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UN NUOVO MODELLO ELETTROTERMICO DI FET IN GaAs PER IL ...

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<strong>UN</strong> <strong>NUOVO</strong> <strong>MODELLO</strong> <strong>ELETTROTERMICO</strong> <strong>DI</strong> <strong>FET</strong> <strong>IN</strong> <strong>GaAs</strong> <strong>PER</strong> <strong>IL</strong> PROGETTO TERMICAMENTE OTTIMIZZATO<br />

DEI PARAMETRI DEL LAYOUT<br />

(A NEW ELECTROTHERMAL MODEL OF GAAS <strong>FET</strong>S FOR THE THERMALLY OPTIMIZED LAYOUT DESIGN)<br />

in cui x 0i<br />

,y 0i<br />

,z 0i<br />

sono le coordinate dell’i-esima<br />

sorgente termica puntiforme, x,y,z sono le<br />

coordinate della generica posizione nella quale<br />

l’aumento di temperatura Dq(x,y,z) è valutato e<br />

Q(x 0i<br />

,y 0i<br />

,z 0i<br />

) è la densità di potenza dissipata relativa<br />

alla i-esima sorgente termica.<br />

L’eq. (6) indica che il campo termico generato<br />

da una singola sorgente elementare dipende<br />

da un fattore moltiplicativo Q e dalla geometria<br />

della struttura considerata; è dunque possibile<br />

valutare ogni campo termico elementare tramite<br />

traslazione di un generico campo elementare e<br />

moltiplicazione per il fattore Q corrispondente alla<br />

sorgente generatrice del campo. Il feedback<br />

elettrotermico è implementato considerando la<br />

potenza dissipata per effetto joule P(q i<br />

(x 0i<br />

,y 0i<br />

,z 0i<br />

))<br />

da ciascun dispositivo elementare, ossia:<br />

P(x 0i<br />

,y 0i<br />

,z 0i<br />

) = P(q i<br />

) = V DS ´ I DS<br />

(q i<br />

)<br />

in cui V DS<br />

è la tensione drain-source ed I DS<br />

è<br />

la corrente dell’i-esimo dispositivo elementare che<br />

opera alla temperatura q i<br />

.<br />

La dipendenza della corrente dalla temperatura<br />

è stata oggetto di approfonditi studi in passato<br />

[12]. In questo lavoro i parametri che sono<br />

stati presi in considerazione per la loro dipendenza<br />

termica sono la mobilità elettronica, la velocità<br />

di saturazione, la permittività, il gap di banda proibita,<br />

la tensione di soglia a la tensione di built-in.<br />

Partendo da una densità di potenza costante<br />

ed uniformemente distribuita e considerando il<br />

canale isotermo a temperatura ambiente, come<br />

primo passo è necessario valutare con il metodo<br />

precedentemente descritto la temperatura di ciascun<br />

dispositivo elementare, e pertanto di ciascuna<br />

sorgente elementare. Successivamente si aggiornano<br />

i valori di temperatura e si calcolano gli<br />

effettivi valori di potenza dissipata iterando la soluzione<br />

fino a raggiungere la convergenza.<br />

Nel caso si voglia analizzare il comportamento<br />

termico non solo di un dispositivo isolato,<br />

ma di una coppia (o anche un insieme) di<br />

dispositivi contigui, con mutuo accoppiamento<br />

termico, è necessario valutare, con il medesimo<br />

criterio precedentemente esposto, il campo termico<br />

complessivo generato dalle sorgenti elementari<br />

appartenenti ai dispositivi in esame. Questa<br />

tuttavia non è una limitazione in quanto è sufficiente<br />

descrivere opportunamente le locazioni geometriche<br />

delle sorgente e considerare nella (6)<br />

gli opportuni fattori moltiplicativi Q da mettere in<br />

relazione con la potenza dissipata da ciascun dispositivo.<br />

A questo punto si applica la procedura<br />

iterativa descritta nella sezione III-b. In tal modo<br />

un numero arbitrario di <strong>FET</strong>, ma anche di resistori<br />

integrati, può essere incluso nell’analisi. Notiamo<br />

tuttavia dalla (6) che l’aumento di temperatura<br />

è una funzione della distanza, pertanto è possibile<br />

ridurre drasticamente il peso computazionale<br />

considerando interagenti solo i dispositivi posti a<br />

breve distanza. La quantificazione della distanza<br />

per cui possiamo considerare significativo l’accoppiamento<br />

termico è oggetto del successivo<br />

paragrafo.<br />

IV. Risultati numerici e sperimentali<br />

Al fine di valutare l’accuratezza del modello<br />

proposto, i risultati estratti dal simulatore termico<br />

che ne costituisce l’implementazione sono<br />

stati confrontati con quelli di un simulatore 3-D<br />

numerico basato sul metodo delle differenze finite<br />

[2]. I dati della struttura da analizzare sono presentati<br />

nella tabella I. La convezione naturale tra<br />

la superficie del chip e l’aria è descritta dalla seguente<br />

formula:<br />

R<br />

air<br />

=<br />

h<br />

nat<br />

1<br />

A<br />

top<br />

NOTE<br />

III-c. L’accoppiamento termico tra<br />

dispositivi contigui<br />

Per condizione di accoppiamento termico<br />

tra due dispositivi definiamo la variazione di corrente<br />

in uno di questi dovuto ad un aumento di<br />

temperatura indotto della potenza dissipata dall’altro<br />

dispositivo.<br />

nella quale R air<br />

è la resistenza termica dell’aria,<br />

h nat<br />

è il coefficiente di convezione naturale<br />

e A top<br />

è l’estensione della superficie del chip. Inoltre<br />

viene assunta la seguente dipendenza della<br />

conducibilità del substrato di <strong>GaAs</strong> dalla temperatura<br />

[13]:<br />

La Comunicazione - numero unico 2000<br />

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