culturale,<br />

ma addirittura multiculturale,<br />

saremmo rimasti impietriti.<br />

WHY: Per raccontare la spensierata<br />

quotidianità del figlio<br />

di un immigrato egiziano che<br />

un bel giorno vede portare il<br />

padre a Rebibbia.<br />

WHAT: “Io compongo continuamente,<br />

anche senza musica,<br />

tamburellando le dita sul<br />

tavolo”.<br />

WHEN: Quando il rap italiano<br />

e i suoi fighetti vi hanno fatto<br />

quasi perdere ogni speranza.<br />

DJ JAD<br />

Milano-New York<br />

Ricordi<br />

WHO: Luca Perrini, nato a<br />

Bollate – provincia di Milano<br />

– nel 1966. Ehilà, arrivano gli<br />

“anta” a spron battuto.<br />

WHERE: In mezzo a un pateracchio<br />

di rappresentanti della<br />

black music provenienti dalla<br />

seconda delle due supponenti<br />

cittadine del titolo.<br />

WHY: Per dimostrare quanto<br />

ami la musica. E in parte anche<br />

per dimostrare che, pur essendo<br />

la metà meno esposta degli<br />

Articolo 31, non sta al rapper<br />

J.Ax come Garfunkel a Paul<br />

Simon, o come Andy Ridgeley a<br />

George Michael, o come Mauro<br />

Repetto a Max Pezzali.<br />

WHAT: “Ringrazio Giorgio<br />

Armani”.<br />

WHEN: Quando cercate tracce<br />

della capitale dell’impero nella<br />

vostra provinciale città. Se ne<br />

trova sempre qualcuna.<br />

TIZIANO FERRO<br />

Nessuno è solo<br />

Emi<br />

WHO: Ex obeso, nato a Latina<br />

nel 1980. La popstar italiana<br />

per questo decennio. Il che<br />

ci insegna che rinunciare al<br />

magnamagna porta a qualche<br />

risultato<br />

WHERE: Al disco della possibile<br />

consacrazione nazionale<br />

e internazionale, escluse<br />

le località dove − come ha<br />

incautamente dichiarato in<br />

un’intervista − le ragazze tendono<br />

ad avere i mustacchi.<br />

WHY: Perché anche lui come<br />

Simone Cristicchi ha deciso<br />

di demolire Biagio Antonacci<br />

mettendolo in ridicolo. Solo<br />

che lui lo fa ospitandolo nel<br />

disco. Ma sembra sempre una<br />

parodia.<br />

WHAT: “Destra o sinistra?<br />

Oooooo mollami!”.<br />

WHEN: Appena arrivati in<br />

Messico, dove la donna baffuta<br />

è sempre piaciuta.<br />

MUSE<br />

Black hole and revelations<br />

Warner<br />

WHO: Matthew Bellamy,<br />

Dominic Howard, Chris<br />

Wolstenholme, 28enni.<br />

Tre inquieti ancorché rumorosissimi<br />

inglesi.<br />

WHERE: Al fatidico quarto<br />

disco. Non è che i quarti dischi<br />

siano necessariamente fatidici,<br />

ma ogni disco dei Muse tende<br />

a esserlo.<br />

WHY: Per confermarsi il trio<br />

più amato dai tempi dei Police<br />

(Moggi, Giraudo & Bettega non<br />

contano, anche se lo show che<br />

portavano negli stadi ha tenuto<br />

banco per anni).<br />

WHAT: “L’economia mondiale<br />

garantisce la corruzione e lo<br />

schiavismo in cui viviamo”.<br />

(Matt Bellamy, voce e chitarra)<br />

WHEN: In cuffia, a palla, mentre<br />

siete in autobus. Non sapremmo<br />

esattamente dirvi come<br />

mai, ma sembra fatto apposta.<br />

MUSICA<br />

DI PAOLO MADEDDU<br />

FATBOY SLIM<br />

The greatest hits<br />

Epic<br />

WHO: Norman Cook, inglese,<br />

43 anni, uno dei veri re Mida<br />

della dance.<br />

WHERE: Nelle discoteche di<br />

tutta Europa, qualche anno fa.<br />

Ora è roba da autoradio.<br />

WHY: Per ricordarci che un po’<br />

di cosine le ha fatte.<br />

WHAT: “Cosa diranno del<br />

genere big beat tra cent’anni?<br />

Interessante ma fugace ibrido<br />

di house, hip hop e rap, divertente<br />

sin che è durato, anni<br />

1995-1998, massimi rappresentanti<br />

Chemical Brothers e<br />

Fatboy Slim”.<br />

WHEN: È un disco universale,<br />

e basta la fantastica sequenza<br />

iniziale Rockafella skank,<br />

Praise you e Brimful of Asha a<br />

dimostrarlo. Se proprio dovessimo<br />

giocarci un momento in<br />

cui ascoltarlo, diremmo all’ora<br />

dell’aperitivo. Cioè, eccitazione<br />

senza sbracare.<br />

THOM YORKE<br />

The eraser<br />

XL/Spin-Go<br />

WHO: Biondino pallido e<br />

preoccupante dei Radiohead,<br />

angoscioso genio 38enne del<br />

pop contemporaneo.<br />

WHERE: Da solo in uno studio,<br />

senza gli oxfordiani compagni<br />

di mille trionfi, ma col<br />

venerabile produttore Nigel<br />

Goodrich.<br />

WHY: Perché il contratto con<br />

la Emi è scaduto e prima di<br />

decidere che miliardarie offerte<br />

accettare ha voluto fare un<br />

disco senza pressioni.<br />

WHAT: “Qualunque tipo di<br />

spazzatura psicologica tu abbia<br />

in testa, finisci sempre per<br />

tirarla fuori prima o poi”.<br />

WHEN: Tra un paio di anni,<br />

forse anche tre o quattro. No,<br />

davvero: ci vuole un sacco di<br />

tempo per assimilare un disco<br />

dei Radiohead. Finora, ne è<br />

sempre valsa la pena.<br />

CONCERTI<br />

EELS<br />

14 luglio<br />

Napoli – Arena Flegrea<br />

15 luglio<br />

Senigallia – Mamamia<br />

MORRISSEY<br />

16 luglio<br />

Ostia – Teatro Romano<br />

FRANZ FERDINAND<br />

14 luglio<br />

Torino – Parco della Pellerina<br />

17 luglio<br />

Roma – Stadio Olimpico<br />

DEPECHE MODE<br />

17 luglio<br />

Roma – Stadio Olimpico<br />

GOTAN PROJECT<br />

21 luglio<br />

Villafranca (Vr) – Centro<br />

sportivo Delphinia<br />

22 luglio<br />

Milano – Flippaut Festival/<br />

Idroscalo<br />

ROBBIE WILLIAMS<br />

22 luglio<br />

Milano – Stadio San Siro<br />

CARMEN CONSOLI<br />

20 luglio<br />

Roma – Parco della Musica<br />

29 luglio<br />

Palermo – Teatro di Verdura<br />

BUGO<br />

29 luglio<br />

Milano – Circolo Magnolia<br />

BILLY JOEL & BRYAN<br />

ADAMS<br />

31 luglio<br />

Telecomcerto 2006<br />

Roma – Colosseo<br />

DAVID GILMOUR<br />

2 agosto<br />

Firenze – Piazza Santa Croce<br />

Info concerti:<br />

www.liveinitaly.com<br />

www.barleyarts.com<br />

www.indipendente.com<br />

www.clearchannel.it<br />

www.ticketone.it


TEATRO<br />

DI IGOR PRINCIPE<br />

COSMOPOLITALIANO!<br />

Al festival romagnolo cresce la<br />

presenza internazionale<br />

SANTARCANGELO DI ROMAGNA<br />

Festival Santarcangelo dei Teatri<br />

Alla trentaseiesima edizione, il festival<br />

che anima l’estate teatrale romagnola<br />

esprime un’inedita dimensione internazionale.<br />

I segnali sono nella nuova direzione<br />

artistica, affidata da quest’anno a Olivier<br />

Bouin (coadiuvato da Paolo Ruffini), e<br />

nell’apertura a spettacoli provenienti da<br />

Francia, Regno Unito, Portogallo, Spagna,<br />

Norvegia e Israele. Se poi si dà un occhio<br />

al sottotitolo – International Festival of<br />

the Arts – si comprende perché nel programma<br />

compaiano allestimenti che non<br />

siano di teatro tout court.<br />

Certo, la scena tradizionale fa la parte<br />

del leone. I nomi forti di casa nostra<br />

sono quelli di Ascanio Celestini e Nicola<br />

Piovani, protagonisti di Letture da Pier<br />

Paolo Pasolini (sabato 15), dove i testi<br />

pasoliniani si innestano su musiche composte<br />

da Piovani per l’occasione. Di marca<br />

italiana è anche lo sguardo sulle nuove<br />

drammaturgie, tra le quali è Ccelera! di<br />

Maurizio Camilli (lunedì 10), vincitrice del<br />

premio Tuttoteatro “Dante Cappelletti”.<br />

Tra le produzioni estere, due prime nazionali:<br />

Exquisite Pain (venerdì 14) di Tim<br />

Etchells e Borges + Goya (15/16 luglio) di<br />

Rodrigo García.<br />

Ingente la proposta della danza, con una<br />

decina di allestimenti, metà dei quali in<br />

prima nazionale. Si segnalano i nomi di<br />

Kinkaleri, Sosta Palmizi, Claudia Triozzi,<br />

la portoghese Claudia Dias e le francese<br />

Catherine Diverrès. Come eventi collaterali<br />

– ma non troppo, considerando<br />

anche qui almeno tre o quattro prime<br />

nazionali – figurano performance di arti<br />

visive, concerti, presentazioni di libri,<br />

proiezioni. Il tutto, per rispondere a una<br />

domanda che sa di epocale: dove sta<br />

andando, oggi, l’arte? Il 17 luglio si potrà<br />

azzardare una risposta?<br />

dal 10 al 16 luglio<br />

www.santarcangelofestival.com<br />

PERFORMANCE FUORISCENA<br />

Da Paravidino a<br />

Miyazaki passando<br />

per Lella Costa?<br />

Veramente trasversale<br />

BOLOGNA<br />

Bè Bolognaestate 06<br />

Rassegna giovane (è alla<br />

sua seconda volta) ma ca-<br />

IBSEN, L'OSPEDALE E IL CAOS<br />

MILANO<br />

La donna del mare<br />

Cent’anni fa moriva Henrik<br />

Ibsen. Corrado D’Elia, deus<br />

ex machina del Libero e di<br />

Teatri Possibili, lo ricorda<br />

mettendo in scena uno dei<br />

testi più noti dell’autore norvegese.<br />

Si parla di legami,<br />

quelli che il tempo è capace<br />

di costruire tra due persone<br />

lontane. Nello specifico, una<br />

donna e il marinaio il cui arrivo<br />

lei attende di continuo,<br />

malgrado un marito e un<br />

precedente matrimonio che<br />

le ha dato due figlie.<br />

Teatro Libero<br />

Fino al 22 luglio<br />

pace di offrire un ventaglio<br />

di eventi che, tra musica,<br />

teatro, cinema e letteratura,<br />

soddisfino ogni tipo di<br />

pubblico.<br />

Per il teatro, luogo centrale<br />

è il Chiostro di San<br />

Martino, dove sono ospitati<br />

gli spettacoli di punta. Che<br />

non sono pochi. Tra una<br />

rassegna monografica dedicata<br />

a Fausto Paravidino<br />

SPOLETO<br />

The hospital<br />

Cosa può accadere in un<br />

ospedale senza degenti?<br />

Come minimo, che le infermiere<br />

sognino feriti da<br />

accudire. E che arrivino a<br />

operarsi a vicenda pur di fare<br />

qualcosa. L’idea del norvegese<br />

Jo Strømgen – regista e<br />

autore della pièce, che va in<br />

scena nell’ambito del Festival<br />

dei Due Mondi – pare comicamente<br />

surreale. In realtà, è<br />

un appiglio per scavare nel<br />

dramma della solitudine e<br />

dell’apatia.<br />

Teatro Caio Melisso<br />

Dall’11 al 16 luglio<br />

(dal 18 al 20 luglio), autore<br />

giovane ma più che affermato<br />

sia in teatro che al<br />

cinema, e un’apparizione di<br />

Lella Costa con un recital<br />

sulle Città invisibili di Italo<br />

Calvino (27 luglio), si fanno<br />

spazio le prove d’attore<br />

(affidate a Toni Servillo,<br />

Andrea Renzi e Licia<br />

Maglietta), l’attualità (il football<br />

malato nelle parole di<br />

ROMA<br />

Caos<br />

Viaggiando a cavallo tra<br />

teatro e danza, la compagnia<br />

Atacama racconta i<br />

meccanismi del potere. Non<br />

politico né tantomeno economico,<br />

ma quello salvifico<br />

della creazione, che nel caos<br />

trova alimento ed eventuali<br />

storture (come l’oppressione<br />

della folla sull’individuo).<br />

Inserito nel programma di<br />

FontanonEstate, richiede<br />

un’avvertenza: non confondetelo<br />

con lo spettacolo storico<br />

di Quelli di Grock. È altro.<br />

Fontana del Gianicolo<br />

20 luglio<br />

Carlo Petrini, ex calciatore)<br />

e il fiabesco (la compagnia<br />

Orchestra Stolpnik e il suo<br />

spettacolo ispirato all’Alice<br />

di Lewis Carroll e alla Città<br />

Incantata di Miyazaki, dal<br />

23 al 29 agosto lungo il tragitto<br />

del Canale Navile).<br />

vari luoghi cittadini<br />

fino al 16 settembre<br />

www.comune.bologna.it<br />

VERONA<br />

Estate teatrale veronese<br />

Il gemellaggio della città<br />

di Giulietta e Romeo con<br />

Stratford-upon-Avon, che<br />

diede i natali a chi ne scrisse<br />

la storia, è l’occasione per<br />

incentrare il programma teatrale<br />

dell’estate su William<br />

Shakespeare. Tra i titoli, tutte<br />

prime nazionali, un classico<br />

Mercante di Venezia, uno<br />

Shakespeare in Jazz a firma<br />

di Giorgio Albertazzi e, soprattutto,<br />

Giulio Cesare con<br />

Franco Branciaroli diretto<br />

dall’inglese Tim Stark.<br />

Teatro Romano<br />

Fino al 27 agosto<br />

Claudia Dias, Visita Guiada. Ph. Patricia Almeida<br />

FOYER<br />

VOLTERRA<br />

Volterrateatro 06<br />

Ventesima edizione del festival<br />

maremmano, che si tiene<br />

in cinque comuni di una delle<br />

zone più suggestive in Italia.<br />

Ospite di punta, quest’anno,<br />

è l’argentino Rodrigo García,<br />

con due spettacoli e una serie<br />

di workshop a lui dedicati.<br />

Immancabile la presenza della<br />

Compagnia della Fortezza,<br />

ovvero i detenuti del carcere<br />

di Volterra, diretti da Armando<br />

Punzo in una rilettura del<br />

Gargantua e Pantagruele di<br />

Rabelais.<br />

Dal 17 al 30 luglio<br />

www.volterrateatro.it<br />

VAL DI SUSA<br />

E VAL SANGONE<br />

Lo spettacolo della Montagna<br />

Per dieci anni questo festival<br />

itinerante ha portato l’arte<br />

della scena in certose, cortili<br />

e fortezze. Quest’anno<br />

si concentra soprattutto sui<br />

borghi: ne toccherà 16, alcuni<br />

saliti alla ribalta in occasione<br />

delle ultime Olimpiadi. Teatrodanza,<br />

clownerie e dramma<br />

classico: tra gli spettacoli (una<br />

dozzina) si segnala la nuova<br />

produzione di Onda Teatro,<br />

Nero su bianco, ispirato a un<br />

racconto di Calvino.<br />

Dal 15 luglio al 12 agosto<br />

www.lospettacolodellamontagna.it<br />

BORGIO VEREZZI<br />

Festival teatrale 06<br />

Quarantesima edizione, dedicata<br />

a Gilberto Govi, padre del<br />

teatro dialettale genovese. Ci<br />

sono i classici come Medea,<br />

interpretata da Caterina<br />

Vertova. E i contemporanei:<br />

Giacomo Rizzo, appena ammirato<br />

a Cannes nel film di<br />

Sorrentino L’amico di famiglia,<br />

qui con il Pinter de Il custode.<br />

Si esce dai binari della tradizione<br />

con il lavoro di un inedito<br />

Carlo Lucarelli, non giallista<br />

ma semplice narratore: Tenco<br />

a tempo di tango.<br />

Dal 12 luglio all’11 agosto<br />

www.festivalverezzi.it<br />

URBAN 69


© Sara Giannatempo<br />

Sirene Shilpa Gupta, Blame, 2002/2004<br />

Solo le opere più recenti<br />

rispecchiano un territorio che<br />

cambia in continuazione<br />

TORINO<br />

Sub-contingente<br />

Guardi gli interni in bianco e nero di<br />

Dayanita Singh e, nella sobrietà di una<br />

stanza da letto o nel silenzio di una biblioteca<br />

di Bombay, riesci a immaginarti<br />

il trascorrere del tempo della borghesia<br />

nell’India odierna. Ti fermi sulle piccole<br />

bottiglie piene di liquido rosso marchiate<br />

Blame di Shilpa Gupta e pensi che magari<br />

per far funzionare meglio il mondo<br />

non sarebbe male accettare l’invito<br />

dell’artista: “use blame – feel good”. La<br />

prospettiva cambia ancora quando nel<br />

video A night of prophecy incontri i poeti<br />

orali di Amar Kanwar, che raccontano<br />

sogni negati, disuguaglianze e conflitti<br />

socio-economici in tutto il Subcontinente<br />

indiano. Ecco, questa immensa porzione<br />

di pianeta che si allarga dal Bangladesh<br />

al Bhutan, dall’India al Nepal, dal<br />

Pakistan allo Sri Lanka, all’Afghanistan<br />

alla Birmania alle Maldive, che è la regione<br />

più densamente popolata al mondo,<br />

ARTE<br />

DI FLORIANA CAVALLO<br />

INDIA: QUI E ADESSO<br />

dove 27 sono le lingue nazionali ufficiali,<br />

200 quelle non ufficiali, viene raccontata<br />

nei suoi aspetti più schietti dalla mostra<br />

Sub-contingente. Sono opere di quasi<br />

una trentina di artisti, indiani doc o immigrati,<br />

che denunciano, fanno (ironiche?)<br />

dichiarazioni d’amore, si interrogano: su<br />

religione, politica, identità, globalizzazione.<br />

Alla ricerca di un equilibrio difficile<br />

fra caos e lucidità, promesse mancate e<br />

pretese di modernità.<br />

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo<br />

fino all’8 ottobre<br />

www.fondsrr.org<br />

PERCORSI D'ARTE IMPREVEDIBILI<br />

MILANO<br />

Globe Theatre Art<br />

Globe Theatre Art<br />

sfrutta il palcoscenico<br />

della Fabbrica<br />

del Vapore per dar<br />

spazio alle storie<br />

di Fulvio Di Piazza,<br />

Sara Giannatempo,<br />

Federica Giglio,<br />

Claudio Marconi,<br />

Andrea Mastrovito,<br />

Roberta Savelli, Maria Grazia Serina. Fonte d’ispirazione? Per lo<br />

più vissuto ed esperienze private. Che ognuno narra a modo suo,<br />

giocando con la gamma di linguaggi disponibili: fotografia, collage,<br />

pittura, installazioni e musica (info: www.fabbricadelvapore.org).<br />

Fino al 30 agosto<br />

NAPOLI<br />

Tommaso Ottieri<br />

Sirene è la bellissima personale di Ottieri dedicata a Napoli, alla sua<br />

capacità di ammaliare e allarmare al contempo. Dieci oli su tela di<br />

grande formato e trittico conclusivo che condensa i temi esposti: la<br />

città, i suoi vicoli bui e, al di sopra, bombe che incombono, sospese,<br />

sulle abitazioni. Visioni urbane contemporanee nelle quali compaiono,<br />

destabilizzanti, pezzi di macchine da guerra in azione. A Castel<br />

dell’Ovo (info: www.tommasoottieri.com). Fino al 30 luglio<br />

ROMA<br />

Wim Wenders<br />

