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Reattori nucleari di nuova generazione - fisica/mente

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In<strong>di</strong>ce<br />

<strong>Reattori</strong> <strong>nucleari</strong> <strong>di</strong> <strong>nuova</strong> <strong>generazione</strong><br />

1 Descrizione e funzionamento <strong>di</strong> un<br />

reattore nucleare<br />

(<strong>di</strong> Descrizione e funzionamento <strong>di</strong> un<br />

reattore nucleare) 2<br />

2 Le quattro generazioni dei reattori<br />

3 <strong>Reattori</strong> raffreddati a gas 3<br />

4 <strong>Reattori</strong> raffreddati ad acqua 4<br />

5 <strong>Reattori</strong> raffreddati con metalli<br />

pesanti 5<br />

6 Cicli <strong>di</strong> combustibile once-through<br />

e multipli 6<br />

7 Conclusione 6<br />

Un dossier <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Sartori,<br />

aggiornato al 03.03.2006<br />

3<br />

Introduzione<br />

Scopriamo come funzionano e quali novità<br />

porteranno.<br />

Sono passati ormai più <strong>di</strong> sessant’anni da quel<br />

lontano 2 <strong>di</strong>cembre 1942, quando Enrico Fermi,<br />

sotto gli spalti dello sta<strong>di</strong>o Stagg Field <strong>di</strong> Chicago,<br />

realizzò la prima reazione nucleare controllata<br />

della storia. Gli sviluppi <strong>di</strong> quella scoperta<br />

con<strong>di</strong>zionarono profonda<strong>mente</strong> il destino dell’umanità<br />

sia nel bene che nel male: l’avere a <strong>di</strong>sposizione<br />

una fonte <strong>di</strong> energia pressoché inesauribile<br />

fu <strong>di</strong> indubbia importanza nello sviluppo<br />

industriale del secondo dopoguerra.<br />

D’altro canto gli effetti terribili dello scoppio<br />

delle bombe atomiche little boy e fat man rispettiva<strong>mente</strong><br />

su Hiroshima e Nagasaki restano impressi<br />

nella memoria collettiva come due tra gli<br />

atti più spregevoli che l’essere umano abbia mai<br />

compiuto contro dei propri simili. La scoperta<br />

della fissione nucleare trovò le sue prime applicazioni<br />

per la produzione dell’energia elettrica<br />

sul finire degli anni 50, quando entrarono in<br />

funzione i primi reattori ad acqua pressurizzata<br />

PWR (Pressurized Water Reactor).<br />

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c○ 2002 Provincia <strong>di</strong> Torino


<strong>Reattori</strong> <strong>nucleari</strong> <strong>di</strong> <strong>nuova</strong> <strong>generazione</strong> 2<br />

1 Descrizione e funzionamento<br />

<strong>di</strong> un reattore nucleare<br />

(<strong>di</strong> Descrizione e funzionamento<br />

<strong>di</strong> un reattore nucleare)<br />

Il combustibile nucleare sotto la forma <strong>di</strong> piccole<br />

pastiglie (pellets) <strong>di</strong> biossido <strong>di</strong> uranio è incapsulato<br />

all’interno <strong>di</strong> barre <strong>di</strong> zircaloy (lega a<br />

base <strong>di</strong> zirconio). A loro volta le barre <strong>di</strong> combustibile<br />

sono raggruppate in schiere per esempio<br />

da 17x17 a costituire il singolo elemento <strong>di</strong><br />

combustibile. Circa duecento <strong>di</strong> questi elementi,<br />

<strong>di</strong>stribuiti geometrica<strong>mente</strong> in modo opportuno,<br />

