Testo - Camera dei Deputati

Le Assemblee parlamentari quali parti nei conflitti d’attribuzione tra poteri dello Stato 957
( 160 ) Ulteriori argomenti contro l’ipotesi di legittimazione congiunta o alterna
si possono vedere presso PUGIOTTO, La Corte dei conti cit., pp. 2179-2180.
( 161 ) È pacifico che la lesione di un’attribuzione possa discendere anche da
violazione di norme procedimentali volte ad assicurare la partecipazione di un
organo ad un’attività di competenza di altro organo: in questo senso MAZZIOTTI,
I conflitti cit., II, pp. 87-89; ZAGREBELSKY, La giustizia costituzionale cit.,
p. 379. L’ipotesi rientra nella più ampia fattispecie, indicata da SORRENTINO, I
conflitti cit., p. 757, delle norme che, per tutelare la posizione di un potere nell’àmbito
costituzionale, condizionano l’esercizio di potestà di altri poteri a determinate
forme e modalità. Giova segnalare a questo riguardo che la Corte
costituzionale, nell’escludere, con la sentenza 6-14 luglio 1989, n. 406, Diritto, 4,
che la Corte dei conti sia titolare per disposto costituzionale del potere di controllare
la legittimità degli atti governativi aventi forza di legge, ha indicato in primo
luogo nel Parlamento — oltre che nel Presidente della Repubblica — «il
titolare dei controlli costituzionalmente necessari» sugli atti di tale natura. Ciò
non significa ovviamente che sia di per se stesso costituzionalmente necessario il
parere parlamentare prescritto dalle singole leggi di delegazione e, in via generale
per le deleghe in cui termine ecceda i due anni, dall’articolo 14, comma 4, della
legge 23 agosto 1988, n. 400, tale potere ben potendo esercitarsi nelle ordinarie
forme del controllo parlamentare. Ove tuttavia il parere parlamentare sia richiesto
dalla legge, la disposizione legislativa, in quanto esplicita uno dei principii e
criterii direttivi di cui all’articolo 76 della Costituzione, viene a rappresentare il
fondamento per riconoscere l’esistenza di un’attribuzione di carattere costituzionale
in favore del Parlamento, la cui lesione, oltre a costituire vizio in procedendo
e causa d’illegittimità dell’atto, può quindi essere motivo di ricorso per
conflitto d’attribuzione. Alcuni limiti del parere parlamentare (non vincolante,
neppure quando segnali ritenuti eccessi di delega ai sensi della testé citata disposizione
della legge n. 400 del 1988) sono denunziati da PUGIOTTO, La Corte
dei conti cit., p. 2202; per un’equilibrata valutazione di argomenti pro e contra si
veda LUPO N., «Il parere parlamentare sui decreti legislativi e sui regolamenti del
Governo», Rivista trimestrale di diritto pubblico, 49 (1999), pp. 1027-1035.
( 162 ) Salvo quanto si dirà infra, paragrafo 4. 4, circa le Commissioni bicamerali
consultive.
( 163 ) Non viene invece in rilievo il rapporto fiduciario fra le Camere e il Governo,
perché la sua eventuale risoluzione, costituendo sanzione di mero carattere
politico, non inciderebbe comunque sull’esistenza né sull’efficacia degli atti
da quest’ultimo adottati.
( 164 ) Sull’applicabilità dell’articolo 38 della legge 11 marzo 1953, n. 87, e sugli
effetti risultanti dall’annullamento di un atto avente forza di legge, deciso in
sede di conflitto d’attribuzione, si veda PUGIOTTO, La Corte dei conti cit.,
pp. 2182-2184.
( 165 ) L’autorizzazione del Presidente della Camera all’esecuzione degli atti di
estranee autorità all’interno delle sedi della Camera o relativamente a queste nonché
a documenti, beni, o attività di essa, è espressamente richiesta dal Regola-