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Sicilia, teatri in cerca d’autore<br />

Incontro governo-sindacati<br />

Umberto Ginestra<br />

Alla fine la convocazione del governo regionale è arrivata.<br />

L’incontro tra l’assessore al Turismo e spettacolo Michela<br />

Stancheris e le organizzazioni sindacali, si terrà oggi nella<br />

sede dell’assessorato, a Palermo. Ma la pentola del lavoro nei teatri<br />

siciliani, resta calda. Anzi, in ebollizione. Uno stato d’agitazione<br />

che non si placa, tra assemblee, scioperi come quello al Biondo di<br />

Palermo, a fine settimana. E manifestazioni nelle città coinvolte.<br />

Qualche giorno fa, confederazioni sindacali e categorie interessate<br />

hanno anche organizzato, unitariamente, un attivo regionale<br />

dei lavoratori di fondazioni, enti lirici e teatri di prosa. L’assise s’è<br />

svolta nel Politeama di Palermo sul cui palco uno striscione recitava:<br />

“Impoverire la cultura arricchisce l’ignoranza”.<br />

LA SCURE DEL 20%<br />

La scintilla che ha dato fuoco alle polveri è la norma inserita dal<br />

governo regionale nella Finanziaria bis in discussione in questi<br />

giorni, che taglia in modo lineare, del 20%, i contributi al settore.<br />

Un colpo di scure che mette a rischio produzioni e stipendi. E “minaccia<br />

di portare alla morte le istituzioni culturali siciliane”, tuona<br />

Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia per il quale teatri e<br />

fondazioni non possono essere trattati come “enti qualunque” da<br />

un governo regionale “distante, distratto e senza idee” e da una<br />

classe politica che “non ha capito nulla e nulla fa per far fronte alla<br />

crisi”. Un giudizio severo, che fa pendant con le parole di Giuseppe<br />

Tomasello, segretario della Fistel Cisl Sicilia, per il quale<br />

“non si può affrontare la crisi uccidendo a poco a poco realtà che<br />

sono un vanto e una risorsa per la Sicilia”.<br />

NON SOLO RISORSE<br />

Ma se la soluzione del problema passa per il nodo dei finanziamenti,<br />

non è solo questione di finanziamenti. La gestione della cultura<br />

in Sicilia, denuncia la Cisl, ha visto abusi, sperperi, sprechi.<br />

Gestioni allegre. E continua a svolgersi, per tanti versi, all’insegna<br />

della precarietà. Così, se al Bellini di Catania e al Massimo di Palermo<br />

operano commissari straordinari, il Vittorio Emanuele di<br />

Messina manca del tutto di un vertice istituzionale.<br />

Poi c’è la “questione vera” che per la Cisl equivale alla “necessaria,<br />

profonda ristrutturazione del settore”. Tanto che Bernava non<br />

esita a parlare, per i teatri dell’Isola, di “economia di guerra”; di<br />

programmazione triennale; di “sinergie sui cartelloni”. Di spesa efficiente<br />

dei fondi Ue. E di “una strategia in due fasi simultanee,<br />

che apra una stagione nuova”.<br />

DAI TRASFERIMENTI ALLA PRODUTTIVITÀ<br />

“Penso a un tempo nuovo – precisa il segretario - in cui anche i lavoratori<br />

sapranno fare la loro parte per assicurare a fondazioni ed<br />

enti culturali gli utili necessari a reggere il mercato”. Perché non è<br />

ipotizzabile che il settore continui vivere di trasferimenti. “Il tempo<br />

dei trasferimenti è finito”. Dunque, “è necessario che tutti, lavoratori,<br />

sindacati e Regione, ci accostiamo in modo diverso al tema”.<br />

CISL E LA STRATEGIA IN DUE FASI<br />

Da qui la strategia Cisl. Che per Tomasello significa “un piano<br />

regionale di regia che utilizzi al meglio le professionalità; sviluppi<br />

il coordinamento tra produzioni di scenografia e costumi<br />

con una banca dati apposita. Assicuri il turnover del personale<br />

e tutto ciò che possa abbassare i costi e accrescere la produttività”.<br />

E Bernava: “Serve una cabina regionale di regia in cui governo<br />

e sindacati concordino assieme le priorità” su cui investire per<br />

portare teatri e fondazioni fuori dalla crisi. Ma “non facciamoci<br />

illusioni”, incalza. “Ci vogliono tre anni almeno, con razionalizzazione<br />

dei costi, taglio degli sprechi, maggiore produttività. E<br />

con sinergie nelle produzioni da concordare, tanto sul fronte<br />

della lirica che su quello della prosa”.<br />

OLTRE L’EMERGENZA<br />

Ma al di là dell’emergenza, c’è il secondo tempo di cui la Cisl<br />

parla e che ha a che fare, non solo con la fine delle gestioni<br />

commissariali. Anche con corsi di formazione e perfezionamento<br />

del personale; con la “ineludibile modernizzazione tecnica<br />

e tecnologica”. Con la ristrutturazione e messa a norma<br />

degli impianti. E con politiche di marketing costruite pure su<br />

eventi nazionali e internazionali. Ad esempio, valorizzando i<br />

teatri di pietra che suscitano straordinario interesse turistico e<br />

culturale.<br />

“È tutto questo - informa la Cisl - e non solo l’insopportabile taglio<br />

dei finanziamenti, che vogliamo sia al centro del confronto<br />

col governo. E non solo lunedì”.<br />

24marzo2014 asud’europa 37

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