Immagini dal pianeta terra è la mostra che occupa quest’estate<br />

le Scuderie del Quirinale (www.scuderiequirinale.it). Si tratta della<br />

collezione completa delle 61 fotografie scattate negli angoli della<br />

Terra da Wim Wenders, capace di raccontare a modo suo lo spettacolo<br />

della natura sconfinata e intatta. Per proseguire il viaggio nell’universo<br />

del regista tedesco, ogni sera in terrazza c’è poi la rassegna<br />

Wim Wenders e gli amici americani. Dal 14 luglio al 27 agosto<br />

NAPOLI<br />

People<br />

Per raccontare la realtà bastano<br />

volti e corpi: basta guardare la<br />

galleria dei tanti ritratti a firma<br />

dei più acclamati nomi contemporanei<br />

(si parla tra gli altri di<br />

Matthew Barney, Nan Goldin,<br />

Thomas Hirshhorn, Vanessa<br />

Beecroft, Ryan McGinley) allestita<br />

al Madre per la mostra<br />

People (www.museomadre.it).<br />

Uno sguardo a tinte forti sul nostro<br />

tempo lo dà anche l’installazione<br />

di Avaf (Asum Vivid Astro Focus) piazzata nella grande sala<br />

centrale del museo: uno psichedelico luna park fatto di sticker, video,<br />

t-shirt, musica. Fino al 28 agosto<br />

Tejal Shah, I love my India, 2003<br />

At the Orizon<br />

© Ugo Rondinone<br />

ART SAFARI<br />

MILANO<br />

Off Broadway<br />

Ci può essere uno sguardo<br />

nuovo sugli avvenimenti globali?<br />

Ne sono convinti i sei fotografi<br />

di Magnum Christopher<br />

Anderson, Antoine D’Agata,<br />

Thomas Dworzak, Alex<br />

Majoli, Paolo Pellegrin, Ilkka<br />

Uimonen, protagonisti con<br />

le loro foto di Off Broadway,<br />

una filosofia, un sodalizio,<br />

ancor prima che una mostra.<br />

Toccate con mano e andate a<br />

vedere i 300 scatti di guerra,<br />

prostituzione, vita quotidiana<br />

in Iraq, Palestina, Afghanistan,<br />

Cecenia, Etiopia, Kosovo e<br />

altri angoli di mondo.<br />

Dal 12 luglio al 17<br />

settembre<br />

www.comune.milano.it/pac<br />

ROMA<br />

Uno sguardo dal Ponte sull’arte<br />

del terzo millennio<br />

Fritz Kok, Rocco Dubbini<br />

e Maria Pizzi alla galleria<br />

Il Ponte per tre diverse<br />

personali a cura di Achille<br />

Bonito Oliva. Artisti con<br />

una comune passione per il<br />

surreale e il paradossale: dalle<br />

modelle che sembrano uscite<br />

da un altro mondo di Kok,<br />

agli spazi mentali sospesi di<br />

Dubbini, alle favole bizzarre e<br />

simboliche di Maria Pizzi, in<br />

mostra con nuovi video e still.<br />

Fino al 27 luglio<br />

www.ilpontecontemporanea.<br />

com<br />

MILANO<br />

Jan Muche<br />

Si ispira ai cataloghi del<br />

Bauhaus, ai film rumeni,<br />

a vecchie riviste maschili<br />

anni Sessanta. Poi traduce<br />

questi e altri stimoli in linee,<br />

piani e motivi in evidente<br />

discontinuità. Perché a Jan<br />

Muche, classe 1975, berlinese<br />

d’adozione, la chiarezza<br />

pittorica non interessa. Anzi.<br />

Fa di tutto per creare visioni<br />

più instabili. E confonderci un<br />

po’ le idee.<br />

Fino al 16 settembre<br />

www.cannaviello.net<br />

URBAN 71


DJ CULTURE & LIVE MUSIC?<br />

IL FRULLATO ALL'IDROSCALO<br />

Flippaut trasloca da Bologna a<br />

Milano. Nomi da paura!<br />

MILANO<br />

Flippaut<br />

Dopo anni di rock e dance al Parco<br />

Nord di Bologna, il Flippaut trascloca<br />

all’Idropark di Milano e allunga la stagione<br />

dei festival estivi. Il weekend è<br />

il terzo di luglio: anche per smaltire la<br />

sbornia di calcio da mondiali, un venerdì<br />

e un sabato diversi tra loro dal punto di<br />

vista musicale, ma sempre a metà tra dj<br />

culture e live music. L’idea giusta è quella<br />

di forzare un po’ i propri gusti musicali e<br />

viverli entrambi, visto che conviene alle<br />

orecchie e al portafoglio (i biglietti per<br />

un giorno costano 40 euro, quelli per<br />

due 60). Il 21 in cima al cartellone c’è<br />

Fatboy Slim. Dal dj bianco più nero della<br />

galassia c’è da attendersi un set poco<br />

tecnico e più soul che mai, vicino a That<br />

old pair of jeans, nuovo singolo del suo<br />

greatest hits. Prima di lui, in una serata<br />

pensata per iniziare solo al tramonto ma<br />

poi non finire mai, le melodie soffici dei<br />

Novastar, lo stile rock di Paul Weller e il<br />

funk primordiale di George Clinton coi<br />

suoi Parliament/Funkadelic. Dopo il ciccione<br />

smilzo salgono in console due nondj,<br />

Shaun Ryder (Happy Mondays) e Peter<br />

Hook (New Order). I due miti dell’electro<br />

rock made in Uk i dischi li mettono<br />

spesso, per cui un po’ di tecnica dovrebbero<br />

averla. L’atterraggio, comunque, è<br />

soffice, con la house sofisticata del dj<br />

trio X-Press 2. Rocky, Diesel e Ashley<br />

Beedle suonano con sei piatti, ma come<br />

riescano a farlo è davvero un mistero. Il<br />

22 più elettronica, più sperimentazione<br />

e meno funk: headliner sono i Massive<br />

Attack, forse non all’apice della carriera<br />

ma dal vivo sono più freddi e potenti che<br />

mai. Prima di loro il tango contempora-<br />

neo dei Gotan Project, per scoprire se<br />

si può ballare in coppia anche sull’erba,<br />

gli I.G. di Gianni Maroccolo, le chitarre<br />

lounge dei Nouvelle Vague e la nuova<br />

dimensione cantautorale di Tom Verlaine<br />

(Television). Più tardi la palla ripassa ai dj<br />

e Flippaut finisce con l’electro spinta dei<br />

Blackstrobe, quella eclettica di Alessio<br />

Bertallot e quella cantata dei Krakatoa,<br />

progetto di Pisti e Samuel dei Subsonica.<br />

LORENZO TIEZZI<br />

21-22 luglio<br />

www.flippaut.com<br />

DANCEFLOOR OVER THE TOP<br />

Si fa musica in<br />

cima al Palazzo dei<br />

Congressi<br />

ROMA<br />

La Terrazza<br />

Niente antenne o panni<br />

stesi su una delle terrazze<br />

più belle e panoramiche di<br />

Roma, quella del Palazzo dei<br />

Congressi dell’Eur, che già da<br />

diversi anni si trasforma in<br />

succosa location per musica<br />

e intrattenimento. Se alla<br />

vista mozzafiato sulle luci di<br />

Roma, resa ancora più gradevole<br />

da un venticello refrigerante<br />

che anche nelle serate<br />

più torride ti fa respirare,<br />

aggiungete un dancefloor<br />

a cielo aperto dove ballare<br />

fino all’alba con grandi ospiti<br />

internazionali e nazionali<br />

(Kenny Carpenter, Steve Bug,<br />

Luciano, Mandy, Giancarlino<br />

e Chicco Messina), due loun-<br />

NIGHTLIFE<br />

ge bar e un nature bar dove<br />

gustare cocktail di frutta al<br />

100% biologici, il risultato è<br />

sorprendente! Anche perché<br />

le vostre future serate in terrazza<br />

sono preparate ad arte<br />

dagli staff più apprezzati del<br />

momento dai clubber capitolini<br />

(Officine Goa, Amit, Goa<br />

Ultrabeat e La Maison).<br />

Si inizia il martedì con la<br />

serata Roof, organizzata da<br />

quelli del Glitter, il mercoledì<br />

hip hop con Touch the<br />

Sky, entrambe con ingresso<br />

gratuito. Il giovedì si balla<br />

con la serata Ultrabeat (a<br />

cura di House in Motion e<br />

Firewater), il venerdì pure<br />

con D*lite e lo staff di<br />

Glamorama-Miss Kat e House<br />

Family e sabato, per finire,<br />

serata Love (dai 15 ai 25 euro,<br />

con consumazione).<br />

ANDREA BAFFIGO<br />

dal 21 giugno al 5 agosto<br />

tel. 800-907080<br />

Fatboy Slim<br />

FESTIVAL<br />

TORINO<br />

Traffic – Torino Free Festival<br />

Aprono il 12/7 Richard<br />

Hawley e i Baustelle, il 13/7<br />

suona Manu Chao col suo<br />

Radio Bemba Sound System,<br />

il 14 c’è il glam rock scozzese<br />

dei Franz Ferdinand, il<br />

15 quello newyorchese di<br />

The Strokes. Dopo i concerti<br />

alla Pellerina la festa continua<br />

nei club dei Murazzi e<br />

alle Fonderie di Moncalieri.<br />

È tutto gratis, ma gli entusiasti<br />

possono chiamare l’<br />

89204099 e lasciare una<br />

sottoscrizione da 2,50 euro.<br />

www.trafficfestival.com<br />

AREZZO<br />

Arezzo Wave Love Festival<br />

Il più storico festival italiano<br />

taglia il traguardo della ventesima<br />

edizione e allarga il<br />

tiro diventando multi disciplinare.<br />

Oltre al solito indie rock<br />

e all’elettronica, con la mitica<br />

Elettrowave, spazio anche ai<br />

fumetti (c’è una retrospettiva<br />

dedicata a Diabolik), al teatro,<br />

alla cultura del cibo, al<br />

cabaret, al cinema, alla multimedialità<br />

e pure a una radio.<br />

Tra i mille appuntamenti ci<br />

si perde meglio se si dorme<br />

al campeggio, che è gratuito<br />

per tutti. Dall’11 al 16 luglio.<br />

www.arezzowave.com<br />

NAPOLI<br />

Neapolis Festival<br />

Si parte alla Mostra d’Oltremare<br />

il 14/7 con le ballate<br />

romantiche dei Baustelle, si<br />

continua col rock di Eels e<br />

dEUS e si finisce con l’electro<br />

dj più richiesto, Tiga. Il 15/7<br />

spazio al revival con Santana<br />

e Robert Plant ma anche<br />

alla rabbia punk di Iggy Pop<br />

& The Stooges. Si chiude il<br />

16/7 con gli stati generali<br />

dell’hip hop italiano: Mondo<br />

Marcio e Fabri Fibra rappano<br />

prima di Lorenzo Jovanotti.<br />

L’abbonamento conviene e<br />

costa 60 euro.<br />

www.neapolis.it<br />

URBAN 73


PRIMA&DOPO<br />

UTZ<br />

02-6551180<br />

Stress da calura metropolitana?<br />

Vai di aperitivo al ristorante<br />

di Mauro Maltagliati,<br />

che in cortile ha allestito un<br />

petit dehor tendato delizioso.<br />

Martedì e venerdì l’aperitivo<br />

è Utz Therapy, con massaggiatrice<br />

professionista pronta<br />

a viziare piedi e schiene. Solo<br />

drink 6 euro, 15 con il massaggio.<br />

Se poi la fame monta<br />

si può spaziare da un timballo<br />

di granchio con melone a un<br />

carpaccio di vitello con crema<br />

di ortiche.<br />

Via Solferino, 48<br />

Chiuso lunedì<br />

CASABLANCA<br />

340-6495603<br />

Il Casablanca non scherza<br />

(nuovo giardino estivo di<br />

1200 mq tutto lumini e tavolini),<br />

la banda dell’Elite42<br />

tanto meno (Old Fashion, Bar<br />

Bianco, Gioia 69, Just Cavalli<br />

Café, Dar El Yacout... tutti<br />

affar loro): risultato esplosivo<br />

dunque per la one-night del<br />

martedì, la super-organizzata<br />

Seven-to-One: dalle 19.30 alle<br />

22, aperitivo con buffet, ingresso<br />

libero e consumazione<br />

8 euro facoltativa (se in lista);<br />

mentre i più esosi possono<br />

prenotare tavolo privé. Per essere<br />

in lista? Cliccare su www.<br />

elite42.com.<br />

Corso Como, 14<br />

Ogni martedì<br />

BEDA HOUSE<br />

02-603282<br />

Soluzione alternativa per un<br />

drink al fresco? Invece che stare<br />

all’aperto, chiudetevi tra le<br />

spesse mura della nuova Sala<br />

Gotica del Beda House Pub: è<br />

fatta in tutto e per tutto come<br />

una cattedrale medievale e,<br />

senza essere blasfemi, potete<br />

berci dentro fiumi di birra e<br />

cocktail assortiti o mangiarci<br />

panini, piadine e bruschette.<br />

Se siete claustrofobici, scegliete<br />

il giardino interno.<br />

Via Murat, 2<br />

Sempre aperto<br />

74 URBAN<br />

MANGIARE & BERE<br />

MILANO<br />

DI MIRTA OREGNA<br />

IL FURGONCINO DELLA<br />

BUFALA? È IN ARRIVO<br />

Apre Chiù – Mozzarella e Olio,<br />

negozio con furgone<br />

aerografato che distribuisce<br />

oro bianco alla città<br />

Non bisogna essere etologi superesperti<br />

per osservare come il cittadino milanese<br />

ronzi immancabilmente intorno alla<br />

mozzarella campana, come le api intorno<br />

al miele… e in una zona (il triangolo braidense<br />

Ponte Vetero-Pontaccio-Palermo)<br />

che di Bufala già se ne intende (leggi il<br />

Mozzarella Bar e la Pizzeria dei Fratelli La<br />

Bufala).<br />

Stavolta però la questione – ed entra in<br />

campo il “cibologo” a dimostrarla – è<br />

assai diversa. Chiù – Mozzarella e olio è<br />

l’insegna con cui ha aperto questa nuova<br />

realtà milanese, esplosa giustamente in<br />

un momento strategico dell’anno, quello<br />

dell’estate afosa che invoca dieta mediterranea<br />

e piatti refrigeranti. Un piccolo tempio<br />

mono-vetrina, dedicato al culto bianco<br />

e giallo di due dei più amati prodotti del<br />

made in Italy, olio e mozzarella.<br />

Arredato con sobrietà studiata (lampade<br />

di design, travi a vista, tavolo centrale per<br />

le degustazioni in legno non trattato) e<br />

note divertenti (la vetrata gialla che lascia<br />

intravedere il laboratorio per l’imbottigliamento<br />

dell’olio e la gigantografia di<br />

Totò che mangia un piatto di spaghetti sul<br />

terrazzo della nonna del proprietario), il<br />

locale nasce dall’idea di Marco Gugenheim<br />

(la seconda G, quella dell’omonimo museo,<br />

la famiglia se l’è persa per strada), giovane<br />

consulente finanziario napoletano tra-<br />

piantato da oltre due lustri a Milano, con<br />

il pallino dell’eccellenza e del business in<br />

proprio.<br />

Mozzarelle e ricotta di bufala che arrivano<br />

in camion tutte le sante mattine da<br />

Paestum e se invendute la sera finiscono<br />

alla mensa dei poveri (beati loro), olio da<br />

cinque regioni diverse, 12 tipi di olive<br />

rigorosamente dello Stivale, pasta trafilata<br />

in bronzo del Vesuviano, ragù assortiti<br />

fatti in casa a prezzi abbordabili… ma non<br />

immaginatevi una gastronomia chic, qui<br />

si fa di chiù: ovvero un super-servizio di<br />

take away per la gioia di uffici e negozi del<br />

circondario che vengono raggiunti (previa<br />

prenotazione) da un mitico furgoncino<br />

bianco fatto fare appositamente a forma<br />

e somiglianza di mozzarella, con tanto di<br />

vernice aerografata.<br />

Sulla scrivania arriva così un’elegante vaschetta<br />

in plastica corredata di posatine<br />

in legno-compensato create da qualche<br />

fantasioso designer norvegese, contenente<br />

quel bendiddio che avete richiesto qualche<br />

ora addietro: si spazia dal piatto di mozzarella<br />

di bufala dop con basilico, origano,<br />

olio e pomodoro cuore di bue (un classico,<br />

4,50 euro) alla ricotta di bufala con pomodorini<br />

(A’ Livella, 4 euro), dalle insalate imperiali<br />

(media di 5 euro) ai saltimbocca alla<br />

piastra al morbido pane da pizza farcito,<br />

scegliendolo tra i tanti, con bufala e Parma<br />

(Scalinatella, 5 euro).<br />

E ancora di chiù, per chi abita fuori dalla<br />

zona uno, il furgoncino è dotato di portellone<br />

laterale apribile e si trasforma in<br />

venditore ambulante di mozzarella… Per<br />

sapere dove è dislocato basta andare sul<br />

sito www.chiusrl.it e il gioco è fatto. Buona<br />

mozzarella a tutti!<br />

CHIÙ – MOZZARELLA E OLIO<br />

Via Pontaccio, 5<br />

tel. 02-8052296<br />

chiuso domenica<br />

IL BAR SOTTO IL MARE<br />

Note jazz dal vivo per<br />

l’aperitivo sotto la<br />

vela<br />

No-no-no, non è quello di<br />

Stefano Benni, ma il suo<br />

titolare Gino (e non il figlio<br />

Gianluca che lo gestisce quotidianamente)<br />

non sfigurerebbe<br />

tra i suoi stralunati personaggi:<br />

uno con la passione<br />

del mare, del jazz e delle<br />

donne che, a latere della sua<br />

attività nel settore “sicurezza”,<br />

ha realizzato il sogno nel<br />

cassetto rilevando un anonimo<br />

bar del centro. Due livelli<br />

innanzitutto, collegati da un<br />

tecnologico impianto audio<br />

e schermi al plasma, per cui<br />

tutto quello che si vede e si<br />

sente al piano superiore viene<br />

trasmesso a quello inferiore.<br />

Segue un arredamento a<br />

tema mare (se no il nome che<br />

ci sta a fare?) che include, in<br />

ordine sparso, trompe l’oeil<br />

aerografati con pesci colorati<br />

ripresi sui ripiani dei tavolini<br />

come se fossero le vetrate<br />

di un acquario; la sagoma in<br />

plexiglas dei tre alberi di un<br />

veliero che si stagliano dietro<br />

il bancone bar illuminato da<br />

un flashante neon blu oltreoceano;<br />

una vecchia vela che<br />

fa da soffitto al corner panini,<br />

una cima annodata e poi, qua<br />

e là nel menu, piatti freddi<br />

che recitano il nome dei venti<br />

(vedi Gran Lasco con crudo<br />

di Parma e melone), un panino<br />

Marino (Parma, lattuga,<br />

granchio e maionese) e tanti<br />

cocktail che all’aperitivo si<br />

pagano 5-6 euro l’uno (food<br />

incluso). L’altra particolarità:<br />

una simpatica programmazione<br />

jazz tutti i mercoledì<br />

alle ore 19, con formazioni<br />

milanesi in cerca di notorietà,<br />

il cui concerto – tenuto al<br />

piano del bar – va in local-visione<br />

al piano interrato. Il Sea<br />

Level è forse più bello a dirsi<br />

che a vedersi, ma andateci<br />

anche voi e dateci il vostro<br />

parere.<br />

SEA LEVEL BAR<br />

Via Broletto, 41<br />

tel. 02-80582319<br />

chiuso domenica<br />

NOVITÀ PER L'ESTATE IN CITTÀ<br />

Milanese all’aperto, fusion, caraibica o figlia del Grande Fratello ai piedi dell’Ippodromo, fate vobis<br />