formano il nocciolo del reattore.<br />

Quando un neutrone colpisce un nucleo <strong>di</strong><br />

uranio 235(composto cioè da 92 protoni e 143<br />

neutroni) ne provoca la fissione, ossia il nucleo<br />

si frantuma in due costituenti più leggeri<br />

con l’emissione <strong>di</strong> due o tre neutroni. Questi<br />

nuovi neutroni emessi possono colpire altri nuclei<br />

<strong>di</strong> 235 U, provocando altre fissioni e innescando<br />

quin<strong>di</strong> la reazione a catena, oppure possono<br />

essere assorbiti da materiale inerte come<br />

il cadmio o sfuggire dal perimetro del nocciolo:<br />

in entrambi i casi non generano altre reazioni <strong>di</strong><br />

fissione e non contribuiscono al sostentamento<br />

della reazione a catena. Quando all’interno del<br />

nocciolo vengono inserite le barre <strong>di</strong> controllo,<br />

costituite da elementi che assorbono i neutroni,<br />

la reazione a catena tende ad estinguersi e la<br />

potenza termica prodotta può essere controllata<br />

fino eventual<strong>mente</strong> allo spegnimento totale del<br />

reattore.<br />

Un dossier <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Sartori,<br />

aggiornato al 03.03.2006<br />

Non tutti gli isotopi dell’uranio sono però fissili:<br />

per esempio l’isotopo più abbondante <strong>di</strong> questo<br />

elemento, che ha numero <strong>di</strong> massa 238 (92 protoni<br />

e 146 neutroni), non si spacca se viene colpito<br />

da un neutrone, ma si trasforma in plutonio<br />

239, che invece è fissile. Tali isotopi sono detti<br />

fertili, poiché pur non essendo fissionabili,<br />

quando assorbono un neutrone, si trasformano<br />

in un isotopo fissile. General<strong>mente</strong> un isotopo<br />

che ha numero <strong>di</strong> massa <strong>di</strong>spari e che assorbe<br />

un neutrone ha una probabilità <strong>di</strong> generare una<br />

fissione molto maggiore <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> un isotopo<br />

<strong>di</strong> numero <strong>di</strong> massa pari.<br />

Vi è tuttavia un altro fattore che deve essere<br />

tenuto in considerazione per poter innescare<br />

la reazione a catena. I neutroni che vengono<br />

prodotti dalla reazione <strong>di</strong> fissione hanno velocità<br />

elevatissime (superiori a 70 milioni <strong>di</strong> km/h). In<br />

queste con<strong>di</strong>zioni la probabilità che un neutrone<br />

colpisca un nucleo è bassissima: per poterla aumentare<br />

è necessario <strong>di</strong>minuire la velocità della<br />

particella. A questo scopo il nocciolo è immerso<br />

in un mezzo moderatore <strong>di</strong> neutroni: ad esempio<br />

l’idrogeno contenuto nella molecola dell’acqua<br />

naturale assolve bene a questo scopo. Se immaginiamo<br />

che il neutrone sia una palla da biliardo<br />

che urta contro un’altra palla pressoché identica,<br />

si verifica che il neutrone trasferisce la maggior<br />

parte della sua energia cinetica al protone<br />

(nucleo <strong>di</strong> idrogeno), rallentando quin<strong>di</strong> notevol<strong>mente</strong><br />

la sua corsa. Se invece il neutrone urtasse<br />

contro una particella molto più massiccia <strong>di</strong> lui,<br />

semplice<strong>mente</strong> rimbalzerebbe via in un’altra <strong>di</strong>rezione<br />

senza alcuna <strong>di</strong>minuzione apprezzabile<br />

della sua velocità. In seguito alle collisioni con<br />

i nuclei dell’idrogeno presenti nell’acqua il neutrone<br />

<strong>di</strong>venta termico, ciò significa che la sua<br />

velocità si è ridotta a valori dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 8000<br />

km/h: in questo regime è alta la probabilità che<br />

il neutrone durante il suo cammino incontri un<br />

nucleo fissile.<br />

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<strong>Reattori</strong> <strong>nucleari</strong> <strong>di</strong> <strong>nuova</strong> <strong>generazione</strong> 3<br />

