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Tesi dottorato Annabella Russo.pdf - OpenstarTs - Università degli ...

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Comet test<br />

Tra i test di mutagenesi a breve termine un ruolo di rilievo è affidato al Comet test<br />

detto anche Elettroforesi su Singola Cellula (SCGE, Single Cell Gel Electrophoresis). E’<br />

considerato un’importante alternativa ai test citogenetici poiché presenta alcune<br />

caratteristiche: è sensibile anche nel caso in cui il DNA abbia subito un danneggiamento<br />

lieve, prevede l’analisi di un modesto numero di cellule (da alcune centinaia a poche<br />

migliaia), è relativamente rapido da svolgere e in grado di dare dei risultati sulla<br />

compromissione di una matrice in tempi brevi (TICE ET AL., 2000).<br />

Tale test permette di valutare il danno al DNA rilevato come rotture dirette dello<br />

scheletro fosfodiesterico in nuclei di cellule eucariotiche. Le cellule esposte a sostanze<br />

genotossiche sono sospese in agarosio, stratificate su un vetrino portaoggetti da<br />

microscopia e lisate con detergenti e soluzioni saline. Al materiale nucleare così ottenuto<br />

si applica un campo elettrico. Il DNA, essendo carico negativamente per la presenza dei<br />

gruppi fosfato, migra verso l’anodo. Dopo la corsa elettroforetica e previa colorazione è<br />

possibile osservare con il microscopio ottico a fluorescenza la disgregazione del DNA<br />

che assume la tipica morfologia di una cometa.<br />

In condizioni elettroforetiche neutre è possibile evidenziare rotture a doppia elica;<br />

in condizioni alcaline (pH 12,1) si evidenziano le rotture a singolo filamento poiché<br />

vengono a rompersi i legami H tra le basi azotate. A pH maggiori si possono evidenziare<br />

anche i siti labili agli alcali che in condizioni di elevato pH (> 13) vanno incontro a rottura.<br />

Si possono utilizzare diversi parametri per descrivere le comete partendo dal<br />

presupposto che la lunghezza della coda della cometa è proporzionale al danno subito<br />

dalla cellula. Tali parametri si determinano con l’ausilio di specifici software collegati ad<br />

analizzatori di immagini.<br />

Tale tecnica sperimentale può essere teoricamente applicata a tutti i tipi di tessuti<br />

dai quali si possa ottenere con facilità una sospensione di cellule isolate. E’ abitualmente<br />

utilizzata su leucociti umani (POLI ET AL., 1999; SINGH ET AL., 1988), su cellule di emolinfa<br />

provenienti da molluschi quali Mytilus edulis (MAMACA ET AL., 2005) e Mytilus<br />

galloprovincialis (MACHELLA ET AL., 2006) o da pesci quali Symphodus melops (MAMACA<br />

ET AL., 2005), e Cyprinus carpio (BUSCHINI ET AL., 2004).<br />

In ambito vegetale il Comet test è applicato a cellule estratte da apici radicali o<br />

foglie di piante superiori. Tra le specie più utilizzate si ricorda: Nicotiana tabacum<br />

(RESTIVO ET AL., 2002), Allium cepa (POLI ET AL., 1999), Impatiens balsamina (POLI ET AL.,<br />

1999), Vicia faba (KOPPEN ET VERSCHAEVE, 2001).<br />

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