Quaderno 3 - Comune di Rimini
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la storia<br />
minante per le sorti <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong> e proprio nel tentativo <strong>di</strong> ricostruire la genesi storica<br />
del monumento si possono riallacciare i fili dei <strong>di</strong>fficili e ambivalenti rapporti<br />
della città con Roma.<br />
Paolo V è rappresentato a figura intera, seduto su un trono ornato da rilievi ed<br />
elementi decorativi. La mano destra del pontefice è alzata nel segno delle bene<strong>di</strong>zione,<br />
nella sinistra tiene le chiavi, sul capo porta il triregno, simboli questi del<br />
suo potere spirituale e temporale. I bor<strong>di</strong> del piviale sono decorati da un alternarsi<br />
<strong>di</strong> piccole aquile e draghi, animali aral<strong>di</strong>ci della casa Borghese, e da due<br />
rilievi rappresentanti i Santi Pietro e Paolo che ne ornano la parte anteriore. Due<br />
aquile ed altrettanti draghi ricorrono anche in <strong>di</strong>mensioni maggiori sui fianchi del<br />
trono, definiti nei loro più piccoli particolari: piumaggi, unghie da rapaci, becco<br />
e fauci spalancate accompagnano Paolo V, che è raffigurato anche nei rilievi<br />
laterali del trono all’interno <strong>di</strong> scene <strong>di</strong> u<strong>di</strong>enza. Sul lato posteriore, infine, è<br />
sommariamente definita una “veduta” <strong>di</strong> città, certamente <strong>Rimini</strong> per quanto<br />
poco riconoscibile da quelle mura, campanili ed elementi naturalistici tanto<br />
genericamente proposti da rendere questo rilievo, anche dal punto <strong>di</strong> vista qualitativo,<br />
il meno significativo dell’intera statua. Il bronzo si erge inoltre su un<br />
basamento <strong>di</strong> marmo bianco, <strong>di</strong> notevole altezza, esagonale, che conferisce<br />
alla statua la dovuta rilevanza spaziale all’interno della piazza circostante.<br />
L’occasione del restauro recentemente concluso, il primo che il bronzo abbia<br />
mai ricevuto, è stata al tempo stesso lo spunto per approfon<strong>di</strong>re lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un<br />
monumento tanto importante per <strong>Rimini</strong> e contrad<strong>di</strong>stinto da una qualità artistica<br />
altissima. Il ritrovamento <strong>di</strong> alcuni documenti relativi alla statua, ine<strong>di</strong>ti e<br />
dei quali se ne pubblica qui una buona parte, lo stato avanzato degli stu<strong>di</strong> de<strong>di</strong>cati<br />
a Nicolas Cor<strong>di</strong>er e alla scultura romana d’inizio secolo, l’attenzione rivolta<br />
alla <strong>Rimini</strong> del Seicento, oggetto della recente e preziosa mostra a Castel<br />
Sismondo, hanno consentito <strong>di</strong> eliminare alcuni dubbi sulla paternità dell’opera,<br />
sulle tappe della sua esecuzione e sulle motivazioni che ne sono all’origine.<br />
Ma il contributo maggiore alla ricerca è stato fornito naturalmente dal restauro<br />
stesso, che ha liberato il bronzo da secoli d’incrostazioni, restituendo un monumento<br />
d’estrema bellezza e nuovamente fruibile, da ammirare quoti<strong>di</strong>anamente.<br />
Ha riconsegnato alla storia dell’arte un passaggio importante nell’evoluzione<br />
della ritrattistica ufficiale, nello sviluppo della scultura <strong>di</strong> primo Seicento a<br />
Roma, nell’iconografia papale. E ha reso possibile un’analisi approfon<strong>di</strong>ta dell’opera,<br />
inesauribile fonte <strong>di</strong> sorprese durante i lavori: dalla presenza <strong>di</strong> sigilli sul<br />
collo della statua a piccoli ritratti presenti nei rilievi, da parti manomesse, tagliate<br />
e mo<strong>di</strong>ficate a fine Settecento a sistemi <strong>di</strong> montaggio e particolari tecnici che<br />
hanno svelato la nascita materiale dell’opera.