il dell - Attivecomeprima Onlus
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ni... e si dà <strong>il</strong> tempo per pensare, sentire e tornare la<br />
settimana dopo.<br />
L’incontro successivo dà spazio ai racconti di ognuna<br />
sulle reazioni individuali dopo quel primo approccio,<br />
che sono intense e diverse.<br />
Non avere rassegnazione ma accettazione di una realtà<br />
diffic<strong>il</strong>e, nel lento passaggio che traghetta <strong>il</strong> pensiero<br />
dal “perché a me” verso <strong>il</strong> “perché non a me”.<br />
Detto così sembra una piccola cosa, in realtà c’è un<br />
abisso tra le due espressioni, che porta a una diversa<br />
immagine <strong>dell</strong>’accaduto, in un combattimento che non<br />
è tanto contro <strong>il</strong> cancro del seno ma contro altri cancri<br />
che si annidano nella nostra vita.<br />
Ogni incontro si snocciola intorno a un tema, l’infanzia,<br />
i genitori, i rapporti famigliari, i desideri, i sogni,<br />
i risentimenti, i rimpianti e i rimorsi e per qualcuna,<br />
lentamente, per altre d’impulso, i racconti sono<br />
come un fiume in piena, in un viaggio nella memoria<br />
lontana e presente.<br />
La malattia quasi scompare all’attenzione, viene posta<br />
in uno spazio d’attesa, secondario, quasi marginale<br />
rispetto al bisogno di andare ad incontrare sofferenze,<br />
perdite, infanzie tradite,<br />
adolescenze e<br />
giovinezze travagliate, nel<br />
tentativo di “farcela” per essere<br />
donne compiute, sostenute, responsab<strong>il</strong>i, soddisfatte<br />
e felici.<br />
La parola MAMMA ritorna e ritorna infinite volte<br />
nei racconti di mamme troppo assenti, troppo presenti,<br />
troppo deboli, abusate, vittime, mamme felici, infelici,<br />
malate, vive o morte, sono qui, in questa stanza,<br />
presenti, potenti, protagoniste nei ricordi e nel vissuto<br />
di risentimento o di amore.<br />
Le parole di ognuna, sull’onda degli stimoli ascoltati<br />
dalle altre, escono con fatica ma con semplicità in un<br />
incontro essenziale, autentico, dolorosamente fac<strong>il</strong>e.<br />
Il gruppo è così partecipe nell’energia condivisa, che<br />
fac<strong>il</strong>ita una apertura diretta e sincera, consolata ogni<br />
tanto da qualche dolcino o caramella, in un piattino,<br />
accanto ai fazzoletti che in alcuni momenti raccolgono<br />
lacrime antiche, mai piante, e... finalmente... piante qui,<br />
in questo luogo strano, capace di accogliere malattie<br />
ben più gravi e dolorose del cancro.<br />
Ma non c’è solo dolore perché in un attimo, come solo<br />
le donne sanno fare, l’umorismo di qualcuna, l’ironia<br />
e i progetti di altre, sono contagiosi e si trasformano<br />
anche in belle risate, ammirazione, incoraggiamenti,<br />
sostegni, che trasmettono la partecipazione profonda,<br />
gent<strong>il</strong>e e sensib<strong>il</strong>e ad ogni storia.<br />
E qui le fantasie non hanno limite, tra i desideri di viaggi<br />
estremi, fughe irrealizzab<strong>il</strong>i, realizzazioni di capacità<br />
frustrate, rinnovamento del proprio aspetto, rimedi nei<br />
propri rapporti complicati.<br />
Quante cose sim<strong>il</strong>i, quanti ricordi e nostalgie, quante identificazioni<br />
nei piccoli pezzi di questi mosaici di vita, quante<br />
storie si intrecciano con le nostre storie, di noi che<br />
ascoltiamo, ascoltiamo, ascoltiamo...<br />
La conduzione è ormai collaudata, sapiente,<br />
non è invasiva ma stimolante e <strong>il</strong> rigore abbraccia<br />
la libertà di espressione.<br />
Lo sento un po’ come quello che avviene nei<br />
miei incontri di Danzaterapia, dove l’energia<br />
del gruppo e gli stimoli <strong>dell</strong>a conduzione accelerano<br />
e fac<strong>il</strong>itano la scoperta <strong>dell</strong>e potenzialità e la<br />
possib<strong>il</strong>ità di calarsi intensamente nell’esperienza<br />
del corpo e del cuore.<br />
Il potere terapeutico del raccontarsi si respira ogni<br />
volta. Mano a mano che come un nastro si srotolano<br />
i racconti, si respira la possib<strong>il</strong>ità di incontrare nuove<br />
parti di ognuna, sconosciute, preziose, a volte dolenti,<br />
a volte piene di progetti, ancora ignare di quanto tutto<br />
questo le condurrà verso un possib<strong>il</strong>e e sostanziale<br />
cambiamento.<br />
Per qualcuna più fac<strong>il</strong>e, per altre più diffic<strong>il</strong>e, ma nulla<br />
sarà come prima perché una finestra si è aperta per<br />
lasciare scorrere fuori e lasciar entrare dentro, attraverso<br />
i vissuti di se stesse e <strong>dell</strong>e altre, sentimenti<br />
nuovi, potenzialità e progetti tali da far vivere<br />
<strong>il</strong> cancro non solo con l’abito del dolore ma<br />
anche come opportunità per una buona, possib<strong>il</strong>e,<br />
trasformazione.<br />
29<br />
Nicoletta Buchal.<br />
Medico e psicoterapeuta. Conduce in Associazione<br />
<strong>il</strong> gruppo “Armonizzazione mente-corpo attraverso la danza”.