PUPURRY<br />

02-34592417<br />

Milanese. Che ci fanno, ai<br />

confini di Chinatown, un exingegnere<br />

biochimico della<br />

nutrizione (il signor Giorgio)<br />

e un ex-manager informatico<br />

(il signor Massimo)? Hanno<br />

rilevato la gestione dello storico<br />

Pupurry, ex fonderia di<br />

campane diventata ristorante<br />

di cucina milanese e, dopo<br />

otto lunghi mesi di “prova e<br />

riprova”, hanno messo a regime<br />

il loro personale codice di<br />

ristorazione.<br />

Cucina milanese, dunque, ma<br />

alleggerita e resa più elegante<br />

(niente minestrone di verza,<br />

per capirci) da risotti preparati<br />

espressi, tra cui il giallissimo<br />

alla milanese con ossobuco<br />

facoltativo, alle verdure dell’orto<br />

o mantecato con Zola;<br />

e dall’immancabile cotoletta<br />

orecchio d’elefante (classica<br />

o vestita con pomodorini e<br />

basilico, serviti però a parte);<br />

a cui si aggiungono i peperoni<br />

all’aceto balsamico e la carne<br />

di Scottona in tutte le forme e<br />

salse. Manca lo chef-pasticcere…<br />

ma in compenso si mangia<br />

all’aperto, in un fazzoletto<br />

verde apparecchiato di tutto<br />

punto e dopo cena potete<br />

scendere nel privé con pianobar<br />

e dare il la al pianista per<br />

una nottata amarcord. Il tutto<br />

vi costerà una quarantina di<br />

euro.<br />

Via Bertini, 25<br />

Sempre aperto<br />

NU-CUBE<br />

02-74281341<br />

Fusion. Nu elevato al cubo, la<br />

famiglia Gao elevata all’ennesima<br />

potenza. Sono sempre<br />

loro, quelli di Villa Gao, Nu<br />

Hama, Nami…, e sono sempre<br />

più bravi, questa volta<br />

rappresentati dalla giovane<br />

Susanna. A pochi metri dall’arteria<br />

Buenos Aires è nata<br />

l’ultima felice creazione fusion<br />

dell’impero cino-milanese dei<br />

Gao, completato dalla ancor<br />

più felice (anche se un po’<br />

scura) mano dell’architetto<br />

Nisi Magnoni. Mattoni a vista,<br />

lampade che pendono dal<br />

soffitto, mosaici Bisazza nerorosa<br />

sui top dei tavoli e nei<br />

bagni, dove le porte a vetro si<br />

opacizzano una volta entrati. E<br />

poi c’è la cucina, che accanto a<br />

sushi e sashimi per “reazionari”<br />

offre una scelta stagionale<br />

di cucina fusion (giappo-cino-indo-coreana)<br />

che non<br />

disdegna rucola, pomodorini<br />

e peperoni di casa nostra e<br />

che per ogni piatto prevede<br />

una salsa specifica. Imperdibili<br />

tempura, anatra miso-magret<br />

con salsa di miso bianco, gambero<br />

avvolto nella pasta di<br />

riso e tataki di tonno coreano.<br />

Da scoprire il pregiato Kobe<br />

beef, manzo ottenuto da mucche<br />

nutrite a birra e massaggiate<br />

a tempo di musica (tanto<br />

curioso quanto costoso: una<br />

trentina di euro a porzione).<br />

Via San Gregorio, 6<br />

Chiuso lunedì<br />

TOCORORO<br />

02-4503632<br />

Caraibico. Langosta e camarones<br />

a la parrilla, camarones<br />

saltati in padella con il rum,<br />

pierna de puerco asada nel<br />

suo sugo, churrasco di filetto,<br />

tambor de papas (tortino di<br />

patate) con baccalà e ancora<br />

pollo al forno in salsa di arance<br />

amare e limone, filete de<br />

cerdo al curry y manzana, con<br />

contorno di live-music. Il tutto<br />

annaffiato da mojito in versione<br />

originale, birra e ron invecchiato<br />

sette anni… No, no,<br />

non siamo al Festival Latino-<br />

Americano di Assago, nemmeno<br />

a una lezione di spagnolo,<br />

ma al nuovo locale cubano<br />

Tocororo spuntato, per l’allegria<br />

del popolo, in quel di<br />

Corsico, alle porte della città<br />

(ma ci si arriva anche in bus,<br />

con la 50!). Tre sale, due bar<br />

e una cabaña cubana dove si<br />

mangia, si balla e si trangugia<br />

l’aperitivo criollo con cocktail<br />

caraibici e picadas assortite,<br />

tutto in stile della Grande Isla.<br />

Soprattutto, l’ultima domenica<br />

di ogni mese, esplode<br />

Cubaneando, maratona danzereccia<br />

non-stop dalle 14<br />

alle 24 ai ritmi del movimiento<br />

cubano 100%, per partecipare<br />

alla quale basta consumare<br />

un solo cocktail… e allora via,<br />

vamos a bailar!<br />

Via Leonardo da Vinci, 8<br />

– Corsico<br />

Chiuso lunedì e sabato a<br />

pranzo<br />

RISTORANTE LORENZO<br />

02-48700919<br />

Ippico. L’Ippodromo è da<br />

sempre un vero e proprio<br />

localificio, specie con i caldi<br />

e le zanzare estive che invitano<br />

a stazionare all’aperto<br />

con vista-galoppatoio.<br />

Questa volta la puntata va<br />

su un nuovo lounge-ristobar,<br />

che già nell’insegna<br />

cela il suo perché di celebrità.<br />

Lorenzo è infatti quel<br />

Battistello, cuoco e amante<br />

dei vini, concorrente alla<br />

prima edizione del Grande<br />

Fratello. Cornice dei suoi<br />

piatti che ritoccano con leggerezza<br />

la tradizione, specie<br />

quella veneta di provenienza,<br />

un imponente bancone<br />

di legno old style circondato<br />

da moderni trespoli trasparenti<br />

(contrasto impegnativo),<br />

una sala tappezzata da<br />

bottiglie di vino (in cantina<br />

dichiarano 400 etichette),<br />

un’altra sala con stufa in<br />

maiolica e soprattutto un<br />

patio tendato circondato dal<br />

verde. Specialità di carne<br />

e di pesce fifty-fifty, tra cui<br />

primeggiano fiorentina di<br />

Sorana alla brace e padellata<br />

(loro la chiamano tecia)<br />

di molluschi e crostacei in<br />

guazzetto. Non proprio a<br />

buon mercato (40-45 euro).<br />

Piazzale dello Sport, 20<br />

Aperto tutte le sere tranne<br />

martedì. Aperto a pranzo<br />

mercoledì, sabato e<br />

domenica<br />

VIETNAM: L'UNICO VERO<br />

Ciotola e bacchette<br />

anche in camera<br />

Prendete un’elegante palazzina<br />

del 1903, a due passi<br />

da Piola, che assomiglia alle<br />

architetture francesi di Hanoi,<br />

la più bella città del Vietnam;<br />

mettetegli dentro Christiane,<br />

colta signora parigina dagli<br />

occhi a mandorla, poi aggiun-<br />

gete il marito Dario, ex-manager<br />

farmaceutico con esperienza<br />

nei vini: et voilà, ecco<br />

che nasce Vietnamonamour,<br />

primo (se dimentichiamo la<br />

meteora Opium) vero (questo<br />

è Viet al 100%) ristorante<br />

vietnamita di Milano. Un ombrellino<br />

in carta di riso che<br />

segnala l’ingresso, una sala<br />

interna con pareti rivestite in<br />

carta velina dei mercati locali<br />

e mobili fatti da artigiani; un<br />

cortile interno protetto da<br />

deliziosi ombrellini vietnamiti<br />

e, al piano superiore, quattro<br />

stanze di charme gestite come<br />

bed&breakfast (120 la doppia<br />

con colazione, continentale o<br />

– su richiesta – vietnamita con<br />

Pho Bo, brodo con noodles,<br />

carne scottata e bouquet di<br />

spezie). E infine il menu, con<br />

ricette ricercate nel passato<br />

di Hanoi, valorizzate da un<br />

cuoco francese naturalizzato<br />

vietnamita e oggi eseguite con<br />

la massima cura e tecnologia.<br />

Pronte da irrorare con originale<br />

salsa Nuoc Mam sfilano<br />

sulla carta Nem (involtini di<br />

carne) in sfoglia di riso con<br />

erbe e funghi (7 euro), coccio<br />

di verdure al curry, latte di<br />

cocco e riso (12 euro), spiedino<br />

di canna da zucchero<br />

con paté di gamberi e verdure<br />

fresche oppure anatra confit e<br />

ananas caramellata (15 euro).<br />

E per finire, non dimenticate<br />

di ordinare il caffè vietnamita,<br />

nella curiosa moca di alluminio.<br />

Altamente consigliato ai<br />

viaggiatori nostalgici di uno<br />

dei paesi più suggestivi del<br />

Sudest asiatico come agli<br />

amanti delle loro cucine e a<br />

tutti gli altri curiosi di provare<br />

un’esperienza assolutamente<br />

nuova.<br />

VIETNAMONAMOUR<br />

via A. Pestalozza, 7<br />

tel. 02-70634614<br />

chiuso domenica<br />

ROSSO&BIANCO<br />

Calice panoramico sul<br />

Naviglio<br />

Tavolino in ferro affacciato<br />

sulle acque del Naviglio da<br />

poco ripulite, un’imbarcazione<br />

dei Navigli lombardi che passa,<br />

un calice di vino alla mano…<br />

non è la Senna parigina,<br />

nemmeno il bateau-mouche, e<br />

il calice non è targato Francia,<br />

ma il piacere che se ne ricava<br />

non è poi così lontano!<br />

Barbara, un passato dietro al<br />

bancone, affiancata dal fidanzato<br />

(che invece proviene dal<br />

settore divani & poltrone) ha<br />

aperto – ormai qualche mese<br />

fa – un piacevole wine bar<br />

in fondo al Naviglio Grande:<br />

lo riconoscerete immediatamente<br />

per via delle sue sedie<br />

plasticose di design simil-<br />

Kartell (ma alla fine opera<br />

di un mobiliere lombardo) e<br />

per le sue poltrone/divanetti<br />

comodosi in tessuto optical<br />

(opera del fidanzato in questione).<br />

L’insegna Sottosopra<br />

è sottotitolata “Wine Bar &<br />

More”, per via della sua breve<br />

ma esaustiva carta dei vini<br />

(nomi noti, bianchi e rossi, che<br />

spaziano dal Dolcetto di Ratti<br />

al Nero d’Avola Cusumano,<br />

dal Franciacorta Bellavista al<br />

Vermentino La Cala di Sella e<br />

Mosca), serviti al bicchiere o<br />

in bottiglia (3/4 euro il primo,<br />

media dei 20 euro la seconda).<br />

Ma la sorpresa sbuca<br />

dalla carta dei cocktail che<br />

ne include uno, il Sottosopra,<br />

con vino bianco, triple sec,<br />

cranberry juice, frutti di bosco,<br />

fragole e zenzero e, tra gli<br />

altri, un estivissimo Za-za con<br />

gin, pompelmo, lime e menta.<br />

Costo del cocktail in happy<br />

hour 6 euro, da accompagnare<br />

a spizzichi e bocconi assortiti<br />

(focacce, cous cous, pasta,<br />

frittatoni o mini-hamburger) o<br />

a taglieri assortiti salumi/formaggi<br />

(da 4 euro).<br />

SOTTOSOPRA<br />

alzaia Naviglio Grande, 56<br />

tel. 02-36534600<br />

sempre aperto<br />

URBAN 75


PRIMA&DOPO<br />

IL MELOGRANO<br />

06-71546716<br />

Un lounge bar fuori le Mura<br />

è una rarità, tanto più se,<br />

come al Melograno, il design<br />

è particolarmente curato.<br />

Molti i richiami al jazz e<br />

atmosfere da moderna New<br />

Orleans. All’imbrunire però<br />

altra vita: cambiano le luci<br />

e l’aria, soprattutto sulla<br />

piazzetta animatissima fino<br />

a notte fonda d’estate. Al<br />

bancone happy hour con<br />

una bella scelta tra food e<br />

beverage. Solo cocktail, fino<br />

e oltre la mezzanotte.<br />

V.le Giulio Agricola, 41<br />

Sempre aperto<br />

RESTART<br />

339-8525835<br />

Restart è un po’ caffetteria,<br />

un po’ appetizer bar, un po’<br />

pub. Duecento metri quadri<br />

molto colorati e pieni di<br />

eventi e attività: dalle serate<br />

dedicate al teatro emergente<br />

alla musica live. La<br />

domenica va forte l’aperitivo<br />

di Miriam, messicana con la<br />

passione per la cucina che<br />

manda al bancone tantissimi<br />

sfizi sudamericani. Si beve<br />

forte, per soli 5 euro.<br />

Via Udine, 1<br />

Sempre aperto<br />

CAFFÈ BOHÉMIEN<br />

06-473801<br />

Tra pareti fitte di libri e tra<br />

una festa e l’altra delle tante<br />

che si fanno qui, private ma<br />

non troppo, si tira tardi alla<br />

Libreria Caffè Bohémien. Gay<br />

friendly e molto friendly tout<br />

court, questo piccolissimo<br />

locale nel cuore del rione<br />

Monti resta aperto fino alle<br />

due di notte. Colori caldi alle<br />

pareti, un bancone un po’<br />

vecchio stile e la compagnia<br />

che si allarga molto anche<br />

su strada con un bicchiere<br />

in mano.<br />

Via degli Zingari, 36<br />

Sempre aperto<br />

76 URBAN<br />

Gianluca Ciufoli<br />

MANGIARE & BERE<br />

ROMA<br />

DI LAURA RUGGIERI<br />

A ITAKA SI ARRIVA SENZA<br />

PERDERSI IN UN'ODISSEA<br />

Per volare in Grecia basta un<br />

fast food<br />

Magna Grecia nel centro di Roma<br />

promette un cartello sulla porta: non<br />

sarà una taverna classica con il sirtaki<br />

in sottofondo e lo tzatziki sul tavolo,<br />

però è il posto giusto per iniziare a familiarizzare<br />

con l’idea di una vacanza in<br />

terra ellenica, tanto più in piena estate.<br />

Itaka, primo fast food greco a Roma, i<br />

piatti classici della gastronomia ellenica<br />

li ha fotografati e li tiene esposti ben<br />

illuminati, come in ogni fast food che si<br />

rispetti. Aperto da poco, il locale mixa<br />

l’acciaio del bancone e il vetro dei tavoli<br />

(15 in tutto) con le pietre a parete e il<br />

cotto a terra, che scaldano un piccolo<br />

(ma nemmeno troppo, perché ci sono<br />

anche un soppalco e un piano inferiore)<br />

ambiente su via della Stelletta, accanto a<br />

un atelier-sartoria francese e a un forno<br />

tra i più buoni della capitale. Due amici,<br />

Danilo e Giorgio, 21 anni, lasciati da<br />

poco i banchi di scuola, stessa passione<br />

per il mondo classico, una vacanza in<br />

Grecia sfumata, l’Ellade decidono di portarsela<br />

a casa, almeno quella dei sapori.<br />

Cose da Magna Grecia, diremmo. Nasce<br />

Itaka, che poi tanto fast food non è, tiene<br />

a precisare Danilo. Non per niente, infatti,<br />

la musica è lounge, si servono anche<br />

aperitivi e ci si appassiona a happening<br />

filosofici e poesia erotica. Dalle 11 di<br />

mattina alle 2 di notte. Prezzo medio: 6<br />

euro, bibita inclusa. Moussaka (4 euro),<br />

souvlaki, dolmadakia (involtini di foglia<br />

di vite con riso e aneto), kebab greco e<br />

una specie di hamburger di manzo servito<br />

semplice o col formaggio, più l’insalata<br />

greca (3 euro). Tutti i prodotti sono<br />

greci: i gigantes per esempio, enormi<br />

fagioli bianchi con una salsa al pomodoro<br />

aromatizzata, o lo yogurt, così come<br />

la carne. Lo tzatziki, la melitzanosalada<br />

e il tirokafteri, una salsa di feta, vanno<br />

nelle pite. Gli aperitivi, a base di ouzo e<br />

non solo, prevedono formaggio di Cipro<br />

servito grigliato, feta e altri sfizi. Come<br />

dolce, yogurt con miele e noci o con la<br />

frutta fresca, oppure una torta al cioccolato<br />

chiamata sokolatina e addirittura<br />

la pita nut per chi proprio non ce la fa a<br />

smettere... “Itaka/Roma solo andata” c’è<br />

scritto sulla t-shirt di Danilo in argento<br />

su fondo nero. Fatelo anche voi quel<br />

biglietto…<br />

ITAKA<br />

via della Stelletta, 25<br />

tel. 339-7644926 – 339-5092437<br />

sempre aperto<br />

DALLA TERRA ALLA TAVOLA<br />

Non solo food, tutto<br />

rigorosamente made<br />

in Africa<br />

Cinque amiche con l’Africa<br />

nell’anima hanno da poco<br />

aperto un locale che di anime<br />

ne ha molte: un po’ caffetteria,<br />

ma anche wine bar, un<br />

po’ emporio, un po’ libreria. È<br />

Griot, nel cuore di Trastevere:<br />

Griot come l’artista canta-<br />

storie, un po’ musico un po’<br />

poeta. Come in un piccolo<br />

salotto di casa arredato<br />

con pezzi di modernariato<br />

trovati in giro, da Griot si<br />

sta seduti per prendere un<br />

caffè, un tè, una cioccolata,<br />

provenienti direttamente dai<br />

paesi produttori, o infusi<br />

del commercio equo e solidale.<br />

Da mangiare ci sono<br />

torte fatte in casa, biscotti,<br />

marmellate (quelle ai frutti<br />

tropicali arrivano dal Kenya,<br />

il miele dallo Zambia). All’ora<br />

dell’aperitivo, insieme a tanti<br />

vini di piccoli produttori sul<br />

bancone compaiono tartine<br />

con paté ai carciofi, al radicchio<br />

e altre verdure di stagione<br />

fatte a mousse. Si cambia<br />

ancora per l’ora di cena con<br />

qualche piatto di formaggi<br />

o salumi, insalate, magari un<br />

tabulè o un cous cous. In più,<br />

quello che vi piace potete<br />

anche comprarlo. Come i libri<br />

che trovate in consultazione<br />

o le riviste internazionali,<br />

le stampe colorate da tutta<br />

l’Africa occidentale, i pregiatissimi<br />

velluti lavorati in Africa<br />

Centrale o gli sgabelli in legno<br />

da Mali e Costa d’Avorio.<br />

GRIOT Emporio Culturale<br />

via di S. Cecilia, 1/A<br />

tel. 06-58334116<br />

chiuso lunedì<br />

AGRITURISMI DIETRO L'ANGOLO<br />

In temporanea fuga dalla capitale alla ricerca delle fresche frasche e dei sapori genuini? Eccovi accontentati<br />

