COLTI SUL FATTO SUMMER GUIDE METRO BAGNATA - Urban
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© Sara Giannatempo<br />
Sirene Shilpa Gupta, Blame, 2002/2004<br />
Solo le opere più recenti<br />
rispecchiano un territorio che<br />
cambia in continuazione<br />
TORINO<br />
Sub-contingente<br />
Guardi gli interni in bianco e nero di<br />
Dayanita Singh e, nella sobrietà di una<br />
stanza da letto o nel silenzio di una biblioteca<br />
di Bombay, riesci a immaginarti<br />
il trascorrere del tempo della borghesia<br />
nell’India odierna. Ti fermi sulle piccole<br />
bottiglie piene di liquido rosso marchiate<br />
Blame di Shilpa Gupta e pensi che magari<br />
per far funzionare meglio il mondo<br />
non sarebbe male accettare l’invito<br />
dell’artista: “use blame – feel good”. La<br />
prospettiva cambia ancora quando nel<br />
video A night of prophecy incontri i poeti<br />
orali di Amar Kanwar, che raccontano<br />
sogni negati, disuguaglianze e conflitti<br />
socio-economici in tutto il Subcontinente<br />
indiano. Ecco, questa immensa porzione<br />
di pianeta che si allarga dal Bangladesh<br />
al Bhutan, dall’India al Nepal, dal<br />
Pakistan allo Sri Lanka, all’Afghanistan<br />
alla Birmania alle Maldive, che è la regione<br />
più densamente popolata al mondo,<br />
ARTE<br />
DI FLORIANA CAVALLO<br />
INDIA: QUI E ADESSO<br />
dove 27 sono le lingue nazionali ufficiali,<br />
200 quelle non ufficiali, viene raccontata<br />
nei suoi aspetti più schietti dalla mostra<br />
Sub-contingente. Sono opere di quasi<br />
una trentina di artisti, indiani doc o immigrati,<br />
che denunciano, fanno (ironiche?)<br />
dichiarazioni d’amore, si interrogano: su<br />
religione, politica, identità, globalizzazione.<br />
Alla ricerca di un equilibrio difficile<br />
fra caos e lucidità, promesse mancate e<br />
pretese di modernità.<br />
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo<br />
fino all’8 ottobre<br />
www.fondsrr.org<br />
PERCORSI D'ARTE IMPREVEDIBILI<br />
MILANO<br />
Globe Theatre Art<br />
Globe Theatre Art<br />
sfrutta il palcoscenico<br />
della Fabbrica<br />
del Vapore per dar<br />
spazio alle storie<br />
di Fulvio Di Piazza,<br />
Sara Giannatempo,<br />
Federica Giglio,<br />
Claudio Marconi,<br />
Andrea Mastrovito,<br />
Roberta Savelli, Maria Grazia Serina. Fonte d’ispirazione? Per lo<br />
più vissuto ed esperienze private. Che ognuno narra a modo suo,<br />
giocando con la gamma di linguaggi disponibili: fotografia, collage,<br />
pittura, installazioni e musica (info: www.fabbricadelvapore.org).<br />
Fino al 30 agosto<br />
NAPOLI<br />
Tommaso Ottieri<br />
Sirene è la bellissima personale di Ottieri dedicata a Napoli, alla sua<br />
capacità di ammaliare e allarmare al contempo. Dieci oli su tela di<br />
grande formato e trittico conclusivo che condensa i temi esposti: la<br />
città, i suoi vicoli bui e, al di sopra, bombe che incombono, sospese,<br />
sulle abitazioni. Visioni urbane contemporanee nelle quali compaiono,<br />
destabilizzanti, pezzi di macchine da guerra in azione. A Castel<br />
dell’Ovo (info: www.tommasoottieri.com). Fino al 30 luglio<br />
ROMA<br />
Wim Wenders<br />
Immagini dal pianeta terra è la mostra che occupa quest’estate<br />
le Scuderie del Quirinale (www.scuderiequirinale.it). Si tratta della<br />
collezione completa delle 61 fotografie scattate negli angoli della<br />
Terra da Wim Wenders, capace di raccontare a modo suo lo spettacolo<br />
della natura sconfinata e intatta. Per proseguire il viaggio nell’universo<br />
del regista tedesco, ogni sera in terrazza c’è poi la rassegna<br />
Wim Wenders e gli amici americani. Dal 14 luglio al 27 agosto<br />
NAPOLI<br />
People<br />
Per raccontare la realtà bastano<br />
volti e corpi: basta guardare la<br />
galleria dei tanti ritratti a firma<br />
dei più acclamati nomi contemporanei<br />
(si parla tra gli altri di<br />
Matthew Barney, Nan Goldin,<br />
Thomas Hirshhorn, Vanessa<br />
Beecroft, Ryan McGinley) allestita<br />
al Madre per la mostra<br />
People (www.museomadre.it).<br />
Uno sguardo a tinte forti sul nostro<br />
tempo lo dà anche l’installazione<br />
di Avaf (Asum Vivid Astro Focus) piazzata nella grande sala<br />
centrale del museo: uno psichedelico luna park fatto di sticker, video,<br />
t-shirt, musica. Fino al 28 agosto<br />
Tejal Shah, I love my India, 2003<br />
At the Orizon<br />
© Ugo Rondinone<br />
ART SAFARI<br />
MILANO<br />
Off Broadway<br />
Ci può essere uno sguardo<br />
nuovo sugli avvenimenti globali?<br />
Ne sono convinti i sei fotografi<br />
di Magnum Christopher<br />
Anderson, Antoine D’Agata,<br />
Thomas Dworzak, Alex<br />
Majoli, Paolo Pellegrin, Ilkka<br />
Uimonen, protagonisti con<br />
le loro foto di Off Broadway,<br />
una filosofia, un sodalizio,<br />
ancor prima che una mostra.<br />
Toccate con mano e andate a<br />
vedere i 300 scatti di guerra,<br />
prostituzione, vita quotidiana<br />
in Iraq, Palestina, Afghanistan,<br />
Cecenia, Etiopia, Kosovo e<br />
altri angoli di mondo.<br />
Dal 12 luglio al 17<br />
settembre<br />
www.comune.milano.it/pac<br />
ROMA<br />
Uno sguardo dal Ponte sull’arte<br />
del terzo millennio<br />
Fritz Kok, Rocco Dubbini<br />
e Maria Pizzi alla galleria<br />
Il Ponte per tre diverse<br />
personali a cura di Achille<br />
Bonito Oliva. Artisti con<br />
una comune passione per il<br />
surreale e il paradossale: dalle<br />
modelle che sembrano uscite<br />
da un altro mondo di Kok,<br />
agli spazi mentali sospesi di<br />
Dubbini, alle favole bizzarre e<br />
simboliche di Maria Pizzi, in<br />
mostra con nuovi video e still.<br />
Fino al 27 luglio<br />
www.ilpontecontemporanea.<br />
com<br />
MILANO<br />
Jan Muche<br />
Si ispira ai cataloghi del<br />
Bauhaus, ai film rumeni,<br />
a vecchie riviste maschili<br />
anni Sessanta. Poi traduce<br />
questi e altri stimoli in linee,<br />
piani e motivi in evidente<br />
discontinuità. Perché a Jan<br />
Muche, classe 1975, berlinese<br />
d’adozione, la chiarezza<br />
pittorica non interessa. Anzi.<br />
Fa di tutto per creare visioni<br />
più instabili. E confonderci un<br />
po’ le idee.<br />
Fino al 16 settembre<br />
www.cannaviello.net<br />
URBAN 71