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04 Sacchi & Alii.pdf - BOLbusiness

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9] I portici del Foro di Brescia<br />

63<br />

che ipotizzare un impiego nel portico prospiciente il fronte<br />

settentrionale della basilica, accogliendo la prima proposta di<br />

Filli Rossi.<br />

La prova che la trabeazione corresse allo stesso livello lungo<br />

i tre lati del foro, nonostante la differenza in altezza tra le<br />

colonne dei lati lunghi e quelle del lato breve, è data dal blocco<br />

di fregio e architrave più sopra menzionato24 . Questo, in<br />

tutto analogo a quelli in opera nel tratto del portico orientale,<br />

è lavorato per l’adesione con un blocco ortogonale, il che<br />

indica che esso fungeva da soluzione angolare tra due bracci<br />

perpendicolari.<br />

La differenza di quota che si veniva perciò a creare tra le<br />

colonne dei lati lunghi e quelle del lato breve prospiciente la<br />

basilica doveva essere risolta in qualche modo, per esempio<br />

inserendo plinti al di sotto delle colonne in granito e delle rispettive<br />

basi.<br />

Il presunto uso del Granito Violetto nella piazza pubblica<br />

di Brescia comporta problemi di ordine cronologico, poiché,<br />

a giudizio degli esperti, l’esportazione di tale pietra in tutto il<br />

Mediterraneo si daterebbe solo agli inizi del II secolo d.C. e<br />

tale granito giungerebbe a Roma e nel Lazio in età adrianea25 .<br />

Poiché è difficile ritenere che il suo impiego nel centro lombardo<br />

preceda la diffusione nella capitale e nei centri vicini, allo<br />

stato attuale delle conoscenze l’ipotesi più ragionevole è<br />

quella di pensare che la costruzione del portico meridionale<br />

del Foro bresciano sia posteriore a quella dei lati lunghi, con<br />

24 Per una descrizione dettagliata rimando al contributo di A. DELL’ACQUA<br />

in questa sede.<br />

25 L’impiego principale che dal II al VI secolo si fece di questo materiale, fu<br />

per colonne e pilastri di piccola e media dimensione, più raramente per rivestimenti<br />

e altri usi (L. LAZZARINI, La determinazione della provenienza<br />

delle pietre decorative usate dai Romani, in I marmi colorati della Roma imperiale,<br />

a cura di M. De Nuccio e L. Ungaro, (Roma 2002-2003), Roma 2005,<br />

p. 246).

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