LA LUNA <strong>SUL</strong> TEVERE<br />

0765-304021<br />

Se cercate un agriturismo dentro<br />

un’oasi naturale La Luna<br />

sul Tevere, immerso nel Parco<br />

“Tevere Farfa”, poco distante<br />

da Torrita Tiberina, piccolo<br />

borgo medievale a 45 km<br />

da Roma, fa proprio al caso<br />

vostro. I piatti sono ovviamente<br />

preparati con i prodotti<br />

dell’orto e conditi con olio<br />

extravergine di oliva di produzione<br />

propria (da 1200 piante<br />

di olivo). In menu, pasta fatta<br />

a mano con sugo d’agnello,<br />

cinghiale o con le verdure dell’orto;<br />

per secondo, grigliate<br />

di polli ruspanti e bistecche di<br />

vacche maremmane allevate in<br />

tenuta. Anche i dolci e i liquori<br />

sono fatti in casa. Mangerete<br />

spendendo non più di 25<br />

euro alzandovi davvero sazi.<br />

Se decidete di fermarvi magari<br />

per qualche giorno, vista la situazione<br />

ideale con maneggio,<br />

mountain bike e canoa a 500<br />

metri dal fiume, ci sono quattro<br />

appartamenti dall’arredo<br />

piuttosto insolito, all’insegna<br />

delle cineserie più estrose e<br />

con tanto di mobili antichi dipinti<br />

a mano.<br />

Loc. Cerreta<br />

Torrita Tiberina<br />

Aperto nel weekend, su<br />

prenotazione durante la<br />

settimana<br />

180 etichette e uno<br />

scenografo d’eccezione<br />

Quando Gianni Falsi, giovane<br />

ingegnere, e la sua socia,<br />

Patrizia, hanno aperto L’acino<br />

Brillo, all’inizio solo un’enoteca,<br />

non volevano il solito<br />

stile con legno alle pareti,<br />

atmosfera calda e aria rustica.<br />

Così hanno scelto uno scenografo<br />

per allestire lo spazio, e<br />

mica uno qualsiasi, bensì Agi<br />

Zitkowsky, che ha spinto decisamente<br />

sul moderno (alcuni<br />

pezzi li ha presi addirittura<br />

sul set del Grande Fratello):<br />

sedie trasparenti, bancone<br />

in resina decorato a mano,<br />

pavimento viola fatto con l’aerografo,<br />

ovunque giochi di luci<br />

e colore. Insomma, un hi-tech<br />

che spiazza nel cuore della<br />

Garbatella.<br />

IL CASALE DI MARTIGNANO<br />

06-99802004<br />

Se la campagna a oltranza<br />

non vi ha ancora convinto,<br />

prendete in considerazione<br />

l’agriturismo Casale di<br />

Martignano sul laghetto vulcanico<br />

omonimo a due passi<br />

da Roma. Probabilmente vi ricrederete.<br />

Oltre a una spiaggia<br />

privata con un grande prato e<br />

ombrelloni, lettini e sdraio (e<br />

poi canoe, derive, hobie-cat<br />

e windsurf), ci si può fermare<br />

a dormire in piccole case col<br />

giardino o solo a mangiare.<br />

Prodotti esclusivamente dell’azienda,<br />

carni allevate qui,<br />

verdure dell’orto, formaggi<br />

prodotti sul posto, si gustano<br />

in un patio con vista lago. Un<br />

menu rustico ma non troppo,<br />

con piatti anche di una certa<br />

fantasia tipo carbonara con<br />

zafferano, zucchine e guanciale,<br />

ravioloni ripieni di provola<br />

e ragù di carne al profumo di<br />

arancia. Tra i secondi, oltre alla<br />

carne alla griglia, il capocollo<br />

di maiale all’etrusca con erbe<br />

aromatiche. Non perdete i dolci<br />

di Anna, tipo la millefoglie<br />

alle fragoline di bosco. Con 30<br />

euro farete una cena dalla A di<br />

antipasto all’italiana alla Z di<br />

zabaione.<br />

Strada di Martignano<br />

Campagnano di Roma<br />

Chiuso lunedì<br />

La stupore prosegue anche<br />

a tavola: tovagliette di carta<br />

e aria informale da wine bar<br />

nascondono sorprese di alta<br />

cucina, davvero interessanti.<br />

Creatività e fantasia, rigore<br />

e qualità messi insieme per<br />

LA VALLE DI CERI<br />

06-99207007<br />

Andando da Roma verso<br />

nord, a pochi chilometri<br />

dal mare vi appare su uno<br />

sperone di tufo vulcanico<br />

il borgo medievale di Ceri,<br />

chiuso dentro una cerchia di<br />

mura merlate. Solo antiche<br />

case affacciate sulla piazzetta<br />

e strette intorno a palazzo<br />

Torlonia. Siete nel cuore della<br />

terra degli Etruschi e già arrivano<br />

i primi profumi e sapori<br />

mediterranei della Maremma<br />

laziale con i suoi vini robusti<br />

e una cucina ancora più<br />

intensa. Qui troverete un agriturismo<br />

immerso tra i vigneti<br />

con un giardino verdissimo<br />

dove mangiare all’aperto sul<br />

prato. E se siete amanti del<br />

barbecue, questo è il posto<br />

giusto. La griglia è in giardino<br />

e si cucina open air a vista:<br />

bruschette, bistecche, braciole.<br />

Le verdure di contorno<br />

sono tutte quelle di stagione,<br />

coltivate in loco. Pane fatto<br />

in casa e pasta tirata a mano<br />

dalla mamma che fa anche<br />

crostate e ciambelline da inzuppare<br />

nel vino. Se alla fine<br />

avete esagerato, rinfrescate le<br />

idee con un tuffo in piscina e<br />

un sonno ristoratore.<br />

Via Piancerese, 30<br />

Ceri<br />

Sempre aperto<br />

comporre piatti come la zuppetta<br />

tiepida di pomodoro<br />

con quenelle di mozzarella<br />

di bufala, basilico fritto e olio<br />

alla vaniglia o i cappellacci<br />

di zucca e cacao su crema di<br />

parmigiano reggiano e aspa-<br />

I DUE LAGHI<br />

06-99607059<br />

Una tenuta “biologicamente<br />

certificata” di oltre 150<br />

ettari a due passi dal lago<br />

di Bracciano. Dentro un antico<br />

casale della campagna<br />

romana, un vero e proprio<br />

Country Relais con tanto di<br />

caccia alla volpe (ma niente<br />

paura, è simulata!). La Posta<br />

de’ Cavalieri è il ristorante<br />

dove si reinterpreta la cucina<br />

tradizionale della Tuscia<br />

con la pasta fatta in casa,<br />

le proprie carni e salumi, il<br />

pesce di lago, il tartufo di<br />

Allumière e i broccoletti di<br />

Anguillara. Preparatevi a una<br />

cucina di una certa complessità<br />

e struttura, conto<br />

compreso. In tavola però vi<br />

arriveranno piatti come la tartare<br />

di caprino servita con la<br />

sua mousse in cialda “Tenuta<br />

i Due Laghi”, gli gnocchi di<br />

ricotta alla maggiorana con<br />

quenelle di ricotta al tartufo<br />

nero di Allumière, la nocetta<br />

di vitello con scalogno glassato<br />

al balsamico e granturco<br />

al burro, la piccola bavarese<br />

di cetriolo e sedano servita su<br />

biscuit alle mandorle e salsa<br />

alla vaniglia. Ogni tanto, ne<br />

vale proprio la pena!<br />

Loc. Le Cerque<br />

Anguillara Sabazia<br />

Sempre aperto<br />

ANCHE IL VINO VA IN SCENA<br />

ragi verdi. Quasi un gioco, ben<br />

riuscito, il cappuccino di zucchine<br />

con spuma di canocchie<br />

e uova di salmone. Dinamico<br />

il tortino soffice di pistacchi di<br />

Bronte con cialda fondente di<br />

cioccolato a mo’ di cappello<br />

che sciogliendosi scende man<br />

mano. Non sottovalutate il<br />

pane, una vera passione dello<br />

chef, che ogni sera ne sforna<br />

almeno cinque, sei tipi: allo<br />

zafferano, al cioccolato e perfino<br />

alla liquirizia.<br />

In cantina 180 etichette, di cui<br />

una decina in degustazione.<br />

Buone notizie anche dal conto<br />

perché non è così frequente<br />

spendere al massimo 30 euro<br />

per una serata di cucina così.<br />

L’ACINO BRILLO<br />

piazza S. Eurosia, 2<br />

tel. 06-5137145<br />

chiuso lunedì<br />

ROSSO&BIANCO<br />

Il bello di andare in<br />

bianco<br />

Con 800 etichette e un dichiarato<br />

sbilanciamento verso<br />

i bianchi (grande simpatia<br />

per i friulani), un centinaio di<br />

bollicine, italiane e francesi,<br />

e un po’ di rossi, questa insolita<br />

enoteca dietro via del<br />

Governo Vecchio appena arrivata<br />

in zona s’è conquistata<br />

un giro di fedelissimi estimatori.<br />

Oltre ai vini, sono addirittura<br />

16 le tipologie di prosciutto<br />

scrupolosamente custodite<br />

in “garage”: qui fanno<br />

affinamento, sono scrutati<br />

e verificati ogni giorno, per<br />

poi passare al taglio a rotazione,<br />

e poi in degustazione<br />

al piatto (tra i 6 e i 16 euro<br />

massimo). Una vera passione,<br />

come quella però per il pesce<br />

in scatola, rigorosamente<br />

di provenienza spagnola,<br />

servito come tapas a circa<br />

4-5 euro. Una chicca scovata<br />

con meticolosa ricerca da tre<br />

amici (tra loro anche Marco<br />

Berry delle Iene) appassionati<br />

di Spagna: i filetti di sgombro<br />

sono solo delle Azzorre, le<br />

acciughe di Nardin, le capesante<br />

di Alicanto. Qua e là<br />

ogni tanto spuntano anche i<br />

peperoni di Lodosa. Già, perché<br />

la selezione dei prodotti<br />

è in continua evoluzione e<br />

affidata addirittura a un’altisonante<br />

Accademia Italiana<br />

di Formazione Alimentare<br />

con Paolo Angeletti all’opera.<br />

I formaggi sono quelli<br />

di un vero maestro a Roma,<br />

Stefano Limata, e cambiano<br />

ogni settimana. Si sta al bancone,<br />

molto bello, scovato in<br />

un’antica merceria o su un divanetto<br />

con poltroncine, che<br />

fa tanto salotto buono del<br />

dopoguerra, alternato a qualche<br />

seduta anni ’70 come gli<br />

spunti di carta da parati a<br />

fare ambiente.<br />

VINOGARAGE<br />

via di Monte Giordano, 63<br />

tel. 06-68300858<br />

chiuso domenica<br />

URBAN 77


PRIMA&DOPO<br />

LAS ROSAS<br />

011-5213907<br />

La taqueria messicana di<br />

Elena Vaccarino è una realtà<br />

di gran successo sin dai<br />

primordi del “quadrilatero”.<br />

Adesso nella saletta di sinistra<br />

c’è una novità: una rhumerie<br />

in piena regola, con una carta<br />

del prezioso distillato caraibico<br />

da soddisfare i più esigenti.<br />

Si può continuare a stuzzicare<br />

i gustosi piattini messicani<br />

ma qui potete anche scegliere<br />

un sigaro di qualità (la saletta<br />

naturalmente è integralmente<br />

a norma) per accompagnare<br />

il rum.<br />

Via Bellezia, 15/f<br />

Sempre aperto<br />

SCAPADACÀ<br />

347-4448596<br />

Tra le 19 e le 21.30 si sgomita<br />

al buffet, ricco di diversi<br />

primi piatti caldi, verdure e<br />

stuzzichini. Da bere i cocktail<br />

classici, i pestati, i frozen o<br />

anche una bella birra. Il tutto<br />

al prezzo fisso di 6 euro. La<br />

qualità è buona anche se il<br />

piattino di dimensioni lillipuziane<br />

costringe a diversi “giri”.<br />

Più tardi taglieri di formaggi<br />

e salumi e poi rum e whisky<br />

torbati fino alle 3. Venerdì e<br />

sabato anche oltre!<br />

Corso San Maurizio, 48/b<br />

Sempre aperto<br />

SMILE TREE<br />

011-5217578<br />

Appena aperto nella cornice<br />

pedonale della Consolata, allo<br />

Smile Tree l’aperitivo è servito<br />

al tavolo con due piatti, uno<br />

freddo e uno caldo e cambia<br />

tema gastronomico ogni giorno<br />

della settimana (Francia,<br />

Spagna, Piemonte, Germania,<br />

Emilia e Oriente). Quasi<br />

una piccola cena tematica.<br />

Originale anche la proposta<br />

del “dopo”: cocktail “doubler”<br />

con secondo ingrediente in<br />

provetta, “golden” destrutturati,<br />

birre trappiste e di abbazia<br />

e assenzi europei.<br />

Piazza della Consolata, 9<br />

Chiuso domenica<br />

78 URBAN<br />

Gianluca Ciufoli<br />

MANGIARE & BERE<br />

TORINO<br />

DI BRUNO BOVERI E LEO RIESER<br />

PIZZA CON BIRRA? MOLTO<br />

MEGLIO BIRRA CON PIZZA<br />

Sorpresa! Il Birrificio Torinese<br />

sforna anche le pizze<br />

New entry nel mondo delle pizzerie. Ce<br />

n’era bisogno? La scelta era già ampia.<br />

Ma questa ha qualche asso da calare.<br />

Intanto si chiama “La Briscola”. Il biglietto<br />

da visita è una vera carta da gioco di<br />

quelle che si usavano in osteria. Il locale è<br />

carino e simpatico.<br />

Ma veniamo alle pizze: sono fatte nel<br />

forno elettrico. Nota dolente? Questo tipo<br />

di pizza ha comunque estimatori convinti.<br />

Richiede che la teglia sia unta per evitare<br />

che l’impasto si attacchi e questo da un<br />

lato “appesantisce” e dall’altro espone<br />

al rischio di bruciacchiare il fondo. Qui<br />

poi hanno pure scelto di utilizzare una<br />

farina particolare, credo semi-integrale,<br />

che conferisce all’impasto un gusto decisamente<br />

personale. Consigliamo, nel<br />

lungo elenco, quella “frijarielli e salsiccia”.<br />

E prima, magari, una bella porzione di<br />

farinata. Ma soprattutto tanta, tanta birra.<br />

Perché “La Briscola” è in realtà la pizzeria<br />

del Birrificio Torino, storico microbirrificio<br />

votato alla piccola produzione di qualità:<br />

sforna quattro tipi di birra in osservanza<br />

dell’editto “Reinheitsgebot” promulgato a<br />

Monaco di Baviera nel 1516, che prevede<br />

l’utilizzo solo di acqua, malto, luppolo e<br />

lievito. Le quattro delizie sono una birra<br />

chiara a bassa fermentazione (Clara), una<br />

rossa doppio malto (Rufus), una bionda<br />

doppio malto stile “bock” (tautologicamente<br />

chiamata “Biondoppia”) e una<br />

buonissima weizen ambrata di frumento<br />

(Gina). Tutte birre artigianali, crude, non<br />

pastorizzate e non filtrate, senza conservanti,<br />

vive e vivaci. Ed è il successo giusto<br />

e meritato. La birra scorre a fiumi nella<br />

sede di via Parma e la richiesta di “accompagnamento”<br />

solido cresce. A questo<br />

punto il colpo di genio: il Birrificio Torino<br />

cala la sua “Briscola”, apre la sua pizzeria<br />

perché pizza e birra, si sa, vanno a nozze.<br />

Con queste birre, poi... il connubio non<br />

può che essere felice.<br />

PIZZERIA LA BRISCOLA<br />

via Conte Verde, 7<br />

tel. 011-4366966<br />

chiuso lunedì<br />

SU E GIÙ PER SAN SALVARIO<br />

Dal kebab agli arrosticini, dalle zeppole alle pappardelle: appetitosi contrasti di un quartiere multietnico<br />

PETRA<br />

011-6508696<br />

Una volta qui c’era il ristorante<br />

Giappone, che faceva<br />

cucina piemontese. Ora si<br />

chiama Petra e la cucina è<br />

quella tipica giordana e araba.<br />

Accomodatevi sotto l’originale<br />

tenda, rilassatevi e poi<br />

riempitevi il piatto con le deliziose<br />

polpette aromatiche, gli<br />

involtini di cavolo (gradevolmente<br />

aciduli) e di foglia di<br />

vite, i peperoni ripieni di riso,<br />

la salsa di ceci e lenticchie, il<br />

kebab, bevete il delizioso tè<br />

alla menta e pascetevi la vista<br />

con le evoluzioni sapienti e<br />

sinuose della danzatrice.<br />

Via Bernardino Galliari,<br />

16/C<br />

Chiuso lunedì<br />

NUOVE SALETTE<br />

011-6502898<br />

È ristorante, ma anche pizzeria.<br />

Ma lasciate stare le<br />

pizze (che pure sono niente<br />

male). Lasciate stare anche<br />

le tante proposte della carta<br />

(alcune peraltro interessanti)<br />

e concentrativi sui piatti<br />

abruzzesi. Iniziate con le<br />

succulente bruschette, continuate<br />

con i maccheroni alla<br />

chitarra fatti a mano, poi la<br />

salsiccia abruzzese e i tipici<br />

arrosticini d’agnello, cotti<br />

come dio comanda, e finite<br />

con un classico dolce all’Aurum.<br />

Vini abruzzesi, anche<br />

loro. Pura gioia. Anche<br />

quando pagherete il conto.<br />

Via Goito, 7<br />

Chiuso lunedì<br />

FILO DI MARIANNA<br />

011-6692365<br />

Quest’angolo di San<br />

Salvario sembra Mergellina<br />

o Piedigrotta. No, non c’è<br />

il “pazzariello” e neppure il<br />

mare. Ma sembra di sentirne<br />

tutto il profumo. Esce dai<br />

tanti piatti di cucina di pesce<br />

napoletana verace: zeppole<br />

mare e monti, pulpitielli affogati,<br />

zuppa di cozze, pesce<br />

fresco marinato, maccheroni<br />

alla chitarra con orata e zucchine,<br />

penne alle sarde, fritto<br />

misto (leggero e croccante),<br />

zuppetta di molluschi. Per finire,<br />

limoncello, quello verace<br />

pure lui. Da diventar matti e<br />

strafogarsi.<br />

Via Principe Tommaso, 2 bis<br />

Chiuso lunedì<br />

LA PACE<br />

011-6505325<br />

La Pace è come la<br />

Benemerita: nei secoli fedele.<br />

In questo caso, a se<br />

stessa. Già in auge negli anni<br />

Sessanta, è passata indenne<br />

e imperturbabile attraverso<br />

i (ne)fasti della nouvelle<br />

cuisine, del minimalismo e<br />

della cucina destrutturata.<br />

Ambiente accogliente, menu<br />

sterminato pieno di proposte<br />

solide e “buone”, che spaziano<br />

in tutta la cucina italiana.<br />

Con cose originali, come le<br />

pappardelle alla Francione (in<br />

onore di un cliente abituale)<br />

o la gesuita ai carciofi. Cosa<br />

sono? Scopritelo da soli.<br />

Via Bernardino Galliari, 22<br />

Chiuso lunedì


MANGIARE & BERE<br />

VENETO<br />

DI FRANCESCA ROVEDA<br />

IL RE DELLO CHAMPAGNE?<br />

SI NASCONDE NEL TINTO<br />

In bottiglia o al bicchiere,<br />

scegliete tra 50 tipi di<br />

bollicine. Tutte rigorosamente<br />

francesi<br />

PADOVA<br />

Café Tinto<br />

Due vecchie conoscenze nel giro dei<br />

locali di grido a Padova, Michele Birtig<br />

e Gianandrea Dubbini, hanno inaugurato<br />

un nuovo concept café/wine bar,<br />

invitante già dal nome: Café Tinto. Ma<br />

non lasciatevi ingannare: anche se in<br />

portoghese “tinto” sta per vino rosso, il<br />

pezzo forte del locale non sono (solo)<br />

un Cabernet o un Merlot, ma uno sciccoso<br />

angolo dedicato allo champagne,<br />

fortemente voluto e curato personalmente<br />

da Michele, che negli anni ha sviluppato<br />

un’autentica passione, al limite<br />

dell’ossessione, per le bollicine.<br />

Qui si trovano fino a 50 tipi di champagne<br />

diversi, alcuni soggetti a rotazione<br />

quindicinale, per una varietà di<br />

20/30 etichette quotidiane in mescita.<br />

Dai classici Krug e Salon, ai piccoli<br />

produttori come Barthélémy o Marie-<br />

Noëlle Ledru (dai 6 agli 8 euro a calice),<br />

rispettando la suddivisione in monovitigni,<br />

ottenuti solo da blanc de blancs<br />

chardonnay o da blanc de noires pinot,<br />

in champagne base, realizzati con due<br />

o tre tipi di uve, e in millesimati. Ma<br />

tenetevi forte, perché solo per autentici<br />

collezionisti esistono anche bottiglie da<br />

mille euro cadauna, come il Krug Clos<br />

du Mesnil del ’79, eletto da Michele il re<br />

degli champagne!<br />

Volando un po’ più basso, si trovano<br />

ottime proposte di vini provenienti<br />

dalle migliori cantine dei colli Euganei,<br />

come i bianchi di Monteforche o il rosso<br />

Cabernet Franc della Montecchia (2,50<br />

euro al bicchiere). E, per non rischiare di<br />

perdere l’equilibrio, meglio approfittare<br />

di un panino con lardo di Patanegra,<br />

cipolla di Tropea e formaggio Asiago<br />

(4 euro) o di un’insalata estiva, adatta<br />

anche per la pausa pranzo, a base di<br />

salmone marinato all’aneto, insalatina,<br />

rucola, pomodorini e capperi (7 euro)!<br />

Via Vicenza, 20<br />

tel. 049-8725713<br />

sempre aperto<br />

NEL MENU C'È SAPORE DI MARE<br />

Impepata di cozze, tortino di polpo, filetto di San Pietro: piatti “d’a-mare” anche restando in città<br />

VERONA<br />

TRATTORIA DALLA VEDOVA<br />

045-580223; 045-7550523<br />

Il menu qui è davvero onnicomprensivo<br />

di ogni ben... di<br />

Nettuno! Leggere per credere:<br />

cicale e polipetti con olio e<br />

limone, gamberi alla busara,<br />

ostriche e scampi crudi, polentina<br />

e seppie, capesante,<br />

impepata di cozze e vongole,<br />

spaghetti con le telline, astice.<br />

Pausa sorbetto e via di<br />

nuovo: tagliolini con scampi<br />

(a richiesta riso), grigliata di<br />

scampi e gamberi (a richiesta<br />

branzino al sale), dessert di<br />

stagione e caffè. 40 euro il<br />

conto.<br />

Via del Perlar, 50<br />

Chiuso domenica. Sabato su<br />

prenotazione<br />

VICENZA<br />

AL BERSAGLIERE<br />

0444-323507<br />

Per 30 euro circa, vini esclusi,<br />

vi aspetta un menu di pesce<br />

in una tipica osteria veneta<br />

a due passi dalla Basilica<br />

palladiana: a parte i piatti del<br />

giorno, consigliamo di iniziare<br />

con un tortino di polpo e<br />

patate con olive nere, per<br />

proseguire con fettuccine<br />

con zucchine, gamberoni e<br />

provola, e filetto di sogliola<br />

su una crema di cipollotto<br />

con verdure di stagione spadellate.<br />

Ovviamente, sempre<br />

in lista il baccalà alla vicentina<br />

servito con polenta gialla di<br />

mais marano!<br />

Contrà Pescaria, 11<br />

Chiuso domenica<br />

VICENZA<br />

CORTE SCONTA<br />

0444-544282<br />

In una stradella che ricorda<br />

molto una calle veneziana<br />

– ambientazione non casuale<br />

dato che il proprietario<br />

è di Venezia – si trova il<br />

ristorante/enoteca Corte<br />

Sconta, dove sbizzarrirvi con<br />

stuzzichini “lagunari” come<br />

le sarde in saòr, le canocie<br />

al vapòr o le seppioline<br />

grigliate come antipasto,<br />

ma ci sono anche insalate<br />

di salmone o di spada (6,50<br />

euro), garganelli con branzino<br />

e timo (7,50 euro) e<br />

un filetto di San Pietro alla<br />

griglia (13 euro).<br />

Stradella San Giacomo, 31<br />

Chiuso lunedì<br />

PADOVA<br />

NERODISEPPIA<br />

049-8364049<br />

Nel cuore del centro storico,<br />

un piccolo e sciccoso bijoux<br />

per gli amanti della cucina<br />

di pesce più creativa, dalla<br />

gestione tutta al femminile.<br />

Potete deliziarvi con una superba<br />

siciliana di mazzancolle<br />

o una coppoletta di spada<br />

affumicato, melone e insalata<br />

riccia con riduzione di aceto<br />

balsamico oppure optare per<br />

la formula happy lunch (16<br />

euro), che comprende piattone<br />

unico a base di riso, cous cous<br />

o patate, verdura e pesce, dolce<br />

della casa o frutta, acqua<br />

e caffè.<br />

Via San Francesco, 161<br />

Chiuso domenica e lunedì<br />

PRIMA&DOPO<br />

VERONA<br />

CAFFÈ AL MURETTO<br />

347-1290704<br />

Qui vi sentirete subito a casa<br />

vostra, sia che ci andiate per<br />

la prima colazione – si sceglie<br />

tra ben 32 tipi diversi di cioccolate<br />

(2,20 euro) – sia per<br />

l’ora topica dell’aperitivo, con<br />

taglieri di salumi e formaggi,<br />

bruschette e insalate di riso,<br />

(per uno spritz 2,50; un bicchiere<br />

di vino, 3), sia per un<br />

cocktail veloce dopo cena: da<br />

provare il Muretto, a base di<br />

vodka, succo d’ananas, succo<br />

di pompelmo e menta.<br />

Via Scalzi, 1<br />

Chiuso domenica<br />

VERONA<br />

CAPPA CAFFÈ<br />

045-8004516<br />

Un locale molto suggestivo,<br />

caldo e dagli arredi etnici all’interno,<br />

irresistibile all’aperto<br />

grazie all’ambita terrazza che<br />

si affaccia sull’Adige. Si può<br />

cenare fino all’una di notte,<br />

con un pasticcio di carciofi (5<br />

euro), un carpaccio di tonno<br />

(7), una pizza (dai 5 agli 8<br />

euro), un’insalatona (7) o una<br />

bruschetta (4,50). I barman<br />

sono espertissimi nel preparare<br />

qualsiasi tipo di cocktail<br />

(5,50 euro).<br />

Piazzetta Bra Molinari, 1/a<br />

Sempre aperto<br />

PEDEMONTE (VR)<br />

LE CUBE<br />

349-8437444<br />

Tecnologico, colorato e con<br />

uno spazio esterno immerso<br />

in un verde tropicale, il Cube è<br />

il nuovo avamposto della tribù<br />

notturna. L’aperitivo della casa,<br />

il Cube, a base di Porto e<br />

Crodino (3 euro), scende che è<br />

un piacere; per non parlare dei<br />

cocktail tipicamente estivi come<br />

il Mojito o il Cuba, a prezzi<br />

competitivi rispetto a Verona<br />

(4,50). Va beh, è a qualche<br />

chilometro dal centro, ma vale<br />

la pena prendere la macchina<br />

per una sera!<br />

Piazza D. Begalli, 18<br />

Chiuso lunedì<br />

URBAN 79


PRIMA&DOPO<br />

STENDHAL CAFÉ − 10<br />

CODIVILLA<br />

339-4775660<br />

Aperto solo in estate, ci si<br />

va intanto per la splendida<br />

vista della città dall’alto dei<br />

colli. Ma anche per il prolungato<br />

aperitivo. In particolare,<br />

martedì, mercoledì<br />

e giovedì vale la pena tener<br />

d’occhio la lavagnetta per<br />

le segnalazioni di serate<br />

a tema o con dj e concerti<br />

vari, organizzati dai migliori<br />

pr della città. Cocktail sui<br />

6 euro.<br />

Via Codivilla, 10<br />

Sempre aperto<br />

BARAZZO<br />

Frequentatissimo all’aperitivo<br />

per gli ottimi stuzzichini<br />

oltre che per i prezzi concorrenziali<br />

(2 euro lo spritz,<br />

4 euro un Gin lemon),<br />

propone tre serate con<br />

dj: Reverendo Lemmy old<br />

school funk & soul il giovedì;<br />

dj Topo rock/trash il<br />

venerdì e reggae-patchanka<br />

con Gianluca della Spasulati<br />

Band il sabato. Spirito popolare<br />

per un bar che esiste<br />

da 100 anni, forse il primo<br />

che abbia mai aperto i battenti<br />

al Pratello.<br />

Via del Pratello, 66/B<br />

Sempre aperto<br />

CAFFÈ DELLA PIAZZA<br />

Un bar che esiste dal lontano<br />

1960, ma è stato<br />

talmente rinnovato da sembrare<br />

nuovo di zecca: oggi<br />

è l’alternativa più elegante<br />

e di design tra le proposte<br />

per l’aperitivo in piazza San<br />

Francesco, meta obbligata<br />

per gli appassionati del<br />

“prendo al bar e mi siedo a<br />

chiacchierare sulla piazza”.<br />

Prezzi nella norma, con<br />

cocktail a 5 euro e godurioso<br />

buffet all’ora dell’aperitivo.<br />

Piazza San Francesco, 4/c<br />

Sempre aperto<br />

80 URBAN<br />

MANGIARE & BERE<br />

BOLOGNA<br />

DI CINZIA NEGHERBON<br />

NEL PARCO SONO UN PO'<br />

NINFE ANCHE LE INSALATE<br />

Una serata al Barcelona di<br />

Casalecchio sfama e rilassa<br />

Se le vacanze sembrano ancora un<br />

miraggio e il calore di questa pazza<br />

estate bolognese assale senza tregua<br />

le vostre membra spossate, il rimedio<br />

di solito è la frescura di un parco. Il<br />

parco Rodari di Casalecchio di Reno,<br />

per esempio, dove per il secondo anno<br />

di fila ha riaperto in mezzo al verde il<br />

Barcelona Caféteatro, con il suo chiosco<br />

circondato da una zona relax con<br />

divanetti e grandi cuscini e la piazzetta<br />

invasa da tavoli e ombrelloni: un’ancora<br />

di salvezza per chi rimane in città! Ci<br />

si viene per colazione, per pranzare<br />

sotto la veranda, per un gelato, per<br />

un aperitivo a base di pasta fredda,<br />

crostini e tapas di ogni genere, o per<br />

cena, condita con musica live, eventi,<br />

spettacoli e mostre. In regia i soci<br />

Daniele e Alessandro, esperti sommelier<br />

e abili organizzatori di serate, come nel<br />

caso dello spassoso e classico “Invito a<br />

cena con delitto” (anche nella variante<br />

“Il mostro della palude”) diretti da<br />

Giorgio Comaschi: in luglio e agosto<br />

sono previsti diversi appuntamenti,<br />

rigorosamente a sorpresa. Ogni martedì<br />

ci sono le atmosfere raffinate di dj<br />

Lorenzo Lodi, mercoledì ritmi cubani<br />

e poi ancora cabaret, musica dal vivo<br />

e persino un campionato di jo-jo. Ma<br />

veniamo al menu, rigorosamente estivo,<br />

dalle insalatone (6 euro) che portano<br />

nomi di donna, tipo la Marcella con<br />

funghi, sedano, grana e prezzemolo o la<br />

Benedetta a base di gamberetti, lattuga<br />

e avocado. Poi, i classici piatti freddi,<br />

non troppo estrosi ma appetitosi, come<br />

la carne salada (9 euro), il carpaccio<br />

di pesce spada con rucola e lime (15<br />

euro), il formaggio di capra con aceto<br />

balsamico (12 euro), le classiche tigelle<br />

con affettati e sottolio (12 euro), il<br />

salmone con rucola e pomodorini (14<br />

euro). Per stare ancora più leggeri, ci si<br />

può buttare sui centrifugati (6 euro), dal<br />

Lolita con ananas, melone e banana al<br />

Guendalina a base di pomodori, basilico<br />

e prezzemolo. Quanto al bere, si parte<br />

dalle 100 etichette di vini nazionali, tra<br />

cui un ottimo Chardonnay della cantina<br />

Spadafora, il Sagrantino di Montefalco,<br />

il più impegnativo Barbaresco Ca’<br />

del Baio. E poi i tantissimi cocktail<br />

alla frutta, analcolici a 5 euro oppure<br />

alcolici: a noi è piaciuto l’Isabel, con<br />

fragola, cocco, pesca, arancia e vodka<br />

(6 euro).<br />

BARCELONA CAFÉTEATRO<br />

Parco Rodari/Casalecchio di Reno<br />

tel. 392-5706220<br />

sempre aperto<br />

SQUAGLIARSI PER UN GELATO<br />

Ingredienti rigorosamente doc, cacao di tutti i tipi, gusti infiniti e la madre di tutte le panne? Ecco i posti giusti<br />

