INTIMO MARE195+195X275 - Intimo Piu' Mare
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L’opinione degli agenti<br />
che aiuta a capire qual è il trend del momento, da sfruttare in<br />
tempo reale. Ma con collaboratori come Pepita sono riuscita<br />
a trovare una soluzione alle tantissime esigenze espresse da<br />
consumatori esigenti come quelli di oggi. L’influenza fashion e<br />
dello stile sportivo, il tempo libero come stile di vita non sono<br />
stati ancora sfruttati a fondo. Il leisurewear potrebbe prendere il<br />
posto del mare per l’inverno. E Pepita è un’ottima possibilità.<br />
Mariella Delle Noci - Angolo Rosa, Foggia<br />
Le fiere hanno ancora senso perché molte dele ditte che abbiamo<br />
scelto sono state viste alle fiere. Per esempio Pepita e<br />
Tatà, marchi che ci hanno portato idee e soluzioni. Il salone<br />
di Firenze potrebbe diventare un concorrente per le fiere<br />
internazionali anche se mi dispiace per la fine del salone di<br />
Bari che sembrava stesse crescendo. Il mare è sempre più<br />
importante perché il costume viene visto come l’abbigliamento<br />
esterno. Le consumatrici preferiscono comprarne anche 4-5<br />
a stagione. Il loungewear ha avuto un boom ma non come il<br />
mare, anche se contiamo molto su nomi come Pepita e Tatà<br />
per farlo decollare.<br />
Laura Mazzina - Uno & Una, Milano<br />
Le fiere hanno ancora un senso perché ci danno l’opportunità di<br />
aggirnarci e arricchire la nostra offerta. Collezioni come Pepita<br />
e Tatà, viste in fiera, ci hanno dato grandisssime soddisfazioni.<br />
Il salone di Firenze è molto bello, ben organizzato, potrebbe<br />
candidarsi a fare concorrenza ma deve acora crescere.<br />
Paola Meneghelli - Paola, Verona<br />
Le fiere hanno perso un po’ di interesse, si trovano sempre meno<br />
novità. Le aziende presenti sono sempre meno e non presentano<br />
cose eclatanti. A volte servono solo per fare pubbliche relazioni<br />
mentre tempo fa si andava per trovare soluzioni innovative. Oggi<br />
la fiera deve essere funzionale, alla fine le collezioni si vedono in<br />
show-room con più tranquillità. Un’alternativa potrebbe essere<br />
anche quella di vedere in video tutte le collezioni o una sfilata,<br />
in un posto unico per ogni regione. Non c’è ancora voglia di<br />
rinnovamento, questo è un momento di stasi. Nell’intimo arrivano<br />
sempre dopo le idee e i trend del prêt-à-porter. Un’edizione<br />
all’anno è ok, con il beachwear e la lingerie ma si dovrebbe<br />
dare più spazio alle aziende più innovative.<br />
Donatella Fontani e Luisa Bartolomei - Airone, Siena<br />
La congiuntura si fa sentire, ma tenere vivi i saloni per noi commercianti<br />
è una questione di vitale importanza. Non abbiamo<br />
altro mezzo per confrontarci e conoscere nuovi prodotti. Per<br />
esempio, in fiera abbiamo trovato collezioni come Pepita e Tatà<br />
che ci permettono un ottimo sell-out. Riponiamo grande speranza<br />
per il salone di Firenze che quest’anno è stato positivo.<br />
Alessandra De Florio - De Florio, Taranto<br />
Credo nei saloni, un momento di incontro utilissimo, di scambio<br />
di informazioni e dati. Stare chiusi in negozio non serve molto,<br />
se non a deprimersi, specie nei momenti di crisi. Il salone di<br />
Parigi è sempre stato molto interessante, ma sono comunque<br />
molto contenta che esista la fiera di Firenze. Perché diventi un<br />
appuntamento internazionale sarebbe meglio Milano, ma lo<br />
scenario e la location sono bellissimi. C’è molta attenzine al<br />
discorso mare che funziona molto bene. Il loungewear potrebbe<br />
esere un’ottima alternativa al mare per l’inverno e collezini<br />
come quelle di Pepita e Tatà sono perfette per le richieste e le<br />
esigenze dei consumatori di oggi.<br />
Alfredo D’Errico - agente Sicilia orientale<br />
Gruppo <strong>Intimo</strong> Italiano (Pepita e Tatà),<br />
Luisa Maria Lugli<br />
Le fiere hanno molto senso ed è strano che in<br />
Italia non sia ancora decollata. Siamo costretti<br />
a andare all’estero dove nei saloni internazionali<br />
