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Global warming: basta un grado<br />
Letizia De Santis<br />
La semplicità nel selezionare la temperatura del condizionatore<br />
casalingo è una delle azioni più comuni che compiamo<br />
durante i cambiamenti di stagione. D’estate, la necessità di<br />
avere un clima fresco in casa propria è piacevole quanto averlo<br />
mite d’inverno. Così, si ricorre all’uso (o abuso) del poter selezionare<br />
la temperatura attraverso un classico telecomando. Purtroppo,<br />
però, questo non vale per il nostro pianeta. Se esistesse<br />
uno strumento con cui selezionare la temperatura del globo,<br />
avremmo già risolto metà dei nostri problemi a livello ambientale.<br />
Col fatto che nessun “Einstein” per ora sia riuscito ad inventare<br />
nulla del genere, bisogna ricorrere al vecchio stile: tutti per uno,<br />
uno per tutti.<br />
Mark Lynas, giornalista, scrittore, ambientalista britannico e studioso<br />
dei cambiamenti climatici, nel 2007 pubblica "Six Degrees:<br />
Our Future on a Hotter Planet" (“Sei gradi: il nostro futuro su un<br />
pianeta più caldo”). Questo suo ultimo libro descrive dettagliatamente<br />
gli effetti progressivi del Global Warming, chiamato anche<br />
Riscaldamento Globale, sugli ecosistemi terrestri, esponendo<br />
cosa potrebbe accadere con l'aumento graduale della temperatura<br />
media del pianeta a partire da 1 grado fino a 6 e oltre.<br />
Quanto può essere considerato un grado ? Poco o nulla. “Eppure”,<br />
ci racconta Lynas, “un grado in più rispetto alla temperatura media<br />
globale causerebbe la scomparsa di gran parte delle barriere coralline<br />
e dei ghiacciai, con la conseguenza della sommersione di<br />
molte aree costiere da parte degli oceani”. Pensiamo dunque che<br />
la romantica città delle gondole e dell’arte sarebbe in parte sommersa,<br />
facendo fallire ogni tipo di progetto simile all’attuale<br />
“MOSE” (MOdulo Sperimentale Elettromeccanico costituito da paratoie<br />
mobili per la difesa della laguna di Venezia). “Con soli due<br />
gradi in più”, continua, “l'arcipelago di Tuvalu, nell'oceano Pacifico,<br />
verrebbe completamente sommerso e sarebbe la fine per Venezia<br />
e altre città costiere. Il Mediterraneo inoltre non sarebbe più<br />
una meta turistica perché troppo caldo”. Da questo dato induciamo<br />
che si verificherebbe uno spopolamento e migrazione verso il Nord<br />
Italia, oltre alla possibile avaria della produzione di molti prodotti<br />
tipici delle regioni affacciate sul Mediterraneo come Sicilia,<br />
Puglia e Calabria. “Invece, con l’aumento di tre gradi la maggior<br />
parte della foresta amazzonica verrebbe distrutta da incendi<br />
e periodi di siccità; in Europa si registrerebbero le<br />
temperature che attualmente si hanno in Medio Oriente e in<br />
Nord Africa.” Immaginiamoci come sarebbe l’Africa se l’Europa<br />
diventasse tale quale le aree africane attuali. Inabitabile. Ma i<br />
dati più allarmanti li descrive di seguito: “Con l’aumento di quattro<br />
gradi il livello degli oceani si innalzerebbe al punto da distruggere<br />
paesi quali il Bangladesh e l'Egitto. Questo<br />
incremento provocherebbe tempeste di vento rovente e la<br />
scomparsa della Foresta Amazzonica. Inoltre i mari salirebbero<br />
di 50 metri rispetto al livello attuale”. E con l’aumento di cinque<br />
gradi della temperatura media terrestre? “Con cinque gradi milioni<br />
di persone sarebbero costrette a lasciare le aree in cui vivevano<br />
perché ormai inabitabili, scatenando possibili conflitti<br />
per il controllo delle ultime risorse presenti sul pianeta. I poli rimarrebbero<br />
privi di ghiacci e le foreste di alberi rigogliosi. Siberia,<br />
Groenlandia e Canada avrebbero un clima mite mentre<br />
l’Italia sarebbe terra arida.” Vogliamo allora sapere con sei gradi<br />
che cosa succederebbe? Semplice: “Quasi tutte le forme di vita<br />
(compresa quella umana) scomparirebbero dal nostro pianeta<br />
lasciando oceani pieni di acido solfidrico, gas velenoso. Il metano<br />
arriverebbe a costituire il 5% dell’atmosfera, creando la<br />
possibilità di incendi globali.”<br />
Tutto ciò che Lynas ci descrive è frutto di studi dettagliati e approfonditi<br />
da studiosi e scienziati. Non si presenta affatto come<br />
un messaggio intimidatorio quanto un messaggio d’allarme e<br />
di consapevolezza per il modo in cui potrà cambiare il nostro<br />
amato puntino nello spazio, per la maggior parte a causa nostra.<br />
Liceo da Vinci<br />
Casalecchio di Reno Bologna<br />
6 24marzo2014 asud’europajunior