GELATERIA STEFINO<br />

051-246736<br />

È così famosa che per avere<br />

un gelato tocca prendere il<br />

numero. Artigianale la lavorazione,<br />

con prodotti da<br />

agricoltura biologica. Oltre<br />

ai gelati (da provare i gusti<br />

Caribe e Cuneo) vi tenteranno<br />

le granite siciliane con pistacchi<br />

di Bronte o ai gusti mandorla,<br />

cioccolato, caffè e frutti<br />

vari; e poi cannoli siciliani<br />

con ricotta di Modica, cassate<br />

e sorbetti speciali. Per i più<br />

pigri, consegna a domicilio<br />

entro le mura fino alle 22.<br />

Via Galliera, 49/b<br />

Sempre aperto<br />

LA SORBETTERIA<br />

CASTIGLIONE<br />

051-233257<br />

Qui sono specializzati nel<br />

cioccolato amaro ed extrafondente,<br />

oltre a proporre gusti<br />

originali ribattezzati con i<br />

nomi dei figli (Michelangelo,<br />

Edoardo e Dolce Emma, per<br />

esempio), creme pregiate come<br />

quella d’uovo e vin Santo<br />

o il cioccolato al peperoncino.<br />

E poi i fantastici moretti a tutti<br />

i gusti, focacce con gelato,<br />

sorbetti alla frutta e anche al<br />

vino. Tavolini per degustare<br />

da seduti.<br />

Via Castiglione, 44<br />

Chiuso lunedì<br />

GELATERIA DA GIANNI<br />

051-233008<br />

Era il 1976 quando la<br />

Gelateria Gianni ha aperto in<br />

città: oggi produce fino a 200<br />

chili di gelato al giorno, con<br />

così tanti gusti che ci vuole<br />

una vita a scegliere. Dai classici<br />

agli inventati, con nomi<br />

ispirati al mondo del cinema e<br />

della letteratura, come il Divina<br />

Commedia con pistacchio, nutella<br />

e nocciola, il Ciclone con<br />

pasta di pinolo e frammenti di<br />

meringa e il Quinto Elemento<br />

con cioccolato bianco a strati<br />

decorato con i wafer.<br />

Via Montegrappa, 11<br />

Chiuso mercoledì<br />

GELATERIA DELLE MOLINE<br />

051-248470<br />

Dicono che qui si possa<br />

assaggiare la panna più<br />

pannosa del mondo, ma ci<br />

sono anche gusti alla frutta,<br />

ottime granite alla siciliana<br />

– compresa quella, ormai<br />

rara, all’amarena – che riposano<br />

nelle vaschette anziché<br />

nelle macchine trasparenti<br />

in perenne movimento. E<br />

poi ancora cannoli e gustosi<br />

panettoni ripieni di gelato e<br />

moretti a tutti i gusti. Anche<br />

una piccola veranda dove degustare<br />

in santa pace.<br />

Via delle Moline, 13/b<br />

Sempre aperto


MANGIARE & BERE<br />

NAPOLI<br />

DI CIRO CACCIOLA<br />

ALTRO? <strong>SUL</strong>LA SPIAGGIA<br />

DELL'ISOLA CHE NON C'È<br />

Aperitivo surreale, after dinner<br />

in un’altra dimensione: è<br />

sufficiente una lingua di sabbia<br />

Il posto dell’estate napoletana? Nisida!<br />

Non che ci si possa andare, chiaro. Il<br />

penitenziario minorile è sempre lì, l’isola<br />

che non c’è (Edoardo Bennato) resta una<br />

piccola Alcatraz under Posillipo e, finché<br />

non si decideranno da Hollywood a farne<br />

attrazione turistica e cinematografica<br />

come ormai accade per la piccola isoletta<br />

di fronte a San Francisco, Nisida per i<br />

napoletani resta un sogno, una meta irraggiungibile,<br />

un pezzo di panorama, un<br />

vulcanello off limits. La movida però non si<br />

lascia più intimidire dalle barricate militari.<br />

Il porto turistico va a gonfie vele e l’arenile<br />

lungo la stradina che collega la terra ferma<br />

all’isola risulta ormai quasi del tutto bonificato<br />

da lidi, bar e ristoranti, talora storici,<br />

talora nuovi di zecca ma già lanciatissimi.<br />

Come l’Altro. A pochi minuti dal centro,<br />

superdotato di parcheggio custodito, Altro<br />

non è un lido balneare che si trasforma by<br />

night in rotonda sul mare bensì un vero e<br />

proprio club senza più pareti messo sulla<br />

sabbia di lava come per incanto. Ci entri,<br />

e te lo immagini identico anche se fosse<br />

al chiuso, nel basement di un grattacielo<br />

della city, per esempio. Fortunatamente invece<br />

lo spazio è tutto open air, un enorme<br />

rettangolo pieno di geometrie periferiche,<br />

con un grande bar al centro segnalato<br />

da quattro vele giganti che ondeggiano<br />

bianche e lunari, un palco per gli eventi<br />

live, salotti on the beach e quattro grandi<br />

schermi ai lati estremi delle sedute centrali<br />

che davvero fanno la differenza. Bianco e<br />

rosso i colori dominanti, con diaproiezioni<br />

(foto d’autore che citano Vogue o l’arte<br />

contemporanea) sulle pareti del bar e la<br />

Grotta di Seiano che fa da guardiano del<br />

faro. Aperitivo e dopo cena, anche after<br />

hours, sono i due momenti raccomandabili<br />

all’Altro. Ma c’è chi arriva qui anche in<br />

pieno giorno, per uno snack prendisole o<br />

un caffè con i piedi nell’acqua (di mare).<br />

Creato con proprietà di design da Claudio<br />

Baldissara e Pasquale Gritto, già responsabili<br />

di altri successi cittadini, l’Altro deve la<br />

sua vivacità anche a una serie di altre pre-<br />

senze, da Massimo Iovine (ex 99 Posse),<br />

che ha trasferito in spiaggia le logiche del<br />

Mutiny Republic, a Pierluigi Scatola, imbattibile<br />

in fatto di scelte “live” & dintorni.<br />

Il programma è ricco di proposte, anche<br />

semplici ma efficaci, come quella del giovedì<br />

sera carica di integralismi anni Ottanta<br />

con tanto di videoclip dell’epoca.<br />

ALTRO<br />

via Coroglio, 144, sulla spiaggia<br />

tel. 392-0693519<br />

chiuso lunedì sera<br />

TRATTORIA È GIÀ MANIA<br />

Mettersi a tavola e sentirsi a casa? Mangiare come se a cucinare fosse mammà? Non verrete delusi<br />

CASTELLO<br />

081-400486<br />

Piccolo ristorante che porta<br />

il nome dei gestori, arredato<br />

con semplicità e armonia,<br />

da anni punto di riferimento<br />

per gli amanti della buona<br />

cucina tradizionale e dei<br />

posticini tranquilli. Tra i piatti<br />

della casa i “mezzanelli<br />

Castello”, con zucchine e<br />

ragù di carne. I secondi sono<br />

soprattutto a base di carne,<br />

i vini sono in linea con le<br />

pietanze. Dolce consigliato:<br />

crème caramel.<br />

Via Santa Teresa a Chiaia, 38<br />

Chiuso domenica<br />

LA CHIACCHIERATA<br />

081-411465<br />

Aperti a pranzo, di sera solo<br />

il venerdì, i signori a capo di<br />

questa bella trattoria a ridosso<br />

della Galleria Umberto I,<br />

cucinano come se fossero<br />

a casa propria. C’è sempre<br />

tanta gente, professionisti,<br />

pochi turisti e molti affezionati,<br />

che si contendono a<br />

suon di prenotazioni l’unica<br />

cena settimanale. Più carne<br />

che pesce, tanta verdura,<br />

ricette tipiche e bando alle<br />

sperimentazioni!<br />

Piazzetta Matilde Serao, 37<br />

Chiuso domenica<br />

LA LOCANDA DEI NOBILI<br />

081-2400110<br />

Nuova gestione per uno spazio<br />

gentile e ben collaudato,<br />

aperto a pranzo (anche con<br />

un interessante menu fisso<br />

a prezzi molto contenuti) e<br />

a cena. La locanda riproduce<br />

lo stile della Napoli del<br />

Settecento: il ferro battuto,<br />

le decorazioni, i muri grezzi.<br />

Sapori mediterranei in prima<br />

linea, con gustose varianti<br />

“del giorno” come il risotto<br />

con pesce spada e olive di<br />

Gaeta. Buona la mozzarella!<br />

Via Monte di Dio, 51<br />

Chiuso domenica<br />

AL GAMBERONE<br />

081-5706243<br />

Una sala al chiuso sopraelevata<br />

di poco rispetto<br />

alla spiaggia oppure una<br />

meravigliosa terrazza come<br />

sospesa nel mare: non<br />

v’è dubbio sulla scelta!<br />

Ristorante e pizzeria, oltre<br />

che bar e caffetteria, bello<br />

com’è avrebbe bisogno di<br />

una rinfrescata. Ambienti<br />

a parte, qui la gente arriva<br />

comunque copiosa, e l’atmosfera<br />

resta napoletanamente<br />

familiare. Oinè!<br />

Rotonda di Nisida<br />

Sempre aperto<br />

PRIMA&DOPO<br />

Prima, durante&dopo,<br />

ma tutto in zona<br />

Nisida<br />

NISIDA CAFÉ<br />

081-7620168<br />

“Food, spirits & music” si<br />

legge alla porta. Ultimo<br />

baluardo della mondanità<br />

prima dei cancelli militari,<br />

questo piccolo ristorantino,<br />

segnalato per l’ottima cucina<br />

di mare, deliziosamente<br />

ristrutturato di bianco e<br />

d’azzurro, sembra quasi una<br />

costruzione tipica delle isole<br />

greche. Con terrazzino sul<br />

retro per i più romantici, è<br />

anche bar e take away.<br />

Via Nuova Nisida, 40<br />

Sempre aperto<br />

GAETANO ‘O MARENARO<br />

Sul lato nord della piccola<br />

rotonda, affollatissima di<br />

questi tempi, ecco una tipica<br />

buvette pensata per lo<br />

sbarcatoio. I tavoli all’aperto<br />

sono sistemati al riparo dal<br />

troppo sole o dal vento, le<br />

specialità parlano di mare e<br />

di pesci, ma c’è assortimento<br />

di bibite, drink, gelati e<br />

snack, anche prêt-à-porter,<br />

per chi ha voglia di un bel<br />

giro in barca.<br />

Rotonda di Nisida<br />

Sempre aperto<br />

LIDO RIVA<br />

392-0655979<br />

Un po’ complicata la situazione<br />

indirizzi in questa<br />

zona, conviene dunque chiedere,<br />

seguire le indicazioni...<br />

Questo lido, nuovo di zecca<br />

e molto ben organizzato,<br />

con parcheggio custodito, è<br />

quasi un club per soci, con<br />

vocazione di ambiente selezionato,<br />

eventi sportivi, dj<br />

set e molta musica lounge,<br />

dalle 17 in poi. Suggestivo<br />

l’aperitivo al tramonto.<br />

Località Coroglio<br />

Sempre aperto<br />

URBAN 81


<strong>SUMMER</strong> guide<br />

UNA GUIDA AMMARE ANCHE<br />

PER CHI NON SA NUOTARE<br />

spiagge • bar • ristoranti • club • disco dell…estate 2006!


