Musica et Terapia n° 19 - Associazione Professionale Italiana ...
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musica & terapia<br />
mutismo e isolamento. All’interno di ognuna di<br />
queste dinamiche sono poi numerose le sfumature<br />
che acquisisce ogni singola situazione.<br />
Una figura come quella del musicoterapista, che<br />
si avvale della mediazione del suono e della musica<br />
nell’avviare e costruire la relazione con il<br />
paziente, consente l’apertura di varchi e l’attraversamento<br />
di zone che restano spesso in parte o<br />
del tutto inesplorate nella relazione con il personale<br />
sanitario e con i familiari.<br />
Soprattutto con le persone anziane accade spesso<br />
che, a partire dall’ascolto di una vecchia canzone,<br />
di un’aria d’opera, di un brano di musica<br />
classica si creino le condizioni per iniziare il racconto<br />
di sé, della propria vita, di quello che si è<br />
stato e si è fatto un tempo. Il riferimento ad una<br />
particolare canzone, ad un’aria d’opera, a un<br />
pezzo per pianoforte spesso riattiva ricordi e<br />
induce al racconto e alla rievocazione di un’epoca<br />
e di un tempo che non ci sono più e per i quali<br />
si prova una grande nostalgia. Mi è capitato di<br />
raccogliere racconti di vita di persone che<br />
mostravano un evidente bisogno di recuperare e<br />
ricostruire con la memoria e con il discorso la<br />
propria storia, ho avuto anche l’occasione di<br />
offrire a dei fratelli con dei brani musicali, via via<br />
cercati e ritrovati, la possibilità di recuperare<br />
insieme ricordi lontani. Il bisogno di raccontare<br />
riguarda anche la storia della propria malattia,<br />
quasi tutti ricostruiscono la propria vicenda e la<br />
successione di ricoveri, interventi, cure; da questi<br />
racconti emerge il reale grado di consapevolezza<br />
della malattia, a volte totalmente o parzialmente<br />
assente, altre volte malcelato di<strong>et</strong>ro asp<strong>et</strong>tative<br />
più o meno realistiche, altre volte compl<strong>et</strong>o, lucido<br />
e obi<strong>et</strong>tivo.<br />
Ci sono persone che non parlano in quanto non<br />
sono più in condizione di farlo, come ad esempio<br />
due signore ammalate di SLA che amavano moltissimo<br />
la musica e con le quali ho condiviso<br />
intensi e irrip<strong>et</strong>ibili momenti di ascolto. Altri non<br />
sono più in grado di parlare a causa dell’avanza-<br />
to stadio della malattia o a causa della sedazione.<br />
In questi casi la collaborazione del familiare è<br />
indispensabile in quanto consente di capire in<br />
primo luogo se la proposta dell’intervento è<br />
opportuna e successivamente aiuta nella scelta<br />
dei generi e dei brani da proporre all’ascolto. Mi è<br />
capitato di conoscere pazienti che hanno fatto in<br />
tempo a parlarmi del loro rapporto con la musica<br />
e a spiegarmi cosa avrebbero preferito ascoltare e<br />
che nel giro di pochi giorni si sono molto aggravati;<br />
in quei casi ho avuto l’occasione di verificare<br />
– a volte anche in presenza dei familiari – lo<br />
stupefacente potere rivitalizzante della musica: lo<br />
sguardo si riaccende, le membra accennano a<br />
movimenti che vorrebbero seguire il ritmo e l’andamento<br />
della musica, le labbra si muovono<br />
accennando le parole del testo; in un caso c’è<br />
stata una sorta di ‘risveglio’, in un paziente sedato<br />
che da tre giorni non apriva più gli occhi e non<br />
parlava. Ognuna di queste vicende andrebbe raccontata<br />
per essere valorizzata nella sua unicità;<br />
molte sono le storie che potrei scrivere.<br />
Una constatazione che ho fatto spesso - e che i<br />
colleghi che lavorano in case di riposo e in strutture<br />
per il trattamento dei malati di Alzheimer<br />
possono confermare - è la riattivazione della<br />
memoria, la capacità di rievocare canzoni che<br />
non si ascoltavano e non si cantavano da tempo.<br />
Ho visto diversi familiari stupirsi delle reazioni dei<br />
loro congiunti che consideravano ormai smarriti<br />
in un limbo senza tempo e che in modo inatteso<br />
e insperato hanno dimostrato di conservare le<br />
tracce di esperienze musicali passate.<br />
Nelle tante sfacc<strong>et</strong>tature di questa esperienza in<br />
Hospice continuo a constatare come la musica<br />
possa essere un prezioso strumento che consente<br />
e facilita in modo unico il contatto con persone<br />
che si trovano nella condizione del cosidd<strong>et</strong>to<br />
‘dolore totale’ 13 . Là dove ci sono chiusura, mancanza<br />
di comunicazione, o anche desiderio e<br />
ricerca – più o meno consapevoli ed espliciti - di