in un momento di merato difficile le aziende che<br />
investono vengono premiate con l’aumento<br />
dei clienti, i negozi, che da parte loro sono<br />
premiati dall’aumento del fatturato. È il caso,<br />
per esempio del Gruppo <strong>Intimo</strong> Italiano che ha<br />
fatto partnership con clienti in ogni regione. Il dettagliante si rende<br />
conto così che l’azienda gli viene incontro con soluzioni risolutive.<br />
Il salone di Parigi ha sempre avuto grande successo e affluenza.<br />
Il calo dimostra che i visitatori hanno voglia di trovare in fiera idee<br />
nuove che ultimemente mancano un po’. Per questo quest’anno<br />
qualcuno si aspettava di vedere come andasse il salone di Firenze.<br />
Pepita ha sempre presentato novità e per questo si distingue dagli<br />
altri. Il suo stand a Firenze è stato uno dei più visitati anche per la<br />
sua particolarità di rinnovare il prodotto e l’immagine.<br />
Roberto Szalaiszter - agente Triveneto occidentale<br />
Gruppo <strong>Intimo</strong> Italiano (Pepita e Tatà), Max Mara Hosiery, Naory<br />
e Les Copains, Atlanrique e Domani<br />
Il salone di Parigi è stato una delusione sia per<br />
afflusso, sia per date e periodo. Probabilmente a<br />
causa della situazione economica e ai costi che<br />
i negozi devono affrontare. Il salone di Firenze<br />
ha portato situazioni interessanti sia a livello di<br />
presenze di visitatori che di espositori. C’è voglia<br />
di fiere e c’è voglia di cambiare. Molti negozi<br />
stanno rivedendo la loro proposta. Nell’intimo<br />
le scelte dei negozi italiani sono sempre state<br />
un po’ tradizionali ma ora stanno tutti cercando<br />
qualche novità, i più illuminati fanno ricerca e si<br />
informano sugli allestimenti più nuovi per vetrine e negozio. Le ditte<br />
che stanno lavorando meglio sono quelle che stanno investendo<br />
sulla ricerca, sulla novità, come il Gruppo <strong>Intimo</strong> Italiano che con i<br />
marchi Pepita e Tatà si presenta ai negozxi e ai consumatori con un<br />
prodotto innovativo dal grande sell-out. Mentre la corsetteria soffre<br />
lingerie e mare sono le più premiate. Il mare in particolare è molto<br />
vicino all’abbigliamento esterno e qui la ricerca è obbligatoria.<br />
Walter Paulicelli e Rocco Colli - agenti Lombardia<br />
Gruppo <strong>Intimo</strong> Italiano (Pepita e Tatà), Luna di seta,<br />
Naory (solo per Milano)<br />
Penso che le fiere abbiano<br />
sempre un senso, per l’aquisizione<br />
di clienti nuovi, per far<br />
conoscere il propio marchio,<br />
per stare sempre aggiornati.<br />
Il calo credo sia dovuto al<br />
momento di crisi. Una delle<br />
soluzioni per far risorgere<br />
le fiere è l’abbattimento dei<br />
costi sia per gli espositori che per i visitatori. Il salone di Firenze mi<br />
è sembrato molto cresciuto rispetto all’edizione precedente, con<br />
più espositori con una notevole affluenza di visitatori e credo che<br />
possa essere un buon concorrente alle fiere internazionali migliorando<br />
un po’ l’organizzazione. Il beachwear senza dubbio stravince<br />
ma anche l’homewear negli ultimi anni ha guadagnato uno spazio<br />
interessante nei negozi nostri clienti, anche grazie a collezioni come<br />
Pepita e Tatà che rappresentano un prodotto innovativo, fashion e<br />
dalle molte opportunità. Una soluzione che ha permesso a noi e ai<br />
nostri clienti di aumentare decisamente il fatturato.<br />
Gianluca e Diego Altieri - agenti Campania<br />
Gruppo <strong>Intimo</strong> Italiano (Pepita e Tatà), Zegna e Perofil<br />
Le fiere hanno un forte senso solo se presentano un’offerta interessante<br />
che comprenda anche collezioni straniere e non solo aziende<br />
italiane. Il salone di Firenze ha avuto un grosso successo sia per la<br />
biancheria da casa che per l’intimo ma deve crescere ancora con più<br />
espositori e poi con un’altra<br />
edizione estiva alla stessa<br />
altezza di questa. Molti dei<br />
negozi nostri clienti dell’Italia<br />
del sud hanno apprezzato il<br />
salone di Firenze sia per la<br />
comodità dei collegamenti<br />
che per l’allestimento.