SALENTOKITE<br />

Il sogno di ogni kiter? Poter<br />

scegliere ogni giorno uno spot<br />

diverso inseguendo i capricci del<br />

vento. A levante e ponente le<br />

spiagge pugliesi sembrano esaudire<br />

ogni desiderio... anche di chi il kite<br />

se lo guarda dal bagnasciuga<br />

testo: Raffaele Panizza / foto: Alberto Bernasconi<br />

Una tavola agganciata saldamente ai piedi. Il corpo trascinato<br />

in alto da un aquilone. Con le sole braccia lasciate<br />

a governare la forza del vento e la direzione. Sospesi tra<br />

mare e cielo. Leggeri come uccelli ma con il rischio di cadere<br />

sempre in agguato. Ecco cosa vuol dire fare kitesurf,<br />

almeno nelle parole di chi ha scelto questo sport e l’ha<br />

trasformato in un modo d’essere e in uno stile di vita,<br />

come accade quasi sempre con le discipline più estreme.<br />

Imperativo: evitare scogli e bagnasciuga gremito di bagnanti<br />

spiaggiati come leoni marini. Per il resto, emozione<br />

pura e un rapporto irripetibile con gli elementi naturali.<br />

Il territorio ideale per i kiter è una lingua di terra lunga e<br />

stretta ricoperta di sabbia da ambo i lati, in modo da poter<br />

scegliere sempre il versante col vento “giusto” senza dover<br />

fare troppi chilometri in pulmino. A questo identikit, neanche<br />

a farlo apposta, corrisponde perfettamente il tacco del<br />

patrio stivale. Le spiagge della Puglia sono ormai una delle<br />

mete più ambite della kite generation, tanto da essere<br />

stata scelte per l’ultima edizione di Red Bull kite mission<br />

(www.redbullkitemission.com) che ha portato a surfare su<br />

e giù per il Salento i kiter più bravi d’Italia. Una corsa continua<br />

tra le coste ioniche e quelle adriatiche, richiamati da<br />

termiche e venti di perturbazione.<br />

La riserva naturale di Torre Guaceto, in provincia di<br />

Brindisi, è sicuramente una delle zone dove è più facile<br />

trovare le condizioni migliori, sia per chi vuole cavalcare la<br />

tavola, sia per quanti preferiscono godersi lo spettacolo<br />

sdraiati su sabbia bianca davanti a un mare multiturchese:<br />

“Qui a Torre Guaceto si va forte col maestrale e la termica”<br />

spiega il kiter brindisino Max Di Cicco, che ha creato una<br />

scuola di kite battezzata Flykitepro. Li conosce tutti, gli an-<br />

goli di Puglia dove il vento permette di chiedere al proprio<br />

aquilone salti e capriole senza limiti: “Se si capita dalle<br />

parti di San Cataldo bisogna cercare la ‘strada bianca’,<br />

uno degli spot più belli e meno battuti. Oppure Marina<br />

di Ugento, vicino a San Giovanni, perfetta quando tira lo<br />

scirocco”.<br />

Più a sud, lungo la statale 366 che da San Cataldo porta<br />

fino a Otranto, s’incontra invece Alimini, dove il vento che<br />

soffia da nord-est trasforma questa lingua di arenaria nell’ennesimo<br />

paradiso dei kiter. “Qui si esce praticamente<br />

in tutte le condizioni” spiega un appassionato locale “in<br />

più, i ristoranti della zona servono gli spaghetti coi ricci<br />

migliori di tutto il Salento”. Ecco una piccola digressione<br />

anti-atletica che aiuta a ricordare che a un passo da qui c’è<br />

da divertirsi anche per i meno sportivi, volendo. È la baia<br />

di Sant’Andrea, con le sue grotte di tufo nelle quali si accampavano<br />

i garibaldini e il bar Babilonia, che tutti i giorni<br />

serve birra a qualche migliaio di ragazzi festanti, che al tramonto<br />

vengono a ballare in costume e a sentire i concerti.<br />

Non lontano da Sant’Andrea, se si riesce a tirare fino a<br />

mattina, dal faro di Punta Palascia si può vedere per primi<br />

il sole che sorge, dalla propaggine più orientale d’Italia. E<br />

da lì ripartire fino a Porto Badisco, dove i venditori di ricci<br />

servono il pescato della mattina con un pezzetto di pane e<br />

tanto vino bianco, e si incontrano personaggi da Guinness<br />

dei primati capaci di divorarne anche 500 a testa.<br />

Ma per quanto l’Adriatico offra il meglio dal punto di vista<br />

del paesaggio, è forse sulla costa ionica che si trovano<br />

gli spot più popolari per divertirsi col kite. C’è Punta<br />

Prosciutto per esempio, non lontana da Gallipoli. “La<br />

nostra piccola Ipanema” la chiamano qui, una baia il cui<br />

lembo estremo di roccia entra per decine di metri nel mare<br />

e viene utilizzato come rampa di lancio dai surfer che<br />

prendono l’onda al volo facendosi trascinare fino a riva. E<br />

infine, più a nord, Porto Cesareo, l’ennesimo segreto dei<br />

kiter, dove al belvedere di Torre Chianca si radunano a<br />

centinaia quando soffia lo scirocco per colorare il cielo coi<br />

loro aquiloni.<br />

84 URBAN URBAN 85


NIGHTLIFE<br />

CANNICCIA<br />

Marina di Pietrasanta (Lu)<br />

Ottomila metri quadri di parco:<br />

prato all’inglese, laghetto<br />

coperto di ninfee sormontato<br />

da un ponticello di legno,<br />

diversi gazebo di legno e<br />

ferro battuto, piante e fiori di<br />

ogni tipo. Tre piste all’interno<br />

e una nel giardino, alla fine di<br />

un pergolato fiorito. Vip e dj<br />

di tendenza.<br />

Via Unità d’Italia, 1<br />

Tel. 0584-23225<br />

FARUK<br />

Marina di Pietrasanta (Lu)<br />

Scenografia arabeggiante<br />

a ridosso del mare. Sala<br />

grande commerciale, grazioso<br />

privé con house music.<br />

Veranda chill-out dove<br />

chiacchierare, sorseggiare un<br />

cocktail e abbandonarsi al<br />

panorama marino. Clientela<br />

elegante over 30.<br />

Lungomare Roma, 55<br />

Tel. 0584-21744<br />

TWIGA<br />

Marina di Pietrasanta (Lu)<br />

Tende arabe, piscina con<br />

acqua di mare, gazebo di<br />

bambù, lettini kenioti, ristorante<br />

pompeiano che sposa<br />

i piatti africani con il gusto<br />

europeo. La sera la spiaggia<br />

si trasforma in un disco club<br />

esclusivo tra fiaccole e tessuti<br />

marocchini. Un cult anche<br />

nelle regioni limitrofe.<br />

Viale Roma, 2<br />

Tel. 0584-267114<br />

KAMA KAMA<br />

Camaiore (Lu)<br />

Da anni locale di punta<br />

della scena house italiana.<br />

Altro che mito platonico!<br />

All’interno di una grotta,<br />

che va dal rosa al viola al<br />

bordeaux, si esibiscono dj<br />

internazionali come Satoshi<br />

Tomie, David Morales e Ricky<br />

Montanari. Fuori, un ampio e<br />

curato giardino in salsa etnica.<br />

Avanti nei millenni.<br />

Via Provinciale, 260<br />

Tel. 339-1163236<br />

86 URBAN<br />

Valentina Cameranesi<br />

COSTA OVEST<br />

TOSCANA<br />

DI FRANCESCA FELLETTI<br />

FOOD & DRINK<br />

BAGNI AMERICA<br />

Forte dei Marmi (Lu)<br />

Più classico del classico, praticamente<br />

una certezza. Gestito<br />

da più di 30 anni dalla stessa<br />

famiglia (gente un po’ rustica ma<br />

cortese), uno stabilimento in puro<br />

stile Forte dei Marmi, con le<br />

tradizionali tende, gli ombrelloni<br />

e una cucina semplice e genuina.<br />

Inaspettatamente, al tramonto,<br />

diventa la meta preferita per<br />

l’aperitivo di chi si prepara alla<br />

serata versiliese più grintosa.<br />

Viale Della Repubblica, 4. Tel.<br />

0584-83996. Sempre aperto<br />

BAGNI BRUNO<br />

Forte dei Marmi (Lu)<br />

Ambiente elegante over 30 per<br />

una cena a base di pescato freschissimo<br />

a pochi metri dal mare.<br />

Una location esclusiva anche<br />

per le dimensioni di questo stabilimento,<br />

piccolo e curatissimo.<br />

Le 20 cabine vengono prenotate<br />

di anno in anno dai clienti affezionati.<br />

C’è addirittura chi viene<br />

qui da tre generazioni...<br />

Via Arenile. Tel. 0584-89972.<br />

Ristorante aperto venerdì e<br />

sabato<br />

BAGNI MARECHIARO<br />

Forte dei Marmi (Lu)<br />

A un passo dalla Capannina,<br />

cena in riva al mare a cielo aperto<br />

o sotto il gazebo di paglia,<br />

oppure al coperto nella sala<br />

marinara. Pesce fresco e piatti<br />

tipici toscani preparati dai nuovi<br />

gestori, dal 1910 nel campo<br />

della ristorazione. Venti tende e<br />

20 ombrelloni per lo stabilimen-<br />

Chiromanti, soprani,<br />

clown: tutto intorno a un<br />

tavolo imbandito<br />

Ebbene sì, anche mangiare<br />

fuori alla lunga stufa! E così<br />

sempre più spesso si va alla<br />

ricerca di quel posticino parti-<br />

to balneare fresco di ristrutturazione.<br />

Via Arenile, 19. Tel. 0584-<br />

80271. Sempre aperto<br />

LORENZO<br />

Forte dei Marmi (Lu)<br />

Il più rinomato ristorante della<br />

Versilia. Pesce ancora guizzante,<br />

perché, dice il mitico Lorenzo,<br />

“ha 24 virtù come il giorno<br />

e ogni ora ne perde una!”.<br />

Linguine in bianco con seppie,<br />

calamari, scampi e gamberoni;<br />

crostacei alla catalana; tagliata<br />

di tonno alle erbe aromatiche<br />

con salsa di ortica. E, noblesse<br />

oblige, la maionese viene montata<br />

davanti al cliente.<br />

Via Carducci, 61. Tel. 0584-<br />

874030. Luglio e agosto<br />

aperto tutte le sere<br />

MOKAMBO<br />

Forte dei Marmi (Lu)<br />

Famoso da più di 30 anni per lo<br />

spuntino dopo Capannina con<br />

il pane arabo farcito. Pesce e<br />

pizza, forno a legna acceso fino<br />

alle tre della mattina per le voragini<br />

post-discoteca. Aperitivo<br />

con musica live o jazz, poi il<br />

dj. Ambiente spazioso (500<br />

metri quadri) arredato col calore<br />

di una casa metropolitana.<br />

Predomina il marrone dei comodi<br />

divani Chesterfield d’epoca.<br />

Viale della Repubblica, 22. Tel.<br />

0584-89446. Chiuso lunedì<br />

BAGNI STELLA<br />

Marina di Pietrasanta (Lu)<br />

Un fascino d’altri tempi: arredamenti<br />

originali degli anni<br />

colare di cui raccontano cose<br />

curiose. Un ristorante, ma non<br />

solo. Una chiatta sulle palafitte<br />

come La Peniche a Marina di<br />

Massa (via Lungo Brugiano 3,<br />

tel. 0585-240117) in stile etno-parigino-provenzale,<br />

dove il<br />

martedì si cena a lume di candela<br />

e capita che un chiromante<br />

’60, vagone a nave, pavimenti<br />

in legno d’epoca, piscina rialzata<br />

come se fosse quella di<br />

un transatlantico. Dominano<br />

il bianco e il celeste in questo<br />

stabilimento dall’accoglienza<br />

calorosa e familiare. A pranzo<br />

cucina semplice di pesce fresco<br />

servita su piatti decorati a<br />

mano.<br />

Viale Roma, 115. Tel. 0584-<br />

20988. Sempre aperto<br />

FUSIONCAFÉ<br />

Marina di Pietrasanta (Lu)<br />

Sempre à la page: ex jap-urban<br />

style, oggi etno-barocco a base<br />

di oro, drappeggi e bambù.<br />

Bancone lungo sei metri popolato<br />

da fascinosi barman e<br />

bargirl. Ritrovo trendy per il<br />

pre-discoteca. Ma anche ristorante<br />

frequentato da calciatori,<br />

starlette e attori di fiction. Il sabato<br />

sera è dedicato al sushi.<br />

Via Lungomare, 30. Tel.<br />

0584-267150. Aperto da<br />

giovedì a domenica<br />

BAGNI TERESITA<br />

Viareggio (Lu)<br />

Rinnovati nella forma e nei<br />

contenuti, offrono insieme alla<br />

tintarella tutti i vantaggi di una<br />

Spa: massaggi, trattamenti,<br />

acquaflap, sauna, bagno turco,<br />

di tutto, di più. La sera, cena<br />

sulla terrazza, e se si è uno dei<br />

fortunati inquilini dei tre miniappartamenti<br />

omnicomfort, si<br />

può trascorrere una romantica<br />

nottata sulla spiaggia.<br />

Terrazza della Repubblica,<br />

7/8. Tel. 0584-54256.<br />

Sempre aperto<br />

si sieda al vostro tavolo. Oppure<br />

un palcoscenico fra circo e<br />

teatro, Lo Studio a Marina di<br />

Pietrasanta (piazza Matteotti<br />

39, tel. 0584-793930) gestito<br />

da una famiglia di clown e da<br />

un soprano inglese che declamano<br />

il menu e improvvisano<br />

sketch a ruota libera fra trapezi,<br />

CARPE DIEM<br />

Viareggio (Lu)<br />

Un locale dai 18 ai 30 in stile<br />

minimal-trendy-post-pop: tavoli<br />

bianchi, puff verde acido acido<br />

e arancione. Giovane nella forma<br />

– spazi contigui senza barriere,<br />

musica e dj – e nella sostanza:<br />

happy hour con due birre al prezzo<br />

di una e cena (antipasti, pizza,<br />

primi) senza coperto e servizio.<br />

Viale Europa, 32. Tel. 0584-<br />

392192. Sempre aperto<br />

DA GIORGIO<br />

Viareggio (Lu)<br />

Nel centro antico di Viareggio, un<br />

ristorante storico che dal 1948 a<br />

oggi non ha cambiato gestione.<br />

Tradizione e innovazione nei<br />

piatti leggeri e gustosi: cucina<br />

tipica a base di pesce, come gli<br />

spaghetti alla trabaccolara con<br />

polpa di gallinella e scorfano,<br />

ma anche abbinamenti originali<br />

e sfiziosi di pesce crudo e frutta.<br />

Ambiente marinaro.<br />

Via Zanardelli, 71. Tel. 0584-<br />

44493. Chiuso mercoledì<br />

BOCA CHICA<br />

Torre Del Lago (Lu)<br />

Ristorante, disco-bar, locale gay.<br />

Atmosfera anticonformista e<br />

senza etichette dove prendere<br />

l’aperitivo (ricchissimo buffet),<br />

cenare, bere, ballare fino a tardi.<br />

Compagnia gioiosa, colorata e<br />

sexy, party a tema e largo spazio<br />

alla fantasia. Dal nome di una<br />

piccola cittadina della Repubblica<br />

Dominicana.<br />

Viale Europa, 30. Tel. 0584-<br />

350976. Chiuso lunedì<br />

LA CENA CHE NON TI ASPETTI<br />

monocicli e nasi rossi (attenti<br />

alle donne perché i tre figli sono<br />

assai galanti!). Quasi una scuola<br />

di formazione, la Pasticcioneria<br />

Il Buonumore nella pineta di<br />

Viareggio (viale Capponi 1, tel.<br />

339-6920936). Qui l’unica<br />

cosa permessa è decidere se<br />

si preferisce l’acqua frizzante<br />

o naturale. Lo chef e proprietario<br />

(un personaggio!) sceglie<br />

tutto per i suoi clienti. Quattro<br />

portate alla riscoperta del pesce<br />

dimenticato, il pescato del<br />

giorno locale: muggini, sugarelli,<br />

sciabole, aluzzi ecc. Promotore<br />

del “Comitato di liberazione dei<br />

cuochi dal mestiere”, fonda infatti<br />

la sua cucina – non si parli<br />

d’arte per carità ma di professione<br />

– sulla conoscenza della<br />

materia.


