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Immagini Botaniche dalla raccolta del Fondo Rari della Biblioteca ...

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Erbari e farmacopee nella <strong>raccolta</strong> <strong>Fondo</strong> <strong>Rari</strong><br />

<strong>del</strong>la <strong>Biblioteca</strong> <strong>del</strong>l’Istituto Superiore di Sanità<br />

Marina Venier<br />

Responsabile Catalogazione Libro antico, <strong>Biblioteca</strong> Nazionale Centrale di Roma<br />

La collezione di libri rari e di pregio <strong>del</strong>la <strong>Biblioteca</strong><br />

<strong>del</strong>l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che comprende<br />

edizioni dal XVI al XIX secolo, presenta<br />

volumi di materie legate alla tipologia <strong>del</strong>l’Istituto<br />

ed ai suoi compiti istituzionali: medicina, patologia<br />

generale, chirurgia, igiene, sanità, chimica, farmacia.<br />

Fra questi figurano erbari e farmacopee, alcuni<br />

dei quali pregevoli testimonianze di queste discipline,<br />

che godettero di notevole fortuna fino a tutto il<br />

‘700.<br />

Per erbario si intende generalmente una collezione di<br />

disegni di piante, ma anche una <strong>raccolta</strong> di piante<br />

essiccate e pressate, individuate e classificate scientificamente.<br />

Ma un erbario è spesso anche un libro in cui<br />

sono elencate, descritte e raffigurate le piante, specie<br />

quelle dotate di proprietà terapeutiche. Quando ad<br />

esse si aggiungono le descrizioni di malattie e le possibili<br />

cure attraverso le piante, l’erbario diventa una<br />

vera e propria farmacopea.<br />

Dall’antichità classica sino all’inizio <strong>del</strong>l’età moderna,<br />

gli erbari, nelle loro diverse manifestazioni, hanno<br />

costituito per secoli, non solo l’unica farmacopea a<br />

disposizione di erboristi, speziali e medici, ma anche<br />

il più importante compendio <strong>del</strong>le conoscenze botaniche<br />

e farmacologiche a livello popolare.<br />

D’altra parte, l’arte e la scienza di combattere i disturbi<br />

e di alleviare le sofferenze causate dalle malattie,<br />

attraverso l’azione curativa di alcune piante,<br />

risalgono ai primordi <strong>del</strong>l’umanità. Miti e riti, scienza<br />

e fede, sacro e profano, pura razionalità, sortilegio e<br />

sperimentazione, tutto viene utilizzato per alleviare il<br />

dolore e soprattutto per eliminare il male.<br />

Testimoni di una tradizione scritta risalgono già a circa<br />

il 3000 a.C. I primi cenni sull’impiego di piante come<br />

medicamenti si trovano, infatti, presso egizi, ebrei e<br />

fenici e presso i popoli asiatici (i cinesi, in particolare)<br />

intorno al 3000-2000 a.C. Trenta secoli prima <strong>del</strong>la<br />

nascita di Cristo, l’imperatore Shen Nung, che si interessava<br />

di erbe medicinali provandone le proprietà su<br />

sé stesso, compose il primo Pen-ts’ao o Materia medica.<br />

In esso sono riportate 360 piante, distinte in piante<br />

che conservano la salute, piante che aiutano la natura<br />

e piante che curano le malattie.<br />

Fra i papiri medici, poco più di sei quelli che ci sono<br />

pervenuti, quello di Ebers, risalente al 1550 a.C., scoperto<br />

in Egitto nella città di Tebe e conservato presso<br />

la <strong>Biblioteca</strong> <strong>del</strong>l’Università di Lipsia, contiene più di<br />

700 medicamenti, appartenenti anche al regno animale<br />

e minerale, non di rado efficaci.<br />

Numerosi testi di medicina provengono anche dall’India,<br />

fra questi va ricordato il Sushrutasamhitâ <strong>del</strong> 1300<br />

a.C., nel quale sono riportate 798 piante medicinali.<br />

La conoscenza, l’uso e il commercio di questo tipo di<br />

piante sono molto sviluppati anche nel mondo greco e<br />

poi in quello romano.<br />

Le prime notizie organiche si trovano in Erodoto (V<br />

sec. a.C.), ma è con l’opera di Ippocrate di Chio (V-IV<br />

sec. a.C.), nella quale ne sono elencate circa 250 tipi,<br />

che l’arte di porre rimedio al male attraverso le piante<br />

acquista caratteri più definiti.<br />

Nelle sue opere e in quelle <strong>del</strong>la sua scuola, raccolte<br />

sotto il nome di Corpus Hippocraticum, sono<br />

riportate con rigore le regole per raccogliere i “semplici”<br />

e per preparare e conservare i medicamenti,<br />

questi ultimi suddivisi in gruppi a seconda <strong>del</strong>la loro<br />

diversa azione terapeutica. Alcune <strong>del</strong>le piante medicinali<br />

in esso elencate sono ancora oggi usate in<br />

terapia.<br />

Il primo ad affrontare il problema <strong>del</strong>la classificazione<br />

botanica è, nel IV secolo a.C., Teofrasto Eresio,<br />

allievo e successore di Aristotele. Nei suoi due trattati,<br />

il Perì Phyton historìas (De historia plantarum) in<br />

15 volumi ed il Perì Phyton aitiòn (De causis plantarum),<br />

la sua descrizione <strong>del</strong>le piante è però incompleta,<br />

tale da renderne spesso impossibile l’identificazione.<br />

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