campania/direzione/01 ... 30/11/09 - Corriere del ...
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10<br />
NA<br />
POLITICA<br />
Enzo Amendola (classe ’73)<br />
Mara Carfagna (classe ’75)<br />
Il Pd riparte<br />
con un «austriaco»<br />
che ama Napoli<br />
In meno di tre anni si è scrollato di dosso il fastidioso appellativo<br />
di «austriaco». E in meno di tre anni è diventato<br />
due volte segretario regionale, prima dei Ds, poi <strong>del</strong> Pd, e<br />
due volte componente <strong>del</strong>le segreterie nazionali dei due<br />
partiti. Enzo Amendola è un mix di fermezza e competenza mitteleuropee,<br />
di sano individualismo italiota e di ciorta napoletana.<br />
È l’uomo giusto al posto sempre giusto. Tranne in un caso,<br />
forse. Quando si è trovato a Belgrado, senza elettricità, sotto i<br />
bombardamenti <strong>del</strong>la Nato. Ma anche quello fa curriculum.<br />
Caso, in politica più unico che raro, di cervello in fuga tornato<br />
in patria, Amendola si è fatto le ossa in giro per il mondo.<br />
Classe ’73, è figlio di Napoli, di Porta Capuana per la precisione.<br />
A sedici anni comincia a frequentare la politica grazie al<br />
movimento anticamorra, humus fertile in cui è cresciuta un’intera<br />
classe dirigente campana. A diciotto viene eletto per i Ds<br />
capogruppo nella circoscrizione <strong>del</strong> centro storico. Poi responsabile<br />
esteri <strong>del</strong>la Sinistra giovanile e via, in Austria per cinque<br />
anni, segretario generale dei Giovani socialisti. Il resto è cronaca<br />
di questi ultimi anni. Si definisce «liberalprogressista con<br />
un retroterra socialista», tra le sue passioni la musica di Bruce<br />
Springsteen e di Eric Clapton, la lettura di Philip Roth e<br />
Abraham Yehoshua, la cucina, si dice che prepari una pasta e<br />
fagioli con le cozze strepitosa. Da grande voleva fare il giornalista<br />
(sindrome tipica dei politici, ricambiata dai giornalisti) e<br />
sognava una vita avventurosa (come se doversi districare tra<br />
Bassolino e De Luca non fosse abbastanza dangerous). Parla tre<br />
lingue straniere e il viaggio è una costante <strong>del</strong>la sua vita (soprattutto<br />
nel pieno <strong>del</strong>le crisi politiche). Il posto più bello che<br />
ha visitato è Gerusalemme, tra gli uomini politici che ha incontrato<br />
Arafat, Perez, i maggiori presidenti sudafricani e sudamericani,<br />
ma è il presidente <strong>del</strong> Brasile, Lula, quello che lo ha colpito<br />
di più.<br />
Dalemiano, è assai ambizioso e considera la corsa per le regionali<br />
come una partita a scacchi. «C’è bisogno <strong>del</strong>la mossa<br />
<strong>del</strong> cavallo», ha detto alla prima assemblea regionale <strong>del</strong> Pd.<br />
Dunque è necessaria una mossa a sorpresa. Finora in campo ci<br />
sono il sindaco Vincenzo De Luca e l’assessore regionale Ennio<br />
Cascetta. Tra i due litiganti un terzo nome, che sparigli, potrebbe<br />
essere la strada amendoliana. La mossa <strong>del</strong> cavallo per fare<br />
scacco matto.<br />
Simona Brandolini<br />
© RIPRODUZIONE RISERVATA<br />
Mo<strong>del</strong>lo Thatcher<br />
per la ministra<br />
«sempre prima»<br />
Non fa mistero che il mo<strong>del</strong>lo di governante al quale si<br />
ispira sia Margaret Thatcher, come ha scritto nel libro<br />
«Stelle di destra». E che sia una «donna di ferro»<br />
l’ha dimostrato fin da ragazzina, primeggiando sempre<br />
in tutto ciò che intraprendeva. L’orgoglio di mamma e papà:<br />
dalla danza (si è perfezionata alla scuola di Martha Graham a<br />
New York) al nuoto (ha vinto un campionato regionale), dalla<br />
musica (è diplomata in pianoforte) allo studio (è laureata in Giurisprudenza<br />
con <strong>11</strong>0 e lode e plauso <strong>del</strong>la commissione). Nella<br />
sua «vita precedente», come con un pizzico di civetteria ama definirla,<br />
Maria Rosaria Carfagna, nata a Salerno il 18 dicembre<br />
1975, è stata reginetta di concorsi di bellezza (sesto posto a Miss<br />
Italia nel 1997) e conduttrice televisiva («La domenica <strong>del</strong> villaggio»<br />
con Davide Mengacci e «Piazza grande» con Giancarlo Magalli).<br />
Mai un ruolo da soubrette, come viene spesso scritto<br />
quando la si vuole ingiustamente sminuire. Né di lei in giro esistono<br />
foto sexy a parte quelle di un calendario glamour che oggi<br />
potrebbe essere affisso in un collegio di educande. Insomma, la<br />
ministra alle Pari opportunità Mara Carfagna se non una Maria<br />
Goretti, come ha detto una volta il premier, è una giovane donna<br />
discreta e sensibile. Lontana dagli eccessi ai quali ci sta abituando<br />
non solo lo star-system ma anche l’attuale establishment<br />
politico. Chi la conosce bene — e chi scrive può vantare il<br />
primato di averla intervistata per primo — quando all’età di sedici<br />
anni disse no a Tinto Brass che la voleva in un film, sa che è<br />
estremamente riduttivo catalogarla sotto la voce «belle donne».<br />
Come ha fatto il quotidiano popolare tedesco Bild che l’ha definita<br />
«la ministra più bella <strong>del</strong> mondo». Mara Carfagna preferirebbe<br />
essere apprezzata per il senso <strong>del</strong> dovere e la volontà ferrea,<br />
doti che le hanno inculcato i genitori: madre insegnante e padre<br />
preside <strong>del</strong> glorioso liceo classico «Tasso» di Salerno. Preferirebbe<br />
essere ricordata per quello che ha fatto da quando l’8 maggio<br />
2008 è diventata ministra, dopo essere stata parlamentare di Forza<br />
Italia: la legge sullo stalking per perseguire chi compie atti di<br />
persecuzione ma anche quella contro la prostituzione che colpisce<br />
le organizzazioni criminali che riducono le donne in schiavitù.<br />
E poi il progetto degli asili nido aziendali nella pubblica amministrazione,<br />
il numero verde sulle mutilazioni genitali femminili,<br />
la campagna contro l’omofobia e qualsiasi forma di discriminazione.<br />
E la chiamate ancora soubrette?<br />
Gabriele Bojano<br />
© RIPRODUZIONE RISERVATA<br />
Lunedì <strong>30</strong> Novembre 20<strong>09</strong> <strong>Corriere</strong> <strong>del</strong> Mezzogiorno<br />
Qui sopra, Mara Carfagna<br />
In alto, Enzo Amendola<br />
A destra, in alto, Nunzia De Girolamo<br />
Sotto, Ivano Russo