L'ARIA NUOVA TIRA A OVESTValentina<br />

Albisola, Noli,<br />

Laigueglia: qui la notte<br />

è più blu<br />

Portofino? Paraggi? Santa<br />

Margherita? Certo, ma non solo.<br />

Per chi è disposto a lasciare<br />

la vecchia strada per quella<br />

nuova, il trend estivo 2006<br />

della notte ligure sta a Ponente.<br />

Stanchi dei soliti locali chic e<br />

un po’ agé, giovani e meno giovani,<br />

genovesi rimasti in città e<br />

milanesi in vacanza iniziano a<br />

spostarsi alla scoperta del west,<br />

un parvenu più modaiolo e accattivante.<br />

Predominano il gusto<br />

etnico e la voglia di ballare al<br />

chiaro di luna sulla spiaggia.<br />

Sette giorni su sette il Soleluna<br />

Beach di Albissola Marina,<br />

ristorante e discoteca (musica<br />

FOOD & DRINK<br />

ESSAOUIRA<br />

Albenga (Sv)<br />

Un fulmineo teletrasporto in<br />

Marocco? Palme, portale in legno<br />

scuro che si apre con due<br />

archi sul mare blu, tende berbere,<br />

tavolini bassi almeno quanto<br />

i divani che sembrano letti. Di<br />

giorno luogo ozioso per tintarella<br />

su comode chaise longue super-cuscinate,<br />

la sera si risveglia:<br />

aperitivo, cena profumata alle<br />

spezie, danze fino a tarda notte<br />

sulla spiaggia. Un must.<br />

Via Michelangelo. Tel. 0182-<br />

555547. Sempre aperto<br />

U CARÜGGIU DU MAXELU<br />

Cogoleto (Ge)<br />

Macellai da cinque generazioni,<br />

nel 2001, in piena mucca pazza,<br />

aprono il retrobottega alla ristorazione.<br />

Piemontese, chianina,<br />

di angus per fiorentine, tagliate,<br />

filetti. Anche kebab, salsicce e<br />

salumi. Il paradiso del carnivoro<br />

in un ambiente decisamente caratteristico.<br />

Via Colombo, 52r. Tel. 010-<br />

9183278. Aperto solo la sera,<br />

escluso il mercoledì, dalle 20<br />

alle 21.30<br />

BANANO TSUNAMI<br />

Genova<br />

Una piattaforma in tek sul mare<br />

nel cuore del Porto Antico genovese.<br />

E un drink sorseggiato a<br />

ritmo di lounge o di musica live,<br />

magari al tramonto, sullo sfondo<br />

delle navi in porto, della Sfera di<br />

Renzo Piano, del Bigo, dell’Acquario.<br />

È stato il set dell’ultimo<br />

live, dance, sfilate, veline ecc.),<br />

il venerdì latino americano del<br />

Golden Beach di Albisola o<br />

quello house della Suerte di<br />

Laigueglia con le sue due terrazze<br />

a picco sul mare, il sabato<br />

della Bahia Blanca di Spotorno<br />

con il nuovo privé Gazebo only<br />

over 30, la domenica e il mercoledì<br />

della Bajda di Noli, il<br />

lunedì delle Rocce di Pinamare<br />

con le pittoresche scenografie<br />

di fuochi d’artificio, laser sulla<br />

pietra della grotta naturale e<br />

lumini galleggianti sul mare.<br />

Una no-stop del divertimento<br />

notturno che il giorno dopo,<br />

a chi resiste, offre, al posto di<br />

musica a palla, strobo e alcol, il<br />

rumore del mare, le sdraio, gli<br />

ombrelloni e una bella tintarella.<br />

Chissà che non ci scappi anche<br />

un pisolino...<br />

spot Aperol, con la mitica rossa.<br />

Porto Antico – Tel. 347-<br />

9142200. Sempre aperto<br />

MONU<br />

Genova<br />

Da quello scoglio di Quarto partì<br />

Garibaldi con i Mille. Oggi ci<br />

sono un monumento e il Monu.<br />

Di modissima ormai da un decennio<br />

fra giovanissimi e meno,<br />

è un disco bar su una terrazza<br />

a più piani sul mare che offre<br />

una vista che spazia da Punta<br />

Chiappa a Capo Santa Chiara.<br />

Sound polimorfico: chill out, hip<br />

hop, r&b, lounge, electro, funky,<br />

acid jazz, e chi più ne ha...<br />

Piazzale Francesco Crispi.<br />

Tel. 010-8604242. Sempre<br />

aperto<br />

SOHO<br />

Bogliasco (Ge)<br />

Fresco di inaugurazione, stile<br />

minimal su scogliera, si autodefinisce<br />

“un angolo di metropoli<br />

in riva al mare”. Ristorante da<br />

150 coperti, soprattutto pesce<br />

e cucina ligure (sui 30 euro).<br />

Lounge bar per aperitivi lunghi<br />

che iniziano al tramonto. A breve,<br />

stabilimento balneare con<br />

20 cabine omnicomfort.<br />

Via Antica Romana, 6.<br />

Tel. 010-3472483. Sempre<br />

aperto<br />

SILLO<br />

Sori (Ge)<br />

Ormai una tradizione del we<br />

genovese e milanese. E non solo<br />

perché è bello prendere il sole<br />

sugli scogli a un passo dal mare<br />

blu. Neanche basta il fatto che<br />

sia indimenticabile un piatto dei<br />

loro spaghetti ai frutti di mare,<br />

con un buon bicchiere di bianco,<br />

davanti a un panorama così<br />

bello. Il clou parte alle 18: l’ora<br />

del Sillone che viene servito ai<br />

tavolini stracolmi di avventori di<br />

tutte le età. Dimenticate i tacchi,<br />

se volete sopravvivere a centinaia<br />

di gradini di pietra.<br />

Via Capo Pino, 12. Tel. 0185-<br />

701321. Sempre aperto<br />

PUNY<br />

Portofino (Ge)<br />

Non è certo fra i ristoranti più a<br />

buon mercato, ma ne vale la pena.<br />

Il panorama è quello arcobaleno<br />

della Piazzetta più famosa<br />

d’Italia, che di sera s’illumina di<br />

una luce tutta sua. Il pescato è<br />

freschissimo. E i vicini di tavolo<br />

potrebbero essere i coniugi<br />

Tronchetti Provera.<br />

Piazza M. Olivetta, 5. Tel.<br />

0185-269037. Chiuso giovedì<br />

MASTER<br />

Santa Margherita Ligure (Ge)<br />

Classico, evergreen, elegante.<br />

Per chi cerca un’atmosfera di<br />

classe per prendere un aperitivo<br />

(deliziosamente freschi il<br />

Fragolino e il Bellini), una cena<br />

con piatti tipici liguri o un long<br />

drink prediscoteca. Ma soprattutto<br />

per chi ama la mondanità<br />

un po’ casinista e un po’ chic.<br />

Dalle 17 alle 3 di notte.<br />

Piazza Martiri della Libertà,<br />

14. Tel. 0185-288117.<br />

Sempre aperto<br />

COSTA OVEST<br />

LIGURIA<br />

DI FRANCESCA FELLETTI<br />

Cameranesi<br />

MIAMI CAFÉ<br />

Santa Margherita Ligure (Ge)<br />

Il cuore della movida del Tigullio.<br />

Punto di incontro per iniziare le<br />

lunghe notti bianche del divertimento<br />

estivo. Ottimi cocktail a<br />

base di frutta per un drink dopocena:<br />

caipiroska ai frutti tropicali,<br />

daiquiri frozen alla fragola,<br />

ricche piña colada.<br />

Piazza Martiri della Libertà,<br />

29. Tel. 0185-283424.<br />

Sempre aperto<br />

CAPO NORD<br />

Santa Margherita Ligure (Ge)<br />

Di giorno offre tutte le comodità<br />

di un ampio solarium sugli scogli<br />

con sdraio, cabine e docce; la<br />

sera una cucina raffinata a base<br />

di pesce e vino di qualità; la<br />

notte musica fino a tardi. Il panorama<br />

va da Paraggi a Chiavari.<br />

Davvero cool arrivare in gozzo e<br />

ormeggiarsi al pontile.<br />

Lungomare Rossetti, 5/7. Tel.<br />

0185-289542. Ristorante<br />

chiuso martedì<br />

SPINNAKER<br />

Santa Margherita Ligure (Ge)<br />

Un cult negli anni ’70, oggi una<br />

tradizione. Sul lungomare di<br />

Santa, i tavoli fuori per chi ama<br />

stare “in vetrina”, l’interno per<br />

un ritrovo senza tempo dallo<br />

stile elegante-marinaro-ligure. A<br />

pranzo, a cena (da assaggiare la<br />

tartare di tonno in emulsione di<br />

agrumi e pepe rosa), ma soprattutto<br />

all’ora dell’aperitivo.<br />

Via Pescino, 16. Tel. 0185-<br />

286739. Chiuso martedì<br />

NIGHTLIFE<br />

LE VELE<br />

Alassio (Sv)<br />

Una Megadiscoteca. Pista<br />

superspaziosa, esterno con<br />

tavolini e divanetti in vimini<br />

coperti da strutture a vela,<br />

ambiente etnico. E, soprattutto,<br />

musica con i dj più famosi,<br />

dal nostro Albertino ai<br />

guest di fama internazionale.<br />

Un tempio del divertimento<br />

sovraffollato.<br />

Via Giancardi, 50<br />

Tel. 0182-470162<br />

MAKÒ<br />

Genova<br />

Un ascensore trasparente tubolare<br />

di alluminio illuminato<br />

con neon azzurro, tipo L.A.,<br />

che dalla strada conduce alla<br />

terrazza-giardino vista mare.<br />

Dentro: pista grande (dance),<br />

privé (house) e ristorante.<br />

Dal nome di uno squalo voracissimo,<br />

un evergreen delle<br />

nottate genovesi.<br />

Corso Italia, 28 r<br />

Tel. 010-367652<br />

LE CARILLON<br />

Paraggi (Ge)<br />

Una certezza. Il locale più<br />

chic della Riviera ligure. Si<br />

può scegliere di cenare godendosi<br />

la vista del mare blu<br />

di Paraggi. Oppure di spintonare<br />

fra la folla che dalle 24<br />

in poi preme contro la porta<br />

supplicando il mitico proprietario<br />

Mario di entrare. Età?<br />

Dai 18 ai 98.<br />

Via Paraggi al Mare, 10<br />

Tel. 0185-286721<br />

PISCINA DEI CASTELLI<br />

Sestri Levante (Ge)<br />

A due passi dalla Baia del<br />

Silenzio, un gioiello della<br />

disco-dance. Si attraversa<br />

il ponte sospeso sullo<br />

specchio d’acqua ricavato<br />

nella roccia, per passare dalle<br />

danze sulla spiaggia a ritmo<br />

di revival, a quelle della sala<br />

grande con commerciale, fino<br />

al più estremo privé house.<br />

Cubiste/i da urlo.<br />

Porticciolo di Sestri Levante<br />

Tel. 0185-480001<br />

URBAN 87


NIGHTLIFE<br />

L’AFRICANA<br />

Praiano (Sa)<br />

Un incanto. Riapre uno dei<br />

ritrovi più suggestivi per la<br />

notte in costiera. Con una<br />

passeggiata a piedi che non<br />

ha eguali, l’Africana è una<br />

grotta isolata dal centro<br />

abitato, con il pavimento in<br />

cristallo e il mare che ti passa<br />

sotto. Ballarci almeno una<br />

volta nella vita è un must.<br />

Vettica Maggiore<br />

Tel. 089-874042<br />

UNDERGROUND<br />

Anacapri (Na)<br />

Si deve a due dj isolani l’unico<br />

locale in vita estate/inverno<br />

sull’isola. Vocazione trendy,<br />

più Masters at Work che<br />

Peppino di Capri, vanta un<br />

parterre giovane e international.<br />

Celebre per i suoi drink<br />

mozzafiato, promette più<br />

sorprese della stessa piazzetta.<br />

Abbiamo esagerato?<br />

Tel. 081-8372523<br />

Sempre aperto<br />

ANEMA E CORE<br />

Capri (Na)<br />

Anche quest’anno è il posto<br />

dove ci si diverte di più.<br />

Zeppo così ogni sera di vip e<br />

curiosi, rispolvera la canzone<br />

napoletana a metà tra gli<br />

“arborigeni” dell’Orchestra<br />

Italiana e l’incommensurabile<br />

Renato Carosone. Guido<br />

Lembo è un trascinatore.<br />

Via Sella Orta, 39/a<br />

Tel. 081-8376461<br />

VALENTINO<br />

Ischia Porto (Na)<br />

Ricostruzione fedele di<br />

un’agorà mediterranea,<br />

strega per il dancefloor tempestato<br />

di cubetti multicolori,<br />

per gli interventi “a fresco”<br />

ispirati ai pittori dell’isola,<br />

per la rinnovata centralità<br />

nella movida ischitana. Ci si<br />

arriva sempre dopo mezzanotte,<br />

e ben vestiti.<br />

Corso V. Colonna, 97<br />

Tel. 081-982569<br />

88 URBAN<br />

COSTA OVEST<br />

LAZIO_COSTIERA<br />

DI CIRO CACCIOLA<br />

LA MOVIDA? AL TRAMONTO<br />

Se la sabbia di Ostia di<br />

giorno scotta, all’imbrunire<br />

diventa bollente<br />

Cotti dal sole, stanchi di tuffi,<br />

nuotate, partite a racchettoni<br />

e annoiati dai cruciverba sotto<br />

l’ombrellone... È verso il tramonto<br />

che la vita da spiaggia si anima<br />

e si rende di nuovo interessante,<br />

durante l’ora dell’aperitivo. Un rito<br />

che da nord a sud pare conquisti<br />

tutti e il litorale romano non è certo<br />

da meno, tanto che le occasioni<br />

per bere in infradito e costume si<br />

moltiplicano anche vicino a Ostia,<br />

con ottime possibilità di saltare la<br />

cena stuzzicando qua e là.<br />

Tra le novità di quest’anno, il<br />

Barkabar (lungomare L. Catulo<br />

42, Ostia, tel. 06-56477088)<br />

propone tutte le domeniche dalle<br />

19 un ricco buffet e un’ampia<br />

scelta di cocktail, da sorseggiare<br />

FOOD & DRINK<br />

ALBERTO<br />

Ischia Porto (Na)<br />

Disteso con vista sulle mille<br />

luci del golfo, montato su alte<br />

palafitte, proprio sulla spiaggia<br />

del Lido, con le onde che s’insinuano<br />

dappertutto: qui le serate<br />

di mezza estate si trasformano<br />

in sogni, con le specialità<br />

a base di pesce che diventano<br />

subito realtà. Uno dei ristoranti<br />

da sempre più accorsati<br />

dell’isola. Prenotare conviene,<br />

specie nel weekend.<br />

Lungomare Colombo, 8. Tel.<br />

081-981259. Sempre aperto<br />

PEPPINA E RENATO<br />

Forio d’Ischia (Na)<br />

I “pennicilli” al soffitto, la volta<br />

tufacea, le “sopressate” al muro,<br />

la famosa brace di Renato,<br />

tavoli e sedie in ferro battuto<br />

ex spalliere di letto, le pitture<br />

del maestro Peperone... E poi<br />

infinite bruschette, il coniglio<br />

in porchetta (gran specialità), il<br />

verde che ti circonda nel silenzio...<br />

Ottime pizze (consigliata<br />

quella mozzarella & cipolle!).<br />

Via Bocca, 23. Tel. 081-<br />

998312. Sempre aperto<br />

GIARDINI POSEIDON<br />

Forio d’Ischia (Na)<br />

Verde, mare e benessere: la formula<br />

magica di questo bellissimo,<br />

enorme parco di 60mila<br />

metri quadrati, famoso per le<br />

terrazze ricolme di fiori multicolori.<br />

21 piscine termali, idromassaggi,<br />

sauna giapponese,<br />

Valentina Cameranesi<br />

tra dischi house e commerciali<br />

selezionati da Max the voice.<br />

Atmosfere più rilassate e chill out<br />

al Sogno del mare (lungomare<br />

di Ponente 25, Fregene, tel. 06-<br />

66564739): ogni sera al calar del<br />

piscina olimpionica con acqua<br />

di mare, “pool” per bambini,<br />

spiaggia lunghissima, tramonto<br />

indimenticabile, un grande selfservice<br />

e due punti ristoro.<br />

Spiaggia di Citara. Tel. 081-<br />

907122. Sempre aperto<br />

BAGNI LEONELLI<br />

Sorrento (Na)<br />

Sorrento, com’è noto, non ha<br />

spiagge. La splendida costa<br />

è irrimediabilmente a picco<br />

sul mare. Per fortuna le palafitte<br />

sull’acqua della famiglia<br />

Leonelli, un tempo frequentate<br />

solo da aristocratici, oggi per<br />

tutti, sono una salvezza per<br />

molti bagnanti. Cabine a strisce<br />

gialle e rosse, servizio ristorante<br />

e snack. Acqua azzurra,<br />

acqua chiara...<br />

Spiaggia di San Francesco.<br />

Tel. 081-8781644. Sempre<br />

aperto<br />

‘O PARRUCCHIANO<br />

Sorrento (Na)<br />

Il classico dei classici. La leggenda<br />

vuole che i “cannelloni”<br />

siano stati inventati proprio<br />

qui. Alla quarta generazione,<br />

il menu è lungo come un racconto,<br />

omaggio al “the best<br />

of” della cucina sorrentina.<br />

Mangiare qui un pezzo di<br />

treccia (mozzarella intrecciata<br />

tipica della zona) è un must per<br />

chi passa da questi parti.<br />

In posizione centralissima sul<br />

viavai.<br />

Corso Italia, 67. Tel. 081-<br />

8781321. Sempre aperto<br />

sole dj, concerti, sfiziosi stuzzichini<br />

e vassoi di frutta.<br />

L’ampia pedana in legno del<br />

Settimocielo (via Litoranea km<br />

8,7, Ostia, tel. 06-5647800) è<br />

più indicata per primi appunta-<br />

QUATTRO PASSI<br />

Nerano – Massa Lubrense (Na)<br />

Carpaccio di crostacei marinati<br />

alle arance di Vigliano. Paccheri<br />

di Gragnano con patate dell’orto,<br />

cozze e parmigiano. Cono di<br />

pesce al profumo di timo con<br />

mele annurche e riso indiano al<br />

pompelmo rosa. Dalla tradizione<br />

alla sperimentazione. Con il<br />

mitico Don Alfonso e l’attigua<br />

Taverna del Capitano, proprio<br />

il top della gastronomia campana.<br />

Via Vespucci, 13/n. Tel. 081-<br />

8082800. Sempre aperto<br />

LA TAGLIATA<br />

Positano (Sa)<br />

Un tempo per arrivare fin qui<br />

bisognava fare 1750 scalini.<br />

Nascosta tra viti e vegetazione,<br />

85mila metri quadrati di orto<br />

per i prodotti di stagione, la<br />

trattoria di Luigi ‘O Baffone<br />

offre un’ottima cucina di campagna,<br />

carni del pollaio, pesce<br />

solo su ordinazione. La pergola<br />

con tavoli all’aperto gode di<br />

un panorama spiazzante da Li<br />

Galli ai Faraglioni.<br />

Via Tagliata, 14. Loc.<br />

Montepertuso. Tel. 089-<br />

875872. Sempre aperto<br />

LO SMERALDINO<br />

Amalfi (Sa)<br />

Sulla spiaggia del porto, dal<br />

1949. Sala e terrazza sul mare,<br />

sapori mediterranei e tradizione<br />

familiare. Raccomandate le<br />

penne allo Smeraldino (con pe-<br />

menti romantici e dichiarazioni<br />

d’amore: long drink, musica diffusa<br />

e candeline su ogni tavolo.<br />

Vale la pena fermarsi anche per<br />

uno spaghetto allo scoglio e un<br />

secondo di pesce.<br />

Se, invece, siete tra quelli che<br />

l’aperitivo lo tirano per le lunghe<br />

è il caso di ordinare qualcosa<br />

a La Spiaggetta (lungomare<br />

Caio Duillio, 34, Ostia, tel. 348-<br />

8861769): di giorno, stabilimento<br />

di surfisti e sportivi, la sera<br />

un vero e proprio cocktail&disco<br />

club, in cui la musica la fa da<br />

padrona. Sonorità hip hop, rock<br />

e r’n’b, invece, per il beach club<br />

Open bar (Lungomare L. Catulo<br />

6, Ostia, tel. 06-56477090): con<br />

un grande dance floor semicoperto,<br />

una sala dall’arredo esotico,<br />

due piscine dalle atmosfere suggestive<br />

e, naturalmente, tutta la<br />

sabbia che volete.<br />

ANDREA BAFFIGO<br />

peroni, melanzane, pomodori,<br />

basilico e formaggio) e i ravioli<br />

con rucola e provola. Goood<br />

pizzas, ma solo a cena. Buon<br />

vino locale e cantine regionali.<br />

Piazzale del Promontini, 1.<br />

Tel. 089-871070. Chiuso<br />

mercoledì (tranne che in agosto)<br />

SANTA CATERINA<br />

Amalfi (Sa)<br />

Volete farvi un regalo?<br />

Concedetevi, senza pensare<br />

al prezzo, almeno un pranzo<br />

o una cena nella vita (magari<br />

anche una notte...) in questo<br />

incantevole cinque stelle (tutte<br />

strameritate) immerso nel verde<br />

delle limonaie, nel silenzio<br />

delle terrazze fiorite digradanti<br />

verso il mare. Il ristorante all’aperto<br />

è a strapiombo sull’azzurro.<br />

Indimenticabile.<br />

S.S. Amalfitana, 9. Tel. 089-<br />

871012. Sempre aperto<br />

AGORÀ<br />

Anacapri (Na)<br />

Un simpatico melting pot.<br />

Cucina etnica e di fusione ma<br />

anche classic-mediterranea curata<br />

dallo chef Lello Sorrentino.<br />

Ambiente informale, tipicamente<br />

‘caprese’, lo spazio è diviso<br />

in tre zone: il wine & american<br />

bar, la sala interna con la pizzeria,<br />

l’accogliente terrazza sulla<br />

storica piazza Caprile.<br />

Nel menu anche tapas e panini.<br />

Musica dal vivo.<br />

Piazza Caprile, 1. Tel. 081-<br />

8372018. Chiuso martedì


Stanze d’albergo reali per<br />

chattare come in quelle<br />

virtuali, e magari mettere<br />

a segno la prima conquista<br />

della vacanza<br />

ROOM<br />

RAIDER<br />

testo: Mirta Oregna<br />

Sembra che le notti spese in disco a sudare sotto il cubo,<br />

mentre note unz-unz rimbombano dentro le orecchie<br />

impedendo qualsiasi forma di conversazione non funzionino<br />

più… Nemmeno le luci strobo che rendono attraente<br />

qualsiasi figura femminile (poi dell’errore ce ne si accorge<br />

il giorno dopo) o le litrate di cocktail superalcolici ingollati<br />

passeggiando tra un divanetto-lounge e l’altro, frequentando<br />

la spiaggia giusta all’orario giusto.<br />

Oggi per fare nuove conoscenze (bibliche o no, quello poi<br />

dipende dalle aspirazioni di ciascuno) si surfa il web, si<br />

entra nelle chat room virtuali, si indossa la maschera del<br />

nickname e si gioca a sedurre l’altro/a con la tagliente arma<br />

tecnologica di parole e icone. Impensabile per alcuni,<br />

molto più intrigante per molti.<br />

E allora lampo di genio: là, su quella costa romagnola che<br />

è un vero e proprio divertimentificio, e dove il cucco assurge<br />

al rango di obiettivo primario dell’estate, qualcuno<br />

ha pensato di rendere tangibile questa virtualità, creando<br />

un hotel con stanze reali, ciascuna dotata di web-cam per<br />

far chattare e incontrare gli ospiti in massima libertà.<br />

Questa community è il Sixty Hotel di Riccione (www.sixtyhotel.com),<br />

l’hotel che fino allo scorso 19 giugno non<br />

esisteva, e che se non fosse esistito andava assolutamente<br />

inventato: un albergo pop, fashion e trendy, dai colori<br />

funky (arancione, verde acido, blu marino, rosso rubino) e<br />

dal design ultra moderno. Wichy Hassan, presidente nonché<br />

direttore creativo del gruppo Sixty, si è occupato in<br />

prima persona di arredi e design per “costringere gli ospiti<br />

– spiega lui – a vivere l’albergo”. Non solo, ha affidato a<br />

30 giovani artisti (per par condicio italiani e stranieri in<br />

egual misura) il compito di interpretare creativamente le<br />

40 stanze e gli spazi comuni, come il soffitto a volta del<br />

terrazzo al quinto piano che ospita il ristorante, le scale<br />

d’emergenza (ma queste chi le guarderà?) e le casse del<br />

negozio. Sì, perché se già la facciata tutta oblò optical<br />

si fa notare, a due passi dall’affollato viale Ceccarini,<br />

le vetrine al piano terra non sono da meno: anzi ci<br />

si potrà acquistare accessori e pezzi in limited<br />

edition.<br />

Il costo per aggiudicarsi una stanza si aggira<br />

sui 120-180 euro, senza ahimè la<br />

colazione (e chi si alza a Riccione per<br />

farla?). Ma si godono ben altri privilegi<br />

come, accessorio fondamentale,<br />

la spiaggia convenzionata a un<br />

tiro di schioppo dall’hotel dove<br />

farsi viziare da uno staff dedicato<br />

e proseguire l’operazione<br />

cucco iniziata in<br />

camera. Per chi ancora<br />

deve organizzare le<br />

vacanze e l’addio<br />

al celibato dell’amico…<br />

da<br />

prendere in<br />

considerazione.<br />

URBAN 89


NIGHTLIFE<br />

VILLA DELLE ROSE<br />

Misano Monte (Rn)<br />

La disco estiva per eccellenza:<br />

non troppo grande e mai troppo<br />

calda. Suoni per tutti i gusti:<br />

il martedì Villa Titilla è spinto<br />

e in console ci sono Ralf, Di<br />

Rocco o Tom Stephan. Il giovedì<br />

house apre il 20 luglio con<br />

Supalova by Joe T Vannelli. Le<br />

altre sere l’atmosfera si rilassa,<br />

se si escludono gli ormai consueti<br />

incitamenti a godersi la<br />

vita della vocalist Tanja Monies.<br />

Via Camilluccia, 16<br />

Tel. 0541-694311<br />

BYBLOS<br />

Misano Monte (Rn)<br />

Dopo un periodo di primato a<br />

metà anni ’90 era praticamente<br />

sparito, ma quest’estate punta<br />

al rilancio riempiendo le strade<br />

di cartelloni stile Ibiza. Oltre<br />

ai soliti dj, ogni sera suonano<br />

live i Rumba De Mar e ci si può<br />

appartare in vari privé super<br />

esclusivi.<br />

Via Pozzo Castello, 24<br />

Tel. 0541-690252<br />

ECHOES<br />

Misano Adriatico (Rn)<br />

Per un lungo periodo lo staff<br />

ha cercato di cambiargli nome<br />

in Liz, acronimo di chissà che.<br />

Poi il sano tradizionalismo dei<br />

nottambuli ha prevalso, tanto<br />

chi vuol ballare coi dischi di<br />

Flavio Vecchi o Montanari sa<br />

che qui li trova. Tra i nomi nuovi,<br />

attenti a Victor Masi.<br />

Via Del Carro, 40<br />

Tel. 347-4967665<br />

COCORICÒ<br />

Riccione (Rn)<br />

Passano gli anni e l’idea di<br />

futuro del clubbing resta qui,<br />

sotto una piramide che si illumina<br />

solo al sorgere del sole. In<br />

realtà l’unica disco italiana che<br />

cerca di fare avanguardia cambia<br />

sempre: il sabato dà spazio<br />

a Les Folies de Pigalle, mentre<br />

la voce di Nico Note e le sperimentazioni<br />

di David Love Calò<br />

sono protagoniste nel privé.<br />

Viale Chieti, 44<br />

Tel. 0541-605183<br />

90 URBAN<br />

COSTA EST<br />

EMILIA ROMAGNA<br />

DI LORENZO TIEZZI<br />

TRA IL GIORNO E LA NOTTEValentina<br />

In equilibrio sulla sottile<br />

linea che separa i riti<br />

notturni da quelli diurni<br />

Alle 7 di mattina in riviera<br />

adriatica non c’è granché da<br />

fare. Le auto in coda ai semafori<br />

della statale che collega l’universo<br />

fashion del Pineta a quello<br />

spinto del Cocoricò sono poche<br />

e chi va a correre o a pescare lo<br />

fa per sé, non come durante lo<br />

struscio, quando viale Ceccarini<br />

e via Carducci scintillano di abbronzature<br />

e passeggini firmati.<br />

Hotel e pensioni, bagni e centri<br />

commerciali la mattina presto<br />

offrono poco ai clienti tipo della<br />

zona, i ‘discotecari’ e le ‘famigliole’:<br />

i primi hanno già consumato<br />

il rito di cappuccio&brioche<br />

prima di dormire, bimbi e papà<br />

FOOD & DRINK<br />

BLOCK 60<br />

Riccione (Rn)<br />

Multistore da quando il termine<br />

non esisteva ancora, vende cd,<br />

vinili, libri, riviste e accessori. Tra<br />

una sneaker e una guida della<br />

Patagonia capisci che nulla è lì<br />

per caso: lo staff fa ricerca vera,<br />

niente ‘tendenze del momento’.<br />

C’è anche un bar, con tramezzini<br />

da mangiare seduti su vecchi sedili<br />

d’automobile. Viale Ceccarini<br />

è a due passi, ma sembra d’essere<br />

a New York.<br />

Viale Milano, 60. Tel. 0541-<br />

602047. Sempre aperto<br />

MAKKARONI<br />

Riccione (Rn)<br />

Un classico della Riccione fashion.<br />

Molti si danno alla fase aperitivo<br />

a base di ostriche e champagne,<br />

altri preferiscono cenare ai tavoli<br />

più in vista di tutto lo struscio romagnolo.<br />

A chi in situazioni simili<br />

scappa ricordiamo che la musica<br />

è ottima, di solito proposta dai<br />

top dj che più tardi suonano nei<br />

club. E il buffet ricchissimo.<br />

Viale Dante, 48. Tel. 0541-<br />

603848. Sempre aperto<br />

BEACH VILLAGE<br />

Riccione (Rn)<br />

Beach volley, beach tennis, beach<br />

soccer e pure una piscina olimpionica<br />

d’acqua salata. Se all’ultimo<br />

manca la voglia di sudare,<br />

si può ripiegare sugli scivoli e su<br />

due ristoranti: al Caffè del Mare si<br />

mangia italiano, il Paradise Beach<br />

è una steak house in cui si balla<br />

di tutto, dalla r&b alla italiana.<br />

non hanno ancora preso d’assalto<br />

i buffet della colazione. I<br />

pochi che vogliono continuare a<br />

ballare, non più d’un migliaio, si<br />

ritrovano al Wish, after di Misano<br />

dall’atmosfera trasgressiva ma<br />

non troppo. La musica nel club<br />

è happy e inizia solo quando il<br />

sole è già alto sull’Adriatico, per<br />

non disturbare i vicini. “Sono<br />

anziani e tanto si alzano sempre<br />