Le reazioni <strong>di</strong> fissione producono calore che<br />

viene raccolto dal liquido refrigerante in cui è<br />

immerso il nocciolo: nel caso dei reattori PWR<br />

il refrigerante è acqua naturale che funge anche<br />

da moderatore <strong>di</strong> neutroni. Esistono tuttavia<br />

soluzioni <strong>di</strong>verse che utilizzano come refrigerante<br />

un gas, l’anidride carbonica, e come moderatore<br />

la grafite. In altri tipi <strong>di</strong> reattore viene<br />

impiegata l’acqua pesante (deuterio al posto dell’idrogeno<br />

nella molecola dell’acqua) e in altri<br />

ancora si utilizza come moderatore e refrigerante<br />

un metallo allo stato liquido come il so<strong>di</strong>o<br />

(reattori a spettro veloce).<br />

Il calore asportato dal nocciolo del reattore aumenta<br />

la temperatura del liquido refrigerante<br />

che fluisce per mezzo <strong>di</strong> opportune pompe nel<br />

circuito primario, dove viene convogliato in uno<br />

scambiatore <strong>di</strong> calore in cui cede il suo carico<br />

termico al fluido circolante nel circuito secondario.<br />

In questo secondo circuito viene generato<br />

il vapore che farà muovere le pale della<br />

turbina, la quale trasferirà la propria energia<br />

cinetica all’alternatore che la trasformerà in<br />

energia elettrica.<br />

2 Le quattro generazioni dei<br />

reattori<br />

Gli impianti <strong>nucleari</strong> sono stati sud<strong>di</strong>visi in<br />

quattro generazioni. Alla <strong>generazione</strong> I appartengono<br />

i primi prototipi <strong>di</strong> reattore costruiti<br />

a cavallo tra gli anni 40 e 50 principal<strong>mente</strong><br />

con lo scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare la fattibilità scientifica<br />

e tecnologica <strong>di</strong> un impianto nucleare per la<br />

produzione <strong>di</strong> energia elettrica.<br />

Le centrali attual<strong>mente</strong> in esercizio apparten-<br />

Un dossier <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Sartori,<br />

aggiornato al 03.03.2006<br />

gono invece alla <strong>generazione</strong> II e sono caratterizzate<br />

dal fatto <strong>di</strong> avere una grande stazione<br />

centrale. Proprio gli incidenti <strong>di</strong> Three Mile Island<br />

negli anni settanta e <strong>di</strong> Chernobyl <strong>di</strong>eci<br />

anni dopo hanno dato la spinta per progettare<br />

centrali a sicurezza intrinseca (<strong>generazione</strong><br />

III). In questa <strong>generazione</strong> <strong>di</strong> reattori si introduce<br />

una notevole semplificazione impiantistica<br />

riducendo il numero dei circuiti e componenti<br />

e conseguente<strong>mente</strong> abbassando la probabilità<br />

<strong>di</strong> guasti. Inoltre viene introdotto un<br />

sistema ad<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> spegnimento del reattore<br />

completa<strong>mente</strong> passivo: l’ATSS (Ad<strong>di</strong>tional<br />

Temperature-actuated Scram System) in<br />

virtù del quale ogni qual volta la temperatura<br />

del nocciolo dovesse superare un determinato<br />

valore, sola<strong>mente</strong> in base alla <strong>di</strong>latazione termica<br />

<strong>di</strong> particolari sensori verrebbe attuato il sistema<br />

<strong>di</strong> leve che sgancia e inserisce per caduta<br />

le barre <strong>di</strong> controllo nel nocciolo, senza bisogno<br />

<strong>di</strong> apporto <strong>di</strong> energia o <strong>di</strong> un operatore esterno.<br />

