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Musica et Terapia n° 19 - Associazione Professionale Italiana ...

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42<br />

musica & terapia<br />

mutismo e isolamento. All’interno di ognuna di<br />

queste dinamiche sono poi numerose le sfumature<br />

che acquisisce ogni singola situazione.<br />

Una figura come quella del musicoterapista, che<br />

si avvale della mediazione del suono e della musica<br />

nell’avviare e costruire la relazione con il<br />

paziente, consente l’apertura di varchi e l’attraversamento<br />

di zone che restano spesso in parte o<br />

del tutto inesplorate nella relazione con il personale<br />

sanitario e con i familiari.<br />

Soprattutto con le persone anziane accade spesso<br />

che, a partire dall’ascolto di una vecchia canzone,<br />

di un’aria d’opera, di un brano di musica<br />

classica si creino le condizioni per iniziare il racconto<br />

di sé, della propria vita, di quello che si è<br />

stato e si è fatto un tempo. Il riferimento ad una<br />

particolare canzone, ad un’aria d’opera, a un<br />

pezzo per pianoforte spesso riattiva ricordi e<br />

induce al racconto e alla rievocazione di un’epoca<br />

e di un tempo che non ci sono più e per i quali<br />

si prova una grande nostalgia. Mi è capitato di<br />

raccogliere racconti di vita di persone che<br />

mostravano un evidente bisogno di recuperare e<br />

ricostruire con la memoria e con il discorso la<br />

propria storia, ho avuto anche l’occasione di<br />

offrire a dei fratelli con dei brani musicali, via via<br />

cercati e ritrovati, la possibilità di recuperare<br />

insieme ricordi lontani. Il bisogno di raccontare<br />

riguarda anche la storia della propria malattia,<br />

quasi tutti ricostruiscono la propria vicenda e la<br />

successione di ricoveri, interventi, cure; da questi<br />

racconti emerge il reale grado di consapevolezza<br />

della malattia, a volte totalmente o parzialmente<br />

assente, altre volte malcelato di<strong>et</strong>ro asp<strong>et</strong>tative<br />

più o meno realistiche, altre volte compl<strong>et</strong>o, lucido<br />

e obi<strong>et</strong>tivo.<br />

Ci sono persone che non parlano in quanto non<br />

sono più in condizione di farlo, come ad esempio<br />

due signore ammalate di SLA che amavano moltissimo<br />

la musica e con le quali ho condiviso<br />

intensi e irrip<strong>et</strong>ibili momenti di ascolto. Altri non<br />

sono più in grado di parlare a causa dell’avanza-<br />

to stadio della malattia o a causa della sedazione.<br />

In questi casi la collaborazione del familiare è<br />

indispensabile in quanto consente di capire in<br />

primo luogo se la proposta dell’intervento è<br />

opportuna e successivamente aiuta nella scelta<br />

dei generi e dei brani da proporre all’ascolto. Mi è<br />

capitato di conoscere pazienti che hanno fatto in<br />

tempo a parlarmi del loro rapporto con la musica<br />

e a spiegarmi cosa avrebbero preferito ascoltare e<br />

che nel giro di pochi giorni si sono molto aggravati;<br />

in quei casi ho avuto l’occasione di verificare<br />

– a volte anche in presenza dei familiari – lo<br />

stupefacente potere rivitalizzante della musica: lo<br />

sguardo si riaccende, le membra accennano a<br />

movimenti che vorrebbero seguire il ritmo e l’andamento<br />

della musica, le labbra si muovono<br />

accennando le parole del testo; in un caso c’è<br />

stata una sorta di ‘risveglio’, in un paziente sedato<br />

che da tre giorni non apriva più gli occhi e non<br />

parlava. Ognuna di queste vicende andrebbe raccontata<br />

per essere valorizzata nella sua unicità;<br />

molte sono le storie che potrei scrivere.<br />

Una constatazione che ho fatto spesso - e che i<br />

colleghi che lavorano in case di riposo e in strutture<br />

per il trattamento dei malati di Alzheimer<br />

possono confermare - è la riattivazione della<br />

memoria, la capacità di rievocare canzoni che<br />

non si ascoltavano e non si cantavano da tempo.<br />

Ho visto diversi familiari stupirsi delle reazioni dei<br />

loro congiunti che consideravano ormai smarriti<br />

in un limbo senza tempo e che in modo inatteso<br />

e insperato hanno dimostrato di conservare le<br />

tracce di esperienze musicali passate.<br />

Nelle tante sfacc<strong>et</strong>tature di questa esperienza in<br />

Hospice continuo a constatare come la musica<br />

possa essere un prezioso strumento che consente<br />

e facilita in modo unico il contatto con persone<br />

che si trovano nella condizione del cosidd<strong>et</strong>to<br />

‘dolore totale’ 13 . Là dove ci sono chiusura, mancanza<br />

di comunicazione, o anche desiderio e<br />

ricerca – più o meno consapevoli ed espliciti - di

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