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Musica et Terapia n° 19 - Associazione Professionale Italiana ...

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ibliografia<br />

30<br />

musica & terapia<br />

Manarolo G., Borghesi M.<br />

<strong>Musica</strong> & <strong>Terapia</strong>,<br />

Cosmopolis, Torino, 2004.<br />

Manarolo G.<br />

L’angelo della musica,<br />

Omega, Torino, <strong>19</strong>96.<br />

Manarolo G.<br />

Manuale di Musicoterapia,<br />

Cosmopolis, Torino, 2006.<br />

Postacchini P.L. ,<br />

Borghesi M., Ricciotti A.<br />

Lineamenti di Musicoterapia,<br />

La nuova Italia Scientifica,<br />

Torino, <strong>19</strong>97.<br />

Ricci Bitti. P.<br />

Ricerca e musicoterapia, la<br />

valutazione del processo e<br />

degli eff<strong>et</strong>ti. In L. M. Lorenz<strong>et</strong>ti<br />

(Ed.), Prosp<strong>et</strong>tive in<br />

musicoterapia (pp. 1<strong>19</strong>-127),<br />

Franco Angeli, Milano, 2001.<br />

Rosen A., Hadzi-Pavlovic<br />

D., Parker G.<br />

The Life Skills Profile: a measure<br />

assessing function and<br />

disability in schizophrenia.<br />

Schizophrenia Bull<strong>et</strong>in, 15,<br />

325-337, <strong>19</strong>89.<br />

Rolvsjord R., Gold C.,<br />

Stige B.,<br />

Research rigour and therapeutic<br />

flexibility: Rationale<br />

for a therapy manual developed<br />

for a randomised controlled<br />

trial. Nordic Journal<br />

of Music Therapy,<br />

14:15-32, 2005.<br />

Rund B.R.<br />

A review of longitudinal studies<br />

of cognitive functions in<br />

schizophrenia patients. Schizophrenia<br />

Bull<strong>et</strong>in, 24(3),<br />

425-435, <strong>19</strong>98.<br />

Romano A.<br />

<strong>Musica</strong> e Psiche, Bollati<br />

Boringhieri, Torino , <strong>19</strong>99.<br />

evocazione di ricordi che maggiormente e più facilmente<br />

si collegano con asp<strong>et</strong>ti proposti da quel<br />

tipo di musica) perm<strong>et</strong>te che si sviluppi una sorta<br />

di previsione di quel brano, quasi poggiando appunto<br />

su una forma di pre-conoscenza del brano<br />

stesso. O anche di pre-conoscenza delle emozioni<br />

che vengono suscitate quasi automaticamente e,<br />

meccanicamente da questo tipo di brani, grazie<br />

alla vera e propria costruzione culturale di abbinamento<br />

di un certo tipo di musica con alcune<br />

ben precise emozioni, abbinamento che diviene<br />

tanto consu<strong>et</strong>o ed obbligatorio da venire percepito<br />

come naturale e spontaneo. Questa riflessione<br />

trova conforto in una pagina di Fornari (<strong>19</strong>84), in<br />

cui egli descrive la capacità di tranquillizzazione<br />

del bambino piccolo quando gli vengono rip<strong>et</strong>ute<br />

tre parole che venivano pronunciate durante la<br />

gravidanza. Elemento essenziale affinché si ottenga<br />

l’eff<strong>et</strong>to tranquillizzante è che le parole<br />

siano pronunciate risp<strong>et</strong>tando rigorosamente la<br />

sequenza con cui erano state pronunciate in gravidanza.<br />

Ora potremmo ipotizzare che la musica<br />

leggera che facciamo ascoltare, rip<strong>et</strong>endo esperienze<br />

già attuate vada a riprendere e riprodurre<br />

un meccanismo analogo.<br />

Questo ci aiuta a comprendere allora i motivi per<br />

cui la musica leggera risulti non ambigua; ossia<br />

(pur andando a sollecitare piani di l<strong>et</strong>tura diversi)<br />

essa sembra essere in pratica obbligata ad andare<br />

a confluire infine in questa unica via finale (ritorno<br />

nostalgico alla madre).<br />

Un utilizzo della musica (indipendentemente da<br />

quale tipo di musica venga scelto) che sia attento<br />

solo all’efficacia che produce m<strong>et</strong>te in moto da<br />

un lato la ricerca di tentativi e criteri di misurazione<br />

della propria validazione ma soprattutto<br />

dall’altro trasforma la musica unicamente in uno<br />

strumento di sollecitazione indifferenziato, in<br />

una accattivante colonna sonora per emozioni,<br />

ricordi, stati d’animo concepiti, nati e vissuti altrove.<br />

Ossia essa perderebbe quelle caratteristiche<br />

di comunicazione e di relazione che maggior-

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