I reattori <strong>di</strong> questa <strong>generazione</strong> non hanno però<br />

avuto una grande <strong>di</strong>ffusione e sola<strong>mente</strong> nel 1999<br />

gli Stati Uniti, attraverso il loro Department<br />

of Energy, hanno dato il via al programma<br />

Generation IV allo scopo <strong>di</strong> progettare dei<br />

reattori <strong>nucleari</strong> <strong>di</strong> <strong>nuova</strong> concezione che assicurino<br />

la sostenibilità ambientale, la sicurezza<br />

e la competitività dal punto <strong>di</strong> vista economico<br />

rispetto alle altre fonti <strong>di</strong> energia. A tale programma<br />

hanno aderito altre otto nazioni: Argentina,<br />

Brasile, Canada, Francia, Giappone,<br />

Sudafrica, Corea del Sud e Gran Bretagna. La<br />

Russia è parte attiva nei progetti che riguardano<br />

i reattori a spettro veloce.<br />

3 <strong>Reattori</strong> raffreddati a gas<br />

Si è detto nelle sezioni precedenti che esistono,<br />

sebbene in numero limitato, dei reattori che<br />

adottano come fluido refrigerante un gas:<br />

l’anidride carbonica o l’elio. Per la <strong>generazione</strong><br />

IV è in fase <strong>di</strong> progettazione il reattore<br />

a letto <strong>di</strong> sfere, raffreddato ad elio, <strong>di</strong> cui un<br />

prototipo dovrebbe incominciare a funzionare<br />

nel 2006 in Sudafrica.<br />

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<strong>Reattori</strong> <strong>nucleari</strong> <strong>di</strong> <strong>nuova</strong> <strong>generazione</strong> 4<br />

Ogni sfera del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> circa 60 mm è costituita<br />

da un guscio <strong>di</strong> grafite all’interno del quale<br />

sono presenti 15.000 particelle <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong><br />

poco più <strong>di</strong> mezzo millimetro che contengono<br />

il combustibile <strong>di</strong> ossido <strong>di</strong> uranio. Ogni particella<br />

possiede una serie <strong>di</strong> gusci concentrici che<br />

avvolgono il combustibile nucleare: si parte dallo<br />

strato esterno <strong>di</strong> carbonio pirolitico, che a sua<br />

volta contiene il rivestimento <strong>di</strong> carburo <strong>di</strong> silicio<br />

il quale, data la sua notevole resistenza, ha la<br />

funzione <strong>di</strong> contenitore a pressione per i prodotti<br />

<strong>di</strong> fissione. Vi è poi un ulteriore strato <strong>di</strong> carbonio<br />

pirolitico che insieme ad un ultimo strato<br />

<strong>di</strong> carbonio poroso ospita al proprio interno il<br />

nucleo <strong>di</strong> ossido <strong>di</strong> uranio.<br />

Nel nocciolo oltre alle sfere <strong>di</strong> combustibile<br />

sono presenti anche 100.000 sfere che contengono<br />

sola<strong>mente</strong> grafite: ciò consente <strong>di</strong> controllare<br />

la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> potenza e <strong>di</strong> temperatura<br />

del reattore. In me<strong>di</strong>a ogni minuto una<br />

sfera <strong>di</strong> combustibile viene estratta dal basso del<br />

nocciolo e dall’alto ne viene inserita una <strong>nuova</strong>.<br />

In tal modo ogni sfera viaggia gradata<strong>mente</strong> verso<br />

il basso impiegando circa 6 mesi a completare<br />

il suo iter. Il nocciolo si trova quin<strong>di</strong> sempre in<br />

con<strong>di</strong>zioni ottimali dal punto <strong>di</strong> vista del combustibile<br />

e ogni sfera è sottoposta a sollecitazioni<br />

inferiori rispetto a quelle che deve sopportare<br />

un elemento <strong>di</strong> combustibile fisso, aumentando<br />

pertanto il grado <strong>di</strong> sicurezza <strong>di</strong> questi nuovi<br />