presto”, racconta l’art director<br />

Siva. La forza dell’unico paesone<br />

che va da Milano Marittima<br />

a Riccione sta proprio qui, nel<br />

mancato rovesciamento tra giorno<br />

e notte. A Ibiza, alle 7, si è<br />

proprio all’apice della movida, in<br />

riviera tutt’al più si assiste alla<br />

trasformazione di Covignano:<br />

dalla collina del Paradiso ridiventa<br />

quella del bar Ilde, il paradiso<br />

della piadina.<br />

Viale D’Annunzio, 150. Tel.<br />

0541-640517. Sempre aperto<br />

DAL BAFFO<br />

Riccione (Rn)<br />

Per piloti e capi velivolo della<br />

vicina base Nato è un mito fin dal<br />

’69, quando la piada F-104 doveva<br />

ancora nascere e il ristorante<br />

era solo una cabina da spiaggia<br />

in fondo alla pista dell’aeroporto.<br />

Anche oggi la cucina è casalinga:<br />

si inizia col pesce o con i salumi<br />

per finire sempre con i dolci fatti<br />

in casa.<br />

Via Piemonte, 1. Tel. 0541-<br />

643375. Sempre aperto<br />

CAFFÈ PASCUCCI SHOP<br />

Rimini<br />

Chicchi arrostiti in tutte le salse:<br />

ci sono il caffè del marinaio,<br />

con rum, anice e una scorza di<br />

limone, o quello americano, qui<br />

proposto in ben nove versioni.<br />

Ci vengono a fare colazione, nel<br />

primo pomeriggio, dj e addetti ai<br />

lavori delle discoteche perché è<br />

tranquillo, non si spende una follia<br />

e anche i dolci non sono male.<br />

Via Vespucci, 3/a. Tel. 0541-<br />

709165. Sempre aperto<br />

NOMI<br />

Rimini<br />

La porta d’ingresso è una parete<br />

di vetro che scompare nel pavimento,<br />

dentro all’open space<br />

troneggiano sette enormi colonne<br />

d’acciaio. Discobar dalle 22,<br />

bar per la colazione dalle 8 di<br />

mattina, luogo per brunch, aperitivi<br />

e pure per i patiti della frutta<br />

biologica. Riassumendo: al pian<br />

terreno dell’hotel duoMo c’è il<br />

club&bar appena disegnato dall’inglese<br />

Ron Arad. Uno dei pochi<br />

nuovi must della riviera.<br />

Via Giordano Bruno, 28. Tel.<br />

0541-52367. Sempre aperto<br />

BAR ILDE<br />

Rimini<br />

La piadina vera si mangia solo nei<br />

chioschi dell’Emilia. Per fare un<br />

passo ulteriore nel gusto, ossia<br />

assaggiare quella con lo strutto<br />

nelle varianti tradizionali, basta<br />

lasciare la spiaggia e salire sul<br />

colle di Covignano. Insieme ci si<br />

bevono anche birra o Coca, ma<br />

il giusto contraltare dello squacquerone<br />

è solo il Sangiovese!<br />

Via Covignano, 245. Tel. 0541-<br />

753274. Sempre aperto<br />

NINELIVES<br />

Milano Marittima (Ra)<br />

Il primo e unico sushi café di<br />

Milano Marittima: maki e sashimi<br />

ve li prepara a vista il cuoco giapponese<br />

Yoshi Nakamura. Ma ci<br />

sono anche piatti di cucina creativa.<br />

Consigliato per una serata<br />

glam e d’atmosfera. Se poi tra un<br />

aperitivo e un drink vi viene voglia<br />

di fare shopping, all’interno<br />

c’è il negozio con le collezioni<br />

Ninelives. Via Gramsci, 55. Tel.<br />

0544-995576. Sempre aperto<br />

dalle 16 alle 4<br />

BICIO PAPAO<br />

Milano Marittima (Ra)<br />

Un bagno musicale diverso dagli<br />

altri: al posto dei consueti vocalist<br />

Cameranesi<br />

‘su le mani’, per Ferragosto c’è<br />

Norman Jay, uno che a Londra<br />

suona al carnevale di Notting Hill.<br />

Dalle 17 e 30, ogni sera, si ascoltano<br />

soul e brasil. E l’atmosfera,<br />

tra divani bianchi, legno e stuoie,<br />

è tranquilla. L’insalata di mare e<br />

i buffet sono di qualità mentre<br />

la densità di vip veri e presunti<br />

viene diluita in grandi caraffe di<br />

mojito. Viale Spalato, 276 (bagno<br />

216). Tel. 0544-995721.<br />

Sempre aperto<br />

MOWA<br />

Marina di Ravenna (Ra)<br />

Tre locali in uno, e tutti di qualità.<br />

Al ristorantino la carne alla griglia<br />

è ottima, proprio come i piatti<br />

presi in prestito alle tradizioni di<br />

tutto il mondo. La pizza è al piatto<br />

o al metro, ma sempre napoletana<br />

doc. Per ingannare l’attesa<br />

di un tavolo o per un drink alla<br />

frutta dopocena, c’è poi lo street<br />

bar più frequentato della zona.<br />

Via delle Nazioni, 177a. Tel.<br />

0544-530234. Sempre aperto<br />

MADRUGADA CAFÉ<br />

Cattolica (Rn)<br />

Visto che come ‘sound manager’<br />

c’è Gianni Parrini, uno degli storici<br />

dj italiani, la musica è diversa<br />

dalla solita house: gruppi afro come<br />

gli Odette’s Tips o funk come<br />

la Corporation di Dino Gnassi e<br />

pure dalla console suoni globali<br />

con Miss P e Raf. Anche dal bancone<br />

si fa proselitismo musicale,<br />

con cocktail come il Jazz-Ma-<br />

Tazz, a base di rum e mirtillo.<br />

Via Carducci, 118. Tel. 0541-<br />

831123. Sempre aperto


DI ANTONIO MALERBA<br />

ACCAMPAMENTI D'A'MARE<br />

Al Trappeto d’estate<br />

vale la pena “metter le<br />

tende”<br />

E la notte scorre liscia... come<br />

l’olio! In un frantoio ipogeo<br />

rupestre del 1600 è partita la<br />

seconda estate de Il Trappeto,<br />

esclusivo club a 40 chilometri a<br />

sud di Bari. La pietra viva in cui<br />

sono ricavate le diverse location<br />

ricordano gli attendamenti<br />

del deserto, realizzati con gran<br />

lusso e attenzione nei particolari.<br />

Aperto anche d’inverno, il<br />

Trappeto d’estate si prolunga<br />

verso la vicina spiaggia con un<br />

suggestivo percorso verso il<br />

mare che guarda le colline. Qui<br />

si può godere la “Sea Lounge<br />

Area” con cabine concepite<br />

come piccole casette a tinte<br />

FOOD & DRINK<br />

ORE 20<br />

Taranto<br />

È l’ora del cocktail, il momento<br />

topico per incontrarsi e<br />

pianificare la serata. Indecisi?<br />

Prendiamo tempo nell’area<br />

restaurant per un gourmet raffinato<br />

e decidiamo sorseggiando<br />

un buon vino. A Taranto Ore 20<br />

diventa un meeting point “de<br />

luxe” con american bar e dinner<br />

zone: per incontrarsi in città<br />

prima dei raid notturni nelle vicine<br />

zone turistiche. Corso Due<br />

Mari, 6. Tel. 099-4594261.<br />

Chiuso lunedì<br />

GOTÀ<br />

Conversano (Ba)<br />

Una costruzione in pietra ottagonale,<br />

luogo di ritiro spirituale<br />

nel ’700, è stata recuperata nel<br />

rispetto della storia, diventando<br />

una suggestiva location preserata.<br />

È qui che si vive la notte<br />

del Gotà: muretti a calce e siepi<br />

di macchia mediterranea contrastano<br />

con arredi d’autore; dj set<br />

raffinati, cocktail e un servizio<br />

ristorante che segue le stagioni,<br />

specializzato nella braceria.<br />

Via San Giacomo, 23. Tel. 080-<br />

4953297. Sempre aperto<br />

PREMIÈRE LOUNGE<br />

Gallipoli (Le)<br />

Come fare per incontrare i pierre,<br />

i dj e le ragazze immagine<br />

del Riobò, club culto del Salento,<br />

e magari riuscire a spuntare<br />

anche qualche riduzione per la<br />

discoteca? Così il Première è diventato<br />

il punto di partenza del-<br />

le notti salentine. Si definisce<br />

“newrhythmsbar”, ma è fusion<br />

restaurant, american bar, wine<br />

corner e disco lounge a partire<br />

dalle 21. S.S. 101 Km.3.<br />

Tel. 328-6522728. Sempre<br />

aperto<br />

LIDO AZZURRO<br />

Leuca (Le)<br />

Vista sul Mar Ionio o sull’Adriatico?<br />

Al Lido Azzurro c’è letteralmente<br />

l’imbarazzo della scelta.<br />

Aperitive-bar&disco aperto giorno<br />

e notte, anche d’inverno, tre<br />

livelli dove fare su e giù, per un<br />

panorama mozzafiato. Di giorno<br />

molo e spiaggia attrezzati, di<br />

notte la suggestiva luce del faro<br />

sullo sfondo. Per questa estate,<br />

serate a tema, house & disco<br />

music. Lungomare Cristoforo<br />

Colombo. Tel. 338-3511844.<br />

Sempre aperto<br />

RICCARDO<br />

Ostuni (Br)<br />

Dentro o fuori? Da Riccardo<br />

non fa differenza. All’interno,<br />

divani rossi forzatamente kitsch<br />

tra pavimenti e volte di pietra,<br />

oppure all’esterno pouf colorati<br />

che incorniciano l’ingresso<br />

tra le scalinate bianche che si<br />

arrampicano nel centro storico.<br />

L’importante è esserci, a inizio<br />

o fine serata. Via Tanzarella<br />

Vitale, 61. Tel. 0831-306046.<br />

Sempre aperto<br />

PERINI<br />

Bari<br />

È il “baricentro” della città,<br />

COSTA EST<br />

BARI_SALENTO<br />

nella centralissima e sciccosa<br />

via Sparano. Aperto 18 ore su<br />

24: bar a colazione, ristorante<br />

di classe a pranzo e a cena<br />

nella ricercata rivisitazione dei<br />

sapori del territorio, lounge bar<br />

e champagneria. Consigliato il<br />

brunch nel gazebo all’aperto.<br />

Via Sparano, 13/15 Tel. 080-<br />

5244897. Chiuso domenica<br />

TWINS’<br />

Canosa (Ba)<br />

Gemelli... diversi. Il Twins’ è<br />

“Double Passion”, due modi differenti<br />

per vivere la stessa notte<br />

nei suoi giardini nel centro di<br />

Canosa. È living bar fatto di<br />

cocktail e di animazione; ma anche<br />

ristorante con “La Chicca”.<br />

Dall’una di notte, i “twins”<br />

vengono avvolti dalla musica<br />

house, tutto diventa discoteca<br />

e la notte si consuma ballando.<br />

Via Lavello, 42. Tel 0883-<br />

662100. Chiuso lunedì<br />

LA LAMPARA<br />

Trani (Ba)<br />

Ha 52 anni, ma non li dimostra,<br />

La Lampara di Trani, il club che<br />

storicamente ha accompagnato<br />

decenni di mode, stili e star<br />

internazionali e che seduce e<br />

conquista anche oggi, come<br />

una splendida cinquantenne.<br />

Si accende di sera vicinissima<br />

al mare, per un aperitivo con<br />

musica dal vivo di qualità, per<br />

proseguire con la cena e ballare<br />

nella notte.<br />

Viale De Gemmis, 1. Tel.<br />

0883-482573. Chiuso<br />

mercoledì<br />

Valentina Cameranesi<br />

pastello divise da balconcini con<br />

lanterne, che di giorno emanano<br />

fragranze dalle proprietà rigeneranti<br />

e rinfrescanti. Intorno alla<br />

piscina, sotto la pineta, letti in<br />

rattan, il bar a forma di aquilone<br />

e numerose tende arredate in<br />

stile minimal. E ancora bianchi<br />

ciottoli di pietra levigata, fontane<br />

zen e vasche con papiri a cui si<br />

mescolano i suoni della natura.<br />

Sulla spiaggia, con il mare verde<br />

e limpido, tra tende beduine<br />

arredate con preziose sedute di<br />

antiquariato orientale e avvolgenti<br />

cuscini su tappeti di corda,<br />

e lettini in legno naturale, quasi<br />

non crediamo di essere in Italia!<br />

IL TRAPPETO<br />

S.S. 16 uscita Capitolo<br />

Monopoli (Ba)<br />

tel. 080-4107021<br />

JUBILEE BEACH<br />

Molfetta (Ba)<br />

È la “dependance” estiva del<br />

club di Corato. Braceria sulla<br />

spiaggia a lume di candela e<br />

beach bar la rendono molto<br />

suggestiva. Di rigore camminare<br />

a piedi scalzi e bere cocktail<br />

e prosecco sulla battigia con<br />

sottofondo chillout, nu bossa<br />

e lounge. S.S.16, loc. Lido<br />

Nettuno. Tel. 080-3384569.<br />

Aperto venerdì e sabato<br />

BILLIONAIRE<br />

Bari<br />

Il centro storico è di moda.<br />

Mentre la città sembra vuota,<br />

nella zona vecchia ristrutturata<br />

e rivalutata si moltiplicano pub,<br />

birrerie e club. Il Billionaire è un<br />

lounge bar, ottimo per i cocktail,<br />

ma anche per incontrare gli<br />

amici e fare prove di ballo prima<br />

della discoteca.<br />

Piazza Mercantile, 33. Tel.<br />

080-2460596. Sempre aperto<br />

BOGART<br />

Altamura (Ba)<br />

Piacevolmente sazi di odori e<br />

sapori della cittadina famosa<br />

per il pane cotto nel forno a<br />

legna (marchio Dop)? È ora<br />

di bere qualcosa al Bogart,<br />

l’american bar ispirato al mitico<br />

Humphrey. Anche i cocktail<br />

portano i nomi dei grandi divi di<br />

Hollywood e sono serviti tra antiche<br />

arcate e divani dalle linee<br />

essenziali e chic. Via Vecchia<br />

Buoncammino. Tel. 080-<br />

3146069. Sempre aperto<br />

NIGHTLIFE<br />

MAVU’<br />

Locorotondo (Ba)<br />

È tra i club più sciccosi<br />

d’Italia: nascosto tra gli ulivi<br />

e i trulli della Valle d’Itria,<br />

la masseria ottocentesca è<br />

l’epicentro pugliese della<br />

club culture internazionale.<br />

Questa estate: Joe Claussel<br />

(21/7), Rosalia De Souza<br />

(29/7), Louie Vega live session<br />

(2/8), Gilles Peterson<br />

& Earl Ginger (12/8), Nicola<br />

Conte (19/8).<br />

Strada Prov. Locorotondo-<br />

Cisternino<br />

Tel. 393-9481340<br />

GUENDALINA<br />

Santa Cesarea Terme (Le)<br />

Chi ama l’house, ama il<br />

Guendalina... anzi Gwendie,<br />

come ama farsi chiamare per<br />

l’estate 2006, scegliendo la<br />

filosofia della “synth experience”.<br />

Facile imbattersi<br />

nei set di Satoshi Tomiie<br />

o di Dj Ralf, l’importante è<br />

chiudere gli occhi nella “new<br />

plaxiglam arena” e... lasciarsi<br />

andare!<br />

Litoranea Alta per Castro<br />

Tel. 392-6512769<br />

NAFOURA<br />

Castellaneta (Ta)<br />

La mega disco dello Ionio ha<br />

scelto il total white per questa<br />

nuova stagione. Carnet<br />

come sempre ricco di ospiti,<br />

vip del cinema e della tv,<br />

della musica e della console.<br />

Scenografie a tema per ogni<br />

evento e live vj-set.<br />

Contrada Chiulli – S.P. per<br />

Castellaneta Marina<br />

Tel. 099-8431764<br />

BLUBAY<br />

Castro (Le)<br />

Per la seconda estate si<br />

accende il Blubay: di giorno<br />

“New paradise” con piscine,<br />

palme e ogni comfort. Di<br />

notte disco, che con le sue<br />

luci domina maestosa le notti<br />

salentine.<br />

Via Sant’Antonio<br />

Tel. 338-2924022<br />

URBAN 91


Valentina Cameranesi<br />

HIPPYVISTAMARE<br />

I graniti, come l’acqua verdina,<br />

sono gli stessi della Costa<br />

Smeralda. Ma nella Valle della<br />

Luna si respira tutta un’altra aria<br />

testo: Paolo Madeddu<br />

La strada da Santa Teresa di Gallura a Capo Testa.<br />

Una sterrata bianca. Due pietre enormi, ferme da secoli<br />

come guardiani – quella è la soglia.<br />

Basta così. Non vi diciamo altro, perché la Valle della<br />

Luna è la versione italiana della spiaggia del film The<br />

Beach di Danny Boyle, quello in cui Leonardo Di Caprio<br />

raggiunge faticosamente una comunità segreta di “alternativi”<br />

ma imprudentemente svela a indesiderati intrusi<br />

il segreto gelosamente custodito della sua ubicazione,<br />

causando il crollo finale di quell’illusione di primitiva purezza.<br />

Perciò, ricordando quanto gli abitanti della spiag-<br />

92 URBAN<br />

gia siano grati a Di Caprio alla fine del film, ci guardiamo<br />

bene dal dare indicazioni più precise di queste.<br />

No, va bene, stiamo esagerando. Il popolo fricchettone<br />

che da anni vive tra le sette valli (e tre cale) del più lunare<br />

dei paesaggi sardi non è così difficile da raggiungere:<br />

potete ampiamente trovare indicazioni su internet o<br />

semplicemente chiedere ai negozianti di Santa Teresa<br />

che ogni tanto vedono arrivare qualche improbabile<br />

personaggio che ha deciso di avventurarsi a fare la spesa<br />

per sé e per i suoi compagni di stile di vita. Però qui<br />

ci fermiamo davvero: nel dibattito sulla controversa società<br />

(o nonsocietà) hippy della Valle della Luna, ognuno<br />

ha diritto di farsi un’opinione giudicando di persona.<br />

Andando a vedere i “buoni selvaggi” che vivono nelle<br />

grotte (aggirando brillantemente il divieto di campeggio)<br />

all’interno di una zona che la natura ha voluto<br />

disegnare con pennelli cosmici, e valutando se e come il<br />

popolo della Luna è riuscito a fare di meglio rispetto a<br />

noi che ce ne stiamo al di qua di quelle pietre. Andando<br />

laggiù magari proprio nel mese di agosto, che, notate<br />

bene, è il periodo in cui a causa del (relativo) affollamento<br />

tutti sconsigliano, perché è il momento in cui chi vive<br />

lì tutto l’anno viene raggiunto da fighetti e scrocconi,<br />

ribelli part-time e mezzi avventurieri, punkabbestia e<br />

figli di papà, artisti new age e fornitori di sostanze che<br />

ispirano anche chi artista non è. Agosto è il mese in<br />

cui il sapore di utopia viene messo a dura prova e può<br />

lasciare un retrogusto agrodolce – ma sta al vostro giudizio<br />

di antropologi estivi stabilire quanto il sogno dei<br />

“lunari” sia irrealizzabile e un po’ finto oppure quanto<br />

invece siano riusciti, con la sola forza delle buone vibrazioni,<br />

a creare un’isola nell’isola.<br />

E già che ci siete, per completezza di indagine, potete<br />

cogliere l’occasione per un confronto con un altro interessante<br />

zoo umano che si trova, vedi caso, a pochissimi<br />

chilometri di distanza. Una comunità di utopisti di altro<br />

tipo, che si dà appuntamento tra gli yacht e le discoteche<br />

“billionarie” della Costa Smeralda…


MONDELLO DOWNTOWN<br />

Vita da spiaggia alla<br />

siciliana<br />

Una giornata da mondelliano<br />

‘doc’? Sicuramente parte con<br />

la prima colazione da Caflish a<br />

Valdesi (via Margherita di Savoia,<br />

2/B; tel. 091-6840444): eccezionali<br />

la torta Savoia al cioccolato<br />

e la tipica crostata al gelo di<br />

‘mellone’ (anguria). Ma i cornetti<br />

e le granite alla frutta o al caffè<br />

e panna si gustano ottimi anche<br />

in piazza Mondello, all’Antico<br />

Chiosco e da Renato bar.<br />

La spiaggia a questo punto è<br />

lì, e ci aspetta. Se i più sportivi,<br />

COSTASMERALDA<br />

CHIRI-SUR<br />

Baja Sardinia (Ss)<br />

Va bene per un tête à tête a<br />

lume di candela con una preda<br />

appena pescata in spiaggia, e va<br />

ancora meglio per una tavolata<br />

con gli amici. Ci si mangiano<br />

anche pizze e spaghetti, ma ci si<br />

viene soprattutto per le bistecche<br />

alla griglia e gli enormi piatti<br />

di patatine fritte. L’atmosfera<br />

è chic ma informale e il conto<br />

non è salato se lo si paragona<br />

agli standard stellari della zona.<br />

Se la nuova Costa è questa,<br />

ben venga. Via Tremonti. Tel.<br />

0789-99383. Sempre aperto<br />

FINGER’S CLUB<br />

Porto Cervo (Ss)<br />

Il sushi più glamour di Milano<br />

sbarca a Porto Cervo, ovviamente<br />

nella location più esclusiva, la<br />

piscina dell’Hotel Cervo. Prima<br />

di assaggiare sushi e sashimi<br />

ci si gode la vista sul Porto<br />

Vecchio, imperdibile soprattutto<br />

al tramonto. Oltre ai menu<br />

Roberto Okabe ha selezionato<br />

anche tatami e bambù, ma i maniaci<br />

della tempura non abbiano<br />

per smaltire il mellone, si danno<br />

ai corsi dello storico club velico<br />

Ruggero di Lauria, del circolo<br />

Albaria o del Clubbino del mare,<br />

famosi per aver dato i colori a<br />

grandi atleti olimpionici di vela,<br />

windsurf, canottaggio e nuoto, i<br />

pigri se la spassano sulla sabbia,<br />

magari buttando un’occhio nelle<br />

corti interne create dalle particolari<br />

cabine in legno colorate,<br />

dove gente di tutte le età si ritrova<br />

per appassionate partite a<br />

carte, mangiate di pasta al forno<br />

o balli improvvisati. Gli amanti<br />

degli scogli vanno invece a godersi<br />

il mare roccioso di Capo<br />

Gallo.<br />

di Lorenzo Tiezzi<br />

paura. Si mangia molto bene,<br />

perché lo chef nippo-brasiliano<br />

usa solo pesce di prima qualità.<br />

Hotel Cervo. Tel. 0789-<br />

931612. Sempre aperto<br />

PHI BEACH<br />

Baja Sardinia (Ss)<br />

È solo un chiringuito sulla<br />

spiaggia dove bere qualcosa al<br />

tramonto, ma ha sconvolto le<br />

abitudini d’una zona in cui il rito<br />

dello shopping prima e dopo<br />

cena sembrava insostituibile.<br />

Oggi invece è normale ballare<br />

a piedi nudi e magari fermarsi<br />

a cenare in costume nel nuovo<br />

ristorante-piattaforma in mezzo<br />

al mare. Tanto la selezione alla<br />

porta in spiaggia non si fa, e la<br />

musica di Alex Elle fa viaggiare<br />

anche oltre l’orizzonte. Forte<br />

Cappellini. Tel. 0789-99490.<br />

Sempre aperto<br />

BILLIONAIRE BEACH CLUB<br />

Porto Cervo (Ss)<br />

Il ristorante è aperto tutto il<br />

giorno ma tra privè, salottini<br />

e champagnerie è solo uno<br />

dei motivi per disertare il pur<br />

ISOLE<br />

SICILIA_SARDEGNA<br />

Per tutti però il consiglio è di<br />

tornare a pranzo in piazza, da<br />

Sariddu (tel. 091-451922) o da<br />

Calogero (tel. 091- 6841333),<br />

per provare i frutti di mare o<br />

altre specialità a base di pesce<br />

– offerti anche al banco su caratteristici<br />

piatti di ceramica siciliana<br />

– oppure pizze, ‘sfincioni’,<br />

panini con panelle e croquette,<br />

‘pane ca meusa’ (panino con la<br />

milza), ‘sarde a beccafico’ alla<br />

Friggitoria Raia dello zio Mario.<br />

Da non perdere il gelato del<br />

Baretto – squisito quello ai gelsi<br />

neri – servito nel cono oppure,<br />

come amano i palermitani, nella<br />

brioche.<br />

ben attrezzato fitness point.<br />

Comunicato da Gabòn e pierrato<br />

da Lele Mora e dai suoi vip<br />

alloggiati in una villa a pochi<br />

passi, il BBC è la novità più attesa<br />

da chi vive la Costa come un<br />

palcoscenico. Dalle 18 aperitivo<br />

musicale con i ’70-’80 di dj Ben<br />

del Pacifico di Milano Marittima,<br />

la domenica brunch in spiaggia.<br />

Cala del Faro. Tel. 348-<br />

3938555. Sempre aperto<br />

BUENA VISTA<br />

Abbiadori (Ss)<br />

È aperto dalle 8.30 di mattina<br />

all’1.30 di notte, ma l’ora migliore<br />

per frequentarlo è il dopo<br />

spiaggia. Al tramonto la vista<br />

mozzafiato e la musica chill out<br />

sono gratis, mentre un drink<br />

rinforzato costa solo 10 euro.<br />

Chi più tardi vuol fermarsi a<br />

cena, sceglie tra carne argentina<br />

e pesce alla griglia e spende<br />

intorno ai 40 euro (a pranzo<br />

25). Chi vuol risparmiare invece<br />

attraversa la strada e trova<br />

l’unica rosticceria nel raggio di<br />

50 km. S.S. Olbia-Porto Cervo.<br />

Tel. 0789-970068. Sempre<br />

aperto<br />

Per cena, tappa al Simpaty (via<br />

Piano di Gallo, 18; tel. 091-<br />

454470) da cui si gode di una<br />

piacevole vista sul porticciolo<br />

del paese; più trendy è il pub ristorante<br />

all’aperto Villa Giuditta<br />

(via San Lorenzo, 17; tel. 091-<br />

6886256).<br />

E per il cucco notturno? Lo<br />

Spazio Blanco di via Lanza di<br />

Scalea (via Faraone, 12; tel.<br />

333-4091022) è un nuovissimo<br />

locale open air: buona la musica,<br />

i drink, seducenti i massaggi<br />

sotto le tende marocchine su un<br />

prato rinfrescante. Fallire, davvero,<br />

non si può!<br />

MARIA STELLA WIRZ<br />

CAFÉ DU PORT<br />

Porto Cervo (Ss)<br />

Prima o dopo cena trovare un<br />

tavolo è un’impresa, per cui ci si<br />

va soprattutto di notte, dopo la<br />

disco. La colazione, com’è ovvio,<br />

costa un capitale ma cappucci e<br />

brioche sono buoni, anche grazie<br />

al gusto che dà poter posteggiare<br />

proprio accanto agli yacht. In<br />

35 anni d’attività il proprietario<br />

Franco ne ha viste di tutti i colori,<br />

per cui se viene voglia di aneddoti<br />

piccanti basta chiedere.<br />

Porto Vecchio. Tel. 0789-<br />

92348. Sempre aperto<br />

BLUES CAFÉ<br />

Liscia di Vacca (Ss)<br />

Alla cassa o al mixer, dipende dai<br />

momenti, c’è il proprietario Max<br />

Correnti, uno che d’inverno fa il dj<br />

in giro per l’Europa proponendo<br />

solo vinili deep house. Anche<br />

d’estate non cambia musica, ma è<br />

l’unica regola che ha voluto d’un<br />

posto poco chic e molto divertente<br />

come il suo blues. Ormai<br />

è un’istituzione, ed è sempre<br />

stracolmo. Baja Ruja. Tel. 0789-<br />

91682. Sempre aperto<br />

Valentina Cameranesi<br />

NIGHTLIFE<br />

SEACLUB RESORT<br />

Terrasini (Pa)<br />

Qui la notte è magica, indimenticabile:<br />

la discoteca<br />

si affaccia su una caletta<br />

privata dalla spiaggia finissima<br />

e acqua limpidissima,<br />

circondata da un rigoglioso<br />

palmeto e la musica è<br />

sempre selezionata dai<br />

migliori dj. Ottimo il sushi<br />

bar e distensivo lo stile indonesiano<br />

degli arredi.<br />

Via Calarossa<br />

www.seaclub.info<br />

RITUAL<br />

Baja Sardinia (Ss)<br />

Il posto giusto quando non<br />

se ne può più della splendida<br />

finzione di piazzette e<br />

boutique. Al Ritual si balla<br />

nella roccia, in un immenso<br />

nuraghe e, soprattutto la<br />

domenica, le sonorità sono<br />

toste: suonano Intrallazzi,<br />

Kitikonti, i dj del Pervert e<br />

il traffico in console lo dirige<br />

Alex Elle. La novità di<br />

quest’anno è un ristorante<br />

fresco e tranquillo.<br />

La Crucitta<br />

Tel. 0789-99032<br />

SOTTOVENTO<br />

Porto Cervo (Ss)<br />

Esiste da quando Briatore<br />

non aveva la barca ed è<br />

l’unica discoteca della<br />

Costa Smeralda a essere<br />

sempre piena, da giugno<br />

a settembre. Principi e imprenditori<br />

sono di casa e<br />

capita spesso di imbattersi<br />

in uno dei figli di Gheddafi<br />

o in una delle loro simpatiche<br />

guardie del corpo. Al<br />

mixer c’è da sempre Nello<br />

Simioli, maestro della house<br />

cantata.<br />

Golfo del Pevero<br />

Tel. 0789-92443<br />

URBAN 93


© Parks-Afp/Grazia Neri<br />

UNURBAN<br />

l'altrove che avete sempre inseguito<br />

BINARIO<br />

DOPPIO<br />

A separare Xining, capitale della provincia cinese di Qinghai, da<br />

Lhasa, in Tibet, sono 1956 chilometri e un altopiano grande come un<br />

mare. Ma nella nuova Cina tutto è possibile. Per avvicinare i remoti e<br />

poco assimilabili territori tibetani al resto della nazione a fine giugno<br />

è stata inaugurata la ferrovia più alta del mondo. Nei quattro quinti<br />

del suo percorso i binari non scendono mai sotto i 4mila metri. La<br />

stazione più alta si trova in Tibet a 5048 metri ma la strada ferrata<br />

s’inerpica fino a quota 5072.<br />

I tibetani temono che sia solo l’ultimo espediente per riuscire a portare<br />

a termine il vecchio progetto di Mao, ovvero riuscire definitivamente<br />

a sinizzare Lhasa. Ma una grande via di comunicazione non è<br />

mai a senso unico e una volta realizzata provoca effetti a medio/lungo<br />

termine davvero imprevedibili. Potrebbe sempre accadere che sia<br />

Pechino a “tibetizzarsi” un po’.<br />

URBAN 95

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