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Da una visita del baliato <strong>di</strong> Puglia risalente alla metà del XV<br />
secolo (Houben, 2000) si rileva la floridezza dell’azienda agricola.<br />
Abbandonata dai Cavalieri Teutonici, Torre Alemanna fu affidata dal<br />
1483 ai car<strong>di</strong>nali commendatari che tra XVI e XVIII secolo curarono<br />
l’ammodernamento e l’ampliamento del complesso; sorsero<br />
così intorno al nucleo me<strong>di</strong>evale e<strong>di</strong>fici residenziali, una chiesa,<br />
locali <strong>di</strong> servizio, officine, la cinta, lasciando indenne la robusta torre,<br />
per secoli riferimento ottico e simbolo <strong>di</strong> dominio sul territorio.<br />
La chiesa <strong>di</strong> fondazione teutonica La chiesa rurale preesistente<br />
all’inse<strong>di</strong>amento teutonico era ad aula unica con abside ricurva,<br />
assimilabile a e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> culto <strong>di</strong> semplice impianto longitu<strong>di</strong>nale<br />
<strong>di</strong>ffusi in Capitanata fra XI e XII secolo. Essa dovè costituire il<br />
primo nucleo dell’agglomerato <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici occupato nel 1231 dai<br />
Cavalieri, che scelsero <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficare la nuova chiesa sull’area della<br />
precedente. Anche il nuovo e<strong>di</strong>ficio doveva presentarsi a navata<br />
unica, plausibilmente voltata a botte acuta (o con copertura lignea<br />
su archi trasversali in muratura), saldata da un imponente arco ogivale<br />
al nitido volume del coro che a oriente coincide con il piano terreno<br />
della torre. Si può ipotizzare che la chiesa fosse intitolata a S. Maria<br />
Theutonicorum e che sull’altare fosse venerata una icona della Vergine;<br />
è anche plausibile che vi fossero custo<strong>di</strong>te reliquie provenienti<br />
dai Luoghi Santi. Com’è noto gli Or<strong>di</strong>ni cavallereschi nutrirono una<br />
particolare devozione nei confronti della Vergine e furono importatori<br />
dalla Terrasanta <strong>di</strong> icone, co<strong>di</strong>ci miniati, reliquie, tra le quali<br />
primeggiava il vero Legno della Croce.<br />
Una realtà ben documentata in ambito pugliese, che materialmente<br />
sopravvive in qualche caso fortunato: ad esempio a Bari dove,<br />
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