reattori rispetto agli attuali.<br />

L’elio preleva l’energia termica prodotta dal<br />

nocciolo e viene immesso ad una temperatura<br />

<strong>di</strong> 900 ◦ C <strong>di</strong>retta<strong>mente</strong> in una turbina a gas la<br />

quale, accoppiata all’alternatore, produce l’energia<br />

elettrica. L’elio <strong>di</strong> raffreddamento ha alcuni<br />

vantaggi rispetto all’acqua naturale: in primo<br />

luogo il sistema alternatore-turbina ad elio<br />

ha un ren<strong>di</strong>mento del 40% rispetto a quello del<br />

Un dossier <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Sartori,<br />

aggiornato al 03.03.2006<br />

25% dell’analogo sistema utilizzato nei reattori<br />

raffreddati ad acqua naturale. In secondo luogo<br />

l’elio è un gas inerte e come tale non reagisce<br />

chimica<strong>mente</strong> con i materiali con cui viene a<br />

contatto, al contrario dell’acqua che ha invece<br />

una azione corrosiva sulle strutture del reattore.<br />

Un ulteriore vantaggio dei reattori a letto <strong>di</strong><br />

sfere è dato dalle <strong>di</strong>mensioni sicura<strong>mente</strong> più<br />

contenute rispetto ai reattori attuali; inoltre il<br />

numero ridotto <strong>di</strong> sottosistemi presenti ne abbatte<br />

il costo complessivo, assolvendo al requisito<br />

<strong>di</strong> competitività economica richiesto dal<br />

progetto Generation IV.<br />

4 <strong>Reattori</strong> raffreddati ad acqua<br />

Anche sui reattori convenzionali raffreddati<br />

ad acqua si cerca <strong>di</strong> apportare alcune migliorie<br />

che consentano <strong>di</strong> aumentarne la sicurezza e<br />

abbassarne il costo.<br />

La tendenza è quella <strong>di</strong> progettare reattori a<br />

potenze inferiori rispetto alle attuali in modo<br />

tale da aver moduli <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione più piccola.<br />

Inoltre si vuole portare all’interno del contenitore<br />

metallico in pressione anche il generatore<br />

<strong>di</strong> vapore e il sistema <strong>di</strong> attuazione delle barre<br />

<strong>di</strong> controllo. In questo modo il sistema non può<br />

subire in caso <strong>di</strong> incidente una per<strong>di</strong>ta significativa<br />

del liquido refrigerante, fatto che si verificò<br />

a Three Mile Island. Inoltre le barre <strong>di</strong> controllo<br />

non possono venire espulse dal nocciolo aumentando<br />

così notevol<strong>mente</strong> la sicurezza del sistema.<br />

Il reattore IRIS, progettato dalla Westinghouse<br />

Electric con una potenza <strong>di</strong> uscita fino a 350<br />

MW, è un esempio <strong>di</strong> impianto <strong>di</strong> IV <strong>generazione</strong><br />

raffreddato ad acqua.<br />

Un ulteriore sviluppo per questa tipologia <strong>di</strong><br />

reattori è dato dalla possibilità <strong>di</strong> funzionamento<br />

a temperature e pressioni superiori a quelle<br />

del punto critico dell’acqua. In tali con<strong>di</strong>zioni<br />

non può esistere la fase liquida dell’acqua che<br />

si presenta quin<strong>di</strong> esclusiva<strong>mente</strong> sotto la forma<br />

