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Crisi, burocrazia, debiti e violenza<br />

Dura la vita dei primi cittadini italiani<br />

Gaia Montagna<br />

Sindaci in trincea, Municipi sotto assedio. Crisi, burocrazia,<br />

debiti e violenza rendono difficile la vita ai primi cittadini da<br />

nord a sud. Spesso la causa dei dissesti è da ricercare<br />

nelle “allegre” gestioni del passato che inesorabilmente presentano<br />

il conto dopo decenni. La storia è sempre la stessa. Debiti<br />

creati nel passato e arrivati a sentenza a distanza di dieci, venti<br />

anni. Qualche volta anche di più.<br />

«Matteo domani mi incateno davanti al Palazzo di giustizia. Faccio<br />

lo sciopero della fame e se devo morire, morirò». E’ stato categorico<br />

davanti al presidente del Consiglio Matteo Renzi aprendo<br />

l’incontro con i sindaci. E Alfio Mangiameli, sindaco di Lentini, in<br />

provincia di Siracusa, è passato dalle parole ai fatti per protestare<br />

contro la sentenza del tribunale di Siracusa che ha disposto il pignoramento<br />

di tutte le somme del Comune per un esproprio di 25<br />

anni fa. E per una cifra altissima che rischia di mandare la cittadina<br />

in dissesto: 4 milioni e 300 mila euro. Ma ad essere con le spalle<br />

al muro per lo stesso motivo sono sempre più Comuni: da Santa<br />

Venerina in provincia di Catania, dove il debito ammonta a quasi<br />

8 milioni, a Serradifalco, seimila anime in provincia di Caltanissetta,<br />

dove a chiedere un risarcimento danni per una quarantina<br />

di terreni espropriati negli anni Settanta per costruire quartieri,<br />

piazze, parcheggi, sono gli eredi dei principi Licata di Baucina.<br />

Lo stesso ha fatto l’ex presidente della Provincia di Catania, Giuseppe<br />

Castiglione, all’indomani del pignoramento da 23 milioni di<br />

euro notificato qualche anno fa all’Ente di palazzo Minoriti per<br />

colpa di due impiegati infedeli che nel 1972 avevano truffato 1,8<br />

miliardi di lire con 1.131 false richieste di prestito all’Ifi, l’Istituti finanziario<br />

industriale.<br />

«Anche lui si incatenò» ricorda Antonella Liotta, il commissario che<br />

prese il suo posto alla Provincia proprio a seguito di quella vicenda.<br />

E che riuscì ad evitare il dissesto. «Si rischiava di sforare<br />

il patto di stabilità — racconta — riuscimmo ad evitare il<br />

peggio perché dimostrammo che il debito andava iscritto nel<br />

bilancio del 2011 quando c’era stata la sentenza di condanna».<br />

Stessa storia a Serradifalco, in provincia di Caltanissetta. Qui<br />

a ricorrere contro una quarantina di espropri fatti dal comune in<br />

forza di un testamento del ‘73, sono i due figli del principe Antonio<br />

Licata di Baucina, Biagio e Francesco (oggi direttore generale<br />

dell’Arpa). A loro dire quei terreni sono stati espropriati<br />

consegnando gli atti agli enfiteuti e non ai legittimi proprietari.<br />

«La somma non è ancora stabilita ma si tratterebbe di svariati<br />

milioni di euro», dice l’avvocato del Comune, Antonio Campione.<br />

«Soldi — aggiunge — che l’amministrazione non ha».<br />

Così qui si resiste in tribunale. «Il Comune si è costituito in giudizio.<br />

«Abbiamo contestato l’atto di citazione, sottolineando che<br />

comunque avrebbero innanzitutto dovuto richiedere la mediazione<br />

con un procedimento extragiudiziale». Il giudice si è<br />

preso qualche giorno per decidere.<br />

Situazione identica alle pendici dell’Etna. A Santa Venerina nel<br />

Catanese, invece, il sindaco Salvatore Greco è andato fino a<br />

Roma insieme ad altri 13 primi cittadini a chiedere una modifica<br />

alla legge che consente ai comuni in dissesto l’estinzione del<br />

debito fuori bilancio entro un massimo di 5 anni «prevedendo la<br />

possibilità di allungare i tempi e di accedere a mutui di lunga durata».<br />

I debiti che si è trovato sulle spalle — ben 7 milioni e 800<br />

mila euro — hanno radici nel 2003 e riguardano alcune somme<br />

dovute per la potabilizzazione dell’acqua. Nella stessa provincia,<br />

a Viagrande l’ex sindaco Vera Cavallaro, nel corso della<br />

sua amministrazione, ha dovuto pagare per vecchi espropri<br />

circa un milione e 300 mila euro. Una sentenza è anche riuscita<br />

a vincerla, inviando tutto alla Corte dei conti. Ma le sentenze<br />

di condanna per espropri continuano ad arrivare. L’ultimo,<br />

il Consiglio lo ha riconosciuto appena qualche giorno fa: 200<br />

mila euro.<br />

Non solo debiti ad assediare i sindaci. A rincarare la dose c’è la<br />

crisi che attanaglia e distrugge, ed ai meno fortunati fa perdere<br />

il senno.<br />

Perché se da un lato le sentenze battono cassa dall’altro c’è<br />

chi giornalmente bussa alla porta del sindaco chiedendo una<br />

casa, un lavoro e la soluzione di tutti i problemi. Ma non è così.<br />

L’ inchiesta pubblicata da Repubblica, qualche giorno fa traccia<br />

scenari di guerra: “C'è chi entra nei Comuni armato di coltello<br />

o di acido, chi minaccia botte e ritorsioni: sindaci ed amministratori<br />

locali sono ora "sotto tiro" su molteplici fronti, sono diventati<br />

il potere più prossimo sul quale scaricare tensioni e<br />

rabbia. A Villaricca, in provincia di Napoli, dopo aver inveito con-<br />

6 24marzo2014 asud’europa

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