Musica et Terapia n° 19 - Associazione Professionale Italiana ...
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12<br />
musica & terapia<br />
armonie e ritmi. Tutto<br />
questo avviene secondo<br />
criteri di selezione dello<br />
stimolo in base a preferenze<br />
di ordine culturale.<br />
All’inizio delle esperienze<br />
sensoriali, il bambino apprende<br />
ed incamera ciò che proviene dall’ambiente<br />
in senso assoluto, mentre in seguito,<br />
all’arricchirsi dell’ambiente sen-soriale, inizia a ritenere<br />
stimoli in modo più relativo. In musica<br />
questo si traduce ad esempio nell’abilità di percepire<br />
i toni in relazione fra loro piuttosto che in<br />
termini assoluti. Tuttavia, circa 1-5/10000 persone<br />
hanno l’abilità di nominare un tono senza bisogno<br />
di riferirsi ad un tono già noto ovvero<br />
posseggono l’orecchio assoluto (per una review,<br />
vedere Levitin, 2005).<br />
L’orecchio assoluto ha sicuramente un carattere<br />
ereditario che ha suscitato interesse nell’ambiente<br />
scientifico, anche se è ormai accreditata<br />
l’ipotesi che il tratto gen<strong>et</strong>ico debba interagire<br />
con l’ambiente, con un insegnamento musicale<br />
adeguato entro i primi 6 anni di vita, perchè si<br />
sviluppi orecchio assoluto (Trainor, 2005). Secondo<br />
alcuni ricercatori, l’abilità di “orecchio<br />
assoluto”, propria di alcuni individui, sarebbe<br />
più diffusa nelle fasi precoci dello sviluppo,<br />
quando i bambini sono esposti a cambi di tono<br />
ed è forse una fase necessaria dello sviluppo,<br />
seguita da un modo più economico di raggruppare<br />
quanto si percepisce (Trehub, 2001). Sia nel<br />
linguaggio che nella musica, nella comune accezione<br />
dell’utilizzo di entrambe queste funzioni,<br />
una percezione di tipo relativo è sicuramente<br />
più efficace, infatti un bambino impara a raggruppare<br />
percepire toni e note indipendentemente<br />
dallo strumento che li produce, e fonemi<br />
indipendentemente da chi parla. La dimostrata<br />
ereditabilità del tratto dell’orecchio assoluto ha<br />
stimolato la ricerca nella gen<strong>et</strong>ica (Baharloo <strong>et</strong><br />
al, 2000, Zatorre, 2003).<br />
Secondo Saffran<br />
i bambini a circa 8 mesi<br />
sono in grado di<br />
identificare dei pattern<br />
rip<strong>et</strong>itivi all’interno di un<br />
continuum sonoro<br />
A 6-7 mesi di <strong>et</strong>à i bambini<br />
possono combinare<br />
le frequenze in un singolo<br />
evento perc<strong>et</strong>tivo, che<br />
sia un tono o un fonema,<br />
e i bambini imparano a<br />
preferire la musica che è<br />
più consona al loro ambiente sonoro (Volkova,<br />
2006), ovvero imparano a selezionare in base alla<br />
cultura di appartenenza. I bambini sono in grado<br />
di percepire e preferire la consonanza fra due note<br />
già a 6 mesi, e sono in grado di ritenere in memoria<br />
sia i toni che brevi melodie anche per due<br />
s<strong>et</strong>timane (Trainor, 2005).<br />
Secondo Saffran (Saffran, 2003), i bambini a circa<br />
8 mesi sono in grado di identificare dei pattern<br />
rip<strong>et</strong>itivi all’interno di un continuum sonoro, in<br />
seguito imparano a categorizzare i suoni in base<br />
alla loro probabilità di essere preceduti o seguiti<br />
da un altro pattern, e infine utilizzano questa informazione<br />
per comprendere dove si trovano le<br />
parole e gli intervalli all’interno del continuum.<br />
In un recente lavoro comparso su Science, il gruppo<br />
della Trainor m<strong>et</strong>te in evidenza anche un altro<br />
asp<strong>et</strong>to interessante. Non solo ascoltiamo la melodia<br />
della musica, ma ne sentiamo anche il ritmo,<br />
e questa percezione presuppone un’integrazione<br />
precoce fra sistema uditivo e vestibolare, che ci<br />
perm<strong>et</strong>te di muovere il corpo a tempo, comprendendo<br />
anche le variazioni all’interno del ritmo,<br />
indipendentemente dall’informazione visiva<br />
(Phillips-Silver, 2005). Tale abilità è già presente<br />
ed efficace a 7 mesi, ovvero appena il bambino ha<br />
raggiunto il controllo posturale del tronco, e resiste<br />
anche ad informazioni proprioc<strong>et</strong>tive contrarie:<br />
un bambino è in grado muoversi a tempo,<br />
indipendentemente dal movimento ritmico dell’adulto<br />
che lo tiene in braccio, a cui viene fatto<br />
ascoltare un altro ritmo.<br />
Sembra quindi che il bambino già a 7 anni abbia<br />
sviluppato la maggior parte delle abilità necessarie<br />
alla comprensione delle caratteristiche musi