<strong>di</strong> vapore. Questo fatto costituisce una notevole<br />

semplificazione dell’impianto del ricircolo del<br />

vapore che <strong>di</strong>venta monofase; inoltre l’acqua al<br />

<strong>di</strong> sopra del punto critico possiede una elevata<br />

conducibilità termica e un grande calore speci-<br />

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<strong>Reattori</strong> <strong>nucleari</strong> <strong>di</strong> <strong>nuova</strong> <strong>generazione</strong> 5<br />

fico, tutte caratteristiche che portano ad avere<br />

un ren<strong>di</strong>mento termico fino al 45%.<br />

Il maggiore svantaggio dell’utilizzo dell’acqua<br />

come refrigerante rimane l’alto livello <strong>di</strong> corrosione<br />

a cui sono sottoposte le strutture del<br />

reattore: è necessario pertanto sviluppare nuovi<br />

materiali che siano più resistenti al degrado.<br />

5 <strong>Reattori</strong> raffreddati con metalli<br />

pesanti<br />

Un neutrone affinché possa provocare una<br />

reazione <strong>di</strong> fissione deve essere rallentato fino<br />

a velocità termiche. Esiste tuttavia una classe<br />

<strong>di</strong> reattori a spettro veloce che invece utilizzano<br />

neutroni a velocità superiori (dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 13<br />

milioni <strong>di</strong> km/h): questi reattori hanno il vantaggio<br />

rispetto a quelli termici <strong>di</strong> produrre insieme<br />

con le reazioni <strong>di</strong> fissione anche elementi<br />

fissili come il plutonio. Per poter moderare<br />

i neutroni fino alle velocità richieste è necessario<br />

farli collidere con bersagli più pesanti dell’idrogeno<br />

in modo tale che nell’urto non cedano<br />

troppa energia cinetica. Per questo motivo come<br />

moderatore vengono utilizzati dei metalli allo<br />

stato liquido, ad esempio il so<strong>di</strong>o. Tuttavia<br />

questo metallo ha il grosso inconveniente che se<br />

viene a contatto con l’acqua si incen<strong>di</strong>a e può<br />

dare origine anche a delle esplosioni. Inoltre ha<br />

bisogno <strong>di</strong> due fasi <strong>di</strong> raffreddamento prima <strong>di</strong><br />

entrare in turbina e ciò non lo rende economica<strong>mente</strong><br />

conveniente nei confronti degli altri refrigeranti.<br />

Quin<strong>di</strong> l’attenzione dei progettisti si<br />

è rivolta verso una miscela eutettica <strong>di</strong> piombo<br />

e bismuto (LBE) che ha le caratteristiche<br />

migliori per questa tipologia <strong>di</strong> reattori.<br />

Un dossier <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Sartori,<br />

aggiornato al 03.03.2006<br />

Un reattore a spettro veloce raffreddato a LBE<br />

possiede alcuni vantaggi. L’elevato punto <strong>di</strong> fusione<br />

della miscela LBE permette <strong>di</strong> operare a<br />

pressione atmosferica senza bisogno quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

pressurizzare il contenitore del reattore con conseguente<br />

miglioramento della sicurezza. Si eliminerebbero<br />

tutte le tipologie <strong>di</strong> incidente caratteristiche<br />

dei reattori PWR. La presenza del piombo<br />

è utile per schermare le ra<strong>di</strong>azioni (raggi<br />

gamma) riducendo la necessità <strong>di</strong> utilizzare<br />

pesanti e costose schermature. Inoltre può essere<br />

interessante esaminare la possibilità <strong>di</strong> far<br />

circolare il refrigerante in modo naturale, sola<strong>mente</strong><br />

in base alla variazione <strong>di</strong> densità del liquido<br />

in funzione della temperatura, senza quin<strong>di</strong><br />

far uso <strong>di</strong> pompe che potrebbero guastarsi. Infine<br />

la miscela LBE ha una elevata capacità <strong>di</strong><br />

trasferire calore e questo permette <strong>di</strong> progettare<br />

noccioli molto compatti, quin<strong>di</strong> più piccoli ed<br />

economici. La Russia ha appena ultimato il progetto<br />

del reattore BREST, raffreddato con LBE,<br />

che con i suoi 1200 MW <strong>di</strong> potenza potrebbe<br />

sod<strong>di</strong>sfare il fabbisogno <strong>di</strong> energia elettrica <strong>di</strong><br />

più <strong>di</strong> 900.000 abitazioni.<br />

L’aspetto forse più interessante dei reattori veloci<br />

<strong>di</strong> IV <strong>generazione</strong> risiede nella possibilità <strong>di</strong><br />

bruciare alcune scorie ra<strong>di</strong>oattive prodotte dal<br />

reattore stesso, migliorando sia il ren<strong>di</strong>mento<br />

energetico dell’impianto, sia risolvendo in parte<br />

il grosso problema del trattamento e stoccaggio<br />

delle scorie. Le scorie ra<strong>di</strong>oattive possono essere<br />

sud<strong>di</strong>vise in due grossi gruppi: i prodotti <strong>di</strong><br />

fissione del nucleo come il cesio e il kripton che<br />

sono alta<strong>mente</strong> ra<strong>di</strong>oattivi, ma hanno una vita<br />

me<strong>di</strong>a che in genere non è superiore ai 30 anni<br />

e i cosiddetti elementi transuranici (elementi<br />

non presenti in natura che hanno numero atomico<br />

maggiore <strong>di</strong> 92 cioè dell’uranio) debol<strong>mente</strong><br />

ra<strong>di</strong>oattivi ma con vite me<strong>di</strong>e che vanno da alcune<br />

decine <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> anni ad alcuni milioni.<br />

Il problema del trattamento delle scorie assume<br />

pertanto due aspetti <strong>di</strong>fferenti: i nucli<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oattivi<br />

a vita me<strong>di</strong>a relativa<strong>mente</strong> breve sono destinati<br />

a <strong>di</strong>ventare innocui nel giro <strong>di</strong> qualche decina<br />

d’anni, mentre per gli elementi transuranici<br />

sussiste la necessità <strong>di</strong> doverli confinare per<br />

tempi estrema<strong>mente</strong> lunghi, impattando sicura<strong>mente</strong><br />

sulla qualità della vita delle generazioni<br />

future. Per questa seconda categoria <strong>di</strong> scorie<br />

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<strong>Reattori</strong> <strong>nucleari</strong> <strong>di</strong> <strong>nuova</strong> <strong>generazione</strong> 6<br />

i reattori a spettro veloce ci vengono in aiuto.<br />

Consideriamo per esempio il nettunio, elemento<br />

transuranico avente numero atomico 93 e numero<br />

<strong>di</strong> massa 237 e che ha una vita me<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />

circa 2 milioni <strong>di</strong> anni. Assorbendo un neutrone<br />

esso <strong>di</strong>venta nettunio 238 che è molto instabile.<br />

Infatti dopo appena due giorni decade nel plutonio<br />

238. Questo isotopo, sebbene non sia fissile<br />

(numero <strong>di</strong> massa pari) è tuttavia fertile: infatti<br />

catturando un neutrone <strong>di</strong>venta plutonio 239<br />

che è fissile. In tal modo nei reattori raffreddati<br />

a metallo liquido è possibile bruciare alcuni elementi<br />

transuranici e trasformarli in combustibile<br />

nucleare evitando <strong>di</strong> doverli stoccare per tempi<br />

lunghissimi.<br />

6 Cicli <strong>di</strong> combustibile oncethrough<br />

e multipli<br />

La possibilità offerta dai reattori a spettro veloce<br />

<strong>di</strong> bruciare alcuni tipi <strong>di</strong> scorie ha indotto<br />

il progetto Generation IV a occuparsi anche del<br />

ciclo <strong>di</strong> riprocessamento del combustibile<br />

esausto. Infatti negli Stati Uniti il ciclo del<br />

combustibile è aperto o once-through: ciò<br />

significa che l’uranio estratto dalle miniere viene<br />

bruciato una sola volta e, quando è esausto,<br />

viene depositato per lo smaltimento definitivo.<br />

In paesi come la Francia e la Gran Bretagna<br />

invece si utilizzano cicli <strong>di</strong> combustibile multipli<br />

che ad ogni passaggio recuperano il materiale fissile<br />

dalle barre del combustibile esausto e lo sottopongono<br />

al riprocessamento. In tal modo l’uranio<br />

opportuna<strong>mente</strong> trattato viene riutilizzato<br />

più volte.<br />

Il ciclo once-through parte dalle miniere <strong>di</strong><br />

uranio dove viene estratto il minerale che contiene<br />

essenzial<strong>mente</strong> l’isotopo 238 U. Occorre<br />

quin<strong>di</strong> arricchire l’ossido <strong>di</strong> uranio con l’isotopo<br />

fissile 235 U e ciò viene fatto in appositi impianti.<br />

Successiva<strong>mente</strong> le pastiglie <strong>di</strong> combustibile vengono<br />

incamiciate nelle barre che a loro volta<br />

sono assemblate negli elementi <strong>di</strong> combustibile.<br />

Questi ultimi sono inviati agli impianti pronti<br />

per essere utilizzati nel reattore. Quando il combustibile<br />

è esausto, l’elemento viene rimosso dal<br />

nocciolo e depositato in una vasca <strong>di</strong> stoccag-<br />

Un dossier <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Sartori,<br />

aggiornato al 03.03.2006<br />

gio temporaneo per permettere che i nucli<strong>di</strong><br />

più ra<strong>di</strong>oattivi decadano parzial<strong>mente</strong>. Infine il<br />

combustibile viene stoccato definitiva<strong>mente</strong> nei<br />

depositi permanenti.<br />

Nei cicli con riprocessamento le barre <strong>di</strong> combustibile<br />

esausto vengono trattate in modo tale<br />

da separare le scorie non più utilizzabili dall’uranio<br />

e dal plutonio. E’ proprio in questa fase<br />

che, grazie ai reattori a spettro veloce, si possono<br />

riutilizzare gli elementi transuranici come<br />

isotopi fertili.<br />

Lo schema a ciclo singolo è meno costoso, ma<br />

comporta lo stoccaggio <strong>di</strong> una maggiore quantità<br />

<strong>di</strong> scorie ra<strong>di</strong>oattive; viceversa lo schema a<br />

cicli multipli, sebbene comporti maggiori costi,<br />

offre il vantaggio <strong>di</strong> dover stoccare una quantità<br />

decisa<strong>mente</strong> minore <strong>di</strong> scorie ra<strong>di</strong>oattive<br />

con livelli <strong>di</strong> tossicità sicura<strong>mente</strong> inferiori. Lo<br />

schema a cicli multipli permette anche <strong>di</strong> massimizzare<br />

il consumo <strong>di</strong> plutonio, limitando così<br />

la proliferazione delle armi <strong>nucleari</strong>.<br />

7 Conclusione<br />

L’ipotesi nucleare come fonte sostenibile <strong>di</strong> energia<br />

ha ripreso corpo dopo gli anni bui seguiti al<br />

<strong>di</strong>sastro <strong>di</strong> Chernobyl. I fattori su cui il progetto<br />

Generation IV ha posto l’accento sono: sicurezza,<br />

sostenibilità ambientale, competitività economica<br />

del nucleare nei confronti delle altre fonti<br />

<strong>di</strong> energia e non proliferazione <strong>di</strong> materiale fissile<br />

a scopi militari. La maggior parte dei paesi più<br />

industrializzati del mondo ha aderito a questo<br />

consorzio. Purtroppo l’Italia resta per ora a<br />

guardare, perdendo sicura<strong>mente</strong> una grossa opportunità<br />

per migliorare le proprie conoscenze e<br />

il proprio background culturale in un settore ad<br />

elevato contenuto tecnologico ed innovativo.<br />

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